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Autore: N_eendriu    06/06/2021    0 recensioni
"In quel momento dovetti prendere io una decisione: continuare a combattere la battaglia di mio padre odiando il piccolo Malfoy, oppure dargli una possibilità. Se fosse andata male almeno lo avrei odiato per un torto che avevo subito personalmente."

Rose Weasley è la figlia di Ron Weasley e per tradizione dovrebbe odiare il piccolo Malfoy. Diventando sua amica aveva rifiutato di condividere un odio che non la riguardava. Un odio che tra di loro si era trasformato in amicizia... o qualcosa di più?
Ma non sono solo i suoi sentimenti che la turbano. Sente che qualcosa di oscuro le sta accadendo e non riesce più a controllare la propria magia. Riuscirà a sconfiggere il lato oscuro? O ne verrà sopraffatta?
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Lysander Scamandro, Nuova generazione di streghe e maghi, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius, Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Capitolo 8.

 

Il panorama dalla finestra del dormitorio era meraviglioso: le chiome degli alberi si stavano tingendo di colori caldi e, nonostante non fossero ancora al loro culmine, le foglie gialle donavano alla Foresta Proibita un’aria accogliente e incantata. Più incantata del solito, naturalmente. Era l’alba e i raggi del sole illuminavano debolmente le cime delle montagne che circondavano Hogwarts, nascoste da un denso strato di nebbia. 

Ero appena tornata dal mio turno di guardia ed ero esausta. Per fortuna avrei avuto la mattinata libera quel giorno, altrimenti con sole tre ore di riposo sarei addirittura riuscita ad addormentarmi sulla scopa. 

Nell’ultima settimana mi ero fatta ben 3 (dico, 3!!) ronde notturne e solo perché, per sbaglio, avevo tinto di verde fosforescente i capelli alla persona sbagliata, che si era rivelata essere proprio Samantha McLaggen, la caposcuola dei Grifondoro. Quella maledetta di Roxanne mi aveva dato il flacone di shampoo errato ma figuriamoci se lei avesse patito una qualsivoglia conseguenza. Oh, ma tanto ci avrei pensato io stessa a pareggiare i conti. 

La riccia, in quello stesso momento stava proprio dormendo come un angioletto ed ero pronta a riprendermi la mia prima soddisfazione, l’espressione diabolica già stampata in faccia, quando un luccichio catturò la mia attenzione. 

In realtà furono vari i luccichii ad attrarmi. Mi resi conto con qualche secondo di ritardo che erano i fogli attaccanti accanto a ciascuna testiera dei letti ad aver emesso quella luce. Feci mente locale e constatai, non senza una certa sorpresa, che era passata una settimana dal grande annuncio della McGranitt. Ciò significava che oggi era il giorno della prima prova!

 

Lasciai perdere Roxanne immediatamente e mi diressi verso la mia pergamena. Effettivamente in corrispondenza del numero uno era apparsa una frase.

 

 “Si trascrivano i nomi e la provenienza di 5 piante acquatiche velenose per tutti i Maridi. Ogni risposta giusta è 1 punto, ogni risposta errata o non data è zero punti. La pergamena dovrà essere firmata e consegnata nella Sala Grande entro le 21.30 di stasera.”

 

 

 

Dunque errano questi i tipi di assegnazione che dovevano svolgere nella prima parte. Questo compito era stato evidentemente assegnato da Neville e non faceva parte del programma di nessun anno. Mi sembrava giusto, queste erano informazioni che solo una ricerca personale (per curiosità o esigenze) poteva trovare e in questo modo nessuno studente sarebbe stato avvantaggiato -o svantaggiato- dai suoi anni di conoscenze o esperienze.

La difficoltà era pressoché zero: anche se non si fosse saputo cosa fossero i Maridi, una rapidissima ricerca avrebbe svelato che era la famiglia di appartenenza delle sirene - tra le altre specie- e da lì bastava solo scegliere i libri giusti. Personalmente già sapevo tre delle cinque piante che avrei scritto, avrei solo dovuto cercare le altre due. Un gioco da ragazzi. 

 

Il mio pensiero virò verso Alice, la quale sicuramente avrebbe saputo rispondere immediatamente al quesito. Forse avere un padre che ti sapeva elencare tutti i muschi magici dell’Estonia non era proprio quella che veniva considerata un’abilità memorabile ma in casi come questo faceva veramente comodo. 

 

Almeno adesso sapevo come riprendermi la mia prima rivincita contro Roxanne. La lasciai dormire beatamente ignara mentre io mi diressi verso la biblioteca, tutto il sonno accumulato completamente volatilizzato. 

 

 

 

Beh, forse non completamente volatizzato visto che due ore dopo fui svegliata bruscamente da uno scoppiettio che sembrava provenire proprio dalle mie orecchie. Alzai di scatto la testa dal libro sul quale mi ero addormentata e mi guardai intorno allarmata, cercando nel frattempo la bacchetta nella tasca del mantello. Ci misi un po’ a mettere a fuoco la figura.. no le figure alla mia sinistra. Due chiome di due colori opposti erano scosse da risate neanche troppo soffocate mentre una bacchetta a pochi centimetri dal mio viso continuava a creare quel rumore fastidioso che mi aveva destata. 

 

-Malfoy, se non abbassi subito quella bacchetta ti faccio rimpiangere il giorno in cui Albus ti ha infilato i Billywig nelle mutande- minacciai con la voce ancora impastata. Tuttavia l’idea doveva aver fatto riaffiorare brutti ricordi in Scorpius perché il biondo non se lo fece ripetere due volte e il baccano sparì. Mi stropicciai gli occhi mentre il cervello pretendeva altro riposo e il corpo concordava. 

 

-Buongiorno anche a te- mi rispose.

-E chi l’ha detto che è un buongiorno- replicai.

-Hai sbavato sul libro- mi apostrofò Scorpius. In effetti sulle pagine di Storie di Selkie era evidentissima una brutta macchia di saliva che mi fece avvampare. All’improvviso ero sull’attenti. Mormorai mortificata un Tergeo che fece sparire la chiazza e mi girai verso di loro. Albus aveva ancora una smorfia divertita e uno dei due sopraccigli era alzato fino a quasi toccargli i capelli che ricadevano sulla fronte. Scorpius era tornato impassibile però l’ombra di un ghigno aleggiava sulle labbra morbide. Scostai i miei pensieri dalle labbra del biondo.
Notai con un certo entusiasmo che era la prima volta che eravamo di nuovo tutti e tre, i giorni passati solo un brutto ricordo. Anche se avrebbero pagato per come mi avevano svegliata fui contentissima della loro presenza. 

 

-Posie, penso che tu oggi abbia raggiunto un livello di secchionaggine che mai nessuno si era sognato di vedere. Non sono manco le otto e tu sei in biblioteca da chissà tempo, a giudicare dal tavolo- mi salutò mio cugino. 

Nemmeno le otto? Dunque avevo dormito si e no solo un’altra ora. Ecco perché mi sentivo così spossata. 

Una volta arrivata in biblioteca ci avevo messo circa mezz’ora per trovare tutto quello di cui avevo bisogno, dopodiché, ancora senza sonno mi ero avvantaggiata i compiti del giorno dopo. Non mi ricordavo di essermi addormentata. E invece..

 

-Piuttosto perché ci siete voi in biblioteca a quest’ora- borbottai stiracchiandomi. La domanda era genuina ma immaginavo il motivo. Infatti i due si guardarono leggermente a disagio. Poi Al scrollò le spalle e disse: 

-Per la prova ovviamente. Meglio ora che stasera quando si accalcheranno tutti in biblioteca-

Forse non erano gli unici ad averlo pensato perché c’era un brusio troppo concitato in quel posto. Soprattutto per essere solo le otto. 

-Ma grazie a te abbiamo solo metà del lavoro da fare- esclamò Scorpius adocchiando la pila di libri sui Maridi che avevo utilizzato. 

-Non ci pensare nemmeno!- esclamai ma Al aveva già preso il primo libro in mano e lo stava sfogliando. A quel punto utilizzai un incantesimo non verbale e tutti i libri si alzarono per tornare ognuno nel proprio scaffale, andando a sbattere contro le teste di qualche studente. Solitamente era un incantesimo innocuo ed utile ma solitamente c’era anche molto meno gente in biblioteca.

-No!- urlarono in unisono i due Serpeverde, non facendo in tempo ad acchiapparli. Mi lanciarono entrambi uno sguardo che avrebbe potuto incenerirmi. In effetti non mi sarei stupita se avessi cominciato a prendere fuoco.

-Perché l’hai fatto?- sbraitò Scorp. 

-Perché quello era il mio lavoro e sarebbe stato ingiusto nei vostri confronti se vi avessi aiutati- lo canzonai.

-Ora ci tocca ritrovarli uno per uno- disse Al. Nella sua voce non c’era traccia della sua solita pacatezza. 

-É quello il punto- osservai divertita. 

-Avresti potuto farci copiare- 

-E dove sarebbe stato il divertimento-

-Per quanto ne sai abbiamo già letto le tue risposte sulla pergamena che hai in tasca- obiettò Scorpius, braccia conserte e sguardo ancora torvo. 

-Se l’aveste fatto allora adesso stareste sgocciolando pus da foruncoli giganti cosparsi su tutto il corpo- i ragazzi rabbrividirono scioccati.-Come credevo- Rimisi tutte le mie cose e lisciai invano i vestiti spiegazzati che ormai indossavo da 24 ore. Avevo proprio bisogno di una doccia. -In fin dei conti questa è la competizione per il miglior studente e sappiamo tutti e tre che io sono migliore di voi due messi insieme- li stuzzicai. 

I due si guardarono per un secondo e, come se avessero concordato su qualcosa, mi fissarono sorridenti. Con un lampo di orrore capii l’errore che avevo commesso. 

Ho voluto la bicicletta? Ora mi tocca pedalarla. Sospirai rumorosamente, in parte maledicendomi, in parte eccitata dal prospetto che mi stavano offrendo i miei due migliori amici.

 

-Che vinca il migliore allora- esordì Scorp. Al annuì, la rabbia di prima sfumata.

-Buona fortuna. Ne avrete veramente bisogno.-  replicai. La sfida era stata accettata. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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