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Autore: Flami151    07/06/2021    3 recensioni
Nessuno è fatto di sola luce o oscurità. In ognuno di noi alberga lo Spleen, un senso di noia, di disperazione, di male di vivere; e l’Ideale, la forza che ci spinge a sognare, lottare e amare.
Lo scopriranno insieme Hermione e Draco quando si troveranno a stringere un’inattesa alleanza, per svelare il mistero dietro la sparizione di Narcissa Malfoy.
Ancora una volta, sarà l'Amore a tenere le fila: amore per la vita, amore per la famiglia e amore di sé, spesso sottovalutato.
Dal testo:
«Narcissa, hai paura?» Le sussurrò Lord Voldemort.
Si era ripromessa che non si sarebbe lasciata piegare, che non avrebbe mai abbassato la testa se avesse dovuto difendere la sua famiglia. Ma il Signore Oscuro aveva ragione: lei aveva paura, talmente paura da non riuscire più a parlare.
«Eppure, non mi sembrava che avessi paura il giorno in cui mi hai pregato di risparmiare Draco dal Marchio Nero. Sapevi quali sarebbero state le conseguenze e ti sei fatta avanti comunque. Non dirmi che te ne sei pentita».
Lei scosse la testa. Non avrebbe mai rinnegato la sua scelta.
«Bene».
Genere: Avventura, Guerra, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Narcissa Malfoy | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
Capitoli:
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Spleen e Ideale ~

 

 

CAPITOLO XX


23 Aprile 1997:
 
I funerali di Narcissa Malfoy erano stati brevi e senza troppi fronzoli. Gli unici a presiedere erano stati Severus Piton, Bellatrix Lestrange e l’elfa Zoury, che continuava a soffiarsi il naso nello straccetto che portava come abitino. Nessuno disse nulla, non c’era molto da dire.
 
Una volta accertata la morte, si era proceduti direttamente con la sepoltura. Narcissa venne tumulata nella tomba della famiglia Malfoy, all’interno dei terreni del Manor. Nessuna lapide venne incisa per lei, su questo il Signore Oscuro era stato chiaro. Nessuno, al di fuori dei Mangiamorte, avrebbe dovuto sapere della sua morte, solo così avrebbero potuto continuare ad occupare la villa indisturbati.
 
Il sole era ancora alto nel cielo quando Piton lasciò il Manor per tornare ad Hogwarts. Bellatrix lo aveva congedato con freddezza: per lei, lui era solo l’uomo che non era riuscito a salvare sua sorella.
Piton comprendeva il suo dolore: il dolore per aver perduto una persona amata, per aver contribuito alla sua morte con l’inerzia e la frustrazione di non aver potuto fare niente per salvarla. In Bellatrix, però, Piton non aveva visto alcun desiderio di redenzione. Solo rassegnazione ed abbandono.
 
«Quello che hai fatto è stato incredibilmente rischioso, Severus». Disse Silente da dietro i suoi occhiali a mezzaluna.
 
«Sono abituato ai rischi ormai». Rispose lui con aria impassibile. «E questa era l’unica soluzione».
 
«No!» Disse Albus Silente alzando la voce. Raramente Severus aveva visto il preside così furibondo. «La soluzione era lasciar perdere, come ti avevo detto di fare! Hai idea di cosa sarebbe potuto accadere, se fossi stato scoperto?»
 
«Ma così non è stato. È andato tutto secondo i piani».
 
«Per ora, Severus. Per ora. Ma cosa accadrebbe se Lord Voldemort dovesse iniziare a nutrire dei sospetti? Lui si fida di te, adesso, e questa fiducia è la chiave del nostro successo. Il destino del mondo dipende da questo, te ne rendi conto? Vuoi davvero mandare in fumo tutto il duro lavoro degli ultimi anni? È così che vuoi ripagare il sacrificio di Lily?»
 
«Non osare nemmeno nominarla!» Urlò a quel punto Severus, rosso il viso. «Se c’è qualcuno che ha infangato la sua memoria, qualcuno che ha reso vano il suo sacrificio, quello sei tu, Albus. Hai cresciuto suo figlio come carne da macello, mi hai detto che se ti avessi aiutato lo avremmo protetto e invece mi hai usato solo per raggiungere i tuoi scopi. Quindi no, Albus, non avrei mai potuto permettere che il sacrificio di un’altra donna, di un’altra madre, fosse vanificato! Ho fatto ciò che ritenevo giusto e, se tutto andrà come previsto, il Signore Oscuro non nutrirà mai alcun sospetto».
 
I due maghi si studiarono a lungo. Quella complicità, quella fiducia reciproca che li legava da anni si era spezzata. Ma ormai era troppo tardi per fare marcia indietro: erano su una nave nel mezzo di una tempesta e tutto ciò che potevano fare era affrontare il vento o affondare.
 
«Come sta Draco?» Chiese Severus dopo aver ritrovato la calma.
 
«È stabile». Rispose il preside sedendosi alla sua scrivania, esausto. «Madama Chips è riuscita ad intervenire appena in tempo, per fortuna».
 
«E Potter?»
 
«È con la Professoressa McGranitt, che sta cercando di comprendere la dinamica dell’incidente. Ma vedi Severus, quell’incantesimo che ha usato contro il giovane Malfoy sembrava opera di magia oscura, qualcosa che non potrebbe aver appreso da nessuno dei nostri insegnati. Per questo vorrei che ti occupassi tu della sua punizione e che scoprissi come è venuto a conoscenza di certe pratiche».
 
«Ma certo…» Rispose Severus. «Me ne occuperò senz’altro».
 
«Te ne sono molto grato». Lo congedò il preside, recuperando dal cassetto della sua scrivania una fialetta di Pozione Corroborante e bevendone un sorso. «Ah e un’ultima cosa, Severus… Non una parola con Draco di quanto è accaduto oggi… niente di niente».
 
 
«Stavolta lo espellono di sicuro». Dice Ron tenendosi la testa tra le mani.
 
Io e Ginny non replichiamo, continuiamo a guardare il fuoco della Sala Comune in silenzio, in attesa che Harry faccia ritorno dal colloquio con la McGranitt.
 
Nella mia mente i ricordi delle ultime ore continuano ad affollarsi, senza darmi il modo di razionalizzare, di dare un senso a tutto quello che è successo. Solo stamattina mi sembrava di toccare il cielo con un dito e adesso…
 
Dopo essere uscita dalla Stanza delle Necessità sono corsa verso la Torre di Grifondoro, volevo solo nascondermi nel dormitorio e stare da sola, ma a metà strada ho incontrato Harry. Mi ha vista piangere, mi ha chiesto cosa fosse successo, cosa mi avesse fatto quel verme di Malfoy. Non sapevo come facesse a sapere che ero appena stata con lui, sta di fatto che senza lasciarmi li tempo di rispondere si è lanciato in una corsa folle, Mappa del Malandrino alla mano.
 
Io anche l’ho seguito ma non sono riuscita a stargli dietro e, nel bel mezzo della corsa, l’ho perso. Quando sono riuscita a trovarlo era già troppo tardi: Malfoy era steso a terra, in una pozza di sangue.
Harry era in ginocchio accanto a lui, senza sapere cosa fare, mentre le grida di Mirtilla Malcontenta, apparsa da uno dei gabinetti, riecheggiavano per il bagno “ASSASSINIO NEL BAGNO! ASSASSINIO!”.
 
Il tempo sembrava essersi fermato. Senza riflettere ho scansato Harry, ancora tremante, e mi sono lanciata a terra. Malfoy era freddo e non respirava. “Mirtilla chiama Madama Chips! Corri!” Ho urlato.
 
Sperando di guadagnare minuti preziosi ho messo in pratica tutti gli incantesimi di guarigione che conoscevo, ma nessuno di questi sembrava anche solo rallentare di poco l’emorragia. Le profonde ferite aperte sull’addome, il petto e il viso di Malfoy continuavano a sputare sangue, macchiandomi i vestiti. Abbandonata la razionalità, ho provato a bloccare il flusso con le mani.
 
Quando è arrivata Madama Chips, pensavo che ormai fosse troppo tardi. Lei però non si è lasciata scoraggiare, si è inginocchiata accanto a me, ha estratto la bacchetta e l’ha passata sopra le profonde ferite provocate dalla maledizione, borbottando un incantesimo che sembrava quasi una canzone: il Vulnera Sanentur, un incantesimo curativo di livello avanzato.
Il flusso di sangue era rallentato e le ferite si erano ricucite, ma Malfoy non aveva ripreso conoscenza. È stato trasferito in infermeria ed Harry convocato nell’ufficio della McGranitt.
 
Solo dopo essere rientrata in Sala Comune ho scoperto cosa fosse successo: non vedendomi arrivare a lezione Harry e Ron si sono preoccupati, mi hanno cercata sulla Mappa e mi hanno vista sparire insieme a Malfoy all’altezza del settimo piano, così Harry si è lanciato all’inseguimento. Quando mi ha trovata in lacrime ha creduto che il Serpeverde mi avesse fatto del male, così lo ha seguito fino al bagno del sesto piano, dove è iniziato lo scontro.
 
È stato Ron a dirmi tutto: la voce dell’aggressione a Malfoy aveva fatto il giro della scuola in quattro e quattr’otto e lui e Ginny mi avevano aspettata davanti al ritratto della Signora Grassa per farsi raccontare l’accaduto.
 
Dopo quasi un’ora di attesa, Harry fa il suo ingresso in Sala Comune, bianco come un cencio. Tutti i Grifondoro si voltano verso di lui, ancora macchiato di sangue.
 
«Girate a largo!» Urla Ginny, disperdendo la piccola folla di curiosi.
 
Il ragazzo con la cicatrice si siede accanto a noi. «Come stai Hermione?»
 
«Io… bene, sto bene… cosa ti ha detto la McGranitt?». Chiedo di rimando.
 
«Sarò in punizione con Piton fino alla fine del quadrimestre, tutti i sabati e… niente più Quidditch». A queste parole Ron e Ginny rabbrividiscono, ma Harry li ignora. «Ma non è questo l’importante. Hermione raccontami cosa è successo».
 
Sono in trappola. Harry, Ron e Ginny mi guardano in attesa di una risposta, forse aspettandosi il racconto di un agguato da parte di Malfoy, forse una prova che lo inchiodi definitivamente come Mangiamorte. E ora cosa gli dico?
 
«Ti ha portata nella Stanza delle Necessità? Dico bene?» Mi chiede Ginny prendendomi per mano. «Siete spariti al settimo piano, proprio in quel corridoio».
 
«È per questo che non riuscivi a vedere Malfoy sulla Mappa del Malandrino, Harry. Si nascondeva nella Stanza Va-e-Vieni». Aggiunge Ron guardando il suo amico.
 
Anche Harry mi prende la mano. «Dicci cosa è successo Hermione, non avere paura, noi siamo qui per te».
 
Guardando l’espressione amorevole ed apprensiva dei miei migliori amici, che si stringono intorno a me per farmi sentire al sicuro e protetta, non riesco più a trattenermi e scoppio in lacrime. Loro mi abbracciano, aspettando pazienti che io riprenda il controllo e che racconti loro delle cose orribili che mi ha fatto Malfoy. Ma io non riesco più a mentire.
 
«Non merito il vostro affetto». Dico io tra i singhiozzi.
 
Loro però mi stringono ancora più forte. «Non dire così. Sai che qualsiasi cosa accada noi saremo sempre dalla tua parte». Mi dice Ginny.
 
«No, non capite…» Continuo cercando di riprendere il controllo. «Io vi ho mentito, vi ho mentito per tutto questo tempo».
 
I tre amici a questo punto lasciano la presa e, senza capire, mi guardano con aria interrogativa.
Io prendo un respiro, mi asciugo le lacrime e gli racconto tutta la verità.
 
Gli racconto di quel giorno a Diagon Alley, quando ho visto Malfoy per la prima volta nascondersi dagli sguardi indiscreti della gente, di quando sul treno l’ho deriso per averlo visto giocare col suo gatto, di quando l’ho offeso perché suo padre si trovava ad Azkaban, di quando mi ha vista tuffarmi nel Lago Nero e mi ha aiutata a recuperare la bacchetta, di quando l’ho trovato a bere nel Cortile della Torre dell’Orologio il giorno dell’attentato e ha condiviso il suo Whiskey con me, di quando abbiamo sorvolato il Lago di notte a cavallo della scopa, di quando mi sentivo completamente sola e lui ha riempito le mie giornate con i duelli, le battute, gli scherzi, di quando è venuto a chiedermi aiuto, perché sua madre era sparita misteriosamente senza lasciare traccia, di ciò che avevamo scoperto su Alecto Carrow e dei nostri sospetti su Piton. Gli racconto di aver Obliviato Dobby e Kreacher. Infine, gli racconto di ciò che mi aveva detto Pansy e di come quella mattina ci eravamo ritrovati a combattere nella Stanza delle Necessità.
 
Racconto tutto d’un fiato, rivelando ai miei amici la mia seconda vita senza alcun trasporto, senza mai fare accenno ad alcuna emozione o sensazione. Questo perché sono certa che se aprissi il cassetto dei sentimenti, quello che ne verrebbe fuori mi devasterebbe. Perché raccontando tutto ciò che abbiamo vissuto io e Malfoy, non riesco a credere che alla fine di quest’anno tornerà senza battere ciglio in quel covo di Mangiamorte.
Gli racconto tutto, tranne di ciò che c’è stato ieri notte.
 
Il trio resta in silenzio fino alla fine, ascoltando con attenzione ogni dettaglio del mio racconto, ben attenti a non perdersi nessun particolare.
 
Alla fine, solo Harry parlò. «Quindi per tutto questo tempo tu hai…» Sembra non trovare le parole. «Con lui?» Lo vedo stringere i pungi, nel tentativo di controllare la rabbia. «Ti sei fatta prendere in giro come una… una… pensavo fossi più in gamba di così!» Scatta in piedi, camminando avanti e indietro un paio di volte, prima di tornare a sedersi di fronte a me. «Perché? Dopo tutto quello che ti ha detto, dopo quello che suo padre ha fatto a Ginny, dopo quello che sua zia ha fatto a Sirius!» Io non rispondo, lascio che Harry si sfoghi. «Se ti sentivi sola perché non hai parlato con me? Perché non hai chiesto il nostro aiuto? Perché ti sei rivolta a… Malfoy
 
Perché voi non mi avreste capita. E come biasimarvi? Io stessa non mi capisco. Io stessa non riesco a capire Malfoy, a far combaciare nella mia mente le numerose immagini che ho di lui: quella del Purosangue suprematista, quella del figlio devoto e premuroso e quella del servo fedele del Signore Oscuro. Chi è Draco Malfoy? Credevo di averlo capito e invece… forse ha ragione Harry, o Pansy, forse mi sono fatta davvero raggirare.
 
Rimango in silenzio.
 
«Tu… non gli hai detto niente riguardo…?» Chiede Harry avvicinandosi di più a me.
 
Io abbasso lo sguardo, senza rispondere.
 
«Hermione… c’è qualcos’altro che devi dirci? Qualcosa di cui Malfoy è a conoscenza e di cui non dovrebbe sapere niente?» Chiede di nuovo, questa volta con voce quasi sibilante.
 
«Io… Gli ho detto della Mappa del Malandrino… Gli ho mostrato il passaggio segreto per Hogsmeade…» Più parlo, più il volto di Harry si contorce in un’espressione di pura rabbia. È sul punto di esplodere. «Credo di avergli nominato il Principe Mezzosangue e gli ho… gli ho… accennato ad un’imminente partenza di Silente… insieme a te».
 
Il viso di Harry vira rapidamente da un sano color carne ad un rosso scarlatto acceso. Si alza di nuovo in piedi e tira un calcio ad un comodino poco lontano da noi, che si ribalta a terra. Tutti i Grifondoro si girano per un istante, salvo tornare poi alle loro rispettive occupazioni, vedendo lo sguardo furente di Harry.
 
«Io lo ammazzo». Dice con un filo di voce. «Mi stavo quasi sentendo in colpa per quel dannato incantesimo ma giuro che appena esce dall’infermeria lo faccio fuori!» Poi mi guarda negli occhi, con uno sguardo carico di rimorso. «E tu adesso mi dirai cosa ti è saltato per la testa! Io mi fidavo di te! Perché mi hai tradito in questo modo?»
 
Io sento di nuovo gli occhi riempirsi di lacrime. Non so che rispondere, ma la voce di Ginny mi precede. «Perché provi qualcosa per lui… non è così?»
 
Cade di nuovo il silenzio. Le parole di Ginny fendono l’aria come una spada affilata, colpendomi dritte al petto.
 
«È così, Hermione?» Chiede stavolta Ron, che fino ad ora era rimasto in silenzio. «È come dice Ginny?»
 
«Io… credevo di potermi fidare». Questo è tutto ciò che dico, perché non c’è altra spiegazione da dare.
 
«Tu mi disgusti». Dice Harry prima di andarsene, seguito dai due fratelli Weasley.
 
 
2 Maggio 1997:
 
«Senza Potter in squadra, i Corvonero gli faranno sicuramente il culo». Una voce maschile raggiunge le mie orecchie.
 
«Non sottovalutate la Weasley, l’anno scorso ha giocato bene come Cercatore e quell’altro Grifondoro, Dean Thomas, può sostituirla come Cacciatore». Risponde una seconda voce.
 
«Intendi il suo fidanzato? L’amico di quello che da sempre fuoco alle cose?» Chiede la prima.
 
«Non è più il suo fidanzato lei lo ha mollato mesi fa». Replica una voce femminile.
 
«Che schifo». Commenta una voce nuova. «Io una traditrice del proprio sangue come lei non la toccherei nemmeno con un dito».
 
«Guarda che riscuote molto successo tra gli studenti, dicono che sia… Hey! Ragazzi guardate! Draco si sta svegliando!»
 
Apro gli occhi poco per volta, cercando di abituarmi alla luce del giorno che mi brucia le retine. Ho bisogno di qualche secondo per mettere a fuoco i volti dei ragazzi che si accalcano intorno a me: Tiger, Goyle, Pansy, Blaise e Nott mi guardano come se avessi appena fatto ritorno dal mondo dei morti.
 
«Ben svegliato principino!» Commenta Blaise dandomi una pacca sulla testa.
 
«Falla finita Zabini, così gli fai male». Lo rimprovera Theodore.
 
«Ma no! Guardalo, è in forma smagliante!» Replica lui.
 
«Come ti senti, Draco?» Mi chiede Pansy stringendomi il braccio.
 
«Dove sono? Cosa è successo?» Chiedo io disorientato.
 
«Sei in infermeria. Hai dormito per dieci giorni». Mi risponde Nott.
 
«Potter ti ha proprio conciato per le feste!» Dice Tiger guadagnandosi una gomitata da Pansy. «Ma anche tu hai combattuto bene!» Prova a rimediare.
 
«Combattuto...?» E d’un tratto i ricordi vengono a galla, dolorosi. Ricordo di come ho detto addio alla Granger, dello scontro in bagno con Potter e di quello strano sogno, quello dove mia madre…
 
«Sei solo un po’ disorientato, non preoccuparti, passerà presto». Mi rassicura Pansy tirando poi su col naso.
 
«Su Pansy non c’è bisogno di fare la drammatica! Sapevamo che il nostro Draco si sarebbe ripreso in un batter d’occhio!» Dice Blaise mettendole un braccio intorno alle spalle. «Stai tranquillo amico! Abbiamo vegliato noi su di te. E abbiamo anche messo a tacere quelle orribili voci».
 
«Quali voci?» Chiedo io provando a tirarmi su, ma senza successo.
 
«Quelle secondo cui lo Sfregiato ha cercato di ucciderti perché gli hai soffiato la fidanzata, la Sanguemarcio». Mi risponde Goyle.
 
«Ma noi lo abbiamo detto a tutti che tu con certa gente non ti mischieresti mai». Lo assiste Tiger. «Tempo due giorni e nessuno ha più osato dire niente del genere».
 
«Voci di corridoio a parte». Interviene Nott. «Siamo contenti che tu stia bene!»
 
«Che sono tutte queste chiacchiere? Questo è un luogo di riposo!» Il volto di Madama Chips fa capolino da sopra le teste dei miei compagni. «Oh sei sveglio! Finalmente! Ragazzi tutti fuori devo visitare il vostro amico».
 
I Serpeverde mi salutano con un cenno della mano, con una pacca di incoraggiamento o, nel caso di Pansy, con un bacio sulla guancia. Lasciandomi nelle mani dell’infermiera.
 
«Vedo che fai molte conquiste eh, giovanotto!» Mi chiede Madama Chips alzandomi il camice bianco e osservando le mie cicatrici.
 
«Conquiste?» Chiedo io guardando i segni che la maledizione di Potter hanno lasciato sulla mia pelle.
 
«Si beh, tra la tua amica Serpeverde e la Grifondoro che è venuta a trovarti mentre eri privo di conoscenza, ho pensato che…»
 
«Quale Grifondoro?» Chiedo io intuendo la risposta.
 
«Quella che ti ha soccorso quando sei stato ferito, l’amica di Harry Potter». Risponde l’infermiera. «È un miracolo che sia riuscita a farmi chiamare in tempo. Se non fosse stato per lei, non te la saresti cavata con dieci giorni di riposo e qualche cicatrice».
 
E così ti sono di nuovo debitore, Granger.
 
 
15 Maggio 1997:
 
«Sei forse impazzita? Mandare un comunicato ad Hogwarts per avvisare della morte di Narcissa?» Il Signore Oscuro guardava Bellatrix con i suoi occhi da serpente.
 
«È fondamentale che il ragazzo torni a casa, mio signore». Rispose Bellatrix con reverenza. «Potrebbe essere la nostra sola occasione per far fuori il vecchio».
 
«E sentiamo, una volta che Silente saprà della dipartita di Narcissa cosa credi che farà? Che lascerà tornare Draco a casa senza opporre resistenza? Ti ricordo che è un minorenne e che suo padre è rinchiuso ad Azkaban».
 
«Mio Signore, tra poco Draco compirà la maggiore età. A quel punto il preside non potrà impedirgli di rientrare a casa per i funerali della madre. E poi, con il suo aiuto, le assicuro che Albus Silente non sarà più un nostro problema».
 
«E tu sei certa che Draco vorrà collaborare?» Chiese Lord Voldemort avvicinandosi alla sua serva più fedele.
 
«Ne sono sicura». Rispose Bellatrix senza indugio. «Soprattutto se qualcuno lo spingerà nella giusta direzione».
 
«Qualcuno dici? E a chi ti riferisci, esattamente?»
 
«A Lucius Malfoy».
 


 


Note dell’autore:
 
Ciao a tutti Potterheads e buon inizio settimana!
 
Bene, eccoci qui. Dopo avervi lasciato lo scorso capitolo in lutto e con una serie di domande senza una risposta, ecco un’altra valanga di dubbi e domande per voi!
Cosa staranno tramando Piton e Silente? E Bellatrix e Voldemort? Tutti i nodi stanno venendo al pettine e anche Hermione adesso dovrà affrontare le conseguenze delle sue azioni.
Draco per fortuna si è ripreso, anche se con qualche acciacco in più e qualche segno permanente!

Cosa ne pensate del capitolo? E' un po' più corto del solito ma spero vi sia piaciuto ugualmente! Aspetto con ansia i vostri pareri!
Un abbraccio e alla prossima!

Flami151
  
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