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E così il giorno dopo Percy caricò le valigie sull'auto di Jason. O meglio, nel bagagliaio della macchina guidata dall'autista della famiglia Grace. "A volte mi scordo che siete ricchi". "Preparati in questa settimana non potrai fare a meno di pensarci". Jason chiuse il bagagliaio e salirono in macchina. Thalia aveva un' animo punk. Quindi nonostante i soldi che Percy supponeva dovessero avere, non si poteva capire semplicemente dall'apparenza che era praticamente una futura ereditiera. A Percy piaceva prendere in giro Jason dicendogli che fosse uno snob super pettinato, con quei suoi maglioni da cui usciva sempre il colletto di una camicia che metteva a scuola. Ma era più una questione di stile, Jason non ostentava chissà quale lusso nella vita di tutti i giorni. "Mi stupisce con quanta rapidità tua madre ti abbia spedito". Sally era stata contentissima della proposta. Diceva che era un ottimo modo per responsabilizzare Percy. Lui sospettò che fosse anche contenta di esser libera di poter stare col suo compagno. Ma non la biasimava, aveva fatto la madre single per tutta la vita. Meritava un po' di spensieratezza. "Beh, era una super occasione". Lui e Jason erano seduti entrambi nei sedili posteriori. Un vetro li separava dall'autista così che avessero un po' di privacy. "Senti un po' ma perchè devi lavorare tu?" chiese. "Mio padre è un sostenitore del modello self-made man. Dice che solo perché siamo i suoi figli non dobbiamo adagiarci, e capire il valore dei soldi guadagnati con fatica, come lui da giovane". Recitò Jason non troppo convinto. "Ma comunque a me non importa granché del pensare se sia giusto o no. Lui mi chiama solo d'estate perché vuole che durante l'anno mi impegni con lo studio. Essendo suo figlio, non lavoro duramente quanto il resto dello staff, e poi in fondo non mi dispiace il residence. Andare fuori città per tre mesi è rigenerante". Sarebbero stati via fino ai primi di Settembre. Praticamente avrebbero fatto ritorno un giorno prima che iniziasse la scuola. Percy era felice di non doversi far vedere in giro per un po' dopo l'umiliazione pubblica, chissà magari una volta tornati sarebbe già stata dimenticata da tutti. Ma si chiese se a Jason davvero andasse bene star via tutto quel tempo. Non ne avevano mai parlato sul serio non essendo amici, ma era abbastanza sicuro che si frequentasse con Piper, la sua vice nel club di dibattito. Jason era uno molto impegnato a scuola, coinvolto nel comitato studentesco. C'era anche qualcuno con cui si faceva vedere in giro spesso. Possibile non avesse amici che gli sarebbero mancati? Percy non ce la fece a chiedergli nulla. In fondo le cose non erano molto cambiate tra loro due. Poteva considerarsi una semplice tregua dal loro continuo punzecchiarsi, non una vera amicizia. Dopo un po' Jason tornò silenzioso e si appisolò. Percy invece mise le cuffiette e cercò di rilassarsi.
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Durante le 4 ore di viaggio a Percy venne di fare pipì, con grande disappunto di Jason, e si fermarono ad una stazione di benzina. Poi gli venne fame, e passarono da un Mc-Drive, ma la macchina non poteva essere sporcata e mangiarono in piedi in un parcheggio, con lieve disappunto dell'autista, che di sicuro voleva solo finire il suo lavoro e tornare a casa. Alla fine verso le 20:30 finalmente arrivarono. Il residence si presentava per bene già dal cancello in ferro, con lo stemma di una grossa aquila al centro. L'ingresso si apriva con un curatissimo giardino e una grande fontana in pietra con al centro un'alta scultura di un... Tritone? Jason mandò un sms, nel frattempo si fermarono al parcheggio e l'autista scaricò i bagagli. Trasportarono le valigie per un po' di metri attraversando il giardino fino a quando arrivati vicino a quello che doveva essere l'ingresso delle abitazioni Percy vide una ragazza. Aveva la pelle un po' scura, i capelli castani, e indossava una polo viola con il logo del residence. Aveva una espressione seria ma quando vide Jason si illuminò. "Jace!" Jason lasciò la valigia per abbracciarla. "Reyna, questo è Percy Jackson il nuovo bagnino. Percy lei è Reyna, una mia amica e collega". La ragazza gli strinse la mano. Percy cercò di interpretare il loro rapporto, e intuì fossero amici di lunga data. Mentre veniva portato ai dormitori dello staff si aggiornavano chiacchierando animosamente. La stanza di Percy era fortunatamente una singola, non era granché, ma sembrava comoda e funzionale. Reyna chiese se avessero già cenato. Percy rispose di sì, ma i due lo ignorarono e decisero che avrebbe mangiato di nuovo. Nel frattempo che si dirigevano...Percy in realtà non lo sapeva, Reyna e Jason gli mostrarono il residence. La piscina dove avrebbe lavorato, l'area comune, i bagni dello staff, la sala da pranzo. Percy si fece anche dare informazioni essenziali tipo la password del wi-fi. Nonostante in giro le luci fossero accese il residence era vuoto e silenzioso. "Domani apriamo al pubblico, la maggior parte dello staff arriverà in mattinata. Noi siamo già qua perché siamo gente che conta". Jason alzò gli occhi al cielo e spiegò. "I genitori di Reyna sono soci di mio padre. Lavorano anche loro qua all'amministrazione e menagement, perciò a Reyna tocca il mio stesso triste destino". "Chiamalo triste". Disse Reyna, e tirò fuori un grande mazzo di chiavi. Erano nella cucina del ristorante del Residence. Presero del gelato da uno dei frigoriferi grandi quanto un armadio. "Siete sicuri che possiamo?" chiese Percy". "Il tuo amico è un po' agitato" disse Reyna prendendo tre ciotole e i cucchiai . "Non sono agitato. Sono solo... Impressionato. E poi non sono <>". Cominciarono a mangiare. "Tranquillo, ci farai l'abitudine. Calcola che da domani sarà pieno di gente e ti sembrerà tutto ancora più grande" disse Reyna. Jason fece una faccia strana. E Reyna si mise a ridere. Percy era confuso "Che c'è?". "A Jason è arrivato il freddo al cervello". "Ma non è mica una bevanda ghiacciata, è solo gelato" osservò Percy. "Si ma Jason non tollera le cose fredde, sarà che lo è già troppo lui". Jason alzò gli occhi al cielo. "Hai una intera estate davanti Reyna, non sprecare tutte le tue battute in una sera". "Sono contenta che te lo sei portato" Reyna indicò Percy col cucchiaio "Serviva una novità". "Oh non avere grandi aspettative". "Ehi, io sono qui" disse Percy. "E poi Grace dovresti rivalutare l'avermi portato qua con te. Potrei stravolgerti l'estate. L'ho già fatto l'altra sera". "Che è successo l'altra sera?" chiese Reyna interessatissima. "Non è successo niente!" Jason ingoiò il gelato in tutta fretta. "Ieri sera ho sbloccato la versione di Jason brilla. Fin'ora conoscevo solo Jason irritante". "LO HAI CONVINTO A UBRIACARSI?". "Non mi sono ubriacato!" corresse velocemente Jason. "Ho solo bevuto qualche birra in più". Reyna diede un colpetto a Jason con la spalla e poi si rivolse a Percy. "E dimmi, come era". "Oh mi ha ascoltato senza interrompermi o perdere l'attenzione per la prima volta nella sua vita e poi... " Percy fece una pausa che mise Jason in tensione "Beh è diventato molto più... Espansivo". Jason diede un calcetto a Percy sotto al tavolo che sussultò un po'. "Il giorno dopo è tornato il solito scorbutico di sempre come puoi vedere. Ma va perdonato per avermi offerto un lavoro". "A proposito di lavoro. Mi raccomando, domani alzati presto, ci sono molte cose da fare e devi essere pronto prima che arrivino i clienti. Siamo molto fiscali con gli orari qua" disse Reyna. "Non preoccuparti, posso farcela". "Ad addormentarti di sicuro". Jason mangiò l'ultima cucchiaiata di gelato. "Mi sa che il tuo problema sarà svegliarti, dormi come un sasso, sbavi pure". Una volta tornati ognuno nella propria stanza, Percy disfò la valigia e puntò la sveglia presto. Non sapeva perché, ma durante il viaggio aveva dato per scontato che avrebbe diviso la camera con Jason. Mandò un messaggio a sua madre che voleva che le desse la buona notte e poi cercò di addormentarsi.