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Autore: Whatliesintheend    30/05/2021    2 recensioni
[...] Draco si fermò ad un certo punto.
S'inchiodò, per meglio dire, con lo sguardo perso all'interno di uno di quegli scompartimenti, quello dove Harry Potter e i suoi amichetti stavano ridendo, facendo incantesimi stupidi e condividendo dolciumi di ogni genere. Potter pareva pervaso da un'allegria irrefrenabile e travolgente, che dimostrava chiaramente quanto avesse sofferto la lontananza dal Mondo Magico per tutta l'estate.
Sul viso pallido e controllato di Draco si dipinse una smorfia nervosa.
Lo infastidiva così tanto fare caso a come quel Grifondoro se la spassasse del tutto ignaro della sua esistenza.
Fu per questo motivo che strinse i pugni e si ritrovò catapultato all'interno dello scompartimento esattamente come finiva per fare ogni anno. Non poteva farci niente: era più forte di lui... ed era forse un po' il suo modo di salutarlo che mascherava bene o male il suo devastante bisogno delle attenzioni di Harry Potter. [...]
(Dal Capitolo 1)
Insomma una fanfiction Drarry come tante altre, profondamente sentita, ma scritta senza pretese di dignità letteraria.
Buona lettura, Ary
Genere: Angst, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Blaise Zabini, Famiglia Malfoy, Famiglia Weasley, Il trio protagonista, Theodore Nott | Coppie: Blaise/Theodore, Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo, Più contesti
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Non é scontato che due persone che si amano siano destinate a stare insieme.

Per quanto tutto possa sembrare misurato alla perfezione affinchè due anime si completino, non è detto che abbiano il diritto di farlo.

Fin dai tempi più antichi si è sempre pensato che l'equilibrio perfetto non riguardi l'uomo, ma il divino.
L'uomo può soltanto continuare a cercare, se crede di essere abbastanza forte per non arrendersi di fronte alle difficoltà che lo dividono dalla meta, ma questa resterà irraggiungibile, perchè non la si può comprendere.

L'uomo, infatti, è un essere megalomane e fondamentalmente ottuso, che ripete da secoli gli stessi pensieri e gli stessi errori, lasciando, di tanto in tanto, spazio a un vago margine di miglioramento.
Nonostante ciò, però, non potrà mai accorgersi di stare cadendo finchè non avrà perso l'equilibrio, allora potrà provare a riprenderlo, ma non lo farà usando la razionalità di cui va tanto fiero, non ne avrebbe il tempo.
Piuttosto, annasperà come un disperato, e, forse, se è abbastanza fortunato da avere qualcosa di abbastanza stabile a cui aggrapparsi, riuscirà a tornare in piedi, altrimenti cadrà.

Questo è uguale per tutti, dai più saggi ai più sprovveduti, dai più ricchi ai più poveri, dai più buoni ai più cattivi.
Il motivo è semplice: non possiamo prevedere il futuro, possiamo intuirlo, ma intuirlo non ci preclude il margine di errore, quindi resta fondamentalmente inutile.

Tornando sul piano sentimentale, al quale siamo qui per cercare inutilmente di dare un ordine e un senso, questa digressione ci torna utile per capire l'importanza dell'esatto momento in cui qualcun altro entra a far parte della nostra vita.
Ogni momento é unico e irripetibile e quello esattamente successivo sfugge alla nostra predizione quindi non ci è dato sapere quando inciamperemo nel cambiamento radicale, non lo sappiamo neanche una volta che ci siamo andati a sbattere contro.

Infatti ce ne accorgeremo solo quando avremo perso l'equilibrio, staremo cadendo, ma ci aggrapperemo a una mensola solida perchè avremo sposato un falegname.
Non fraintendete, non sto dicendo che per non cadere, o per avere mensole solide, dobbiate sposare dei falegnami, ma che, se quella mensola non ci fosse stata, non avreste saputo come ci si sarebbe sentiti a stare meglio di come state adesso con le chiappe per terra.

Ora, mettiamo che Harry Potter non avesse mai conosciuto Draco Malfoy, fingiamo che il ragazzo spocchioso dai capelli biondi non avesse ricoperto fin dal primo istante un ruolo nella vita del moro che, con il passare degli anni, avrebbe finito con il rivelarsi essenziale.

Se così fosse stato, Harry probabilmente sarebbe tornato a casa dal matrimonio di George e Angelina solo, ma senza preoccuparsi poi tanto di esserlo, perchè non avrebbe potuto nemmeno lontanamente immaginare che, da qualche parte nel multiverso, potesse esistere un biondino di cui avrebbe potuto incrociare lo sguardo argentato e innamorarsi perdutamente.

Ma il nostro Harry invece, nel lasciare la festa quella notte, lo fece con in gola la consapevolezza di aver perduto qualcosa di importante, di essenziale, reso tale da ogni scelta che, da quando il moro aveva rifiutato la sua mano sul treno al primo anno, aveva intrecciato il cammino di Draco Malfoy al suo, indissolubilmente.

Forse Harry, così come Draco, poteva pensare di aver avuto un qualche peso sui fatti che avevano seguito il loro primo incontro, ma la vita non è un quiz di Pozioni, non abbiamo il controllo che crediamo di avere sulla sua consequenzialità.
Per questo Harry, una volta perso l'equilibrio senza nemmeno rendersene conto, aveva iniziato a cadere, inevitabilmente verso l'unico finale possibile.
Tuttavia quale questo finale sarebbe stato nessuno avrebbe potuto predirlo, solo il tempo.

Dunque, quando Harry rimise piede alla festa con l'aria cupa e tesa di chi sta pianificando un omicidio, nessuno tra coloro che lo conosceva abbastanza ebbe dubbi sulla causa del suo malumore.
Infatti, più o meno tutti si aspettavano che quella sera Harry e Draco avrebbero fatto fuoco e fiamme, la sola incognita rimaneva "in che senso".

"Mi sa che questa volta è definitivo"

Mormorò Ginny Weasley, mordendosi il labbro inferiore mentre rivolgeva ad Hermione uno sguardo preoccupato che l'altra strega ricambiò con distacco.

Nell'attimo esattamente successivo a quello in cui Harry superò a passo svelto l'ingresso della Tana, sia Hermione che Ron si affrettarono ai due lati del loro migliore amico seguendolo su per le scale, attaccati a lui in modo volontariamente invasivo.

Lo conoscevano abbastanza da sapere che quando c'era di mezzo Draco Malfoy, Harry Potter avrebbe sempre avuto bisogno di sfogarsi, o sarebbe impazzito.

Infatti, come da copione, Harry, appena la porta della stanza di Ron fu chiusa violentemente alle loro spalle da un suo incantesimo, buttò fuori tutto.

"LO ODIO!"

Hermione si sedette sul letto di Ron, ascoltando a braccia incrociate.

"Cosa crede? Che avrà altre occasioni? Di cosa ha ancora paura? Io sono qui, lo imploro di stare con me e lui scappa! Scappa da me, di continuo e io continuo ad andargli dietro come un cretino. Forse è vero, forse non gliene è mai importato un cazzo."

"Harry!"

Lo redarguì Hermione lanciandogli un'occhiataccia. Non le piaceva quando le persone diventavano volgari.

In tutta risposta lui sollevò le sopracciglia, come a sfidarla a contraddire la legittimità dell'imprecazione se considerata nel contesto.
Lei non disse nulla, guardò Ron, appoggiato con la schiena allo stipite della finestra con le mani in tasca e l'aria di chi ha la testa fra le nuvole.

Tuttavia quest'impressione non si dimostrò corrispondente al vero, perchè il rosso non esitò ad esprimere il suo punto di vista nel momento in cui l'altro Grifondoro si prese una pausa per riprendere fiato.

"Harry sei stato tu a dire che non avevi dubbi sui suoi sentimenti e, per quanto ancora mi faccia strano concepirlo, anche a me è sempre sembrato sincero. Hermione ti ricordi quella volta che è venuto qui perchè era preoccupato per l'alcolismo di Harry?"

"Non ero un'alcolista"

Si difese prontamente il moro, impegnato tuttavia a cercare di incastrare quell'avvenimento in un qualche constesto, ma senza successo.
Draco non gliene aveva mai parlato.

"Me lo ricordo"

Convenne invece Hermione, sulla quale si posò lo sguardo sorpreso di Harry.

Tuttavia quell'espressione quasi rilassata durò ben poco, perchè subito dopo il moro aggrottò nuovamente la fronte e incrociò le braccia al petto.

"Beh poco importa cosa abbia fatto. Io mi sono rotto di rincorrerlo. Non avrei mai dovuto farlo già dal principio, non so a che stessi pensando"

"Non stavi pensando"

Suggerì Hermione con un sorrisetto beffardo rivolto verso il suo amico che, nel comprendere le implicazioni dell'affermazione arrossì leggermente, ma solo per arrabbiarsi ancora di più con se stesso nel momento in cui dovette ammettere che la strega avesse ragione.

"LO ODIO!"

Ringhiò ancora Harry, tirando un calcio alla scrivania di Ron, che scricchiolò pericolosamente mentre il suo proprietario impallidiva.

Il moro lanciò un ringhio esasperato e si buttò sul letto di fianco ad Hermione con poca grazia, stringendosi ciocche di capelli tra le dita e massaggiandosi la fronte nervosamente.

"Giuro che se lo rivedo lo strangolo. Dice che stare con me contraddirrebbe la sua meritata libertà. È un pazzo! Un pazzo masochista e se vuole farsi del male ben venga, non me ne frega niente, ma perché deve farne agli altri?"

"Con altri intendi tu?"

Domandò Ron, che intanto aveva trovato delle caramelle Tuttigusti + 1 nel cassetto del comodino e ne stava scartando una con riverente cautela.
Harry lo guardò malissimo.

"Certo che intendo me. Ron mi hai visto in questi mesi? Quella Serpe mi sta logorando, i suoi controsensi mi faranno esplodere il cervello."

"E allora vai oltre"

Suggerì Ron con innocenza, mangiando la caramella e rilassandosi nello scoprire che sapeva di limone.

Harry non rispose come i suoi due amici si aspettavano che facesse, con un "No" deciso e determinato, ma appoggiò i gomiti sulle ginocchia e si prese il viso tra le mani, massaggiandoselo in silenzio per un po'.

"Non ci riesco, io-"

La sua voce flebile si spezzò all'improvviso e il moro fece caso al fatto di aver iniziato a piangere solo quando sentì i palmi delle mani inumidirsi.

Solo dopo realizzò quanto male effettivamente si sentisse, quanto arrivare fino a quel momento mantenendo il respiro regolare fosse stato faticoso.
Tirò su col naso e, l'attimo dopo, aveva lasciato la presa e stava singhiozzando violentemente aggrappato al vestito color pervinca di Hermione, mentre la ragazza, visibilmente scossa, gli accarezzava i capelli e spostava lo sguardo da lui a Ron.

Il rosso si morse il labbro e prese posto di fianco a Harry a sua volta, appoggiandogli una mano sulla spalla, fece per parlare ma il moro, tra un singhiozzo e l'altro, lo precedette.

"Ho paura... n-non voglio stare così per sempre"

Ron inorridì in quel momento, gli tornò alla mente il giorno in cui Cedric era morto, come Harry era uscito di testa, quando era impazzito completamente dopo aver perso anche Sirius o quando si era fissato con lo scavare una tomba per Dobby senza usare la magia.

Ne aveva passate già talmente tante e ora gli toccava essersi pure innamorato di Draco Malfoy, tra tutti proprio dell'unico codardo che, se anche lo avesse ricambiato non avrebbe avuto il coraggio di accettarlo e non si sarebbe fatto problemi a lasciarlo solo.

Harry era stufo della solitudine, anzi era molto di più, ne era talmente oppresso che un altro giorno di ricordi strazianti e sensi di colpa da sopportare da solo, chiuso in quella casa vuota e infestata di fantasmi, l'avrebbe ucciso.

Ron se ne accorgeva dal modo infantile e spaventato in cui il suo amico si stringeva ad Hermione e, in quel momento, il rosso capì che fosse il caso di fare una visitina a Malfoy Manor.

Cosa avvenne in questo frangente non è questo il momento di specificarlo.

Concentriamoci su Harry, che riuscì a ricomporsi e a godersi i festeggiamenti, indossando un sorriso di circostanza, ancora per qualche ora.
Ron era sparito, il moro pensò fosse andato a dormire, in effetti da un po' non aveva un'aria esattamente riposata.
Con quella stessa scusa Harry riuscì a congedarsi dalla Tana, promettendo ad Hermione che sarebbe stato meglio, che Draco Malfoy dopotutto non era l'unico essere vivente sulla Terra, che l'avrebbe dimenticato, dopotutto il biondo ci era riuscito, no?

No, Harry dubitava fortemente di poter fare lo stesso, dubitava fortemente che qualcun altro potesse mai essere Draco.

Insomma, era sempre stato lui, dal primo istante, dal primo giorno in cui aveva messo piede nel mondo magico, Draco Malfoy ne era stato la costante, l'immagine di quello che ne era il lato più misterioso, cupo e affascinante, immagine di quello in cui Harry finiva sempre invischiato, anche contro la sua volontà.

Ed eccolo di nuovo a compiere il solito errore e non riuscire comunque a pentirsene, ad essere destinato a soffrirne ancora di più e continuare insistentemente a sperare che- sperare e basta, come uno scemo.

Si Materializzò a casa, dove si sentì davvero libero di stare male.
Si era gettato sul letto e piangeva ancora come un bambino, piangeva fino a fare fatica a respirare, affondando il viso nel cuscino e rischiando di soffocarvici, gli faceva male la gola, la testa sembrava sul punto esplodere e non gli dava tregua, assicurandogli che avrebbe fatto meglio a rassegnarsi e abituarcisi

A tratti una voce infida e famigliare, odiosamente famigliare gli si insinuava in testa, ricordandogli che, tolte tutte le immeritate onoreficenze da Prescelto, lui rimaneva un miserabile Sfregiato.

Si sentiva un idiota anche per quello: per aver creduto che Malfoy potesse davvero amare lui come persona e non per i suoi meriti verso la patria dei quali, al momento, a Harry non poteva fregare di meno.

Chiuse gli occhi, sopraffatto all'improvviso dalla stanchezza e il pensiero che sopraggiunse a cullarlo negli istanti prima di addormentarsi fu quello di Draco.
Era strano, percepiva distintamente il suo odore, lo stordiva e gli conciliava i sensi come se non provenisse solo da qualche anfratto della sua mente, ma come se fosse reale.

"Harry"

Il moro sussultò, scattando a sedere tra le lenzuola stropicciate del suo letto.

"Chi c'è?"

Ringhiò aggressivamente, la sua mano era corsa alla ricerca a tentoni della bacchetta sul comodino.
Harry non capiva come qualcuno avesse potuto fare irruzione in casa sua.
Il 12 di Grimmauld Place era protetto dall'Incanto Fidelius, non c'era modo che qualcuno che non ci fosse già stato vi entrasse.

"Che avevi da frignare così, Sfregiato? Non dirmi che ti ho spezzato il cuore..."

Harry rinunciò all'intento di cercare la bacchetta e strinse i pugni, desiderando in quel momento la solitudine che odiava tanto.

"Malfoy? Sparisci."

Sibilò, lo scopo era quello di risultare aggressivo, ma la voce gli tremò nel buio.

"Oh dai, Potter... è così che accogli l'amore della tua vita? Nemmeno mi offri da bere?"

"Taglia corto, Malfoy. Cosa vuoi ancora?"

Il letto scricchiolò e Harry avvertì il peso di Draco poco lontano da sè, non disse nulla, improvvisamente nervoso e imbarazzato a morte al pensiero che Draco l'avesse sentito piangere come un idiota.

Il biondo non rispose subito, ma Harry lo sentiva respirare e avvicinarsi, il suo profumo era sempre più invadente e agiva sul moro come un incantesimo, portandolo a dubitare della sua stessa rabbia e determinazione.

Rabbrivì quando le dita fredde del biondo percorsero la pelle della sua spalla e raggiunsero la nuca, scostando i ricci scuri che la coprivano.
Gli parve di percepire che la mano di Draco stesse tremando lievemente, come se il proprietario fosse insicuro e spaventato.

"Allora Potter..."

Mormorò il Serpeverde in tono cauto e insieme provocatorio.

"La barba eh?"

Harry rimase immobile con il respiro che si faceva più pesante, reso difficoltoso dalla tensione crescente mentre sentiva il biondo respirare vicino al suo collo.

"Sexy"

Sussurrò il biondo, appoggiandogli l'altra mano su una coscia e facendola scivolare verso l'interno.

Harry credeva di stare impazzendo, temeva di non riuscire a ribellarsi, ma, al contatto improvviso e sensuale della lingua del biondo contro il proprio collo, trasalì, riavendosi, e lo spinse via con forza.

Seguì un tonfo sordo, Draco che cadeva sul pavimento di legno della stanza.

"Sei pazzo Malfoy?"

"Calmati, Potter"

"No! Sul serio. Cosa non funziona nel tuo cervello?"

Ringhiò Harry, inforcando gli occhiali, alzandosi dal letto e fermandosi davanti al Serperverde, che intanto si stava rimettendo in piedi.

"Te ne sei andato di nuovo, mi hai- non ti sei comportato correttamente e-"

Harry fu interrotto dall'improvvisa risata sarcastica di Draco davanti a sè, ancora seminascosto dall'oscurità.

"Ma come parli Potter? Non ti sei comportato correttamente? Non me la dai a bere... so che volevi dire altro"

"Malfoy, onestamente, non me ne frega un cazzo di cosa sai."

Ringhiò il Grifondoro, incrociando le braccia al petto.
Seguirono attimi di silenzio in cui la tensione circostante crebbe di nuovo esponenzialmente ed entrambi, senza saperlo, non poterono far altro che ripensare a quante notti avevano trascorso semplicemente a parlare, protetti da quel buio che ora si era fatto soffocante.

"Ti ricordi quando..."

Era stato il Serpeverde a soffiare quelle parole che però non ebbero un seguito e si esaurirono, restando in sospeso.
Harry però rilassò le spalle involontariamente, capendo senza bisogno che il biondo aggiungesse altro.

"Quando mi hai baciato al sesto anno?"

Suggerì il moro con un mormorio quasi impacciato.
Se ci fosse stata luce avrebbe potuto assistere al guizzo angosciato e sorpreso degli occhi argentati di Draco che precedette la sua flebile risposta.

"Già..."

"Beh?"

Lo incitò Harry, recuperando il suo tono impaziente, ma pendendo palesemente dalle labbra del suo interlocutore.

"Prima di quello..."

"Mi avevi fatto giurare sui miei genitori che-"

"Fammi finire Potter!"

Sbottò Draco seccato e Harry alzò le mani in segno di resa anche se il biondo non poteva vederlo.
O forse sì, c'era un po' più di luce all'improvviso.

"Scusa scusa, cerco solo di aiutarti. Insomma è chiaro che non riuscirai mai ad arrivare al punto di questo discorso da solo. L'hai detto anche tu stesso, hai troppa paura delle conseguenze..."

Era un'aperta provocazione e, se Draco non si fosse lasciato accecare da questa, perdendo il controllo come non aveva mai fatto prima, probabilmente si sarebbe anche accorto di come il moro avesse volontariamente optato per una strategia che fino a quel momento non aveva mai fallito.
Infatti Malfoy andò fuori di testa, sentendo il suo nervo scoperto bruciare dolorosamente e questa volta fu lui a spingere via Harry con forza.

"Vaffanculo Potter!"

Gridò il biondo, raggiungendo l'altro solo per spingerlo nuovamente.
Il moro non si difese, ma fece di peggio, rise di lui e Draco si sentì avvampare di rabbia, prese quindi ad aggredirlo con pugni e sberle che l'altro tentò di intercettare, ma indietreggiando, finchè entrambi non persero l'equilibrio finendo stesi sul letto di Harry.

Fu a seguito di quello che il Grifondoro percepì una goccia fredda cadergli sulla guancia.
Era una lacrima, ma non era sua, era di Draco che, sopra di lui, adesso ansimava in modo sconnesso e si era aggrappato alla sua camicia stringendone con violenza il tessuto tra le dita.

"Ti odio Potter, ti odio con tutto me stesso"

Sibilò il biondo, con la voce rotta dai singhiozzi e Harry si sentì mancare, odiandosi per aver tirato troppo la corda.
Il Grifondoro chiuse gli occhi, lasciò cadere la testa sul materasso e una lacrima silenziosa gli solcò il viso.

"Oh beh, grazie mille"

Mormorò soltanto, poi allungò le braccia verso Draco e le strinse attorno al suo corpo tremante, spingendolo senza troppi complimenti in un abbraccio serrato.

"Uno rischia la vita per te, ti corre dietro come un cretino, amandoti ciecamente e cosa ottiene?"

Continuò, amareggiato e sarcastico, affondando il viso nei capelli chiari e disordinati del Serpeverde, che, gradualmente, tornava a respirare con un ritmo più regolare.
Il moro sorrise lievemente quando sentì il battito del biondo prendere la rincorsa a seguito delle sue parole.

Con un fruscio cauto, Draco sollevò la testa e il suo viso fu investito dalle prime luci fredde di un'alba autunnale.
Lo sguardo sorpreso e argentato di Draco incrociò gli occhi verdi, determinati e un po' tristi di Harry e vi rimase incatenato.
Fu il Grifondoro ad aprire per primo la bocca per parlare ma l'altro lo bloccò, appoggiandogli le punte delle dita sulle labbra.

"Stai zitto Potter"

Mormorò, ancora cercando tornare a respirare normalmente.

"Non rovinare tutto"

Harry sollevò un sopracciglio, ritenendosi personalmente offeso, poi però Draco appoggiò la testa sul suo petto e il moro sorrise, prendendo ad accarezzargli la nuca e l'attaccatura dei capelli.
Era così tanto innamorato di Draco Malfoy che in quel momento gli veniva da piangere per la felicità nonostante quella tregua fosse più che precaria.

Draco chiuse gli occhi, lasciandosi pervadere dal calore del moro e distrarre dalle sue quiete carezze.
Stava così bene, così in pace, che la stanchezza lo vinse, facendolo crollare addormenato tra le braccia di Harry.

Le luci dell'alba si fecero più intense, le ombre dei mobili e degli oggetti nella stanza si accorciarono gradualmente e tutto era immobile, cristallizzato nella sua perfezione.

❄❄❄

Quando Draco si svegliò fu scosso da un brivido che lo percorse da capo a piedi.

Aprì gli occhi ansimando e gemette di sorpresa quando si accorse di cosa stesse succedendo.
Adesso Harry era sopra di lui, gli aveva aperto la camicia e gli stava leccando un capezzolo con avidità.

"Potter, ma che diamine fai?"

Mugolò Draco, appoggiando il peso sui gomiti e sollevandosi, paonazzo in viso.
Harry alzò i suoi vivaci occhi verdi su di lui e il biondo arrrossì ancora di più.

"Cerco di convincerti che stai meglio con me che senza di me"

Potter gli sorrise con aria noncurante e Draco gli tirò uno schiaffo leggero, poi si morse un labbro, mettendosi a sedere e affrettandosi a chiudersi la camicia.

"Non preoccuparti, ci ha già pensato quel barbaro del tuo amico."

Borbottò il Serpeverde distogliendo lo sguardo.

"Ron? Ah! Mi chiedevo dove ti fossi procurato quell'occhio nero"

Subito il biondo si voltò di nuovo verso il Grifondoro solo per incenerirlo con lo sguardo.

"Attento Potter, potrei decidere di lanciare una moda e rendertene partecipe"

Il moro sollevò le sopracciglia divertito e sorpreso, poi si mise meglio a cavalcioni su Malfoy.

"Ok"

Rispose soltanto, sbottonando nuovamente la camicia di Draco, che continuava a guardarlo male.

"Ora possiamo continuare da dove ci eravamo interrotti?"

"Da dove tu ti eri interrotto Potter, mi stavi molestando nel sonno"

Ribattè il biondo a tono, venendo spinto da Harry di nuovo a sdraiarsi.

"Mh ok. Quindi posso continuare?"

Draco alzò gli occhi al cielo mentre Harry si toglieva la camicia.

"Fai come ti pare"

Borbottò, facendo fatica a staccare gli occhi di dosso al Grifondoro, lui afferrò i polsi del biondo, bloccandoglieli all'altezza delle spalle e prese d'assalto il suo collo, godendosi ogni fremito del corpo di Draco sotto di lui.

Il Serpeverde piegò d'istinto una gamba sul letto, premendo il bacino contro quello del moro, che gli lasciò un polso per accarezzargli un fianco e scendere ad infilare una mano nei suoi pantaloni, stringendogli il sedere e spingendolo più a fondo contro di sè.

Gemettero contemporaneamente e, nell'accorgersene si guardarono, scoppiando a ridere nello stesso momento.
Draco allacciò il braccio libero attorno al collo di Harry e appoggiò la fronte sulla sua mentre condividevano quella risata.
Era tutto perfetto e forse avrebbe potuto rimanere così per sempre.

Non è scontato che due persone che si amano siano destinate a stare insieme.
Tuttavia, quando accade, può capitare di credere che, per un attimo fugace in cui uno sguardo rimane incastrato a mezz'aria, un respiro si esaurisce in sincrono, tutto quanto abbia senso.

   
 
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