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Autore: ScoSt1124    04/06/2021    1 recensioni
[Sterek]
Spesso i conti con il passato li devi fare, che tu lo voglia o no. A volte, però, non è un male.
***dal testo***
Odiava ancora di più il suo collega. Quello, tuttavia, era un dato di fatto. Purtroppo quando Peter gli aveva offerto il lavoro, sapeva già che sarebbe andata a finire in quel modo. Non aveva potuto rifiutare. Non aveva altre soluzioni in quel momento, più avanti forse. [...] Il fatto era che in quegli otto anni era diventato ancora più figo e a lui la cotta non era passata manco per nulla. Però lo odiava, l'aveva già detto che l'odiava?
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri, Derek Hale, Peter Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo uno



<<Amore, andiamo?>> Claudia aveva tirato su lo sguardo dal suo zainetto per poi guardare Stiles e sorridergli.

<<Sì, papà, sono quasi pronta>> aveva ribattuto mentre metteva le sue ultime cose a posto. Stiles non poteva chiedere altro nella vita. Sua figlia gli bastava.

<<Va bene. Ti aspetto in sala, poi andiamo a salutare il nonno e gli zii, okay?>> la piccola aveva sorriso per poi annuire.


*


Erano arrivati da suo padre poco dopo. Scott era già lì, mentre Lydia doveva ancora arrivare. Claudia era corsa ad abbracciare lo zio, il quale aveva ricambiato volentieri l'abbraccio prima di darle un bacio sulla guancia e dirle

<<Tesoro dello zio, sei pronta per il grande viaggio?>> la piccola si era allontanata dall'abbraccio e aveva risposto

<<Io sì, è papà quello agitato. Non ha dormito tutta notte>> l'aveva detto con sincerità.

Ed era vero.

Stiles non l'aveva fatto.

<<E tu come lo sai?>> Aveva chiesto Stiles. Non credeva l'avesse sentito, non voleva farsi scoprire. In quei giorni era preoccupato all'inverosimile. Ogni decisione che prendeva, ogni cosa che faceva lo portava sempre a dubitare. Non sapeva se quello che stava facendo era giusto. Andare a New York era già abbastanza per metterlo in crisi. C'erano troppe persone lì che non voleva vedere. Che poi… troppe… Erano semplicemente due. Ma se la prima era quasi certo che non si sarebbe nemmeno fatta viva dopo otto anni, della seconda era un po' in dubbio. New York era grande, però, giusto?
La cosa peggiore era che stava scegliendo della vita di sua figlia.
Claudia aveva accettato tutte le decisioni del padre, nonostante era la diretta interessata.
Si fidava di lui.

<<Fai più rumore del solito quando non dormi>> aveva ribattuto la piccola alzando le spalle.

<<Non dirglielo che si offende>> Scott l'aveva sussurrato all'orecchio della piccola, prima di riprendere a parlare con Stiles

<<Hai fatto una figlia troppo intelligente>> Claudia aveva riso e anche Stiles ci aveva provato, in qualche modo. La bimba aveva alzato le spalle per poi dire

<<Vado a cucinare con nonno>> e andarsene in cucina.

Stiles si era portato le mani alla testa e aveva appoggiato i gomiti sulle ginocchia mentre continuava a farle muovere. Scott gli si era avvicinato e gli aveva messo una mano intorno alle spalle.

<<Vuoi parlarne?>> aveva sussurrato.

<<Di cosa?>> Stiles si era girato a guardarlo, sapeva di cosa ma voleva la conferma, come se lo rendesse più reale.

<<A volte non so se ci sei o ci fai>> e infatti la risposta di Scott non aveva fatto sfuggire nulla.

<<Guarda che da adolescenti eri tu quello tonto, eh>> aveva risposto.

<<Sarà contagioso essere tonti>> Stiles dopo aver sentito quella frase gli aveva tirato una gomitata in pancia per poi tenersi il gomito dolorante.

<<Ahio, amico, ma cosa hai al posto della pancia?>>

<<Segreti mannari>> Si erano scambiati un lieve sorriso prima che Stiles rispondesse alla prima domanda di Scott.

<<È così piccola. Ho paura>> aveva solo otto anni. Doveva vivere una vita tranquilla e sapeva che sarebbe stato così non appena avessero risolto, ma aveva comunque paura. C'erano possibilità di complicazioni a cui lui pensava da quando l'avevano scoperto.

<<È da quando l'abbiamo scoperto che te ne fai una colpa, ma non lo è. Così come non lo era della madre>> e di chi doveva essere? Lui l'aveva concepita, per quanto fosse successo all'improvviso, era stato comunque lui a trasmetterle i geni da inutile umano.

<< Lascia stare Malia che di colpe ne ha abbastanza>> sì, non doveva nemmeno essere nominata. Meno la sentiva e meglio stava. Non che si facesse sentire, però proprio il fatto di nominarla solo gli dava i nervi.

<< Okay, lo so. Non era quello il senso>>
Era vero, Scott lo sapeva e Stiles aveva capito cosa voleva dire.
Non aveva più risposto perché era arrivata Lydia nel mentre.

<<Ehi, com'è che sono appena arrivata e già avete quei musi lunghi? Non mi aspettavo questa accoglienza>> li aveva notati subito, ma Scott aveva provato a non entrare di nuovo troppo in argomento.

<<Ma no, Lyds. Stavamo solo parlando della situazione generale>> era seduta anche lei accanto a Stiles.

<<Andrà tutto bene> gli aveva sussurrato lasciandogli un leggero bacio sulla guancia.

<< Lo spero. Non ce la farei altrimenti>> se qualcosa fosse andato storto non se lo sarebbe perdonato mai. Le decisioni erano sempre spettate tutte a lui, se fossero state sbagliate?

<<Claudia mi sembra tranquilla, però>> aveva detto Lydia.

<<Lei sì, ha già preso in giro Stiles>> Scott aveva subito ricordato quello che era successo pochi istanti prima e la donna aveva riso

<<Adoro tua figlia, è la tua fotocopia nei tempi migliori. Non come ora che sei diventato musone>> gli aveva dato una leggera spallata.

<< Vorrei vedere te>> aveva risposto Stiles con la voce incrinata. La rossa si era avvicinata di più a lui e

<<Ehi, lo sai, questa è una cosa tanto grande e fa paura, nessuno sa come andrà e questo spaventa, ma troviamo una soluzione. Deaton mi è sembrato ottimista>> Stiles aveva risposto male, questo lo sapeva, solo che era troppo preoccupato per pensare alle risposte che dava. Con loro, ultimamente, non ci faceva mai caso. Per questo aveva tirato su lo sguardo e li aveva guardati per poi dire

<<Scusate. Grazie per il supporto. È solo che essere solo noi mi spaventa>>.

<<Qualcuno c'è ancora>> aveva detto Scott.
Stiles sapeva a chi si riferiva il moro e di certo non era Malia, quindi rimaneva solo l'altra persona. Ma non l'avrebbe mai fatto. Non gli avrebbe mai scritto. Specialmente viste com'erano andate le cose. Fortunatamente suo padre non gli aveva dato tempo di rispondere, era entrato in sala dicendo

<< Figliolo, se avrai bisogno ci sarò io>> detto questo gli aveva fatto segno che era pronto il pranzo. Si erano alzati tutti e tre ed erano entrati in cucina guardando Claudia già seduta a tavola.
Lydia e Scott erano stati la sua salvezza per molto tempo.


*


I saluti erano stati la parte più brutta. Suo padre gli aveva sussurrato un

<<Fate buon viaggio e scrivi quando arrivate>> Stiles aveva annuito per poi staccarsi dall'abbraccio e prendere in braccio Claudia che stava piangendo mentre salutava il nonno. L'aveva stretta forte a sé e le aveva dato un bacio sulla guancia mentre arrivavano alla macchina. La bimba si era staccata malvolentieri dal padre, ma l'aveva fatto. Stiles gli aveva allacciato la cintura e si era messo poi a sedere al suo posto, pronto ad accendere la macchina.

Erano in viaggio da un po' quando la piccola aveva preso a parlare

<<Papà, credi che avrò dei compagni di classe simpatici?>> Stiles aveva già trovato tutto. Un appartamento, la scuola dove sarebbe andata Claudia e un lavoro che gli permettesse di poter seguire anche la piccola. Su quello ci aveva pensato Peter, il nonno della bambina. Nonostante Malia fosse sparita dalle loro vite, Peter si era comunque sempre tenuto in contatto con Stiles e Claudia. Era andato più volte a trovarli a Beacon Hills. Peter, il padre di Malia, ci aveva messo poco a trovargli un lavoro nell'azienda di famiglia. Nonostante questo, i rapporti non erano comunque dei migliori. Stiles era sempre stato restio a dargli completa fiducia nonostante si fosse subito dissociato dalle idee della figlia e gli passasse qualsiasi cosa avessero come necessità. Il castano l'aveva guardata attraverso lo specchietto retrovisore per poi dirle

<<Non lo so, tesoro. Sicuramente ce ne saranno alcuni che ti staranno più simpatici di altri, un po' come era qui>> aveva visto la bimba storcere il naso a quell'affermazione

<<Un po' mi dispiace lasciare tutto a metà anno>> gli aveva confessato.
Stiles aveva sentito tutto il peso di quella decisione arrivargli addosso all'improvviso, senza che se lo aspettasse

<<Lo so, anche a me spiace che tu l'abbia dovuto fare>>.

<<Però starò meglio poi e torneremo qui dal nonno e dagli zii, vero?>> aveva ribattuto, convinta, Claudia.

<<Certo che sì. Ci stiamo trasferendo per quello>> Stiles aveva usato il suo sorriso migliore per risponderle. L'ultima cosa che voleva era che sua figlia percepisse tutta l'ansia che aveva accumulato in quel periodo, anche se era quasi sicuro che la parte mannara riuscisse a sentire le sue emozioni.
Quello che non credeva arrivasse in quel momento era quella domanda:

<<Quanto dovrò aspettare secondo te?>> soprattutto perché lui non sapeva rispondere e odiava non saperlo fare. Ora, invece, si trovava alle strette e aveva provato a cercare un'altra risposta, più incoraggiante, ma non c'è l'aveva fatta.

<<Questo non lo so>> aveva detto a malincuore.

<<Ti voglio bene, papà>> Claudia aveva sorriso verso lo specchietto sperando che il padre non solo la sentisse ma riuscisse anche a vederla e così era stato e le aveva sorriso di rimando mentre le rispondeva

<<Anche io, tanto>> nonostante sentisse le lacrime agli occhi le aveva chiesto

<<Ti va di dormire un po' mentre non arriviamo in aeroporto?>>.

Tornare a New York, forse, avrebbe creato più problemi di quello che pensava. 





   
 
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