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Autore: My Pride    27/08/2021    1 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Last will and testament Titolo: Last will and testament
Autore: My Pride
Fandom: Batman 
Tipologia: One-shot [ 932 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: Bruce Thomas Wayne, Selina Kyle

Rating: Giallo
Genere: Generale, Slice of life, Commedia

Avvertimenti: What if?, Hurt/Comfort
Solo i fiori sanno: 31. Papavero: consolazione



BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    Bruce trasse un lungo respiro dal naso e socchiuse gli occhi, abbandonando la schiena contro la sedia a rotelle su cui era accomodato per fissare qualcosa dritto davanti a sé.
    Per quanto fosse riuscito a sottomettere Bane, privandolo del venom, durante il combattimento quest'ultimo non aveva esitato a spezzargli un braccio e una gamba, ed era stato solo per miracolo se non ne aveva approfittato per spezzargli nuovamente la schiena. Dire che aveva temuto che succedesse, e che il suo cuore avesse cominciato a galoppare come un folle, era un eufemismo. Si era visto passare davanti tutti i mesi di sofferenza che aveva dovuto affrontare durante quel periodo, il modo in cui s era lasciato andare completamente a se stesso e come avesse allontanato chiunque, prima di riuscire a rimettersi in sesto con sofferenza e fatica. Essersela quindi cavata solo con due arti rotti l'aveva visto come un passo avanti, per quanto Alfred avesse insistito che si prendesse settimane di completo riposo. Aveva ingoiato il rospo e l'aveva ascoltato, ma adesso, solo con i suoi pensieri, avrebbe preferito essere ovunque tranne che in quel maniero attualmente silenzioso.
    In tutti quegli anni era stato un tale sconsiderato. Aveva affrontato battaglie che un normale essere umano non avrebbe mai dovuto pensare di affrontare, e l'aveva sempre fatto senza curarsi del fatto che ogni combattimento portasse il suo corpo ai limiti. Aveva cicatrici che un uomo della sua età non avrebbe dovuto avere, si era fratturato le ossa più e più volte e aveva avuto talmente tanti interventi chirurgici al naso che quasi aveva dimenticato che forma avesse quando aveva cominciato, e probabilmente aveva avuto talmente tante commozioni cerebrali che non gli sarebbero bastate le dita di tutti i suoi figli per contarle. Ma era proprio per i suoi figli che stava fissando quel pezzo di carta che aveva abbandonato sul tavolino da caffè.
    Bruce si strofinò una mano sulla fronte, talmente forte che quasi temette di darsi fuoco, aggrottando le folte sopracciglia mentre continuava ad osservare quel testamento. Più lo guardava, più ne era terrorizzato. Ma non era il testamento in sé a spaventarlo, bensì ciò che avrebbe significato per coloro che sarebbero rimasti. I suoi figli avrebbero tutti avuti una parte equa della sua fortuna, non era quello il punto, e sapeva che a nessuno di loro era mai importato davvero della fortuna dei Wayne; ciò che lo preoccupava era l'impatto che la sua dipartita avrebbe avuto su di loro, in particolar modo sul più giovane. Era... strano ritrovarsi a pensare a cose simili. In tutti quegli anni in cui era stato Batman, il pensiero non l'aveva sfiorato nemmeno per un attimo o, se l'aveva fatto, era stato troppo occupato con il ripulire Gotham per preoccuparsene. Adesso, a soli quarantasette anni e col peso di quella vita che gliene faceva sentire ottanta, la consapevolezza gli era caduta addosso come un macigno.
    «Bats?» chiamò Selina nel ridestarlo dai suoi pensieri, la testa mora fece capolino oltre la soglia della porta quando lui si voltò a guardarla; la vide poi avanzare con la sua grazia felina, col sorriso che solcava le sue belle labbra rosse. «Cosa ci fai qui tutto solo?»
    Bruce si umettò le labbra per un secondo. «Pensavo», replicò semplicemente, cercando di nascondere con nonchalance con una cartellina il foglio che aveva lasciato sul tavolino, ma senza alcun successo. Selina difatti vide il gesto e, rapida come la gatta ladra che era, sfilò quel foglio prima ancora che potesse farlo sparire, sbattendo graziosamente le ciglia quando lesse di cosa si trattava.
    «Oh, Bats». Sinuosa come una pantera, la donna scivolò sulle sue gambe, sedendosi a cavalcioni su di lui per allungare una mano verso il suo viso e sfiorargli una guancia col palmo della mano. «Era questo a preoccuparti?»  
    «Sono un uomo di quasi cinquant'anni che si veste come un pipistrello da oltre vent'anni, Gatta», cominciò. «E non ho dato ai miei figli molte aspettative di una vita migliore. Con quello che affronto ogni notte, è già un miracolo essere riuscito ad arrivare a quest'età, mi rendo conto io stesso di non essere più il giovane forte e determinato che ero un tempo. Non vivrò per sempre, e so che lascerò un vuoto in tutti loro se mai mi accadrà qualcosa prima del tempo. Il minimo che posso fare è lasciar loro ciò che ho».
    Selina lo fissò come se, per un momento, stesse guardando gli occhi azzurri di un altro uomo.
A voler essere sincera con se stessa, non aveva nemmeno mai creduto che Bruce potesse pensare cose del genere o preoccuparsi di morire. Si comportava sempre come se fosse stupidamente immortale, come se ogni ferita che riportava fosse solo una tacca in più sulla sua bat-cintura, e adesso, invece dopo l'ennesima batosta ricevuta, lo trovava solo in salotto con un testamento scritto. Quell'uomo non avrebbe mai finito di stupirla. «D'accordo, Cavaliere Oscuro», sentenziò infine, afferrandogli il viso con entrambe le mani. «Stai diventando troppo cupo persino per me».
    «Mi spiace, Gatta, io--»  
    «Shh, shh». Selina si sporse e premette i seni sodi contro il suo petto muscoloso, leccandosi le labbra carnose. «Cosa ne diresti se ti cambiassi le bende... e fossi io a darti qualcos'altro a cui pensare?»    
    Bruce non parlò per un lungo momento, godendosi quella vicinanza mentre un guizzo passava nei suoi occhi azzurri. «Potrebbe essere... accettabile», replicò, e Selina sorrise sorniona come il gatto dello Cheshire. Si chinò verso di lui, lappandogli il mento irto di barba prima di allargare il sorriso.
    «Puuuuurfetto».





_Note inconcludenti dell'autrice
Grazie alla nuova iniziativa indetta sul gruppo facebook Hurt/comfort Italia, sono finalmente riuscita a dare un po' di spazio anche a Bruce e Selina. Volevo farlo da un po', ma l'idea mi è venuta quando durante la challenge #areyoukiddingchallenge, con il prompt Testamento di ShunDiAndromeda, è spuntata fuori questa fic. Dalla spiegazione dal gruppo: Lo scopo della challenge è quella di creare una fanfiction breve (oneshot, drabble, flashfic, 3frasi, vignette – qualunque formato “breve”) in cui uno (o più) dei personaggi di cui decidere di scrivere, reagirà ad una situazione in un modo inaspettato.
Quindi ecco perché Bruce, il quale di solito non ha mai pensieri del genere, finisce addirittura col fare testamento
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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