Anime & Manga > Sailor Moon
Segui la storia  |       
Autore: takitaki    14/06/2021    2 recensioni
“Che cosa abbiamo?” esordì l’ispettrice, riconoscendo accanto al letto una figura familiare.
“Donna giapponese, tra i 25 e i 30 anni, strangolamento. Il corpo sta per essere portato via, se vuoi dargli un’occhiata da vicino fa presto, Michiru.”
Un nuovo caso di omicidio arriva sulla scrivania dell'ispettrice Michiru Kaiou, ma non si tratta di un caso qualunque. In questo caso sono coinvolte donne, tante donne, donne che soffrono, che amano, che sperano, che lottano.
Genere: Introspettivo, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena, Rei/Rea | Coppie: Haruka/Michiru
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Gender Bender, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Nessuna serie
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"Ma dove si è cacciato?" si chiese il ragazzo dai capelli argentei, osservando l'orologio che aveva al polso.

Yaten sospirò, sedendosi su una panchina poco distante, con le gambe accavallate, in attesa del suo amico ritardatario.

Qualche minuto dopo, la sua attenzione venne catturata dal suono di un'auto che accostò davanti a lui.

"Scusami per il ritardo!"

Il ragazzo sorrise, avvicinandosi alla decappottabile gialla, ma la sua espressione cambiò quando notò che il ragazzo non era da solo. Accanto a lui, infatti, c'era una ragazza dai lunghi capelli corvini che indossava una divisa scolastica.

Il ragazzo al volante accostò, uscendo successivamente dall'auto e avvicinandosi a lui.

"Ehi Yaten, spero tu non sia arrabbiato" chiese con un tono piuttosto dispiaciuto.

"Non preoccuparti, sono abituato dal liceo ai tuoi ritardi" gli rispose secco, puntando lo sguardo sulla ragazza.

"Che guardi?" chiese il biondo, agitando una mano davanti al suo viso.

Yaten scosse la testa, guardando il suo amico.

"Chi è quella?"

"Ah si, volevo giusto presentartela" rispose sorridendo, raggiungendo il lato del passeggero per aprirle la portiera.

Il ragazzo dai capelli argentei alzò un sopracciglio, avvicinandosi a entrambi.

"Lei è Rei" iniziò il ragazzo, mentre l'altra si inchinava educatamente "è la mia fidanzata."

Yaten non riuscì a credere a quelle parole in un primo momento, penso di essersi sbagliato, di aver sentito male, ma quando Haruka ripeté quelle parole, sorridendo alla ragazza al suo fianco, sentì una stretta al cuore.

"È un piacere conoscerti" asserì la mora.

"N-Non...non me ne avevi parlato" rispose, tentando di mostrarsi indifferente.

"Diciamo che in questi mesi sono successe un po' di cose" Haruka e Rei si scambiarono sguardi complici, seppur innocenti, la loro intesa, agli occhi di Yaten, sembrò piuttosto forte.

"Allora, andiamo al cinema o no?" chiese il biondo, poggiandogli una mano sulla spalla.

"Si."

 

---

 

"Maledetta Rei, certe volte non la capisco" sospirò l'ispettrice mentre si dirigeva nel parcheggio della centrale, per prendere una boccata d'aria.

Una volta fuori, tirò un calcio ad uno scatolone che giaceva sull’asfalto.

"Tutto bene ispettrice?" una voce familiare dal tono arrogante la fece sobbalzare, si voltò così verso il biondo che se ne stava appoggiato al muro dietro di lei.

"Mi hai spaventata, pensavo di essere da sola."

"Come ha fatto a non accorgersi di me? Ero praticamente accanto alla porta" le rispose ridendo, mentre si toglieva la sigaretta dalla bocca per buttar fuori il fumo.

"Sta' zitto, ho quasi rovesciato il mio caffè per colpa tua!" rispose la donna con un sopracciglio alzato. Di contro, Haruka si avvicinò a lei.

"Sbaglio o mi ha dato del tu?"

"S-Sbaglia" Michiru si accorse solo in quell'istante di averlo fatto, arrossendo lievemente, mentre l'altro tornò al muro con un'aria soddisfatta.

"Che le è successo?"

"Ho fatto arrabbiare Rei" rispose, appoggiandosi anche lei al muro, accanto al ragazzo.

"Benvenuta nel club."

"Non fare lo scemo."

"Lo ha fatto di nuovo ispettrice."

"Lei mi da proprio sui nervi lo sa?" rispose Michiru, facendo attenzione stavolta.

Il ragazzo rise, continuando "che ha combinato per farla arrabbiare così tanto da cacciarla qui fuori?"

"Non mi ha cacciata, sono stata io ad uscire."

"Hmhm."

"Hmhm cosa?" l'ispettrice gli diede uno spintone sentendosi presa in giro, ma al ragazzo non sembrò dispiacere.

"Confessi ispettrice" Michiru sospirò.

"Ho esagerato con la signorina Aino."

"Parla di Minako?" il biondo si voltò verso di lei.

"Si, Rei dice che l'ho spaventata con le mi-" l'ispettrice non riuscì a terminare la frase poiché interrotta dalla risata del biondo, piegato sulle ginocchia.

"Ma cos'hai da ridere?"

"S-Scusi ispettrice! Non riesco a immaginarla spaventosa!" le rispose agitando le mani mentre rideva.

"Ho una gran voglia di prenderti a calci."

Il ragazzo si rialzò, asciugandosi le lacrime che gli erano uscite per il troppo ridere.

"Può anche continuare a darmi del tu se proprio non ci riesce ispettrice."

Michiru era a un passo dal colpirlo ma qualcosa la fermava, forse perché, dopotutto, gli piaceva quella persona e con lui si divertiva sempre.

"Piuttosto, lei" questa volta marcò bene il pronome "che cosa ci fa qui? Non l'ho convocata."

"Ho accompagnato Makoto, sa, lei non guida l'auto."

Michiru si fermò a riflettere per qualche istante. Il negozio di fiori si trovava effettivamente molto vicino sia all'hotel Sunrise che all'appartamento dell'ultima vittima, non avrebbe avuto bisogno di un'auto, a differenza degli altri.

"Tienimi questo" gli disse, porgendogli il proprio caffè.

"Ma che combina?" le chiese Haruka, notando che stava scrivendo qualcosa sul taccuino "piuttosto, non dovrebbe rientrare per interrogare gli altri?" l'altra sospirò alla domanda.

"Ho provato a rientrare ma Rei mi ha detto che voleva interrogare Yaten da sola."

"Ha ragione."

"Prego?"

"Se ha spaventato Minako, con Yaten avrebbe fatto anche di peggio."

"Devo prenderla come un'offesa?" chiese con il sopracciglio alzato mentre riponeva il taccuino per riprendersi il caffè, che Haruka allontanò.

"Ma che fa?"

"Lo sa ispettrice..."

"Hm?"

"Non avevo notato che i suoi occhi erano così blu l'ultima volta. Non ero abbastanza vicino."

Michiru arrossì, presa alla sprovvista da quel complimento, allungò la mano per riprendersi il caffè e si voltò, senza dire nulla.

"Ispettrice?"

“Non sapevo fumassi.”

Il ragazzo alzò un sopracciglio, confuso dal suo cambio di argomento.

“Non lo faccio spesso, ma qualche volta mi viene voglia.”

“Ho capito”

“Ispettrice ho detto qualcosa che non va?”

"No, tranquillo. Meglio se rientro" la donna rispose così, lasciando il ragazzo solo con la sua sigaretta.

 

---

 

"Haruka..."

"Hm?"

"Sono contento di essere ancora tuo amico dopo tutto questo tempo sai."

"Davvero?" chiese il biondo mentre sorseggiava un succo di frutta.

"Si, non ti nascondo che spesso ho avuto paura di perderti..."

"Non devi aver paura di quello Yaten" rispose l'altro piuttosto sicuro "noi saremo amici per sempre."

"Già..."

“Come sta andando il campionato?”

“Direi bene, abbiamo vinto tre partite di fila” rispose il giovane pallavolista.

“Sono sicuro che sei stato il migliore in campo.”

“Ma va, non esagerare”

Haruka si alzò dalla panchina su cui erano seduti, buttando via il cartone vuoto della bibita e volgendo lo sguardo all'altro "grazie per la compagnia, adesso devo andare."

"Dove?"

"Minako mi ha chiesto di vederci."

"Ah...d'accordo."

"Va tutto bene?"

"Ultimamente passi molto tempo con lei."

"Sei geloso?" Haruka lo chiese ridendo, come fosse una battuta tra amici, ma si preoccupò quando vide l'altro non rispondere.

"Yaten?"

"Va tutto bene, va' pure."

"Sei sicuro?"

"Si."

 

---

 

"Dato che hai confermato la versione di Minako, entrambi avete un alibi per il secondo omicidio, anche se nulla esclude che possiate aver lasciato casa più tardi. Detto questo, a differenza della sua amica, lei non ne ha uno per il primo, signor Kou."

"Quella sera avevo un allenamento importante, sono andato a mangiare con la squadra più tardi...saranno state circa le dieci. Dopo sono tornato a casa" rispose Yaten, torturandosi nervosamente una ciocca di capelli, sembrava molto teso.

"Va tutto bene Yaten?" chiese Rei, ignorando le formalità, vedendolo in quello stato.

"Si...è solo che non pensavo che Haruka fosse coinvolto...tutto qui."

Rei stava per rispondere al ragazzo, ma la sua attenzione venne catturata dall'entrata di Michiru, che prese posto accanto a lei sussurrando "scusami per prima."

"Va bene, ma parlo io" rispose l'altra ancora a bassa voce e l'ispettrice annuì.

Rei prese, come aveva fatto prima anche la partner, alcune fotografie, mostrandole al ragazzo, ma cambiò la domanda.

"Ha qualche informazione utile riguardo queste persone? Ha notato qualcosa di strano?"

Yaten osservò le fotografie, i soggetti erano gli stessi dell'interrogatorio precedente, fatta eccezione per lui stesso, sostituito da Minako.

"La persona che conosco di meno tra loro è decisamente lei, non so assolutamente nulla sul suo conto" il ragazzo dai capelli argentei poggiò l'indice sul viso di Makoto "l'unico punto che abbiamo in comune sono due persone."

"Sarebbero?"

"Come immagina una è Haruka, l'altra è una ragazza di nome Usagi."

"Usagi?" Rei alzò un sopracciglio, piuttosto preoccupata, sperava con tutto il cuore che non si trattasse della stessa Usagi, così come Michiru, che assunse un'espressione simile.

"Si, è una fotografa sportiva, Minako non ve l'ha detto?" a quel punto le due donne si rassegnarono, la probabilità era davvero alta.

"Può descriverla?"

"Beh è bionda, ha una pettinatura assurda, è goffa-"

"Si è decisamente lei" Rei e Michiru risposero insieme, per poi sospirare.

"La conoscete?" chiese il ragazzo confuso.

"Si, più o meno" rispose Rei "e di lei cosa può dirmi invece?" chiese puntando la foto di Setsuna.

"Ah si, andavamo a scuola insieme, tutti e tre" Yaten rispose con uno sguardo quasi malinconico.

"Tutti e tre?"

"Io, Haruka e Setsuna."

Le due donne rimasero piuttosto scioccate dalla rivelazione, mentre Rei iniziò a pensare che probabilmente l'avvocato l'aveva fissata in quel modo il giorno prima poiché l'aveva riconosciuta, seppur alla poliziotta il suo viso non diceva nulla.

"Era di un anno più grande, però ci vedevamo molto spesso. Lei e Haruka sono amici da tantissimo tempo a quanto ne so, da prima che lo conoscessi."

"Com'era la divisa della vostra scuola?" Michiru intervenne, sembrando stranamente interessata.

"La divisa?" chiese Yaten confuso "beh...pantaloni e cravatta blu scuro...camicia bianca...giacca grigia, ma perché me lo chiede?"

"Curiosità."

Rei alzò un sopracciglio, ignorando il motivo di quella domanda, e continuò l'interrogatorio.

"Cosa mi dice di Minako invece?"

"Ah, lei è mia amica da più o meno due anni, l'ho conosciuta tramite la pallavolo, giochiamo nello stesso palazzetto."

"Rei posso continuare io?" chiese l'ispettrice.

"Va bene, ma se esageri-"

"Non preoccuparti, lascia fare a me" la rassicurò Michiru. Rei acconsentì, ma non sembrava fidarsi delle parole della partner.

"Signor Kou, che rapporto ha con Haruka?"

"Michi..." la mora sospirò.

"Siamo amici dal liceo, lui mi ha sempre protetto, il nostro è un legame molto forte, è il mio migliore amico."

"Davvero?"

"Si" rispose il ragazzo con un sorriso.

"So che Haruka è un pilota professionista, quindi si assenta davvero spesso e quando è in Giappone passa tutto il suo tempo con molte ragazze, non ha paura che il vostro legame possa spezzarsi?"

Yaten cambiò espressione, le parole di Michiru avevano tirato fuori uno dei suoi più grandi timori, perdere Haruka.

"N-No, non ne ho. Il nostro legame è molto forte."

"Ho capito. Quindi non pensa che potrebbe essere sostituito da qualcun'altro?"

"Dove vuole arrivare ispettrice?" le chiese con un tono piuttosto nervoso, tentando di mascherare le sue emozioni con un sorriso.

Michiru afferrò le fotografie che aveva sul tavolo, lasciando lì soltanto quella del biondo, e le sollevò per mostrargliele.

"Non ha paura di essere sostituito da una di loro? Magari è già successo."

Yaten sgranò gli occhi, la paura e l'incertezza sul suo volto erano fin troppo evidenti, l'ispettrice se n'era accorta.

"N-no..." sospirò, abbassando la testa mentre mentiva a se stesso, ma Michiru aveva ottenuto quel che voleva. A differenza di Minako, il ragazzo aveva reagito alla sua provocazione esattamente come si aspettava.

"Abbiamo finito signor Kou, può andare."

Yaten alzò la testa, confuso. Le domande di Rei erano state piuttosto semplici, ma non appena l'ispettrice era intervenuta, il suo tasto dolente era stato schiacciato con forza. Quella donna non era stupida.

Yaten salutò con un cenno le due donne e lasciò la stanza, tornando da Minako e Haruka, che lo stavano aspettando accanto a dei distributori automatici insieme a Makoto, sulla quale cadde lo sguardo del ragazzo.

"Hai visto la sua reazione?" chiese l’ispettrice alla sua partner, quando l’indiziato aveva ormai lasciato la stanza.

"Si, l'ho vista Michiru. Che cos'hai in mente?"

 

---

 

"Haruka dove vai?"

"Devo passare da un'amica, perché me lo chiedi?"

"Aspetta..." gli chiese, afferrandogli un lembo della camicia, fermandolo dal lasciare il proprio appartamento.

"Che c'è Yaten?" chiese l'altro, confuso, voltandosi verso di lui.

"Non puoi restare un altro po'? Sei appena tornato dal Portogallo e siamo stati insieme soltanto un paio d'ore..." il tono del ragazzo era decisamente molto triste.

"Non preoccuparti, quando tornerò passerò la serata con te, promesso" rispose il biondo, sorridendo.

"Non puoi proprio rimandare? Che c'è di tanto importante?"

"Voglio accompagnare Mako in ospedale, non mi va di farla andare da sola."

"Perché?"

"Perché cosa?" chiese alzando un sopracciglio.

"Perché c'è sempre qualcuno o qualcosa che ti porta lontano da me Haruka?" il ragazzo aveva gli occhi lucidi e la voce tremolante.

"Yaten..." il biondo si avvicinò a lui, accarezzandogli la testa affettuosamente "non hai bisogno di sentirti così" continuò, prendendo il suo viso tra le mani "sai quanto io tenga a te no?"

"Si, lo so...però-"

"Nessun però. Stasera tornerò da te e giocheremo tutta la notte come facevamo da ragazzini, ti va?"

"S-Si, va bene."

"Perfetto" Haruka spostò le mani dal suo viso, ma il ragazzo le afferrò.

"Hm?"

"Non…” Yaten sospirò, avrebbe voluto dire mille cose al suo amico, ma non ci riuscì “...dimenticare gli occhiali."

"Ah si, giusto" rispose il biondo ridendo, indossando successivamente gli occhiali che usava per non farsi riconoscere in pubblico.

"Allora ci vediamo dopo?"

"Si."

 

---

 

"È un piacere rivederla agente, sta meglio?"

"Si, la ringrazio" rispose Rei un po' imbarazzata iniziando l'interrogatorio assieme a Michiru.

Le porsero le stesse domande che avevano fatto agli altri due indiziati, ma a differenza loro, Makoto non conosceva affatto le due vittime.

Quel che sapeva di loro era il nome e poche altre informazioni che Haruka le raccontava quando doveva incontrarle.

"Dove si trovava la sera del primo omicidio?"

"A casa, come sicuramente già sa, abito nell'appartamento sopra il negozio" tra i tre sospettati, Makoto sembrò loro la più tranquilla.

"Può dimostrarlo?" chiese la mora.

"Si, ho una telecamera di sicurezza davanti al negozio, potete controllarla."

"La sera del secondo omicidio invece?"

"Ero con la mia amica Usagi, potete chiedere a lei. Abbiamo guardato un film assieme fino a tardi."

"Intende Usagi Tsukino vero?"

"Si esatto, la conosce agente?"

"Beh...si, più o meno" rispose Rei grattandosi la nuca piuttosto imbarazzata, mentre la faccia buffa della bionda le si palesava in mente. Successivamente la mora si voltò verso Michiru, aspettandosi lo stesso gioco che aveva fatto con Minako e Yaten.

"Che rapporto ha con Haruka?" chiese prontamente l'ispettrice.

"Mi ha aiutato in un momento difficile, siamo amici."

Michiru fece una smorfia a quelle parole. Dicevano tutti la stessa cosa, 'siamo amici'.

"Momento difficile?" chiese alzando un sopracciglio.

"Beh vede, ho avuto un'incidente e ho frequentato l'ospedale per molto tempo. Lui c'era e mi è stato vicino, sa in quel periodo era in pausa dal motomondiale a causa di un braccio rotto."

L'ispettrice se lo appuntò, avrebbe sicuramente chiesto al biondo altre informazioni su di lei, così come per gli altri.

Ancora una volta tirò fuori le fotografie degli indiziati, ma la risposta della donna la turbò.

"Mi dispiace ispettrice, ma se vuole chiedermi delle informazioni su di loro non le sarò molto utile" asserì con un tono gentile, quasi dispiaciuto "non conosco affatto quelle persone. Tutto quello che so viene dai racconti di Haruka o di Usagi, ma non credo di averci mai parlato."

"Non ha davvero nessuna informazione? Nemmeno una sensazione, non so?" chiese l'ispettrice piuttosto interdetta.

"Mi sembrano brave persone, rendono felice il mio amico."

"Ho capito."
 

---


“Ehi ti hanno tenuta davvero per poco rispetto a loro due.”

“Beh credo sia perché non sapevo molto, dopotutto” rispose la ragazza dai capelli castani, guardandosi poi intorno.

“Dove sono i tuoi amici?”

“Ah sono andati via, avevano gli allenamenti.”

“Mi dispiace che tu abbia dovuto aspettarmi.”

“Tranquilla Mako, vieni, ti accompagno al negozio” la rassicurò il ragazzo, dirigendosi con lei verso il parcheggio sul retro, dove poco prima aveva parlato con Michiru.

“Che cosa ti hanno chiesto?”

“Sei curioso?”

“Un pochino” rispose ridendo.

“Domande piuttosto comuni, puoi immaginare se hai visto almeno un poliziesco.”

“Niente di particolare?”

“A dire il vero, una domanda mi ha sorpresa. Mi hanno chiesto di noi.”

“Noi?” chiese Haruka, piuttosto confuso, mentre entrava in auto con lei.

“Si. L’ispettrice mi ha chiesto che rapporto abbiamo.”

Il biondo rise a quella risposta, ma Makoto non ne capì il motivo.

Più tardi, quando la riaccompagnò in negozio, la bruna lo invitò in casa, dove trascorsero insieme qualche ora.

 

---

 

“Pensi ancora a lei?”

“Qualche volta, quando sono da sola e non lavoro.”

“Come ti fa sentire?”

La donna sospirò.

“Vedi, il fatto è che sono davvero stanca di sentirmi in colpa.”

“Che cosa intendi Michi?” chiese l’uomo dai capelli scuri, guardandola.

“Vorrei poter fare quello che voglio senza dovermi sentire la cattiva della situazione.”

“Michi, non devi sentirti in colpa per aver fatto quello che ti rende felice. Devi pensare anche alla tua serenità, a quello che ti fa stare bene, non soltanto agli altri.”

“Ma così finirei per ferire qualcuno...è già successo...e lo sai anche tu.”

“Non è stata colpa tua quella volta, anche se continui a pensarlo.”

“Se lo dici tu…”

“Michi.”

“Hm?”

“Sono contento che tu abbia voluto recuperare la nostra seduta, ero molto preoccupato per te. Vorrei che tu imparassi a prendere la tua vita con più leggerezza, senza tener conto di quello che gli altri penseranno di te.”

“Ma Mamoru io-”

“Devi imparare a volerti più bene. Fa’ quello che ti fa stare bene.”

“Quello che mi fa stare bene dici?” l’ispettrice rifletté qualche secondo, afferrando poco dopo il cellulare.

“Ti ringrazio Mamoru, seguirò il tuo consiglio” asserì Michiru, lasciando quasi di corsa il suo studio.

“Aspetta Michi! Dove vai?”

 

---

 

"Davvero?" chiese il biondo ridendo.

"Davvero, non so quante volte sia inciampata in quel secchio, nonostante gli cambi posto ogni volta riesce comunque a beccarlo" rispose la bruna ridendo nel raccontare le disavventure di Usagi.

Lo squillo improvviso del cellulare del biondo interruppe la conversazione, il ragazzo aprì lo sportellino per controllare chi fosse, ma non conosceva quel numero.

 

"Pronto?" rispose, piuttosto curioso.

"Haruka?"

"Ispettrice?" il biondo alzò un sopracciglio decisamente confuso.

"Ha riconosciuto la mia voce?"

"Certo" alla risposta del ragazzo seguì un breve silenzio dell'altra, interrotto da lui stesso.

"Come ha avuto il mio numero?"

"Le ricordo che lavoro in polizia."

"Non fa una piega" asserì il ragazzo, continuando "perché mi ha cercato ispettrice?

"Possiamo vederci?"

"Quando?"

"Adesso."

"Beh non credo sia un problema, ma è successo qualcosa ispettrice?"

"No, stia tranquillo, è tutto ok. Dove si trova adesso? Verrò a prenderla."

"Da Makoto."

"Arrivo."

 

"Tutto bene Haruka?" chiese la bruna quando l'altro staccò il cellulare.

"Si si, era l'ispettrice, dice che voleva vedermi."

"Spero non sia successo nulla."

"Lo spero anch'io."

 

---

 

"Ma buonasera ispettrice."

"Buonasera a lei" rispose al biondo mentre lo guardava entrare nella propria auto.

"Questi sono per lei" le disse Haruka sorridendo, porgendole un mazzo di fiori, al quale la donna rise.

"Che ha da ridere?"

"Pensavo che il negozio chiudesse alle otto."

"Ma io sono un cliente speciale, e poi non potevo presentarmi a mani vuote dato che è venuta fin qui per me."

"Immagino che sia questo il suo modo di ammaliare le ragazze."

"Ehi se dice così mi offende, mi fa sembrare cattivo."

"Quindi è qui che abita la tua amica fioraia?" chiese osservando la vetrina del negozio sottostante, particolarmente carina.

"Si esatto, l’ho accompagnata a casa e sono rimasto un po’ qui con lei, lì c’è la mia auto vede?" rispose indicando la propria auto, parcheggiata davanti al negozio.

"Vedo. Questo posto è molto carino, ma dev’essere scomodo dover passare dal negozio per uscire."

"No si sbaglia, ho usato la porta sul retro."

"Retro?" Michiru alzò un sopracciglio.

"Si esatto, qualcosa non va?" l'ispettrice rifletté qualche istante, recuperando il cellulare dalla tasca del cappotto.

"Scusami un secondo" la donna lasciò l'auto per fare una telefonata, appoggiandosi con la schiena alla portiera.

 

"Michiru?"

"Rei, sei ancora al lavoro?"

"No, sto tornando a casa, perché me lo chiedi?"

"Hai revisionato i video delle telecamere di sorveglianza del negozio di fiori?"

"Si, intendi quelli che mi ha portato Noboru poco dopo gli interrogatori no?"

"Precisamente."

"Ma dove vuoi arrivare? Non capisco."

"Nei video che hai controllato viene mai inquadrato il retro del negozio?"

"No, è una telecamera a circuito chiuso, mostra soltanto l'entrata principale."

"Lì c'è una porta Rei, quei video non provano nulla."

"Quindi potrebbe aver mentito?"

"Si esatto."

"Ho capito, in effetti è molto strano."

"Ne riparliamo domani a lavoro, d'accordo?"

"Si, va bene Michi."

 

Staccata la telefonata, la mora chiuse lo sportellino e ripose il cellulare nella tasca della giacca, procedendo verso casa.

"Chissà se è stata davvero quella ragazza, sembrava così genti-"

Il suo pensiero, sussurrato a voce bassa mentre camminava, venne bruscamente interrotto dal rumore molto forte del vetro di una bottiglia, che si infranse direttamente contro la sua nuca.

Il colpo violento le fece perdere conoscenza all'istante e la giovane poliziotta crollò al suolo, senza aver avuto la possibilità di vedere il suo aggressore.

 

Note dell’autore

Anche questa volta nessuna nota, quindi ringrazio ancora tutte le persone che continuano a seguire la mia storia che, purtroppo, si avvicina sempre più ad una conclusione. Aspetto come sempre le vostre recensioni, al prossimo capitolo!

Taki

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: takitaki