Non riesco a credere alle parole della chirurga. E’ un incubo. Non può essere vero. Daniel non può essere morto. Quella donna sta mentendo. Deve essere così. No, non posso ingannarmi. I volti disperati dei miei compagni di attesa non mentono. Daniel non ce l’ha fatta. E’ morto, a causa di quattro coglioni. Stringo i pugni e mi irrigidisco. Non voglio piangere. Sono pur sempre un demone infernale e dovrei mantenere un certo contegno. Ma, in questo momento, simili considerazioni mi sembrano stupide. Di Daniel Espinoza resta solo un corpo morto, sfondato da tre proiettili, e lui non meritava una simile sorte. Questa ingiustizia accende la mia rabbia. C’è qualcosa di fottutamente sbagliato in tutto questo. E la mia ira, amara, esplode.