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Autore: Solangeloistheway    17/05/2021    0 recensioni
Will è bloccato nella dimensione del suo pensiero, i ricordi come unica compagnia mentre rivive i momenti più importanti della sua vita.
enjoy!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Will Solace
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Primi Incontri

Leggerezza, serenità. Il bianco del nulla, quel tipo di nulla che non fa paura, ma al contrario tranquillizzaQuel bianco che era un'assenza di colori ed emozioni, una tela che aveva bisogno di essere disegnata.

Poi un sentimento di... confusione. Chi era? Dov'era? Non riusciva a ricordare. 

In seguito un nome: Will. Si chiamava così? Sì, Will era lui. Ma dove si trovava? Era morto, per caso? Non vedeva né sentiva il suo corpo. Nonostante non ricordasse nulla a parte il suo nome però, non era preoccupato. Si sentiva come immerso in acqua, i suoi sensi spenti.

Piano piano cominciava a vedere qualcosa.
Un ragazzo, biondo con gli occhi azzurri, il viso cosparso di lentiggini. Dentro di sé sentì la consapevolezza che quello era lui, il suo corpo.

Poi qualcos'altro, una sensazione diversa. Era come un lento lampo nero. Eppure quel nero gli provocava una sensazione che non sapeva descrivere, felicità e dolore al tempo stesso. Sembrava di avere le farfalle nello stomaco e una lancia nel petto nello stesso momento. Cosa stava succedendo? Un altro lampo, questa volta riuscì a distinguerlo più chiaramente: erano degli occhi nerissimi, una pelle pallida e dei capelli color pece, insieme a un altro nome. Forse Nico? Chi era? Lo conosceva? E perché continuava a sentire quella sensazione orribile e bellissima al tempo stesso? Era straziante, dolorosa, ma anche dolce, gioiosa, serena.

Mentre cercava di capire, di ricordare, un sentimento color celeste, timido affiorò nella sua mente. Era forse curiosità, quella? E perché mai?  Delle immagini cominciarono a pararglisi davanti, come un film al rallentatore. Non riusciva a delineare i volti, non riusciva a sentire le voci. Poi il ricordo si velocizzò e diventò tutto più nitido...

Odore di polvere da sparo, urla dei legionari romani e dei suoi compagni greci. Era durante la guerra contro Gea. Stava fissando un ragazzo. Lo conosceva solo di nome, lo aveva sempre e solo visto da lontano nella battaglia di Manhattan. Eppure lo aveva sempre ammirato. E in quel momento, con le sopracciglia aggrottate, i capelli arruffati, lo sguardo affilato e la mente sovrappensiero, Will doveva ammettere che era proprio bello. Era curioso: a cosa stava pensando? Per quel che poteva capire, nulla di buono. Si vedeva lontano un miglio che non stava bene, non gli avrebbe permesso di rischiare la pelle. Non si era ancora voltato e perciò non lo aveva notato. -Nico?- lo chiamò piano. Grosso errore. Schivò per un pelo la nera spada di ferro dello Stige. -mettila giù!- Nico lo guardò confuso e irritato. Notò i suoi compagni poco dietro il biondo.

-cosa ci fate qui? volete farvi uccidere?- 

-hey! Stiamo cercando di aiutare, siamo in guerra-

Superato lo stupore e la confusione, il moro cercò di fare un commento sul fatto che la loro tecnica di mimetismo faceva alquanto schifo e che i suoi capelli biondissimi si sarebbero notati come un faro, ma Will non lo stette a sentire, anche se arrossì un po'. Will si voltò per avvicinarsi al resto del gruppo, e Nico decise di seguirlo: sempre meglio del piano suicida che stava per mettere in atto poco prima. La vista del biondo lo aveva risvegliato dai suoi pensieri, facendogli capire quanto era avventato il suo piano. Mentre si avvicinavano a dove erano appostati gli altri, Nico chiese del coach Edge. 

-sta bene. E' arrivato in tempo per vedere nascere il piccolo- 

-il bambino!- Nico cercò di sorridere e Will si sentì sciogliere dentro. Cazzo, non poteva succedere ogni volta che incontrava un ragazzo carino. Anche se, notò una parte del suo cervello, Nico non era solo carino, anzi era molto più che carino. -Mellie e il piccolo stanno bene?- chiese intanto l'altro. -sì, tutto a posto. E' un bel satiro. Ma ho assistito io al parto- Will rabbrividì al ricordo. - sto ancora tremando, senti- gli prese una mano fra le sue.

Will, in quanto guaritore, poteva sentire le condizioni fisiche e mentali di una persona solo toccandola. Era abituato ad usare questo potere sugli altri, ma non con il figlio di Ade. Per un momento sentì come una violenta scossa. E poi dolore. Un dolore immenso, lacerante, nascosto molto sotto, nelle profondità del cuore del ragazzo. Durò appena un secondo poiché Nico ritrasse subito la mano, ma Will ormai aveva sentito. Osservò attentamente il ragazzo durante tutta la battaglia, mentre aumentava in lui sempre di più il desiderio di sapere cosa feriva così tanto quel bellissimo ragazzo dagli occhi neri.

 

   
 
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