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Autore: Tabhita_Sakamaki_Taby    12/08/2021    2 recensioni
Anni dopo la sconfitta di Naraku tutto sembra tranquillo per Inuyasha e i suoi amici, ma un giorno si presenta Sesshomaru con una misteriosa pergamena e il ricordo di un passato sconvolgerà le loro vite, malgrado non sia l'unico problema della squadra di Inuyasha, anche il cuore vuole la sua parte. Chi è il misterioso demone ritratto? Che segreto nasconde? Quali sono i suoi obbiettivi? Riusciranno i nostri eroi a venirne a capo?
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non le fu facile prendere sonno quella sera, la sua mente aveva iniziato a viaggiare da quando lei e suo fratello avevano avuto quella conversazione sul passato, Come poteva volerle bene, dopo quello che aveva fatto, sapeva che le sue scelte erano discutibili ma giuste, per lei che sapeva la verità che sapeva a quale maledizione era stata condannata subito dopo la nascita, ma lui che non sapeva niente, che non sapeva neanche dell’esistenza di Toisinga, come poteva giudicare le sue scelte se non egoiste? Si sarebbe scervellata su quelle domande tutta la notte, se i suoi occhi non avessero iniziato ad appesantirsi portandola a sgomberare la mente e a cadere nel mondo dei sogni, in una notte non esattamente accogliente per lei. Questo non le impedì di svegliarsi per prima grazie ai raggi solari. Si mise seduta ancora stordita dalla stanchezza, era davvero difficile svegliarsi, a riprova che quella sera avrebbe avuto la sua libertà anche se solo per una notte. Si alzò iniziando pettinarsi i capelli che si spezzarono molto facilmente. Ogni ragazza si sarebbe messa a urlare, lei invece sorrise spazzolandoli con delicatezza. Ottenuto un aspetto decente come al solito si preparò per andare alla cascata, quando il verso del destriero di Totosai non attirò la sua attenzione. Uscì dalla stanza raggiungendo l’animale, trovando lo yokai intento a prepararsi per il viaggio. 

“Maestro Totosai” lo chiamò la hanyo avvicinandosi, lo yokai si voltò.

“Buongiorno Signorina Inuchoi, stavo per venire a salutarvi” ammise lo Yokai appoggiandosi al suo bastone.

“Salutarmi?” chiese l’hanyo portandosi una mano vicino al viso, chiaramente spaventata. 

“Sì signorina, il dovere mi chiama, le spade che ho lasciato alla caverna non si ripareranno da sole, e poi volevo fare visita alla signora per vedere come stesse dopo lo scioglimento del sigillo” spiegò il demone umanoide.

Inuchoi abbassò lo sguardo chiaramente nervosa, cosa enfatizzata dalla presa sulla veste. “E se dovesse succedere qualcosa? E se dovessi-”

“Signorina Inuchoi...” la interruppe il demone “Avete una mente calcolatrice come quella di vostro padre, l’emotività della signora e degli insegnamenti millenari sulle spalle, sarete sicuramente in grado di controllare la situazione.” 

La ragazza guardò il demone con uno sguardo d’angoscia, ma poi si riprese, era giusto, Totosai aveva dei lavori da sbrigare e lei non aveva nessun diritto di comportarsi da bambina.

“Vi sono grata per la fiducia che riponete in me” disse prima di inchinarsi.

“E’ una fiducia che avete guadagnato in tutti questi anni” disse lo yokai.

“Anche il maestro Myoga verrà con voi?” chiese drizzando la schiena.

“SÌ SIGNORINA INUCHOI, LA SIGNORA AVRÀ BISOGNO DI SUPPORTO!” disse la pulce saltellando sulla spalla dell’amico.

“Comprendo….allora vi auguro buon viaggio”

“Grazie signorina Inuchoi e mi raccomando state tranquilla” disse il fabbro montando sul suo bufalo.

I due Yokai partirono e Inuchoi li guardò andar via finché non divennero un piccolo puntino nel cielo, a quel punto prese un respiro profondo, non sarebbe stato facile controllarsi senza un appoggio, ma avrebbe dovuto farlo.

“Coraggio Inuchoi, come il fiume disegna le sue valli, tu disegnerai il tuo equilibrio” si disse tra sé e sé.

“Inuchoi?” sobbalzò leggermente quando sentì una voce femminile chiamarla, Kagome era sulla soglia accompagnata da Rin “Cosa ci fate sveglie a quest’ora? E’ molto presto” disse avvicinandosi.

“Abbiamo perso il sonno” spiegò Kagome con uno sbadiglio.

“Oh comprendo..” disse Inuchoi.

“Dove stavi andando?” chiese Rin.

“Alla cascata qui vicino, volevo lavarmi” spiegò Inuchoi indicando con una mano verso il laghetto. Rin nuovamente incantata dall’eleganza della fanciulla notò il particolare delle mani le cui unghie si erano ridotte, si domandò perché le avesse accorciate, ma non osò chiedere, poteva non essere molto pratica di queste cose ma sapeva che non sarebbe stato molto carino chiedere alla sorella di Sesshomaru-Sama il perché di una scelta estetica.

“Non pensavo ci fosse una cascata nei dintorni” disse Kagome guardando verso il punto indicato dalla cognata.

“Possiamo unirci a voi Inuchoi-San?” Chiese Rin speranzosa.

“Rin! Perdonala è ancora una ragazzina...non vorremmo disturbare se è un momento privato” disse Kagome.

Inuchoi esitò un istante prima di dare una risposta, effettivamente il bagno era un suo rituale, un momento in cui poteva permettersi di essere malinconica e di pensare al passato, di sicuro non avrebbe potuto farlo se ci fosse stato qualcuno in giro e tuttavia lo sguardo implorante negli occhi di Rin fu sufficiente a farla cedere, “No, no, non mi da fastidio, anzi mi farebbe piacere” disse Inuchoi abbozzando un piccolo sorriso.

“Allora grazie” Esclamò Rin contenta mentre Kagome si inchinava lievemente imbarazzata dal comportamento dell’altra. Stava per scusarsi quando Inuchoi la interruppe.

“Ti prego Kagome non c’è bisogno di essere formali, voglio dire, siamo una famiglia in fondo” rispose Inuchoi sorridendo, era vero e poi quella era l’unica parte dell’etichetta che odiava, il distanziamento tra amici e parenti tramite nomi, titoli o inchini. Ringraziando ancora, le due rientrarono e l’hanyo aspettò che le due umane indossassero gli yukata e le accompagnò alla cascata.

“Eccoci arrivate. Mi raccomando attenzione a non scivolare” Disse togliendo i geta ed entrando in acqua seguita dalle due. 

“Wow l’acqua è fantastica” disse Kagome, godendosi la freschezza di quel luogo.

“Proprio quello che ci vuole la mattina presto” continuò Rin prima di immergere la testa e riemergere scuotendo i capelli e schizzando lievemente le altre due che ridacchiarono prima di iniziare a districare i capelli per pulirli. 

“Kagome come stai stamattina?” chiese Rin guardando l’amica.

“Oggi sto bene grazie Rin, mi dispiace solo che mi stanco così facilmente” rispose la sacerdotessa.

“Qualcosa non va Kagome?” chiese Inuchoi, aveva qualche sospetto riguardo le sue condizioni dalla mattina precedente, ma non ne era del tutto certa.

“Oh beh… effettivamente sì, ma è una cosa positiva….insomma io...” Kagome arrossì, non sapeva come dirglielo, non si era preparata per dire una cosa del genere a un parente di Inuyasha, ancora non c’era riuscita con il suo compagno.

“Sei…” proseguì avanti Inuchoi con una nota di lieve imbarazzo nella voce,” aspetti il figlio di mio fratello, vero?” chiese.

la sacerdotessa la guardò “L'avevi capito?” chiese guardando la mezzodemone che annuì dolcemente.

“Come?” chiese Rin

Inuchoi si toccò la punta del naso ”Ho un olfatto molto sviluppato, certe cose le sento, poi la stanchezza colta come anormale da Inuyasha, continuo toccarsi i reni e tenere le mani vicino al ventre sono tutti indizi che ho colto e ho tratto le mie conclusioni” spiegò Inuchoi “Se hai bisogno di aiuto non esitare” continuò.

“Ti ringrazio Inuchoi, ma vedi sarebbe già un miracolo farlo capire al padre, ma non ci arriva.” 

“Inuyasha è sempre stato un po’... ritardatario a capire certe cose, soprattutto se non ci pensa” affermò l’hanyo, chiudendo gli occhi e portandosi una mano alla fronte al ricordo di quanto suo fratello fosse imbranato su certi argomenti.

“Questo vorrebbe dire che non vuole essere padre?” chiese Rin.

“No certo che no, Inuyasha è molto legato alla sua famiglia, lo sarà anche a suo figlio” disse Kagome come per scacciare quella orribile ipotesi.

“Già...è una cosa un po’ di famiglia” sospirò Inuchoi “Credo che la cosa migliore sia dirglielo direttamente.”

La sacerdotessa prese un respiro profondo. “Ci proverò” Inuchoi sorrise e di nuovo si sentì a suo agio con quelle giovani umane e finalmente la sua vera indole poteva uscire tranquillamente, forse anche grazie al fatto che anche lei era per metà umana e la luna stava per fare un nuovo ciclo. 

"Ma almeno tu sai che ti ama…" disse Rin sospirando affondando il viso tra le braccia 

“Ma dai Rin è sicuro, pensa solo a tutti i kimoni pregiati che ti ha regalato e a tutti gli altri regali che ti fa, sicuramente non devi preoccuparti sta solo aspettando il momento giusto” disse Kagome accarezzandole i capelli.

“Quand’è il momento giusto, sono nove anni che aspetto che mantenga quella promessa….ma forse mi sto immaginando tutto, forse neanche condivide quello che provo” rispose Rin affranta.

Inuchoi voleva darle conforto ma non sapeva come fare, poi  le vennero in mente le parole di Inu no kōgō 

“Sai c’era una mia antenata che diceva sempre questo: Le fanciulle sono come un fiore, di per sé sono affascinanti in tutte le loro sfaccettature, ma con le cure giuste, quel fiore sboccerà per diventare irresistibile. Se per i fiori la bellezza dipende dai colori e dal loro profumo, per le fanciulle si parla di comportamento e cultura” 

“Intendi che se Rin fosse un po’ più femminile Sesshomaru la potrebbe trovare più attraente?” chiese Kagome

“Io parlavo soprattutto a livello personale, avere cultura vuol dire saper mantenere viva una conversazione senza cadere nel volgare, avere molti interessi e conoscere certi gesti che sono sinonimo di eleganza e raffinatezza” spiegò Inuchoi

Kagome non poteva certo darle torto, lei stessa aveva dato qualche lezione a Rin in passato, soprattutto di giapponese e matematica, e altre conoscenze non le avrebbero certo fatto male.

 "Dite quindi che se studiassi Sesshomaru potrebbe vedermi più matura?" Chiese Rin.

"Certo, maturare è un effetto inevitabile dello studio" disse Kagome con un sorriso.

"Capisco...ma come potrei fare?" Chiese passandosi una mano tra la chioma bagnata.

Inuchoi sorrise, provando tenerezza nei confronti di quella giovane umana e disse:
"Posso istruirti io se ti fa piacere" 

 gli occhi di Rin brillarono dalla gioia “Lo faresti veramente?”

“Certo” rispose l’hanyo.

Rin sorrise esultante “Grazie! Grazie davvero Inuchoi-San"

Inuchoi si trovò senza parole, non era abituata a conversare con un'esplosione di energia come Rin, era abituata ai confronti distaccati e rispettosi con il maestro Totosai, malgrado ciò l’ hanyo sorrise gentilmente e rispose: “Figurati, sarà’ un piacere”

“Quando iniziamo?” chiese Rin sorridendo

“Oggi mi occupero’ di scegliere il materiale, vieni domani dopo pranzo, la quarta porta a destra partendo dalla sala da pranzo. Li faremo le lezioni pratiche”

“Quarta porta sulla destra dalla sala da pranzo, ok ci sarò, grazie ancora Inuchoi-San”

Effettivamente dopo pranzo Inuchoi sistemò la sala prima di andare nella biblioteca dello Yamashiro. La giovane mezzo demone rimuginò sulla proposta di quella mattina fatta a Rin, voleva concentrarsi per il momento a darle un'educazione senza annullarne la personalità come tante giovani facevano, Inuchoi non era mai stata d'accordo con quel metodo, non era certo questo lo scopo della cultura. 

Per l’ hanyo non fu un lavoro troppo complesso, sapeva perfettamente dove cercare i testi che le sarebbero serviti, dopotutto era lei stessa ad aver sistemato quei reperti scritti da almeno due secoli. Dopo un paio d’ore ritenne opportuno fermarsi, anche a causa di un lieve mal di testa che stava iniziando a tormentarla, sicuramente un effetto del novilunio. Vedendo la situazione decise di appoggiare i testi selezionati su un apposito mobile, dividendoli per argomento e ordinandoli per difficoltà, prima di dirigersi in cucina e preparare del tè per tutti. All’invito si presentarono tutti ringraziando per la premura. 

Inuchoi sorrise in risposta, ma non le sfuggì la posa delle orecchie di Inuyasha erano tese e ben aperte come pronte a cogliere ogni minimo suono nelle vicinanze. Per Inuchoi fu spontaneo chiedere:

“Qualcosa ti turba Inuyasha?” 

lui la guardò’ prima di sospirare.

“Sì stasera ci sara’ il novilunio e perderò’ i miei poteri e sono preoccupato, se dovesse accadere qualcosa?” 

Inuchoi cercò di rassicurarlo: “Su Inuyasha ora calmati, queste montagne non sono pericolose” 

Inuchoi poteva capire il perché Inuyasha non era tranquillo, non conosceva la zona, per di più Totosai le aveva parlato di come, solitamente, i mezzi demoni reagissero male all’arrivo del giorno in cui diventavano umani, molto probabilmente Inuyasha era uno di quei demoni, facile da immaginare. Inuchoi non capiva comunque il perché’ avessero tanta paura. Per lei era una gioia, tornare umana la faceva sentire più simile alla madre, con Toisinga aveva dialoghi più puri e non dettati dalla paura. Non doveva più tenere a mente i vari mantra per mantenere il controllo creandosi solo altro stress, insomma le notti di novilunio erano gli unici giorni che poteva assaporare la vita di ogni essere vivente normale, che poteva vivere avventure straordinarie, scoprire il mondo, farsi un bagaglio culturale anche con gli occhi, il naso, il tatto non con la sola immaginazione. Poteva comunque capire che Inuyasha non la pensasse allo stesso modo, in fondo ci si rende conto di ciò che si ha solo quando lo si perde.


Si svio’ su altri discorsi alleggerendo l’aria grazie al piccolo Shippo che bisticciava con Jaken con conseguente rimprovero di Inuyasha, dopo qualche chiacchiera Inuchoi, Rin e Kagome si diressero a preparare la cena mentre il sole iniziava l’ultimo percorso del proprio ciclo di quella giornata. 

“Bene con questo e’ tutto pronto” sentenziò Kagome.

“Gia’, vado a chiamare Sesshomaru-Sama” disse Rin avviandosi.

“Io vado a chiamare Inuyasha e Shippo” disse Kagome allontanandosi. Inuchoi si limito’ ad annuire prima di guardare il cielo e vedere il blu della notte avere la meglio sul sole, un sorriso si diresse sul suo volto, e chiuse gli occhi accogliendo i mutamenti del suo corpo: le orecchie si ritirarono, anche l’unica ciocca bianca divenne nero inchiostro, i sensi divennero meno sviluppati, questo la fece sentire per un attimo ovattata, i canini si ritirarono, non senti’ piu’ le aure demoniache in giro per la casa, le ciglia si ridussero e il suo corpo divenne estremamente fragile, un fragile rassicurante.

“Eccoci Inu-” Inuyasha blocco’ la frase quando i suoi occhi si scontrarono con due occhi marroni tendenti al nero come le notti prive di stelle e un caldo sorriso sul viso.

“Buonasera” disse guardando il fratello che era a dir poco sorpreso del cambiamento che colpiva la sorella, da umana diventava davvero la copia di Izayoi, e si vedeva che era molto più a suo agio, si percepiva chiaramente dalla sua posa non più rigida e statuaria, ma rilassata e viva. 

 La statua ora era proprio Inuyasha che era teso e preoccupato anche se non voleva mostrarlo. Aveva perso la chioma bianca e le orecchie, la sua aura era quasi inesistente, gli occhi erano della stessa tonalità di quelli della sorella e si sentiva altamente impotente pensano che anche Tessaiga ora era una katana normalissima fino alla prossima alba.

“Coraggio mangiamo o si raffredderà la cena” disse Inuchoi sedendosi al solito posto, la cena passò tranquilla e con una Inuchoi si più spensierata ma non per questo meno educata, non era neanche paragonabile al gemello che si ingozzava dal nervoso.

“Coraggio Inuyasha non è certo la prima notte di luna nuova che affronti, faremo come sempre, ti prendi qualcosa di caldo e poi andiamo a dormire, non siamo al villaggio siamo in uno Yamashiro circondato dalla foresta cosa vuoi che accada?” Disse Kagome cercando di confortare il compagno. 

Inuyasha venne convinto da Kagome a rilassarsi e dopo cena tutti si ritirarono tranne Inuchoi, lei era abituata a passare le notti di luna piena godendosi la tranquillità della vita umana. 

Come ogni mese si fece un tè caldo passeggiando per il giardino godendosi l’aria fresca della notte. Lo avrebbe fatto per tutta la notte se Toisinga non si fosse fatta sentire, il legame tra Inuchoi e la sua spada era tale da rendere possibile un dialogo tra loro anche quando Inuchoi era umana ed era Toisinga ad avvisarla in caso di pericolo. Inuchoi sospiro` ritirando la spada dall’armeria con rispetto e devozione. 

Assicuro` la spada alla vita pensando:

“Toisinga ha richiesto che la prendessi con me? Se lo fa vuol dire che qualcosa sta per turbare la quiete della notte e temo di sapere chi sia” 

Si diresse fuori dallo Yamashiro dove trovò poco meno di una decina di lupi dal manto grigio come l’acciaio che iniziarono a ringhiare alla sua vista. 

“Yasei sei pregata di mostrarti” disse l’hanyo guardandosi intorno con gli occhi mantenendo una postura elegante e posata guardando la giovane demone lupo che uscì dalla foresta. Aveva lunghi capelli color corteccia di quercia, occhi affilati verde prato, un sorriso soddisfatto facendo uscire un canino. Al collo giaceva una collana con un canino. Un top striminzito, due polsini, una gonnella e dei gambali il tutto composto da pelliccia grigia. Alle sue spalle una coda del medesimo colore della chioma ondeggiava tranquilla mentre procedeva ad avvicinarsi con passi silenziosi composti, i piedi nudi bendati. Al suo fianco giaceva una spada custodita da un fodero impellicciato. 

“Guarda un po’ la cagnolina è diventata una semplice umana, fragile come un fiore” 

“Yasei Yoro capoclan della tribù Yoro del sud perché mai scalare il monte Ano allontanandovi dal vostro popolo?” chiese Inuchoi non mostrando influenza dalle parole pronunciate dalla Yoro. 

“Smettila con tutte queste smancerie, lo sai perfettamente perché sono qui, per allontanarti dai nostri territori” rispose la demone lupo accarezzando un suo accompagnatore.

“Yasei i territori del Kyushu appartengono alla mia famiglia da generazioni e anche se sono un’ impura non abbandonerò le terre che mio padre mi ha lasciato in custodia, le terre del Kyushu che vi appartengono sono quelle all’estremo sud, lo sapete perfettamente” 

“No bastardella, il Kyushu e’ sempre stato degli Yoro prima che i tuoi antenati ci sterminassero con l’inganno prendendo il controllo” 

Entrambe le donne non fecero troppo caso alla figura dai capelli bianchi che le osservava dallo Yamashiro, non gli interessava troppo chi fosse la demone lupo che parlava con disgusto alla sorella, gli interessava solo vedere l’arma al suo fianco all’opera. 

“La natura dei fatti è diversa e lo sapete bene, dalla morte del mio amato padre io non ho ancora onorato le sue ultime volontà e vi ho lasciato la libertà di agire tenendo la custodia di questo Yamashiro vi prego dunque di lasciarmi in pace” 

“Credi davvero che due belle paroline mi convinceranno?” chiese Ia Yoro tirando fuori la sua spada “Sai perfettamente che preferisco il linguaggio della battaglia”

Inuchoi sospiro’ guardando Toisinga 

“Toisinga ti chiedo di essere mia alleata in questo scontro soprattutto ora che non devi badare ai miei poteri di demone”

Yasei si scagliò’ contro Inuchoi,  quest’ultima impugnò la spada e parò il colpo, il metallo delle due lame cozzò brutalmente mentre con un movimento rapido Toisinga riuscì a respingere l’avversaria, senza darle tregua Inuchoi sollevò la spada sopra la spalla sinistra, Yasei ebbe appena il tempo di accorgersene quando improvvisamente sentì qualcosa di umido colarle dal fianco, si era scostata per evitarla ma quella maledetta doveva averlo intuito, il taglio diagonale era riuscito lo stesso a ferirla, la demone lupo doveva ammetterlo, nonostante la sua condizione era davvero brava. Malgrado non amasse l’arte del combattimento Inuchoi si ritrovò a ringraziare i suoi allenamenti mattutini, se non avesse continuato ad applicarsi seguendo gli insegnamenti del padre non sarebbe riuscita a fronteggiare Yasei. La battaglia proseguì, le lame delle spade si incrociarono più volte facendo strillare il metallo, nessuna delle due parlava, attacchi si alternavano a parate, erano talmente concentrate che nessuna delle due notò una figura dai capelli argentei osservarle da lontano.
Il fratello maggiore non andò in soccorso della sorella non era la sua battaglia, ma non gli fu difficile notare, con una nota di disgusto, quanto lo stile di combattimento di Inuchoi ricordasse quello del padre.
“Quindi e’ questo che ti è rimasto dall’essere allevata da nostro padre...esserne divenuta una patetica copia”  

Ma non fu l’unico ospite della casa a rendersi conto che qualcosa non quadrava. Il piccolo Shippo si era svegliato a causa di un rumore altamente fastidioso, scocciato il ragazzino andò a cercarne la fonte, arrivando alle Uchikomihaghi, dove vide Inuchoi impegnata in duello.
“D-daaaaah” cadde con un tonfo dentro il cortile, “Devo...D-devo chiamare Inuyasha” si mise a quattro zampe correndo all’interno del palazzo urlando: “INUYASHA! INUYASHA!”

L’hanyo e Kagome si svegliarono di soprassalto, appena Shippo piombò nella loro stanza.

“Che cosa c'è piccolo Shippo, perché urli?” chiese Kagome grattandosi il viso.

“Inuyasha! Ci sono dei lupi qui fuori! Inuchoi li sta combattendo!”

“CHE COSA!?” Inuyasha si alzò correndo a prendere Tessaiga, seguito da Kagome, Shippo, Rin e Jaken svegliati dal frastuono, ognuno si recò in armeria alla ricerca di qualcosa con cui combattere, poi si recarono dove la battaglia infuriava ancora più agguerrita.

Inuchoi, non voleva cedere, avrebbe preferito morire piuttosto che consegnare lo Yamashiro di suo padre nelle mani di quella lupa.

Si ritrasse schivando un nuovo colpo dritto al fianco, era affannata, un sudore fastidioso e freddo le colava sulla fronte e lungo la schiena, ma non avrebbe ceduto, non avrebbe dato alla sua avversaria la soddisfazione di vedere quanto fosse stanca.

“INUCHOI!!!” un urlo interruppe il fragore delle armi.

Inuchoi e Yasei si voltarono.

“Inuyasha...” esclamò sorpresa l’hanyo vedendo quest’ultimo arrivare.

“Da quando hai abitanti in casa cagnolina?”

“Cagnolina!? Chi ti credi di essere!? Tratta con rispetto mia sorella!” ringhiò Inuyasha.

“Sorella? Inuyasha? il tuo nome mi dice qualcosa…Ah devi essere il famoso cagnaccio che a dato fastidio ai miei amati parenti nel Musashi non c’è niente da fare siete fastidiosi come le pulci” la mezzo lupo fece un gesto con la mano e i lupi attaccano il gruppo mentre Yasei riprese il duello con Inuchoi. Inuyasha fece uso di attacchi fisici, Kagome del suo arco, Shippo dei suoi trucchi e Rin, spaventata sfoderava il proprio pugnale riuscendo comunque a difendersi. Sesshomaru rimaneva in disparte, spostando ogni tanto lo sguardo su Rin per assicurasi che fosse al sicuro. 

Yasei scocciata fece saltò indietreggiando, una volta guadagnata distanza fischiò, richiamando dalla foresta altre demoni lupo.

“Eccoci mia signora” disse una di esse mentre si avvicinavano alla capoclan.

“Coraggio fatemi compagnia sorelle” disse Yasei.

Inuchoi riprese posizione: “Non c’entrano niente loro, lasciali stare.” Urlò mentre il branco si scagliava contro suo fratello e gli altri.

“E perché mai” sbeffeggiò una delle demoni prendendo Shippo per la coda che iniziò a urlare, “Il più forte al massimo sarà il vecchietto che riposa in pace vicino al Buddha”.  Inuchoi strinse l’elsa di Toisinga, nessuno poteva permettersi di mancare di rispetto a suo padre in questo modo, se non fosse stata impegnata con Yasei avrebbe già trapassato quella insulsa demone lupo.

Rin preoccupata impugnando il pugnale con due mani si lanciò sulla demone che stava trattenendo il piccolo demone volpe riuscendo a ferirla, 

“Shippo stai be…” la giovane umana non riuscì a terminare la frase che si sentì tirare per i capelli da un’altra demone che l’aveva presa alle spalle.
”Cosa pensavi di fare umana?” domandò minacciosa premendo i suoi lunghi artigli sul collo di Rin, la ragazza li sentì penetrare la sua carne, lacerandola.

Tiro’ indietro la testa urlando: “Sesshomaru-Sama aiuto!”  

Sesshomaru si voltò sentendo le urla di Rin trovandola bloccata da una demone lupo. La rabbia gli ribollì nel sangue, nessuno poteva toccare con le sue luride zampe Rin, la sua Rin, estrasse Bakusaiga raggiungendoli, più si avvicinava più una terribile aura demoniaca si sprigionava in tutto il territorio circostante.
Sesshomaru non ebbe alcuna esitazione quando la sua spada trapassò il collo della demone che stava trattenendo Rin, il cadavere crollò al suolo mentre Sesshomaru apriva le braccia per accogliere la giovane umana.

L’arrivo del demone aveva fatto cessare i combattimenti e i lupi si erano ritrovati ad indietreggiare impauriti.

“Capoclan Yasei cosa facciamo?”

Yasei iniziò a ringhiare lanciando sguardi feroci verso i demoni cani e i loro amici.

“Ritiriamoci..” si girò allontanandosi lanciare un ammonizione a Inuchoi “Non è finita cagnolina” se ne andò nella foresta sparendo coi simili.

 ”Grazie Sesshomaru-Sama” disse Rin appoggiando la testa sulla spalla del demone.

“Stai bene Rin?” chiese Sesshomaru guardandola.


“Sì sto bene non mi hanno fatto nulla” rispose l’umana sorridendo mentre si portava una mano al collo.

“Inuchoi….” tutti si voltarono verso Inuyasha e Inuchoi, che mise via Toisinga prima di guardare il gemello.

“Chi erano quei demoni?” chiese Inuyasha.
   
 
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