Non ho voglia di aprire porte sentieri verso improbabili radure cellophane di confezioni estranee camere di ricordi stipati come vasi di Pandora. Non ho voglia di chiudere porte copertine di libri mai finiti relazioni ormai ammuffite catene di corte giornate inconcludenti. Senza partire, senza finire. Senz'arrivare, senz'avviare. E correre tuttavia, per lenire il dolore, fino a che il malumore si scioglie nel sudore.