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Autore: Eevaa    01/08/2021    6 recensioni
L'aura di Kakaroth si era dissolta lentamente nel nulla. Non da un momento all'altro - il che avrebbe potuto farne presagire la morte - ma lentamente. Sempre più flebile, sempre più lontana, fino a che Vegeta non l'aveva più percepita. Mai più.
«Cosa hai capito di tutto quello che ti ho detto?» urlò Vegeta. Poi il prigioniero sbuffò, annoiato.
«Che in cinquant'anni hai stipulato un'alleanza bizzarra con gli abitanti di questo pianeta, che avete sconfitto nemici dai nomi improbabili, che non solo esiste il leggendario Super Saiyan, ma ne esistono con diverse tinte per capelli; che ti sei riprodotto e, per tutte le galassie, se ce l'ha fatta uno come te persino Dodoria avrebbe avuto delle speranze; che siete invecchiati terribilmente mentre io sono un fiore, e che ora dobbiamo salire su quel catorcio di astronave per andare in giro per dodici universi alla ricerca dello squinternato che se l'è data a gambe dieci anni fa e che, con tutta la probabilità, ora è solo un mucchio d'ossa o polvere interstellare ma oh, guai a dirlo, perché mi pare che siate molto amici».
Inaccurato, ma tutto vero.

[Post-Dragon Ball Super] [Slowburn]
Genere: Angst, Avventura, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Goku/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Across the universe - La serie'
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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
Non concedo, in nessuna circostanza, l'autorizzazione a ripubblicare questa storia altrove, anche se creditata e anche con link all'originale.
I diritti delle immagini non mi appartengono.
 
 
Avvertenza:
Lievi accenni alla tematica della prostituzione. Mi dissocio dal comportamento di Radish.


Dedicato a mamma Laura e alla mia "lettrice" più piccola, appena venuta al mondo. 
Auguri 



 
- ACROSS THE UNIVERSE -


Capitolo 17
Il velo


 

Inspiri, espiri.
L'aria sembra avere un sapore diverso.
Inspiri, espiri. Apri gli occhi.
Ci vedi bene, i colori sono brillanti a guardarli con occhi nuovi.
Inspiri, espiri. Alzi le mani verso il cielo.
Non ti è nuova quella sensazione. Eri due, ma ti senti uno. Ti muovi come se fossi uno solo.
Coordini i gesti, il respiro, il pensiero.
È strano pensare con due menti differenti, ma condividere ti viene normale. Sei coordinato, perfettamente a tuo agio. Saltelli, sferzi l'aria con qualche pugno.
Il tuo corpo è agile, non c'è bisogno di riflettere. Ti guardi intorno, occhi curiosi ti osservano.
«Wow». Radish è senza parole, per una buona volta. «No, sul serio: wow!»
Sorridi sghembo. Sai che quello è un sorriso che appartiene solo a uno, ma lo fai tuo.
«Sorpreso?» domandi.
«A dir poco. Sul serio, un vero peccato che tra uomini non ci si possa riprodurre, perché un vostro ipotetico figlio sarebbe un gran figo» dice Radish.
Preferivi quando era senza parole.
Eppure ridacchi, allegro. Anche quella risata fa parte di uno, ma ti sta bene.
«Sto mettendo a dura prova la tua eterosessualità?» ghigni. Nonostante tutto sei divertito dall'espressione ridicola e ammirata sul volto di Radish.
Sei egocentrico. L'hai preso da uno.
«Oh, lo sai bene che i Saiyan non badano troppo a queste cose. Ma tecnicamente sarebbe un mezzo incesto se ci provassi con te, quindi credo me ne starò al mio posto» ride Radish.
«Te ne sarei eternamente grato. Ora scusami, ma devo vomitare» sbuffi.
Inspiri, espiri.
Ti senti al tuo posto. Non comprendi come sia possibile, ma percepisci di essere perfetto. Completo.
Quando Nînyssi ti si avvicina a passi lenti quasi non te ne accorgi. Poi ti guarda.
Improvvisamente ti senti male, ti senti minacciato. La tua mente non sopporta un intruso. Respingi.
«Interessante. I miei poteri non funzionano su di voi, Gogeta».
Questo ti stupisce.
«Cosa succede nella vostra testa, quando provate a ricordare?» chiede lei. Anche la domanda ti stupisce. Su Dagrabàh non erano soliti fare domande.
Provi a pensare, a ricordare. È strano ricordare.
Sai di essere due, ma la tua mente è uno.
I tuoi ricordi esistono, ma esistono solo quando due sono vicini.
Ricordi la rabbia, ricordi occhi furenti. Ricordi battaglie, ricordi sorrisi. Ricordi lacrime. Ricordi cibo appetitoso, ricordi pugni contro la mandibola, ricordi viaggi. Ricordi mani, ricordi guancia contro guancia per lanciare un attacco. Ricordi avventure. Ricordi una promessa. Ricordi un addio. Poi ricordi uno sguardo da lontano, ricordi una stretta di mano. Ricordi un racconto.
Ricordi molte cose, quando due sono vicini.
«La Fusione ha regole strane» dici, infine. «I miei ricordi comprendono solo quelli che Goku e Vegeta condividono insieme».
«Vuoi dire che tutto ciò che avete passato insieme lo ricordi, tutto il resto no? Cioè... tipo, cosa ricordi dell'infanzia di Vegeta?» domanda Radish, confuso.
Provi a pensare, è tutto molto oscuro. Ricordi poco.
«So chi è Vegeta. So cosa ha fatto, ma lo so perché Goku lo sa» dici. «Così come conosco Goku per come lo conosce Vegeta».
Radish ti restituisce uno sguardo davvero poco intelligente.
«Ok, sono confuso».
«Mi è chiaro, Gogeta. La vostra coscienza esiste fin tanto che esiste l'altro. Esattamente come il vostro corpo esiste solo perché esiste l'altro. Gogeta non esisterebbe senza colui che si fa chiamare Goku, così come non esisterebbe senza Vegeta» dice invece Nînyssi.
Credi di capire.
Tu sei due in uno solo.
«Quindi il fatto che adesso condividano il cervello può comportare che i ricordi poi si trasferiscano nella mente di Kakaroth?» domanda Radish.
Lo speri.
«Voi non siete stupido come sembrate, Ra-»
«Ancora con questa storia!?»
«La speranza è che questo serva a togliere il velo, l'ombra nella mente di colui che si fa chiamare Goku». Nînyssi ignora le proteste di Radish.
Speri davvero che la Fusione possa servire a qualcosa. Sai bene quanto uno soffra della perdita di memoria dell'altro. Sai bene quanto uno desidera tornare a ricordare.
Inspiri, espiri.
Trenta minuti trascorrono veloci.
Senti che cesserai di esistere come uno. Tornerai a essere due.
Non ne sei felice. Speri solo che due non si allontaneranno più.

 
•••


Si sentì sobbalzare lontano, come respinto da una forza interiore.
Vegeta cadde schiena sull'erba all'indietro, il rumore di un tuffo in acqua giunse alle sue orecchie.
Kakaroth era stato sbalzato nel laghetto, forse era stato fortunato.
Quando Sua Maestà provò a respirare e inspirare si rese conto quanto fosse diverso, quanto fosse strano. Poi realizzò e avvertì qualcosa di ancor più strano, sebbene noto: la connessione.
Kakaroth stava riemergendo dal lago, eppure Vegeta se lo sentiva addosso. La connessione post-Fusione era tornata.
E, suo malgrado, Vegeta ricordava che fosse più fastidiosa. Invece la trovò piacevole, la trovò tranquillizzante. Un sollievo. Qualcosa che combacia.
Ma, quando riuscì a incrociare lo sguardo di Kakaroth, il sollievo si trasformò di nuovo in confusione, in ansia.
Lo fissava come se avesse visto un fantasma, con gli occhi sgranati e i pugni tremanti.
Ci fu un grande silenzio, una pausa in sospensione dal mondo, dal resto dell'universo. Come se quella fosse davvero la prima volta che si vedevano dopo dieci anni.
La sua Aura si era fatta di colpo più familiare, un'increspatura simile al Ki del vero Kakaroth, quello che conosceva un tempo.
Aveva ricordato? Non aveva ricordato? Cosa?
Vegeta strinse i pugni di rimando, ma Kakaroth fu veloce. Si avvicinò a passi lesti e gli si posizionò davanti, vicino, irruente.
«Io... ricordo delle cose» gli soffiò in faccia. Sembrava sconvolto.
Sua Maestà lo era di più.
«Cosa ricordi?» domandò.
«Pochi momenti. Non tutto... ma ora sono riuscito a viverli in modo giusto, in prima persona, non solo come un racconto. Mi ricordo... cosa provavo in quei momenti. E c'eri sempre tu» la sua voce era rotta, spezzata. «Rabbia. Stupore. Gioia, sollievo, tristezza, felicità, eccitazione, impazienza. Smarrimento, nervosismo, disperazione» si prese la testa tra le mani e ringhiò. «Troppe emozioni, troppe!»
Nînyssi si avvicinò e, dopo aver sfiorato l'avambraccio di Kakaroth, lo invitò a voltarsi e guardarla negli occhi. Lo scrutò e Vegeta, nel vederlo digrignare i denti dal dolore, ebbe come l'impulso di farla smettere.
Non voleva che Kakaroth soffrisse.
«Il velo si è frastagliato. Ora voi dovete aspettare che questi buchi si strappino ulteriormente, che si allarghino» annunciò Nînyssi. Tuttavia, neppure quando distolse gli occhi scrutatori da quelli di Kakaroth questi accennò a calmarsi. Era pallido, sconvolto.
«Scusate, ho bisogno di un attimo» mormorò, avviandosi a passi decisi verso la giungla.
Vegeta sussultò. L'ultima volta che Kakaroth aveva detto di voler stare solo non l'aveva più visto per dieci anni.
L'impulso fu quello di fermarlo o quantomeno di seguirlo, ma qualcosa lo fece desistere. La sensazione che, nonostante questi fosse sparito tra la folta vegetazione della giungla, Vegeta lo sentisse ancora addosso. La connessione.
Avrebbe dovuto lasciargli spazio, almeno per un poco. Avrebbe saputo come ritrovarlo, nel caso non fosse tornato a breve.
«Dovrete avere pazienza con lui. Ricordare può fare male. Rivivere dei momenti intensi come se fosse la prima volta, se negativi, può fare male» suggerì Nînyssi e, detto ciò, si congedò e si avviò lenta per rientrare nella propria caverna.
Vegeta tornò con lo sguardo all'ingresso oscuro della giungla. Era ancora notte fonda. Non era preoccupato per l'incolumità fisica di Kakaroth. Era un guerriero, non una damigella in difficoltà.
Solo... non voleva che Kakaroth soffrisse. Soprattutto non voleva che soffrisse per colpa di alcuni ricordi.

 


Si erano accampati sulle sponde del lago con la Capsule Hub. Attendere per attendere, era stato più saggio aspettare il ritorno di Kakaroth comodamente al fresco nella tenda climatizzata e magari mangiando un boccone.
Un vero peccato che lo stomaco del Principe si fosse completamente chiuso. E che non avesse la stessa capacità di Radish di dormire pure in situazioni di stress.
Si era rigirato sulla branda più e più volte, poi era uscito e si era rinfrescato nel lago, poi si era seduto sulla riva e aveva atteso senza chiudere occhio per il resto della nottata.
Ma, nonostante avesse sentito Kakaroth addosso per tutto il tempo, gli era stato piuttosto chiaro il momento in cui davvero si stesse avvicinando.


Alle prime luci dell'alba, come un sole che sorge, Kakaroth uscì dalla giungla e gli si sedette accanto sulla roccia, in silenzio, con i piedi a penzoloni nell'acqua.
Vegeta ne fu sollevato, ma se ne guardò bene dal dimostrarlo. Continuò a fissare le increspature del lago di fronte a sé.
«Mi stavi aspettando?» domandò Kakaroth, dopo qualche minuto.
«No, sono di guardia» mentì Vegeta.
Mentire era più facile.
«Mi dispiace di aver dato di matto» mormorò Kakaroth. Perché lui sapeva dire che gli dispiaceva, sapeva chiedere scusa, anche se non aveva alcun bisogno di farlo.
Sua Maestà strinse i pugni sulle cosce. Avrebbe voluto essere capace di dirgli lui stesso quanto gli dispiacesse, che non era giusto che soffrisse, ma non era nelle sue corde. Non era nelle sue capacità.
«Cosa ti ha fatto dare di matto?» chiese invece.
Kakaroth sospirò.
«Ho ricordato... il nostro addio. Ho ricordato che mi ha fatto male, che stavo soffrendo» ammise e, finalmente, Vegeta si voltò di scatto verso di lui. «Poi ho ricordato... altre cose brutte, più brutte che piacevoli a dire il vero. Mh, ho ricordato di essermi arrabbiato con te, quando hai ucciso tutte quelle persone al torneo, di essere rimasto deluso».
Sua Maestà avrebbe tanto, tanto desiderato che un enorme Kraken spuntasse dall'acqua e lo inghiottisse seduta stante. Kakaroth non gliel'aveva mai detto. Non che Vegeta non lo avesse immaginato, ma sentirselo dire fece molto male.
Kakaroth non gli aveva mai detto di essere rimasto deluso dal suo comportamento quando si era lasciato possedere da Babidi. Lo aveva perdonato senza più rivangare l'argomento, forse perché Kakaroth sapeva quanto il senso di colpa lo avesse già abbondantemente divorato. E tutt'ora, per Vegeta, era un argomento spinoso.
Sua Maestà abbassò lo sguardo e arrossì. Aveva troppi fantasmi dentro al cuore.
«Però poi, quando mi sono allontanato, ho ricordato altre cose... più belle. È tutto molto confuso, ma ho ricordato di essere stato fiero di te, più volte. Ho ricordato dei sorrisi, pomeriggi stesi sull'erba. Sono stato subito meglio» si apprestò ad aggiungere Kakaroth.
Vegeta deglutì.
Capì che non sarebbe stato facile per nessuno dei due. Era come rivivere tutta la storia che li aveva condotti fino a lì come se fosse la prima volta. Vegeta aveva già pensato che raccontare era stato difficile... ma che Kakaroth lo rivivesse sulla propria pelle era ancora peggio.
Rivivere la rabbia, il perdono, poi la delusione, poi l'inizio di un'alleanza, un'amicizia. Tutto quanto da riscoprire di nuovo, per Kakaroth a livello emotivo... per Vegeta stesso negli occhi di Kakaroth.
Se solo i ricordi gli fossero tornati tutti insieme non si sarebbero trovati in quella situazione.
Si sentì sotto giudizio, non gli piaceva.
«Ho capito cosa intendevi quando mi avevi detto che avevamo una promessa» svelò Kakaroth.
Vegeta quasi si strozzò con la propria saliva.
«Te lo sei ricordato?» balbettò.


«Almeno tu ci sarai» mormorò Kakaroth, dando voce alle parole che Vegeta mai avrebbe pronunciato ma che sì, in qualche modo sentiva gli appartenessero.


«Sì» Kakaroth, finalmente, sorrise. «Ho emozioni contrastanti riguardo a quella notte. Ero triste, era morto qualcuno di importante. Però poi quella promessa mi ha fatto sentire meglio. La promessa che ci saremmo sempre stati».
Sembrava che tutta la confusione se la fosse portata via la notte in un solo colpo, quando un timido raggio di sole colpì il laghetto e il sorriso di Kakaroth si fece ancora più largo.
Vegeta era felice che se lo fosse ricordato, ma trovò il modo di parafrasare quella sensazione in una realtà più pragmatica.
«Bene. È positivo che tu abbia iniziato a ricordare» disse con un mormorio, ma Kakaroth lo incalzò con più entusiasmo.
«Ho capito una cosa».
Il suo sorriso si fece più largo, più da Kakaroth. Ingenuo, gioioso.
Era tornato. Anche se solo in parte era tornato, e Vegeta ne era profondamente grato e felice.
«Cosa?»
«Che mi sei mancato».
Era tornato. Sincero, con gli occhi socchiusi accesi, i denti scoperti e le guance all'insù. Noncurante dei temporali da affrontare, dell'oscurità, del buio nella sua testa o del velo da strappare.
Era tornato per mettere Vegeta di nuovo in imbarazzo come solo lui sapeva fare, per fargli trattenere il fiato e fargli scaldare le guance.
Kakaroth era in parte tornato e, nonostante i sentimentalismi non facessero per lui, Vegeta si sentì così sollevato che per un attimo il suo volto sembrò assumere le stesse sfumature di un caldo tramonto estivo. Una gamma di espressioni che viravano tra il cielo terso e un folle acquazzone, tra il vento sferzante e la brezza placida.
«Umphf...» bofonchiò, incapace di dire altro.
«E non vedo l'ora di ricordare altro!» Kakaroth si illuminò ancora di più.
Era bello vederlo così.
Avrebbe voluto dirgli tante cose. Che era un clown entusiasta, che era uno sciocco. Ma più di tutto che gli era mancato.
Mi sei mancato anche tu, idiota avrebbe voluto dire.
Mi sei mancato e non troverò mai il coraggio di dirtelo.
Mi sei mancato ed è questo ciò che mi ha spinto a trovarti.
Vegeta sorrise un poco e lo ascoltò blaterare di quanto avrebbe voluto presto emozionarsi di tutte quelle epiche battaglie, lo guardò entusiasmarsi e si rese conto che prima o poi avrebbe davvero dovuto fare qualcosa per frenare alcuni tipi di pensieri troppo emotivi, troppo sentimentali.
Magari un'altra volta.

 


Erano partiti da Dagrabàh da almeno una settimana e, se inizialmente l'entusiasmo era stato ad alti livelli, ben presto avevano scoperto che allargare i buchi nel velo era un poco più difficile del previsto. I ricordi non erano riaffiorati a fiumi come Kakaroth aveva sperato; i pochi che aveva acquisito erano brevi, non molto intensi, non molto significativi
E, soprattutto, erano tutti relativi a momenti in cui lui e Vegeta erano vicini. Non che fosse qualcosa di male, ma giustamente Kakaroth aveva espresso il desiderio di ricordare qualcosa della propria infanzia, della propria famiglia, qualcosa di relativo ai propri figli.
Era stato in quel frangente che si erano convinti a barare. Aver appreso che la memoria di Kakaroth fosse solo oscurata e non completamente danneggiata portava anche numerose speranze di poter far qualcosa con le Sfere del Drago. Una volta giunti sulla Terra avrebbero approfittato del terzo desiderio di Shenron – i primi due erano serviti a resuscitare Radish - per poter fargli tornare la memoria.
Le possibilità c'erano, ma avevano preferito non dare false illusioni ai loro figli e proseguire con quel piano senza metterlo in pubblica piazza. Mal che fosse andata avrebbero fatto fare la Fusione a Kakaroth con Gohan e Goten per poter ripristinare anche i suoi ricordi su di loro.


Mano a mano che egli ricordava qualcosa, Vegeta aveva notato dei cambiamenti nel Ki di Kakaroth. Più passava il tempo e più lo avvertiva più simile a quello di un tempo, e ciò faceva ben sperare.
Durante quella settimana di viaggio in direzione della Terra ne avevano anche approfittato per iniziare ad allenarsi ma, se i combattimenti tra Radish e Vegeta – o tra Radish e Kakaroth – si rivelavano sostenibili per il ponte superiore di Caps12, quelli tra Vegeta e Kakaroth finivano sempre con un ammonimento da parte di Radish sul fatto che rischiassero ogni santa volta di far saltare in aria tutto.
«Sul serio, Vegeta, non potete spendere le vostre energie in attività ricreative meno dannose all'astronave?» gli aveva suggerito Radish una notte, ammiccante, durante un cambio di guardia nella cabina di pilotaggio.
«Tipo strapparti tutti i capelli dalla testa? Se vuoi inizio adesso!» gli aveva risposto.
L'antifona su quali fossero tali attività ricreative era piuttosto chiara. E, a tal proposito, Vegeta aveva dovuto tener fede alla sua promessa con quell'animale pervertito di fare delle piccole deviazioni su qualche pianeta di scambio commerciale ove, si sapeva, la prostituzione serpeggiava in quantità.
Era stato un vero sollievo per Vegeta notare che Kakaroth non fosse interessato a emulare le pratiche ricreative del fratello e, invece, preferiva approfittarsene dello stallo sulla terra ferma per potersi allenare con Sua Maestà per sfoderare più potenziale.


«E questo si chiama Ultra Istinto! È grazie a questo che siamo riusciti a vincere il Torneo del Potere» spiegò Vegeta, dando sfoggio della forma finale.
Si vide riflesso negli occhi di Kakaroth, colmi di ammirazione.
«Wow, Vegeta... è meraviglioso!»
Quei complimenti da parte di Kakaroth lo avevano sempre messo in imbarazzo ma, ovviamente, gonfiavano il suo ego come un palloncino aerostatico. E chi era lui per dire di no a chi innaffiava così bene il suo orgoglio?
Ghignò soddisfatto, giusto per nascondere il rossore.
«Lo sai fare anche tu, prima o poi te lo ricorderai» disse Vegeta. «Anzi, se devo proprio essere onesto l'ho copiato da te» ammise poi.
C'era voluto qualche mese dopo il Torneo del Potere perché Sua Maestà si convincesse ad apprendere l'Ultra Istinto, e altrettanti mesi per poterlo imparare. Non avrebbe mai accettato di farsi insegnare un bel niente, lui era uno che doveva sbatterci la testa da solo sulle cose.
Con Kakaroth era sempre stato un continuo rincorrersi, superarsi, riprendersi a momenti alterni. Oramai Vegeta aveva imparato ad accettare ciò dai tempi della battaglia contro Majin Bu. Eppure la gara era sempre aperta. E l'unica cosa della quale era molto sollevato in quel momento era che lui fosse ben più forte di Kakaroth.
«Già, un vero peccato che tu non abbia mai seguito il mio consiglio di farti insegnare il teletrasporto, razza di testone!» lo rimproverò Kakaroth, con un sorrisetto.
Vegeta arricciò il naso.
«Ehi, non-aspetta!» si interruppe, esterrefatto. «Te lo ricordi?»
Il lampo di consapevolezza negli occhi di Kakaroth si fece più intenso, così come la risata che gli sfuggì dalle labbra.
«Urcaaa! Sì, è un nuovo ricordo!» trillò d'entusiasmo.
Vegeta si sentì colpito nel petto e, senza nemmeno volerlo, la trasformazione svanì nel vento e i suoi occhi si fecero di nuovo scuri. Scuri, ma non tetri.
«Che... che cosa hai detto?» balbettò, muovendo un ulteriore passo verso il rivale per fronteggiarlo.
«Che è un nuovo ricordo!»
«No, non quello... quella stupida e infantile esclamazione!»
Erano anni che Vegeta non la sentiva. Mai si sarebbe aspettato che quel fastidiosissimo suono potesse mancargli!
Kakaroth si portò una mano dietro la nuca.
«Urca?» domandò, confuso, e Vegeta annuì con un ghigno soddisfatto. «Perché ridacchi, adesso?»
«Non l'avevi ancora detto e, uhm, lo dicevi sempre» spiegò, e il volto di Kakaroth si illuminò di nuovo, ancor più brillante, ancor più elettrizzato.
«Oh, ma è vero! Evviva!» esultò. «Sto migliorando!»
Forse troppo entusiasta, troppo elettrizzato. Troppo gioioso. Così tanto che non riuscì a trattenersi dal gettare le braccia al collo di Sua Maestà in un abbraccio di festeggiamento fin troppo stretto.

Vegeta trasalì a quel contatto. Non era uno da abbracci, non lo era mai stato e probabilmente se Kakaroth si fosse azzardato a fare la stessa mossa avventata dieci anni prima – senza un giustificato motivo, senza nemmeno avvisare – lo avrebbe allontanato con un Ki-blast.
Per il Principe anche solo il tenersi per mano per teletrasportarsi o qualsiasi contatto troppo ravvicinato era stato motivo e fonte di grande imbarazzo. Figurarsi un abbraccio!
Kakaroth non gli aveva mai dato un abbraccio vero. Si erano sostenuti a vicenda durante le battaglie, si erano aggrappati l'uno alle spalle dell'altro, Kakaroth l'aveva trascinato contro di sé per fare una foto ridicola... ma non si erano mai dati un abbraccio. Uno vero.
Non era spiacevole, era come il prolungamento fisico di quella connessione post-Fusione. Una sensazione bella, forse troppo bella per essere nelle corde del Principe dei Saiyan.
«Ehm... Ka... Kakaroth» balbettò, con le braccia rigide lungo i fianchi e il volto schiacciato contro la spalla dell'altro. E, sebbene il bipolarismo dei suoi istinti gli suggeriva sia di stringerlo a sua volta sia di allontanarlo con un calcio nelle costole, Vegeta decise di proseguire per una terza opzione. Le parole. «Noi non... non ci abbracciavamo!»
Kakaroth mollò la presa e fece un passo indietro. La sensazione fu quella di uno strappo, ma Sua Maestà la ignorò.
«Ah... ops, scusa, ehm...» mormorò lui, in imbarazzo. Quello era strano.
Non ricordava di aver mai visto Kakaroth in imbarazzo. Solitamente era uno che rideva sopra alle proprie azioni avventate. Invece si fece rosso come un pomodoro prima di abbassare lo sguardo e farneticare di nuovo.
«Ricordavo... ehm... scusa, io penso di aver frainteso qualcosa... sul tipo di rapporto che avevamo».
Nei suoi occhi c'era il caos, le dita arricciate e labbra che si aprivano e chiudevano come quelle di un pesce rosso. Un pesce rosso smarrito in una boccia.
Vegeta chiuse gli occhi per un secondo. Sapeva che sarebbe successo, prima o poi. Così come aveva frainteso Radish, così come aveva frainteso Nînyssi, aveva frainteso anche Kakaroth.
Facile fraintendere qualcosa di facilmente fraintendibile, del resto.
«Sì... Kakaroth, credo che tu abbia frainteso» balbettò anch'egli.
E cosa avrebbe dovuto dirgli? “Sì, eravamo solo amici, ma a volte ci guardavamo come se volessimo saltarci addosso a vicenda. Però avevamo troppo rispetto per le nostre famiglie per farlo. Inoltre eravamo entrambi troppo emotivamente cretini per aver pensato anche solo di parlarne, quindi la cosa è rimasta ben tacita per anni, anni e anni. E andava bene così”.
Vegeta storse le labbra. No, non solo non sarebbe stata una cosa saggia da dire, ma si sarebbe anche ingoiato la lingua pur di enunciarla. Sempre per quel piccolo deficit emotivo.
«È che alcuni pensieri, alcune sensazioni sono... alcuni ricordi anche, sono strani. Scusa». Kakaroth continuò a farneticare, balbettare, e Vegeta scosse la testa e alzò le mani per farlo smettere.
Lo preferiva sorridente. Forse lo preferiva persino entusiasta. Sicuro lo preferiva con le braccia attorno al suo collo come poco prima, ma quello era un pensiero che avrebbe dovuto ben sopprimere sotto i sottili strati di dignità che gli erano rimasti.
«Sì, mh... non importa...» cercò di tagliare corto, in un tono che non era neanche lontanamente rassicurante. «Combattiamo?» propose quindi. Sarebbe stato più bravo a prenderlo a pugni piuttosto che rassicurarlo.
La proposta di una battaglia funzionò alla perfezione per nascondere la sabbia sotto al tappeto. Il rossore sulle gote di Kakaroth si fece meno intenso, il bagliore lunare tornò a riflettersi nei suoi occhi.
«Combattiamo!» confermò, più entusiasta.


E fu davvero, davvero un ottimo combattimento. Un vero peccato che sul più bello vennero interrotti dalle urla forsennate di un Radish completamente nudo in corsa - visione che Vegeta si sarebbe risparmiato volentieri.
«Via-via-via-via-via!»
«Ma che-» domandò Vegeta, ma l'imbecille sembrava avere una certa fretta.
«VELOCI!» urlò, prendendoli entrambi per le braccia e trascinandoli in malo modo sull'astronave.
Partirono per lo spazio a gran velocità. Gran velocità che Vegeta avrebbe tanto gradito che Radish utilizzasse per mettersi addosso dei vestiti. Cielo, che orrore!
«Rad, ma che diavolo è successo?!» domandò Kakaroth, quando furono oramai lontani dall'atmosfera del pianeta Noctis, attracco portuale famoso per i suoi locali piccanti.
Radish tirò un sospirò di sollievo e fece spallucce in una risatina.
«Oh, niente, ho solo ammazzato il direttore del bordello e avevo i suoi scagnozzi alle calcagna».
«TU HAI FATTO COSA?!» ringhiò Vegeta.
Possibile che quel demente dovesse mettersi sempre in qualche modo nei casini quando si trattava di scopare?
«Ehi, ehi! Calma, l'ho fatto per una buona causa!» si giustificò lui.
«E quale sarebbe!?»
«Beh, stavo intrattenendomi con una signorina molto prestante. Robe da matti! Aveva cinque braccia, e tre apparati riproduttivi, voi non avete idea di dove avrei infi-»
«RADISH!» lo redarguì Sua Maestà. I dettagli non richiesti avrebbe ben potuto tralasciarli.
«Ok, ok. Insomma, ho sentito delle grida d'aiuto provenire dalla stanza accanto. Sono corso lì e c'era questo magnaccia che stava picchiando a morte un suo gigolò e, beh, non mi è piaciuto, quindi ho preso le difese del poveraccio. In questi mesi voi due mi avete reso un sentimentale, è colpa vostra, una volta me ne sarei fregato!» li accusò, incrociando poi le braccia al petto.
«Awww. Un cuore d'oro» lo prese in giro Kakaroth.
Vegeta alzò gli occhi al cielo. Nobile da parte sua, ma avrebbero decisamente dovuto rivedere il suo concetto di farsi giustizia da solo.
«Le prostitute mi hanno ringraziato e volevano persino offrirmi qualche servizio scontato, ma poi ho sentito che si stavano avvicinando delle guardie e, piuttosto che far saltare in aria tutto, me la sono data a gambe! Visto? Ho risparmiato delle vite! Sono un angioletto!» trillò, con un grandissimo sorriso paraculo e smagliante dritto in faccia a Sua Maestà.
Vegeta roteò così tanto gli occhi da farseli andare dietro le orbite, poi sbuffò. «Sì, sì, adorabile, ora però vai a metterti qualcosa addosso! Per l'amor dei Kaioh, sei disgustoso».
Radish, in tutta risposta, si mise in posa olimpionica e si specchiò nel vetro della cabina di pilotaggio, vanesio come solo lui sapeva essere.
«Sono meglio che una statua!»
«Se solo stessi anche in silenzio come una statua!» ringhiò Vegeta, poi si allontanò in fretta dalla cabina tra borbottii degni di una caffettiera. Perché nella vita si era sempre ritrovato circondato da idioti?
Mancava poco meno di un mese al loro rientro sulla Terra.
Le domande erano due: sarebbe riuscito a non uccidere Radish con le sue stesse mani prima di giungere a destinazione? E, soprattutto... sarebbe riuscito a non ficcarsi in altre situazioni imbarazzanti con Kakaroth?
Qualcosa gli suggeriva che sarebbe stato più complesso del previsto.



 
Continua...

Riferimenti:
-Non ho assolutamente idea di come Toriyama o Toyotaro abbiano in mente come funzioni la fusione, come venga controllata. Io mi diverto bene o male in ogni storia a cambiarne alcune regole, alcuni dettagli. In After All ho voluto, che all'interno di Gogeta, Vegeta e Goku riuscissero a comunicare. In It Takes a Fool to Remain Sane mi è piaciuto immaginare che tramite la fusione Trunks e Goten accedessero ai ricordi e i segreti dell'altro. Qui invece mi è piaciuto immaginare che Gogeta esiste e agisce semplicemente in base a ciò che Goku e Vegeta sono e sanno l'uno e dell'altro. Insomma, visto che non ci sono dettagli canonici mi piace variare e immaginarmi diversi scenari :)
-Radish accenna al fatto che i Saiyan non badino troppo al sesso biologico del partner. È un headcanon piuttosto in voga del fandom inglese. Ne parlerò più specificatamente in una delle mie prossime storie.
-Come specificato all'inizio, questa storia non tiene conto delle nuove saghe del manga (Moro e Granolah - che tralalatro sono molto belle, andate a leggerle!), quindi mi è piaciuto immaginare semplicemente che Vegeta abbia raggiunto l'Ultra Istinto.

ANGOLO DI EEVAA:
Ed eccoci quiiii!
Vi avevo promesso che non vi avrei abbandonati alle vacanze estive con un cliffhanger e ho mantenuto la promessa.
Niente grandi colpi di scena alla fine di questo capitolo, sono delle belle speranze per il futuro. E un Radish che corre in giro nudo xD AHUAHHAHA! Alzi la mano chi è del #TeamRadish come me!
Ebbene no, la tencica della Fusione non ha funzionato al cento per cento come molti di voi speravano e immaginavano ma... beh, dai, ha contribuito un pochino a dare uno scossone, a frastagliare il velo che Goku ha in testa.
Il viaggio verso la terra dista ancora quattro capitoli... cosa accadrà? Riuscirà Goku a recuperare la memoria grazie a Shenron? Arriveranno sani e salvi? Vegeta manterrà fede ai suoi due propositi? Lo scoprirete a fine agosto, miei cari.
Come anticipato me ne vado fuera dagli smaronesssss xD ma... se posso darvi un piccolo anticipo... il primo capitolo dopo le vacanze è uno dei miei preferiti dell'intera storia. Vi aspetto con ansia al varco!
Intanto vi auguro buone vacanze - per chi parte - e buon agosto a chi resta.
Grazie di cuore a chi mi ha seguito fino a qui e, se volete avere mie notizie (sicuro, eh, ve ne fregherà sicuramente xD) o semplicemente volete fare due chiacchiere mi trovate su Instagram, su Facebook e su Twitter, sempre come @eevaa_fanwriter !
Un abbraccio a tutti e a presto!
Eevaa

Nel prossimo capitolo! (29 agosto)
Dall'altoparlante la voce di Radish risuonò metallica, interrotta da qualche interferenza.
Ma il messaggio, invece, fu parecchio chiaro.
«Mi dispiace davvero interrompere questo momento decisamente meraviglioso e vomitevole, ma abbiamo compagnia!»
  
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