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Autore: kanejvibes    03/09/2021    0 recensioni
In un mondo post apocalittico, dove il controllo è stato preso con la forza da una grande corporazione, Nina si ritrova a dover lottare per sopravvivere e proteggere i suoi fratelli minori, mentre il suo gemello è scomparso. E proprio quando pensa di essere al sicuro, un misterioso sconosciuto entra nelle loro vite, scombussolandole.
Tratto dal testo:
La verità era che era stato e sarebbe sempre stato un egoista.
Nel suo cuore, James lo sapeva.
Accettò quella verità e le sorrise appena per cercare di farla tranquillizzare.
"Non posso perderti, Nina".
Moriranno tutti al bunker? Sì.
Tuo fratello diventerà una cavia da laboratorio? Sì.
Ma tu sarai viva.
Chiuse per un attimo gli occhi e quando tornò a guardarla lei aveva quell'espressione di rabbia che spesso gli rivolgeva. Rabbia e odio. Ma un odio temporaneo, un odio che nascondeva tutt'altro.
Genere: Commedia, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 18

Il viaggio si prospettava essere lungo e noioso.
I due uomini che Anderson aveva mandato con loro non avevano detto una parola. Uno era molto alto, con le spalle un po' ricurve e i capelli cortissimi che spuntavano su un testone sproporzionato al resto del corpo. L'altro era decisamente più attraente, il fisico muscoloso gli risaltava da sotto la divisa che indossava. Era più giovane e aveva i capelli più lunghi e scuri del compagno e ondeggiavano con grazia al vento. Comunque, nessuno dei due sembrava volersi trovare lì in quel momento.
Nicholas le lanciava occhiate preoccupate, ma non aveva osato iniziare una conversazione e James, neanche a dirlo, aveva gli occhi attenti fissi sui due sconosciuti.
Nina sbuffò.
Un lungo e noioso viaggio sarebbe stato. Sì.
La cosa peggiore sarebbe stata condividere quel tempo sola con i suoi pensieri.
Un brivido le attraversò la schiena mentre le immagini più spaventose le passavano davanti agli occhi.
Strinse le palpebre un paio di volte, poi scosse la testa.
Doveva trovare una distrazione.
James era in testa a tutti, camminava attentamente, guardandosi intorno, pronto per scattare ad ogni minaccia. I due ribelli gli erano dietro, non molto lontani, ma neanche poi così vicini. Avevano inziato a blaterare cose tra di loro, troppo silenziosamente perché gli altri distinguessero le parole.
Nina scosse la testa e lanciò un'occhiata alle sue spalle; Nick aveva lo stesso atteggiamento pronto di James e lanciava occhiate in giro e tendeva l'orecchio ad ogni rumore. Ma quando lei si voltò, incontrò subito il suo sguardo.
Nina si schiarì la voce, imbarazzata e tornò a guardare dove metteva i piedi, anche se poco dopo lo vide affiancarla.
"Stai bene?", le chiese, premuroso, osservandola tra un'occhiata che dava ai loro dintorni e un'altra.
Nina si morse il labbro.
"Non sei più arrabbiato con me?", chiese, senza guardarlo.
Nicholas, invece, puntò gli occhi su di lei.
"Per il bacio?", mormorò, con un tono che la ragazza non seppe decifrare.
"Per il bacio e le bugie e...tutto quanto...".
Nick sospirò, senza rispondere per qualche secondo, alla ricerca delle parole.
"Non è importante adesso", disse.
"I tuoi sentimenti sono importanti per me", ribatté Nina, schiudendo le labbra, e lo guardò. Nicholas ricambiò lo sguardo e lei lesse nei suoi occhi sorpresa per quella risposta. Poi tornò sulla strada.
"So di averti ferito, ma voglio che tu sappia che...".
"Non c'è bisogno che ti scusi".
"No. Invece ce n'è bisogno...io...".
"Nina, davvero. Non devi".
"Mi lasci finire?", sbottò lei alla fine, arrabbiata per le continue interruzioni.
Nick sorrise appena e annuì.
"Ero ubriaca, ma questa non è una scusa. Io...l'ho seguito...io...". Nina si interruppe, osservando James per un attimo, schiudendo le labbra.
"Non so cosa mi fosse preso...è stato un momento di debolezza. Ma ora è diverso, d'ora in poi sarà diverso. Io...posso resistergli".
Nick si bloccò di colpo, aggrottando la fronte. Nina fece ancora qualche passo prima di rendersene conto.
"Puoi...resistergli?", sibilò lui, scuotendo la fronte.
La ragazza si morse il labbro.
"Non...non era quello che intendevo...io...".
"Non c'è bisogno che continui", la interruppe lui, riprendendo a camminare, senza più guardarla.
"Nick...".
Lui non si voltò.

Si erano fermati, su insistenza dei due ribelli, per riposare la notte e Nicholas si era offerto di fare il primo turno di guardia. Nina avrebbe voluto unirsi a lui per fare pace, ma non riuscì a farsi uscire le parole di bocca.
Lanciò una triste occhiata al ragazzo e si allontanò appena, per sdraiarsi vicino a James, dato che gli altri due uomini non le avrebbero dato conforto.
Chiuse gli occhi, sospirando, poi li riaprì e osservò Jaime.
Era appena illuminato dalla luce del fuoco scoppiettante ai loro piedi e fissava un pezzo di legno che stava intagliando con cura.
"Dovresti dormire", mormorò lei, portando le gambe al petto per scaldarsi.
James non la guardò e lasciò passare un po' di tempo prima di risponderle.
"Tu dovresti dormire", ribatté, poi, sfiorando il legnetto con il pollice e soffiando via la polvere.
"Sono seria, James".
Il ragazzo prese un lungo respiro e alzò gli occhi verso il cielo nuvoloso sopra le loro teste. Nonostante il grigio, si riuscivano a distinguere alcune stelle e la luna emetteva una pallida luce biancastra.
Nina sbuffò e chiuse gli occhi, certa di venire ignorata, ma dopo qualche attimo, la voce calda del ragazzo glieli fece riaprire.
"Non posso. Non riesco a dormire molto bene, specialmente fuori".
"Incubi?", chiese lei, guardandolo.
James annuì lentamente con la testa. La cosa gli era stata difficile da ammettere e lo dava a vedere chiaramente.
"Quando ero piccola, mia madre mi cantava delle canzoni quando avevo degli incubi...".
James la guardò, alzando un sopracciglio.
"Non ti metterai mica a cantare adesso?", sbottò, terrorizzato all'idea.
Nina trattenne una risata.
"Quello che volevo dire...è che dovresti provare a concentrarti su qualcosa che ti faccia dimenticare del resto".
James sospirò e posò il coltellino e il legnetto intagliato per darle la sua totale attenzione.
"Il fatto è che non ho niente su cui concentrarmi, solo rabbia. E tuo fratello mi ha detto di non farmi guidare dalla rabbia".
Nina si mise seduta e annuì.
"Sì? In effetti sembra qualcosa che direbbe lui...", commentò, fissando un punto nel fuoco davanti a loro.
"Perché lo stai facendo? Perché aiutarmi con Dean?".
"Mi avresti lasciato in pace un minuto se non l'avessi fatto?".
Risero silenziosamente insieme.
"Qual è la vera ragione?", insistette poi lei, di nuovo seria.
"So di averti ferito. Più volte", aggiunse, mordicchiandosi l'interno guancia.
James si torturò le mani e schiuse le labbra.
Avrebbe potuto dirle che lo stava facendo per lei.
Avrebbe potuto dirle la verità, ma era più facile continuare a mentire. A lei e a se stesso. Non c'era modo, in quella contorta e dannata realtà, che loro due potessero avere un futuro felice insieme. Rose glielo aveva insegnato. 
Strinse appena gli occhi e deglutì a fatica prima di guardarla.
Aveva in viso quell'espressione speranzosa che la contraddistingueva così bene e che era riuscita a sciogliere perfino il cuore di ghiaccio del lupo.
Ma, non seppe come, riuscì a resistere alla voglia impellente di baciarla.

Alle prime luci dell'alba, James aveva svegliato gli altri e, il più velocemente possibile, avevano ripreso a camminare, tanto che nel primo pomeriggio riuscirono ad arrivare all'edificio dei Westing.
I due ribelli li avevano però condotti ad una porta diversa da quella dell'ultima volta.
Non doveva essere che un'entrata secondaria e inutilizzata perché vi erano soltanto due soldati davanti, probabilmente messi a controllare dopo la fuga di Nina, Dean e James.
Il gruppo si era fermato alla fine della boscaglia, attento che la natura lo nascondesse bene.
Avanzarono lentamente e, prima che le guardie avessero il tempo di realizzare cosa stesse succedendo, attaccarono, facendo perdere loro i sensi.
Uno dei due ribelli si mise a lavorare al circuito delle telecamere e le mise fuori
uso.
"Noi aspettiamo qui", dichiarò, poi, indicando il suo compagno.
"Anderson vi ha mandati per farci uscire in maniera sicura, voi venite con noi", sputò James, assottigliando gli occhi.
"Quello che Anderson non vede...", commentò il più giovane, porgendogli la mappa dell'edificio.
James lo guardò male, poi abbassò lo sguardo sulla mappa e gliela strappò di mano.
"Ci rivediamo qui il prima possibile", sbottò, facendo segno a Nina e Nicholas di entrare.
"Perché devi essere tu ad avere la mappa?", commentò Nick, sbuffando, appena la porta si richiuse alle loro spalle.
Ci volle qualche secondo per adattarsi al cambio improvviso di luminosità, poi James si voltò verso il moro.
"Sei serio?", ribatté, guardandolo in cagnesco.
"Ok, adesso non è il momento, ragazzi. Dobbiamo trovare il siero", si intromise Nina, lanciando un'occhiata sulla mappa.
"E come facciamo?", aggiunse, perplessa.
"Troviamo Lucien", rispose James, avanzando, mentre passava lo sguardo sulla mappa e sullo stretto corridoio.
"A costo di sembrare stupida...come troviamo Lucien?", continuò la ragazza, raggiungendolo.
James strizzò appena gli occhi e non rispose, ma aumentò il passo, facendo sbuffare Nick e sospirare Nina.
Girovagarono per un po' di tempo, prima che delle voci li facessero fermare.
"Sta arrivando qualcuno", commentò Nicholas, sussurrando con un filo di voce.
James si allungò per guardare dietro l'angolo del corridoio, poi si passò una mano tra i capelli.
"Che facciamo?", chiese Nina, pensierosa.
E, prima che James potesse rispondere, Nicholas sguainò la sua spada e avanzò, rivelandosi alle tre guardie che stavano sopraggiungendo.
Nina e James lo seguirono, per provare a fermarlo, ma senza risultato.
Si gettò sui FAWW per evitare che afferrassero le loro armi e poi puntò una spada alla gola di uno di loro.
"Portateci da Lucien Westing o ve ne pentirete", sibilò, livido.
"Non c'è alcun bisogno delle minacce. Sono già qui".
Quando i tre ragazzi si voltarono, non solo riconobbero Lucien e la sua brutta cicatrice, ma con lui c'erano anche Andrews e almeno una decina di guardie. E, in fondo, i due ribelli che Anderson aveva inviato con loro.
James digrignò i denti verso i traditori, facendo roteare la spada.
"Vi consiglio di abbassare le armi", sussurrò Lucien pazientemente, avanzando, da solo, verso di loro, fino a che il suo collo non fu che a pochi centimetri dalla lama di James.
"Abbassate le armi", ripeté, piegando la testa di lato come a cercare di capire per quale motivo non fosse stato chiaro la prima volta.
James si spinse appena in avanti e la punta della sua spada si piantò su Lucien.
"Potrei tagliarti la gola facilmente", tuonò, mentre le labbra gli tremavano appena per la rabbia.
Lucien si abbandonò ad un sorrisino.
"Certo che potresti, ma poi i tuoi amici morirebbero e so per certo che preferiresti vedere loro vivi, che me morto". Fece una pausa per allargare il sorriso e mettere le mani dietro la schiena.
"Ti conosco, Liam, forse meglio di chiunque altro, probabilmente meglio di quanto tu conosca te stesso. E tu lo sai e odi questa cosa. Ma, ti prego, smentiscimi", lo provocò, fissandolo intensamente negli occhi.
Il respiro di James era ormai irregolare e il volto deturpato da un'espressione di puro odio.
La mano che teneva la spada fece appena un movimento e la lama andò a perforare leggermente Lucien, che perse un rivolo di sangue, ma non si mosse.
Per un attimo, tutti eccetto lui, pensarono che James lo avrebbe ucciso, ma il ragazzo abbassò la spada e poi la lasciò cadere a terra.
"No!", esclamò Nick, mentre le guardie immobilizzavano lui e Nina.
Quando poi andarono ad ammanettare anche Jaime, lui non smise per un secondo di incenerire Lucien con lo sguardo.
  
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