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Autore: Vimi roronoa    24/06/2021    0 recensioni
Questa storia riunisce i personaggi di Ojamajo Doremì, incentrandosi soprattutto sulla mia coppia preferita.
Riusciranno i protagonisti a prevalere sul male?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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PREMESSA: SE TURBANO LE SCENE VIOLENTE NON LEGGETE QUESTO CAPITOLO!!!


È passato qualche giorno dalla giornata in piscina.
Doremì intenta a sistemare la sua stanza, sente entrare dalla finestra aperta un leggero vento freddo.
Si avvicina per chiudere i vetri, scrutando fuori sembrava in arrivo un bel temporale estivo.

Doremì sospira, quel tempo spesso era deprimente, torna a ciò che stava facendo, sul letto c’era un mucchio di vestiti da piegare e riporre nell’armadio. I genitori le hanno permesso di stare in casa da sola, perciò cerca di tenere tutto in ordine, così che quando tornano, sono felici dimostrando di essere affidabile.
Prende un paio di maglie, le piega e fa due passi verso il mobile, a un tratto la finestra si spalanca e una folata di vento raggela Doremì che colta alla sprovvista lascia cadere cosa aveva in mano.

D:- ma l’avevo chiusa- proferisce tremolando, si avvicina alla finestra chiudendola, la scruta un momento con espressione dubbiosa, poi torna vicino l’armadio, chinandosi a prendere le maglie che ha lasciato cadere, ma si sente di nuovo rabbrividire di freddo, drizza subito in piedi guardando di nuovo la finestra. Stavolta è chiusa, i due occhi rosa iniziano a scrutare tutta la camera con sospetto, sentiva come se non fosse sola.


Intanto in un'altra casa. Leon è appena ritornato dai suoi soliti allenamenti, udendo due voci famigliari arrivare dal salotto, vi entra salutando Fujo e Akatsuki.
F:- ben tornato Leon, sei super sudato come al solito- proferisce notandone la canotta sportiva con le classiche chiazze di sudore.
A:- avrai fatto come minimo una quindicina di canestri- sorride ilare.
L:- ma che quindicina, io sono il campione! E oggi ho sbaragliato tutti come sempre – afferma mentre gli occhi luccicano vittoriosi.
I due amici conoscendo il loro campione si limitano a sorridere come sempre, dopo di che sentendosi abbastanza accaldato, decide di andare a farsi una doccia. Fujo allora si alza dalla poltroncina, per dirigersi in cucina. Akatsuki rimasto solo, prosegue la lettura del libro che teneva in mano. Era tranquillo, ma in quel momento sentiva come se ci fosse qualcosa di amaro nell’aria, si massaggia il petto come avesse fastidio.


Doremì tornata con l’attenzione alla mansione, ripone le due maglie in un cassetto, i suoi occhi volgono un momento alla finestra, si notavano fuori le foglie che volano nel vento. Scuote leggermente il capo, aveva ancora diversi indumenti da piegare e mettere a posto, e ci stava forse impiegando più del normale.
Ecco piega due t-shirt per poi avviarsi a riporle, a un tratto sente una voce parlarle.
??:- ma che brava Doremì – la ragazza si blocca – Doremì - sembrava apparentemente ammaliante e beffardo.
D:- chi ha parlato? Chi sei?- interroga osservando tutta la camera confusa.
??:- Doremi già non riconosci la mia voce? Sono io – all’improvviso appare Karl, poggiato di schiena alla finestra con le braccia incrociate –come va dolcezza? Ti sono mancato?-.
D:- K... Karl – il mago si sposta subito dalla finestra, per arrivarle vicinissimo, così rapido da farla sussultare lasciando cadere ciò che stringeva in mano – Karl… che ci fai qui? In casa mia!?- interroga contraria nel vederlo, soprattutto dopo il loro primo incontro.
K:- Lo sai che cosa voglio- le prende il mento con due dita -te l’ho già detto al nostro primo incontro. Ricordi? Farò male a te e il nostro caro principino, ne soffrirà così……tanto- sogghigna maligno - debole e inutile…… sarà a quel punto che io lo aiuterò…… eliminandolo- la rossa, senza indugio gli scaccia la mano e si sposta andando vicino al comodino, posto vicino al letto.

D:- esci subito da casa mia!- esclama indicando con un dito l’ingresso, mentre con la seconda mano nascosta dietro la schiena, prende il telefono che stava sul comodino.
K:- non sei molto nelle condizioni per dettarmi ordini dolcezza – fa qualche passo per avvicinarsi, a quel punto Doremì acchiappa il mucchio di vestiti che c’era sul letto, gettandoglielo sulla testa come distrazione, cellulare alla mano scappa fuori dalla camera, entra nell’antibagno cercando di fare poco rumore, e si rifugia nel bagno rannicchiandosi vicino il lavandino.
K:- ma che diamine!! Che cosa credi..- gettato per terra tutto si nota rimasto solo, - di fare?- si lascia sfuggire una risata divertita –va bene, vuoi giocare dolcezza? E allora giochiamo- oltre passa la porta della camera. Si sofferma un momento, per osservare circospetto le poche porte di quel corridoio del secondo piano.


Tornando a casa Flat, è da poco tornato Toru, salutando raggiunge Akatsuki nel salotto, scambiano qualche parola, ecco poi Fujo tornare dalla cucina con quattro bicchieri di tè freddo.
T:- come sempre preciso nella tua gentilezza, grazie Fujo - proferisce prendendo il proprio bicchiere, poi il mago dai capelli arancio ne porge uno al principe che però pareva immerso nei pensieri, con un’espressione di malessere.
F:- Akatsuki… c’è qualcosa che non va?- domanda scrutandolo.
A:- mmh non lo so, forse è solo una mia impressione – prende il bicchiere di tè ringraziando, ma non sembrava in vena di rilassarsi. I tre flat sono poi raggiunti dal biondo Leon, grazie alla doccia era fresco e pulito.
L:-hmm mi ci voleva proprio… - con l’asciugamano sta solo finendo di asciugare i capelli biondi, per poi raccoglierli nella solita coda -o ciao Toru sei appena arrivato? Uh del tè, grande Fujo! Avevo sete- sorride arraffando il bicchiere e bevendo un lungo sorso.
F:- lieto che ti piaccia – sorride di rimando per poi tornare a guardare il principe dall’espressione preoccupata.
A:- è successo anche quel giorno… una sensazione di malessere come se… qualcosa di brutto sta per succedere – i tre ragazzi lo guardano con dubbio e ripensando al giorno cui si riferisce, riappare alla mente Karl e la minaccia a Doremì.
L:- ehm dai magari è solo un po’ di mal di pancia, hai bevuto velocemente il tè?- interroga in comprensivo.
F:- ma se gliel’ho appena dato e non ne ha ancora bevuta una goccia – dice osservando di sottecchi il biondo. A un tratto si sente squillare un telefono, tutti controllano ed è quello di Akatsuki, vedendo il numero, il suo volto s’illumina con il solito sorriso.
Riconoscendo l’espressione, tutti e tre gli amici si scambiano risi, e rimangono a vedersi uno dei momenti romantici della coppietta. Il dito di Akatsuki preme accettando la chiamata e risponde.

A:-pronto Doremì- in quel momento la ragazza teneva il cellulare appiccicato all’orecchio, e quello che il ragazzo sente è il respiro agitato –Doremì…- cerca di capire se è lei che non parla, o c’è forse problema con la linea.

D:-Akatsuki.. – pronuncia ma non fa a tempo a dire altro, perché Karl irrompe nel bagno sfondando la porta.
K:- trovata dolcezza – di scatto si avvicina, stringendole l’esile collo con una mano, mentre con l’altra prende il telefono – spiacente le linee sono interrotte - dice mandandolo in pezzi contro il muro.

A:- pronto Doremì… Doremìì- sentito la chiamata cadere si sofferma osservando confuso il proprio telefono.
T:- ma che sta succedendo?- chiede per poi bersi un sorso di tè –che ti ha detto?-
A:- mhh niente, ho solo sentito un momento che mi chiamava.. poi il nulla – prova a richiamarla –hm e adesso sembra che il telefono non è raggiungibile- borbotta sentendo la segreteria. Akatsuki fissa ancora l’oggetto che ha in mano, dopo di che posa il bicchiere sul tavolino da caffè. Si alza e si dirige all’ingresso.
A:- devo andare da lei, sento che ha bisogno di me!! - parla con aria agitata, senza indugio esce di casa, e dopo poco invogliato da Fujo e Toru, Leon segue Akatsuki.

D:- l..scia..mi- cerca di pronunciare con il fiato bloccato dalla mano stretta sul collo, lui si avvicina a pochi centimetri dal viso, minaccioso e rabbioso.
K:- hai voluto giocare con me…- la mano stringe forte il collo della ragazza, facendole mancare fiato - adesso, pretenderesti che ti lascio impunita, eh?- istintivamente la ragazza riesce a dargli un calcio, Karl, allentata la presa, Doremì cerca di scappare fuori, –stupida sciocca!- sbotta e subito la raggiunge in corridoio, per bloccarla prima che scendesse le scale, afferrandola per i polsi la spinge contro il muro.

D:- No!!!! Smettila.. lasciami non voglio.. che mi tocchi!!- cerca di divincolarsi come può, ma lui è più forte –lasciami ti ho detto!! Ti odio!!!- sentendolo aderire il suo corpo al proprio, si agita ancora di più e gli occhi iniziavano a inumidirsi, non sopportandolo.
K:- sai… al nostro primo incontro, non mi parevi chissà cosa di speciale…- le porta i polsi sopra la testa, trattenendoli così con una mano, potendo con la libera sfiorarla in modo, sensuale –ma adesso… devo ammettere che potresti piacermi- si lecca il labbro con fare eccitato.
D:- no..- con le dita le aveva preso il mento, avvicinando la bocca pericolosamente a quella di lei che tremola –non voglio.. non sei Akatsuki.. lasciami.. VATTENE- con l’ultima parola riesce a reagire dandogli un’altra ginocchiata, e nel momento che si distaccava, si accinge a correre per le scale.
K:- maledetta FERMATI!!!- esclama afferrandola per la manica della maglietta bianca che indossava –SEI UNA STUPIDA- quel tentativo di fuga e di acchiappo, costa lo strappo di parte del indumento e la caduta di Doremì.

D:- aaahhhh- ruzzola fino in fondo.

Karl osserva il pezzetto di maglia rimastogli in mano con aria divertita, per poi iniziare a scendere con calma. Doremì arrivata in fondo resta per un breve momento immobile, indolenzita e frastornata.
K:-povera Doremì guarda, hai preferito addirittura romperti qualcosa, piuttosto di semplicemente seguirmi – lentamente scende ogni gradino, avvicinandosi, il suo volto non tralasciava niente di benevolo. Doremì si massaggia sentendosi indolenzita, per qualche sua fortuna, non ha riportato gravi danni alla testa, se non un graffio sulla fronte dal quale esce sangue. Il dolore più forte le arriva dalla caviglia della gamba destra, poteva sembrare rotto con più un taglio da cui usciva molto sangue.

Alza gli occhi su Karl che arriva, e non volendo farsi toccare, si sforza di tornare subito poggiandosi di schiena al muro, una volta su, zoppicando a fatica tenta di trascinarsi alla porta d’entrata, era praticamente li a pochi passi.
Prima però di poter anche solo arrivare a quella maniglia, Karl la prende di peso.
D:- hm.. o no.. fermo.. lasciami!! Mettimi giùùù– protesta, ma non ascoltando, porta Doremì nel salotto, soffermandosi sul tappeto.
K:- tranquillizzati piccola, che adesso ci divertiamo sul serio- proferendo ciò la lascia cadere malamente sul tappeto, come se già la caduta delle scale fosse stata nulla.
Karl fissa con il suo sguardo gelido la povera Doremì, così debole e indifesa, gli occhi rosa di solito allegri, vispi e pieni di dolcezza, erano sostituiti da disperazione, dolore, odio e soprattutto paura, calde lacrime sgorgano, pregando che quell’incubo finisca subito.

D:- se… Sei solo un vigliacco!- dice fissandolo con odio – hai così paura di Akatsuki! Che ti risulta, più facile prendertela con me!!- sentendo quelle parole, Karl stringe ora i pugni, fissandola con rabbia. La rossa, fa per alzarsi, ma Karl con uno schiaffo la rimanda giù, per poi abbassarsi a mettersi su di lei –no fermati.. cosa fai?!- fa per dargli deboli pugni, allora il ragazzo le afferra i polsi per bloccarli, ai lati della testa di Doremì.
K:- adesso prova a ripetere quello che hai detto… - le sussurra con tono minaccioso all’orecchio, poiché per non osservarlo, aveva voltato la faccia - sei così debole Doremì, così ingenua! E credi che Akatsuki mi faccia paura?-
Doremì non potendone più, rimane un momento con gli occhi chiusi, le lacrime rigavano le guance.
D:- sigh… lasciami… sigh… vattene- la situazione stava diventando insopportabile, Doremì sentiva dolore un po’ ovunque, per via della caduta, per le ferite sanguinanti. Prega con tutta se stessa che qualcuno fermi tutto questo.
K:-ti piace giocare Doremì– proferisce mentre la osservava in modo malizioso - ti piacerà il bel gioco che stiamo per fare – avvicina la bocca al collo sinuoso della ragazza, iniziando a leccarla con fare sensuale e prepotente.

D:- f..erma..ti- continua a piangere, mentre sente una mano premere la coscia sinistra, e lentamente la percorreva verso l’alto, va poi sul fianco e su fino a sfiorarle un seno.
K:- se adesso ti lasci andare… vedrai come ti piace questo gioco- sussurra per poi tentare di baciarla.
D:- no.. smettila… smettila di toccarmi mi fai schifo.. – si agita per toglierselo di dosso, ma lui non cede minimamente, anzi addirittura le strappa di più la maglietta, scoprendo così il top rosa, che nasconde a sua volta il piccolo seno di Doremì.

Nello stesso frangente sono appena arrivati di fronte l’abitazione Akatsuki e Leon.

Uno sta per suonare al campanello, quando si sentono urla provenire da dentro, senza aspettare niente Akatsuki è il primo a sfondare la porta e irrompere in casa, arrivato nel salotto, rimane spiazzato dallo scenario.
D:- A..- le si illuminano gli occhi appena lo vede –ti.. p..rego... Akat…- in quel momento si accorge anche Karl della presenza alle sue spalle.
A:- maledetto- pronuncia con le mani strettissime –levale subito.. le tue luride mani.. di DOSSO- gli si avvicina afferrandolo per il collo della camicia, sollevandolo e con una furia omicida, lo manda dritto contro una parete. Karl quasi sviene sul colpo, accasciato sul pavimento, si massaggia la testa.
K:- che ti prende principino… cos’è non ti piacciono più gli scherzi?- borbotta sorridendo come per prenderlo in giro.
Akatsuki era talmente pieno di rabbia, che rilasciava come delle scariche elettriche viola per tutto il corpo.
A:- come hai osato toccarla con le tue luride mani da, schifoso, verme senza un briciolo di spina dorsale!!!!!- gli grida contro furibondo.
K:- uhm ma dai… ci stavamo solo divertendo, che male c’è a lei pure stava piacendo eheh- si tira su fissandolo beffardamente, come risposta riceve un violento pugno al volto.

Leon arrivato anch’esso in casa, stava sull’ingresso della stanza, era come paralizzato dall’incredulo. Doremì era seduta sul tappeto, con ferite sanguinanti, Akatsuki come perso il controllo di se, sta riempiendo di pugni Karl.
A:- lo chiami divertimento torturarla? LO chiami DIVERTImento!!- sferra il sinistro e poi il destro allo stomaco -Picchiarla, toccarla con le tue sporche mani!!! Devi solo morire!!!!!- ne carica un altro, e ancora, praticamente lo stava massacrando con una tale foga che poteva portarlo alla morte.

Intanto Leon gentilmente soccorreva Doremì, che a fatica per via della gamba si regge in piedi.
L:- tranquilla Doremì è tutto finito – proferisce facendola sedere sul divano e osservandone le condizioni, -come si fa a ridurre in questo modo… una ragazza- vedendo anche la maglietta strappata, gli viene da arrossire –ehm.. scusa non volevo..- distoglie gli occhi mentre lei cerca di coprirsi con le mani imbarazzata. Schiocco di dita e Leon le fa apparire sulle spalle un pezzo di stoffa.
D:-grazie…- pronuncia flebile coprendosi.

Entrambi volgono gli occhi su Akatsuki che perso il controllo è sul punto di uccidere Karl, ma quest’ultimo riesce a raccogliere le energie rimaste e a sparire prima dell’ennesimo pugno.
L:- non è nemmeno capace di affrontare quello che si merita quell’imbecille! – Akatsuki, dopo sparito Karl, rimane per un lungo momento in mobile, fissava parte della parete e del pavimento macchiati di sangue, si guarda le nocche delle mani escoriati per la forza incredibile che ci aveva messo nel sferrare quei pugni, freme e ansima pesante.
Era forse la prima volta che perdeva totalmente il controllo di se e picchiava con tale ferocia una persona, portandolo quasi alla morte.

L:- Akatsuki- chiama, avvicinandosi preoccupato – ti senti bene amico?- chiede, anche se, non era apparentemente una domanda da fare.
A:- no… non ho mai provato così tanta rabbia...– chiude gli occhi inspirando più aria possibile, la trattiene un momento, per poi espirare e riaprire gli occhi.

Riprende così lucidità, respirando piano si toglie il nervosismo, poi finalmente volge i suoi occhi su Doremì, che stava seduta con il viso chino.
A:- Doremi – si avvicina e la rossa alza il viso, dai suoi occhi traspariva tutta la paura e dolore provato –mi dispiace Doremì… questo non doveva accadere- sinceramente addolorato si siede accanto, lei, gli prende una delle mani.
 
D:- sei ferito…- osserva le nocche escoriate.
A:- non è nulla in confronto a quello che hai provato tu - delicatamente le sfiora il viso, notandone la guancia segnata da uno schiaffo, la ferita sanguinante sulla fronte –questi non doveva farteli – vede anche i segni sul collo, la maglia strappata e ovviamente la gamba.
D:- n.. non sai quanta.. paura ho avuto.. sigh – dai suoi occhi rosa scendono nuove lacrime –è apparso.. in camera mia.. poi.. sigh sono fuggita nel bagno per poterti chiamare..ma poi.. – passa le mani sugli occhi mentre racconta a tratti tutto quello che è successo, Leon poggiato allo stipite della porta si limitava ad ascoltare, con aria amareggiata. Akatsuki invece stava li, a massaggiarle con premura la schiena, lasciandola sfogare.
A:- quando è caduta la linea e poi non rispondevi più… lì, ho capito che stava succedendo qualcosa- spiega per poi continuare ad ascoltarla.
D:- sì ho provato a parlarti.. ma lui era arrivato e mi ha rotto il telefono… - si tocca il collo segnato –ho provato a scappare… non faceva altro che prendermi, toccarmi.. ho tentato di scendere, e mi ha rotto… la maglia per fermarmi e io sono caduta…- si guarda la gamba ferita.
A:- che sia maledetto…-
D:- e poi… voleva..- si blocca singhiozzando –lui.. mi vo…leva…- scoppiando si butta nell’abbraccio del bordeaux –sigh… Akatsuki.. ho avuto tanta paura – buttandosi tra le braccia del ragazzo, sfoga tutte le lacrime di disperazione che aveva.
A:- Leon per favore- il biondo era lì che li osservava tristemente –serve un kit di cura… la puoi prendere tu? – il biondino ascoltando la richiesta del suo amico, corre nel bagno della casa, si blocca un momento vedendo incredulo le porte sfondate, decide così di rimetterle a posto con la magia, poi entrato cerca e trova la cassetta di emergenza, torna così da Akatsuki, consegnandogliela riceve ringraziamento.



 
  
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