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Autore: Solangeloistheway    18/05/2021    0 recensioni
Will è bloccato nella dimensione del suo pensiero, i ricordi come unica compagnia mentre rivive i momenti più importanti della sua vita.
enjoy!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nico di Angelo, Nico/Will, Will Solace
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Primi Sorrisi


Era stato veloce a sparire quanto lo era stato ad arrivare. Il primo ricordo ne suscitò altri, confuse immagini che vorticavano nella sua mente. Cominciò a ricordare chi era, la sua storia, tutto quello che era successo prima della battaglia di Gea. 

Ad un certo punto però, avvertì qualcosa. Capiva in qualche modo che era dolore, dolore fisico, ma non capiva da dove arrivasse. Era diverso dalla sensazione che aveva provato prima del ricordo. Era come se fosse consapevole di stare soffrendo, ma la sua mente formasse una barriera che gli impediva di provare veramente quel dolore. Era come prigioniero della sua psiche. 

Eppure realizzò che ciò non lo spaventava, anzi sembrava quasi un'informazione secondaria, che dimenticò non appena davanti a lui apparve un altro sentimento. Questo non era timido come la curiosità, anzi, era di un verde acceso, brillante come una gemma; si imponeva su di lui, ma senza essere invadente. Un'onda di speranza lo invase mentre un altro ricordo affiorava... 

Pareti bianche, tende divisorie, odore di disinfettante. L'infermeria del campo. Stava scrivendo su un registro i medicinali che mancavano negli scaffali: era una lunga lista, ma d'altronde era finita da poco una guerra. Eppure era calmo e speranzoso come non lo era quasi mai stato. La guerra era finita, al campo c'era pace, e fare qualche turno in più non gli dava fastidio. Anzi, più tempo passava lì, meglio era... Arrossì al pensiero. I suoi occhi azzurro cielo si posarono un momento su una figura pallida seduta su uno dei letti della stanza. Nico stava leggendo un libro. Aveva il viso rilassato ma altero, gli occhi sembravano quasi divorare le scritte sulle pagine. Semplicemente perfetto. Rimase un momento di più a guardarlo e fu subito notato. 

-Cavolo Will, se ti metti a sospirare e sbavare come una ragazzina ti mollo qui tutto il lavoro-

-Austin!!!- sussurrò di rimando al fratello, che naturalmente aveva notato il suo interesse per il moro ed erano giorni che lo tormentava. Austin ridacchiò, a discapito dell'occhiataccia che gli rifilò il biondo. Si rimise al lavoro, più rosso che mai.

Dopo qualche ora, aveva sistemato e pulito tutto. Inspirò soddisfatto. Di sicuro grazie a questo la sua cabina avrebbe avuto il primo turno in doccia per tutta la settimana. Diede un'occhiata all'orologio: il suo turno era quasi finito, solo altri dieci minuti. Mentre ritornava nella stanza dove dormivano i pazienti, non riuscì a trattenersi dall'assicurarsi che Nico stesse bene. Spostò la tenda che separava i letti e vide che Nico era seduto sul letto con le ginocchia strette al petto, lo sguardo fisso nel vuoto. Con un groviglio di imbarazzo che gli bloccava le vie respiratorie, si avvicinò e si sedette sul bordo del letto. -Come ti senti?- gli chiese.

Non ricevette risposta. Niente di strano. Eppure decise di rimanere lì per i minuti che rimanevano. Nico, in genere scontroso, non lo mandò via, ma semplicemente rimasero immersi ognuno nei propri pensieri. Dopo qualche minuto Nico disse qualcosa, timidamente e a bassa voce.

-Will, ti sei mai sentito come se tutti fossero destinati a trovare la felicità, ma tu no?-

Il biondo si riscosse dai pensieri che vagavano nella sua mente per ritornare alla realtà. Non era la prima volta che Nico faceva delle domande del genere, così dal nulla, come se non avesse pensato ad altro fino a quel momento. Cosa che, peraltro, avrebbe potuto benissimo essere vera. Il figlio di Ade si era voltato a guardarlo, gli occhi di ossidiana fissi nei suoi. Gli era sempre stato difficile sostenere il suo sguardo, ma ci provò. -Non credo, perché?- Il moro scosse la testa -Così, per chiedere- Distolse lo sguardo, per fissarlo di nuovo sul vuoto. Will stava imparando a leggere Nico, capiva che quando si comportava in quel modo stava cercando di comunicare con lui. Will si spostò, sedendosi di fronte al ragazzo. -Tu sei felice, Nico?- una domanda diretta. Nico spostò di nuovo le sue iridi su quelle celesti di Will. Rimasero a fissarsi per un po', poi il moro rispose -No-. Era una risposta diretta a una domanda diretta, dopo questo il figlio di Apollo poteva ritenersi fortunato del solo fatto che Nico gli avesse risposto, e se fosse stato qualcun altro avrebbe semplicemente lasciato cadere il discorso. Ma se c'era una particolarità di Will, quella era che se iniziava qualcosa, sentiva quasi il bisogno di portarla a termine. 

-E hai mai fatto qualcosa per averla, la tua felicità? E no, non intendo lanciarsi in missioni suicide nella speranza di servire a qualcuno, intendo qualcosa che faccia stare bene te, tipo avere degli amiciinvece di rinchiudersi da qualche parte lontano da tuttiNico sembrò quasi sorpreso. Nessuno si era mai rivolto a lui così, se non sua sorella prima che morisse. Si morse il labbro. Decise di rispondere con lo stesso tono. -Forse non ti sei accorto che non sono in molti che cercano la mia amicizia- ribattè con amarezza. -sono loro che non ti cercano o sei tu che li respingi?- Nico era sempre più spiazzato dalla schiettezza del biondo. Voleva rispondere, ma Will non lo lasciò parlare. -Perché se proprio devo dirtelo, a me piacerebbe essere tuo amico-. Quella frase scacciò via tutte le risposte nella mente di Nico. Davvero un ragazzo come Will voleva diventare suo amico? Davvero ci teneva a lui? Queste implicite domande vide il figlio di Apollo negli occhi del moro, e mentre nel suo cuore rispondeva con un "si, davvero", sembrò quasi che Nico avesse sentito la sua risposta. Gli rivolse un timido sorriso, non un ghigno ironico e neanche un sorriso di amarezza, ma un piccolo, sincero, sorriso che accese la speranza nel cuore di Will.

 

   
 
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