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Autore: Teo5Astor    08/09/2021    9 recensioni
Quanto può essere labile il confine che separa sogno e realtà, sanità mentale e pazzia, amore e odio?
Quanto può far male il non riuscire a trovare il proprio posto nel mondo? Quanto può renderci fragili e allo stesso tempo forti il rincorrere un amore che sembra impossibile?
E quanto può essere forte il bisogno di evadere? La necessità di sentirsi davvero liberi, per una volta? Di fregarsene di tutto?
Quante domande ci poniamo? Quanti dubbi ci bloccano?
Lazuli Eighteen cercherà le sue risposte, ritrovandosi catapultata in un mondo incantato dove ogni cosa sembra essere possibile e dove tutto appare assurdo e allo stesso tempo perfetto.
Un viaggio nel Paese delle Meraviglie, in mezzo a personaggi straordinari, ma, soprattutto, un viaggio dentro sé stessa.
Alla ricerca di sé stessa.
Un viaggio nell'amore e nell'amicizia, nelle gioie e nei dolori che la vita ci mette davanti.
Una sfida ai sentimenti e alle paure.
Con un ragazzo un po' matto con un cappello calcato sulla testa pronto ad aiutarla, a indicarle la via e a regalarle quel sorriso di cui tutti, in fondo, avremmo bisogno nei momenti difficili.
Benvenuti a "Lazuli in Wonderland", rivisitazione libera di "Alice in Wonderland"
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Bulma, Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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9 - Lapis e C17
 
 
Lazuli si fermò davanti al cartello che aveva scorto in lontananza, piuttosto perplessa a causa delle indicazioni quantomeno bizzarre che conteneva.
Le frecce erano tutte storte, e, per di più, contenevano informazioni prive di senso, con scritte come "Di qua", "Di là", "Un po' più in là", "Monte Paoz", "Per Là". Il tutto sormontato da un'insegna più grossa, colorata e ciondolante, che riportava la scritta "Paese delle Meraviglie".
La ragazza osservava perplessa quelle indicazioni, e non poté fare a meno di concentrarsi su "Monte Paoz", l'unica segnalazione che sembrava essere relativa a un luogo. La freccia indicava un sentiero in salita contornato da sassi allineati in maniera precisa. Non era certo un monte, piuttosto un avvallamento nel bosco, ma non si riusciva a vedere cosa ci fosse in cima o al di là di esso.
Nella direzione opposta scorreva un ruscello, oltre a due sentieri sterrati che si facevano strada tra gli alberi.
Doveva andare verso il Monte Paoz? Oppure era una trappola? Era ovvio che puzzasse di trappola, era l'unica indicazione che sembrava avere un senso, e quindi la meta più probabile per qualcuno che fosse arrivato davanti a quel cartello.
Lazuli tornò a fissarlo e, improvvisamente, il suo cuore batté un po' più forte. Si era appena resa conto che l'indicazione più importante era un'altra, quel "Per Là" a cui inizialmente non aveva dato peso. "Là" era scritto con la "L" maiuscola, a differenza delle altre indicazioni. E, soprattutto, quella era la calligrafia di Radish, non aveva dubbi!
"Per Là"... non poteva che essere un messaggio da parte di Radish, lui era l'unico che poteva permettersi di chiamarla così. E, anzi, le faceva piacere quando la chiamava in quel modo, anche se non glielo aveva mai detto. Era una cosa tutta loro, qualcosa di speciale e unico che li univa. Forse era proprio per questo che le sembrava naturale pretendere l'esclusiva per poterlo chiamare "Rad" e le dava fastidio quando era qualcun'altra a rivolgersi a lui così.
La freccia di quel cartello indicava la stessa direzione di quello del Monte Paoz, verso est. Sembrava quasi che Radish le stesse dicendo di andare lì, che era quella la strada giusta da percorrere.
Lazuli non ebbe bisogno di altre conferme, e così cominciò a camminare lungo la salita. Le venne anche in mente che Goku e Chichi, un paio di anni prima, avevano fatto una vacanza in una località che aveva un nome simile, se non identico, e si domandò se anche questo avesse senso.
Già, Chichi... l'aveva seguita anche lei in quel luogo assurdo? Dopotutto l'aveva abbandonata al parco, sommersa di borse e sacchetti, per rincorrere Bulma e tuffarsi in quel tunnel sotterraneo. Conoscendola, era altamente probabile che fosse andata nel panico nel vederla sparire all'improvviso e che le avrebbe fatto una ramanzina di proporzioni epiche  quando si sarebbero riviste. Quella ragazza non aveva paura di niente e nessuno quando si arrabbiava, sapeva diventare un vero leone, nonostante avesse avuto da sempre una sorta di timore reverenziale nei confronti di Lazuli. Ma l'avrebbe rivista davvero? Sarebbe riuscita a trovare la via d'uscita da quel posto dove nulla sembrava avere senso eppure tutto sembrava allo stesso tempo averne?
Perché Bulma le aveva detto subito che c'entrava Radish? Era stato lui a volerla lì? Doveva salvarlo? O doveva salvare quel mondo?
Lazuli non ebbe tempo di darsi risposte, perché, non appena la salita terminò, si ritrovò davanti a una casa che aveva la forma di una cupola, bianca, con delle ampie finestre dalle quali non si riusciva a scorgerne l'interno a causa delle tende tirate. Si sentivano però dei forti rumori, delle urla e anche il pianto di un neonato.
Si chiese se sarebbe stata una buona idea avvicinarsi e andare a bussare per accertarsi di quello che stava succedendo.
Mosse un passo in avanti, ma, proprio in quel momento, un ragazzo arrivò di corsa a tutta velocità sbucando fuori da un sentiero tra gli alberi alle spalle della casa.
"Lapis!" esclamò, quando riconobbe il fratello.
Indossava la sua divisa da lavoro: blu jeans, felpa verde con l'acronimo MIR stampato sul petto e una fascia arancione sul braccio destro con ricamata sopra la scritta Ranger.
Lui si voltò appena e accennò un sorriso, prima di bussare alla porta. Sembrava di fretta.
L'ingresso si aprì subito, e Lazuli non poté che sgranare gli occhi e restare a bocca aperta a causa di quello che vide: la persona che aveva aperto era sempre suo fratello, vestito però con dei jeans chiari strappati, una maglia nera con maniche lunghe bianche e un bavero  arancio legato intorno al collo.
Chiuse la porta alle sue spalle, rendendo di nuovo più ovattati i rumori, le urla e i lamenti che provenivano dall'interno p.
I due ragazzi si fissavano, per nulla sorpresi, nonostante fossero la copia esatta l'uno dell'altro: stessi occhi di ghiaccio, stesso volto sottile, stessi capelli lisci e lucidi neri e stesso sorrisino appena accennato su una faccia da schiaffi dai lineamenti pressoché perfetti.
"Per Sedici. Gero dice che si terrà domani il Cell Game" disse il Lapis vestito da ranger.
"Da Gero. Un avviso a Sedici per il Cell Game di domani" rispose l'altro.
Dopodiché fecero un lieve inchino, in contemporanea, fino a far sfiorare i loro capelli.
"Ma... Lapis?! Cosa... cosa sta succedendo? Siete due Lapis?!" intervenne Lazuli, avvicinandosi, sempre con gli occhi sgranati.
I due ragazzi si voltarono e la osservarono come a volerla compatire, prima di scambiarsi uno sguardo d'intesa e allargare le braccia nello stesso istante. Sembrava di vedere una persona davanti allo specchio e il suo riflesso. Solo i vestiti erano diversi. Anche le voci, infatti, erano uguali.
"Io sono lui" disse il ranger.
"Lui è me" confermò l'altro.
"Ma... io ho solo un fratello! Chi di voi due è Lapis?!" sbottò Lazuli, disorientata.
"Ti stanno esplodendo le tette?"
"Cosa sono quei tatuaggi imbarazzanti?"
Le domande prima dell'uno e poi dell'altro la fecero diventare paonazza, oltre che rabbiosa.
"È... È una lunga storia, cretini!" sbottò, fulminandoli con lo sguardo. "Allora, chi di voi è Lapis che così lo prendo a calci?! Non ho tempo per degli stupidi scherzi!"
"Lo siamo entrambi" risposero in coro. "Siamo i tuoi fratelli".
A quel punto alla ragazza tornarono alla mente le parole di Cell, che aveva parlato appunto dei suoi fratelli, non solo di Lapis.
"Ma... perché siete in due?!"
"Perché non dovremmo esserlo?!" ribatterono all'unisono.
"Se è troppo complicato per te, sorellina, puoi chiamarmi C17" disse il ranger.
"A me puoi chiamarmi sempre Lapis. Mi chiamo così, del resto..." sbuffò l'altro. "A te piacerebbe cambiare nome, sorellina? Non so, visto che lui è C17, tu potresti essere C18".
A Lazuli tornò in mente la scatoletta che aveva trovato nella stanza sotterranea in cui era rimasta intrappolata durante il suo inseguimento a Bulma. Riportava proprio quella sigla, C18, il numero civico di casa sua e di quella di Radish. Tutto sembrava avere uno strano senso nell'assurdo caos di quel luogo.
"Perché C17?" domandò perplessa.
"Boh, perché mi piaceva come nome in codice. È divertente agire sotto copertura" fece spallucce il ranger. "Tipo agente segreto... c'è 007 e c'è C17".
"E perché lo fai?" indagò la sorella, alzando gli occhi al cielo.
"Perché qualcuno doveva infiltrarsi nel castello del Principe di Cuori, ora che il Re è la Regina non ci sono più" rispose, come se fosse la cosa più ovvia del mondo. "Per dare informazioni ai pazzi che si stanno preparando nel bosco. E per procurarci questa" aggiunse, tirando fuori dalla tasca un sacchettino di tessuto nero.
"L'hai trovata?" domandò Lapis.
"L'ho trovata" confermò C17, estraendo poi dall'involucro una sfera di vetro arancione con al suo interno quattro stelline rosse.
"La farò avere a Bulma e Lunch, adesso le abbiamo tutte e sette" accennò un sorriso il fratello dal bavero arancione.
"La farai avere a Bulma e Lunch, così domani riporteranno in vita tutti quanti" sorrise a sua volta il ranger.
"Chi sono i pazzi a cui devi dare le informazioni?" si intromise Lazuli, confusa anche dallo strano discorso relativo alla sfera.
"Lo siamo tutti, no? Io, te, lui... la gente che urla dentro quella casa" spiegò C17, prima di tornare a guardare la sua copia. "A proposito, è nato? Nostra sorella è arrivata, se è nato anche lui possiamo vincere".
"Sì, è nato, non senti che casino? A questa gente manca la nostra classe..." rispose Lapis. "Comunque, adesso che è arrivata anche lei, tutto è destinato a compiersi. Radish aveva detto di aspettarla" aggiunse, indicando la sorella.
"Radish cosa? E chi è che è nato?!" domandò Lazuli, irritata perché non stava capendo nulla di quel discorso fatto da due assurde copie di suo fratello.
"Sei già bagnata solo a sentire il suo nome? Contegno, Lazuli! Contegno!"
"Sei disgustosa, non ti vergogni? Sei nostra sorella, eh... contieniti in nostra presenza!"
Le osservazioni di Lapis e C17 fecero ringhiare Lazuli, che dovette trattenere a fatica l'istinto di mettergli le mani addosso.
"Piantatela..." bofonchiò, arrossendo leggermente. "Chi è che è nato?!"
"Gohan..." sbadigliò Lapis, stiracchiandosi e poi sedendosi per terra accanto alla porta chiusa, con la schiena appoggiata al muro esterno dalla casa.
"Gohan..." ripeté Lazuli.
Quello era il nome che Chichi aveva scelto per il suo futuro figlio! Cosa stava succedendo?!
"Io devo andare, o Gero si insospettirà. In più sta tornando anche Cell al castello" intervenne C17, il ranger.
Solo in quel momento Lazuli fece caso a Gero, che era stato nominato anche poco prima: altri non era che il vecchio e viscido braccio destro di Cell nella sua azienda. Una persona odiosa, perfida e meschina, cercava sempre di umiliarla al lavoro e sembrava godere nel tentare di sminuirla. Lo odiava con tutta sé stessa, e lo stesso sentimento lo provava Lapis, perché aveva avuto modo di conoscerlo e ne era rimasto profondamente disgustato. C'era anche lui dunque?
"Aspetta! Lunch mi ha detto che sei in pericolo!" esclamò Lazuli, afferrando un polso di C17, che si stava voltando, pronto ad andarsene.
"Lunch si preoccupa troppo, e anche tu, sorellina" accennò un sorriso beffardo, liberandosi con uno strattone. "E comunque non dovresti confondere i tuoi adorati fratelli. Lunch è la sua ragazza, non la mia" aggiunse, indicando Lapis col capo.
"Però... tu hai rubato qualcosa a Cell e Gero, giusto? E se dovessero capire che sei stato tu?" insistette Lazuli.
"Credo che sarebbe la fine per me" fece spallucce C17, che non sembrava affatto preoccupato. "Ma venderò cara la pelle, anche se il mio destino forse è già segnato. Tanto sarai tu a salvarmi, sorellina!"
"Come potrei salvarti?!"
"Sconfiggendo Cell, tu salverai tutti. Una guerra richiede delle vittime, ma noi adesso abbiamo le sfere".
"Ma... perché torni da loro?! La tua missione non è conclusa?!"
"Se non tornassi desterei sospetti, e abbiamo ancora un giorno prezioso per diventare più forti e perché tu e Gohan siate pronti per combattere" spiegò il ranger, fissando la sorella. "E poi devo occuparmi degli animali che vivono al castello, non posso abbandonarli" aggiunse, accennando un sorriso, prima di correre via e sparire nel sentiero tra gli alberi.
 
"Vuoi spiegarmi che diamine sta succedendo?!" chiese Lazuli a suo fratello.
"Dimmelo tu... tutti aspettavano te, eh. Buoni, cattivi..." rispose lui. "Sei la principessa invitata al ballo".
"Mi stai prendendo in giro. E lo sai che odio essere presa in giro!" ringhiò lei, avvicinandosi alla porta e preparandosi a bussare.
Voleva capire chi ci fosse dentro e vederci chiaro su quello che stava succedendo.
"È inutile bussare" disse Lapis. "Per due buone ragioni: la prima è che io sono qui, e quindi non potrei aprirti. La seconda è che dentro stanno facendo talmente tanto baccano che nessuno ti sentirebbe".
Lazuli sentì un piatto andare in frantumi e altre urla da parte di una voce femminile che le suonava familiare.
"Come faccio ad entrare, allora?" domandò, sforzandosi di non perdere la pazienza.
"Avrebbe senso se tu bussassi" continuò Lapis, senza prestarle più di tanto attenzione. "Se ci fosse la porta tra di noi. Cioè, se tu fossi dentro e bussassi, io potrei farti uscire. Capisci?"
Per tutto il tempo il ragazzo dagli occhi di ghiaccio aveva continuato a guardare il cielo mentre parlava. Sembrava assorto, preoccupato.
Lazuli sbuffò e, scuotendo la testa, si sedette accanto a lui.
"Cosa c'è che non va?" gli chiese, dopo alcuni secondi di silenzio rotto solo dalle urla e dai rumori che provenivano dall'interno.
"Niente..." sibilò lui.
"Quando dici che non c'è niente, allora vuol dire che c'è qualcosa. Eri così anche da piccolo" accennò un sorriso Lazuli.
"Non ti si può nascondere nulla, eh... sei fastidiosa...".
"Non sono fastidiosa, sono tua sorella, scemo..." sbuffò Lazuli, scompigliandogli leggermente i capelli. "C'entra il Cell Game? Cos'è?"
"Il Cell Game deciderà le sorti di questo mondo, dovremo combattere su un ring" spiegò Lapis.
"Aspetta, è un ring bianco con quattro colonne appuntite ai lati in una zona desertica?" domandò Lazuli, ricordando quel che aveva visto al di là della minuscola porticina sotterranea quando aveva inseguito Bulma.
"Complimenti, 110 e lode come al solito, sorellina" rispose sarcastico il fratello. "Come avrai capito, è una cosa che riguarda Cell. E, senza di te e senza il moccioso che continua a frignare qui dentro, sembra che non potremo farcela".
"Ma... io non ho mai combattuto seriamente... e poi quello che piange è un neonato! Come potremmo noi..." provò a ribattere Lazuli, che tuttavia venne subito interrotta.
"Non conosco i dettagli, io sono qui per proteggere il bambino. Dovevo permettergli di nascere proteggendo sua madre, poi non sarà più compito mio" disse Lapis, guardando il cielo terso. "Domani, però, credo che qualcuno morirà".
"Perché dici così?!" esclamò Lazuli, che cominciava a preoccuparsi per quelle parole.
"Perché è una guerra. Io ho intenzione di portare con me almeno un pezzo grosso, nel caso dovessi soccombere".
"Tu non devi morire, cretino. Lunch era molto in pena per te!" lo sgridò Lazuli.
"Lei doveva cercare le Sfere con Bulma senza dare nell'occhio. Noi invece siamo i pazzi e, sempre senza dare nell'occhio, ci stiamo preparando alla battaglia. E, come se non bastasse, grazie a C17 l'ultima sfera è in mano mia. Domani Bulma verrà a prenderla di sicuro guidata dal suo radar".
"Non capisco cosa siano queste sfere e perché dobbiamo combattere una guerra! Ti dico solo che Lunch ha paura che tu muoia! E che sta dando segni di squilibrio per questo!"
"La piccola Lunch sa che non posso tirarmi indietro. Cell e Gero vogliono me, nostro fratello e anche te per il loro lurido piano" fece spallucce Lapis. "Ma noi non siamo cresciuti scappando dalle difficoltà, le abbiamo sempre prese a pugni, no?" aggiunse, facendo l'occhiolino alla sorella.
Lei accennò un sorriso e si sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, ricordando alcuni momenti della loro infanzia. Era vero, erano una squadra loro due, non temevano nessuno, neanche i bambini più grandi che facevano i prepotenti. Riuscivano sempre a metterli in fuga, con le buone a volte, ma più spesso con le cattive. Avevano tutto il potenziale per diventare dei teppisti da adolescenti, ma, in qualche modo, la vita e le esperienze vissute avevano contribuito a tranquillizzarli. Lapis aveva trovato il calcio, degli amici, una ragazza. Lazuli era rimasta sola, si era chiusa in sé stessa, aveva scoperto di essere brava nello studio. E poi aveva trovato persino lei qualche amico, anche se proprio non riusciva a ottenere l'amore che voleva e che cercava urlando silenziosamente.
"Non siamo più dei bambini, scemo..." accennò un sorriso lei. "Non dobbiamo per forza combattere".
"Stavolta è necessario, fidati di tuo fratello" ribadì Lapis, che non le era mai parso così serio. "Però sono certo che verrai ad aiutarmi se dovessi cacciarmi nei guai, vero?"
Lazuli ripensò a quante volte da bambini era corsa in aiuto di Lapis per dargli manforte in qualche disputa o, addirittura, in qualche rissa. Alcune volte lo aveva letteralmente salvato, lui si gettava sempre a capofitto in tutto senza pensare alle conseguenze. Lei era intelligente, era una stratega, e così riusciva sempre a tirarlo fuori dai guai.
"Certo che verrò, come quando eravamo piccoli" sorrise nostalgica e anche un po' intenerita Lazuli.
Non aveva mai visto suo fratello così.
"Mi basta sapere che tu ammazzerai quello stronzo di Cell. A quel lurido verme di Gero voglio pensarci io" spiegò il ragazzo. "E, se qualcosa dovesse andare storto, useremo le sfere. Però è fondamentale sconfiggere Cell, o sarà tutto inutile".
"Non so se avrò i poteri necessari per ucciderlo... mi sembra molto forte, l'ho incontrato poco fa".
"Rad saprà come farti diventare più forte, non tirarti scema prima del tempo come tuo solito... ti fai sempre troppi problemi..." liquidò la questione Lapis, che aveva recuperato la sua consueta spavalderia.
La porta accanto a loro si spalancò all'improvviso, accompagnata da un urlo e da un piatto che volò fuori, andando in frantumi.
"Io credo che me ne starò qui fino a domani" sbadigliò Lapis. "Fino a quando arriverà Bulma e fino al Cell Game...".
"Forse sarà un po' problematico per me entrare, anche adesso che hanno aperto la porta..." rifletté Lazuli.
"Ma alla fin fine, devi proprio entrare? È questo il primo problema, sai?" ribatté Lapis.
"Mi sembrate davvero tutti pazzi..." sbuffò lei.
"Forse tu lo sei di più... io ho solo detto che starò qui fino a domani" fece di nuovo spallucce lui.
"Cosa dovrei fare allora, secondo te?" sbottò Lazuli.
"Qualunque cosa tu abbia voglia di fare. E non intendo solo qui, ma in generale nella tua vita. Ti poni sempre troppe domande, sorellina, te l'ho detto anche prima".
Lazuli rimase colpita da quelle parole. Ripensò ai suoi dubbi in amore, sul lavoro. A quello che doveva fare della sua vita. A quanto le cose sembrassero più semplici da affrontare in quel riflesso distorto e allo stesso tempo perfetto del mondo.
"Ah, sei il solito idiota! È inutile parlare con te!" mentì, alzandosi in piedi stizzita mentre suo fratello accennava un sorriso.
"Entrerò lo stesso!" aggiunse, piazzandosi davanti all'ingresso della casa e schivando per un pelo un bicchiere che le sfiorò i capelli sopra la spalla.
E quello che vide... beh, la lasciò a bocca aperta.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note: un capitolo molto intenso e pieno di rivelazioni e anticipazioni buttate qua e là in maniera caotica, spero vi siano piaciuti Lapis e C17 nei panni rispettivamente del valletto rana (quello della Duchessa) e del valletto pesce (quello della Regina di Cuori). Non ho mai avuto grossi dubbi sul dare a loro questo ruolo visto che i valletti sono identici, è una parte molto surreale questa nel libro e mi auguro stia uscendo bene abbinata alla mia trama.
Come sempre l'attualità si alterna ai pensieri di Lazuli e abbiamo qualche altro ricordo del suo passato, mi piace a volte pensare a C18 e C17 da piccoli e proprio su questo tema avevo scritto la mia prima one shot, "Il mare se ne frega". Tornando al capitolo, sta a voi decifrare un po' quello che dicono i fratelli di Là, in ogni caso anche il prossimo sarà molto importante perché entrano in scena ben cinque nuovi personaggi, uno dei quali tecnicamente è un ritorno, però al suo esordio nel Paese delle Meraviglie.
Con la trama originale siamo arrivati al momento in cui Alice si trova davanti alla casa della Duchessa, chi ci sarà al suo interno? Posso dirvi che qui arriva anche uno dei personaggi più celebri in assoluto di Alice nel Paese delle Meraviglie, e non poteva che essere impersonato da un big di Dragon Ball.
 
Ringrazio come sempre tutti voi che mi sostenete, che mi scrivete messaggi di supporto e recensioni stupende, anche voi che leggete in silenzio, a chi apprezza la mia scrittura! Un grazie speciale va poi a Sweetlove, che mi ha fatto una Marion oca incantevole e di cui ripropongo Lazuli e Lapis da bambini che mi aveva fatto per "Il mare se ne frega".
 
Bene, ci vediamo mercoledì prossimo con "Il bambino misterioso", nel frattempo io mi avvio a vivere il terzo weekend di fila in cosplay e mi sento molto felice per questo, a tal proposito ringrazio chi ha vissuto con me l'evento di Sigurtà e ha contribuito a renderlo ancora più speciale.
Allora, chi avrà visto Lazuli dentro casa? Sono in quattro persone, in più ci sarà una quinta new entry come anticipato prima.
Grazie ancora!
 
Teo
 
 
 

Marion

Lazuli-Lapis

   
 
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