Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: Flash Fiction [ 605 parole fiumidiparole ]
Personaggi: Damian Bruce Wayne, Jonathan Samuel Kent
Rating: Giallo
Genere: Generale, Slice of life
Avvertimenti: What if?, Slash
BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.
«Sei un idiota, uno sconsiderato, un vero cretino, un...»
«Quanto la fai lunga. Non è così grave», lo interruppe Damian con uno sbuffo, roteando gli occhi. Da quando era rientrato dalla missione che aveva visto coinvolti lui e il resto della bat-famiglia nella rivolta di Blackgate non riusciva proprio a far star zitto Jonathan. Forse perché, essendosi lanciato a capofitto come suo solito, aveva sì sconfitto i detenuti che avevano avuto l'ardire di affrontarlo, ma non ne era certo rimasto illeso. Motivo per cui, adesso, non riusciva a cancellare l'espressione arrabbiata sul volto del suo giovane compagno.
Jon difatti sgranò gli occhi, a dir poco indignato da quella noncuranza. «Cosa? Non è così...» ripeté nel inspirare profondamente dal naso prima di arricciarlo. «Lussazione del polso, frattura del perone, tre costole incrinate, cinque punti sullo zigomo destro, quindici punti su...»
«Ho capito, testa aliena, ho capito! Ci ha già pensato Pennyworth a farmi un check up completo».
«Il punto non è quello, D!» sbottò Jon nell'aggrottare la fronte, stringendo stretto un pugno lungo un fianco con palese nervosismo. Ed era piuttosto difficile che Jon perdesse la pazienza, quindi stavolta doveva essersi arrabbiato davvero parecchio. «Devi cominciare a pensare più razionalmente, non è quello che mi ripetevi in continuazione quand'ero un bambino? Non tutti i problemi possono essere risolti con una spada».
«Ecco perché porto due spade», precisò Damian con velato sarcasmo, e Jon non si risparmiò dal fulminarlo con lo sguardo.
«Dico sul serio, Damian», affermò il giovane Kryptoniano. Non aveva usato nomignoli, e la mano stretta a pugno aveva cominciato a tremare impercettibilmente. «Dai troppo per scontate le tue abilità... e non pensi a chi ha paura per te».
Damian aprì bocca per replicare, ma la richiuse subito dopo per limitarsi a fissare gli occhi azzurri di Jon. Nonostante fosse in piedi accanto al suo letto, e fosse alto praticamente un metro e ottantotto, in quel momento gli sembrava piccolo e impaurito, come un bambino terrorizzato lasciato da solo nell'oscurità. E a quel punto Damian comprese. Ah, dannazione. Doveva essersi spaventato davvero moltissimo nel vederlo conciato in quel modo... e lui non stava facendo grandi sforzi per tranquillizzarlo.
«Hai ragione», esalò infine, e Jon lo fissò interdetto. Damian non gli dava mai ragione.
«Davvero?»
«Sì. Non farmelo ripetere», rimbeccò il giovane Wayne. «Cercherò di fare più attenzione, in futuro».
Gli occhi di Jon, precedentemente ingigantiti dalla confusione, parvero rilassarsi, e un pizzico di sollievo cominciò a farsi spazio in essi. Essere riusciti a raggiungere un compromesso era piuttosto importante, soprattutto quando ne andava dell'incolumità di Damian. Così, più rasserenato, prese finalmente posto accanto a lui, sistemandosi sul lato vuoto del letto con le braccia incrociate dietro la testa. Avrebbe voluto abbracciarlo come suo solito, ma ammaccato com'era temeva di potergli fare ulteriormente male.
«Proverai anche a riposare un po', senza fare storie?» domandò, guadagnandoci un piccolo sbuffo ilare.
«Questo non posso promettertelo».
Jon sollevò lo sguardo, roteando gli occhi. «Mi accontento di saperti almeno a letto».
Damian a quel dire gli scoccò un'occhiata, sollevando un angolo della bocca in un ghignetto prima di spostarsi accanto a lui, attento a come si muoveva per evitare che le ferite gli facessero troppo male; spalla a spalla con il compagno, fece scivolare una mano lungo la coscia destra, sentendo l'altro irrigidirsi quando le dita, intrepide e sicure, si fermarono a cavallo dei pantaloni per giocherellare con la stoffa della tuta che indossava. «Andiamo... non sei contento di potermi dare da infermiere, J?» domandò bizzarramente mellifluo, e Jon arrossì fino alla punta delle orecchie.
Sarebbero state settimane davvero lunghe.
_Note inconcludenti dell'autrice
Anche questa storia è nata grazie all'iniziativa #incorrectquotes indetta sul gruppo facebook Hurt/comfort Italia, e in particolar modo da questo prompt:
Jonathan: You know, not every problem can be solved with a sword.
Damian: That's why I carry two swords.
Damian a volte fa fatica a capire i sentimenti delle persone, ma nonostante tutto sta imparando e alla fine riesce anche a tirare un p' su on... anche se il povero raazzo sta cominciando a sudare freddo. Damian è ferito, lui è super forte, ma Damian lo fa eccitare... che settimae che si prospettano per lui aha
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥
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