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Autore: _Bri_    03/06/2021    12 recensioni
[STORIA INTERATTIVA - Iscrizioni chiuse]
Per Kingsley Shacklebolt, Ministro della Magia da ormai otto anni, la questione Azkaban era un tarlo fisso da diverso tempo. Da quando Voldemort era stato sconfitto, molte erano le rivoluzioni che il mago aveva adottato per migliorare l’intero sistema magico, eppure quello era un problema a cui non aveva ancora trovato una soluzione.
Ma se il Ministro avesse avuto infine un'illuminazione? Sarebbe possibile, sebbene con metodi forse poco ortodossi, cambiare le persone per renderle migliori? Magari promettendo loro un "Good Place"?
Beh, non vi rimane che prendere parte "inconsapevolmente" al suo programma di riabilitazione, per scoprirlo!
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Hermione Granger, Kingsley Shacklebolt, Maghi fanfiction interattive, Percy Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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CHAPTER 1

 
La prima cosa, o meglio la prima persona che Keira vide quando aprì i suoi scintillanti occhi blu, fu un uomo dai lucidi capelli bianchi, di statura considerevole e dal sorriso candido. Neanche ebbe il tempo di rendersi conto di dove fosse che quella persona le indicò la porta da cui lui stesso era sbucato.
 
- Ciao Keira, entra pure. -
 
Sebbene fosse ancora stordita (in caso contrario Keira avrebbe cominciato a fare all’ignoto domande a raffica), la strega si alzò dal sedile su cui era assopita e seguì l’uomo dall’apparenza così gentile. Si soffermò a osservare quel luminosissimo studio giusto per qualche istante; quando quell’uomo che si era accomodato dietro un’ampia scrivania di mogano le indicò di sedersi davanti a lui, nella poltroncina libera e pronta per accoglierla, Keira acconsentì.
 
 
 
- Ebbene Tyson… io sono Michael. Sei consapevole del posto in cui ti trovi? -
 
Tyson Crawford era fermo da troppo tempo su quel posto; non aveva idea di dove fosse e specialmente del motivo per il quale si trovasse lì e attendere quell’uomo dalla faccia simpatica, mentre sfogliava con assoluta serenità pile di faldoni, lo aveva abbastanza snervato. Aveva così cominciato a muovere un piede, poi non pago le dita avevano preso a tamburellare sulle ginocchia, ma non avrebbe sopportato di rimanere seduto a lungo.
 
- Emh… in realtà… no. A dirla tutta non so nemmeno chi sia lei. –
 
Michael sembrò volersi prendere del tempo per rispondere. Chiuse il faldone che riportava una targhetta con il nome di Tyson, allacciò le lunghe mani davanti al viso e infine inchiodò gli occhi chiari in quelli del giovanotto.
 
- Non preoccuparti, presto avrai tutte le risposte di cui necessiti. -
 
 
 
Rosemary, Ross per i più, assottigliò lo sguardo e incrociò le braccia. Qualsiasi fosse quel posto assurdo in cui si era ritrovata, non aveva voglia di perdere un secondo di più; voleva capire per quale diavolo di motivo si fosse risvegliata, di punto in bianco, in una stanzina asettica che profumava di mughetto e chi era quel tipo che sembrava uscito da una sit-comedy babbana, con quel suo sorriso bianco, il farfallino al collo e l’abito turchese che le stava facendo venire il voltastomaco.
 
- Ma certo. Dato che un perfetto sconosciuto mi ha appena rassicurata dicendomi che presto avrò le risposte che cerco, allora si che posso stare tranquilla. -
 
- Signorina Sagan, capisco il suo malcontento; vorrei dirle che le cose sono più semplici di quanto sembrino, purtroppo non mi sentirei di dirle una bugia. Mi dica, ricorda qualcosa? -
 
 
 
Seeley passo con distrazione una mano sulla testa; aveva tagliato i capelli da poco e la rasatura era ancora fresca. Cercò di fare mente locale, per capire se ricordasse effettivamente qualcosa, ma ogni volta che provava a mettere in ordine le idee una forte emicrania arrivava a colpirlo con violenza, cosa che detestava.
 
- Gliel’ho detto, non ricordo un cazzo di niente. Forse qualcosa a che fare con la mia scopa… credo che l’ultimo ricordo che possiedo sia proprio… - Si soffermò un secondo e socchiuse gli occhi, nella speranza di trovare un minimo di concentrazione. – Ecco, credo stessi volando, poi il vuoto. - Di colpo Seeley aprì gli occhi e con le braccia conserte si sporse nella direzione di Michael: - Dimmi un po’, non è che sei il capoccia di qualche losco giro? State cercando di prelevarmi un rene per rivenderlo a buon mercato? – Qualcosa in quell’assurdità dovette illuminare Seeley, perché il ragazzo sgranò gli occhi e si alzò la maglia, alla ricerca di qualche cucitura ancora fresca. Davanti quella scena Michael alzò le mani; l’architetto si sentiva indignato! Mai e poi mai, neanche per scherzo, avrebbe assunto un simile ruolo.
 
- Si calmi signor Harmon! Nessuno ha tentato di rubargli illegalmente gli organi; purtroppo a questo punto la cosa non sarebbe nemmeno di suo interesse. –
 
Seeley si tranquillizzò di botto e sospirò di sollievo, eppure tornò immediatamente a puntare l’attenzione su Michael: - In che senso non sarebbe più di mio interesse? –
 
 

- Signorina Sycamore, credo sia inutile continuare a girarci intorno. Vuole riprovare a fare mente locale sugli ultimi ricordi che possiede? -
 
Robin, gambe lunghe accavallate fasciate da un elegante tailleur di Armani e un paio di altissime Jimmy Choo ai piedi, inchiodò lo sguardo in quello dell’interlocutore: - Come le ho già spiegato, signor Michael nonsocosa- la ragazza borbottò fra sé che fosse davvero da ignoranti non presentarsi con il nome completo, poi riprese – Ricordo solo di essere uscita da un negozio, poi il buio. –
 
- Un negozio… di scarpe, non è vero? – Michael giocherellava con un fascicolo in tinta crema che riportava proprio il suo nome; spazientita, Robin tornò a far finta di concentrarsi. – Cosa dovrebbe fregargli se stavo uscendo dalla boutique di Louboutin… - Robin si bloccò di botto, bocca schiusa e sguardo assente: - Louboutin… io ero uscita da quel negozio… stavo per attraversare la strada… - Infine la strega sgrano gli occhi e aggrappò le mani sui braccioli della comoda poltrona che la ospitava: - Sono stata presa sotto da un fottuto camion?! -
 
Michael tentò di trattenersi dal sorridere e mantenne un’espressione grave: - Esatto. Signorina Sycamore, mi spiace doverle dire che lei è morta e in questo momento si trova in un luogo mediano, fra inferno e paradiso. –
 
 
Michael rimase in silenzio per qualche istante. Quando si rese conto che era passato qualche minuto da quando aveva dato la “triste notizia” al suo interlocutore, senza ricevere alcun tipo di reazione, il magi-architetto cominciò ad agitare le mani davanti allo sguardo apparentemente assente di Ben.
 
- Signori Goldwasser… ha capito che cosa le ho detto? -
 
Dal canto suo, Ben continuò a guardare in un punto non meglio precisato della stanza. Solo dopo essere stato richiamato altre tre o quattro volte da Michael, il mago fece scattare lo sguardo nella direzione dell’uomo: - Si, ho capito. –
 
- Signor Goldwasser… è sicuro sicuro di aver capito?  -
 
- Beh- Ben diede una bella grattata al suo braccio destro, prima di tornare a rispondere: - Ha detto che sono morto, giusto? –
 
- Emh, esatto. Sta bene, signor Goldwasser? –
 
Il ragazzo sorprese Michael con una fragorosa risata, al punto che il magi-architetto non rischiò di gettare all’aria tutti i faldoni che occupavano il posto sulla sua scrivania. Perché Michael si sarebbe aspettato grida, colpi di testa di qualche tipo, ma non di certo una risata, per giunta tanto importante.
 
- Come dovrei stare? Sono morto. Beh, ora cosa si fa? -
 
 

- Non credo di aver capito, signor Foer. -
 
Non appena Michael aveva comunicato ad Andy la triste notizia, il ragazzo aveva incrociato le braccia e con una placidità invidiabile, aveva chiesto se lo stessero prendendo per il culo. Michael mantenne la sua parte e spiegò che, no, nessuno aveva alcun interesse a prenderlo per i fondelli e che purtroppo lui era realmente venuto a mancare. Michael aveva proseguito spiegando al più giovane che a quanto leggeva sul suo rapporto, Andy era stato assalito da un energumeno che aveva perso molti soldi a causa sua e quell’assalto lo aveva spedito lì, nel posto di mezzo.
Passò un po’ di tempo durante il quale i due si squadrarono a lungo, fino a quando Andy sfoderò i denti in un ampio, e decisamente inquietante, sorriso sornione: - Non ci credo. –
 
- Le assicuro, signor Foer, che non è di nostro interesse prenderla in giro. -
 
- Non mi fraintenda, non è che non credo a lei nello specifico. Ma sono consapevole che l’Arcangelo Michael… - Andy picchiettò la tempia con eloquenza: - Sia tutto frutto della mia mente. Mi faccia correggere quindi: non credo a me stesso, nello specifico alle congetture della mia mente. – A quel punto Andy si alzò e si stiracchiò con nonchalance – Probabilmente sono in stato di choc per qualche motivo, magari sono ricoverato in coma al San Mungo… chi può dirlo. – Così Andy fece crollare le braccia lungo il corpo e tornò a rivolgersi a Michael, che lo osservava con fare pensoso.
 
- Che facciamo quindi? -
 
 
In una piazzetta piccina picciò…
 
Lo sguardo di Michael passò ad ispezione i tredici soggetti che erano stati reclutati dal Ministro; il sole splendeva alto in cielo e l’aria profumava dell’essenza dei fiori che il suo team si era premurato di sganciare all’arrivo dei poveretti. Ogni singola particolarità di quel luogo, difatti, era studiata fino ai minimi dettagli, per far si che quel manipolo di mezzi manigoldi potesse convincersi di trovarsi realmente in una sorta di via di mezzo fra inferno e paradiso. L’aria, per l’appunto, profumava di buono, ma profumava troppo, mentre le aiuole non scoppiavano solo di meravigliose piante d’oltreoceano, bensì di tranelli del diavolo e altre follie non troppo simpatiche tipiche della flora magica. Le strade per arrivare a case e negozi erano dissestate e camminare con i tacchi diventava un’impresa olimpionica, quantomeno se non si voleva spezzare un paio di scarpe al giorno. C’erano parchi per praticare gli sport, ma non mancavano orde di gnomi pronti a mozzicarti le dita se, sfortunatamente, la pallina da golf finiva in mezzo a un cespuglio e quello che era l’unico cinema del minuscolo paesino costruito ad hoc per le cavie, trasmetteva solo noiosi film di epoche andate, come ad esempio la Corazzata Potëmkin.
In poche parole tutto nel Middle Place era mediocre, ma i particolari i maghi e le streghe che in quel momento fissavano Michael con esitazione, li avrebbero scoperti col passare dei giorni.
 
- Buongiorno di nuovo, cari tutti. Signorina Sycamore, ha per caso mai smesso di piangere da quando è uscita dal mio studio? -
 
Robin, seduta fra una ragazza dai vispi capelli ricci e rossi e un ragazzo dall’aria agitata, non sembrava darsi tregua. Soffiava il naso in continuazione, blaterando qualcosa a proposito del fatto che nessuno avrebbe pensato a coccolare a sufficienza il suo Biscuit e che quella fosse una vera ingiustizia. Poco distante Keira, vedendo quella sceneggiata, cominciò anche lei a esibirsi in una vera e propria scena madre, ma questa venne presto redarguita da Lucas il quale, con l’incipit del naso chiuso fra pollice ed indice, le disse semplicemente e poco garbatamente di chiudere quella bocca per buona pace dei suoi timpani.
 
- Capisco che c’è confusione e sbigottimento, ma a questo punto è bene che io vi esponga i motivi per il quale vi trovate qui e tutta un’altra serie di regole molto importanti che è fondamentale, per voi e la vostra… crescita, che seguiate al meglio. Fortunatamente a supportarvi e incitarvi a fare sempre meglio non sarò solo. -
 
Michael strinse la spalla dell’uomo che si trovava al suo fianco. Dalla bellezza calamitante, non c’era stato uomo o donna che non avesse desiderato di approfondire la sua conoscenza, una volta notata la sua presenza.
 
- Lui è Justin, un angelo minore che è qui, come vi accennavo, per aiutare me ma specialmente per essere di giovamento a tutti voi. -
 
Justin svelò un sorriso a seguito del quale partirono una lunga serie di svenevoli sospiri e, chissà come mai, Robin e Keira smisero nell’immediato di frignare. L’unica persona che sembrava più incuriosita che colpita dalla presenza di Justin, era Blue Jean; infatti mentre gli altri farfugliavano e commentavano l’aitante figura dell’angelo senza risparmiarsi nulla, la strega aveva poggiato le mani sulle ginocchia libere dalla gonna e si era sporta in avanti, con lo sguardo sottile.
Io quello lo conosco… sussurrò quasi fra sé.
 
- Ora dovete sapere che per noi angeli e arcangeli, insomma per noi esseri celesti, è impossibile mostrarvi la nostra vera forma- Michael imitò un ghigno e abbassò il tono della voce, accompagnando il racconto con un’eccessiva mimica di mani e viso: - I vostri occhi potrebbero esplodere di luce e il vostro cuore scoppierebbe nel petto! -
 
- Mi scusi. – Miranda, con la mano alzata e un sopracciglio inarcato, pretese di parlare stizzendo Michael che era molto felice della sua performance: - Ma non siamo morti? Come farebbero i nostri occhi a esplodere e il nostro cuore scoppiare? -
 
Nel sentire quella lugubre descrizione che comprendeva un grande quantitativo di sangue in esubero dal corpo Sebastian Hughes, al fianco di Miranda, sbiancò notevolmente per poi cominciare a tremare appena.
 
- Emh… ecco. -
 
- Il fatto che siate tutti morti non significa affatto che non possiate provare dolore. – Fu Justin, dopo aver mosso un passo nella loro direzione, a salvare la situazione; dentro di sé il mago pensò che con ogni probabilità sarebbe successo molto più spesso di quanto avrebbe sperato. – Perché dovete ricordarvi che voi non siete nel Good Place, dove altri mortali vivono la vita eterna in pace e felicità. Vi trovate nel Middle Place e qui niente è semplice. – Justin continuò a parlare, sotto lo sguardo ammirato e fiero di Michael: - E si, signorina Temple… non potreste mai vedere la nostra vera forma, o quantomeno non sarebbe affatto auspicabile per voi, ragion per cui abbiamo assunto una forma mortale affinché possiate interagire con noi in totale sicurezza. Inoltre- Justin mostrò a tutti la propria bacchetta: - Sempre per lo stesso discorso secondo il quale non vi è possibile visualizzare i nostri miracoli, la vostra persona registrerà questi ultimi come frutto della magia, a voi un’arte congeniale. -
 
A fare un’altra domanda spettò quindi a una ragazza dai lunghi capelli castani e un musetto dolcissimo; alzò la mano, in attesa di essere ascoltata.
 
- Prego signorina Pedretti. – Michael accompagnò il suo assenso con un gesto della mano.
 
- Quindi stando a quanto ci avete raccontato saremmo tutti morti e per qualche strana ragione, tutti in questa strana via di mezzo. Come è possibile che siamo così pochi? Fra tutta la gente che si trova sulla Terra possibile mai che siamo gli unici ad esserci guadagnati questa minestra riscaldata? -
 
- Oh, ma voi non siete di certo gli unici, mia cara. Voi siete semplicemente le persone affidate al mio distretto. Deve sapere infatti che proprio in questo momento, milioni di miei colleghi stanno operando con gruppi simili a questo per numero e caratteristiche; mi spiego subito meglio. -
 
Tronfio, Michael allacciò le mani dietro la schiena e con passo cadenzato e regolare cominciò a sfilare dinanzi la fila dei presunti deceduti. – Siete stati raggruppati in quanto provenite dallo stesso luogo del mondo, possedete quindi bene o male il medesimo impatto culturale e non vi distanziate poi molto di età. La divisione in distretti è fondamentale affinché per voi ci sia possibilità di miglioramento e redenzione. –
 
- Spiegati meglio, bambolotto! – Gridò Seeley manco fosse sugli spalti a seguire una partita di Quidditch. Per altro, proprio nel momento in cui il ragazzo prese la parola, Ross puntò lo sguardo su di lui ed esclamò di conoscerlo.
 
- Vedete? È anche piuttosto probabile che voi vi conosciate già! Comunque il nostro obiettivo è quello di avere la possibilità di concentrarci quanto più possibile su di voi, affinché siano maggiori le possibilità di salire nel Good Place. Non vogliamo lasciarvi allo sbaraglio. -
 
- Ma per salire in questo Good Place, si può sapere cosa dovremmo fare? – Leonard Welch-Moriarty si mosse con nervosismo sul proprio posto e continuò a parlare con difficoltà, mentre sfregava le sue alla star multi colore: - Io… ecco signor Arcangelo, se l’ha spiegato, temo mi sia sfuggito. -
 
- Non ha spiegato una fava. – Braccia conserte e labbra strette, Ross lanciava occhiate di fuoco a Michael.
 
- Ci stiamo arrivando. Ordunque miei spiritelli agitati- Nel sentire quell’epiteto, Justin dovette reprimere la voglia di schiaffarsi la mano sulla faccia – Come stava accennando egregiamente il mio fedele braccio destro, la vita nel Middle Place non sarà semplice. Voi sapete bene di aver passato i vostri anni migliori a combinarne di tutti i colori. -
 
- Questo non è vero! – Gridò Miranda più che risentita; a quel punto Justin fece presente alla ragazza che possedevano i loro fascicoli, sottolineando che conoscevano tutto su di loro, ragion per cui era meglio rimanere in silenzio per il momento.
 
- Ma come si dice, il passato è passato, no? Qui avrete la possibilità di lasciarvelo alle spalle, imparare dai vostri errori e migliorarvi costantemente. Certo, sarete tenuti sotto osservazione continua e capiterà di essere messi alla prova; ci saranno dei punti che vi verranno assegnati, o nella peggiore delle ipotesi detratti, per ogni azione che compirete. Avrete delle regole da seguire, ovviamente– Michael fermò il suo incedere e alzò il pollice: - Regola numero uno: è assolutamente vietato compiere azioni violente verso voi stessi o i vostri compagni di distretto; questo comprende anche la violenza verbale, ovviamente. -
 
- Ma cosa cambia visto che siamo m… - La voce di Bastian venne sopita da Justin, pronto a ricordare il discorso fatto poco prima. A quel puntò Michael proseguì: - Ricordatevi che percepirete il dolore, così come la fame, il sonno e qualsiasi altro tipo di bisogno primario. Ogni tipo di violenza verrà punita con una cospicua detrazione di punteggio. Regola numero due- Michael unì l’indice al pollice – Non dovete mai e poi mai tentare di oltrepassare la mistica porta dorata, ovvero l’ingresso al paradiso. Solo Justin ed io siamo autorizzati a varcarla; qualsiasi tentativo di effrazione, verrà punito. -
 
- E dove sarebbe questa porta? – Chiese Lucas con curiosità, ma Michael rispose che più tardi avrebbe mostrato loro l’intero Middle Place. -
 
- Regola numero tre: il linguaggio scurrile verrà punito. – Un checazzodici volò via dalle labbra di Robin e Michael fece finta di non ascoltare: - Certo, le brutte parole possono sfuggire, di tanto in tanto, ma queste devono essere ridotte il più possibile. Ricordatevi che ogni secondo che passate qui dovrete impiegarlo per migliorare voi stessi; lavorate sull’egoismo e sul rapporto con il prossimo, altrimenti se cercherete di fare i furbi state pur certi che ce ne accorgeremo. -
 
Un borbottio generale aleggiò fra i presunti defunti ma questo si assopì non appena il magi-architetto continuò a parlare: - Regola numero quattro: Non vi è permesso eccedere in effusioni fra di voi. In poche parole è categoricamente vietato copulare. –
 
- Perché?! – Blue Jean, silente fino a quel momento, quasi scattò in piedi, il viso deformato dal raccapriccio. Ben annuì con convinzione, appoggiando tacitamente Blue Jean.
 
Justin sostituì ancora una volta Michael: - Perché ogni piacere al puro scopo di provare piacere deve essere subordinato al miglioramento dell’anima… - L’uomo provò a continuare, ma quando incontrò lo sguardo di Blue Jean l’unica cosa che fu in grado di fare fu deglutire sonoramente. A quel punto Michael tornò a parlare: - Dovete ricordarvi che anche se alcune regole vi risulteranno di difficile comprendonio, ogni cosa qui è pensata per favorirvi. Regola numero cinque: dovete-comportarvi-da-brave-persone. Questo è tutto ciò che vi chiediamo. Per il resto noi saremo sempre a vostra disposizione, per rispondere ai vostri dubbi, risolvere le vostre necessità… e no signor Goldwasser, come le ho già spiegato non avrete la possibilità di mettere a coltivazione piante per il vostro piacere ludico. – Ben sembrò intristirsi molto, mentre Michael batté le mani una contro l’altra esponendosi in uno slancio di puro entusiasmo: - Sappiamo che sarà un percorso lungo e faticoso, ma prima accetterete di cambiare in meglio, prima potrete torn… emh, accedere al Good Place. Ora… prima di mostrarvi quelle che saranno le vostre abitazioni… –  Michael allungò una mano e Justin gli passò un taccuino foderato di morbida pelle color tortora e il magi-architetto, dopo essersi sistemato gli occhiali (non era affatto abituato a indossarli), lo aprì e cominciò a scorrere lo sguardo sulla pagina aperta: - Vediamo un po’… Patrick Goldwasser- -Ben. – Lo corresse, per l’appunto, Ben; Michael rimase interdetto per qualche secondo poi annuì: - Oh certo come preferisce. Ben Goldwasser e… Seeley Harmon. Voi due condividerete la stessa casa. –
 
I due ragazzi si scambiarono un’occhiata e sebbene Seeley aveva l’aria di star soppesando con cura Ben, al contrario Ben mantenne la sua aria vagamente stralunata.
 
- Keira Peacock-
 
- Eccomi!- Esultò con entusiasmo la strega mentre roteava una mano in aria.
 
- Lei condividerà la casa con Rosemary Sagan, Sebastian Hughes e Lucas Lloyd. -
 
Sebastian e Lucas sembravano particolarmente soddisfatti di ritrovarsi in una casa numerosa. Al contrario Ross prese a sbuffare esprimendo tutto il suo risentimento: - È davvero necessario? Voglio dire, non potrei, chessò, starmene da sola? –
 
- Mi spiace signorina Sagan. Le ricordo che tutto quello che facciamo è… -
 
- Per il nostro bene. Siamo morti da quanto, due ore forse e l’avrò sentito ripetere questa cosa già cento volte. -
 
- Sono sicuro che presto arriverà per voi il momento della comprensione. Ma andiamo avanti! Non siete eccitati?! – Michael guardò i più giovani con un ampio sorriso, ma di ritorno non ebbe che fronti aggrottate e bocche tirate. Deciso comunque a non demoralizzarsi, tornò a parlare: - Chi abbiamo poi… oh si! Tyson Crawford, Miranda Temple e Brunilde Pedretti… ah! Giovani e belli, sarete una famigliola deliziosa! -
 
 Michael non comprese subito perché tutti, dopo averlo sentito pronunciare quelle parole, avevano sussultato sgomenti. Tutti tranne Andy che sembrava particolarmente serafico e distaccato. Michael si voltò verso Justin e bisbigliò: - che c’è, ho detto qualcosa di sbagliato? –
 
- Emh, Michael… forse dire  giovani e belli a delle persone appena decedute non è molto… delicato, ecco. -
 
Resosi conto della gaffe appena fatta, il mago tentò di nascondere il rossore e passò nell’immediato a elencare gli inquilini dell’ultima casa.
 
- Siete rimasti voi: Robin Sycamore, Leonard Lloyd, Blue Jean e Andy Foer; voi occuperete l’ultima casa. -
 
- Mpf. -
 
Mentre Andy si divideva fra una risatina e uno sbuffo Robin balzò in piedi e individuò i suoi futuri coinquilini pronta a dare il cinque a ognuno di loro. Blue Jean ricambiò senza mostrare particolare slancio, Leonard accettò di ricambiare il gesto sebbene lo spettro del timore aleggiasse sul suo volto, ma quando arrivò a Andy, Robin rimase in sospeso.
 
- Beh? Che hai da ridere tu? -
 
- Io? Oh nulla… pensavo solo a quanto sia strana e imprevedibile la mente umana. Insomma, perché mai ho riprodotto loro e… te? Quelli sono sconosciuti e tu… l’ultima vostra ti avrò vista nei corridoi di Hogwarts. -
 
- Riprodotto? Che intendi? – Ma la più che giustificata domanda di Robin venne interrotta dall’Arcangelo Michael, che chiese ai giovani defunti di seguirlo per fare con loro un giro del Middle Place.
Mentre Ben andava in giro a chiedere a chiunque come fossero morti loro, Lucas canticchiava sovrappensiero una vecchia canzone degli AC/DC e Brunilde si guardava intorno circospetta (di tanto in tanto si copriva la testa con le mani e alla domanda di Bastian sul perché stesse facendo così, rispose che era fermamente convinta che qualche uccello extracorporeo le avrebbe defecato in testa), Blue Jean si avvicinava sempre più a Justin. Lo fece piano piano, facendo in modo che non se ne accorgesse e proprio quando il gruppo si fermò davanti a un bizzarro negozio di frozen yogurt, allora la strega lo affiancò.
 
- Io ti conosco. -
 
A Justin quasi prese un infarto. Sobbalzò e con spontaneità portò una mano al cuore, poi si voltò alla sua destra: - Mi ha spaventato. Non dovrebbe arrivare di soppiatto, lo sa? –
 
Ma Blue Jean non mollò la presa; non si curò affatto di non farsi sentire: si posizionò davanti il presunto angelo, mise le mani sui fianchi e si chinò leggermente in avanti, incastrandosi poi nel suo sguardo sfuggente.
 
- Non ci provare. Io ti conosco! Tu sei Justin Grant, lavori al Ministero, avrò fatto finta di pulire il tuo ufficio un migliaio di volte! -
 
A quel punto Justin sbiancò. Fino a quel momento era sicuro di essersela cavata egregiamente; era andato in soccorso di Michael con discreto successo e non si era mai fatto prendere in contropiede; eppure quella strega lo aveva lasciato senza parole. Era stata troppo diretta e Justin non fu in grado di rispondere con prontezza. Ma poi che sfiga era mai quella? Fra tutte le persone che avrebbe potuto selezionare il Ministro, proprio un’inserviente del Ministero doveva finire lì?!
 
- Io… veramente, ecco… oh al diavolo! -
 
Il magò piroettò su se stesso e dopo aver portato la mano accanto alla bocca, gridò: - Dottore… Michael, abbiamo un problema! –
 
- Di già? – Capita  la situazione, Michael roteò vistosamente gli occhi al cielo. Justin e Micahel cominciarono a discutere davanti alle facce sbigottite di Blue Jean e di tutti gli altri presenti i quali, a quel punto, avevano capito che quella fosse tutta una messa in scena. Prima che iniziasse il linciaggio Justin e Michael sfoderarono le bacchette e quest’ultimo puntò verso lo sguardo terrorizzato di Blue Jean: - Era andato tutto così bene, invece ora toccherà ricominciare da capo… beh non possiamo farci nulla: oblivion! -
 
 
 
Sono sicuro che la seconda, sarà quella buona.
 
 


 
E finalmente, dopo secoli e secoli, ce l’ho fatta! Buonasera cari tutti, come state? Come avrete notato sono riuscita, fra una febbre e il duro lavoro, a produrre il primo capitolo. È solo un capitolo di presentazione, me ne rendo conto, ma da qualche parte dovevo pur iniziare. Chi mi conosce, sa che finisco sempre per scrivere dei poemi, anche se ovviamente questa storia, per forza di cose, non credo raggiungerà mai la corposità dei capitoli di Bastardi senza Gloria.
 Non mi resta che darvi il benvenuto nel Middle Place!
Ora, vi rifilo subito due domandine:
 
  • Come reagirà il vostro OC al regolamento di Michael?
  • Vi chiederei di mandarmi (per chi non ha molto approfondito in scheda la sezione ama/odia) una lista di cose che i coinquilini potrebbero fare e che lo manderebbero ai matti.
 
Detto questo, direi che ci sentiamo presto (prima, ovviamente, con chi partecipa a BSG).
Bri
   
 
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