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Autore: heliodor    09/08/2021    0 recensioni
Dopo essere stata costretta a lasciare il suo villaggio, Ryhana viene accolta dai ribelli di Malag come una di loro, trova un posto sicuro in cui stare, degli amici e persino l’amore di Kaleena. Ma l’arrivo di un pericoloso monaco eretico e a causa di un antico e misterioso rituale, la sua vita cambia in modo irrimediabile. Costretta ad allearsi agli spietati Vigilanti, diventerà l’arma decisiva in un conflitto tra forze oscure che dura da millenni e dovrà decidere da che parte schierarsi in questo scontro.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Ritorno

Lo scalpiccio dei cavalli risuonò fino a loro destandola dal torpore. Poco prima, quando la formazione già pronta si era portata vicino all’ingresso del campo e Yov aveva allineato i mantelli a sinistra, dietro una palizzata mobile che avevano eretto apposta, la battaglia era sembrata imminente.
Tutti sembravano trattenere il fiato mentre aspettavano che Efren, la vedetta, annunciasse loro il nemico che stava arrivando.
Ryhana sapeva che i malinor usavano mantelli di colore nero con ricami in oro o argento, ma non erano gli unici. C’erano anche i mantelli verdi dei nazedir, quelli ocra e rossi di Theveshia o quelli blu e bianco di Olmathals. E anche quelli gialli di Themar.
Lei sperava che non ce ne fossero.
Kaleena le aveva detto che se i suoi confratelli e consorelle l’avessero trovata e riconosciuta tra i rinnegati, le avrebbero riservato un trattamento peggiore di chiunque altro.
“Ma io non ho paura di loro” aveva detto stringendo i pugni. “Se ci sarà da combattere, ne ucciderò più che posso.”
Ryhana ammirava il suo coraggio e al tempo stesso ne aveva paura. L’avrebbe volentieri implorata di fuggire lontano da lì se un mantello giallo fosse apparso tra quelli che la stavano attaccando, ma sapeva che sarebbe stato inutile.
“Vorrei davvero che ci fosse un modo per evitare tutto questo” aveva detto più tardi, quando si era calmata un poco.
“Forse un giorno saranno disposti ad ascoltare” aveva detto.
Kaleena aveva scosso la testa affranta. “No. Questo non accadrà mai. Loro non ascoltano, Hana.”
“Ma forse esiste un modo?”
“Se ci fosse, tutta questa guerra sarebbe inutile, non ti pare?”
“Non lo so” aveva detto stringendosi a lei. “Kariba dice che Malag troverà il modo.”
“Malag è soltanto un uomo. E anche molto anziano.”
Ryhana aveva sgranato gli occhi. “Non dici sul serio” aveva esclamato indignata.
“Che cosa ho detto di strano?”
“Malag è tornato dal regno dei morti.”
“Che sciocchezza” aveva risposto Kaleena. “Nessuno può risorgere dalla morte. A parte che a Nergathel. Dicono che lì i necromanti abbiano un incantesimo per riportare in vita una persona.”
“Ma è vero” aveva ribattuto. “Tu come te lo spieghi?”
“Cosa?”
“Il duello con Bellir e poi il suo ritorno.”
Kaleena aveva sospirato. “Non me lo spiego. E non lo sa nessuno che cosa è successo davvero. Tova dice che è tutta una menzogna dei Malinor e che non c’è mai stato nessun duello. Dice che Malag si è solo nascosto attendendo il momento giusto per tornare e guidare la ribellione.”
“Che sciocchezza” aveva sentenziato.
Kaleena aveva scrollato le spalle. “Tova la pensa così.”
“Chi sarebbe questa Tova?”
“Una strega con la quale uscivo in pattuglia.”
Ryhana si era accigliata. “In pattuglia?”
Kaleena aveva annuito.
“Da sole?”
“La maggior parte delle volte. Restavamo fuori tutta la notte a guardare le stelle e raccontarci storie paurose. Certe volte era molto divertente.”
“Davvero?”
“Sì.”
Ryhana si era alzata di scatto.
“Dove vai? Non avevamo deciso di stare un po’ insieme?”
“Mi sono ricordata di dover fare una cosa importante” aveva risposto polemica.
Kaleena si era accigliata. “Proprio ora?”
Lei aveva annuito ed era uscita dalla baracca.
“Mantelli grigi” gridò Efren spezzando il filo dei suoi ricordi.
“Quanti?” gridò Yov con voce eccitata.
“Una trentina. Tutti quelli che riesco a vedere. E c’è anche un carro. Vanno molto di fretta. Fareste bene a sgombrare l’ingresso o vi travolgeranno.”
“Dannazione” disse Yov. “Fateli spostare” gridò ai comandanti.
Ryhana osservò in silenzio mentre le due formazioni complete si spostavano di lato creando un passaggio di fronte all’ingresso. Nello stesso momento la terza formazione, quella che si stava ancora radunando, era completa a metà. I comandanti urlavano ordini e promettevano punizioni, ma i soldati si spostavano con indolenza.
I primi cavalieri superarono l’ingresso al galoppo fermandosi dopo una trentina di passi. Ryhana si sporse sperando di riconoscere il volto di Kaleena, ma rimase delusa quando si accorse che erano entrambi uomini.
Altri cavalieri arrivarono a gruppi di tre o quattro ma nessuno di essi era quella che stava cercando lei. Il carro passò qualche istante dopo seguito da una dozzina di cavalieri e, in mezzo a questi, riconobbe il viso di Kaleena.
Era sporco e mostrava tutta la stanchezza, ma era lei.
Ryhana sentì il cuore batterle più forte mentre cercava di farsi strada tra la folla che si era radunata vicino all’ingresso. Yov e gli altri mantelli di alto rango andarono incontro all’ultimo gruppo di cavalieri mentre questi stavano smontando.
Ryhana cercò di avvicinarsi ma venne prima fermata e poi sospinta indietro dalla folla che veniva costretta ad allontanarsi.
“Levatevi di mezzo” gridò una voce. “Levatevi di mezzo dannazione. Non avete niente di meglio da fare?”
Ryhana indietreggiò insieme agli altri e si sollevò sulle punte per guardare oltre le teste. Da quella distanza non riusciva a vedere che cosa stesse accadendo vicino al carro, ma poteva scorgere qualche figura che si muoveva.
Cercò di capire se ne conoscesse qualcuna o almeno quella che le interessava, ma era troppo lontana e rinunciò. Fece un paio di passi indietro e andò a sbattere contro qualcosa alle spalle.
“Attenta” esclamò una voce divertita.
“Scusa” disse d’istinto. Quando alzò la testa riconobbe il viso di Kaleena che le mostrava un largo sorriso.
“Sei il pericolo più grosso che ho corso da mezza Luna a questa parte.”
Ryhana le gettò le braccia al collo e incollò le sue labbra su quelle della strega. Lei reagì stringendola a sé e rispondendo con entusiasmo a quel bacio.
Ryhana trattenne a stento le lacrime quando lei l’allontanò con delicatezza.
“Devo respirare” disse Kaleena imbarazzata. Aveva le guance rosse e gli occhi sgranati.
“Mi sei mancata tanto” disse.
“Anche tu.”
Si scambiarono un secondo abbraccio e un altro bacio, stavolta più veloce.
“Sembri stanca” disse.
“Lo sono” ammise Kaleena. “Non faccio una vera dormita da tre giorni. Non potevamo fermarci o ci avrebbero raggiunti.”
“Vi stanno inseguendo?” le chiese allarmata.
“Adesso non più. Li abbiamo distanziati e poi siamo tornati al campo.”
“Devi raccontarmi tutto” disse.
Kaleena annuì. “Lo farò, ma dopo. Ora devo tornare da Shenav. Ha indetto un consiglio di guerra.”
“Siete appena tornati” si lamentò.
“Lo so, ma la missione non è ancora terminata.”
Ryhana si accigliò.
“Non posso dirti molto, ma rimedierò, te lo prometto. Verrò a trovarti alla capanna appena avrò un momento libero.”
“Ti aspetterò lì.”
Si separarono andando per strade diverse. Kaleena tornò in mezzo alla folla e alla confusione mentre Ryhana si diresse alla capanna. La raggiunse e vi si chiuse dentro, in parte tremante e sollevata.
Kaleena è tornata, si disse. Ed è viva e intera.
Aveva tanto temuto che il gruppo di Shenav tornasse senza di lei. Le avrebbero detto che era morta combattendo o in una imboscata mentre copriva la ritirata dei suoi compagni. Non riusciva a immaginare la morte di Kaleena meno che eroica.
Lei è fatta così, si era detta allora. Morirebbe per proteggere le persone che ama. Per proteggere me. E io morirei per lei?
Rimase seduta sul giaciglio aspettando che Kaleena tornasse. Poteva tornare da Mirok alla tenda dei guaritori, a preparare pozioni per quelli che erano tornati, ma non aveva visto molti feriti tra i cavalieri rientrati con Shenav.
Deve essere davvero abile come dice Kaleena, pensò.
Qualcuno bussò alla porta scuotendola dal torpore. “Entra” disse subito, senza sapere che fosse davvero Kaleena.
Quando la porta si aprì e la sua figura apparve sulla soglia, si sentì sollevata.
“Sono tornata” disse lei sorridendole.
Ryhana balzò in piedi di scatto e la baciò di nuovo. L’avrebbe fatto altre dieci volte ma voleva anche sentire il suo racconto.
Kaleena sedette sul giaciglio accanto a lei, le gambe incrociate. La tunica e il mantello erano sporchi e puzzava anche, ma a Ryhana non importava.
“Siete stati via molto” disse cercando di non farlo sembrare un rimprovero.
“Ci siamo allontanati parecchio” disse. “Almeno centocinquanta miglia da qui, verso occidente e poi a meridione.”
Ryhana si accigliò.
“Nemmeno io so perché siamo dovuti andare così lontano, ma è lì che abbiamo trovato ad attenderci Sanzir con il suo carro e la scorta.”
“Chi è?”
“Un monaco, credo. Solo Shenav ha parlato con lui e per il resto è rimasto sempre nel suo carro. Sembra che non sopporti la luce del sole o qualcosa del genere.”
“Che persona strana. Che ha di tanto importante?”
“Non so nemmeno questo, ma per il comandante lo era e tanto mi basta. Gli abbiamo fatto da scorta verso il campo.”
“Hai detto che vi stavano inseguendo.”
Kaleena annuì. “I malinor. C’era una loro pattuglia che ci ha intercettati.”
Ryhana ebbe un tuffo al cuore.
“Abbiamo dovuto combattere” ammise la strega. “Credo di averne uccisi due. Forse tre.”
Sgranò gli occhi.
Kaleena sorrise eccitata. “Ero fianco a fianco con il comandante. Lui mi aveva scelta come sua scorta personale e quando ha capito che i malinor stavano cercando di fuggire per avvertire i loro alleati, si è lanciato in un inseguimento. Li abbiamo intercettati e uccisi, ma due sono riusciti a scappare lo stesso. Così simo tornati al gruppo principale e siamo tornati l campo più velocemente che potevamo.”
Ryhana respirò solo dopo che lei ebbe finito di parlare.
“Qui che cosa è successo nel frattempo?”
“Non molto” si affrettò a dire. “Efren ha visto delle luci la notte scorsa.”
Kaleena annuì con vigore. “Eravamo noi della scorta di Shenav. Abbiamo messo in fuga dei predoni.”
“Predoni?”
“Una banda di quindici o dodici. Infestano questa regione come insetti pericolosi. Attaccano chiunque, carovane o semplici pellegrini.” Scosse la testa. “Shenav li odia quasi quanto i malinor.” Sbadigliò.
“Sei stanca? Vuoi dormire?”
Lei annuì. “Un po’ di sonno non mi farebbe male, ma divido la tenda con Amira e lei russa forte.”
“Puoi dormire qui” disse subito.
“E Kabira? Non dividi con lei la baracca?”
“Io mi accontenterò di stare in un angolo.”
“Non lo posso permettere” disse Kaleena alzandosi di scatto. “Ma grazie per l’offerta.”
Ryhana guardò la porta delusa. “Ci vedremo appena sarai più riposata?”
Kaleena annuì. “Mi spiace, ma ho proprio bisogno di dormire o crollerò a terra.”
“Sì” disse. “Vai pure. Domani ti mostrerò quello che ho fatto qui mentre non c’eri.”
Kaleena le sorrise. “Voglio proprio vedere. Ma solo per mezza giornata, tutto qui. Ci sarà molto da fare prima della partenza.”
Ryhana si accigliò. “Devi ripartire subito?” chiese preoccupata.
“Non io. Non da sola. Tutti. Shenav vuole trasferire il campo in un luogo più sicuro.”


 
  
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