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Autore: takitaki    31/05/2021    1 recensioni
“Che cosa abbiamo?” esordì l’ispettrice, riconoscendo accanto al letto una figura familiare.
“Donna giapponese, tra i 25 e i 30 anni, strangolamento. Il corpo sta per essere portato via, se vuoi dargli un’occhiata da vicino fa presto, Michiru.”
Un nuovo caso di omicidio arriva sulla scrivania dell'ispettrice Michiru Kaiou, ma non si tratta di un caso qualunque. In questo caso sono coinvolte donne, tante donne, donne che soffrono, che amano, che sperano, che lottano.
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena, Rei/Rea | Coppie: Haruka/Michiru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Gender Bender, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Nessuna serie
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"Si chiama Minako Aino, è una mia amica. Anche lei è una pallavolista ricordi?"

"Ah si, ho visto alcune tue partite insieme a lui, sembri davvero forte" rispose con un tono piuttosto ammiccante, facendo ridere la ragazza bionda davanti a lui che d'istinto si coprì la bocca con una mano.

"Ehi perché ridi? Guarda che sono sincero" ribatté, rivolgendo lo sguardo all'amico accanto a lui "non è vero, Yaten?"

 

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"Sei stato davvero bravo oggi" sentì dire da un compagno mentre gli dava una pacca sulla spalla. Non era il primo quel giorno, ma quel colpo l'aveva fatto tornare dai suoi pensieri.

L'uomo prese posto sulla panca di fronte, iniziando a spogliarsi della divisa nera e blu per fare una doccia.

Al contrario suo, Yaten aveva già finito ed era pronto per lasciare il palazzetto dello sport, cosa che fece dopo aver salutato i compagni rimasti nello spogliatoio.

"Facciamo la strada del ritorno insieme?" una voce femminile catturò la sua attenzione non appena varcò l'uscita. Si voltò e riconobbe subito la ragazza che lo stava aspettando. Le sorrise e con un cenno della testa a dar conferma, si incamminò con lei.

"Ho visto l'ultimo set, eri in gran forma."

"Dici davvero?" chiese quasi sussurrando, un po' imbarazzato dal complimento inaspettato.

"Si. Se la squadra ha vinto lo deve soprattutto ai tuoi passaggi" rispose con un sorriso.

"Ma che ci fai qui?" domandò il ragazzo. Non era strano che lei venisse alle sue partite, ma quando lo faceva gli mandava sempre un messaggio per avvisarlo e quel giorno non lo aveva fatto.

"Mi ha accompagnata Haruka" rispose secca la ragazza, mentre Yaten assumeva un'espressione turbata "l'ho aiutato con una cosa e, dopo pranzato, ho pensato di fare un salto qui visto che oggi non ho allenamenti."

"Avete pranzato insieme?" chiese il ragazzo dai capelli argentei con un tono decisamente più cupo.

"Si" rispose la bionda, fermandosi poi davanti a lui, avendo notato il cambiamento improvviso "stai bene Yaten?"

Lui non rispose, si limitò ad alzare la testa e sorriderle, come faceva ogni qual volta sentiva Minako parlargli di Haruka.

 

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"Michiru dovresti fermarti un istante."

L'ispettrice non si era mossa dal suo ufficio da quando aveva ricevuto quella testimonianza.

Senza dare alcuna spiegazione alla sua partner, si era messa a rivedere tutte le informazioni del caso, facendo preoccupare ancor di più Rei.

"Dovresti almeno mangiare qualcosa, sono quasi le cinque e non hai pranzato."

La donna dai capelli acquamarina continuava a tracciare segni sulla lavagnetta che aveva accanto alla scrivania, facendo scorrere il pennarello a una velocità impressionante.

"Almeno rispondimi Michiru."

L'ispettrice si fermò, volgendo lo sguardo a Rei.

"Scusami, è solo che questo caso mi sta stressando più del dovuto" disse, sedendosi alla scrivania e poggiando la testa tra le mani.

"Non ti capisco Michi. Sembravi così convinta quando Ami ti ha detto che le serviva quel campione, pensavo saremmo passate all'azione" iniziò la poliziotta dai capelli scuri, poggiando le mani sulla scrivania e chinandosi verso la donna "e invece sei rimasta lì tutto il giorno a rimuginare. Che ti succede?" la voce di Rei tentava di essere dura ma la sua preoccupazione per l'amica traspariva in maniera evidente.

Michiru alzò la testa, guardando la sua partner.

"È troppo facile Rei. Non è possibile che tutte le prove conducano a lui tranne quella testimonianza" esordì, confondendo ancor di più la sua interlocutrice "i casi sono due. O questo Tenou è così idiota da non saper nascondere le tracce di un omicidio..."

"O qualcuno vuole incastrarlo" terminò Rei, avendo finalmente compreso cosa l'ispettrice avesse in mente.

"Già, precisamente."

"Quindi pensi sia innocente?"

"Perché mi sembri felice?" incalzò Michiru alzando un sopracciglio, Rei si stava comportando di nuovo in modo strano, come qualche ora prima.

"T-Ti sbagli" rispose, voltandosi.

"Rei c'è qualcosa che dovrei sapere?"

"No" rispose secca "scusami Michi, devo tornare da Hotaru, mi starà aspettando" disse cambiando discorso, tornando a guardare la sua partner.

"A domani, non fare tardi."

"A domani" ricambiò, ancora perplessa, mentre guardava l'amica lasciare l'ufficio.

"Ma che cos'hai Rei?" si chiese, volgendo gli occhi al soffitto "e perché non me ne parli?" sospirò.

"Ispettrice!" la voce di Noboru questa volta non la fece nemmeno arrabbiare, ormai si era rassegnata.

"Che c'è?" rispose in maniera svogliata.

"Ho trovato quello che mi aveva chiesto."

I suoi occhi si illuminarono a quella frase. Diede un rapido sguardo all'orologio, poi prese il suo cappotto e lasciò l'ufficio per andare a casa.

 

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"Sei in ritardo! Sono le sette passate!" lo rimproverò severa la bionda.

"Scusa scusa, prometto che mi farò perdonare."

"Sarà meglio" ribatté, ridendo subito dopo seguita dal suo interlocutore.

"Allora, è iniziato?"

"Non ancora, Yaten ci sta aspettando, andiamo."

Minako e Haruka entrarono nel cinema, raggiungendo il loro amico già seduto nei posti che avevano prenotato.

Haruka prese posto al centro tra i due, salutando il ragazzo dai capelli argentei con una carezza affettuosa sulla testa. Si conoscevano dal liceo, erano amici da molto tempo e il loro rapporto sembrava sempre quello di due ragazzini di sedici anni.

"Ma devi proprio metterli quelli?" chiese Minako, tentando di togliere ad Haruka un paio d'occhiali.

"Certo! Potrebbero riconoscermi!" ribatté prendendole la mano per bloccarla.

"Andiamo chi vuoi che ti riconosca! Non sei così famoso!"

"Questo lo dici tu, il motomondiale va molto di moda ultimamente!"

"Continua a crederci!"

Yaten li osservava scherzare. Minako sembrava così felice quando Haruka le stava intorno, molto più che con chiunque altro. Anche Haruka stava bene con Minako accanto, sembrava volerle molto bene.

"Adesso zitta eh, inizia il film!" la rimproverò ridendo il biondo.

"Va bene va bene!" rispose sussurrando la ragazza, poggiando la testa alla spalla di Haruka.

 

---

 

"Quindi sei un pilota professionista? Davvero?"

"Si esatto, Moto3 per la precisione."

"Devi essere davvero bravo allora, eppure Yaten non mi aveva mai parlato di te prima."

"Ah no?" chiese ridendo, guardando poi Yaten forse in cerca di una risposta.

Il ragazzo rispose timidamente, quasi come se non sapesse esattamente come giustificarsi.

"Non c'è mai stata occasione...credo."

"Tranquillo, non c'è problema. L'importante è che adesso mi hai presentato questa tua amica così carina" disse, facendo l'occhiolino alla bionda davanti a loro che rise al gesto.

"Haruka...puoi accompagnarmi a casa?" sussurrò cupo in volto, troppo piano per la musica del locale.

"Cosa?"

Yaten afferrò un lembo della camicia di Haruka, tirandolo leggermente affinché sentisse.

"Puoi accompagnarmi a casa?" ripeté, stavolta con tono poco più alto.

"Si certo" rispose con un sorriso sincero, alzandosi dal divanetto su cui i tre si erano accomodati, e si avvicinò a Minako.

"Adesso dobbiamo andare, spero di rivederti" la bionda ricambiò il saluto, guardando i due ragazzi lasciare il locale dopo aver pagato anche il suo conto.

Durante il viaggio in auto Yaten non disse molto, si limitò a giustificare quel rientro anticipato con un mal di testa e Haruka non fece altre domande.

Una volta raggiunta la destinazione, Yaten ruppe il ghiaccio.

"Ti piace Minako?"

"Si, è molto simpatica. Sono contento che tu me l'abbia presentata" rispose con un sorriso.

"Mi dispiace che tu sia dovuto andare via prima per colpa mia, ti andrebbe di dormire da me? Vorrei farmi perdonare."

"Non è necessario, sta' tranquillo" rifiutò Haruka, facendo un gesto con la mano.

"Sarai stanco e un po' ubriaco, è meglio che non guidi. Non accetterò un no" ribatté Yaten.

"Va bene va bene" rispose Haruka, alzando le mani in segno di resa, seguendo l'amico in casa.

 

---

 

Le luci si riaccesero all'improvviso, svegliando Yaten che si era addormentato verso la metà del film.

"Ricordami di non far scegliere mai più il film a Minako!" si lamentò Haruka guardando l'amico appena sveglio che si stropicciava gli occhi "ehi ma tu stavi dormendo! Non è giusto!"

"Dai non lamentarti, non era così male!" ribatté la bionda ridendo per la scenetta tra i due.

"Dio Minako, se volevo guardare una nave che affonda rispolveravo Titanic¹!"

Tra una battuta e l'altra i tre amici raggiunsero il parcheggio, dove si salutarono. Minako infatti si lasciò riaccompagnare da Yaten, in quanto abitavano nella stessa zona, mentre Haruka si avvicinò alla sua auto. Attese che i due si allontarono, prima di parlare.

"Buonasera, anche lei è una fan di navi che affondano, ispettrice?" incalzò voltandosi.

Una figura femminile si palesò davanti al biondo, guardandolo con aria nervosa.

"Da quanto?"

"Da quanto cosa?"

"Da quanto te n'eri accorto?" chiese, incrociando le braccia.

"A circa metà film ho sentito qualche rumore e mi sono voltato, l'ho vista allora, sedersi tra gli ultimi posti. Spero che almeno a lei il film sia piaciuto." rispose, sottolineando quell'ultima frase con un tono decisamente provocatorio, mentre si avvicinava alla donna.

"A me è piaciuto, signor Tenou."

Haruka rise, sistemandosi successivamente i capelli biondi con una mano.

"Vuole un passaggio?"

"Sono venuta con la mia auto."

"Allora non abbiamo nient'altro da dirci" ribatté Haruka, voltandosi verso la sua decappottabile gialla.

"Aspetti, voglio solo parlare."

"Se voleva solo parlare ispettrice" si voltò verso di lei "non doveva seguirmi di nascosto."

Michiru non si arrese, era piuttosto decisa.

"Non mi costringa a usare la forza" il biondo rise di gusto a quella minaccia.

"Che paura, un'affascinante ispettrice in borghese vuo- ehi aspetti, questo cosa significa!?" Haruka non riuscì a terminare la frase che si ritrovò una manetta attorno al polso, con l'altro anello tenuto in mano dalla donna.

"Non si arrabbi, non le conviene. Se mi sfiora con un dito la accuserò di tentata violenza sessuale nei miei confronti."

"Lei è pazza" ribatté Haruka, preso alla sprovvista da quella situazione.

"Adesso vuole seguirmi? Facciamo un giro insieme."

 

---

 

"Grazie mille di avermi accompagnata."

"Non preoccuparti, è un piacere."

La bionda si tolse la cintura, aprendo lo sportello per lasciare l'auto. Una volta chiuso, si chinò verso l'abitacolo.

"A domani, Yaten!" lo salutò sorridendo, voltandosi successivamente verso l'edificio presso cui abitava.

Yaten attese di vederla rientrare prima di rimettere in moto l'auto, ma proprio poco prima di ripartire il suo cellulare squillò, costringendolo a tirare di nuovo il freno a mano per rispondere.

"Yaten Kou, chi parla?"

"Quanto tempo eh?" quella voce era l'ultima cosa che avrebbe voluto sentire, soltanto una frase e il ragazzo dai capelli argentei iniziò a tremare, agitato.

"Ascoltami fratellino, ho bisogno di parlarti. Lo sai che sono più quello di un tempo quindi per favore smettila di evitarmi, è importante."

"C-Che cosa vuoi?" ribatté Yaten, stringendo forte il volante con la mano libera.

"Si tratta della mamma" l'uomo fece un respiro molto profondo "è morta."

Il sangue nelle vene del giovane pallavolista si gelò, il respiro iniziò a mancargli. Staccò la chiamata in quell'istante, portandosi le mani sul volto, incapace persino di piangere per lo shock.

 

---

 

"Perché mai dovrei rispondere alle sue domande? Lei non ha alcuna autorità in questo momento!"

"Signor Tenou, se lei è innocente deve aiutarmi."

"Che cosa significa questo?" Haruka alzò un sopracciglio, incapace di comprendere le intenzioni di quella donna impulsiva.

"Se lei è innocente qualcuno vuole incastarla no? Se non mi aiuta non riuscirò a scoprire di chi si tratta."

"Questo significa che mi crede?"

"Significa che valuto tutte le opzioni."

"Ah si? Questa che opzione è? Giocare alla guardia e al carcerato con il sospettato?" ribatté Haruka, agitando il braccio e facendo tintinnare le manette, con le quali l'ispettrice aveva bloccato il biondo alla maniglia interna della portiera.

Michiru rise, confondendo ancor di più il passeggero.

"Sa, lei è una persona divertente nonostante la sua arroganza."

"Fa così con tutti quelli di cui sospetta ispettrice?"

"No, lei è il primo" rispose con un sorriso divertito, guardando il ragazzo per un istante quando si fermarono ad un semaforo.

"Posso sapere almeno il suo nome?" chiese Haruka, chinandosi verso l'ispettrice.

"Michiru Kaiou. Ma per lei sono-" 

"Ispettrice, si."

I due fecero un giro di un'oretta, tempo in cui Michiru tempestò il pilota di domande, le cui risposte non risultarono molto utili alle indagini, eccetto una.

"Rieccoci al parcheggio" annunciò l'ispettrice dopo essersi fermata davanti all'auto di Haruka. Allungò una mano alle manette del ragazzo, avvicinandosi inevitabilmente anche al suo viso, togliendole delicatamente.

"Lei è davvero una bellissima donna."

"Farmi dei banali complimenti non abbasserà i miei sospetti sa?" rispose ridendo l'ispettrice.

"Ero sincero."

"Certo certo. Adesso può andare."

Haruka lasciò la volante, salutò Michiru in modo quasi amichevole, come se quella chiacchierata in auto avesse attenuato la sua ostilità verso la donna.

Non appena andò via, Michiru tirò fuori il suo taccuino, segnandosi alcuni nomi: si trattava delle persone che erano a conoscenza dell'appuntamento di Haruka con Naomi.

 

---

 

"Sei stata un'incosciente Michiru, quell'uomo è pericoloso, potrebbe essere l'assassino" la rimproverò Ami, poggiando la tazza di caffè che aveva in mano su un ripiano del laboratorio.

"Rei lo sa?"

"No e tu non devi dirglielo" rispose determinata l'ispettrice "ultimamente è strana e non so cos'abbia. Non voglio farla preoccupare ulteriormente."

Ami sospirò, sapeva che Michiru avesse buone intenzioni ma non poteva fare a meno di pensare che fosse stato davvero troppo pericoloso.

"Hai scoperto qualcosa almeno?"

"Si, ho una lista di nomi."

"Che nomi?"

Michiru tirò fuori il suo taccuino, cercando la pagina corrispondente per mostrarla alla dottoressa.

"Ecco qui, sono i nom-"

"Ispettrice! Ispettrice!"

"Possibile che tu debba arrivare sempre nei momenti peggiori Noboru!?" sbottò Michiru, spaventando quasi il giovane agente "che cosa c'è?"

"M-Mi scusi è solo che...vede...c'è stato un altro omicidio!" ribatté, ancora un po' interdetto, il ragazzo.

"Ho già un caso Noboru, non poss-" 

"Ispettrice si sbaglia! È stata l'agente Hino a chiamarmi, dice che si tratta dello stesso assassino!"

"Come può dirlo?" Michiru alzò un sopracciglio, era davvero sconvolta dalle parole del ragazzo, non avrebbe voluto crederci.

"E-Ecco questo non lo so in real-" l'agitazione di Noboru venne interrotta da un bip, si trattava del cellulare dell'ispettrice. 

Rei le aveva inviato una fotografia dalla scena del crimine e, quando lo riconobbe, Michiru sgranò gli occhi.

Un dettaglio così insignificante.

Un cioccolatino.

 

Note dell’autore

¹Il film a cui si riferiscono Haruka e Minako è “Poseidon” del 2006.

 

Ehilà, ho scritto questo capitolo esattamente ieri notte, ci sono stato fino alle quattro dato che non avevo quelle idee in testa e non riuscivo a dormire.

Spero possa piacervi, fatemi sapere cosa ne pensate.

Taki

   
 
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