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Autore: cancerianmoon    11/07/2021    1 recensioni
Un giorno, all’interno del proprio scantinato, Bulma Brief trova una strana sfera arancione. Quest’oggetto prende il nome di “sfera del drago”, ed è in grado di evocare un leggendario drago in grado di esaudire qualsiasi desiderio.
Ma questa storia, voi, la conoscete già, no?
Allora sedetevi un minuto e godetevi una storia del tutto stravolta in cui, al posto di Goku, è stato mandato Vegeta sul pianeta Terra. Una storia in cui il potere delle sfere e dei saiyan assumeranno un sapore del tutto diverso.
Una storia differente, che spero gradirete.
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Bulma, Chichi, Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Yamcha, Goku/Vegeta
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7°
Atterraggio sull'isola-Crilin

 

Il rumore di un elicottero: questo aveva sentito, il ragazzo che si trovava all’interno della casa, mentre si accingeva a cominciare i propri allenamenti notturni. 

Da quando viveva con il proprio maestro, era stato molto raro che quest’ultimo ricevesse delle visite, e solitamente i suoi ospiti non erano così… sofisticati; doveva per forza trattarsi di qualche intruso.

Il vecchio dormiva ancora, ma questo non gli impediva di certo di difendere quella casa come aveva sempre fatto da ormai due anni a quella parte: il suo maestro lo stava allenando bene, e di certo chiunque fosse stato il nemico, se la sarebbe dovuta vedere con lui.

Così si era infilato la sua casacca arancione e, una volta vestito di tutto punto, era uscito dalla casetta nella quale alloggiava ormai da tempo, ritrovandosi di fronte proprio a quello che sembrava un grosso mezzo di ultima generazione proveniente da qualche grande città.

Che quegli intrusi fossero dei pretendenti per la scuola della tartaruga?

Ma no… chi diavolo avrebbe potuto sentire, in città, dell’esistenza di Muten? In fondo, c’era un motivo se veniva chiamato Eremita della Tartaruga. In pochissimi conoscevano il suo nome, e quei pochi eletti non provenivano di certo dal mondo civilizzato.

Il ragazzo dalla testa calva si era immediatamente messo sulla difensiva, assumendo la propria posizione di combattimento e preparandosi ad un eventuale attacco da parte degli intrusi che osavano disturbare il sonno del suo maestro nel cuore della notte. C’è da dire che rimase piuttosto sorpreso quando, dal grande elicottero giallo, vide scendere un gruppo di ragazzi che sembravano avere più o meno la sua età, che non possedevano alcuna arma e che non avevano affatto l’aria di essere dei poco di buono. 

 

«Fermi dove siete, o dovrete vedervela con me!» esclamò impettito, lanciando stilettate nei confronti degli strani invasori cittadini «Chi siete, e che cosa siete venuti a fare qui?!»

 

Sul serio? Il proprietario di quella casa aveva addirittura una guardia del corpo?

E dire che il vecchio Gohan gli aveva raccontato che quel tizio fosse un povero eremita completamente estraneo alla vita mondana. 

La cosa che stupì di più Vegeta, però, era il fatto che quel mingherlino non avesse affatto l’aria minacciosa che probabilmente credeva di possedere: anzi, la sua statura e i suoi grossi occhioni a palla lo avrebbero reso ridicolo persino di fronte a una lumaca senza guscio.

Certo sarebbe stato più che pronto a dargliele di santa ragione-se solo avesse avuto il completo controllo della sua forza, cosa che a quanto pareva non aveva affatto-, ma in quel momento la priorità del gruppo era la sfera del drago, e la sua… beh, la sua era scoprire che cosa sarebbe stato in grado di insegnargli il vecchio maestro di Son Gohan, se solo avesse avuto l’occasione di incontrarlo.

Quindi, forse, partire col piede di guerra non sarebbe stata l’idea migliore del mondo, o almeno per il momento.

Così lasciò che fosse la più diplomatica della combriccola a prendere la parola, e sua sorella non perdeva mai troppo tempo prima di dimostrare le proprie abilità di leader.

 

«Calmo, non siamo qui per far del male a nessuno!» lo esortò la turchina ad abbassare la guardia, mentre gli si avvicinava con sicurezza «Io sono Bulma, e loro sono i miei amici. Non cerchiamo guai, siamo solo finiti qui a causa… della nostra missione.»

«E che cosa ti fa pensare che io ti creda?! Non penserai mica che io sia uno stupido, spero!»

Lei alzò entrambe le mani, mostrando di non avere alcuna arma con sé e sorridendogli amichevolmente «Puoi anche perquisirmi! Non ho cattive intenzioni, davvero! Semplicemente la nostra mappa ci ha condotti fino a qui, nient’altro!»

Fu solo a quel punto che il piccolo ragazzo dalla testa pelata abbassò la guardia, avvicinandosi sospettoso alla turchina e girandole intorno con fare circospetto «E dimmi, di che missione si tratterebbe, se posso?»

«Non è che ti stai prendendo troppe confidenze, amico?!» era stato Yamcha, a quel punto, a prendere la parola: quello scricciolo stava girando attorno a Bulma come un avvoltoio gira intorno alla preda, e di certo non le stava guardando il fondoschiena per controllare se avesse delle armi «Se la smetti di minacciarci e ci inviti ad entrare, forse potremmo anche raccontarti i motivi che ci hanno spinto fino a qui, non credi?»

«Oh, io vorrei, amico…» non si era neanche voltato verso il ragazzo, mentre parlava; il suo sguardo da piccolo maniaco era puntato solo ed esclusivamente verso il corpo tutto curve della turchina «Ma vedi, al mio maestro non piace essere disturbato mentre dorme.»

Oh, quello però era veramente troppo.

Andava bene atteggiarsi da gran duro e da guardiano di quella stupida isoletta; ciò che non andava affatto giù a Vegeta era il fatto che quel nanetto stesse continuando a fissare i punti delicati di sua sorella senza neanche pensare di avere delle conseguenze. 

E delle conseguenze le avrebbe avute eccome, se non avesse smesso di fare il galletto. 

Così il ragazzo dai capelli a fiamma, senza neanche pensarci, era scattato in direzione della seconda zucca pelata del giorno, battendolo in riflessi e velocità ed afferrandolo per la collottola, sollevandolo da terra con ben poco sforzo. Giocare con l’incolumità delle ragazze non era un bell’atteggiamento a prescindere, ma giocare con l’incolumità di sua sorella era come firmare la propria condanna a morte, e forse quel moccioso non aveva idea contro chi si stesse mettendo in quel momento.

«Oh, e immagino che al tuo maestro non faccia piacere neanche vedere il proprio allievo con la gola tagliata, sbaglio?» sibilò tra i denti, mentre lo spingeva contro una delle colonne portanti del portico di quella casetta, che probabilmente sarebbe crollata alla sola minima pressione fatta dal proprio pugno «Avvicinati ancora a mia sorella in quel modo e giuro sul mio nome che ti cambio i connotati, fratellino. E adesso vedi di farmi entrare.»

«Una fortuna che non avevate brutte intenzioni…» commentò lui, con la voce strozzata dal collo della sua stessa casacca «Pensa se le aveste avute.»

Arrivati a quel punto, Vegeta si sentì in dovere di spostare la propria stretta dai vestiti al collo minuto del suo piccolo avversario, stringendo a tal punto da far cambiare in poco tempo colore al suo visetto già pallido. Non era mai stato uno che ci andava piano, ma quando qualcuno osava toccare o anche solo guardare Bulma senza che lei o chi per lei avesse dato il permesso di farlo, diventava tutto scuro ed era parecchio difficile riuscire a controllarsi; aveva mandato della gente all’ospedale per molto meno. L’unica cosa che lo aveva tenuto lontano dal carcere minorile? Il fatto che, quelle cause, la sua famiglia non le avesse neanche mai dovute affrontare, visto il prestigio ed il conto in banca di cui disponeva il suo vecchio. 

«Ti conviene non scherzare con me, nano da giardino. Mi basterebbe stringere solo un altro po’, e non avrai neanche più il fiato da dare alla tua boccaccia larga.»

Ciò che lo fermò da ciò che stava facendo, e che lo costrinse a lasciare la presa sul collo del ragazzo, fu proprio la mano di sua sorella che, dopo essersi posata irruentemente sulla sua spalla, lo aveva strattonato con arroganza, distraendolo dalle sue minacce verso quel poveraccio.

Poveraccio che, per inciso, una volta col sedere per terra, si prese qualche istante per riprendere fiato e per tossire via la stretta che la mano del tizio che lo stava minacciando fino a poco prima gli aveva lasciato sulla gola, prima di riprendere a parlare «Ma chi diavolo sei tu?! Una specie di psicopatico?!»

«Mio fratello è giusto un po’ protettivo nei miei confronti. E questo spiega il perché io non abbia mai avuto un ragazzo che durasse più di ventiquattr’ore.» si giustificò la turchina, aiutandolo ad alzarsi «Mi dispiace per il suo comportamento. Che ne diresti di ricominciare tutto da capo? Magari, questa volta, senza starmi troppo appiccicato? Guarda che lo dico per il tuo bene!» 

«E di’ un po’, a King Kong della tua amica interessa qualcosa?» fu la domanda del pelato che, questa volta, stava puntando il proprio languido sguardo sulla povera Chichi che, arrossendo come un pomodoro maturo, si era portata entrambe le mani a coprire le proprie sporgenze, nascondendosi dietro il corpo di Yamcha. 

Ma con chi diavolo stavano avendo a che fare, con una specie di molestatore?!

«Sai, fratello, devi imparare ancora un sacco di cose sulle donne.» fu il commento del ragazzo dalla coda di cavallo, mentre rassicurava la propria amica con delle pacche sulla testa.

 

*

 

«E così, il principe dei saiyan è ancora vivo.» 

 

Era nell’ombra, seduto sulla propria poltrona, mentre l’enorme nave spaziale sulla quale viaggiava si dirigeva a tutta velocità verso le coordinate segnalate dalla propria cimice. Non avrebbe mai pensato che trovare quel piccolo scocciatore sarebbe stato così difficile: la sua mammina aveva fatto proprio un ottimo lavoro a far sparire le sue tracce, tanto da mandarlo in una galassia così lontana da non permettere neanche a localizzatori spaziali e scouter di scoprire la sua reale posizione. Aveva sempre odiato i modi di fare di quella donna: era fin troppo furba, per i suoi gusti, ed i suoi poteri superavano di gran lunga la sua scala di tolleranza. 

Ma presto, anche la sua esistenza sarebbe stata soltanto un vano ricordo: una volta sconfitto l’erede, niente e nessuno gli avrebbe impedito di stringere nel proprio pugno l’universo intero; aveva già fatto piegare intere galassie ad i suoi voleri, e presto tutto l’universo sarebbe stato nelle sue mani. 

D’altronde… anche lui aveva un Dio dalla sua parte. 

 

«Beh, ti avevo detto che presto o tardi Selene si sarebbe fatta viva. O forse sbaglio, mio caro Freezer?» la sua prigioniera gli stava sorridendo languida da dietro le sbarre «Quello che mi chiedo, però, è fino a quando hai intenzione di tenermi rinchiusa qui dentro. Non ti ho forse già dimostrato abbastanza la mia fedeltà?»

«Pazienta, mia adorata. Non posso di certo lasciarti andare a piede libero… in fondo, chi mi assicura che non ruberai il Sigillo Oscuro e non scapperai da me?»

Lei aveva portato le proprie lunghe e sensuali dita al di fuori delle sbarre, sfiorando con una certa insistenza il viso del proprio alleato, il quale le aveva sorriso con malizia «Come potrei tradire un sovrano forte, attraente e potente come te? Sarei una sciocca. E poi, il solo fatto che tu mi abbia promesso la disfatta di mia sorella, mi rende un completo burattino nelle tue mani.»

Ed anche il fatto che fin quando Freezer avrebbe avuto tra le mani il Sigillo Oscuro, lei non avrebbe potuto fare molto per liberarsi da quella cella o dalle catene che la tenevano ancorata al terreno, essendo state fabbricate con la stessa materia di cui era fatto proprio lo stesso Sigillo. Ma questo dettaglio, nessuno dei due osava nominarlo. 

«Credimi, non c’è nessuna donna nell’intera galassia che io voglia al mio fianco più di te.» l’aveva rassicurata il tiranno, dopo essere entrato nella cella ed aver stretto a sé il sensuale corpo della propria prigioniera «Presto dominerò l’universo, e tu sarai al mio fianco. La morte di tua sorella e del suo inutile ragazzino segnerà la disfatta dell’antico potere della Pietra Lunare… tutto ciò che rimarrà di quel potere sarà la completa oscurità del Sigillo.»

 

*

 

Secondo tè offerto della giornata.

Con tutta quell’assunzione di teina in sole ventiquattr’ore, probabilmente non avrebbero dormito per un bel po’. 

Il che per il ragazzo dai capelli a fiamma seduto sul davanzale della finestra, forse sarebbe stato più che un bene: per lo meno, senza dormire, non sarebbe stato schiavo di tutti quegli strani sogni. 

Il problema di quel tè? A differenza di quello alle erbe aromatiche preparato da Son Gohan, quello faceva piuttosto schifo.

 

«Una sfera, dite?»

Il ragazzo dalla testa pelata che rispondeva al nome di Crilin stava avendo una conversazione a cuore aperto-ed anche a una decina di metri di distanza- con la turchina, che gli aveva spiegato senza problemi il motivo per cui fossero atterrati proprio su quell’isola. 

«Sì. Vedi, siamo partiti per questo viaggio con il solo obbiettivo di trovare sette sfere. Sono oggetti molto rari, e noi siamo dei collezionisti… ed il radar che ho costruito segnala la presenza di una di queste sfere proprio su quest’isola: forse tu, o il tuo maestro, potreste aiutarci a capire dove si trova.»

«Beh, dipende.» fu la risposta del pelato «Io non ho mai sentito parlare di queste sette sfere, e comunque non credo sia qualcosa che mi interessa. Ma il mio maestro potrebbe saperne di più… dovremmo aspettare che si svegli, in modo da parlarne direttamente con lui.»

A quel punto, fu Vegeta a prendere la parola, avvicinandosi al tavolo sul quale erano seduti tutti i componenti di quel gruppo mal assortito «E per quale motivo dovremmo fidarci di qualcuno che ha minacciato di ucciderci?»

Il più basso dei due si era grattato la nuca in un gesto di imbarazzo «Già… senti, mi dispiace, ok? Io faccio soltanto il mio lavoro di apprendista, niente di più. Al maestro non piace che dei visitatori non attesi vengano qui, soprattutto se succede nel cuore della notte.»

Era un maestro. Era il maestro di quel piccolo combattente da quattro soldi: come avrebbe mai potuto pensare, lui, di chiedere a quel tizio di allenarlo, se quel tizio aveva preso come apprendista un principiante del genere? 

Cominciava a pensare che si trattasse soltanto di un gruppo di ciarlatani. 

«Tu, piuttosto…» aveva continuato Crilin «Hai una forza notevole! Anzi, sei assolutamente incredibile! Il maestro sarebbe contento di conoscere qualcuno di così promettente: ti chiederebbe di sicuro di diventare suo allievo!»

«Oh, non me ne parlare…» il sarcasmo nella sua voce era più che palpabile «Sai, a me non piace perdere tempo. Soprattutto, non mi piace quando mi si chiede di aspettare i comodi altrui.»

«Non mi sembri una persona molto paziente, effettivamente.» lo aveva canzonato il piccoletto «Ma ti toccherà aspettare: non oso mai svegliare il maestro tartaruga, soprattutto se a cercarlo è solo un gruppo di collezionisti. Ma se a cercarlo è un combattente valido che lui considererebbe di allenare, allora è tutta un’altra storia.

Era da tempo che stavamo cercando qualcuno che allargasse la nostra scuola, soprattutto in vista del prossimo torneo di arti marziali: se mi prometti che prenderai in considerazione l’idea di entrare nella scuola della tartaruga, allora io andrò subito a svegliare Muten.»

 

*

 

Non aveva dato ascolto alle parole di quel drago. D’altronde, non aveva altra scelta se non quella di ignorarlo.

Aveva consegnato i ricordi di suo figlio a colui che gli sembrava il più adatto per svolgere quel ruolo, e poi se n’era tornata sulla luna della Terra a vegliare su colui che aveva perso per sempre anni addietro: il suo amato principe non avrebbe mai conosciuto l’amore che lei avrebbe potuto dargli, né sarebbe mai venuto a conoscenza della sua esistenza; e questo faceva male, sì, doleva come nient’altro nell’universo potesse fare.

Ma quel ragazzo così giovane eppure già così potente era cresciuto ugualmente, nell’amore di una famiglia che gli aveva dato tutto ciò che non gli avrebbe mai potuto dare lei: una quotidiana e semplice normalità. 

 

«In questi ricordi non c’è solo la memoria perduta di un principe, mia cara.» le aveva detto Shenron, mentre con fare sconfitto le consegnava la sfera di cristallo con all’interno l’oggetto dei suoi desideri «C’è anche l’oscurità e la malvagità intrinseca dei guerrieri saiyan: quell’oscurità ereditata da suo padre, lo stesso saiyan che ti ha tradita anni or sono. Una volta recuperati i ricordi, starà al principe decidere se soccombere a tutta quell’oscurità, oppure domarla e farne quello che più desidera; senza i suoi ricordi, i suoi poteri sono nettamente diminuiti, ma una volta riacquistata la memoria, lui riacquisterà anche tutto il potere derivante dalla stirpe della sua famiglia. E quei poteri potrebbero essere la rovina di tutti coloro che hanno cercato di aiutarlo fino a questo momento.»

Ma lei aveva tenuto la testa alta e lo sguardo fiero, pronta a rispondere con tutti gli attributi a quella bestia verde con le corna «Se mio figlio assomiglia anche soltanto un po’ a me, sarà in grado di sopportare tutto questo. Se l’erede non riacquista i propri ricordi e i propri poteri, l’universo sarà perduto.»

«Questo è ciò che c’è scritto sulla profezia, sì.» il drago le aveva consegnato la sfera, lanciandogliela tra le mani «Ma una divinità dovrebbe ben sapere che il destino a volte è incerto. Se ancora non te ne sei resa conto, allora lo imparerai a tue spese… ma ricorda, sei stata avvisata.»

~~~~

Note autrice:
BUONASERA LETTORI E LETTRICI E PERDONATEMI PER L'ASSENZA INGIUSTIFICATA!
Mi ero presa una piccola pausa da questa long, colpevoli il mio compleanno(che c'è stato il 5 di questo mese) e la preparazione al test d'ingresso dell'Università che mi sta facendo letteralmente impazzire >.<
Pensavate che fossi sparita, eh? E INVECE NO! Sono tornata e sono più forte di prima!
Altro capitolo di conoscenza di un personaggio: finalmente entra in scena il nostro caro amico Crilin! E non è stato molto amichevole all'inizio(proprio come nella storia originale d'altronde), e ovviamente ha messo subito gli occhi su Bulma e Chichi... come volevasi dimostrare, l'influenza del maestro Muten non è mai troppo buona xD 
Nel frattempo, fa la sua comparsa il nemico principale di questa long: Freezer. Che a quanto pare ha un tenero sodalizio con una misteriosa prigioniera/alleata... ma di chi si tratterà? E che cosa intendeva Freezer quando parlava di una "cimice"? 
Queste sono tutte domande che troveranno risposta nei prossimi capitoli, quindi non abbandonatemi e continuate a seguire: prima o poi, tutti i nodi verranno al pettine.
Al prossimo capitolo(e prometto che questa volta aggiornerò presto)!

-cancerianmoon

 
   
 
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