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Autore: Illidan17    01/09/2021    3 recensioni
Sono le scelte che facciamo, a determinare chi siamo, non i nostri poteri. Usagi lo ha sempre saputo, e ora dovrà dimostrarlo... e non solo lei. Cosa sarebbe successo, nella seconda stagione, se i personaggi avessero preso decisioni diverse?
Genere: Avventura, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Demando/Diamond, Serenity
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda serie
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Capitolo 4

Temporale 

 

Chibiusa correva, le lacrime agli occhi. Non ci poteva credere, non poteva essere vero... 

Usagi non le era mai piaciuta. Era riuscita a montare la famiglia contro di lei, ma ora che era scomparsa, la sua vita era peggio di prima. 

Non sapeva cosa fosse successo, esattamente. Una cosa era sicura: dopo la sculacciata, era accaduto qualcosa. Qualcosa che aveva indotto Usagi a chiuderla in bagno, forse per la sua sicurezza. Per qualche ragione, si era imbattuta in due membri della Luna Nera e li aveva affrontati. Come se avesse una possibilità di farcela, bella stupida... 

Uno dei due lo aveva riconosciuto dalla descrizione: Rubeus, luogotenente del principe Demando. La ragazza doveva essere una delle sorelle sue sottoposte. Usagi li aveva affrontati, e loro l’avevano portata via... Ma che se ne facevano, di Usagi? 

A dire il vero, i primi giorni temeva che le facessero il lavaggio del cervello e poi l'avrebbero spedita nel passato con l’intento di rapirla o ucciderla. Ma i giorni passavano, e non succedeva niente. 

Intanto, la sua vita era cambiata. Yuichiri aveva chiamato la polizia, che aveva chiamato i genitori. I quali diedero subito nel panico. Ormai era allarme nel paese, e si stava pensando di chiamare l’Interpol, visto che fra le piste da seguire, vi era quella della tratta delle bianche. Lo zio Kenji era affranto, e Shingo piangeva di notte. Solo zia Ikuko aveva mantenuto la calma. Intanto Chibiusa e suo cugino non potevano più uscire da soli. Lo zio li portava a scuola, e la zia veniva a prenderli. 

Quel giorno, era riuscita a convincere la zia a portarla al tempio, con la scusa di voler rivolgere una preghiera per Usagi, e voler fare un saluto a Rei. Oji-san le aveva detto che era in camera con le amiche di sua cugina. Si fermò davanti alla porta per origliare. 

-Minako, dobbiamo trovare il modo di parlare con Chibiusa, non possiamo aspettare troppo. 

-Lo so, Rei. Mamoru mi ha chiamato, sembra abbia avuto una visione di Usagi. Sembra che le stia venendo la sindrome di Stoccolma. 

-Colpa sua. Bastava dirle la verità dall’inizio, anche se fa male. Mi domando se quel principe non sia quello giusto, dopotutto. 

-Sì, Makoto, non hai tutti i torti. Tornando a Chibiusa... Ho parlato con Ami. Credo che dobbiamo dirle che sappiamo tutto, e che Usagi è riuscita a contattarci. Ma come le diciamo che in realtà è la principessa Serenity, e quindi è sua madre nel passato? 

-NO! 

Chibiusa aveva urlato quella negazione ed era corsa via. Usagi non poteva essere sua madre! Era stupida, goffa, isterica... la sua mamma era intelligente, aggraziata, dolce... Sì, la pettinatura era quella, e anche il colore degli occhi... Ma non poteva essere lei! 

Correva senza una meta, quando cominciò a sentire acqua in viso: cominciava a piovere. Ed alla pioggia di accompagnarono tuoni e fulmini. Un temporale! L'unica cosa che la terrorizzava veramente. 

Entrò nella prima porta che trovò aperta. Era un supermercato vicino casa. Poiché era quasi ora di chiusura, non c’era quasi nessuno. Si rintanò nel ripostiglio con Luna-P e premette il naso del gatto. L'occhio destro diventò uno schermo, rivelando il viso di una giovane donna. 

-Ciao, Pluto. 

-Buonasera, Piccola Lady. Mi domandavo quando avresti chiamato. 

-Sapevi che Usagi Tsukino era mia madre? L'hanno rapita, e io non so più cosa fare. 

-So bene chi era tua madre, nel ventesimo secolo. Per questo ti ho fatto arrivare nel parco che frequentava da ragazza, e ti ho consigliato quella famiglia. Comunque la principessa sta bene, non ti devi preoccupare. 

-Non è questo. È... così diversa dalla mia mamma! Sei sicura che sia lei? 

-Sicurissima. Però tieni conto che sono passati dieci secoli. Una persona cambia, col tempo. E comunque non è che ti sei comportata molto bene. 

-D’accordo, hai ragione. C'è però un altro problema: ultimamente, i miei ricordi si stanno facendo... confusi. La mamma è un punto fermo, e anche le sue amiche. Papà, però, sta diventando sfocato, non ricordo il suo aspetto, neppure il suo nome... e c’è un’altra persona che va e viene, e non capisco chi sia... E non so perché sono qui, esattamente! Ho paura! 

La donna cercò si tranquillizzarla. 

-Credo che il rapimento di Usagi abbia avuto delle conseguenze nel suo futuro, e quindi nel tuo passato. Deve fare una scelta. Quando succederà sarà tutto più chiaro. Non temere, non durerà molto. Ora dobbiamo lasciarci. 

-Aspetta... 

Lo schermo si spense. Dunque al momento non poteva tornare a casa: non sapeva cosa avrebbe trovato. 

Fu allora che scoppiò un tuono proprio sopra il supermercato. La spaventò così tanto che gridò con tutte le sue forze. Una mezzaluna apparve sulla fronte... 

*** 

Usagi sobbalzò. Sin da piccola, aveva sempre avuto paura dei temporali. E su Nemesis non faceva eccezione. Quando c’era brutto tempo, era peggio che sulla Terra, perché fuori tutto era completamente buio. Solo i fulmini davano un po' di luce. Luce che veniva incamerata in centrali, e forniva l’illuminazione agli abitanti. 

Quella sera, però, non era tranquilla. E non era solo il temporale. Eppure la giornata era stata tranquilla, e pure divertente. Quella mattina, era entrata nelle cucine e, sotto la supervisione di Petz, Calaveras e del cuoco di corte, aveva preparato una crème caramel. Si era sentita nostalgica, e voleva un dessert che le piacesse. Arberus, il cuoco, l’aveva assaggiata e aveva approvato, chiedendole la ricetta. Anche Demando e Saphir avevano apprezzato la novità. Quest'ultimo, poi, l’aveva aggiornata sul progetto, dicendole che era a buon punto. 

Insomma, nell’attesa, stava andando tutto bene. Allora perché era turbata? Era successo qualcosa sulla Terra, nel ventesimo secolo? Qualcuno si era fatto male? Forse Chibiusa? Strinse il Cristallo. Sperò stesse bene. 

Un tuono più forte degli altri scoppiò proprio sopra il palazzo. Si spaventò così tanto da mettersi le mani alle orecchie, chiudere gli occhi e cadere in ginocchio, urlando. 

*** 

Quando riaprì gli occhi, si rese conto di essere in un altro posto. Lo riconobbe: era un supermercato dove la mamma faceva la spesa. Era forse tornata a casa? Si alzò e si guardò intorno. Sembrava un campo di battaglia, con la mercanzia finita per terra. Il gestore stava cercando di capire cosa fosse successo, raccogliendo tutto. Volle aiutarlo, ma si rese conto che non la vedeva. A dire il vero, ad un certo punto una delle commesse, accorsa nel reparto, le passò attraverso. Si guardò ad uno specchio: non c’era il suo riflesso. Si guardò: aveva ancora il vestito blu intessuto d’argento che aveva indossato quel giorno, solamente vedeva attraverso stessa, come fosse un fantasma. 

Sentì un rumore, una bambina che piangeva. Andò verso il ripostiglio. Chibiusa era lì, in un angolo, stretta a Luna-P. Il vestitino era un po' umido, forse era stata sorpresa dalla pioggia, ma cosa ci faceva lì? Si avvicinò. Cercò di accarezzarla, ma la mano attraversò i codini. La bambina, però, percepì qualcosa, perché alzò la testa di scatto e sgranò gli occhi. 

-Mam... no, volevo dire Usagi! Non so più... 

-Puoi chiamarmi come vuoi, quando siamo fra noi. In pubblico, però, è meglio se mi chiami Usagi. Perché piangi? 

-C’era un temporale e... 

Usagi sorrise. 

-Hai paura? Ti svelo un segreto: anch’io! 

Chibiusa si tranquillizzò. 

-Sei tornata? 

-No. Sono ancora su Nemesis. A volte riesco a contattare qualcuno, ma è sempre per caso, come ora. Immagino perché volevi parlare con qualcuno. Visto che prima mi stavi per chiamare mamma, presumo ti abbiano detto qualcosa. 

-A dire il vero, ho origliato... E non ci ho voluto credere... 

-Anch’io ho avuto qualche difficoltà ad accettare che tu fossi mia figlia, ma la mezzaluna dice tutto. Sappi comunque che farò in modo che non ti accada niente.  

Guardò l’orologio alla parete. 

-Si sta facendo tardi. Dovrai tornare a casa, o i miei genitori si preoccuperanno... 

-Usagi? 

Si voltò. Sua madre, quella umana, la guardava con gli occhi fuori dalle orbite. Poi si ricordò che era semi trasparente. 

-Mamma? Mi vedi? 

-Sì, ma... 

Usagi si alzò e andò verso di lei. 

-Mamma, ho poco tempo. Non sono morta e non sono un fantasma. Non posso dirti dove sono, perché non mi crederesti. E poi, meno sai, meglio è. L’importante è che Chibiusa sia al sicuro. Può darsi che le mie amiche vorranno parlarle. Lasciale fare. 

-Se ciò che mi chiedi, ti riporterà a casa, lo faccio più che volentieri. In più, se posso dare una mano, per salvare il mondo... 

-Mamma, tu sapevi? 

-Ti ho vista una volta per strada con l’uniforme e parlavi con Luna, uno dei motivi per cui non sono impazzita, quando sei scomparsa. Pensavo fossi in missione. 

-In un certo senso lo sono, ma non posso dirti altro. Lo sto facendo per proteggervi... 

Usagi sentì che si stava indebolendo. 

-Che succede? 

-Mamma, devo andare. Ti voglio bene. Dai un bacio a papà e a Shingo... 

Ikuko volle accarezzare sua figlia, ma scomparve. 

*** 

Usagi aprì gli occhi con molta fatica. Era successo di nuovo. Il Cristallo Nero aveva percepito qualcosa, e l’aveva privata delle sue energie. Ogni volta che si riprendeva, era sempre più debole. Si chiese cosa sarebbe successo la prossima volta che avrebbe usato il Cristallo d’Argento. Un brivido le corse lungo la schiena. 

Si rese conto di non essere sul tappeto, dove era sicura di essere caduta. Era seduta... sulle ginocchia di Demando, il quale era seduto sulla poltrona davanti al camino. Le stava accarezzando i capelli. Aveva l’aria stravolta, quasi da pazzo. 

-Serenity, non voglio perderti di nuovo. 

La voce gli tremava. Doveva essere ridotta proprio male, per avere avuto paura. Cercò di tranquillizzarlo. 

-Non mi perderai. 

-Voglio esserne sicuro. 

Le alzò il viso, costringendola a guardare la mezzaluna nera, la quale si trasformò nel Terzo Occhio. 

Usagi non riuscì a muoversi, né a distogliere lo sguardo. Era entrata in uno stato secondo, come se ogni pensiero venisse cancellato via. Sentì solo la voce di Demando. 

-Serenity, sii la mia regina... 

La regina... del suo cuore... 

-Ti amo con tutto il mio cuore... 

Sembrava così disperato... 

-Dovevo averti... 

E ultimamente aveva la sensazione di dover stare con lui, comunque... 

-Potremmo vivere felici e contenti... 

Adorava i lieto fine... 

-Possiamo rendere la Terra bellissima e dimenticare questo conflitto... 

In fondo volevano la stessa cosa... Era così stanca di tutto questo combattere... 

Un tuono. Un tuono più forte di quello che l’aveva messa in contatto con Chibiusa scoppiò sopra il palazzo, svegliandola dalla trance e facendola urlare dallo spavento, e facendo prendere un colpo a Demando. In una frazione di secondo capì cosa era successo, ma aveva troppa paura per respingerlo, anzi. Si strinse a lui, le lacrime agli occhi, più forte di quanto avesse mai fatto. 

-Resta con me, per favore. 

*** 

Demando si rese conto della mostruosità di ciò che stava facendo un decimo di secondo prima di quel tuono. 

L'aveva sentita urlare la prima volta, ed era corso in camera sua. Sembrava svenuta. Forse aveva paura del temporale, e questo era proprio forte. L'aveva presa fra le braccia per adagiarla sul letto. Fu allora che vide la mano stringere il Cristallo d’Argento. Quando allentò la presa, vide che era luminoso. Era successo di nuovo. Poi cominciò a spegnersi, e Serenity era diventata mortalmente pallida. Allora aveva deciso di tenerla in braccio e sedersi davanti al camino. Questa volta, però, faticava anche a respirare. Per un bel po' temette per la sua vita. 

Si calmò quando aprì gli occhi, ma non gli bastò. Doveva tenerla sotto controllo, in modo che il cristallo non si mettesse in funzione inavvertitamente. Per questo motivo decise di usare il Terzo Occhio, assoggettandola alla sua volontà. Non aveva opposto resistenza, anzi, sembrava quasi che lo volesse. Voleva riversarle quello che provava per lei, per legarla ancora di più a sé.  

Quando però vide i suoi magnifici occhi blu spegnersi e fissare il vuoto, capì che stava sbagliando. Amava i suoi occhi. Erano forse la cosa più bella che aveva. Voleva una sposa che lo guardasse con occhi vuoti? No, assolutamente no! 

 Fu dunque grato a quel tuono, anche se non si aspettava quella reazione. A dire il vero, si aspettava uno schiaffo, anche meritato. Invece la principessa si strinse a lui con tutte le sue forze e disse le parole che lo fecero capitolare: 

-Resta con me, per favore. 

Voleva che restasse. E giusto perché afferrasse il messaggio, cominciò a slacciargli il mantello. 

-Serenity... 

-Rimani con me, questa notte, ti prego. 

Come dirle di no? Non ne era capace. Non lo era mai stato. Se gli avesse chiesto di eliminare il Vecchio Saggio, lo avrebbe fatto. Una ad una, tolse le forcine che tenevano i suoi odango. Caddero a terra, sul tappeto, in silenzio. La gravità fece il resto. I capelli diventarono una cascata dorata. La portò a letto, dove cominciò a slacciarle il vestito... 

*** 

Il Vecchio Saggio era nel suo rifugio. Non gli piaceva la piega che avevano preso le cose. All'inizio, era favorevole all’arrivo della principessa Serenity. Meglio del Coniglio. Era la versione giovanile della regina, più facile da plasmare e da condizionare. Sfortunatamente, rivelò inavvertitamente di avere un forte ascendente sul principe Demando, più forte del suo. E in qualche modo era riuscita a portare  Saphir dalla propria parte, cosicché rischiava di avere tutta la famiglia contro. Aveva anche provato a parlare con la principessa, ma lei sembrava evitarlo in tutti i modi. E ovviamente, non poteva materializzarsi nei suoi quartieri senza una valida giustificazione... 

La sfera si illuminò. Il Vecchio Saggio scrutò al suo interno. Cosa stava succedendo? Il futuro stava cambiando. Era pure diverso da quello che conosceva... Non era possibile. Cosa stava combinando il principe? Cosa aveva fatto la principessa? Provò a spiare i due interessati... per chiudere subito la trasmissione. Aveva visto più che abbastanza. Doveva escogitare un piano, e in fretta. 

*** 

Sailor Pluto era la guerriera Sailor più anziana. Era una ragazzina, quando la regina Selene l’aveva posta a guardia delle Porte del Tempo. E da allora, per secoli, per millenni aveva sorvegliato lo scorrere del tempo. Doveva rendere conto di ciò che faceva solo a Serenity, regina o principessa che fosse. Aveva osservato lo svolgersi degli eventi, sin dal suo rapimento. Nessuno più di lei sapeva come una scelta poteva modificare il corso degli eventi. E infatti avvertì un cambiamento. Un cambiamento radicale. 

-La principessa ha fatto una scelta. 

*** 

Minako stava leggendo la partitura della canzone che avrebbe dovuto cantare al concorso. Non lo aveva detto a nessuno. Era da tempo che voleva sfondare come idol, e quel concorso sarebbe stata l’occasione della sua vita. Si era iscritta e, dopo un’audizione, era stata ammessa alle eliminatorie. Conosceva la canzone, era una delle preferite di Usagi. Come si chiamava il cantante? Ah sì, Brian Adams. Aveva anche visto il film dove era stata usata. Lo avevano visto insieme. 

Lo avvertì all’improvviso. Era la guerriera di Venere, il pianeta dell’amore. Un taglio netto. La fece alzare di scatto. Artemis saltò giù dal letto. 

-Cosa ti prende? 

Minako guardò il suo gatto. 

-Usagi ha spezzato il filo rosso che la legava a Mamoru. Definitivamente. 

*** 

Mamoru cercava di studiare, senza risultati. Non riusciva a concentrarsi. Se chiudeva gli occhi, vedeva di nuovo Usagi con quel bellimbusto vestito di bianco. Con quel vestito indecente. Come osava? 

Dopo quella visione, aveva chiamato Minako, la quale aveva liquidato la faccenda dicendogli che per il momento non potevano fare niente, ma che avrebbero cercato di parlarne con Chibiusa. L'unica che poteva farli viaggiare nel tempo. 

Incredibile. Il futuro del pianeta, il suo futuro con Usagi, perché volente o nolente lei lo avrebbe sposato, era nelle mani di quella bambina. La sua futura figlia. La loro futura figlia. In effetti li aveva fatti impazzire, all’inizio, quando era arrivata, proprio come lei quando si erano incontrati... 

Cos'era quel rumore? Sembrava una foca... in bagno? Andò a vedere. Non c’era nessuno. Lo sentì di nuovo. Veniva dallo specchio. Era Usagi... 

Uscì a razzo dal bagno e poi dall’appartamento. Era troppo. Non aveva visto molto, ma era più che sufficiente. Borbottò un bel po' di insulti rivolti a lei e saltò sulla moto, partendo a tutta velocità. 

*** 

Quella notte, Chibiusa dormì serena. Stava sognando di essere tornata a casa, dalla mamma, dal papà e da suo fratello gemello Alex... mentre dormiva, i capelli da rosa divennero bianco argenteo e, quando si svegliò, aprì un bel paio di occhi blu. Nessuno lo notò, come se fosse sempre stata così. 

*** 

Usagi si svegliò fra le braccia di Demando. Sarebbe stata una notte da ricordare. Anche lui era sveglio. Sembrava preoccupato. 

-A cosa pensi? 

-Al fatto che ti ho deflorata e che sei così giovane. Non vorrei... 

-C’è una cosa che devi sapere su di me. 

Si avvicinò e glielo sussurrò all’orecchio. Demando sgranò gli occhi. 

-Ma come... 

-Te lo dirò a tempo debito. Ma come vedi, non c’è niente di cui preoccuparsi. 

 

 

   
 
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