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Autore: LadyBlack3    23/05/2021    1 recensioni
***STORIA REVISIONATA E CORRETTA***
Due fratelli molto diversi e dai caratteri opposti.
Due fratelli che dopo anni finalmente si rincontrano.
la loro vita cambierà per sempre... o quasi.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Merope Gaunt, Nuovo personaggio, Tom Riddle/Voldermort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Risveglio

I raggi del sole, quel dì, erano oscurati da fitti nuvoloni grigi.
Nonostante fosse giunto soltanto il mese di ottobre, sembrava una fredda giornata d’inverno. La bella stagione era ormai terminata, e con essa il risveglio di nuova flora.
Tuttavia, al cimitero del piccolo paese di Great Hangleton, una bambina bionda e dagli occhi color smeraldo fu protagonista di una vera e propria rinascita.
Apparve dal nulla, distesa ai piedi della sua stessa tomba, col corpo intatto e ricoperto di terra. In mano teneva salda la bacchetta ereditata dalla mamma e, accanto a lei, uno strano libricino veniva mosso dalle ali del vento.
Dopo vari secondi, Merope aprì gli occhi.
La prima cosa che percepì fu un gelo quasi insopportabile, poi, disorientata, sentì un dolore atroce alle articolazioni.
Doveva riabituarsi al corpo terreno ma anche all’ambiente circostante. La consapevolezza di essere tornata in vita però le diede l’energia necessaria per sollevarsi da terra.
Le faceva male dappertutto e a stento riusciva a reggersi sulle sue gambe. Vide il suo braccio che non era più annerito a causa della maledizione dell’anello… aveva ancora il suo vestitino preferito addosso e il suo mantello. Voldemort doveva aver pensato che fosse la miglior cosa seppellirla col mantello, per darle una morte più da “strega”.
Si guardò intorno. Per fortuna non c’era nessuno che potesse accorgersi di lei.
Si massaggiò la testa, cercando di raggruppare gli ultimi ricordi che aveva dell’aldilà: era stata costretta a ritornare per adempiere al suo compito… ma lei aveva posto una condizione…
Ebbe una scossa improvvisa. Il cuore cominciò a batterle fortissimo.
Quando era sul punto di tornare, aveva portato con sé l’Horcrux distrutto di Tom, il brutto neonato di cui si prendeva cura con amore.
Si voltò, impaurita che qualcosa fosse andato storto perché, aperti gli occhi, del suo fratellone non c’era traccia…
<< Thomas! >> urlò Merope, subito prima di accorgersi della presenza di uno strano libro vicino al proprio sepolcro.
Lentamente lo raggiunse e lo prese. Il tempo di scorgere la copertina che saltò letteralmente dalla gioia.
Non era un libro, quello era il diario di Tom! Era rinato sotto forma di Horcrux…
<< Che bello, che bello!! >> la voce le usciva a fatica dalla gola, ma le lacrime che sgorgarono dai suoi occhi l’aiutarono ad acquistare ulteriore vigore.
Cadde in ginocchio dall’emozione. Finalmente non doveva più preoccuparsi del neonato… lui era vivo, tra le sue braccia e al sicuro.
<< Fratellone, sei contento? Ora sei qui con me! >>
Lo strinse a sé con tutta la forza che possedeva, stordita dalla felicità.
<< Scommetto che anche Voldemort sarà contento! >> disse con il sorriso sulle labbra, che si spense immediatamente appena la bambina pensò a lui.
Ciò che aveva fatto era stato terribile soprattutto nei suoi confronti. Aveva deciso di suicidarsi perché non ne poteva più di non essere ascoltata, derisa e ignorata. Pensava che lasciando suo fratello al proprio destino gli avrebbe spianato la strada verso la libertà, cosa che lui voleva più di ogni altra cosa. Di certo non si aspettava per niente di vederlo piangere in quel modo… sapeva che le volesse bene, ma non a tal punto.
Lo aveva fatto soffrire moltissimo e si sentì tremendamente in colpa. Ariana aveva ragione: fino a poco tempo fa Lord Voldemort non sarebbe mai riuscito a versare nemmeno una lacrima, invece lei lo aveva cambiato…
Non poteva rinunciare al suo compito. Avrebbe affrontato chiunque pur di riunificare l’anima spezzata di Tom e salvarlo da un’esistenza priva di amore.
Fece un passo e si bloccò.
Perché era così difficile? Provava vergogna e dispiacere, non aveva il coraggio di tornare a casa e guardare negli occhi il suo fratellone dopo il gesto estremo compiuto solo quattro settimane prima.
Eppure doveva andare e parlare con lui, doveva mettere in chiaro le sue posizioni sugli Horcrux. Doveva convincerlo a tutti i costi, altrimenti Silente e Harry avrebbero agito indisturbati distruggendoli uno ad uno.
Già… Silente.
Diede un respiro profondo e fissò il diario. Una grande rabbia iniziò a scorrere nelle sue vene ormai vitali.
Il preside di Hogwarts non aveva ancora toccato gli altri Horcrux, da quanto aveva appreso nell’aldilà, ma il pensiero che stesse architettando l’uccisione di suo fratello la fece imbestialire.
Nessuno al mondo doveva azzardarsi a fargli del male, poco importava chi fosse! Merope era amica di Silente e di Harry, però al primo posto nella sua vita c’era sempre Tom.
Da adesso in poi era disposta a diventare loro nemica, e se avessero anche solo toccato gli altri Horcrux se la sarebbero vista brutta. Alla fine arrivò alla conclusione che per farsi ascoltare avrebbe dovuto uscire gli attributi.
Fece dietrofront e, dopo aver sistemato il diario di Tom nel mantello nero, si mise in cammino verso Casa Riddle.
Non poteva pensare di lanciare un avvertimento a Silente senza farsi vedere prima da suo fratello. Chissà come avrebbe reagito al suo ritorno?
Una parte di lei era elettrizzata, ma dall’altra aveva paura che non l’avrebbe perdonata.
Prese coraggio e proseguì con molta lentezza, gli arti le facevano ancora male e il vento gelido si scontrava violentemente con i suoi occhi, ma non si fermò neanche per un secondo.
Uscì dalla cittadina e passò attraverso un viale di campagna che l’avrebbe portata poi a Little Hangleton. Una volta superata la strada alberata, Merope percepì qualcosa di strano.
Lo stesso gelo di prima, ma stavolta più penetrante e pungente. La felicità provata all’iniziò svanì nel nulla per far posto a un senso di malinconia e angoscia.
Non ebbe il tempo di chiedersi cosa stesse accadendo che, alzando lo sguardo, sbiancò dallo shock. Nelle vicinanze vagavano liberi decine e decine di Dissennatori…
Rimase bloccata, non capendo come mai ci fossero quegli esseri orribili a Little Hangleton, poi le si accese una lampadina.
<< Oh, Thomas… cosa diamine hai in mente? >> disse tra sé e sé, mentre usciva allo scoperto e si dirigeva svelta (sempre dolorante) verso casa Riddle.
Cercò di evitare di essere intercettata dalle creature oscure e per miracolo arrivò vicino al cimitero. Si fermò per riprendere fiato, travolta dall’affanno e dal profondo gelo, si voltò e vide la collina in cima alla quale sorgeva il rifugio di Voldemort. Con tutta la sua forza di volontà ricominciò a correre, finché un Dissennatore non sbucò all’improvviso da dietro di lei.
Merope indietreggiò spaventata, scorgendo le putride bocche mangia-anime che pian piano le si avvinavano bramose.
<< State scherzando?? Sono appena tornata in vita, non otterrete nulla da me! >> gridò, fuggendo dalla parte opposta. Peccato che altri Dissennatori la circondarono e la lasciarono senza vie d’uscita.
Pareva un film dell’orrore. Era come se non sarebbe mai più stata felice in vita sua… come se tutta la gioia del mondo fosse stata risucchiata in un buco nero.
Ma lei non voleva mollare, doveva raggiungere suo fratello e sapeva che ci sarebbe riuscita! Nessun mostro gliel’avrebbe impedito!
Così pensò al momento in cui Tom l’abbracciò per la prima volta, quando era svenuta, e con un brivido di adrenalina estrasse la sua bacchetta e urlò a pieni polmoni.
<< Expecto Patronum! >> dalla punta fuoriuscì un lungo serpente argentato che allontanò all’istante i Dissennatori.
Era da tantissimo tempo che non usava il suo Patronus. Guardandolo, Merope si emozionò, perché si ricordò di quello identico di Tom.
<< Grazie, mi hai salvata! >>
Il serpente d’argento la fissò per un attimo, poi proseguì a scacciare il resto dei Dissennatori, permettendole di seguirlo al sicuro.


<< Codaliscia! >> sibilò con rabbia Lord Voldemort, accomodato su una delle sedie del lungo tavolo della sala principale.
Con una mano accarezzava dolcemente Nagini, mentre le sue pupille color sangue saettavano dall’anello dei Gaunt, nonché suo Horcrux, alla finestra aperta difronte a lui.
Era trascorso più di un mese dalla morte di Merope e ancora non faceva altro che pensarla. Nemmeno il proseguimento del suo lavoro riusciva a distrarlo e ormai tutto ciò che gli accadeva intorno era diventato un pretesto per infuriarsi con i suoi Mangiamorte e ucciderli, talvolta senza ragione.
Credeva di superare il lutto in maniera diversa, magari concentrandosi sulla fine risolutiva di Harry Potter, invece in quel periodo aveva l’impressione di star sopravvivendo.
A intermittenza osservava l’Horcrux “assassino” e si chiedeva come facesse a trattenersi nel distruggerlo. Non poteva più vederlo, ma d’altronde non conosceva posti in cui rifilarlo, e anche se se ne fosse sbarazzato, non sarebbe cambiato granché, purtroppo…
respirò a fondo prima di udire i passi affrettati di Codaliscia.
<< Mi ha chiamato? >> squittì Minus.
<< Sì >> disse irritato Voldemort, per poi lanciargli uno sguardo tagliente << Perché i Dissennatori sono andati via? >>
Il Mangiamorte deglutì e guardò fuori dalla finestra il cielo terso privo di nuvoloni neri. In effetti aveva già avvertito l’assenza del tipico gelo che caratterizzava i Dissennatori, ma non aveva capito che fossero scomparsi.
<< Ehm… >> sudò freddo nella speranza di non innervosirlo, o avrebbe fatto la fine di molti suoi colleghi << Veramente non ne ho idea, mio Signore… >>
<< Non lo sai? >> chiese retorico il mago oscuro, con una vaga nota seccata. Lasciò la presa su Nagini e si alzò contro Codaliscia.
<< Dovevamo mettere a punto le condizioni della nostra alleanza! DOVE DIAVOLO SONO ANDATI!? >>
Minus tremò come una foglia al timbro crudele della sua voce.
<< Cosa stavi facendo nel frattempo? Contavi le mosche che volano?? >>
<< I-io… stavo p-preparando il cibo per il vostro serpente… >>
Voldemort assunse un’aria divertita e incredula: << Dovresti pensare a cose più importanti! La tua utilità non dovrebbe ridursi a questo, ne sei consapevole?? >>
Codaliscia annuì a scatti.
<< Se non ti deciderai a svegliarti il prossimo pasto di Nagini sarai tu! Mi sono spiegato?? >>
<< M-mio Signore…! >> tentò di replicare il servo, non smettendo di tremare << Non per biasimarla, ma… non ci sono solo io in casa… c’è anche Selwyn! >>
<< E il fatto che ci sia anche lui ti darebbe il diritto di trascurare il tuo ruolo? >> sibilò maligno Voldemort.
<< Assolutamente no! >> rispose Codaliscia, il quale iniziava a non poterne più dell’atteggiamento violento (più del solito) del Padrone. Lui era quello che subiva maggior angheria da parte sua e prima o poi sentiva che sarebbe esploso.
In quell’esatto momento, Selwyn scese dal piano di sopra.
<< E tu dov’eri imbucato?? >> sbottò Voldemort, stavolta al collega di Minus.
Selwyn si bloccò sulla soglia, preso alla sprovvista dalla domanda.
<< Ero nella… >>
<< Lascia stare! Piuttosto, hai visto dove sono andati i Dissennatori? >> domandò il mago oscuro, ricevendo la faccia disorientata del seguace. Era evidente che non se ne fosse proprio reso conto.
Voldemort cercò di trattenere la voglia di Cruciarli entrambi, prima che Selwyn esordisse: << Perché, sono andati via? >>
Minus lo fissò funereo mentre Voldemort gli scoccava un’occhiata di fuoco.
<< Sono l’unico ad essermene accorto, allora. A che serve avere dei seguaci se poi non svolgono correttamente i compiti per cui sono pagati dal sottoscritto?? >>
I due Mangiamorte si scambiarono sguardi eloquenti. Come Codaliscia, anche Selwyn aveva notato il cambiamento repentino di Voldemort, e non in meglio. Sapeva ovviamente la causa e per questo decise di cambiare discorso.
<< Ero nella cameretta di Merope >>
Il Signore Oscuro si ammutolì per parecchi istanti, poi lo guardò.
<< Sei stato nella sua camera?? >> soffiò indignato.
<< Be’… ho trovato qualcosa che forse potrebbe aiutarla a stare meglio >> spiegò Selwyn, che si guadagnò la bocca spalancata di Codaliscia e il suo presagio di una carneficina imminente.
In risposta a tale presentimento, Voldemort sfoggiò loro un’espressione che valeva più di mille Maledizioni.
<< Quindi fammi capire >> ringhiò con freddezza << Tu pensi che abbia bisogno di aiuto? >>
<< Cos… no! >> si spaventò l’uomo.
<< Invece è esattamente quello che intendevi! >> disse estraendo la bacchetta con fare minaccioso << Ho compiuto omicidi per molto meno, sapete? >>
Mentre Minus era lì lì per svenire, Selwyn corse ai ripari.
<< No, mio Signore! Volevo solo mostrarle cosa ho trovato nella stanza di sua sorella! A mio parere sarebbe un ottimo modo per affrontare la vostra brutta situazione. >>
Codaliscia di nuovo lo guardò allibito, perché Voldemort aveva tutta l’aria di volerlo uccidere.
<< Vorrei proprio vedere! >> disse sarcastico.
Selwyn tirò fuori dal taschino della sua uniforme un mucchio di piccole foto.
<< E queste dove le hai trovate? >> domandò il Signore Oscuro, senza parole.
<< Le aveva nascoste in un cassetto >> rispose Selwyn, lanciando un sorrisetto a Minus che per poco non lo bestemmiò << Sono sue fotografie… se le interessa… >>
Voldemort non aprì bocca, ma non poté non chiedersi a cosa diamine sarebbero servite delle stupide foto se la parte fondamentale, la materia prima, ovvero la bambina in carne e ossa, ormai non esisteva più.
<< Non mi interessa. >> soffiò gelido.
<< Non vuole neanche darle un’occhiata? >> Selwyn cercò di suonare abbastanza cordiale, ma ciò che otteneva era totale rifiuto.
<< Ho detto di no! >>
<< Al massimo può conservarle per ricordo… >> propose il Mangiamorte.
Nel momento in cui il Signore Oscuro stava seriamente per gettargli addosso un Incantesimo Senza Perdono, Selwyn gli mise davanti le fotografie.
Alla sola vista credette di vomitare.
<< MA CHE COSA…! >> urlò talmente tanto dallo sdegno che quasi cadde all’indietro. Non erano foto qualunque, ma quelle che Merope e Gaius si erano scattati a Hogwarts. Naturalmente in tutte le foto animate volavano baci sulle labbra.
<< Ehm… ho dimenticato di dirle che c’era pure Gaius nelle foto… >>
<< Congratulazioni, Selwyn. Grazie a te, stanotte sarò tormentato dagli incubi… come se già non li avessi! >>
<< Come? >> si permise di ridacchiare.
<< Tieni quelle disgustose raffigurazioni lontane da me! >> sbottò l’altro su tutte le furie.
<< Scusi, ero convinto le sarebbero servite… sa, per alleviarle la giornata… >> si giustificò Selwyn.
Codaliscia fissò languido il collega, pensando si stesse scavando la fossa da solo.
Voldemort infatti avrebbe potuto farlo fuori in quell’esatto momento.
<< Secondo te guardare mia sorella molestata da quel pervertito di tuo nipote dovrebbe alleviarmi la giornata?? >>
Selwyn aprì bocca in difesa del ragazzino: << Non sono proprio d’accordo sul tacciarlo come pervertito e molestatore, mio Signore. >>
<< Ah, no? Vedi in che modo la bacia… è palesemente uno schifoso depravato! >>
<< Be’, però sua sorella ci stava eccome. >> ribatté Selwyn, a dir poco stufo dei suoi gratuiti insulti rivolti a Gaius.
Al volto imbruttito di Voldemort, Minus temette il peggio. Indietreggiò per paura di essere raggiunto da una probabile Maledizione, ma prima di scappare a gambe levate, il mago oscuro buttò per terra le fotografie con un gesto brusco della mano.
<< Merope è stata solo una povera vittima di quel lurido approfittatore! Devo ammettere che il lato positivo di tutta questa storia è che potrò stare tranquillo sul suo futuro, senza che certi pervertiti le ronzino intorno! >> aggiunse spietato, lasciando il Mangiamorte di sasso.
<< Non ho ancora capito cosa ci sia di pervertito in un bacio… >> sussurrò Selwyn a Codaliscia.
<< Il problema non è il bacio, è il moccioso! >> rispose Voldemort dopo averlo sentito benissimo << Per fortuna non dovrò più preoccuparmene! >>
I due Mangiamorte scossero il capo appena ne ebbero la possibilità, poi il Padrone sibilò con fare d’avvertimento.
<< Se sento ancora pronunciare qui dentro il nome di mia sorella, e se osate insinuare di nuovo che abbia bisogno di aiuto, giuro che vi spedisco nell’aldilà con gli interessi! >>
<< Va bene. >> sospirò Selwyn, rassegnato.
Minus invece annuì meccanicamente.
<< Non dovete preoccuparvi per me >> disse beffardo, raggiunto dalle smorfie scettiche dei Mangiamorte << Perché io sto una meraviglia! >>
Non fece in tempo a proferire altro, che appena pose lo sguardo alla finestra alle spalle di Selwyn e Codaliscia, scorse una scia argentata a forma di serpente, maledettamente simile al proprio Patronus e a quello di Merope.
Sbatté le palpebre e non lo vide più, tuttavia restò immobilizzato per parecchio tempo.
<< Padrone…? >>
Voldemort si riscosse al richiamo di Selwyn, era talmente turbato che lo si notava a chilometri di distanza.
<< Tutto bene, mio Signore? >> chiese lo zio di Gaius, il quale era sicuro che non fosse per nulla “a meraviglia” come decantava lui. Certo, era in grado di capire se qualcuno gli mentisse, ma talvolta anche Lord Voldemort stesso sapeva essere bugiardo.
<< Sì, sto bene! Ehm… andate pure >>
<< Andate? E dove? >>
<< Andate a cercare i Dissennatori! Non saranno andati lontano… trovateli! >>
Era evidente che stesse sorvolando sulla questione, perciò i due uscirono senza sollevare quesiti sgraditi.
Una volta solo, Voldemort rifletté su ciò che aveva visto.
Era stata un’allucinazione? Non poteva essere il Patronus di Merope… era impossibile! O forse apparteneva a un’altra persona ed era per questo motivo che i Dissennatori avevano sloggiato?
Sentiva di star diventando pazzo…


<< Dammi retta, quello non ci sta più con la testa >> commentò Selwyn appena giunsero fuori.
Codaliscia tremolò: << Abbassa la voce! >>
<< Non m’importa >> disse l’altro << Non vuole ammettere di stare male per la morte di Merope e si sfoga su di noi, esattamente come mesi fa, quando litigarono! >>
<< L’ho capito bene anche io, ma tu potresti anche evitare di rivolgerti in quella maniera nei suoi confronti! >> lo rimproverò Minus.
Selwyn grugnì e roteò gli occhi: << Non sono riuscito a trattenermi. Non mi va giù che debba sempre giudicare mio nipote! >>
<< Lo fa perché stava con sua sorella… è normale >>
<< Normale? Capisco fosse preoccupato per lei, ma addirittura chiamare Gaius pervertito! Non lo conosce neanche! >>
<< Be’, per Lord Voldemort non dev’essere stato un bello spettacolo vedere quelle foto. >> disse Codaliscia.
<< E capirai! Si stavano solo baciando! >>
<< Sì, ma… in effetti sembrava stessero limonando come due adolescenti >>
Selwyn si fermò e gli scoccò un’occhiataccia: << Che cosa vuoi dire?? >>
<< Voglio dire che forse comportarsi così alla sua età non sia tanto… ecco, nella norma… e con ciò non intendo che il Signore Oscuro avesse ragione! >> aggiunse poi, vedendo l’espressione assassina del collega.
<< Ma sei scemo, Minus? Sono piccoli, chi di noi da bambino non ha mai imitato i grandi?? >>
Codaliscia sospirò.
<< E anche se fosse, Gaius non l’ha mai costretta! Erano entrambi d’accordo su quello che facevano! Però Voldemort guarda solo mio nipote… giustamente! >> sbottò Selwyn, infervorato.
<< Ripeto >> muggì Codaliscia mentre lo seguiva lungo la strada << Era la sua sorellina ed è ovvio che volesse proteggerla. >>
<< Sì, proprio lui che l’ha torturata… bah, lasciamo perdere! >>
Passò qualche minuto, durante i quali i due Mangiamorte raggiunsero il cimitero.
<< E comunque non gli ho detto una cosa >> esordì Selwyn d’un tratto, cercando con lo sguardo il compagno.
<< E cosa? >> chiese distaccato Codaliscia.
<< Che Gaius ha scoperto tutto. Sa che Merope è morta. >> rivelò.
Minus rimase basito: << Aspetta… come lo ha saputo?? >>
A quella domanda, Selwyn rise per non piangere.
<< Guarda… meglio che non lo dico, o potrei bestemmiare. >>
<< A me non puoi dirlo? >> fece in tono furbo.
<< Se lo sapessi non farebbe differenza, tanto quello che si è beccato la sfuriata dai suoi genitori sono stato io… >>
<< Non mi dire… tua sorella e suo marito? E che c’entri in questa storia? >>
Selwyn fece per rispondergli, ma fu distratto dalla comparsa improvvisa di un serpente argentato che strisciò fluttuando davanti a loro come un vero rettile.
I due spianarono le bacchette nella sua direzione, allarmati al massimo.
<< Merda, un Patronus! >> grugnì Selwyn.
<< Ecco perché i Dissennatori sono spariti… >> realizzò Codaliscia.
Entrambi si scambiarono un’occhiata terrorizzata.
<< C’è qualcuno qui intorno! >>
<< Non sarà mica un Auror? >>
Slewyn e Minus presero ad avanzare con la bacchetta puntata, pronti ad un eventuale attacco a sorpresa.
<< Cazzo, potrebbero essere anche più di uno. Siamo fregati! >> si lamentò Codaliscia.
<< Io ad Azkaban non ci torno, poco ma sicuro! >> ruggì invece Selwyn << Esci un po’ di coraggio una buona volta, Minus, e combatti! >>
Peter lo guardò male, poi sentì un rumore strano tra dei cespugli vicini. Sollevarono la bacchetta con fare minaccioso, finché non spuntò sul viale in pietra davanti a loro una testolina bionda.
<< FERMO DOVE SEI, NON PUOI PROSEGUIRE! >> gridò Selwyn, pronto ad attaccare insieme al collega.
Non riuscì a dire altro che la figura di una bambina di a malapena nove anni gli si piazzò di fronte con aria stupita. Aveva il vestito ricoperto di terra e sembrava malaticcia.
<< Ma siete scemi o cosa? >> chiese Merope dopo averli riconosciuti << Abbassate le armi, sono io! >>
Selwyn tirò un sospiro di sollievo: << Ahhh, sei tu, menomale! >>
Ci vollero almeno cinque secondi per lui e Codaliscia affinché realizzassero.
In quell’istante entrambi trattennero il fiato e si scambiarono occhiate di orrore.
<< Già! >> esclamò Merope, felice nonostante tutto di rivederli << Sono tornata! >>
<< AH! UN INFERIUS! >> esclamarono sgomenti i Mangiamorte, allontanandosi dalla sua traiettoria.
Merope restò alquanto senza parole: << Un che?? >> chiese prima di essere colpita da uno Schiantesimo lanciato spietatamente da Codaliscia.
<< Ahhh! >> la piccola venne scaraventata a terra senza pietà, e quando videro il suo corpo inerme che non si muoveva fuggirono a gambe levate verso casa Riddle.
Pochi minuti e la raggiunsero, aprirono la porta d’ingresso e si precipitarono nella sala di ritrovo dove Lord Voldemort era solito passare il tempo libero in compagnia di Nagini.
<< MIO SIGNORE! >> urlarono all’unisono, facendo saltare dallo spavento il diretto interessato, accomodato su una poltrona. Si girò e mostrò loro un volto che non avrebbero mai dimenticato.
<< Ma che modi sono! >> sbottò su tutte le furie << Spero ci sia un valido motivo per questo! >>
Selwyn e Codaliscia, seppur travolti dall’affanno, cercarono di articolare una frase di senso compiuto.
<< L-Lord… al cimitero… la strada… la bambina…! >>
<< Non ho capito nulla! >> sibilò Voldemort << Se il vostro intento era di darmi fastidio ci state riuscendo benissimo! Volete che vi uccida, per caso?? >>
Selwyn si sbatté una mano sulla fronte e, quando riprese a respirare correttamente, disse: << Padrone, giù al cimitero… c-c’è… >>
<< Cosa?? >> ringhiò seccato, mentre il sole rifletteva sui suoi occhi color sangue.
<< Un Inferius! >> concluse Minus, tremante.
Voldemort esibì uno sguardo di pura collera e borbottò scettico: << Un Inferius a Little Hangleton?? >>
<< S-sì…! Lo abbiamo visto, era proprio lì! >>
Il Signore Oscuro si chiese se non fosse il solo ad avere le visioni.
<< Quindi siete scappati come due femminucce per un misero Inferius? Non è mica difficile scacciarne uno. >> soffiò, anche se non credeva a una parola di ciò che stavano blaterando.
<< Ehm… m-mio Signore… non era un Inferius qualunque >> aggiunse timido Selwyn, adocchiando languido Minus << Era di Merope >>
In quell’esatto attimo, Voldemort ebbe come la sensazione che il cuore gli stesse sprofondando al centro della Terra.
All’iniziò pensò stessero scherzando, ma le loro facce parlavano diversamente.
<< Di chi?? >>
<< D-di sua sorella, Padrone… >> ripeté Codaliscia.
<< Siete impazziti sul serio! >>
<< Non stiamo mentendo! >> si difese Selwyn.
<< Come osate inventarvi una cosa del genere!! Avete una bella faccia tosta! >> era talmente fuori di sé che la voce non la si riconosceva più.
<< Siamo sicuri che era lei! >> ribatté Selwyn.
Voldemort tentò di mantenere la calma: << Ah sì? E pensate io sia così stupido da crederci?? >>
<< Mio Signore… >>
<< Silenzio! Vi avevo detto di non nominare più mia sorella! >> disse a denti stretti il mago oscuro.
<< Le assicuriamo che è la verità! >>
<< State inventando tutto! Chi e perché avrebbe dovuto far rivivere il suo corpo? Per usarlo come spaventapasseri?? >>
<< Questo non lo sappiamo, ma… >>
<< Stamattina la sua tomba era integra! >> rivelò Voldemort, interrompendo Selwyn << Vi consiglio di controllare la vostra salute mentale, a meno che non vogliate essere spediti all’altro mondo dal sottoscritto! >>
Di lì i Mangiamorte ne ebbero abbastanza. Quando si trattava di aprire l’argomento “Merope” il Signore Oscuro diventava di colpo un’altra persona. Stufi di starlo a sentire, posarono le proprie mani sulla spalla del Padrone e si Smaterializzarono nel punto incriminato.
<< Vi ho chiesto forse il permesso?? >> ruggì l’erede di Serpeverde. Di solito non lasciava in vita così a lungo persone capaci di mettere a dura prova la sua pazienza, ma stavolta voleva vedere fin dove i seguaci si sarebbero spinti.
<< È lì! >> esclamò Selwyn.
<< Cosa, il frutto della vostra immaginazione?? >> sbottò Voldemort, ma Codaliscia e Selwyn insistettero e lo guidarono verso la meta.
<< Eccola…! >> disse Minus fermandosi impaurito e indicando la figura distesa al suolo, priva di sensi.
Quando Voldemort si avvicinò era certo di non trovare assolutamente nulla, tuttavia dovette fare un passo indietro. Nel momento in cui la vide, ogni muscolo del suo corpo si bloccò e fece cadere a terra la bacchetta.
<< Oh, cavolo… >> borbottò Codaliscia, fissando eloquente Selwyn.
Il colorito della bambina era fin troppo naturale per essere un morto vivente… quindi voleva dire che…
<< Ma questo… non è un Inferius! >> esclamò sotto shock il Signore Oscuro, per poi inginocchiarsi accanto al corpo della sorella.
Non poteva credere a ciò che stava vedendo… quella era davvero sua sorella? Non era un sogno?
Gli tremavano le mani dall’agitazione e non faceva che premerle sul suo petto nella speranza di sentire il battito del cuore.
<< È… è viva… >> disse sconvolto il mago, in un fil di voce.
<< Come, è lei?? Non è che è una che le somiglia?? >> fece Selwyn a occhi spalancati.
Voldemort la osservò con attenzione: i vestiti erano gli stessi che indossava il giorno in cui lui la seppellì; intorno alle spalle era attaccato il suo mantello da strega… sapeva che era lei, avrebbe riconosciuto il suo bel faccino tra mille, anche se tutta sporca di terra.
Ma com’era possibile? Ancora non riusciva a spiegarselo… una parte di lui continuava a non accettare.
<< Insomma, è lei o no? >> domandò timido Codaliscia.
Voldemort non rispose subito. Pareva essersi mummificato.
<< C-come l’avete trovata? >>
<< È comparsa all’improvviso… temevamo ci fossero gli Auror perché c’era un Patronus nelle vicinanze… >> disse Selwyn.
<< Un Patronus? >> chiese il mago oscuro, ricordandosi di averlo visto anche lui << E… che forma aveva? >>
<< Era un serpente, Padrone >>
A quel punto, Voldemort rimase così esterrefatto che non fiatò per parecchi secondi. Poi guardò la bambina e all’istante capì di trovarsi davanti proprio la sua sorellina. Sicuramente si era difesa dai Dissennatori.
<< Non sappiamo da dove sia venuto e chi l’abbia evocato, comunque >> proseguì Codaliscia.
<< So io a chi apparteneva >> mormorò Voldemort.
Trattenne a stento le lacrime. Non voleva rischiare di fare una figuraccia in presenza dei proprio seguaci, ma ci fu un attimo dove avrebbe seriamente voluto sfogare quella felicità. Ma in testa gli balenarono miliardi di domande, tra cui…
<< Mi dite perché è svenuta?? >> chiese velenoso ai due Mangiamorte.
<< Ehm… >> deglutì Selwyn, che fece cenno a Minus di proseguire.
Quest’ultimo, sudando freddo, muggì: << P-può darsi che l’abbia… Schiantata? >>
<< COSA!? >> urlò infuriato Voldemort.
<< Non l’ho fatto apposta! A primo impatto sembrava un Inferius che volesse attaccarci, mio Signore! >> tentò di giustificarsi Minus, guadagnandosi i ringhi pericolosi di Lord Voldemort.
Ma invece di ucciderlo, il mago ci passò sopra: << Ritieniti fortunato, Codaliscia. Per stavolta ti risparmierò. Prendetela e portatela al rifugio. >>
I due annuirono e Selwyn la prese in braccio.
<< Bada a dove metti le mani. >> sibilò minaccioso.
Selwyn roteò le pupille di nascosto. Nemmeno avesse dovuto trasportare una pietra preziosa…
<< E lei che deve fare, Padrone? >> chiese Codaliscia.
Voldemort sospirò a fondo prima di replicare: << Devo controllare una cosa. >>



 
   
 
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