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Autore: Hilla_    08/09/2021    0 recensioni
Cos'era il destino?
Era per caso stato il destino a condurla in quel posto, in quel mondo così diverso dal suo?
Era stato il destino a spingerla in quel viaggio?
Si, probabilmente era destino che finisse in quella situazione, un destino vecchio di secoli e che si intrecciava con altri, formando un complesso dipinto che avrebbero visto solo alla fine, quando ormai sarebbe stato troppo tardi per cambiarlo.
Quindi che fare? arrendersi a quello che sarebbe accaduto? Di certo fuggire non era un opzione, anche volendo non ne sarebbe stata capace. C'era una sola possibilità: andare avanti.
aggiornamenti ogni martedì
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ultima revisione 26/09/2021

Che effetti aveva avuto l'ultima discussione fra Niav e Adeen?
Difficile dirlo, ma dal quel momento in poi ogni lite fra le due cessò, assieme a qualsiasi altro tipo di conversazione.
A migliorare la situazione, almeno per Niav, aveva pensato Shu. Il drago aveva iniziato a sembrare più convinto e a tenere un ritmo più rapido nel volo: sapeva di essere vicino al Cuore, e anche la sua Ímisy riusciva a sentirlo.

《Mi chiedo quale genere di posto abbia scelto Aura》 mormorò Adeen guardando il vuoto sotto di sé con un'espressione nostalgica.
Anche Shu stava trasmettendo una sensazione simile, ma allo stesso tempo quello ciò che provava era del tutto diverso. Era la nostalgia di chi aveva perso decine, anzi, centinaia di persone care, ma che allo stesso tempo sapeva che quello non era altro che lo scorrere del tempo.
Era triste percepire quella sensazione, faceva sentire piccoli, un evento passeggero che non valeva nulla se paragonato alla vita dei draghi.
All'improvviso il corpo del drago ebbe un tremito e le piume si rizzarono. Niav venne raggiunta da una scarica di emozioni fin troppo forti, troppe per essere distinte o decifrare.

Iniziò a planare verso il basso, scendendo verso il suolo fin troppo rapidamente.
Nemmeno i suoi fratelli riuscirono a stargli dietro, al punto che quando Shu atterrò quelli erano ancora a metà strada.
Senza dare a Niav il tempo di scendere a terra, iniziò a correre alla ricerca di qualcosa.
A causa della foga con cui Shu si muoveva la ragazza fu costretta a reggersi saldamente al corpo del drago, sperando di non essere sbalzata via.
Quando finalmente si calmò, scusandosi con Niav per i suoi modi, la ragazza poté finalmente fermarsi ad osservare il panorama davanti a sé, che fino ad un attimo prima prima era solo una macchia confusa.

Si trovavano in un'ampia radura, che per certi versi ricordava quella del villaggio nella riserva naturale.
Le due radure aveva le stesse dimensioni ma mentre la prima con le quattro case ed i pini più giovani posti all'interno sembrava più accogliente, quella in cui era appena atterrato Shu trasmetteva una sensazione del tutto diversa. Gli alberi erano più alti, tanto che sembravano piegarsi verso l'interno per schiacciare chiunque osasse mettere piede in quel luogo. Non era quello il tipo posto in cui avrebbe pensato di trovare il Cuore nascosto da Aura. Si era immaginata decine di luoghi diversi, ma quello non gli si avvicinava nemmeno vagamente.

Per qualche motivo, dopo aver capito quanto fosse stata gentile quella ragazza, si era immaginata un luogo in grado di riflettere tutta quella bontà.
Quel luogo pareva più adeguato ad una persona solitaria e schiva, non alla ragazza sorridente che aveva visto in foto.
"Non sembri convinta"
Affermò la voce di Shu, risuonando nella mente della ragazza.
《Ecco... non è il genere posto che mi aspettavo》 spiegò l'Ímisy. Percepì come la cosa divertisse il drago, poteva quasi sentirlo ridere nella propria mente.
"Vedi, quando Aura è diventata mia Ímisy aveva scelto un luogo diverso, ma poi i cacciatori arrivano vicini allo scoprilo.
Nemmeno i cacciatori sono certi che il Cuore esista davvero, ma qualcuno aveva scoperto dov'era nascosto il mio. Spostandolo qui, Aura ha depistato i cacciatori"
Spiegò il drago.

"C'è un'altra cosa, Niav"
Disse Shu, piegando il collo ed osservando la castana, che nel frattempo era scesa a terra.
"Nemmeno io so dove l'ha nascosto"
《In che senso?》 Esclamò Niav sorpresa mentre gli altri draghi atterravano.
Poté quasi udire Shu sospirare nella sua mente.
"So che Aura ha posizionato in quest'area il cuore, ma nemmeno io sono riuscito a capire con precisione dove" spiegò il drago.
I fratelli non ci misero molto a percepire che qualcosa in Shu non andava, passando subito quella sensazione alle loro Ímisy. In un istante le tre si fecero serie.
《Niav. Che succede?》 Domandò Talise, avvicinandosi all'unica che poteva sapere cosa stesse passando per la mente di Shu.

《Non sappiamo dove si trova il cuore - spiegò la ragazza - dice che è qui, ma non sa dove》 la corvina si morse il labbro, cercando di mantenere la calma.
《Non dobbiamo agitarci - mormorò - dividiamoci, se è qui lo troveremo》
《Come se qualcosa potesse andare per il verso giusto》 commentò Adeen.
Maka ignorò il commento, decisa a supportare Talise ed evitare che qualcuno perdesse la calma.
《dovremmo prendere delle precauzioni, però》 suggerì la castana, abbassandosi e appoggiando entrambe le mano sul terreno.

Quello iniziò a tremare e, sotto gli occhi increduli di Niav, iniziò a cambiare forma. Il terreno roccioso iniziò a plasmarsi come se fosse fatto d'argilla, assumendo la forma di una falce grande quando l'avambraccio di Maka. La ragazza sollevò l'arma, osservandola con attenzione.
《Non la prendevo da anni, spero di non averci perso la mano》 commentò. L'arma era avvolta da uno strato di roccia, quasi come se fosse uno guscio protettivo che iniziò a sgretolarsi sotto il tocco di Maka.
Quando l'arma fu finalmente libera dal suo guscio, Niav riuscì finalmente osservarla con attenzione. L'impugnatura era di legno, ricoperta da uno strato di cuoio, mentre la lama era stranamente lucida e sembrava particolarmente affilata. Aveva una forma di mezzaluna, ed il metallo rifletteva la luce del sole.

《Ancora quella roba? Dovresti semplicemente lasciarla dov'è. È vecchia di secoli - commentò Adeen - Non so se ti è chiaro, ma non è più come per i primi Ímisy. Quelli ti sparano, un pezzo di ferraglia come quello non servirà assolutamente a nulla》 continuò Adeen in tono provocatorio. Maka ridacchiò in risposta, senza aggiungere nulla.
Mentre le tre parlavano come se tutto fosse assolutamente normale, Niav continuava a fissarle incredula. Sembravano venire da un altro pianeta: si conoscevano da anni, erano cresciute in quel modo ed erano state istruite per essere Ímisy. Erano amiche oltre che compagne, sapevano capirsi con un solo sguardo.

《Shu...》 riuscì finalmente a mormorare la ragazza, guardando il drago in cerca di spiegazioni.
"Quella falce fu forgiata da uno dei primi Ímisy di Geb. All'epoca era più utile, ma funziona ancora a dovere" le illustrò prontamente lui.
Niav annuì, non era certa di aver capito tutto, ma si era ormai rassegnata a quella costante sensazione di smarrimento che contraddistingueva le sue giornate in compagnia delle altre Ímisy.
"Se ti interessa saperlo, anche Talise ha una cosa del genere" aggiunse.
Prima che Shu potesse concludere l'Ímisy raggiunse Teti, cercando qualcosa in una delle sacche che la dragonessa portava.
Dopo alcuni minuti ne estrasse una frusta.

《Sai, io e Maka preferiamo le armi di questo genere. Valeva anche per Aura - spiegò Talise - la sua arma era davvero molto interessante》 aggiunse, stuzzicando la curiosità della castana.
《Cosa intendi dire?》 Chiese, facendo sorridere la riccia con fare nostalgico.
《Aura non mi ha mai voluto svelare il segreto dietro quell'arma, ma credo che fosse tutto merito suo. Da quello che so nessuno si era mai avvicinato ai suoi livelli》 spiegò facendo trasparire un forte desiderio di comprendere come funzionava quella cosa.

La castana si chiese se quello stesso desiderio si espandesse ad altro.
In effetti Talise amava comprendere i meccanismi di ciò che le accadeva attorno, che si trattasse di scienza o di sovrannaturale, la corvina sentiva il bisogno non solo di sapere il perché, ma di scoprirlo da sola.
E quel desiderio di conoscenza era condiviso anche da Niav.
"Tutti i miei Ímisy controllano l'aria. Alcuni sono più bravi di altri, ma nessuno è mai arrivato ai livelli di Aura, era favolosa - spiegò Shu - ma anche la sua arma non era da meno. Il problema è che Aura l'ha lasciata ad Adeen, che non può sfruttarla"
Sentendo pronunciare quelle parole, la castana si voltò istintivamente verso l'Ímisy di Seth.
《Cosa c'è?》 Chiese lei in uno sbuffo.

Niav sospirò, dubitava che la ragazza le avrebbe mai ceduto quell'oggetto ma voleva almeno tentare.
《L'arma di Aura. Shu mi ha detto che la hai tu》 spiegò, facendo impallidire Adeen. La ragazza tentò varie volte di dire qualcosa, ma non trovò le parole.
《Non sapresti nemmeno come usarla》 riuscì a dire infine.
Dovette darle ragione: non avrebbe saputo nemmeno da dove cominciare. Venne assalita di nuovo da quella sensazione di inadeguatezza, non ci avrebbe mai fatto l'abitudine. Perché avrebbe dovuto farlo?
《Se non ci provo non lo scoprirò mai》 ribatté, aveva sperato che le discussioni con Adeen fossero finite, ma a quanto pare non era così.
《Adeen, se qualcuno ha una possibilità di usare quell'arma è Niav. Per quando tu ci tenga sappiamo tutte che spetta a lei averla ed usarla》
Intervenne Maka, ricevendo uno sguardo colmo di risentimento.
《È un ricordo... almeno voi dovreste capire. Possibile che siate pronte ad andare avanti come se niente fosse?》
Chiese la rossa, cercando lo sguardo di Talise per avere un po' di supporto.
《Non è così... è ovvio che manca a tutti》 intervenne lei.
《No! Voi non potete capire, non capirete mai quello che ho passato! Ho visto Aura spegnersi lentamente senza poter fare nulla. E succederà a tutte voi. Diventerete deboli e farete la sua stessa fine e voi - indicò prima Maka e poi Talise - ...voi due sarete le prime》 replicò. Strinse i pugni, raggiungendo Seth mentre frugava nella sua borsa.
Lanciò verso Niav un oggetto cilindrico ricoperto da un pezzo di stoffa. La castana riuscì ad afferrarlo, trovandosi a tenere in mano quella che sembrava l'elsa di una spada.
《Vedremo cosa riuscirai a combinare. Se volete passare oltre fatelo, ma per me l'Ímisy di Shu resta Aura. Avrei potuto accettare Caor o chiunque altro dei nostri, ma scegliere una come lei dopo quello che è successo - Adeen puntò lo sguardo su Shu - non ti è mai mancata, vero? Per te non vale nulla》 chiese.
Il dolore ed il dispiacere di Shu invasero Niav come un fiume che rompe gli argini. Fece per parlare in difesa del drago, ma non si rese necessario. Adeen si zittì ed abbassò lo sguardo, rifuggendo persino quello di Seth
《Basta perdere tempo. Dividiamo la zona in quattro e iniziamo a cercare》 sentenziò.

* * *

Niav e Shu non sapevano, però, di non essere gli unici ad essere giunti alla loro destinazione.
Dopo sette ore di volo, anche un altro giovane aveva finalmente raggiunto la sua meta.
Viaggiava in aereo, osservandone pigramente l'interno mentre sedeva in maniera composta sul suo comodo sedile.

Indossava un completo elegante, i suoi capelli neri erano tirati all'indietro, tenuti fermi da una spropositata quantità di gel.
Teneva le gambe accavallate, con un gomito poggiato sul bracciolo imbottito del suo sedile mentre l'altro braccio era abbandonato lungo il corpo.
I suoi occhi verdi erano socchiusi, ma lui era ben sveglio.

Nonostante ai passeggeri fosse già consentito scendere lui sedette immobile finché non fu l'unico passeggero rimasto a bordo della prima classe.
Solo a quel punto si alzò in piedi, uscendo dall'aereo e dirigendosi all'interno dell'aeroporto.

Ryan Gavestorn era sul suolo inglese da meno di venti minuti, ma qualcuno lo stava già aspettando.
Il corvino sospirò vedendo una macchina davanti all'ingresso. Non poteva essere appena arrivata, probabilmente i signori Gavestorn avevano mandato qualcuno a prenderlo nell'istante stesso in cui aveva pagato il volo. Scosse la testa, esasperato. Aveva sperato di ottenere un po' di autonomia e libertà quando, agli inizi di febbraio, aveva compiuto diciotto anni e si era trasferito.

Nonostante non fosse contento della situazione salì sul veicolo, occupando il sedile posteriore.
《Bentornato, signorino Gavestorn - disse l'autista, che si era alzato per chiudere la portiera - com'è andato il volo?》 Domandò tornando al suo posto e mettendo il moto l'auto.
Ryan emise una specie di grugnito insoddisfatto in risposta, per poi tacere per l'intera durata del viaggio.

Fuori dal finestrino le luci della città scorrevano rapidamente, trasformandosi in una macchia brillante.
Quando finalmente l'auto arrivò finalmente a destinazione Ryan era intorpidito per essere stato fermo troppo a lungo.
《Siamo arrivati, signorino Gavestorn. I vostri genitori vi stanno aspettando svegli》 illustrò l'autista, un uomo sulla cinquantina che Ryan non ricordava di aver mai visto.
Indossava un singolo guanto di pelle nera ed appesa alla cintura portava una pistola. Ryan la riconobbe come l'arma standard che veniva consegnata ai cacciatori.
Se avevano mandato uno di loro a prenderlo dovevano aver saputo dei problemi all'hotel.
Il giovane dai capelli corvini scese della macchina e, improvvisamente teso ed irrequieto, entrò in casa.

In tutta onestà, chiamare semplicemente casa quell'enorme edificio era riduttivo. Ma che importanza aveva come la chiamava? Quello che contava era chi lo aspettava all'interno.
Prese un profondo respiro e tentò di darsi un contegno, aveva bisogno di tornare al suo solito atteggiamento calmo e distaccato se voleva sperare di cavarsela.
Mentre cercava di ritrovare la calma una voce lo sorprese alle spalle.
《Ryan, che bello rivederti》 Esclamò. Il ragazzo chiuse gli occhi mentre un brivido gli attraversava la schiena.
《Buonasera, mamma》 mormorò, voltandosi lentamente verso la donna.

   
 
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