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Autore: ChrisAndreini    24/06/2021    2 recensioni
Cinque coppie, cinque cliché, tropes letterari e delle fanfiction ovunque, e un narratore esterno e allo stesso tempo interno che sembra attirare a sé le più assurde coincidenze e situazioni da soap opera.
Un gruppo di amici si ritrova a passare l'anno più movimentato della loro vita guidati dai propositi, dall'amore, e da una matchmaker che non accetta un no come risposta.
Tra relazioni false, scommesse, amici che sono segretamente innamorati da anni, identità segrete e una dose di stalking che non incoraggio a ripetere, seguite le avventure della Corona Crew nella fittizia e decisamente irrealistica città di Harriswood.
Se cercate una storia piena di fluff, di amicizia, amore, e una sana dose di “personaggi che sembra abbiano due prosciutti negli occhi ma che alla fine riescono comunque a risolvere la situazione e ottenere il proprio lieto fine”, allora questa è la storia che fa per voi.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Corona Crew'
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Riunirsi è davvero piacevole

 

Sabato 2 Novembre

Mathi (cuoricino)

Hey!

Ciao!

Come stai?

Bene

Cioè… sono Denny

Ciao

Ciao Denny, del Corona, giusto? ;)

Yup

È imbarazzante

Come stai, Mathi?

Più che imbarazzante è strano, ma capisco che tu voglia ricominciare, quindi…

Woo, come facevi a sapere il mio nome, mi spii?

Dai non mi prendere in giro!

È nella targhetta che indossi sempre al Corona :p

Giusto, che sciocco a non averci pensato ^^’

Scusa se non ti ho chiesto prima il numero

Ero… confuso

Sono un piccolo disastro

Sono stati giorni divertenti

L’incipit di un Coffee shop AU :D

Non ne ho mai letti molti, devo ammetterlo

Io di solito leggo gli inizi e poi mi blocco

Infatti non ho la più pallida idea di come procedere dopo aver ottenuto il numero ahahah

Neanche io, sono nel panico!

Per fortuna stiamo scrivendo o al momento sarei sfuggito dalla conversazione con una scusa e sarei scappato via

…fingi di non aver letto

Troppo tardi ^^

Onestamente, sono leggermente nel panico anche io

Ma allo stesso tempo non riesco a smettere di sorridere come un idiota

*selfie di Mathi che sorride*

Ora puoi ricattarmi

Ohhh! Quella è la maglia che ti ho comprato al New Malfair Comic & Games!! :D

Il mio tesoro più prezioso ;)

Ora sono io che non riesco a smettere di sorridere come un idiota 

*selfie di Denny imbarazzato che sorride*

Ti prego non ricattarmi

Awwww, sei adorabile!

Sfondo del telefono immediato

Non osare!!!

Come procede il lavoro?

Turni doppi quasi sempre, cerco di mettere un po’ di soldi da parte

Inizio ad abituarmi a lavorare al bar, è davvero piacevole e si incontra un sacco di gente

Fatto amicizia?

Sì, un ragazzo super carino mi ha chiesto il numero ieri ;)

…ah

Buon per te

Ottimo

Congratulazioni

Già, mi sta scrivendo proprio in questo momento sono super felice

Capisco, ti lascio chattare allora

Dan… sei tu, ovviamente

…oh

OH!

OHHH!!! 

Santo cielo Mathi!!!

Che c’è? 

Pensavo che ora che eravamo entrambi persone normali, single e gay mi fosse concesso provare a flirtare ;)

flajsdfscv wpeiw 

èpdsdfàà

asfljkeq2epoisd v

Denny?

MI È CADUTO L TELEFONO!!

Scusa!

Mathi come fai ad essere così estroverso!

Non si fa così!

Il mio cuore è debole!

Ci andrò più piano allora ^^’

So di non essere granché a flirtare

Guarda sei perfetto!

Solo che io…

Ugh

È complicata la mia testa!

Sono ancora sconvolto per tutto quello che è successo e c’ho l’ansia

Più che comprensibile

Non ci corre dietro nessuno, quindi fai con calma

E non uscire dalla confort zone se non te la senti

Anche per me è strano ricominciare, sono molto confuso

Immagino

Cioè

Non oso immaginare

Cioè

Insomma, è comprensibile, infatti

Mi dispiace

Se hai bisogno ci sono

Oh, no, non volevo lamentarmi

Ormai non credo di potermi più lamentare

Ho ottenuto tutto ciò che non avrei mai potuto immaginare

La libertà dovrebbe essere la base per una persona, non una cosa che non riesce ad immaginare :(

Siamo felici di averla riconquistata :3

Hai da fare Mercoledì?

Sono a lavoro tutto il giorno, perché?

A lavoro tutto il giorno?!

Ma non è giusto

Posso staccare un po’ prima

No, no, non preoccuparti, è il lavoro

Posso prenotare un tavolo per uno al Corona tutto il giorno?

Bisognerebbe prenotare tramite Roelke

Oh, allora chiedo a Max se ha il suo numero

Ho chiesto a Roelke

Da che ora?

Oh, giusto, dormi da loro

Mi ero scordato che ho lezione la mattina 

Quindi direi dalle cinque del pomeriggio

E poi tutta la sera

È uno strano tipo di appuntamento ^^’

…Dan?

Ti è caduto di nuovo il telefono?

…sì

Si è scheggiato lo schermo :(

OH CAVOLO! 

Mi dispiace!!!

È colpa mia che ho le mani di burro

Smetterò di flirtare per il momento

Mi aiuterebbe a non rompere ulteriormente il telefono

Posso dire un’ultima cosa prima di ritirarmi?

Poso il telefono per sicurezza

Okay vai pure

Mi sei mancato tantissimo *cuore*

Non devi rispondere

Stai scrivendo da cinque minuti che poema mi stai inviando?

Anche tu

Ehi guarda che affrontare un gay panic è stressante!

Ahahahah

Accetto quel “Anche tu” come se fosse un poema in versi di  una pagina intera ;)

Ti lascio perché devo andare a cenare

E perché sono morto di infarto troppe volte 

Buona cena! 

E buonanotte :-*

Ennesimo infarto

Buonanotte anche a te 

*cuore*

*-*

 

Mercoledì 6 Novembre

Mathi non era più abituato a festeggiare il suo compleanno, quindi lavorare per tutto il giorno non gli costava assolutamente nulla.

E poi, con chi avrebbe potuto festeggiare? Non si era fatto ancora alcun amico, e l’unica persona con la quale avrebbe avuto piacere di passare il compleanno insieme era Denny, che sicuramente non se lo ricordava.

O forse non ne avevano proprio parlato. Mathi non si ricordava, ma dubitava di averglielo detto. Dopotutto che senso avrebbe avuto dirgli del proprio compleanno se era convinto al 100% che se ne sarebbe andato prima di poterlo festeggiare con lui.

Nah, era meglio lavorare, mettere da parte un po’ di soldi, e… boh.

Onestamente, Mathi era molto perso. Non sapeva che fare esattamente della sua vita ora che era fuori dall’agenzia. Era passato un mese, ormai, ma era come se fosse bloccato, per il momento.

Lavora come un matto e vivi alla giornata, questo era il suo motto quei giorni. 

E il Coffee Shop AU con Denny era stato una piacevole distrazione dalla propria sofferenza interiore.

Un accenno di trama nella pagina vuota della sua vita che stava aspettando di essere riempita da un autore che non aveva la più pallida idea di cosa scrivere.

E anche con Denny, in fondo, aveva paura.

Paura che la fanfiction finisse, che lui si allontanasse, e che Mathi restasse nuovamente e completamente solo.

A volte, di notte, in una camera in affitto da persone troppo buone per lui, si chiedeva se avesse fatto la scelta giusta.

Ma poi ogni mattina riusciva a vedere Denny, con i suoi capelli gellati e il volto sempre costantemente rosso, e il battito accelerato del suo cuore gli confermava che ne valeva la pena, se poteva osservarlo ogni giorno, fargli il caffè, e portargli una fetta di torta ogni tanto.

Cavolo, doveva imparare a cucinare! Così avrebbe potuto fare direttamente la torta che gli avrebbe poi portato.

Una quest secondaria nel videogioco privo di eventi.

Al momento Denny era al proprio tavolo, prenotato dal pomeriggio, e che teneva occupato intento a studiare da circa tre ore, senza dare l’impressione di volersi alzare tanto presto.

Di posti ce n’erano un’infinità, dato che era solo mercoledì, e non dava fastidio a nessuno in un tavolo piccolo in un angolo della sala, quindi Mathi sperava restasse il più possibile.

Già solo vederlo da lontano avrebbe reso quel compleanno il più bello del mondo.

Girando per i tavoli, per pulire, portare o prendere ordinazioni varie, ad un certo punto venne chiamato dal ragazzo, e il sorriso gli raggiunse le labbra senza che potesse trattenerlo.

-Hai bisogno di qualcosa?- chiese, prendendo la bibita ormai vuota e preparandosi a segnare un nuovo ordine.

-Oh, no. Sono a posto, ma volevo chiederti… ecco… quando hai un momento di pausa?- senza riuscire a guardarlo negli occhi per l’imbarazzo, Denny fissò per tutto il tempo le proprie dita e la tovaglietta martoriata sotto di lui.

Era sempre più adorabile ogni giorno che passava.

-La mia prossima pausa è tra circa quaranta minuti- rispose, osservando l’orologio, e cercando di non farsi riempire di speranza.

Al massimo avrebbero avuto una brevissima chiacchierata, che probabilmente si sarebbe conclusa con la fuga di Denny causata dal gay panic.

-Okay… ehm… potremmo parlare qualche minuto durante la tua pausa?- propose Denny, in un sussurro, arrossendo ulteriormente.

Mathi sorrise con gioia, anche se Denny non lo poteva vedere.

-Certo! Con piacere!- rispose, prima di lasciarlo al suo studio e tornare a lavoro.

L’eccitazione si trasformò presto in terrore quando iniziò a chiedersi perché Denny volesse parlargli. Voleva forse troncare ogni rapporto? O di essere solo conoscenti? O che il suo caffè faceva schifo?

Non era colpa di Mathi se aveva imparato a fare il caffè solo da quando lavorava lì! Era pienamente consapevole di essere una ciofeca.

Quando arrivò la pausa, aveva avuto abbastanza tempo per farsi ogni tipo di aspettativa negativa, quindi raggiunse Denny già triste e pronto ad essere abbandonato.

Non lo biasimava.

Denny non avrebbe mai combinato nulla a stare appresso ad un tipo come lui.

Mathi avrebbe dovuto restare all’agenzia e basta, senza cercare di recuperare una vita ormai condannata.

Si avvicinò al tavolo del ragazzo con sguardo basso, e nel momento stesso in cui lo notò, Denny si alzò di scatto, prendendo la borsa e arrossendo nuovamente.

No, Mathi aveva fatto bene a non restare all’agenzia. Almeno poteva guardarlo con quel volto adorabile. Awww, Denny era così carino!

Peccato che sicuramente gli avrebbe detto di non vedersi mai più per motivi ignoti a Mathi ma sicuramente giustificabili.

-Uhm… vuoi parlare qui, o…?- Mathi indicò il tavolo, poi indicò la porta sul retro, senza sapere cosa volesse Denny.

-Ti che fai di solito in pausa?- chiese Denny, un po’ a disagio.

-Di solito prendo una boccata d’aria e mangio qualcosa- rispose Mathi. In effetti aveva proprio bisogno di mangiare il panino che Roelke gli aveva preparato con tanto amore.

Aveva stretto una grande amicizia con i coniugi King, da quando viveva con loro.

Anche se sapeva bene di non poter stare lì ancora a lungo.

In sette mesi massimo doveva necessariamente sloggiare.

A meno che non avessero bisogno di un babysitter… poteva essere un’idea.

-Allora ti accompagno fuori- Denny gli si avvicinò, distogliendolo dai suoi pensieri, ed entrambi si avviarono fuori, dove l’allontanamento non sarebbe stato visto da tutta la città e dove Mathi avrebbe avuto più possibilità di mantenere un briciolo di dignità agli occhi degli altri.

Si sedettero sul muretto vicino ai cespugli, luogo di grandi momenti passati insieme… principalmente momenti negativi, ma dettagli.

-Come va lo studio?- chiese Mathi, dopo almeno un minuto pieno di totale e imbarazzato silenzio, prendendo il panino e iniziando a mangiare.

-Oh? Oh! Bene! Alla grande! Le materie del secondo anno sono più difficili ma anche molto interessanti. Il professore ci ha chiesto di portare un approfondimento sulle leggi di un paese europeo a nostra scelta e sto studiando a fondo la costituzione di Agaliria! Chissà, magari potrei aiutare Max con la questione di Veronika- raccontò Denny, sbloccandosi nel parlare della sua passione. 

I suoi occhi si illuminavano quando era emozionato per qualcosa.

Sembrava quasi aver dimenticato l’imbarazzo.

-Potresti chiedere a Roelke. Sicuramente è molto esperta di leggi agaliriane- provò a suggerire. Dopotutto era la ex principessa.

-Oh, no! Non voglio disturbarla. Magari le da fastidio parlare di quel posto. E poi la vedo così stressata questi giorni. Sta male, per caso?- chiese Denny, preoccupato.

-Nah, macché. Tutto il contrario, splende come un sole estivo- Mathi lo rassicurò, senza dire chiaro e tondo cosa avesse Roelke. Era un segreto, per il momento, lo sapevano solo loro tre.

E i genitori di Kodie.

Quindi erano in cinque a conoscere la gravidanza della donna.

-Roelke è incinta?!- chiese Denny, incredulo.

Okay… in sei?

-Come diavolo l’hai capito dalla mia frase strana?!- chiese Mathi, sconvolto.

-Non lo so! Mi è venuto il dubbio. Hai detto che splende, e nei prodotti mediali viene sempre detto che una donna incinta brilla e splende, quindi… oh, wow! Che bella notizia!- Denny era esaltato.

-Shhh, è un segreto! Non dirlo a nessuno, soprattutto ad Amabelle- Mathi lo interruppe mettendogli una mano sulla bocca e guardandosi intorno.

Non voleva rischiare che la notizia andasse in giro e Roelke lo cacciasse di casa perché non si fidava più di lui.

Denny si irrigidì di scatto, e arrossì vistosamente.

Mathi si rese conto di quello che aveva fatto, e si affrettò a togliere la mano, arrossendo vistosamente a sua volta.

-Sc_scus…-

-Non lo direi mai ad Amabelle! Non lo dirò neanche a Max. Starò in silenzio assoluto!- si affrettò ad assicurare Denny, evitando il suo sguardo.

-Sì, bene… grazie- Mathi si concentrò sul proprio panino.

-Mmm… Mathi?- dopo qualche altro secondo di silenzio imbarazzato, nel quale Mathi riuscì a finire di mangiare, Denny attirò nuovamente l’attenzione dell’amico.

-Sì?- Mathi si girò verso di lui, e si ritrovò faccia a faccia con un regalo.

Il suo cuore perse un battito.

-Cosa?- chiese, sconvolto, mentre il battito perduto veniva recuperato con un’accelerazione innaturale.

-Buon compleanno! Non sapevo bene cosa potesse servirti. Non avevo neanche molti soldi, quindi ho preso solo un piccolo pensierino, ma volevo dartelo. E spero ti piaccia!- Denny gli porse il pacchetto con mani tremanti, fissando le proprie scarpe.

Mathi lo prese con grande esitazione. Aveva la bocca secca, e non credeva di riuscire a parlare. Fissava il regalo come se fosse una bomba pronta ad esplodere, anche se in fondo sapeva che l’unica bomba pronta ad esplodere era lui stesso. Un’esplosone che inevitabilmente avrebbe portato alla luce tutte le emozioni negative che stava tentando invano di seppellire.

Cercò di tenerle a bada, ma era difficile ignorare il battito sempre più forsennato del suo cuore.

Denny gli aveva fatto un regalo di compleanno.

Non solo, conosceva il suo compleanno. Mathi non credeva di averglielo neanche detto, ma se anche era stato così, come aveva fatto Denny a ricordarlo?! Perché si era preoccupato di fargli un regalo quando al momento non erano nemmeno amici?! Quando Mathi non meritava neanche il suo perdono o un suo saluto.

-Era oggi, vero? Io ricordavo il 6 Novembre, ma forse ricordo male? Era il nove? O era ad Ottobre? No, no, era uno degli ultimi mesi dell’anno… Dicembre, magari? No, ricordavo Novembre. Ma sicuramente ho sbagliato, il giorno, mi dispiace- Denny iniziò a farsi mille paranoie, imbarazzato ed ansioso. Mathi scosse la testa.

-Sì…- sussurrò tra sé, ascoltando appena quello che aveva appena detto. La sua testa era completamente vuota. Stringeva il regalo tra le mani come un’ancora vitale che però rischiava davvero di esplodergli in faccia.

-Ho sbagliato?! Mi dispiace!- il tono di Denny si fece super acuto, e fece per riprendere il regalo.

Mathi lo scansò dalle sue mani.

-No! No… è oggi!- lo rassicurò, facendogli tirare un sospiro di sollievo.

-Per fortuna! Mi stava venendo un’ansia assurda perché non me lo hai ricordato quindi iniziavo a pensare di aver sbagliato il giorno ma ero così convinto fosse oggi…- 

-Come?- chiese Mathi, ancora incredulo.

-Ne abbiamo parlato… il giorno del mio compleanno, ricordi?-

Vagamente. Quel giorno lo avevano passato insieme, era stato l’ultimo giorno della loro amicizia prima che Mathi rovinasse tutto prima con il bacio, poi con la sua doppia vita.

-Sì… no… non ricordavo di averti detto il giorno del mio compleanno- ammise, tornando a guardare il regalo con tristezza. Non meritava che Denny fosse così gentile con lui, quando lui non aveva fatto altro che rischiare di rovinargli la vita.

-Se non ti piace festeggiarlo… va bene. Ma ci tenevo a farti un regalo, e a starti vicino… come tu sei stato vicino a te- borbottò Denny, a voce bassa, come se temesse di disturbare Mathi con la sua confessione.

-Posso aprirlo?- chiese Mathi, accennando un timido sguardo verso di lui.

Denny si illuminò.

-Certo! È per te! Ma non aspettarti niente di ché. È davvero una sciocchezza- Denny lo incoraggiò ad aprirlo, e a scapito delle sue parole, si vedeva che era molto eccitato all’idea di vederlo aprire il regalo, come se fosse stato lui a riceverne uno.

Le mani di Mathi tremavano incerte, ma cercò di aprire il pacco senza strappare la carta. La dimensione sembrava quella di un libro. Forse un qualche manuale di gioco, o un manga. 

Non si aspettava di ritrovarsi con un’agenda con la copertina di Ace Attorney.

La sfogliò appena, meccanicamente, e nella prima pagina trovò una foto di lui, Denny e Aggie al New Malfair Comic & Games, in cosplay, e una dedica: 

“Per organizzare la tua nuova e meritatissima vita!”

A vedere sua sorella in costume, la dedica, il pensiero che Denny tenesse a lui nonostante tutto, e la prospettiva di una nuova vita, che ancora non aveva del tutto afferrato, la bomba esplose.

E Mathi scoppiò a piangere.

Fu più forte di lui. 

Tutte le sue ansie, paure, incertezze e confusione vennero alla luce, in un pianto liberatorio e disperato, che colse Denny del tutto impreparato.

Mathi aggiunse ai vari sensi di colpa anche quello nei confronti del ragazzo, che gli aveva fatto uno dei regali più belli che avesse ricevuto in vita sua, e sicuramente sembrava che Mathi non lo avesse apprezzato.

Non ne combinava una giusta!

Ma Denny lo stupì, perché dopo essere sobbalzato per la sorpresa, si affrettò ad abbracciarlo.

-Mathi… va tutto bene- lo strinse a sé, accarezzandogli la schiena.

-Sc_Scusa…- Mathi provò a smettere di piangere, a farsi forza, a non abbandonarsi tra le braccia del ragazzo che gli aveva praticamente restituito la vita. Doveva essere forte, per lui. Era lui a doverlo proteggere, a doverlo aiutare a combattere la sua ansia, a doverlo aspettare con un sorriso e rassicurazione.

Ma Denny non gli permise di allontanarsi, e lo strinse più forte.

-Sfogati, Mathi. Butta tutto fuori- lo incoraggiò, in tono dolce.

-No, non devo fare così, dovrei essere felice, dovrei essere… sono libero! Sono felice! Sono al sicuro, non ho il diritto di piangere!- Mathi lo scansò con più decisione, e cercò di asciugarsi le lacrime che imperterrite continuavano a rigargli le guance e rischiavano di finire sull’agenda.

Aveva in gola un groppo enorme, e a malapena riusciva a parlare.

Ma aveva bisogno di ricordarsi la sua immensa fortuna. Non aveva davvero il diritto di piangere quando c’erano persone che stavano mille volte peggio di lui! Non aveva motivi per essere triste!

-Tutti hanno il diritto di piangere. Soprattutto dopo quello che hai passato tu. Se non vuoi farlo davanti a me va bene, ma sono stato un pessimo amico, e voglio starti vicino, Mathi… Matthew. Almeno finché non sarai davvero felice- Denny non provò nuovamente ad abbracciarlo, ma gli si avvicinò, cercando il suo sguardo.

Era calmo, incoraggiante, deciso e confortante.

Era incredibile come una persona ansiosa come lui fosse capace di tale sangue freddo quando si trattava di aiutare gli altri.

Denny era davvero la persona più straordinaria che Mathi avesse mai incontrato.

E alla fine si abbandonò.

Strinse l’agenda al petto e lasciò che le lacrime fluissero liberamente.

-Sono stanco…- ammise, tra i singhiozzi -…mi sento perso, bloccato, senza niente e nessuno…- iniziò a sfogarsi, seppellendo il volto sulle ginocchia. Fingendo di non stare dicendo tutti i suoi problemi al ragazzo di cui era follemente innamorato che sicuramente l’avrebbe poi visto con altri occhi.

-…pensavo che andando via dall’agenzia tutto sarebbe andato bene, ma non ho che il mio lavoro. Non so bene che altro fare della mia vita. E mi manca tantissimo mia sorella. Non hai idea di quanto mi manchi…- 

-Perché non provi a contattarla?- gli suggerì timidamente Denny, dandogli qualche pacca sulla schiena.

-…ci ho pensato. Ci penso ogni giorno, ma non ci riesco. Ho troppa paura della sua reazione. Magari sta meglio senza di me. Sicuramente mi odia per averla abbandonata, e non la biasimo. Sono una persona orribile. Era meglio se restavo all’agenzia!- scosse la testa, abbattendosi come era sua abitudine. Le pacche sulla schiena si fermarono.

-Non è vero, Mathi- il tono di Denny era fermo, quasi arrabbiato.

Mathi scosse la testa.

-Sei troppo buono con me, Denny. Ma io non merito la tua amicizia. Non merito neanche la tua cortesia. Per tutto questo tempo sei stato amico di una maschera, e l’ho indossata così a lungo che non ho la più pallida idea di cosa ci sia dietro, so solo che non vale la pena perderci tempo. Dovresti cercare di meglio- gli suggerì, tra le lacrime, dandogli le spalle per allontanarlo fisicamente da lui, oltre che emotivamente.

-Mi hai detto che ero la cosa più vera che ti fosse capitata da tre anni a questa parte- gli ricordò Denny, in tono impassibile. Senza poterlo vedere in faccia, Mathi non aveva la più pallida idea di quale potesse essere la sua espressione.

Non rispose alla provocazione.

-Beh… io non mi sono mai sentito così bene come quando ero con te. Al finto appuntamento, sulle piste da sci, durante le serate cinema o a lezione. Forse con altri hai indossato una maschera, ma non con me. Io mi rifiuto di credere che il Mathi che conosco e che amo non sia altro che una maschera da agenzia. Tu sei il mio Mathi. E non ti lascerò andare finché non ti avrò aiutato a recuperare tutti i pezzi del tuo vero io- lo abbracciò da dietro, con forza, seppellendo il volto sulla sua schiena.

Mathi avvertì il suo calore, il suo affetto, e le sue lacrime, che lentamente iniziavano a bagnargli la maglietta.

Chiuse gli occhi, e si abbandonò al suo tocco gentile.

Forse poteva davvero ricominciare, con lui.

Forse la sua vita non era finita a ventitré anni… pardon, ventiquattro, ormai.

Dopo parecchi minuti passati in silenzio, abbracciati, Mathi si scansò, e si girò verso Denny, asciugando le ultime lacrime rimaste.

Denny fece altrettanto.

-Scusa…- cominciò costernato per essere crollato in quel modo, ma allo stesso tempo felice che Denny fosse stato con lui.

-Non scusarti. Stai un po’ meglio?- chiese il ragazzo, accennando un sorrisino.

Per tutta risposta Mathi lo abbracciò, per davvero stavolta, anche se per pochi secondi.

-Adoro il tuo regalo. Grazie- gli sussurrò, un po’ a disagio.

-Mathi… che ne diresti di tornare nella Corona Crew? Ricominciare a piccoli passi, facendoti qualche amico, uscendo qualche sera, e, non so…- gli propose Denny, imbarazzato.

Mathi ci pensò qualche secondo, poi gli prese la mano.

-Mi farebbe piacere- ammise, tremando appena.

Non era ancora convinto di poter ricominciare, ma se c’era Denny con lui, pronto a seguirlo in ogni passo, era convinto che sarebbe riuscito a fare qualsiasi cosa.

Denny, dal canto suo, era sempre più convinto che era stato orribile ad aspettare così tanto prima di ricontattarlo, facendosi bloccare da un insignificante gay panic. Ora che c’era un nuovo tosto problema da affrontare, stare con Mathi era diventato semplice e necessario come respirare, e avrebbe fatto di tutto pur di aiutarlo.

Anche farsi odiare.

…il suo proposito era compiuto, ma forse era il caso di compiere una quarta e ultima azione spericolata e suicida.

Sperava solo di non farsi odiare troppo.

 

Venerdì 15 Novembre 

C’erano state delle serate cinema, in quelle settimane, ma quella era la prima serata cinema seria da quando Norman era tornato a Harriswood, dopo tutti i casini.

E con “seria” si intendeva con tutti i membri della Corona Crew, e non solo i soliti Max, Clover, Denny e a volte Amabelle e Norman. 

No, quella era una serata cinema bella piena, dato che oltre ai cinque già citati, c’erano anche tutti gli altri membri del gruppo, ovvero Felix, Mirren, Petra, Diego e anche un redivivo Mathi, che non aveva spiegato bene i motivi che lo avevano allontanato tutto il tempo, ma era stato accolto a braccia aperte soprattutto da Amabelle, che aveva immediatamente preso Norman e Petra da parte per riaprire ufficialmente la sezione Mathenny del progetto Matchmakers 2.0.

Norman non aveva avuto nulla da obiettare.

Anche se iniziava ad organizzarsi per un progetto nuovo e personale chiamato “Operazione Match the Matchmakers” abbreviato in OMM… perché serviva molto yoga per provare a portarlo a termine.

Questa operazione aveva come obiettivo unire Petra e Amabelle.

Perché Norman era stanco dell’atteggiamento passivo evasivo di Amabelle, e dato che lei non agiva, avrebbe agito lui per lei, ripagandola dei mesi passati ad immischiarsi con la stessa moneta… ma in maniera più discreta.

Quando ci si metteva, Norman era un vero genio del male.

Il problema era che non aveva molto tempo per mettercisi, quindi doveva in fretta trovare alleati, magari nelle coppie già formate.

…che al momento erano Felix e Mirren, e… Clover e Diego?

-Non ci credo. Ci state nuovamente prendendo in giro- stava dicendo Petra, sicura nella sua affermazione, appoggiata da una Amabelle che squadrava i due seduti sul divano cercando segnali compromettenti che confermassero la relazione che i due avevano annunciato con molta nonchalance alla inchiesta di Amabelle.

Considerando che Clover era seduta sulle gambe di Diego e ogni tanto lo imboccava di pop-corn, per gli standard di Norman erano pronti alle nozze.

Amabelle aveva standard diversi.

-Vogliamo una prova più schiacciante. Ci avete preso in giro per mesi! Siete diventati bravi a fingere- li accusò infatti, incrociando le braccia e apparendo molto scettica.

-Non è cambiato proprio nulla- osservò Mathi divertito, sussurrando all’orecchio di Denny, che ridacchiò e arrossì parecchio.

Anche la loro relazione sembrava non essere cambiata affatto.

-Senti, Amabelle, perché dovremmo fingere di nuovo? Non avrebbe senso rifare la stessa pagliacciata, non credi?- chiese Diego, cercando di vedere la situazione con logica.

Prima che Amabelle potesse obiettare, Clover zittì ogni possibile replica prendendo il volto di Diego e baciandolo con passione, e lasciando tutti senza parole.

Max coprì gli occhi del fratello, quasi distrattamente.

-Ehi, non sono un bambino!- si lamentò lui, indignato.

-La nostra tecnica è migliore- sussurrò Felix all’orecchio di Mirren, guadagnandosi una gomitata da parte del suddetto, imbarazzato.

-Vogliamo fare una gara?- chiese Clover, dopo essersi staccata, lanciando un’occhiata di sfida nei confronti della coppia, e facendo ridacchiare Felix.

Diego era rimasto completamente scombussolato, e ci mise qualche secondo a riprendersi e a rimbrottare Clover per la proposta.

Ma mai quanto ci misero Amabelle e Petra, che fissarono i due con identiche espressioni sbigottite, senza credere a ciò che avevano appena assistito.

-Wow- disse infine Petra, incapace di commentare altro.

-Bene… Sì, direi che era una prova sufficiente- cedette Amabelle, in tono neutro.

Poi ci ripensò, e si fece prendere dalla gioia.

-Aspetta! Quindi due coppie su quattro sono canon! Sono a metà del proposito!- esclamò, emozionata, rendendosi conto del successo.

-E rimarrai a metà del proposito, preparati- borbottò Max, controllando qualcosa sul telefono e poi gettandolo in direzione di Clover, che lo prese al volo sospirando.

-Beh, non è detto, potresti arrivare a tre quarti- commentò Denny, distrattamente, mentre sceglieva il film.

-Ohhhhh, cos’abbiamo qui? È una confessione, questa?- Amabelle subito gli si fiondò addosso fiutando l’occasione, e Denny sobbalzò, rendendosi conto di ciò che aveva appena detto, e arrossendo così tanto che Norman poteva giurare i capelli gli si erano appena tinti di sfumature ramate.

O forse era solo la luce. Era improbabile che Denny avesse ottenuto dei poteri magici che lo facevano arrossire in luoghi improbabili.

-Non intendevo niente! Assolutamente niente! Amabelle non starmi addosso! Ho scelto il film!- Denny prese un DVD dalla loro piccola ma interessante collezione, messa a disposizione per il primo film dato che Netflix era in manutenzione e sarebbe tornato online in un paio d’ore.

-Mathi, tu che pensi al riguardo?- Amabelle abbandonò il ragazzo per rivolgersi al redivivo del gruppo, che stava fissando Denny con affetto e una punta di tristezza.

Sposto lo sguardo su Amabelle con un grande sorriso.

-Io penso che sono felicissimo di aver recuperato la mia amicizia con Denny e di essere qui con il gruppo- rispose, sinceramente, ma non approfondendo come Amabelle avrebbe voluto.

-Sì, ma…- 

-Amabelle, lasciali in pace, dai- la riprese Norman prima che potesse insistere troppo. Era chiaro che entrambi non fossero ancora pronti a portare la relazione ad un livello successivo… sebbene fosse altrettanto chiaro che entrambi avrebbero voluto, davvero un sacco.

-Okay… che film vediamo?- dando prova di essere davvero migliorata (per alcune cose, almeno) Amabelle si rimise seduta, e guardò la televisione con curiosità.

Erano un sacco in uno spazio davvero stretto, quindi lei, Felix, Denny e Mathi erano finiti seduti a terra, in mezzo a coperte e cuscini. L’aria invernale, dopotutto, iniziava a farsi sentire.

-Little Miss Sunshine- rispose Denny, mentre lo schermo mostrava il menù del film. 

-Oh, un classico! Ottima scelta- commentò Clover, con occhi brillanti. Era uno dei suoi film preferiti, e ne approfitto per consigliarvelo, dato che è anche uno dei miei film preferiti, e cerco di spammarlo il più possibile. Per chi ha Disney+, lo potete trovare lì.

Ma spam a parte, il gruppo vide il film senza incidenti di sorta, ma solo qualche commento. Piacque a tutti, e alla fine della proiezione, Norman poteva giurare che Clover si fosse discretamente asciugata gli occhi.

-Top 5 finali più belli per un film- commentò Felix mentre scorrevano i titoli di coda.

-Non l’avevo mai visto… è bellissimo. Top 10 dei miei film preferiti- Mathi non piangeva affatto discretamente, anzi, si asciugò le lacrime con grande enfasi. 

Denny sembrava estremamente soddisfatto della sua scelta. 

-A chi tocca adesso?- chiese Norman, guardando l’ora e prendendo il telecomando.

-Allora, dato che è la prima volta che vengono da un secolo e mezzo, direi uno a caso tra Felix e Mirren- rifletté Clover, pensierosa.

Norman porse il telecomando a Felix.

-Wow, davvero?! Mirren, vuoi scegliere tu?- Felix cedette lo scettro del potere al ragazzo, che però lo rispedì al mittente.

-Sai bene che ho pessimo gusto in fatto di film- ammise, a denti stretti.

-io finirei per vedere un cartone Disney- ridacchiò Felix, dando prova di avere invece ottimi gusti.

-È un secolo che non vediamo un bel classico Disney! Io approvo!- Amabelle era dalla sua parte, lo abbracciò entusiasta.

-Magari uno senza… voi sapete cosa- suggerì Clover, lanciando un’occhiata preoccupata verso Max, che aveva ripreso il telefono e lo fissava distrattamente. Sembrava non ascoltare una parola di quello che si stavano dicendo, e probabilmente aveva visto il film solo a pezzi, troppo preso dal dispositivo e dai suoi pensieri.

-Cosa?- chiesero Felix e Amabelle, completamente ignari del significato nascosto della frase di Clover, guardandola in cerca di risposte.

-Insomma… voi sapete chi…- Clover indicò Max con la testa.

Amabelle e Felix si guardarono sempre più confusi.

-Voldemort?- chiesero insieme.

-Noooo- ormai Clover stava indicando chiaramente Max, che non si era accorto di nulla.

-Max?- chiesero i due amici, senza capire, e attirando finalmente l’attenzione del ragazzo, che sollevò la testa verso di loro.

-No, idioti! Principesse!- sbottò Clover, perdendo la pazienza, e tappandosi immediatamente la bocca per essersi lasciata sfuggire la parola.

-Ahhhhh… OH! GIUSTO! SCUSA!- Amabelle e Felix erano così in sintonia da sembrava robot creati in serie, e guardarono l’ignaro Max con occhi mortificati.

-Principesse? Un film di principesse? Potete metterlo, eh, non vi trattenete per me… a chi tocca scegliere?- come svegliato da un sogno, Max si guardò intorno cercando di capire cosa si fosse perso. Clover gli diede qualche pacca sulla spalla.

-Ho dato il telecomando a Felix, ma me ne sono aspramente pentita- dopo aver usato un tono dolcissimo verso il migliore amico, Clover lanciò un’occhiata assassina verso Felix e Amabelle, che si ritirarono, preoccupati per la loro salute fisica.

-Comunque non temere! Pensavo di mettere…- Felix cominciò deciso, poi si interruppe, senza riuscire a pensare ad un film Disney senza principesse.

Non era colpa sua se erano i suoi preferiti.

-Che ne dici di un Toy Story?- propose Mirren, incoraggiante.

Era un Pixar, non un Disney, ma dettagli.

-Non il 4!- obiettò immediatamente Denny, pronto a lamentarsi di quanto facesse schifo nella sua opinione.

-No, aspetta, abbiamo solo Netflix, giusto? Netflix non ha film Disney… che ne dite di Shrek?- Felix alla fine ebbe una proposta vincente, che mise in accordo tutti.

…purtroppo, Netflix era ancora in manutenzione.

-Va bene… abbiamo circa un quarto d’ora per chiacchierare del più e del meno… o vediamo qualcosa da youtube collegandolo alla TV?- propose Mathi, prendendo il telefono e dimostrando di essere il più esperto di tecnologie, lì dentro (non che ci volesse molto).

-Vada per le chiacchiere!- esclamò Amabelle, battendo le mani entusiasta.

-Visto che c’è un po’ di tempo, Amabelle, volevo chiederti se ti va di…- Petra approfittò della pausa per rivolgersi all’amica, che senza neanche farla finire si alzò di scatto, improvvisamente agitata.

-Io vado a fare altri pop-corn!- esclamò in tono acuto, prima di correre in cucina.

-Ti raggiungo- Max si alzò a sua volta, sospirando come spesso faceva quel giorno… e nelle ultime settimane.

-Volevo solo chiederle se le andava di venire alla cena di domani- Petra incrociò le braccia e fece il muso.

-Vuoi dire alla cena alla quale io non parteciperò?- chiese Mirren, facendo il muso a sua volta.

-Dai, Mirr, è un’occasione per recuperare! Sono felice che tuo padre abbia invitato tutti!- Felix si appoggiò alle sue gambe, che gli avevano fatto da poggia schiena tutto il tempo, e gli sorrise incoraggiante.

Mirren non lo guardò.

-Entrare nella tana del lupo senza che lui mi abbia invitato personalmente… no grazie!- insistette, irritato.

Norman aveva una vaga idea di quale fosse il problema. Negli ultimi tempi Mirren era ai ferri cortissimi con suo padre, a causa del coming out, e quindi viveva da Felix. Petra gli aveva detto che aveva organizzato per sabato una cena con i Durke, si sperava nel tentativo di farsi perdonare e riaccettare a casa il figlio.

Norman sperava davvero che la situazione si risolvesse per il meglio, ma non si aspettava che Mirren fosse tanto restio a partecipare.

-Ci credo che non ha potuto invitarti, hai bloccato il suo numero- gli fece presente Petra, roteando gli occhi.

-Probabilmente tirerà fuori qualche manovra strana, invitando la mia nuova collega, o avvelenando il cibo sotto guida di Bonnie- ipotizzò Mirren, melodrammatico come non era mai (che Felix lo stesse influenzando in modo negativo?).

-Bonnie è stata cacciata via- obiettò Petra, con una certa soddisfazione.

-E poi dubito che tuo padre sia così sprovveduto da avvelenare tutti gli ospiti in casa sua, verrebbe scoperto subito- Felix gli fece notare con logica che raramente usava (che Mirren lo stesse influenzando in modo positivo?).

-Lasciamo stare per ora!- Mirren chiuse la conversazione, che in effetti era parecchio personale per una chiacchierata di gruppo.

Anche se Norman era l’unico che la stava ascoltando, dato che Clover e Diego avevano iniziato a parlare tra loro in maniera sdolcinata (o quantomeno sembrava sdolcinata agli occhi di Norman) e Mathi e Denny parlavano di videogiochi, anche loro in maniera abbastanza sdolcinata, dato che erano davvero tanto tanto vicini tra loro.

-Petra, perché non vai a controllare cosa stanno facendo Amabelle e Max? Puoi chiedere ad Amabelle di venire alla cena domani- suggerì Norman, cercando di essere il più discreto possibile, e controllando l’orologio.

-Forse è meglio. Nessuno mi rubi il posto!- mettendo la propria giacca sul divanetto che aveva conquistato con le unghie e con i denti, lanciando principalmente un’occhiata assassina verso Felix, Petra si diresse in cucina.

Felix non perse tempo per sedersi sul divanetto, piegando la giacca di Petra e posandola alle sue spalle.

-Che bello essere alla tua stessa altezza- Felix guardò Mirren con grande amore, arrivandogli a pochi centimetri dal volto.

-Ci tieni tanto a liberarti della mia presenza in casa tua, eh?- lo provocò Mirren, con volto impassibile. Si vedeva che si era ormai abituato a ritrovarsi il proprio ragazzo a pochi centimetri dalla faccia. Un tempo sarebbe arrossito come un pomodoro.

-Lo sai che non è per questo. Per quel che mi riguarda potremmo prenderci una casa insieme e andare a convivere anche seduta stante. Voglio che le cose si risolvano- senza cedere neanche un secondo alla provocazione, Felix lo fissò sempre più profondamente negli occhi, avvicinandosi ancora un po’.

E dopo qualche istante di silenziosa lotta di sguardi, Mirren distolse il proprio, e sospirò.

-Vengo solo per te, sappilo. E se il cibo ha un sapore strano andiamo immediatamente all’ospedale- cedette infine -Oh, e non stare mai da solo con mio padre! Ho paura di ciò che potrebbe farti!- aggiunse poi, ritornando a guardarlo.

-Ti preoccupi troppo, Mirr- Felix ridacchiò, e gli diede un fugace bacio a fior di labbra.

Certo che ne avevano fatti di progressi dall’inizio dell’anno!

-Povera Amabelle, che si perde questo oro- osservò Clover, che si era interessata alla conversazione da quando Petra era andata via, e si era alzata per sgranchire le gambe.

Si avvicinò a Norman.

-Allora, Norm. Per quale motivo hai cacciato Petra? Vuoi parlare con noi da solo?- gli cinse le spalle e gli parlò in tono confidenziale.

Norman non si aspettava di essere beccato così malamente.

Le tre coppie gli si rivolsero con curiosità.

-Beh… non posso negarlo. Speravo di ottenere un aiuto da voi- ammise, pensando all’OMM.

Almeno Clover gli aveva dato una buona scusa per tirarla fuori.

-Sai che sono sempre disposto ad aiutarti, di che hai bisogno?- Mirren diede immediatamente la sua disponibilità, probabilmente pensando fosse una faccenda sulla scuola o legata al lavoro.

Probabilmente era quello che meno avrebbe apprezzato l’OMM, ma non poteva certo chiedere anche a lui di lasciare la stanza ora che il gatto era fuori dal sacco.

-Beh, riguarda le nostre adorate Matchmakers, e i loro piani di unire le coppie- esordì, senza sapere bene come spiegare la situazione.

-Sì, piani fondamentalmente ormai riusciti- osservò Diego, che non capiva dove la situazione volesse andare a parare.

-Io e Mathi non stiamo ancora insieme- ci tenne a sottolineare Denny.

Sia lui che Mathi (e il resto della sala) si resero presto conto delle parole usate, e arrossirono vistosamente.

-Cioè… io e Mathi non stiamo insieme! Fine!- si corresse il ragazzo, anche se era chiaramente troppo tardi.

Tutti lo ignorarono.

-Volevo avviare l’Operazione Match the Matchmakers, per unire Petra e Amabelle, che sono chiaramente cotte l’una dell’altra, ma Amabelle è troppo codarda per ammetterlo, e Petra viene sempre interrotta dalla codardia di Amabelle- spiegò in breve, assicurandosi con la coda dell’occhio che nessuna delle citate rientrasse nella stanza.

Mirren rabbrividì.

-Se pensi che sia necessario… suppongo che aiutare mia sorella mi renderebbe una persona migliore- commentò a denti stretti. Era chiaro che avrebbe fatto di tutto per evitare di avere Amabelle come cognata. Ma che dire, all’amor non si comanda.

-Uhhhh, intendi tipo vendicarci per i piani assurdi che ha fatto nei nostri confronti?!- chiese Felix, pregustando il divertimento.

-Potremmo usare le sue manette contro di lei! Le porta ancora appresso, prima le ho trovate mentre le facevo vedere un trucco di magia- osservò Mathi, interessato all’idea.

-Se c’è qualcuno che merita quelle manette è lei- gli diede man forte Denny, dando allo stesso tempo la sua adesione.

-Sei molto più interessante di quanto ti dessi credito! Mi piace il tuo lato da genio del male! Ci sto!- anche Clover salì sulla barca.

-Sarà divertente- seguita a ruota da Diego.

-Ottimo! Dobbiamo elaborare una strategia funzionale e allo stesso tempo discreta che non rovini la situazione come ha fatto lei con voi- Norman iniziò a riflettere su come utilizzare le nuove armi a sua disposizione.

-Sì! Qualcosa che funzioni entro la fine dell’anno, ovvero in un mese e mezzo massimo- gli diede man forte Diego.

-Vabbè, dai, anche se sforiamo di qualche settimana non sarà la fine del mondo- Clover provò a vederla più scialla.

-Ma che sei matta?! Questa storia deve finire entro capodanno! Non si può sforare di qualche giorno!- la corresse Denny, scandalizzato.

-In che senso “questa storia”?- chiese Mirren, confuso.

La replica difficile venne stroncata dall’arrivo in sala dei tre dispersi, con Amabelle a disagio, Petra irritata, e Max più distratto che mai.

Per fortuna portavano anche parecchi pop-corn.

-Di che parlavate?- chiese Amabelle, cercando di entrare nella conversazione per distrarsi dallo sguardo profondo di Petra.

-Del fatto che la manutenzione è finita ed è ora di vedere Shrek!- Mathi trovò immediatamente una scappatoia, accendendo la televisione e mettendo Netflix.

-Ehi, tu! Scendi dal mio divanetto!- Petra cacciò malamente Felix dal suo posto, lanciandogli contro qualche pop corn e colpendolo con estrema precisione.

-Te lo stavo tenendo al caldo- provò a giustificarsi Felix, alzandosi immediatamente e tornando a terra.

Il resto della serata procedette senza intoppi.

 

A fine serata, Max quasi non si era accorto del tempo trascorso.

Probabilmente perché aveva passato buona parte della serata a struggersi su come rispondere all’ultimo messaggio di Strelitzia, che ultimamente gli scriveva quasi ogni giorno sia per una semplice chiacchierata, che per veri e propri consigli.

Il messaggio che l’aveva tenuto in tensione tutta la sera era stato un semplice quanto banale: “Hey, come va? Cosa fai oggi?” al quale, dopo tanta ponderazione e attesa, Max aveva risposto “Meh, niente di che, sto con gli amici, tu?”.

Strelitzia non aveva ancora replicato. Cosa comprensibile, dato che a quell’ora, ad Agaliria, erano tipo… boh. Max non riusciva ancora ad abituarsi al fuso orario.

Era troppo distratto per fare uno sforzo nel pensarci.

Sospirò per forse la ventesima volta quella sera, e mise via il telefono, cercando di non pensarci.

Si rese conto che la sala si era quasi completamente svuotata, e restavano solo Mathi, Norman, Clover e Diego, intenti ad aiutare a mettere a posto.

Si alzò per dare una mano a sua volta, ma venne spinto nuovamente sul divano da Clover, che si era accorta del suo stato di confusione.

-Max, possiamo parlare un minuto?- chiese, sedendosi accanto a lui.

Il ragazzo non era proprio ansioso di chiacchierare, ma annuì, sapendo di dovere almeno alla sua migliore amica delle spiegazioni.

E poi chissà, magari Clover l’avrebbe aiutato a mettere ordine nella sua testa.

-Di cosa?- chiese, facendo il finto tonto perché se Clover non avrebbe tirato fuori l’argomento col cavolo che l’avrebbe tirato fuori lui.

-Di tu sai chi- rispose la ragazza.

-Voldemort?- chiese Max, fingendo ignoranza, e beccandosi uno scappellotto.

-Okay, era pessima. Uff…- Max sospirò, e si mise più comodo sul divano.

-Clover, non so che fare- ammise quindi, prendendosi il volto tra le mani, in estrema difficoltà.

Clover gli diede qualche pacca sulla spalla.

-Va bene, tiro ad indovinare o mi dici quello che è successo?- chiese Clover, pratica.

-Meglio se tiri ad indovinare, non voglio rivelare io il segreto- si sarebbe sentito davvero in colpa. Soprattutto perché era un segreto bello grosso quello che Strelitzia era Veronika.

-Okay, ho due ipotesi: o ti sei preso una cotta per qualcun altro ma ti senti a disagio perché hai paura delle conseguenze dato che hai i traumi…- iniziò ad ipotizzare Clover. Max la guardò come se fosse pazza.

-Cosa?!- esclamò, quasi disgustato all’idea.

-No, in effetti non ci puntavo tanto neanche io, ma aveva più senso rispetto alla mia seconda ipotesi, ovvero che hai iniziato a chattare con Veronika in un sito anonimo, e ti sei reso conto troppo tardi che quella era Veronika e ora ti ritrovi a vivere la stessa situazione che aveva vissuto lei dove però questa volta sei tu quello che sa della sua identità mentre lei no, quindi ti senti in colpa e vorresti dirglielo ma non sai come fare e allo stesso tempo ti piace l’idea di essere per una volta tu quello con il coltello dalla parte del manico. Ovviamente delle due emozioni quella che prevale è il senso di colpa e sei in difficoltà e vorresti solo andare avanti, ma l’amore che provi per la ragazza è così forte che preferisci vivere in questo limbo pur di non smettere per sempre di parlarle… o una cosa del genere, sto solo tirando ad indovinare- dopo aver fatto un riassunto estremamente accurato, Clover fece finta di niente, come se fosse solo un’ipotesi come un’altra.

Max tirò fuori un lamento depresso.

-Come fai a conoscermi così bene?!- chiese, incredulo.

-Sei un libro aperto, per me. Allora… vuoi un consiglio, o una valvola di sfogo?- chiese poi avvicinandosi per offrirsi come consulente e psicologa.

-Io… non lo so. Cioè, so di dover andare avanti. Veronika si sposerà a Gennaio, ormai è praticamente sposata, ed è una principessa, completamente fuori dalla mia portata, eppure… so che l’ho conosciuta per poco, e mi ha detto tante bugie, ma stare con lei, sia quando era Sonja che quando era Manny, è stato bellissimo- Veronika, con entrambe le identità, era stata sulla stessa lunghezza d’onda di Max, in qualsiasi cosa. Gusti simili, caratteri compatibili. Una di quelle persone con cui parlare di tutto, per ore, per giorni, per tutta la vita.

Ogni giorno che passava, Max si pentiva di averle voltato le spalle ed essersi reso conto troppo tardi di quanto fosse doloroso e difficile avere un segreto del genere. Non credeva di essere in grado di capirlo del tutto, ma con la consapevolezza che Strelitzia fosse lei iniziava ad averne una vaga idea.

Ed era difficile.

Pesante.

Doveva dirglielo.

E poi… c’era un’altra cosa di cui iniziava a rendersi conto.

Una consapevolezza che avrebbe davvero voluto non raggiungere.

-Sai Clover… penso che tu avessi ragione…- ammise, in un sussurro che l’amica sentì a malapena.

-Non mi sorprende, dato che sono fantastica, ma riguardo cosa?- indagò Clover, avvicinandosi per sentire meglio.

-Su di me, sulle mie inconsce aspettative riguardo questa faccenda- spiegò, mordendosi a disagio il labbro inferiore.

-Capisco… ma potresti essere più specifico- Clover lo incoraggiò ad aprirsi ancora di più e ad ammettere ad alta voce la sua epifania.

Max sospirò per un’ultima volta, cedendo.

-Non saprei da dove cominciare nello spiegarmi meglio… mi sento inadatto a lei, e allo stesso tempo vorrei davvero stare con lei. Mi aspettavo che rinunciasse a tutto per me, ma allo stesso tempo io non ho il coraggio di rinunciare a tutto per lei, quindi sono un ipocrita. Ma mi sto sempre più rendendo conto che vorrei provarci. Vorrei provare a… niente, lascia stare. È praticamente impossibile. Ma vorrei almeno…- la voce di Max si spense. Era davvero abbattuto da tutta la situazione.

-Vorresti rivederla un’ultima volta, vero?- suggerì Clover.

Max annuì.

-Già. Vorrei poterle parlare, dirle addio nel modo giusto. Magari riuscirei a lasciarmela alle spalle dopo aver chiuso tutto ciò che è rimasto in sospeso- spiegò Max, abbassando lo sguardo.

-Magari… o magari no- Clover non sembrava molto convinta che Max riuscisse a lasciarsi l’amore per Veronika alle spalle, e a dire il vero non lo era neanche Max, ma avrebbe gradito un po’ di supporto dalla sua migliore amica. Le lanciò un’occhiata da cucciolo bastonato.

-O magari sì, sicuramente. Bisognerebbe provare, ovvero andare ad Agaliria, e parlarle, no?- propose, la ragazza, cercando di essere più incoraggiante dopo aver notato quanto depresso fosse il suo migliore amico.

-Mi piacerebbe, ma non ho i soldi. I miei risparmi sono finiti in un biglietto per New York che non ho usato e non mi è stato neanche rimborsato dopo che mi hanno anche arrestato il giorno del mio compleanno- ricordò. Era ancora parecchio irritato per come fosse finita quella giornata. Certo, alla fine erano stati gentili e lo avevano rilasciato, ma fondamentalmente aveva perso molto più di quanto avesse guadagnato e in maniera del tutto ingiusta.

Certo, io ho avuto un compleanno peggiore, una volta, ovvero il mio diciottesimo, ma questa è un’altra storia che un giorno dovrò raccontare perché seriamente fu il compleanno più assurdo della storia dei compleanni.

Ma non voglio tergiversare troppo, scusate.

-Già… che sfiga. Ehi, ti ricordi il tuo compleanno, giusto?- Clover fece una faccia che non faceva promettere nulla di buono.

-Sì, l’ho appena ricordato- le fece presente Max, sospettoso.

-Giusto. Ricordi il regalo che ti ho fatto?- chiese Clover, girando intorno al punto come uno squalo intorno alla sua preda.

-…sì, il portachiavi con la camelia- ricordò Max.

-Non quel pensierino sciocco, l’altro- lo corresse Clover, con un sorrisino che ricordava terribilmente Amabelle.

Max capì improvvisamente dove volesse andare a parare, e cercò di fare il finto tonto.

-Dici il regalo di gruppo? Sì, lo ricordo, bello, non credo ce ne fossero altri. Denny, hai bisogno di…- Max fece per alzarsi e chiudere la conversazione, ma Clover lo forzò a restare seduto, e scacciò Denny con un gesto della mano.

-Non quello, il bigliettino!- Clover disse chiaro e tondo ciò che Max aveva già capito, ma lui provò comunque a fingere ignoranza.

-Ah, sì, il biglietto che ho messo in un posto sicuro ma che al momento non posso riprendere per rinfrescarmi la memoria. Credo che Norman mi stia chiamando per…- il ragazzo provò nuovamente la via della fuga.

-Per fortuna ne ho stampata una copia che porto sempre con me per ogni evenienza…- Clover tirò fuori dalla tasca un biglietto, e si sgranchì la voce per leggerlo -…”Caro Max, ti faccio un pensiero stupido così quando avrai bisogno di qualcosa di davvero grosso potrò spendere un sacco di soldi per regalartelo un giorno qualsiasi dell’anno, un po’ come faccio con Denny. Non pensare neanche per un secondo di ignorare questo bigliettino perché sono serissima. Buon Compleanno! Clover”- alla fine della lettura, Max aveva il volto sepolto tra le mani.

-Clover… no…- provò ad obiettare, debolmente.

-Clover si!- esclamò la ragazza con entusiasmo, prendendo la borsa e tirando fuori una cartellina con dei fogli -Ad essere onesta non sapevo esattamente se saremmo riusciti a fare questa conversazione e quando, quindi la data di partenza è tra venti giorni, ma spero che approfitterai del tempo per elaborare un buon piano d’azione per recuperare la tua principessa!- Clover gli mostrò i fogli, e Max impallidì.

-Clover, ma sei impazzita?!- chiese, sconvolto.

C’era un biglietto andata e ritorno per Agaliria, e anche la prenotazione dell’albergo, vitto incluso, e l’accesso già pagato a tutte le opere d’interesse del regno, tra cui il giardino e un lato del castello adibito alle gite per osservarne l’architettura.

Era… era decisamente troppo.

Soprattutto ora che Clover era stata praticamente diseredata.

-Guarda che i soldi li ho ancora! Sono meno rispetto a quelli di prima, ma tra il comprare una villa e pagarti una vacanza, la scelta è piuttosto ovvia, non pensi?- Clover gli fece un occhiolino.

-Clover, non posso accettare un regalo così grande. È davvero troppo anche per i tuoi standard- si lamentò, a disagio, tentando di riconsegnarle la cartella.

-O ci vai, o mi fai buttare i soldi, perché non è rimborsabile, e io non ho molta voglia di andare ad Agaliria. Quindi preferisci farmi buttare i soldi?- Clover lo manipolò mentalmente, e Max alla fine cedette.

-Ti ripagherò in qualche modo- promise.

-Al matrimonio voglio essere la tua testimone al posto di Denny- Clover ridacchiò, scompigliandogli i capelli.

-Clover, dubito fortemente che finirò per sposarla. Vado lì per chiudere- le ricordò Max, anche se il suo cuore batteva a mille all’idea di rivederla.

-Certo, certo… comunque io ho detto al tuo matrimonio, in generale, non ho specificato con chi- lo provocò Clover, con un occhiolino complice.

-Ed io sarò la damigella d’onore al tuo- scherzò Max, anche se effettivamente avevano programmato di fare così.

Era dai tempi del liceo che avevano fatto quella promessa.

-Non ho mai pensato che alla fine mi sarei sposata, ma… beh… mai dire mai, suppongo- Clover lanciò un’occhiata carica d’affetto verso Diego, che stava parlando con Mathi e Denny. Denny sembrava un po’ irritato, Mathi leggermente a disagio.

Max non credeva che l’avrebbe mai vista così innamorata di qualcuno, ma doveva ammettere che era davvero felice che almeno lei fosse riuscita a trovare l’amore.

Se lo meritava.

Era davvero una persona straordinaria.

-Andiamo a vedere di che parlano?- chiese, indicando il trio, al quale si era appena aggiunto Norman, incuriosito.

-Yup- Clover si alzò e lo seguì.

-Che succede qui?- chiese poi, cingendo il collo di Diego con il braccio.

-Oh, niente. Ho solo proposto a Mathi un passaggio a casa- 

-Pensavo che sarebbe rimasto a dormire da noi- osservò Max, lanciando un’occhiata furbetta verso il fratello.

-Sì, infatti. Cioè, se a Mathi va bene- gli diede man forte lui, tenendo il braccio di Mathi come ad impedirgli di seguire Diego.

-Non voglio disturbare, se Diego mi porta fino al dormitorio è una brevissima passeggiata fino a casa di Roelke- osservò Mathi, imbarazzato.

-A quest’ora?! È pericoloso!- insistette Denny, stringendolo più forte.

Max osservò divertito lo svolgersi della discussione. 

Certo che suo fratello ne aveva fatti di progressi dall’essere così ansioso da temere anche la sua ombra, al coraggioso e sicuro di sé (circa, non sempre) che era uscito dall’armadio con tutte le persone più importanti della sua vita ma soprattutto con sé stesso.

Probabilmente Max avrebbe dovuto prendere esempio ed essere più coraggioso a sua volta.

Sperava che la breve vacanza ad Agaliria l’avrebbe aiutato a prendere la situazione in mano.

E a chiudere una volta per tutte la situazione con Veronika.

…ma ne sarebbe stato davvero in grado?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Ahhh, momenti leggeri per una volta. E un riavvicinamento tra Denny e Mathi!! 

Amori miei!

…beh, non proprio momenti leggeri, considerando il crollo di Mathi, ma la serata film è stata leggera :D

Parlando del capitolo più nello specifico…

Mathi e Denny sono l’amore. Li adoro! Stanno praticamente insieme ma devono ancora fare il discorso™.

Quanto è tenero Mathi, comunque. Spero che starà presto meglio.

E chissà cosa ha in mente Denny. Si aprono le scommesse.

Norman ha cominciato l’operazione OMM, e chissà se ci riuscirà entro la fine della storia, come spera Denny.

Infine Max ha un biglietto andata e ritorno per Agaliria… se ne vedranno delle belle. Speriamo che riesca a parlare con la principessa Veronika senza essere condannato a morte.

Comunque ho deciso che vorrei iniziare a pubblicare più spesso e concentrarmi quasi completamente su questa storia, o quantomeno alternare la pubblicazione tra le mie storie in modo da pubblicare CC il più in fretta possibile.

Ormai manca poco, e vorrei davvero finire presto questa storia così da concentrarmi su altri progetti.

…e progettare bene il seguito.

Perché sì, ci sarà un seguito, l’ho già progettato a grandi linee ;)

Ma sarà un po’ diverso rispetto a questa storia, dal punto di vista formale, quindi devo progettarlo bene prima di pubblicarlo.

Ma non parliamo già del seguito quando mancano ancora otto capitoli (prologo escluso). 

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, vi mando un grande bacione e alla prossima :-*

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel prossimo episodio: Brogan organizza una cena con i Durke. Clover viene invitata dai Flores

   
 
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