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Autore: rose07    01/09/2009    5 recensioni
10 Agosto. La magica notte in cui cadono le stelle. Una notte incentrata sull'amore che lega Sora e Matt, Mimi e Tai. Alcuni accenni a Takari, Keniyako e Izzy/Nuovo Personaggio, Joe/Nuovo Personaggio.
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mimi Tachikawa, Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya, Yamato Ishida/Matt
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Stay together in the end ( ? )'
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Dopo che Sora si fu allontanata forse a raggiungere Matt o magari a suicidarsi, Tai superò Luchia che tentava ancora di baciare Joe e arrivò a sua destinazione: Mimi Tachikawa stava seduta a pettinarsi i lunghi capelli.
Le si sedette di fronte, accennando un sorriso, mentre lei sentendosi osservata smise subito di trafficare.
«Tai!» esclamò «Mi hai spaventata!» si tenne il petto con le mani.
«Stai sempre a prepararti?» si avvicinò lui, accarezzandole una guancia «Saresti bellissima anche con uno straccio»
Mimi arrossì leggermente.
«Sei un adulatore. Non uscirei mai con uno straccio»
Il castano si passò una mano tra i capelli ribelli.
Già, la sua ragazza amava così tanto la moda da far spavento. Per esempio, proprio in quel momento indossava un costume color pesca con delle rifiniture bianche ai lati. La gonna lunga verde le ricadeva pacatamente sulle cosce e il cappellino di paglia era posato in borsa, ma non mancava.
Non era forse fashion come sempre?
Il ragazzo, invece, portava solo un costume rosso bermuda con delle strisce gialle; sembrava troppo scontato in confronto.
Mimi fece per avvicinarsi alzando la mano. Ancora una volta, sentiva una strana sensazione.
Il desiderio di toccarlo, di assaggiarlo si fece vivo in lei.
Gli spostò delle ciocche di capelli e, con lenta calma, con assoluta tranquillità, gli prese il viso tra le mani e lo baciò. Tai mise una mano sulla sua nuca e l’ attirò di più a sé, senza staccarle le labbra di dosso.
Tai era buono, e Mimi voleva assaporarlo ancora.
Il bacio si fece più irruento. Le lingue dei due si impegnavano in una piacevole lotta che non sembrava avere fine.
E la ragazza voleva fare aderire i loro corpi, voleva sentirlo… Oddio, forse stava diventando un po’ pervertita, ma non era questo ciò che importava. Sentiva di voler fare l’amore con lui, a qualunque costo.
In breve, si lasciò completamente andare. Pareva che le forze fossero andate via dal corpo, e che le stelle sopra di essa fossero l’unica atmosfera presente.
Tai in un attimo fu sopra di lei, ma l’accarezzava piano, quasi ingenuamente. Era la paura di farle del male.
No, lei voleva di più. Lei voleva lui. Lo voleva con tutte le sue forza, quasi lo bramava e adorava.
Mettendogli le braccia al collo, tentò di spingerlo con maggior vigore su di essa. Aprì il bacino facendolo incastrare perfettamente.
Era dunque questo ciò che voleva la sua ragazza. Tai si diede dello sciocco. Pensava di non essere all’ altezza... Credeva che lei non lo volesse e invece...
Lei lo desiderava con tutti i suoi stremi.
Preso da un’ondata di calore, sorrise birichino,facendo scivolare le mani sopra la sua lunga gonna.
«Questa la gettiamo via, che ne dici?»
Mimi si morse il labbro, vogliosa. «Non solo quella, ti prego»
Sembrava una supplica.
Quasi pareva una preghiera.
«Stringimi, Tai» sussurrò la castana, poggiando la testa sopra l’incavatura del suo collo.
E Tai stava per farlo, prima che la suoneria di Sakura Kiss non si espanse dal taschino della borsa di lei.
Cielo, non proprio ora!
Il ragazzo fece finta di non sentire la musichetta, continuando a baciare il collo della castana che però, suo malgrado, tentava di alzarsi.
«Tai... Il cellulare, caspita»
Sospirando, si alzò da sopra di lei «D’accordo, rispondi» fece, grattandosi la testa.
Non era mai il momento giusto, per diamine!
Lesse il mittente: era quel guastafeste di suo cugino!
«Sì, Mark» Mimi alzò gli occhi al cielo, sbuffando «Cosa vuoi? No, che non sto fumando! Non sto neanche bevendo alcolici, se per questo!» esclamò, gettando via una bottiglia di vodka.
«Sì, va bene. Ma cosa cavolo hai chiamato a fare se sapevi che non sarei tornata a casa prima delle 8.00!» fece fulminea, non lasciando tempo al cugino di parlare.
Voleva riprendere ciò che aveva spezzato.
Tai la guardò con dolcezza. Caspita, stava liquidando suo cugino in quattro e quattr’otto!
«Okay, ciao. Che diavolo c’è, ancora?!» sbraitò la ragazza, facendolo sobbalzare.
Dopo avere sentito quel “Passami Taichi, devo dirgli un paio di cosette”, Mimi fece una smorfia preoccupata.
«Cosa devi dirgli? Dillo anche a me! Uff, okay, te lo passo, rompipalle!» La ragazza avvicinò il cellulare all’ orecchio del fidanzato.
«E’ Mark» Bisbigliò con tono grave.
Oh, cazzo! E adesso cosa voleva il cugino rampollo di Mimi? Non violava abbastanza la loro privacy? Oppure… no...
Li aveva visti, forse?!
Si guardò intorno. Eppure non c’ era quasi nessuno nei paraggi. Erano isolati e gli altri ragazzi erano tutti per i fatti loro.
«Ehm... pronto, Mark, sono Ta-»
«Sì, so benissimo che sei Taichi!» Esclamò il ragazzo dall’ altro filo «Senti, volevo dirti...»
“Ti ho visto con mia cugina, adesso ti ammazzo!”
“Giù le mani da Mimi!”
“Bastardo, ti pesto!”
Quali dei tre? Pacato o arrabbiato?
Merda. Tai deglutiva pensando al peggio. Adesso gli avrebbe fatto una strigliata telefonica di quelle che non riceveva da una vita, da quando aveva perso Hikari per strada.
Sua madre gliene urlò di tutti i colori; e alla fine sua sorella era solo con le sue amichette al parco.
«Beh, Taichi, che ne dici di passare due-tre volte alla settimana a lavarmi per benino l’auto, eh?» chiese sogghignando Mark.
Il castano spalancò gli occhi, mentre Mimi gli faceva cenno con la testa preoccupata.
«Cos-?»
«Sì, carino. Avevi detto che avresti fatto qualunque cosa pur di lasciarti uscire con la mia cuginetta senza interferire! Perciò, mi devi un favore e forse altri cento, ti pare?» Mark schiamazzò come un matto.
Tai, però, tirò un sospiro di infinito sollievo. Non sapeva nulla, grazie a Dio! Certe fantasie doveva tenersele sempre e solo per sé!
Non potette che accettare a malincuore.
Restituendo il telefono a Mimi, disse:
«Tuo cugino ci tiene d’occhio, ma me ne sbatto!»
«Che ti ha detto?» chiese lei preoccupata.
Lui sogghignò, e si avvicinò pericolosamente. Mimi, gli lanciò uno sguardo abbastanza malizioso, dopodiché pian piano si sdraiò sotto di lui senza opporre alcuna resistenza.
Le mani del ragazzo scivolavano complici sopra le sue cosce, arrivando fino a un punto preciso dell’ inguine per poi tornare di sotto.
Come se si fosse bruciato.
«Che ti importa di quello che mi ha detto?» le mormorò all’ orecchio, percorrendo con le labbra una lunga traiettoria dalla base del suo collo fino all’incavo.
Mimi si lasciò scappare un gemito.
«Tai» disse con la voce sommessa.
Il ragazzo si fermò, interrogativo.
Paura?
Voglia di tirarsi indietro?
«Facciamolo, ti prego... Voglio fare l’ amore... Voglio farlo con te
E Taichi non desiderò altro che assaporarla fino infondo.
Fin quando i loro corpi non sarebbero diventati una cosa sola.
 
 
 
 
 
 
 
Quasi correndo, Sora raggiunse il punto dove il suo ragazzo si era appartato.
Tipico di lui e Taichi lanciare sassolini a mare quando erano nervosi o peggio ancora arrabbiati neri.
Senza che lui se ne accorgesse, arrivò alle sue spalle investita da un’arietta fresca tipica di quelle parti. Strinse di più con le braccia il pareo che aveva usato come coprispalle.
Non sapeva che dire.
Uffa, perché era sempre così precipitosa? Tai glielo diceva sempre.
Senza pensare a come scusarsi o magari chiamarlo, lo strinse da dietro la schiena affondando la testa sul suo collo.
Appunto.
«Perdonami, ti prego» sussurrò con la voce sommessa dalle lacrime.
A quel tocco, Matt smise di lanciare pietre irrigidendosi un po’.
Subito dopo, si rilassò e mise una mano sopra quella della ragazza che lo teneva serrato.
Per paura di perderlo.
«Promettimi una cosa» disse sospirando.
Sora alzò la testa guardando i suoi capelli color dell’oro; le parve di vederli brillare più di prima.
«Non piangere»
Lei alzò appena la testa da sopra il suo collo, annuendo. Poi incominciò a baciargli la schiena quasi innocentemente. Il biondo socchiuse per un attimo gli occhi, dopodiché disse:
«Credevo non ci amassimo abbastanza»
«NO!» esclamò lei con ancora gli occhi luccicanti «L’ ho creduto anch’ io, ma...»
Deglutì a fatica, posando nuovamente la testolina sulla sua spalla.
«Oh, Matt... Non pensiamo mai più una cosa del genere!» si accostò vicino a lui e gli prese una mano «Non voglio pensare di non amarti»
Matt si passò la mano libera sui capelli.
In fin dei conti, era stata anche colpa sua. Era stato lui ad andarsene con il suo amico Tai lasciandola da sola.
«Dì la verità» fece, guardandola intensamente negli occhi «Sei andata con Narciso, perché ce l’ hai con me? Perché ultimamente passiamo poco tempo insieme?»
Sora spalancò gli occhi lucidi.
Narciso non era niente in confronto al sentimento che provava per lui. Verso lui nutriva un amore inspiegabile, quasi fuori dalla norma. Qualcosa che non avrebbe mai potuto immaginare anni fa. Era qualcosa come la droga.
O forse più forte di essa.
«Io...» balbettò «Non lo dire. Non dirlo affatto, io… Non so come spiegarti…»
«Dillo come ti pare»
«Va bene, ma devi credermi» Affermò «Devi credermi quando dico che ti amo. Narciso è solo un mio ex, non mi fregano le sue battutine o i suoi sorrisetti intriganti»
L’ Ishida alzò un sopracciglio. «Non ti stava simpatico?»
«Infatti è così!» esclamò lei.
Lo sguardo di Matt la fece raggelare e subito si contraddisse.
«O almeno è così quando non ci fa litigare»
«Senti, Sora» irruppe il ragazzo dopo aver gettato un’ occhiatina a Davis e Cody che stavano tornando con due ragazze «Non mi va di litigare con te e-»
«Ma noi non dobbiamo farlo»
«Aspetta, fammi finire» La ramata annuì dopo il cenno di quest’ ultimo «Odio litigare con te esattamente come odio Narciso»
Sora alzò gli occhi al cielo. Non pretendeva che l’ adorasse, ma una semplice sopportazione andava bene.
Yamato Ishida era la persona più cocciuta che avesse mai conosciuto.
A parte Mimi, naturalmente.
«Ti ripeto che non mi frega se-»
«Lo so, lo so» le poggiò un dito sulla bocca, zittendola «Ti credo, stai tranquilla. Ma su una cosa non puoi darmi torto»
«Ovvero?»
Il ragazzo sospirò lanciando un sasso in acqua.
«Quel rompipalle è ancora innamorato di te!»
Silenzio.
Le voci di Davis e della sua imbucata si sentivano in lontananza.
Sora sbatté ripetutamente le ciglia. Okay, il suo fidanzato stava rimbambendo.
Stava diventando paranoico pessimo e non era una cosa buona, si disse.
Narciso si era appena lasciato con una ragazza di nome Katisha, una dell’ ultimo anno; una compagna di Jun, insomma. Non era possibile questo.
«Scherzi, Matt?!» esclamò con una nota di meraviglia «Cisso ha appena rotto con Katisha! Diceva di trovarsi bene, come puoi…»
«Cisso?» calcò il ragazzo, gettandole un’ occhiataccia.
«Ehm...» farfugliò lei «Sai, l’abitudine»
«Una cattiva abitudine» ribatté duro.
«D’ accordo, scusa» Cantilenò Sora, sbattendo la testa sconsolata «Ma la tua affermazione non ha né capo né coda. E’ assurdo che lui sia ancora innamorato di me dopo un anno»
«Io lo sarei» Ammise Matt «E poi, lo so. Lo so da come ti guarda e da come cazzeggiate»
«Guarda che io e lui non cazzeggiamo!»
«Sì, che lo fate. Vi ho pescati molte volte a scuola» L’ ammonì lui «E se per questo fate anche altro»
Oddio, questo era veramente troppo. Una cosa è ipotizzare, un’ altra è incolpare.
A lei non fregava nulla di Narciso, proprio no. Era vero, le stava simpatico ed era anche carino, ma non provava più niente dalla fine della loro storia.
Adesso Matt stava esagerando!
«Dimmi, tu non cazzeggi mai con quella poco di buono di Ai?» rinfacciò con sarcasmo «Oppure è una mia impressione?»
«Cosa c’ entra questo? Io e Tai la prendiamo sempre per il culo, lo sai»
«Certo, anche quando vi siete fatti la fotina insieme» Matt fece per aprire bocca «Ed eravate solo tu e lei!»
«Mi ha pregato. E’ sempre la solita, la conosci» si difese lui.
Figurarsi se gli interessava una senza cervello come Ai, la loro compagna di classe. Non sapeva nemmeno le tabelline. Per di più, riempiva una terza di reggiseno finta per fare un po’ la gnocca.
Ebbene sembrava uno gnocco. Bassa, tozza e con un enorme neo peloso vicino alle labbra. Occhi verde muco o giù di lì e capelli cespugliosi tenuti legati da due ferrettini.
Insomma, una vamp svampita.
«Certamente!» sbottò sarcastica Sora «Abbracciati con lei che faceva finta di darti un bacino piccino sulla guancia»
Voltò la testa dall’altro lato, senza proferire più parola. Qualcuno diceva che la gelosia non era una brutta, ma una grave malattia.
Ah sì, la sua prof di religione. Forse aveva ragione una volta tanto.
Matt ridacchiò sbattendo la testa, mentre lei infastidita lanciava una sasso parecchio grande a mare.
«Okay, perdonami» Cedette lui «Ma vogliamo mettere Narciso con Ai? Non ci sarebbe paragone!»
«Non credo proprio»
«Oh, sì» Ribatté il ragazzo « Shigetaka biondo con gli occhi chiari, alto, muscoloso. Ai, invece, castana, con gli occhi smorti, bassa, cicciotella. Ah, e con una terza falsa. Mettiamo il confronto?»
«Adesso giudichi gli altri maschi?» ignorò le sue osservazioni la ramata.
«No, non ci penserei nemmeno. Secondo me, Narciso fa schifo» Disse facendo una smorfia «E’ solo un biondo tinto»
«Come te»
«Io non sono tinto e neanche gay se per questo» Incalzò pensando al nominativo affibbiatogli da Joe
 «Anche se il mio preferito rimane sempre Tai»
La Digiprescelta non si trattenne dal sogghignare.
«Allora un po’ lo sei»
Matt la divorò per un secondo con lo sguardo.
Grande bestemmia.
In un attimo si mise a cavalcioni sopra di lei, sfiorandole le labbra.
«Proviamo?» chiese con aria di sfida.
Sora sentì il petto bruciare. Certo, certo che proviamo.
«Mmh, non so.Vedi tu»
«Chiudi gli occhi»
E sorrise. Un sorriso caldo che le fece sciogliere il cuore.
Senza avere il tempo di fiatare, o per lo meno fare qualche altra cosa, sentì la propria lingua scorrere come un turbine insieme a quella del ragazzo che era entrata ignorandone il permesso.
Permesso gradito.
Sora lo attirò verso di sé, mettendogli le braccia al collo e tenendo sempre gli occhi chiusi come detto.
Mollandosi, Matt fece passare la sua mano sotto il pareo che le stava addosso, accarezzandole la pancia, facendole sentire un brivido di piacere.
Attuando la stessa cosa per le cosce, risalì un gradevole percorso con la lingua fino ad arrivare al collo e baciarlo vogliosamente.
La ragazza si morse il labbro inferiore.
Fece in tempo a passargli una mano tra i capelli, quando questo sussurrò:
«Se mi vuoi dimmelo»
«Oh, sì...»







   
 
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