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Autore: I_love_villains    19/07/2021    0 recensioni
Raccolta di racconti horror. Spero di riuscire a provocarvi qualche brivido.
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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"Perché gli umani ci odiano così tanto?"
Questa è la domanda che da più di vent'anni ormai i giovani pongono ai propri genitori, cercando di giustificare l'esistenza di perenne fuga in cui viviamo... da vent'anni ormai.
Le risposte sono sempre diverse, perché nessuna Sirena dei Fondali o Tritone degli Abissi era presente quando colui che chiamiamo lo Sterminatore è nato. Tranne una: io. Io, che sono troppo codarda per rivelare al mio popolo di essere la causa di un tale flagello.
Ogni volta che si ha notizia di una popolazione annientata, non posso fare a meno di tornare con la mente al giorno in cui spezzai il cuore dello Sterminatore. Li ricordo bene, il moretto e il biondino...

Keith, ventitreenne biondo con gli occhi nocciola, guidava il Granchio, un mezzo subacqueo di piccole dimensioni utilizzato per viaggi in immersione di breve durata. David, venticinquenne moro con gli occhi azzurri, gli faceva da navigatore.
"Sei emozionato?" domandò quest'ultimo.
"Eccome! Saremo finalmente indipendenti e staremo insieme per sempre!" dichiarò allegro Keith.
"Se troviamo il tesoro" replicò David, poggiando la testa sulla spalla del partner.
"Certo che lo troveremo, zuccotto. Abbi fede. Tu cosa immagini di trovare?"
"Statuette antiche, o roba del genere."
"Io vorrei qualcosa di scintillante."
"Tipo oro?"
"Sì, o gioielli."
I due giovani continuarono a fantasticare su che genere di tesoro avrebbero trovato seguendo le indicazioni della mappa vinta a una partita di poker. Dopo accurati esami, si erano convinti che fosse autentica e avevano deciso di investire i loro risparmi nel Granchio e nell'attrezzatura necessaria a caricarlo.
Passò qualche ora. Mentre attraversavano un tunnel piuttosto stretto, una spia gialla cominciò a lampeggiare.
"Che succede?" chiese David.
"Siamo incastrati!" si allarmò il biondo.
"Come incastrati?!"
"Sì, non ci muoviamo di un millimetro, né in avanti né indietro!"
Fecero qualche altra prova prima di arrendersi. Per non vanificare il loro viaggio, decisero di proseguire per il tunnel utilizzando le tute da palombaro che avevano portato a bordo, esplorare il posto e poi chiamare i soccorsi. Non ci impiegarono molto a raggiungere il fondo del loro cunicolo, il più largo, in cui confluivano altri più stretti. Non dovettero nemmeno scavare per capire che il tesoro era reale: ammucchiati sul fondale vi erano un centinaio di reperti storici. Al colmo della gioia, improvvisarono un balletto, per poi raccogliere una manciata di artefatti ciascuno e tornare a bordo.
"Siamo ricchi!" gridò Keith, raggiante.
David lo attirò in un abbraccio frantuma-ossa, troppo emozionato per parlare. Ci vollero parecchi minuti – dedicati ad affettuosi festeggiamenti – prima che si calmassero abbastanza per chiamare i soccorsi, i quali sarebbero stati disponibili entro un paio di giorni.
"Perfetto, abbiamo il tempo per caricare qualcosa e nascondere il resto" sentenziò il moro.
"E di continuare a festeggiare" aggiunse Keith malizioso, accennando con la testa alle cuccette.
Più tardi, la stiva era quasi piena. David, però, era preoccupato. Durante le ore di lavoro Keith si era fatto sempre più taciturno e distaccato, sembrava quasi ignorarlo.
"Qualcosa non va? Prima eri tanto felice, ora invece..."
"Sì, tutto bene, avevo solo la sensazione di essere osservato."
"La profondità ti rende inquieto? Tranquillo, sarà qualche pesce."
"Già, torniamo a catalogare."
Per un po' Keith fu di nuovo il solito, ma tornò presto a rabbuiarsi. Oltre che a smettere di rispondere al compagno, cominciò a disprezzare alcuni oggetti, ritenendoli spazzatura senza alcuna ragione plausibile, mentre depose sulla sua cuccetta altri in apparenza identici. Ne divenne estremamente geloso, al punto che proibì a David di toccarli.
"Keith, ma che ti prende?" volle sapere quest'ultimo, seriamente preoccupato.
"Lasciami in pace" gli rispose freddamente il biondo.
David scosse la testa, ma decise di accontentarlo. Forse stare da solo avrebbe aiutato il fidanzato a calmarsi, pertanto decise di recarsi nuovamente al tesoro e raccolse un vaso che lo ispirarò particolarmente. Si accorse d'un tratto che respirare era diventato difficoltoso. Controllò l'indicatore di ossigeno posto sul braccio e si stupì nel constatare che era quasi terminato. Eppure era stato via mezz'ora al massimo, com'era possibile?
Tornato al Granchio, fece per ruotare il meccanismo che apriva la porta di decompressione, ma esso rimase immobile. David batté allora sul vetro per farsi aprire da Keith. Il compagno si avvicinò con sguardo vacuo, in trance. David batté sul vetro con maggior forza, terrorizzato. Keith spostò l'attenzione su di lui, ma non fece altro.
"Keith, sto soffocando! Sblocca il portellone!"
Il biondo fece un passo indietro e si bloccò. Fissò costernato il partner, che iniziava a perdere le forze.
"Mi dispiace, David!" urlò Keith.
L'altro lo guardò disperato, chiedendogli silenziosamente perché lo stesse lasciando morire. Il biondo poggiò entrambe le mani sul vetro, in lacrime, supplicante.
"Voglio salvarti, ma lei me lo impedisce..."
Lei? In un lampo, David si ritrovò accanto una sirena completamente nera, che riuscì a scorgere grazie ai fotorecettori che per file ricoprivano la pelle della creatura e la illuminavano ad ogni movimento. Il moro non aveva abbastanza aria per urlare, figurarsi per scappare. Chiuse gli occhi, udendo appena Keith gridare: "Lascialo! Ti prego! Non amo te, amo lui... ma starò con te!"
David aveva ricordi frammentari di ciò che era successo in seguito, poiché non era interamente cosciente. Era sicuro solo di una cosa: del bacio appassionato che gli dette Keith dopo che doveva averlo trascinato a bordo.
David, appena si fu ripreso, si mosse il più velocemente possibile per trarre in salvo l'amato, ma era troppo tardi. Ne caricò a bordo il cadavere annegato e, in alcuni punti, mangiato. Strinse più forte che poteva il corpo, distrutto dal dolore, mentre cocenti lacrime colavano dal suo viso. All'improvviso, udì una leggera risata. Alzò appena il capo: la sirene li osservava con palese, osceno divertimento.
"Vieni" gli ordinò telepaticamente.
"Mai..." mormorò lui.
"Vieni" ripeté lei. "La tua vita non ha più senso, giusto?"
"Uccidere te lo ha" rispose David, guardandola con odio. "Te e tutti i tuoi simili che incontrerò, a costo di sterminare un'intera specie! Ti ritroverò e me la pagherai! Lo giuro!"

Il suo giuramento è divenuto leggenda...
   
 
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