Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: ChrisAndreini    08/09/2021    1 recensioni
Cinque coppie, cinque cliché, tropes letterari e delle fanfiction ovunque, e un narratore esterno e allo stesso tempo interno che sembra attirare a sé le più assurde coincidenze e situazioni da soap opera.
Un gruppo di amici si ritrova a passare l'anno più movimentato della loro vita guidati dai propositi, dall'amore, e da una matchmaker che non accetta un no come risposta.
Tra relazioni false, scommesse, amici che sono segretamente innamorati da anni, identità segrete e una dose di stalking che non incoraggio a ripetere, seguite le avventure della Corona Crew nella fittizia e decisamente irrealistica città di Harriswood.
Se cercate una storia piena di fluff, di amicizia, amore, e una sana dose di “personaggi che sembra abbiano due prosciutti negli occhi ma che alla fine riescono comunque a risolvere la situazione e ottenere il proprio lieto fine”, allora questa è la storia che fa per voi.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Corona Crew'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

L’effetto Norman

 

“Congratulazioni, sei la fortunata vincitrice di un biglietto omaggio per ogni attrazione della fiera, a titolo gratuito, insieme all’altra persona selezionata con te. Per riscattare il premio fatti trovare all’ingresso della fiera il 18 Dicembre alle 9 del mattino”

 

Mercoledì 18 Dicembre

Norman non era Amabelle.

E questo era chiaro, ovviamente, era una base della vita.

I due ragazzi erano molto diversi tra loro, sia come personalità che come modus operandi.

Pertanto, mentre i piani da matchmaker di Amabelle si erano svolti molto a braccio, e in un lungo lasso di tempo con piani sempre più assurdi e moralmente sbagliati, Norman aveva pianificato di gettare contro le due ragazze una bomba che le costringesse a parlare tra loro, confrontarsi, e finalmente mettersi insieme.

Tutto nell’arco di un singolo giorno.

E tutto pianificato nei minimi particolari in una staffetta che sarebbe cominciata con Diego e Clover, incaricati di accogliere le due ragazze, prendersi la responsabilità del “blind date”, e osservarle da lontano per i primi minuti della loro permanenza al parco invernale, per assicurarsi che non capissero i loro piani e scappassero prima dell’arrivo del cambio.

Il motivo della loro poca partecipazione a quella giornata piena di eventi matchmaking era che quello sarebbe stato il loro secondo mesiversario, e con tutta la buona volontà non avevano la minima intenzione di passarlo attaccati ad Amabelle e Petra che, sì, erano in parte il motivo per il quale erano riusciti a mettersi insieme, ma comunque non meritavano la loro totale attenzione in un giorno così importante!

-Secondo te verranno?- chiese Diego a Clover, controllando l’orologio che segnava già le nove e un quarto.

-Amabelle non rinuncerebbe mai a niente di gratuito, e a Petra ho già detto che sono stata io a pagare il biglietto perché non ci avrebbe mai creduto altrimenti, e mi ha promesso che sarebbe venuta- rispose Clover, sistemandosi il trucco.

Per Diego era già bellissima così, ma doveva riconoscere che fosse estremamente abile con quei pennellini vari.

-Di solito Petra è piuttosto puntuale, però, è strano- rifletté Diego, ancora poco convinto dal piano, nonostante Norman sembrasse piuttosto sicuro dell’OMM.

-Stanno arrivando insieme, saranno qui in pochi minuti- rispose proprio quest’ultimo tramite un  walkie talkie che aveva preparato per l’occasione.

Tutte le coppie del gruppo ne avevano uno, e si sarebbero tenuti in contatto principalmente con Norman, per ricevere istruzioni o dargli informazioni sulla Petrabelle.

Norman sarebbe stato presente, ma il suo compito era di operare dietro le quinte, come un efficiente burattinaio.

O uno scacchista.

-Beh, speriamo arrivino presto, perché abbiamo un sacco di cose da fare oggi- borbottò Diego, guardando nuovamente l’orologio.

Clover gli lanciò un’occhiata obliqua.

-Abbiamo dei piani?- chiese, incuriosita.

Diego si tappò la bocca. Doveva essere una sorpresa.

-Beh… diciamo che preferirei fare altro e non aspettare tutto il giorno Petra e Amabelle- cercò di prenderla larga.

Con un sorrisino, Clover gli si avvicinò, studiandolo con il proprio sguardo percettivo.

-Hai qualche programma particolare?- chiese, arrivandogli a pochi millimetri e guardandolo dritto negli occhi.

Diego non riuscì a non distogliere lo sguardo, facendo capire la risposta.

-È una sorpresa!- disse poi, rassegnato al fatto che Clover ormai sapesse che aveva eccome preparato qualcosa.

-Awww, se indovino mi permetti di pagare tutto?- chiese Clover, sfregandosi le mani.

-Che?! No! Oggi pago io!- Diego si impuntò.

-Allora… sicuramente vuoi portarmi al ristorante per pranzo, probabilmente al cinema nel pomeriggio… ma non saprei perché hai fretta di allontanarci da qui dato che sono solo le 9…- Clover indovinò due cose su tre, e Diego sbuffò, seccato che la sua sorpresa fosse stata rovinata dalle doti deduttive della sua straordinaria ragazza.

L’irritazione durò poco però, perché si esibì quasi subito in un sorrisino soddisfatto dal fatto che la parte più importante del mesiversario sarebbe stata una sorpresa.

-Cambiando argomento…- 

-Ehi, non ho finito di indagare…- provò a lamentarsi Clover, ma Diego non voleva rischiare che scoprisse anche l’ultima cosa.

-…hai programmi per Natale?- chiese quindi alla ragazza, che abbassò lo sguardo.

-…francamente… di solito facciamo una cena in famiglia, ma come sai mio padre mi ha ancora diseredato, quindi dubito che passerò il Natale con loro… sai che non ho riflettuto minimamente a dove e come passare il Natale? Sarà che pensavo che le suppliche di mamma avrebbero convinto mio padre a riammettermi in famiglia… non che io lo voglia, ma ero certa che sarebbe successo, invece li odia proprio i tatuaggi- Clover si sfiorò la spalla dove, sotto i vestiti c’erano i nontiscordardimé segno del loro amore.

-Ottimo!- esclamò Diego.

Clover lo guardò storto.

-È ottimo che mio padre odi i tatuaggi e che ora non ho un posto dove passare le feste?- chiese, offesa.

-No! Cioè… sì, in parte, perché mia madre sperava che potessi raggiungerci per le vacanze. Avremmo la casetta tutta per noi, e potresti partecipare ai giochi natalizi di famiglia, svegliarti presto per urla e schiamazzi dei miei fratelli, film di Natale con cani parlanti… indossare un maglione orrendo e… immagino che dopo aver sentito il riassunto delle vacanze in casa Flores tu abbia deciso di non venire, vero?- Diego vendette molto male la prospettiva di passare le vacanze natalizie con lui, e in effetti forse proporre una cosa del genere quando stavano insieme solo da un mese era correre troppo, ma non è che Clover non avesse già partecipato a grandi eventi di famiglia. Dopo essere stata la damigella d’onore di Paola, poteva fare qualsiasi cosa, soprattutto visto che ora stavano insieme per davvero. Se non era scappata allora (cioè, tericamente allora era scappata, ma per altri motivi), sicuramente non sarebbe scappata adesso.

…forse.

Perché Clover lo fissava con espressione bianca, e Diego iniziava a non essere più tanto sicuro che non volesse scappare.

-Aspetta… mi hai appena invitato a passare le vacanze da te, con la tua famiglia?- chiese, elaborando lentamente ciò che Diego le aveva appena detto.

-Eh… sì. Mia madre ha chiesto espressamente di te, e anche abuelita, e Oliver anche se in modo molto tsundere. …e ovviamente farebbe piacere anche a me, ma era sottinteso, penso- Diego non riusciva proprio ad interpretare l’espressione di Clover.

-E hai nominato maglioni natalizi? Intendi… quelli con le renne e i disegni orribili?- chiese quest’ultima, sempre imperscrutabile.

-Non sei obbligata ad indossarne uno!- Diego intuì che per una patita della moda come Clover un affronto del genere sarebbe stato troppo, ma la sua ragazza lo stupì stringendo i pugni e guardandolo con sdegno.

-Come osi?! Certo che ne indosserò uno! Indosserò il maglione più trash e kitsch dell’intero universo! E tu non potrai fermarmi!- esclamò, determinata, e facendo scoppiare a ridere Diego.

-Lo prendo come un “vengo volentieri”?- chiese, anche se ormai la risposta era ovvia.

-No! È un “vengo assolutamente! Grazie mille per l’invito sarò l’anima della festa!”!- lo corresse lei, con un enorme sorriso commosso ed entusiasta all’idea di festeggiare finalmente il Natale con una vera famiglia.

Diego le prese la mano, e gliela strinse forte, finalmente consapevole di quello che significava la sua espressione.

E qualsiasi ulteriore conversazione venne interrotta sul nascere dall’arrivo di Amabelle e Petra, con le lettere in mano, e l’espressione molto scettica.

-Ero convinta di trovare qui Norman- borbottò Amabelle, guardandosi intorno e avvicinandosi poi agli unici volti conosciuti che poteva vedere.

Diego se la sarebbe aspettata molto più rilassata, invece sembrava molto sul chi vive, e pronta a battere in ritirata in qualsiasi momento.

Petra, al contrario, era tranquilla.

Si rivolse subito a Clover.

-Allora, cos’è questa storia? Perché hai organizzato questa roba?- chiese, indicando la lettera.

Clover sorrise, maliziosa.

-Oh, niente di cui preoccuparvi. Oggi è il nostro secondo mesiversario…- spiegò alle due ragazze, prendendo Diego sottobraccio. Lui annuì.

-Ohhh! Giusto! …ASPETTA, COSA?! STATE INSIEME DA COSÌ TANTO?! Pensavo vi foste messi insieme un mese fa!- Amabelle li guardò a bocca aperta, sconvolta.

-…IL PUNTO È… che siccome voi due e Norman avete giocato un ruolo fondamentale nella nostra unione definitiva, volevamo ringraziarvi con tre biglietti per partecipare a tutte le attrazioni gratis!- concluse Diego, surclassando la questione del tempo insieme.

-Oh… viene anche Norman?- chiese Petra, piuttosto delusa all’idea.

-No, ha rimandato dato che tra due giorni discute la tesi e si deve preparare- Clover agitò la mano davanti a sé come se la cosa non fosse importante.

-E dato che ci tenevamo a ringraziarvi proprio oggi, abbiamo deciso di regalarvi questa esperienza di copp… di amiche molto gentili che ci hanno matchato!- Diego per poco non si fece sfuggire l’intento vero, ma per fortuna Clover gli tirò una gomitata facendolo correggere in tempo.

Amabelle sembrava ancora poco convinta.

-Quindi… Norman non è coinvolto in questa strana cosa? Non è presente?- chiese, squadrandoli entrambi, soprattutto Diego, per vedere se stessero mentendo.

-No- risposero insieme, convinti e convincenti.

-Beh, io non ho fatto assolutamente nulla per meritare la vostra gratitudine, ma accetto comunque perché non ho niente di meglio da fare. Ames, che ne dici di vincere un figlio per Ozzy e Bezzy?- Petra prese la situazione con estrema nonchalance, e indicò all’amica la sala giochi dove vincere un sacco di premi.

Amabelle si fece immediatamente convinta.

-Uhhh, sì, potremmo chiamarla Lizzy!- sorrise, battendo le mani.

Diego ebbe l’impressione che unirle sarebbe stato più facile del previsto. Quelle due urlavano “coppia” da ogni poro.

-Aspetta un momento!- Amabelle però ritornò presto sospettosa.

-Ma con quali soldi hai comprato quei biglietti se sei diventata povera?!- indagò, puntando nuovamente Clover.

-Amabelle… la mia povertà è la ricchezza per qualsiasi persona normale. Ho circa duecento milioni nel mio conto in banca, e ogni giorno arrivano soldi da un sacco di investimenti- spiegò Clover, alzando le spalle.

A Diego era sfuggito che Clover fosse ancora così ricca. Da ragazzo che non aveva mai avuto molto da spendere e soprattutto un sacco di persone con cui condividere il poco che aveva, non riusciva ancora a capacitarsi di quanto fosse benestante la propria ragazza.

Ma non le avrebbe comunque permesso di pagare, quel giorno! No signore!

-Oh… capisco… okay… okay… passerete tutto il tempo con noi?- Amabelle ritornò sui suoi passi, e continuò ad indagare.

-Nope, Diego ha progettato qualcosa di speciale e segreto… anche se l’unica sorpresa è la prima cosa perché ho già capito sia il cinema che il ristorante. Andiamo a vedere Charlie’s Angels o Knives Out? Perché se sei indeciso tra i due, a me ispira molto di più Knives Out- Clover tornò a torchiarlo sulla sorpresa che non era più tale, e Diego sbuffò, e diede i biglietti alle due ragazze.

-Divertitevi!- cambiò argomento, incoraggiandole ad entrare al parco temporaneo, così che loro due potessero andarsene prima che Clover rovinasse completamente la sorpresa.

-Oh, prima che ci separiamo, il biglietto comprende anche tutti gli eventi, e credo che oggi ci fosse un qualche gioco a coppie per vincere qualcosa, e mi sa che è compreso nel prezzo. Non dovete per forza partecipare, ma potete farlo. Tutto qui, divertitevi- Clover diede l’ultima informazione molto in fretta, come se non volesse che Petra e Amabelle ci pensassero troppo, poi prese Diego sottobraccio e iniziò ad avviarsi via, senza permettere a quest’ultimo di salutare la futura coppia.

-Wo, come mai tanta fretta?- chiese lui, divertito dalla sua veemenza.

-Non riesco a immaginare cos’hai in serbo per me adesso, e dato che sono abituata ad indovinare quasi sempre le sorprese, sono super curiosa e non vedo l’ora di scoprire la tua- spiegò Clover, con tono irritato e una luce negli occhi.

Diego ridacchiò.

-Dovevate controllarle finché non arrivavano Felix e Mirren!- si lamentò Norman, tramite walkie talkie.

Come se lo avessero sentito, Felix e Mirren raggiunsero i due ragazzi in fuga, mano nella mano.

Felix sembrava molto eccitato, Mirren parecchio depresso. Accoppiare sua sorella con Amabelle non era in cima alla lista delle cose che voleva fare nella vita.

-Dove sono Amabelle e Petra? Hanno dato buca all’ultimo?- chiese proprio lui, quasi speranzoso.

-No, sono appena entrate, e penso fossero dirette in zona sala giochi- spiegò Diego, indicando la direzione dove le aveva viste dirigersi.

-Ottimo, le seguiremo a distanza e ci assicureremo che partecipino al gioco di coppia- Felix fece un occhiolino alla coppia, e prese il proprio walkie talkie in modo professionale.

-Qui Da Vinci a Frank Stella! Siamo pronti a procedere- disse in tono professionale.

Mirren sospirò, e si rivolse a Diego e Clover.

-Da qui subentriamo noi, voi siete liberi… fortunati- sbuffò, e disse l’ultima parte molto tra sé. Poi trascinò Felix verso la direzione dove Amabelle e Petra erano sparite.

-Bene, siamo ufficialmente liberi!- Clover prese il proprio walkie talkie e lo spense, con un gran sorriso malvagio.

-Allora, dove siamo diretti?- chiese poi a Diego, emozionata come una bambina in un negozio di caramelle.

-Dovrei farti più sorprese se reagisci così- ridacchiò Diego, accompagnandola in macchina.

Ultimamente si era molto abituata a quella vecchia automobile sgangherata, e la prendeva senza alcun problema. Anche se Diego le aveva espressamente chiesto di dirgli quando si sentiva sopraffatta o voleva fermarsi.

Non era mai successo per il momento, per fortuna.

-Guarda che sono felice anche delle altre cose. Soprattutto se vediamo Knives Out. Qualsiasi cosa facciamo insieme per me è una sorpresa e un enorme piacere- Clover gli diede un bacio sulla guancia.

Era incredibile quanto si fosse aperta. A volte Diego credeva di essere in un sogno.

-Anche per me è sempre bello stare con te, qualsiasi cosa facciamo- ricambiò il bacio, prima di mettersi in macchina.

-Detto questo… dove andiamo?!- Clover tornò a tartassarlo.

-Sorpresa!- e Diego rimase irremovibile per tutto il viaggio.

In realtà non era una grandissima sorpresa, ma aveva un grande valore affettivo.

Perché stava portando Clover nel parco dove si erano conosciuti, poco distante dalla vecchia casa di Diego.

Non ci erano ancora mai andati da quando si erano messi insieme, dato che era un po’ ai limiti della città, e soprattutto era proprio sotto la collina dove era posizionata la casa di Clover, che preferiva stare il più lontana possibile dalla famiglia che l’aveva ripudiata.

Ma Clover fu felicissima di ritornare in quel posto magico, che significava davvero tanto per loro.

Siccome questo capitolo è dedicato ad Amabelle e Petra, però, non andrò nei dettagli del loro mesiversario. Fu comunque molto piacevole per entrambi, divertente, e amorevole.

Inoltre Knives Out è davvero un bel film.

 

Tornando alla coppia del giorno, Petra non aveva vinto solo Lizzy, ma anche Mizzy, la seconda figlia, e Felix e Mirren le stavano osservando a distanza ma abbastanza vicino da non perderle mai di vista, con walkie talkie alla mano e piani malvagi in mente.

Il loro compito era quello di assicurarsi che partecipassero al gioco di coppia.

Ma avrebbero agito solo se le due avessero fatto le vaghe, quindi al momento erano in stealth mode, e non dovevano farsi scoprire.

Sebbene Felix fosse una persona molto riconoscibile, con l’aiuto di Mirren era riuscito a vestirsi nel modo più discreto possibile senza per questo risultare palesemente in incognito.

E comunque, nel caso fossero stati scoperti, avrebbero potuto tranquillamente dire che fossero ad un appuntamento… cosa che erano, per certi versi, anche se Mirren non avrebbe mai voluto utilizzare il suo giorno libero (spostato dal martedì proprio per questa sceneggiata) per spiare sua sorella uscire con Amabelle e sperare che si mettessero insieme a fine giornata.

-Com’è che hai convinto il signor Curie a darti il giorno libero?- chiese al suo ragazzo, per fare conversazione. Non gli aveva ancora detto i dettagli al riguardo, dato che non avevano avuto molto tempo per parlare di loro in mezzo ai piani e a Norman che gli stava addosso.

-Lavorerò il 24 Dicembre, quindi, dato che oggi non è una giornata molto piena, mi ha concesso il giorno libero- spiegò Felix, osservando con estrema attenzione Petra e Amabelle che erano in fila per una montagna russa, entrambe parecchio entusiaste all’idea. Non lanciò neanche un’occhiata a Mirren, che cercò di non fare il muso e provò a continuare la conversazione.

-I capelli ti stanno molto bene tirati indietro così… anche se li preferisco al naturale, sono più morbidi- cercò di flirtare, per attirare la sua attenzione.

-Aww, Mirr, che tesoro che sei!- Felix  gli lanciò un’occhiata affettuosa e un bacio a distanza, poi tornò all’osservazione come se non fosse successo nulla.

Questa volta Mirren non si trattenne dal fare il muso, e bevve un sorso di milkshake, che avevano ordinato per non dare nell’occhio e tenere il tavolo, con aria depressa.

Davvero stavano insieme solo da qualche mese e già i flirt erano diventati scontati? Mirren capiva che fossero in missione, ma non avevano così tanto tempo da passare l’uno con l’altro ultimamente, e sperava di potersi godere la giornata come un appuntamento.

-Yo, Mirr, controllale un attimo tu, io approfitto della loro distrazione per mettere il cartellone all’uscita!- Felix gli diede in mano il binocolo che stava usando insieme al walkie talkie, e si avviò stile Mission Impossible all’uscita della giostra per mettere un enorme manifesto che aveva tenuto chissà dove per sponsorizzare il gioco di coppie che si sarebbe tenuto di lì a poco nel padiglione degli eventi.

Sarebbe stato oltremodo impossibile per Petra e Amabelle non notarlo.

Anche se Mirren aveva i suoi dubbi che avrebbero partecipato senza una spinta.

-Felix, aggiornamenti sul gioco di coppia?- chiese Norman tramite walkie talkie.

-Da Vinci è andato a posizionare il manifesto, sta tornando- spiegò Mirren, usando il nome in codice che Felix aveva impostato per sé stesso, e cercando di non risultare troppo seccato con Norman per averli coinvolti nel suo piano. Voleva bene al ragazzo, era uno dei membri della Corona Crew con il quale aveva più cose in comune, ma doveva ammettere di essere non poco irritato dalla sua improvvisa Amabellite.

Felix tornò pochi minuti dopo molto soddisfatto da sé, e prese il walkie talkie.

-Manifesto sistemato. È oltremodo impossibile che le due ragazze decidano di non partecipare!- spiegò con un certo orgoglio.

-Come fai ad esserne così certo?- chiese Mirren, poco convinto.

-Oh oh, perché il primo premio, oltre a dei biglietti da scambiare per dei premi alla sala giochi, è un bellissimo, straordinario, fatto apposta per loro…- Felix mise molta enfasi. Mirren non riuscì a non guardarlo con un profondo affetto. Era un idiota patentato, ma era il suo idiota patentato -…massaggiatore a forma di Minion!- esclamò poi, facendo chiedere a Mirren come potesse stare insieme a quell’idiota patentato.

-Un massaggiatore…- cominciò, confuso.

-…a forma di Minion?- concluse Norman, dal walkie talkie.

-Sì! Ho pagato il responsabile del gioco per metterlo tra i premi. Amabelle non riuscirà mai a resistere, dovrà necessariamente vincerlo- Felix batté le mani in una inquietante imitazione di Amabelle.

Mirren avrebbe voluto obiettare e dire che fosse una follia, ma ci pensò Norman a parlare per primo.

-Geniale, Felix! Come ho fatto a non pensarci- …dicendo cose che Mirren non si sarebbe aspettato da lui. Decise di lasciarli fare. Conoscevano Amabelle molto meglio.

-Ho i flashback alla sauna portatile- borbottò solo, rabbrividendo al pensiero.

-Sì, mi sono ispirato proprio a quella serata- Felix si sfregò le mani maleficamente -Mi sembra una bella vendetta!- 

-Sembra tutto pronto. Tenetemi aggiornato- Norman tornò offline.

-Assolutamente, Frank Stella!- Felix interruppe la chiamata walkie talkie, e prese un sorso della propria cioccolata calda, molto più appropriata di un milkshake in quel clima freddo.

Finalmente guardò Mirren, e piegò la testa, osservandolo con un cipiglio confuso.

-Tutto bene, Mirr?- chiese, avvicinandosi preoccupato squadrandolo interamente.

Mirren cercò di sorridere, anche se era ancora un po’ malinconico.

-Sì, sì, tutto bene- mentì. Avevano una missione da compiere, non poteva mettere il muso per una cosa stupida.

-Non me la racconti giusta. Lo sai che ti conosco come il palmo della mia mano… cosa c’è? Problemi a casa? A lavoro? Hai fatto un brutto sogno?- indagò, prendendogli il viso e guardandolo fisso negli occhi per farlo cedere.

A Mirren saltò un battito per la facilità con cui Felix ormai cominciava un contatto fisico.

E per quanto fosse naturale anche per lui ricevere un qualsiasi contatto fisico improvviso da Felix.

Anzi, più che naturale, era proprio piacevole.

Solo vederlo così, guardarlo negli occhi, energico e attento a lui, si sentiva il ragazzo più fortunato del pianeta.

Eppure non riusciva ad accontentarsi di quei pochi momenti che avevano tutti per loro.

-Niente di grave, Felix, non preoccuparti- cercò di lasciar perdere.

Felix però non voleva sentire ragioni.

-Ma…- lo incoraggiò -Dai, Mirr, non ti fidi di me da dirmi cosa ti affligge? O forse il problema sono io? È perché lavoro la vigilia? Ma tanto la sera stiamo insieme! E anche il giorno dopo!- provò a giustificarsi.

-No, non è per questo… beh… forse è anche un po’ per questo. Il fatto è che… stiamo insieme troppo poco!- ammise infine Mirren, sentendosi un po’ stupido per quanto lamentosa fosse uscita la sua voce nell’esprimere la mancanza che sentiva.

-Uh?- Felix sembrò parecchio confuso dal motivo del malumore del suo ragazzo.

-Cioè… so che stiamo spesso insieme, ma di solito c’è sempre qualcun altro, come Tender, o Petra, o il resto della Corona Crew, e oggi che abbiamo finalmente un po’ di tempo per stare soli insieme… dobbiamo spiare Petra e Amabelle. Io capisco che sia una buona azione, ma… da quando sono tornato a casa mia mi sembra che ci vediamo davvero troppo poco- più le parole uscivano dalla sua bocca, più si sentiva ridicolo.

Si ritirò su sé stesso sentendosi un bambino che faceva i capricci. Ma non riusciva a non pensare quelle cose.

Tra il lavoro, e le rispettive famiglie sempre tra i piedi, non trovavano molti momenti per stare da soli. E Mirren voleva davvero stare di nuovo solo con Felix, e non solo per replicare quella magica notte insieme della settimana scorsa, ma anche solo per parlare, stare insieme, senza altre cose e persone in mezzo. 

-Awww, Mirren…- Felix gli prese la mano, commosso dalle sue parole. Mirren si sentì improvvisamente meno stupido. Solo Felix poteva sentire quelle lamentele infantili, e considerarle dolci e profonde.

-Mi dispiace che ti senti così… a dire il vero anche io sento la tua mancanza, questi giorni. Ma abbiamo tutte le vacanze di Natale libere! E poi tra poco è il tuo compleanno, e faremo qualcosa di davvero speciale, te lo prometto!- Felix cercò poi di rassicurarlo, accarezzandogli il dorso con le proprie dita. Mirren si godette il contatto, sentendosi un po’ più rassicurato, ma avvertendo ancora una forte mancanza.

Si era ormai abituato a svegliarsi sempre con Felix, prepararsi insieme, fare colazione… erano vicini di casa, ma Felix gli sembrava così lontano…. 

Intrecciò le dita con quelle del ragazzo, con una piccola idea che iniziava a formarsi nella sua mente. Ma prima che potesse aprire la bocca, la loro attenzione venne distratta dall’uscita di Petra e Amabelle dalla giostra.

La coppia si girò verso la non coppia, abbandonando il discorso per assicurarsi che leggessero il manifesto.

Mirren non era ancora del tutto sicuro che un massaggiatore dei Minion sarebbe stato abbastanza da convincerle a partecipare al gioco.

Ma aveva sottovalutato Felix e l’amore di Amabelle per gli oggetti ridicoli, perché poco dopo che le due si furono fermate davanti al manifesto, Amabelle iniziò a saltellare sul posto, agitare violentemente Petra, e indicare il foglio di carta con occhi brillanti.

Dal linguaggio del corpo, era chiaro che Petra volesse obiettare, ma Amabelle sembrava altrettanto irremovibile, e iniziò a trascinare l’amica e futura ragazza verso il padiglione principale.

Felix sghignazzò tra sé, estremamente soddisfatto. Prese il walkie talkie e lo portò alla bocca.

-Qui Da Vinci, Cupido e Caravaggio hanno abboccato, e si dirigono al padiglione. Io e Monet le seguiamo a distanza- Felix informò Norman.

Mirren era piuttosto felice del proprio soprannome, dato che adorava Monet e l’impressionismo.

Un po’ meno felice era del fatto che erano nuovamente con tutta l’attenzione rivolta ad Amabelle e Petra.

-Ah, ne approfitto anche per chiederti una cosa… dopo il gioco di coppia subentrano Denny e Mathi, giusto? Io e Mirren abbiamo il pomeriggio libero?- chiese poi Felix, attirando l’attenzione di Mirren, e facendogli un occhiolino.

Il ragazzo si sentì davvero fortunato.

-Certo, ho organizzato una staffetta proprio per lasciare a tutti almeno un po’ di tempo libero- Norman diede l’okay, e Felix chiuse la conversazione con un sorrisetto.

-Allora… dopo ti va di girare un altro po’ per la fiera, o vuoi fare altro nel nostro sudatissimo giorno libero completamente dedicato a noi?- Felix prese Mirren sottobraccio, e iniziarono ad avviarsi al padiglione principale.

Mirren gli sorrise, e gli mise la testa sulla spalla.

-Finché stiamo solo noi due, mi va bene qualsiasi cosa- affermò, sentendosi vagamente più tranquillo.

E poi il gioco di coppia sarebbe senz’altro stato divertente.

Ricordava un po’ quello al quale avevano partecipato lui e Felix in montagna, dato che erano cinque coppie, e Amabelle e Petra si erano accorte che fossero coppie romantiche solo quando ormai erano salite sul palco, ed era troppo tardi per tirarsi indietro.

Il gioco però era diverso, dato che invece di una serie di domande, le concorrenti avrebbero dovuto vincere varie sfide che mettevano alla prova la loro coordinazione, fiducia reciproca, e quanto si conoscessero bene.

-Benvenuti, signore e signori, al gioco di coppia della fiera provvisoria di Harriswood! Fate un applauso alle varie coppie!- annunciò il presentatore, con entusiasmo.

-Guarda, è Troy!- commentò Felix, riconoscendolo come lo stesso del gioco di coppia in montagna.

Mirren dovette fermarlo a forza dal non andare a salutarlo. Avrebbe bruciato la loro copertura, e non era il caso che si facessero notare da Petra e Amabelle.

-Allora, la prima prova consiste in un percorso guidato. Un membro del gruppo sarà bendato, e l’altro dovrà guidarlo solo con le parole attraverso un percorso ad ostacoli piuttosto insidioso. Il primo che raggiunge il compagno vincerà cinque punti, il secondo ne vincerà quattro, e così via. Buona fortuna a tutte le coppie!- Troy annunciò la prima delle cinque prove, e Mirren si preparò ad una figura piuttosto imbarazzante da parte di sua sorella e di Amabelle. Dopotutto erano unite, certo, ma non sembravano comunicare granché bene tra di loro.

Petra finì bendata, e Amabelle la doveva guidare.

-Allora, Tray… vai a destra, più a destra, sì okay, e ora corri più velocemente possibile nella direzione della mia voce!- le indicazioni di Amabelle furono semplici, in realtà, e la velocità di Petra così ammirevole che Troy non ebbe neanche il tempo di controllare cosa stessero facendo che Petra era già al fianco di Amabelle.

-Abbiamo vinto?- chiesero insieme, tenendosi le mani. Le altre coppie a malapena avevano iniziato.

-Cos… come? …sì, suppongo… di sì- Troy era affascinato.

Nessuno nel pubblico, oltre a Mirren e Felix, si era accorto che le due avevano imbrogliato, perché Amabelle le aveva dato indicazioni per aggirare del tutto gli ostacoli, invece di affrontarli di petto.

Beh, nessuno aveva detto che non fosse una strategia possibile.

-Okay, quindi il gruppo di Amabelle e Petra passa al primo posto con ben cinque punti. Complimenti ragazze- una volta finito il gioco, Troy assegnò i punti. Sembrava un po’ ingiusto che ne ricevessero cinque quando avevano superato i secondi classificati di quasi un minuto, ma le due ragazze non obiettarono.

-Il secondo gioco consiste nel taboo. Ogni coppia ha a disposizione un numero di parole, e deve far capire all’altro di che parola si tratti senza usare determinate altre parole segnate sul foglietto di carta.

Vi alternerete uno alla volta, e ad ogni parola indovinata riceverete un punto- spiegò Troy, distribuendo dei foglietti tra le coppie.

Amabelle e Petra sembravano determinate. Si lanciavano sguardi di intesa, nonostante fossero parecchio distanti.

-Va bene, pronti, partenza… via!- Troy annunciò l’inizio, e una coppia dietro l’altra avevano tre minuti per indovinare più parole possibili, con un massimo di venti parole. 

Arrivò in fretta il turno di Amabelle e Petra.

La prima a cercare di far indovinare la parola fu Amabelle.

-Lo è Angelica nella 20x3-

-Attivista. Flynn Rider ci chiama Pascal-

-Rana. Ci andavano i Little Einsteins nella mia puntata preferita-

-Sistema solare. Ci abbiamo adottato Lottie-

-Parco! Quella di Mirren è sempre piena di documenti-

-Scrivania. Nome della ex di Ron Weasley-

-Lavanda. Lo è Nagini-

-Serpente. Ci hai messo il calendario delle coppie-

-Portafoglio. Lo vuole diventare Clover-

-Giornalista. Merida lo colpisce per vincere la sua mano-

-Bersaglio. Roelke ne ha in corso una-

-Gravidanza. Ha un grande occhio devastante-

-Ciclone. Meme di GoT-

-VINOH! Il film con Loki e Captain Marvel insieme!-

-King Kong. Se il protagonista di Gorgeous fosse un artista-

-Picasso. Lo costruisce sempre coso… Seven, su The Sims-

-Razzo. Il soggetto dell’insulto tipo sempre su The Sims-

-Lama. Neutralità-

-Svizzera. Lo soffre moltissimo Denny-

-Solletico. Sorella di Barone-

-Contessa… abbiamo finito- 

Nel silenzio generale, e con Troy che non sapeva come reagire alla cosa, Amabelle e Petra finirono tutte le venti parole, guadagnando venti punti, in due minuti e mezzo.

-Uh… okay… wow. Uh… venti punti alla coppia Petra e Amabelle. Complimenti, ragazze, siete in vantaggio con venticinque punti, ben quattordici in più rispetto ai secondi classificati… complimenti. Ma non è ancora detta l’ultima, dato che mancano ancora tre giochi!-

Anche Mirren e Felix erano senza parole.

-Ammetto che quella di The Sims l’avrei sbagliata- borbottò Felix.

-Io non ho idea di metà di quello che hanno detto- Mirren era stupefatto.

-Però secondo me anche noi saremmo andati bene. Abbiamo molti riferimenti interni che avremmo capito- Felix iniziò a sentire la competizione da ex vincitore di un gioco di coppia.

Mirren ridacchiò tra sé vedendolo così deciso a dimostrare qualcosa.

-Ovvio, Felix… ovvio- gli diede qualche pacca sulla spalla.

Era il momento del terzo gioco.

-Allora, questo gioco è fatto per chi vuole rimontare. Nuovamente uno dei due membri verrà bendato, mentre l’altro si metterà in mezzo a tutti gli altri partecipanti con le mani sollevate. Il membro della coppia bendato dovrà riconoscere le mani del proprio compagno in mezzo a quelle degli altri, e chi indovina guadagna cinque punti- Troy spiegò il gioco.

Ormai la possibilità di rimontare non sembrava molto alta per gli altri, ma dopotutto erano solo a metà, c’era tutto il tempo… forse.

Questa volta fu Amabelle a bendarsi, e ovviamente indovinò quasi subito, guadagnando quei cinque punti in più.

I secondi classificati non indovinarono, quindi le due ragazze erano ormai le vincitrici annunciate.

-Mi vengono i brividi al solo pensiero di essere toccato da così tante persone- Mirren si strinse le mani al petto.

-Non è proprio il gioco per te. Potresti metterti alla fine, così avresti meno probabilità di essere toccato-

-O potrei essere quello bendato. Tanto mi basterebbe toccarti l’anulare per riconoscere la tua mano- rifletté Mirren.

-L’anulare?- chiese Felix, osservandosi il dito.

Mirren gli prese la mano, e indicò il callo del disegnatore che aveva proprio lì.

-Impossibile da non riconoscere- affermò con convinzione, tenendo poi stretta la mano di Felix.

-Era tutta una scusa per prendermi per mano?- chiese quest’ultimo, capendo il trucco nascosto.

-Oh guarda, passano al quarto gioco- Mirren distolse l’attenzione, anche se la risposta era chiara, e Felix ridacchiò, stringendo la mano del suo ragazzo a sua volta.

-Passiamo al twister! Ogni coppia sarà in un tappetino molto piccolo di twister, e ogni volta dovrà mettere mani e piedi nei luoghi indicati senza cadere. Come nel primo gioco, c’è un sistema di punteggio, quindi i primi classificati vincono… cinque punti, poi quattro e così via- Troy sembrava molto in difficoltà con i punti, dato che era chiaro che nessuno sarebbe più riuscito a battere Amabelle e Petra, ma se dava maggiori punti al primo classificato rischiava di aiutare maggiormente Amabelle e Petra e renderle ancora meno raggiungibili.

Ed infatti Petra e Amabelle rimasero le ultime partecipanti, anche se erano talmente intrecciate l’una all’altra che ci misero almeno un minuto a strecciarsi, tra le risate del pubblico, e senza il minimo imbarazzo.

-Okay… no, questo gioco di coppia non l’avremmo mai vinto- Mirren era sprofondato sulla sedia, quasi spaventato da ciò che aveva davanti.

-Terrificante- gli diede man forte Felix -Divertente, ma terrificante. Sembrano giochi fatti apposta per Petra e Amabelle- 

-Okay… okay… quindi Amabelle e Petra sono in vantaggio di venti punti… e il massimo che darebbe il prossimo gioco è cinque punti… beh… uh… che fare…-

-Senti, Troy, noi ci ritiriamo, quelle due hanno vinto. Non serve fare il quinto gioco- disse uno dei membri dei secondi classificati. Gli altri gruppi annuirono, demoralizzati.

Amabelle e Petra esultarono e si diedero il cinque, entusiaste all’idea di aver vinto il massaggiatore dei minions.

-Beh, okay, allora vincete trenta biglietti da scambiare con dei premi a vostra scelta, e un massaggiatore a forma di Minion, anche se è una piccolezza rispetto al premio principale. Congratulazioni, ragazze!- Troy si complimentò, e diede loro i due premi.

Amabelle strinse il massaggiatore come se fosse il tesoro più prezioso che avesse.

-Devo ammetterlo, avevo sottovalutato la potenza di quel premio trash- Mirren non sapeva come sentirsi riguardo alla situazione, iniziò a prepararsi per uscire prima che Amabelle e Petra rischiassero di notarli tra il pubblico.

-BACIO! BACIO!!- Felix, al contrario, iniziò un coro per incoraggiare le due ragazze a baciarsi.

Mirren non voleva vedere una scena del genere, e chiaramente non voleva nemmeno che Amabelle e Petra le scoprissero, quindi prese Felix e lo trascinò via prima che potessero essere scoperti.

-Ehi, perché lo hai fatto?- chiese Felix, sorpreso dalla sua veemenza.

-Siamo in incognito, Felix! E dubito che Amabelle e Petra non ti riconoscerebbero solo perché hai i capelli all’indietro. C’era davvero bisogno di far partire il coro?- lo rimproverò, sistemandosi i vestiti e controllando di non aver lasciato niente al padiglione.

-Nah… ma volevo attuare una piccola vendetta per quando è stata lei a far partire il coro. E poi, dai… hanno chiaramente bisogno di altre spinte per mettersi insieme- Felix spiegò il proprio punto di vista. Mirren non gli dava torto.

-Sono una sofferenza da guardare- ammise, scuotendo la testa per la loro idiozia.

-Esatto! Sono così palesemente cotte!- insistette Felix, sistemandosi a sua volta e nascondendosi in un angolo per avere una buona visuale dell’uscita del padiglione. Dovevano ancora stalkerarle un po’, finché non fosse sopraggiunto il cambio -Gioco di coppia finito, Cupido e Caravaggio al padiglione. Attendiamo nuove istruzioni- sussurrò al walkie talkie.

-Mathi e Denny in arrivo- lo informò Norman. 

-Se non si mettono insieme entro la fine della giornata vado al comune e faccio in modo che risultino sposate!- Mirren continuò il discorso senza accorgersi del cambio di argomento di Felix, era seccato dal vederle così chiaramente affini senza averlo ancora confessato. Certo, era ipocrita che questo sentimento venisse da lui, che aveva aspettato vent’anni prima di mettersi con Felix (diciamo dieci anni per un’età accettabile per mettersi davvero insieme), ma dato che si era pentito di aver aspettato tanto, ora che le cose andavano a gonfie vele, non voleva che sua sorella facesse lo stesso errore e doversi sorbire quella tortura.

-Potremmo chiedere a Mathi di hackerare i registri dello stato per farle risultare sposate tra loro- ridacchiò Felix, per niente contrario all’idea.

-Umpf, Mathi…- Mirren ancora si irritava pensando che Mathi aveva baciato Felix non una, ma ben due volte.

-Su, su, non fare il geloso. Lo sai che sono tutto tuo, e Mathi è innamorato perso di Denny- Felix lo punzecchiò, non letteralmente, e gli mise un braccio intorno alle spalle per avvicinarsi a lui.

-Sì, ma comunque non mi fiderei tanto di lui- borbottò Mirren, facendosi stringere, ma facendo ancora il muso.

Felix ridacchiò, e fece per commentare, ma si interruppe appena in tempo quando il soggetto del loro discorso si presentò a pochi metri di distanza, accompagnato dal proprio ragazzo.

-Ciao, ragazzi! Come è andato il gioco di coppia?- chiese, avvicinandosi e salutando entrambi con un grande sorriso.

Mirren si sentì in colpa ad averlo appena definito inaffidabile. Ce l’aveva con lui per quel bacio, ma riconosceva che fosse un bravo ragazzo, in fondo.

-Hanno sbaragliato la concorrenza e vinto. E sono state anche molto vicine l’una all’altra, quindi direi un successo assoluto- rispose Felix.

-Bene, da qui interveniamo noi! Saremo il gruppo migliore per farle mettere insieme, lavoreremo alla grande!- Denny sembrava parecchio esagitato all’idea.

-Allora noi ve le lasciamo, non sono ancora uscite dal padiglione- Mirren cercò di liberarsi dei due il prima possibile. Non vedeva l’ora di tirarsi fuori dalla sceneggiata.

-Pomeriggio libero?- chiese Mathi, curioso.

-Tutto per noi- Felix si strinse maggiormente a Mirren, che non trattenne un sorriso soddisfatto all’idea di avere Felix tutto per lui.

-Bene allora, buon pomeriggio!- dopo i convenevoli, finalmente Felix e Mirren rimasero soli, lontani da Amabelle e Petra.

Passarono uno splendido pomeriggio in fiera.

 

Ma tornando all’OMM, Mathi non aveva mai visto Denny così… Amabelloso.

Sul serio, era esagitato, con sguardo assassino che si spacciava per sguardo furbetto, ed era vestito praticamente identico a come si era vestita Amabelle quando li aveva spiati al loro primo finto appuntamento in sala giochi: impermeabile nero, occhiali da sole e cappello. Voleva sembrare in incognito, ma si notava più lui di Mathi, che al contrario si era vestito normale, e guardava il proprio ragazzo divertito e allo stesso tempo piuttosto preoccupato.

-Sono pronto… carico! Invisibile come un ninja, agile come un’anguilla! … qual è il piano?- nonostante l’entusiasmo, Denny era piuttosto all’oscuro di cosa avrebbero dovuto fare loro due, dato che il più del lavoro sarebbe stato tra le mani di Mathi, e Norman gli aveva chiesto di non dire troppo a Denny perché rischiava che Amabelle gli estrapolasse le informazioni. Denny era tipo che cedeva alle pressioni della sua più vecchia amica.

-Calma, tigre, le osserviamo per un po’, e quando entrano in un luogo con luminosità ridotta, intervengo io mentre tu le distrai- spiegò Mathi, dandogli qualche pacca sulla spalla per incoraggiarlo a calmarsi.

-Okay! Sarà divertente! Non riesco a credere che sto davvero aiutando Amabelle a fidanzarsi con qualcuno. Che cosa strana!- ridacchiò Denny, muovendo le gambe iperattivo.

-Perché è strano?- chiese Mathi, che trovava il loro immischiarsi nella vita di Amabelle un giusto contrappasso per quello che aveva fatto lei a loro. Non una vendetta vera e propria, dato che il loro intento era positivo, più che altro un karma.

-Beh…- Denny esitò, e arrossì -Se te lo dico, mi prometti che non mi prenderai in giro?- chiese poi, arrossendo appena e lanciandogli un’occhiata sospettosa.

-Sono il tuo ragazzo, caro Denny, non ti prenderei mai in giro… tranne che in maniera estremamente affettuosa e amorevole- gli promise Mathi, sbattendo le ciglia con fare ammiccante.

Ancora non riusciva a credere di stare insieme a Denny, e non perdeva occasione di dirlo ogni volta che gli fosse possibile.

-Okay… allora… non ridere, ma… sai che io e Amabelle ci conosciamo da quando siamo piccoli, dato che siamo vicini di casa?- chiese, ricordando a Mathi cose che lui sapeva benissimo nel tentativo di ritardare il momento della verità.

-Certo… quindi?- Mathi però lo incoraggiò ad andare al punto, iniziando ad incuriosirsi.

-Ecco… ho sempre pensato… cioè lo pensavo da piccolo… solo da piccolo, ora assolutamente no, e non solo perché sono gay, ma proprio perché non…- Denny divenne sempre più rosso, e nonostante ci stesse davvero girando intorno, Mathi capì dove volesse andare a parare.

-…pensavi che tu e Amabelle sareste finiti insieme?!- intuì, incredulo, sforzandosi al massimo delle sue forze per non ridere.

…e fallendo miseramente, esibendosi in una smorfia estremamente ridicola, a cui Denny reagì con uno sbuffo offeso, e un pugnetto sulla spalla.

-A mia discolpa, ero un bambino! Ed ero cresciuto con tutti i media che mi ripetevano che gli amici d’infanzia maschio e femmina finiscono quasi sempre insieme anche da adulti! Almeno se si tengono in contatto… e spesso anche se non lo fanno- provò a giustificarsi, sempre più rosso, incrociando le braccia.

Mathi respirò profondamente, per calmare le risate imminenti.

-Beh… almeno non…- ma poi scoppiò a ridere senza ritegno, guadagnandosi un’occhiata così penetrante che se fosse stato Denny lo Yagami dei due, sicuramente l’avrebbe ucciso con la forza del suo sguardo e del cognome assassino uniti.

-Senti… sono cresciuto! E per il momento sono il tuo ragazzo, anche se non so ancora per quanto- lo minacciò, e Mathi divenne una maschera di ferro alla minaccia.

Sapeva che non parlava sul serio, ma non voleva neanche rischiare di perdere Denny per una sciocchezza del genere.

-Oh, se il te stesso bambino potesse vederti adesso…- commentò, indicando entrambi.

-Il me stesso bambino non deve lamentarsi! Non sono mai stato così felice… prese in giro a parte- Denny gli prese il braccio e lo strinse con forza e con un sorrisetto possessivo.

Mathi lo lasciò fare, sollevato di essere rimasto il suo ragazzo.

In tutto questo, Petra e Amabelle si stavano dirigendo nella casa degli spiriti.

Un luogo piuttosto scuro dove agire.

-Ehi, Dan… ti va bene attuare il piano nella casa dell’orrore?- chiese al ragazzo, indicando la fila in cui le due ragazze si erano già messe.

Denny impallidì.

-Eh… la casa dell’orrore?- chiese, stringendo con più forza il braccio del ragazzo.

-Se non ti va possiamo sempre aspettare un’altra giostra- Mathi non lo forzò, anche se quella sarebbe stata la migliore, dato che era un percorso guidato, quindi non era troppo difficile avvicinarsi abbastanza da fare quello che voleva fare.

-No, no! Va bene! Sono uno tosto! E determinato! E pronto a distrarre… devo distrarle, giusto? Come? Per quale motivo?- chiese Denny, ancora all’oscuro di tutto.

-Basta che attacchi bottone con loro, attirando la loro attenzione mentre Mathi rimane fuori dalla conversazione- spiegò Norman, tramite walkie talkie.

-Roger, boss! Passo!- rispose Denny, professionale.

In realtà nella casa degli spiriti non ci sarebbe neanche stato il bisogno della distrazione, perché Mathi era convinto di poter agire da solo, ma Denny era così esaltato che non gli andava proprio di rompergli le uova nel paniere.

-Allora dirigiamoci in fila, prima di perderle nel marasma di gente- Mathi liberò il braccio, prendendo al suo posto la mano di Denny, e lo incoraggiò a seguirlo verso la fila.

-Petra, devi troppo provarlo! È la cosa più rilassante del modo!- stava esclamando Amabelle, tenendo un Minion sulla testa… ah, no, un massaggiatore a forma di Minion in testa.

-Ti credo sulla parola- borbottò Petra, guardandola un misto tra esasperata e amorevole.

Quelle due erano proprio fatte per stare insieme, Mathi l’aveva sempre pensato! 

-Wee! Chi si vede! Anche voi qui?- Mathi entrò nella conversazione, fingendo di averle viste solo in quel momento, e di essere sennò solo con Denny.

Amabelle sobbalzò, e li guardò con aria allarmata.

-Che ci fate qui?- chiese, sospettosa.

-Pomeriggio libero dal Corona, e Denny non ha lezioni, quindi siamo venuti qui con Max a goderci le attrazioni- spiegò Mathi, con sicurezza.

-Con Max?- chiese Petra confusa, guardandosi attorno.

-…l’abbiamo mollato alla prima occasione per stare un po’ soli- mentì Denny, riappropriandosi del braccio di Mathi ora che si erano messi in fila e non avevano bisogno di molto movimento.

Pensare alla ship distrasse Amabelle da qualsiasi sospetto, e guardò i due con occhi brillanti.

-Ohhh! Appuntamento galante?! Avete già fatto il tunnel dell’amore?!- chiese, battendo le mani entusiasta.

-Non ancora, ma è la prossima idea, dopo la casa degli orrori- spiegò Mathi, indicando la fila in cui si erano messi insieme alle due ragazze.

-…Denny… e la casa degli spiriti? Non mi sembra una bella accoppiata- commentò Petra, molto scettica.

-…già… che ci fai qui, Denny? Nella casa dei fantasmi?- Amabelle tornò sospettosa, e squadrò Denny dalla testa ai piedi.

-Guarda che non sono così fifone! Tu che ci fai nella casa dei fantasmi, quando hai più paura degli horror di me?!- Denny si irritò, e scattò subito sulla difensiva.

-Io ho paura degli horror, ma nelle case infestate mi diverto molto, dato che so che sono tutti attori e nessuno mi farà del male. Tu hai paura proprio degli attori, invece- Amabelle prese in giro Denny, punzecchiandolo letteralmente.

-Io non ho paura! Sono un ragazzo nuovo e coraggioso!- si atteggiò con sicurezza.

Mathi lo guardò con affetto.

Che tenero che era.

E stava distraendo Amabelle con grande abilità… anche se forse non lo stava neanche facendo di proposito.

La fila procedette con parecchie provocazioni tra Denny e Amabelle, e quando ormai mancavano poche persone prima di loro quattro, Amabelle sembrava aver abbandonato ogni traccia di sospetto nei confronti di Denny.

-Devo ammetterlo, sei diventato proprio sicuro di te. Il proposito ti ha fatto bene- ammise, scompigliandogli i capelli.

Denny si ritirò.

-Ci ho messo venti minuti a sistemarmi i capelli!- si lamentò, per poi rendersi conto di una cosa -Cavolo, sono davvero gay… come ho fatto a non accorgermene prima- osservò tra sé, facendo scoppiare a ridere Amabelle e Mathi. 

-Comunque a farmi bene non è stato il proposito, ma Mathi! …a cui ho dedicato tutti i tre gesti avventati del proposito, in effetti- rifletté poi.

-A proposito, non mi hai ancora detto quali sono stati i tre gesti avventati…- Amabelle squadrò Denny con sospetto -Il primo, vabbè, è stato la scommessa per parlare con Mathi, giusto?- Amabelle iniziò ad elencare.

-Eh… sì… beh, non c’è bisogno di dire quali siano gli altri due… non vi fidate della mia parola?- Denny, dopo aver fatto il sicuro di sé, ritornò la solita pallina d’ansia e imbarazzo. Certe cose non cambiano mai, anche se migliorano.

-No, non ci fidiamo- dissero in coro Amabelle e Petra… e Mathi.

-Tu quoque, Mathi?!- Denny lo guardò sdegnoso.

-Sono curioso di sapere cosa consideri gesto avventato- ammise lui, divertito dall’argomento, e incuriosito da quali fossero i gesti dedicati a lui.

-Uffa… va bene. Il secondo gesto inconsulto è stato baciare Mathi… al mio compleanno- Denny cedette, e seppellì il volto tra le mani.

Amabelle era completamente senza parole.

-Baciato… Mathi… al tuo compleanno?- ripeté, convinta di aver sentito male.

Denny annuì.

-Scusa, ma quand’è il tuo compleanno?- chiese Petra, che come la maggior parte dei membri della Corona Crew, non aveva idea di quando fosse nato Denny, dato che non lo diceva mai a nessuno.

-Il primo luglio!- rispose Amabelle, rivelando l’arcano.

-Amabelle, è un segreto!- si lamentò Denny.

-TU hai baciato Mathi il primo luglio! Mesi e mesi prima di metterti insieme a lui, e non hai detto niente!!! Questo è il più grande tradimento nella storia dei tradimenti!- Amabelle alzò maggiormente la voce.

-Non c’è bisogno di urlarlo al mondo!- si lamentò Denny, imbarazzato.

-Siete i prossimi- per fortuna la voce del responsabile chiuse la conversazione, e i quattro entrarono nel buio corridoio che avrebbero dovuto attraversare.

Mathi aveva gentilmente chiesto a Denny di lasciargli le mani libere, ma sentiva distintamente che lo stava tenendo per la maglia, e che tremava.

Si sentì un po’ in colpa per averlo convinto a seguirlo nella casa degli orrori, ma era l’occasione migliore per mettere a frutto il piano di Norman.

E Mathi fu anche piuttosto felice che Amabelle stesse tenendo in tasca le proprie manette, perché era più facile far passare il piano per un semplice scherzo.

Con un movimento rapido, infatti, e approfittando che Petra e Amabelle si erano prese per mano durante uno spavento piuttosto rumoroso, riuscì con abilità ad ammanettarle insieme.

Semplice, un gioco da ragazzi.

Non aveva fatto i conti però con quanto Denny si sarebbe spaventato, perché dopo che uno zombie comparve proprio alle sue spalle, lo sentì urlare, gli venne addosso terrorizzato, e le chiavi che aveva appena recuperato dalla tasca di Amabelle volarono via.

…oh… quello poteva essere un problema.

Provò a guardarsi intorno per recuperarle, ma Denny gli si era agganciato addosso, e francamente la sua priorità era verso il suo fidanzato, piuttosto che verso due ragazze che avrebbero tratto solo giovamento nel restare legate insieme.

Anzi, perdere le chiavi per davvero poteva essere un’opportunità ancora maggiore.

Così, con il suo lavoro compiuto, Mathi strinse forte Denny, e concluse il giro senza lasciarlo andare.

-È stato orribile, non voglio farlo mai mai più!- esclamò Denny una volta fuori.

Mathi gli accarezzò la schiena, divertito e sentendosi anche un po’ in colpa.

-Fifone, fifone!- Amabelle non sembrava essersi accorta di essere legata dalle manette alla sua migliore amica, e sollevò la mano per prendere in giro Denny… trascinando con sé suddetta amica.

Ci furono alcuni istanti di silenzio.

Mathi iniziò ad indietreggiare.

-CHE SIGNIFICA QUESTO?!- chiesero poi Amabelle e Petra, insieme, rivolte verso il chiaro colpevole dello scherzo, e iniziando a cercare invano di togliersi i braccialetti argentati dalle mani.

-Scherzetto!- Mathi cercò di tirarsi fuori, ricevendo solo dei sassolini raccolti da terra e lanciati dritti sul suo volto.

-Liberaci subito!- esclamò Amabelle, rossa come un peperone e ipocritamente irritata.

-Ah, ride bene chi ride ultimo! Ti sta bene per averle volute usare contro di noi- era il turno di Denny di prenderla in giro, e si beccò un sassolino dritto in faccia.

-Ahi!- si nascose prontamente dietro Mathi, che lo lasciò fare, dato che era effettivamente l’unico responsabile dello “scherzo”.

-Non avevo intenzione di usarle!- si difese Amabelle, in tono acuto.

-Perché le portavi appresso allora?- la sfidò Denny.

Amabelle non seppe rispondere, e iniziò a boccheggiare.

-Non importa perché Amabelle aveva le manette, o perché Mathi ci ha legate insieme, dacci le chiavi, liberaci, e prendiamo le rispettive strade- Petra cercò di prendere una strada diplomatica, da brava futura politica, e sollevò la mano libera per prendere le chiavi da Mathi.

-Ecco…- Mathi si morse il labbro inferiore, a disagio.

-Le chiavi, ex aggiunta migliore alla Corona Crew- lo incoraggiò Amabelle.

-Hai le chiavi?- chiese Denny, senza sapere bene che fare.

-Ecco… le chiavi… sì, le chiavi… servono proprio le chiavi, vero?- Mathi iniziò a tergiversare, e ad indietreggiare.

Come fossero un’unica entità, Amabelle e Petra gli si avvicinarono, fino a spingerlo al muro.

-Dacci subito le chiavi, peggiore aggiunta alla Corona Crew!- gli ordinò Amabelle, con tono che non ammetteva repliche. Sembrava sull’orlo di un attacco di panico.

In circostanze normali, nonostante il piano prevedesse che Mathi fingesse di aver perso le chiavi, gliele avrebbe comunque porte scusandosi profusamente dello “scherzo”… ma le chiavi le aveva perse per davvero.

-Le ho perse- ammise, proteggendosi la testa e preparandosi ad essere malmenato.

Amabelle però scoppiò a ridere.

-Non è il momento di scherzare, caro. Perché stai scherzando, vero?- suppose, convinta.

Dopo aver visto lo sguardo di Mathi, e di Denny accanto a lui, il suo sorriso si spense.

-…stai scherzando, vero?- ritornò nel panico, e cercò di uscire fuori dalle manette. Non sembrava riuscire a guardare Petra negli occhi.

-Temo di no… le avevo in mano, ma poi Denny mi è venuto addosso, e le ho perse durante il percorso… nell’oscurità- spiegò, preparandosi nuovamente ad essere massacrato.

Amabelle e Petra erano troppo scioccate per replicare, e lo fissavano a bocca aperta e occhi sgranati.

-Perché non vi fate una qualche bella giostra rilassante mentre noi cerchiamo le chiavi? Vi chiamiamo appena le troviamo e vi liberiamo, promesso. Ciao!- Denny, approfittando che fossero congelate sul posto, prese Mathi per il polso e lo aiutò a scappare via, rimettendosi in fila per la casa degli orrori, e nascondendosi alla futura ed eventuale furia selvaggia di Petra e Amabelle.

-Domanda… le hai perse davvero o era una scusa?- chiese poi al suo ragazzo, all’orecchio, perfettamente nascosto in mezzo agli altri ragazzi in fila, che li guardavano confusi.

-Doveva essere una scusa, ma le ho perse davvero- rispose Mathi, sempre sottovoce, e all’orecchio di Denny.

-Mi dispiace- lui si autocommiserò.

-Non dispiacerti, Denny, procede tutto a gonfie vele- arrivò la voce dal walkie talkie che Mathi teneva nello zaino.

-Sì, infatti, adesso rientro, trovo le chiavi e…- Mathi provò ad essere positivo a sua volta. Norman lo interruppe.

-Fai con calma, più restano attaccate l’una all’altra senza possibilità di staccarsi, meglio è per il gran finale- disse in tono enigmatico.

-Inizi a preoccuparmi, Norman- ammise Denny, sorpreso da quanto malefico suonasse.

-Ho avvertito Amabelle. Non mi ha voluto ascoltare. Per questo ho preso la situazione nelle mie mani- si spiegò Norman. Probabilmente doveva risultare rassicurante, ma la sua voce era contraffatta appena dal walkie talkie pieno di suoni statici, i due ragazzi non potevano vederlo in faccia, e le sue parole erano tutt’altro che confortanti.

-Non te la prendere, amico, ma sembri Saw- gli fece notare Mathi, inquietato più da Norman che dalla casa dei fantasmi che avrebbe dovuto rivisitare a breve.

-Grazie! Comunque prendetevela comoda e rilassatevi. Max vi darà il cambio nell’OMM- Norman si congedò, lasciando Denny e Mathi relativamente soli.

-Dan, se non vuoi ritornare lì dentro non preoccuparti, vado da solo e ti raggiungo da qualche altra parte, magari alla sala giochi- propose, indicando la spaventosa casa degli orrori.

Non voleva che Denny subisse un’ulteriore tortura lì dentro.

-No, no, vengo con te. Devo esorcizzare… ma posso tenerti stretto stavolta? Perché confesso che mi sono trattenuto molto quando stavamo con Amabelle e Petra- Denny gli prese esitante la mano.

Era così strano poter stare così tranquillamente con lui, senza agenzie, spie, e omofobia interiorizzata di mezzo.

Mathi era davvero il ragazzo più fortunato di Harriswood.

-Puoi aggrapparti a me quanto vuoi!- gli assicurò, con un grande sorriso incoraggiante e un bacio sulla fronte.

Denny gli strinse la mano con più forza, e i due si prepararono a passare parecchio tempo dentro la casa degli spiriti per recuperare una chiave minuscola.

Un’avventura!

 

Ma tornando alle due protagoniste della giornata, era arrivato il turno di Max di incappare “casualmente” in loro.

A dire il vero Max era il meno invischiato nei piani di Norman, perché quest’ultimo considerava Max il suo jolly, in quanto l’unica persona di cui Amabelle si sarebbe senz’altro fidata per qualsiasi cosa.

Quindi Max era stato messo nella fiera a disposizione per un’eventuale emergenza, e stava passando il suo tempo in videochiamata con Veronika, con le cuffie, e in una panchina isolata dove nessuno sarebbe riuscito a scorgere il soggetto sul suo telefono.

-Ancora non credo di essere ufficialmente single- Veronika non faceva che ripetere ogni cinque minuti. Poche ore prima era stato annullato il matrimonio imminente, e sebbene non fosse stato ancora rivelato alla stampa, iniziavano già a circolare le voci date da una irritata dichiarazione di Bastien in pubblico.

Quel tipo non aveva la minima idea di cosa significasse la privacy, neanche la propria.

Grazie al cielo Veronika non avrebbe dovuto sposare un tipo così.

-Sono felice per la tua trovata libertà- rispose Max, per l’ennesima volta anche lui, ridacchiando un po’ tra sé quando vide la ragazza sobbalzare.

-Aspetta… intendo single da Bastien, non single in generale… ugh, continuo a fare questo errore, sarà la decima volta- scoppiò a ridere a sua volta.

-Beh, non sei in torto, ufficialmente sei single- Max le fece un occhiolino.

-E ufficialmente resterò tale per parecchio tempo, finché non entrerai a scuola, sarai riconosciuto dai lord per quanto sei brillante, e sarà del tutto accettabile iniziare a flirtare e poi cominciare una relazione perfettamente consentita per i canoni reali. …potrebbero volerci anni- Veronika sospirò, un po’ abbattuta.

-Sono una persona paziente, e ho già detto che farò di tutto per essere alla tua altezza- provò a rassicurarla Max, con un grande sorriso incoraggiante.

Non era fan del dover agire di nascosto per anni, ma non era uno di quelli che pretendeva l’immediatezza, in una relazione. Anzi, odiava bruciare le tappe, e preferiva conoscere lentamente una persona.

Con Manny, bisognava ammetterlo, era stato molto rapido per i suoi standard, e per mesi di relazione non si erano mai spinti troppo in là… per ovvie ragioni, a posteriori.

-Max, tu sei già alla mia altezza, sono io a non essere alla tua…- si autocommiserò Veronika, rigirandosi una ciocca di capelli tra le dita.

-Uno e sessanta è un’altezza più che dignitosa- osservò Max. Aveva già provato un sacco di volte a dire a Veronika che ormai l’aveva perdonata e non doveva più sentirsi in colpa per quello che era successo, ma dato che non otteneva risultati, provò a buttarla sul ridere.

Veronika ci mise qualche secondo a capire la battuta, poi scoppiò in una fragorosa risata, allietando non poco le orecchie di Max.

-Quali sono le tradizioni agaliriane delle festività?- chiese poi il ragazzo, un po’ casualmente. Non che si aspettasse che avrebbe passato il Natale con Veronika, ma magari una qualche videochiamata ad un certo punto ci sarebbe scappata.

Chiaramente non poteva tornare ad Agaliria, sarebbe stato sconveniente, e sicuramente Re Manfred non avrebbe permesso a Veronika di tornare a Harriswood dopo lo scandalo, quindi Max non pensava neanche per un secondo che potessero vedersi di persona. Non ne aveva la speranza, non restava sveglio per ore a pensare a come sarebbe funzionata la loro non ufficiale relazione a distanza, no signore.

Veronika invece sì.

-La vigilia c’è una grande festa nella piazza principale, solitamente il re visita l’orfanotrofio, e c’è un ballo reale con i nobili vari la sera. Quest’anno sarà disastroso. Poi la mattina di Natale il re fa un grande discorso in piazza, e ci si aspetta che la principessa sia sempre lì alle sue spalle a sorridere. Ho provato a chiedere a mio padre un permesso per passare le vacanze di Natale a Harriswood, ma non l’ho ancora convinto! Almeno qualche giorno, magari a capodanno! Purtroppo sembra irremovibile, ha troppa paura per i rumors- Veronika si lamentò, esprimendo perfettamente le stesse speranze di Max che vennero anche spezzate in mille pezzi.

-Meglio non dare nell’occhio- riuscì a dire, anche se era molto deluso a sua volta.

-Max… lo faremo funzionare, okay? E poi l’università sarà ad Agaliria, e lì sarà più semplice vederci di persona- Veronika provò a vedere il lato positivo della situazione.

-E più semplice essere beccati- le fece notare Max, non necessariamente pessimista, ma realista.

La conversazione venne interrotta dal suono statico del walkie talkie che Max non credeva avrebbe usato.

-Max, dove sei al momento?- chiese Norman, in tono urgente.

-Sono su una panchina in videochiamata con Sonja- rispose Max. La Corona Crew era stata messa al corrente della situazione, dato che erano troppo coinvolti, ma in pubblico continuavano a chiamare Veronika con il nome fittizio di Sonja.

-Oh, salutamela. Ho un lavoro per te- mettendo in fretta da parte i convenevoli, Norman chiamò Max sull’attenti.

-Certo, qualsiasi cosa- e lui si mise a disposizione, anche se non aveva intenzione di creare troppi problemi ad Amabelle e Petra. Sarebbe stato il karma, ma non gli piaceva troppo ripagare con la stessa moneta.

-È un favore semplicissimo, se incroci Amabelle e Petra, convincile a salire sulla ruota panoramica. Sicuramente hanno bisogno di una giostra rilassante- Norman spiegò il suo piano senza scendere nei dettagli, e Max annuì.

-D’accordo, devo anche seguirle a distanza?- chiese poi, pensando a quello che avevano dovuto fare Denny e Mathi.

-No, anzi, meglio se sono il più sole possibile- Norman aveva un tono indecifrabile, ma Max non ci fece troppo caso.

-D’accordo, conta su di me- chiuse la conversazione, prima di tornare in videochiamata con Veronika, che comunque aveva sentito tutto quanto.

-Questa missione segreta sembra entusiasmante. La fiera di Harriswood è davvero interessante- commentò.

-Non sei riuscita a visitarla l’anno scorso?- Max ricordava vagamente che Veronika, nei panni di Sonja, avesse raggiunto il Café quando la fiera temporanea era ancora aperta, dato che restava fino alla fine delle vacanze natalizie.

-No… non avevo con chi andarci, e dovevo lavorare. Ero un po’ timorosa all’idea di esplorare da sola la città. Magari in futuro riusciremo a visitarla insieme- provò ad essere un po’ ottimista.

-Sì, lo faremo, promesso- Max questa volta cercò di cavalcare l’onda dell’ottimismo. Dopotutto non era infattibile. Forse ci avrebbero messo anni a ritrovarsi di nuovo a Harriswood, ma ci sarebbero tornati, un giorno. 

Il sorriso di Veronika aumentò esponenzialmente la sua determinazione al riguardo.

Ma non ebbero tempo di continuare a fare i romanticoni, perché proprio in quel momento Max notò Petra e Amabelle, e decise di agire.

Si alzò dalla panchina, e sollevò una mano nella loro direzione, per attirare la loro attenzione.

-Ragazze, mi fa piacere incontrarvi- le salutò, con un grande sorriso.

Amabelle e Petra sobbalzarono, lo guardarono come se fosse un mostro, e si allontanarono il più possibile da lui.

O meglio, Amabelle si allontanò il più possibile da lui, e trascinò Petra con sé perché… erano ammanettate insieme?

Max non ne sapeva assolutamente nulla, quindi la sua espressione di totale confusione era del tutto autentica.

-Cosa vuoi da noi?! Chi ti manda?! Perché sei qui?- chiese Amabelle puntandogli contro un massaggiatore a forma di Minion come se fosse un’arma di distruzione di massa.

Per certi verso lo era.

Max alzò le mani in segno di resa, sorpreso da tale veemenza.

-Wo, Amabelle è agitata- commentò Veronika alle sue orecchie.

-Già… ti richiamo più tardi, okay?- sussurrò lui. Sperava sarebbe stata una conversazione tranquilla, da fare in videochiamata, ma Amabelle sembrava davvero agitata, e Max sperò di riuscire in parte a calmarla.

-Saluta Sonja da parte mia- Petra, al contrario, pareva piuttosto calma, al contrario della sua futura ragazza.

-Ti risaluta- Max fece da tramite, poi chiuse la chiamata, e si rivolse ad Amabelle.

-Tutto bene? Cosa è successo?- indagò, sinceramente preoccupato per lei.

-Come se tu non lo sapessi. È tutto il giorno che cospirate tutti contro di noi! Sei dalla parte di Clover? È lei la mastermind? O è Norman… Norman non me la racconta giusta. Dov’è? È qui in giro, vero?- Amabelle iniziò a guardarsi intorno, facendo ampi movimenti con le braccia e trascinando Petra sempre con sé come fossero in un balletto coreografato… male.

-Cosa? No? Cioè… sapevo da Clover che vi aveva regalato dei biglietti per la fiera, e ho accompagnato Mathi e Denny perché volevano fare un giro, ma non so niente di mastermind o Norman… non sta studiando per la discussione della tesi tra due giorni?- Max sapeva più di così, ma la versione ufficiale era quella… e non sapeva molto più di così, a dire il vero. Tipo, non sapeva perché mai Amabelle e Petra erano ammanettate insieme.

-Stai dicendo la verità? No, perché il tuo caro fratello e il suo ragazzo mi hanno ammanettata insieme a Petra e HANNO SMARRITO LE CHIAVI!- Amabelle era decisamente troppo irritata da un semplice scherzo che lei per prima avrebbe voluto propinare ad ognuno dei membri di quel gruppo, Mathi e Denny in primis.

-Sono certo che sia stato un incidente, o che volevano solo fare uno scherzo innocente. Se volete posso aiutarli a cercare le chiavi, sapete dove sono?- chiese Max, accomodante, e abbassando in parte la furia selvaggia di Amabelle.

Max era il jolly perfetto, era impossibile non fidarsi della sua buona fede, soprattutto per Amabelle che lo conosceva da quasi tutta la vita e che lo aveva sempre visto come un fratello maggiore affidabile, onesto e giusto.

Si calmò appena.

-No, Denny merita di spaventarsi a morte un sacco di volte per quello che ha fatto! Non devi rendergli il compito più facile- provò ad incrociare le braccia, ma trovò una certa resistenza da parte di Petra.

-Ahia, Amabelle, siamo ammanettate!- le ricordò, riappropriandosi del proprio braccio.

-Scusa!- Amabelle si immobilizzò, arrossendo parecchio.

-Mentre aspettate, che ne dite di fare qualcosa di rilassante? Potreste prendere da mangiare, o… oh! Potreste andare sulla ruota panoramica. Vi piacciono i luoghi alti, giusto?- propose, seguendo il piano, ma sinceramente intenzionato a consigliare qualcosa che potesse farle stare meglio.

-Oh, buona idea- Petra sembrò apprezzare il consiglio.

-Non lo so… non è un po’ troppo isolato… e chiuso… e claustrofobico?- Amabelle un po’ meno.

-Ma se fino a dieci minuti fa ti lamentavi del freddo- osservò Petra, squadrandola con sospetto -Amabelle, che hai oggi? Sei strana- la accusò poi.

-LA RUOTA PANORAMICA È PERFETTA!- Amabelle ritornò sui suoi passi, cercando di atteggiarsi alla normalità.

Sia Max che Petra non erano affatto convinti da tale normalità, ma non insistettero.

Max perché era troppo signore, Petra perché sapeva che non sarebbe servito a molto.

-Allora vi lascio alla vostra ruota panoramica. Se avete bisogno di qualcosa chiamate, tanto resto nei paraggi- Max decise di lasciarle al loro appuntamento, e riprese il telefono che aveva messo momentaneamente in tasca.

-Non vieni con noi?- chiese Amabelle, un po’ delusa e nuovamente parecchio sospettosa.

-No, volevo riesumare la mia videochiamata con Sonja, e in alto non prende molto- spiegò lui, mostrando lo schermo del telefono.

-Awww, capisco. Sono un sacco felice che le cose si siano risolte- alla menzione della sua anima gemella, Amabelle si sciolse. 

-Ci stiamo lavorando- Max guardò lo schermo con affetto.

-Anche io sono molto felice per te e Veronika- Petra si aggregò, annuendo appena.

Si salutarono senza nessuna nuova traccia di sospetto.

Prima di richiamare Veronika, Max prese discretamente il walkie talkie, mentre vedeva le due ragazze salire sulla ruota panoramica che non aveva affatto fila, dato che erano in pochi a volerci andare.

-Le ho convinte- spiegò.

-Sì, lo vedo. Grazie mille per il tuo aiuto, Max- Norman rispose con un ghigno.

-Lo vedi?- Max provò ad indagare, ma Norman aveva già chiuso la conversazione.

Per un po’ non accadde nulla di strano. Max tornò a parlare con Veronika, e osservò da lontano Amabelle e Petra, che raggiunsero il massimo dell’altezza e iniziarono la lenta discesa.

Poi, quando ormai mancava poco alla fine della giostra, la ruota panoramica si fermò di scatto.

…non poteva essere stato Norman, giusto?

Era solo un caso che la ruota panoramica che Max aveva consigliato sotto richiesta di Norman impegnato nellOMM si fosse fermata proprio a pochi metri dalla fine, troppo in alto per scendere, ma abbastanza bassa da non farsi male nel caso di caduta accidentale, bloccando le due ragazze da unire in un luogo che non potevano lasciare, perfetto per parlare, e ammanettate insieme.

Max chiuse nuovamente la videochiamata con Veronika, e si avvicinò alla giostra per chiedere chiarimenti al responsabile, un po’ preoccupato e sentendosi molto in colpa.

I suoi timori vennero confermati quando sotto alla ruota panoramica, vicino al responsabile che stava contando i soldi, trovò Norman con un binocolo in mano e un sorriso furbetto.

-Norman, cosa significa questo?- chiese, sorpreso che fosse lì. Era davvero convinto che fosse a casa a studiare per la laurea.

-Siamo al culmine. Ora dovranno parlare per forza- rispose lui, con tono da poco sano di mente.

-E ti lamentavi per Amabelle e i suoi piani?!- gli fece notare Max, incredulo.

-Le ho dato centinaia di occasioni, e il fatto che non le abbia colte, significa che necessita di questo modus operandi. Fidati, Max, alla fine della situazione mi ringrazierà- Norman era molto sicuro di sé, Max ancora incredulo.

-Meglio che vai via da qui, o ti considereranno colpevole… un po’ lo sei, ma meno di tutti gli altri- Norman gli diede qualche pacca sulla spalla, e lo incoraggiò ad andarsene.

Max era ancora completamente senza parole, ma decise di eseguire, perché dubitava di poter cambiare le cose, giunti a questo punto, e forse Norman non era impazzito del tutto, e aveva un vero piano.

E poi non erano in pericolo di farsi male, quindi non c’era motivo di farsi prendere dal panico.

 

Amabelle era nel panico totale!

Era dal primo momento in cui aveva ricevuto quel biglietto che sentiva che c’era qualcosa che non andava, ma mai si sarebbe aspettata di finire ammanettata a Petra in una ruota panoramica ferma dalla quale non poteva scappare dopo una giornata passata interamente con lei, tra cui anche durante un gioco di coppia dove era stata costretta a starle appiccicata durante molti dei giochi.

Sì… avrebbe potuto non partecipare… ma UN MASSAGGIATORE A FORMA DI MINION!!!

Era praticamente la sua kriptonite, non poteva resistere. E non era come quella volta con la sauna portatile, dove aveva mandato altri a partecipare al posto suo, quella volta erano solo lei e Petra.

…ed era stato divertente, Amabelle doveva ammetterlo.

Ma solo pensando che tutto sarebbe finito lì. Invece adesso era ammanettata a lei, bloccata sulla ruota panoramica, ed era tutta colpa di Norman, ne era certa!

Così come era colpa di Norman la kiss cam alla partita, e l’afrodisiaco… probabilmente. No, aspetta, quello era ancora nel dubbio perché era stata Lucie a darglielo, ma comunque Norman era responsabile, Amabelle ne era convinta.

E non riusciva a credere che fosse riuscito a reclutare anche Max, l’affidabile e gentile Max, in quella strana operazione.

-Amabelle, calmati, inizio ad agitarmi anche io per quanto stai iperventilando- Petra la prese per le spalle e cercò di tenerla al posto.

Quasi si slogò un braccio per seguire il movimento della sua mano a causa delle manette.

-Ho tutto il diritto di iperventilare!- si lamentò Amabelle, che stava anche sudando freddo.

-Da quando sei claustrofobica? Aspetta, provo ad aprire la finestrella- Petra iniziava a preoccuparsi per lei, e si alzò per ispezionare la cabina, facendo alzare anche Amabelle.

Quelle manette erano insopportabili.

E inconsciamente Amabelle sapeva bene che quello che stava vivendo in quel momento era la risposta del karma a tutto quello che era successo in quell’anno… ma comunque non voleva accettarlo.

-Petra, lascia stare, restiamo sedute e aspettiamo che Norman si stanchi- Amabelle incoraggiò l’amica a rimettersi al suo posto, e la trascinò quando lei non sembrava volerla ascoltare.

-Perché sei così convinta che Norman sia responsabile. Ha la tesi di laurea in due giorni, non credo proprio che perderebbe tempo a farci scherzi- Petra era scettica. Amabelle però era convinta che Norman fosse responsabile.

Probabilmente aveva sottovalutato la sua minaccia in bagno, durante il compleanno di Diego.

Era anche passato parecchio tempo da allora… esattamente due mesi, a pensarci bene.

Ma non poteva forzarla a rivelare i propri sentimenti! Amabelle non l’avrebbe mai fatto! E sperava con tutto il cuore che Norman si sarebbe stancato presto, e che sarebbero uscite da quel parco divertimenti provvisorio senza alcun cambiamento nella loro relazione.

Non rispose a Petra, e rimase in silenzio a riflettere su quanto forte battesse il suo cuore.

-Sarebbe piuttosto comico, non pensi?- Petra interruppe il silenzio dopo qualche minuto di vuoto.

-Cosa?- Amabelle sollevò la testa su di lei, ma distolse immediatamente lo sguardo, incapace di guardare l’amica e cotta negli occhi.

-Beh, tutti hanno realizzato il proprio proposito o sono in procinto di farlo, e io rischio di non realizzare il mio a pochi giorni dalla fine dell’anno… il mio che era il più semplice- spiegò Petra, osservando a che altezza fossero.

-Petra! Non dirlo neanche per scherzo!- esclamò Amabelle, prendendole entrambe le mani.

Petra scoppiò a ridere.

-Stavo scherzando, una caduta da quest’altezza non ci ucciderebbe, anche se è meglio non agitarci troppo… magari possiamo provare a toglierci le manette. Avere le mani libere ci aiuterebbe in caso dovessimo arrampicarci per scendere- Petra osservò i loro braccialetti all’ultima moda.

Amabelle iniziò a sentire un leggero ottimismo invaderla.

-Ora che ci penso… queste manette le ho prese da un sito hot, quindi non sono come manette normali, e dovrebbero avere un pulsante di apertura per le situazioni di emergenza. C’era scritto nel sito- rifletté, speranzosa, prendendo il telefono e controllando la cronologia.

Come Max aveva anticipato, però, la connessione lì sopra era davvero pessima.

-Che cavolo!- esclamò, lanciando il telefono in un angolo per la frustrazione. Per fortuna Petra lo prese al volo, altrimenti si sarebbe quantomeno scheggiato lo schermo.

-Calma, possiamo sempre procedere per tentativi, o aspettare di scendere da qui, prima o poi aggiusteranno il malfunzionamento, o manderanno qualcuno con una scala- Petra cercò di calmarla. Ma più si avvicinava a lei, più Amabelle si sentiva a disagio, e sempre più sudata.

Si ritirò su sé stessa, e Petra decise di non insistere, a disagio a sua volta.

Ci furono altri minuti di imbarazzato silenzio, rotti nuovamente da Petra.

-Allora… come ti senti riguardo all’aver realizzato il tuo proposito?- chiese, cercando di distrarla.

Amabelle non ci aveva pensato.

Probabilmente perché era accaduto tutto troppo in fretta.

Prima Felix e Mirren, e okay, aveva avuto il tempo di elaborarlo.

Poi Clover e Diego, e quasi immediatamente dopo sia Mathi e Denny che Max e Veronika.

Certo, questi ultimi non erano ancora ufficiali, ma ufficiosamente stavano insieme, era chiaro.

Aveva accoppiato tutte le coppie della Corona Crew.

Eppure… come mai sentiva ancora un profondo vuoto dentro di sé?

-Sì… sono soddisfatta. È stata un’impresa- rispose, senza alcun calore -Anche se manchi ancora tu, ad essere onesti- aggiunse poi, quasi tra sé.

Si pentì immediatamente di aver tirato fuori l’argomento.

-Pensavo che io non fossi inclusa nei tuoi piani- obiettò Petra, infastidita dalla proposta.

-Sì! Cioè no! Cioè… sei tu ad avermi detto di volerti mettere con qualcuno…- si difese Amabelle, affogando sempre più nell’argomento che neanche avrebbe voluto toccare.

-Amabelle… se proprio devo essere onesta… io…- Petra iniziò a torturarsi le mani, senza guardarla, e leggermente rossa.

Il cuore di Amabelle ebbe un tremito, ma la interruppe prima che potesse dire qualsiasi cosa.

-Non parliamone adesso, okay? Non è il momento di parlare di coppie, e e propositi, e relazioni, e faccende romantiche!- la supplicò, guardando fuori dalla finestra per evitare a tutti i costi di posare lo sguardo sulla sua migliore amica e cotta stratosferica.

Di cosa aveva paura?! Non lo sapeva neanche lei.

Che Petra le dicesse di avere una cotta per qualcuno che non fosse lei? Che Petra le dicesse di avere una cotta proprio per lei? Entrambe le opzioni erano terrificanti, e Amabelle non credeva di essere in grado di affrontare la situazione al momento.

-Amabelle, perché…?- Petra provò ad insistere, ma Amabelle la interruppe nuovamente, questa volta senza neanche intenderlo per davvero.

-Norman!- esclamò infatti, alzandosi in piedi e trascinando Petra con sé.

-Che?- quest’ultima la guardò come se fosse pazza.

-Norman! È lì sotto, e ci guarda con un binocolo!- spiegò Amabelle, indicando l’inconfondibile ragazzo non troppo distante, che dopo essersi accorto di essere osservato, agitò la mano in segno di saluto.

Petra era congelata sul posto.

-Non ci credo…- borbottò, la voce tremante di rabbia a malapena contenuta.

-Lo sapevo io che era colpa sua! È tutta colpa sua! Quel traditore magico fintamente santarellino!- Amabelle iniziò ad insultarlo, facendogli gestacci dalla finestra.

Lui sorrideva… o almeno sembrava sorridere, anche se non si capiva esattamente da quella distanza.

-Ma perché fare una cosa del genere? È molto poco da lui- osservò Petra, sconvolta.

Amabelle non la stava ascoltando. Si affrettò a prendere il telefono che ancora teneva in mano e cercò in rubrica il numero di Norman.

Lui le rispose dopo due squilli.

-Hey, Amabelle, come va?- chiese con nonchalance.

-Facci immediatamente scendere!- esclamò lei con tutto il fiato che aveva in corpo.

-Ames, ci sono anche io qui? Potresti parlare meno forte?- si lamentò Petra, impossibilitata a mettere entrambe le mani sulle orecchie a causa delle manette.

-Pensavo che ti facesse piacere passare un po’ di tempo con la ragazza che ti piace. Pensala come un’ottima occasione per chiarire con lei- Norman andò dritto al punto. Amabelle si allontanò ulteriormente da Petra, terrorizzata all’idea che potesse aver sentito.

L’amica la guardò confusa, con una sola mano sull’orecchio.

-Norman, non è divertente. Ti prego facci scendere! Ho capito la lezione su quanto sia sbagliato esagerare nel matchmaking eccetera. Facci uscire!!- Amabelle lo supplicò di smettere con quella follia.

-Non è una lezione, Amabelle, è una sveglia. Ti ho dato un triliardo di occasioni e due mesi di tempo per chiarire con Petra, e non lo hai fatto con le tue forze. Quindi ho pensato che forse ti serve qualcuno che te lo faccia fare, come pensi che ad altri serva il tuo intervento. Consideralo uno studio psicologico- spiegò Norman, pratico.

-Non sono nelle condizioni di affrontare uno studio psicologico- si lamentò Amabelle, che era troppo nel panico per ragionare lucidamente. Era talmente madida di sudore che la manetta al suo posto sembrava in procinto di scivolare via.

-Va bene, allora vi farò scendere… dopo che avrai detto la parola d’ordine- Norman rigirò i suoi piani nuovamente contro di lei. L’allievo aveva quasi superato la maestra.

Amabelle era così stizzita, che per un istante si dimenticò di essere in compagnia di Petra, forse perché stava cercando in tutti i modi di non pensarci.

-Sul serio Norman?! E che vuoi che dica? Che sono innamorata di Petra?! Che lo sono da mesi?! Che ho troppa paura di dirlo?! Che temo che la nostra amicizia finisca quindi non voglio che cambi niente?! Perché non lo farò! Non rovinerò la relazione più bella della mia vita come ho già rovinato tutto il resto!- sbottò, furiosa.

Norman non replicò.

Ci furono alcuni secondi di silenzio.

-Amabelle… cosa… cosa hai detto?- arrivò poi la voce di Petra, ricordando ad Amabelle la propria presenza, e facendola impallidire.

Il telefono le cadde dalle mani e si schiantò sul pavimento della cabina. Lo schermo di scheggiò, ma nessuna delle due ragazze ci fece troppo caso.

Petra la guardava come se la vedesse per la prima volta.

Amabelle sentiva che il cuore le stava per scoppiare nel petto. Un terrore cieco si era impadronito di lei, facendola tremare interamente.

Provò a ritirare tutto ciò che era uscito dalla sua bocca, ma la sua gola si era chiusa, e le lacrime aveva iniziato ad uscire dai suoi occhi senza che lei potesse in alcun modo controllarle.

-Amabelle…- Petra sollevò una mano verso di lei, in tono confortante.

Sembrava preoccupata, e allo stesso tempo… felice? Sollevata? 

Amabelle non riuscì a capirlo, e non voleva farlo.

Aveva appena rovinato tutto.

Aveva appena… perso Petra per sempre.

Una parte del suo cervello sapeva che i suoi timori erano infondati, ma non riuscì a controllare il suo istinto.

Con un violento gesto del braccio, liberò la mano sudata dalle manette, facendole scivolare via. Si fece piuttosto male al pollice, ma non gli diede importanza. Poi aprì il portellone della cabina, ignorando il vento che tirava a quell’altezza. Si arrampicò fuori, sfruttando la sua insospettabile agilità, e prima che Petra si rendesse del tutto conto di cosa stesse facendo, prima che potesse fermarla, o afferrarla, o seguirla, Amabelle si buttò, cadendo in piedi, anche se storcendo la caviglia, e corse via zoppicando leggermente diretta il più lontano possibile da quella situazione terrorizzante.

-Amabelle!- sentì la voce di Petra, Norman e Max chiamarla dalla distanza.

-Cosa diavolo…?- le sembrò di udire Mathi e Denny.

-Santo cielo!- arrivarono le sconvolte esclamazioni di Mirren e Felix.

Ma non recepì nulla di tutto questo.

Esisteva solo il suo cuore che batteva forte.

La sua paura di perdere Petra per sempre.

E la consapevolezza di avere molti più problemi di quanti pensasse.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Questo penso sia il culmine finale della fanfiction: l’effetto Norman, tutte le coppie fanno il punto della situazione, è il capitolo più lungo dopo quello di San Valentino, e Amabelle e Petra finalmente hanno occasione di parlare.

…se solo non fosse che Amabelle è una codarda.

Il prossimo capitolo si capiranno meglio i suoi sentimenti al riguardo.

Ma parlando di questo… 

Clover e Diego penso che non avranno più molto da dare. Ovviamente il capitolo di Natale parlerà di tutte le coppie, ma la loro storyline è del tutto finita. Stanno bene, Clover si è staccata dalla famiglia, e ne ha trovate altre due (gli Sleefing e i Flores). Diego ha superato il trauma di non aver mai ricevuto risposte da Clover e tutto è bene ciò che finisce bene.

Felix e Mirren hanno ancora una piccolissima faccenda in sospeso, ma stanno fin troppo alla grande. Praticamente sono prossimi alle nozze. Vi sfido ad indovinare cosa ho in serbo per loro ;)

Mathi e Denny sono adorabili. Denny ha avuto davvero un grande character development, bisogna ammetterlo. E Mathi finalmente è felice. Il loro arco narrativo sarebbe in teoria finito, ma vorrei ancora fare qualcosina con loro, e mostrare come procede la loro relazione.

Max e Veronika sono quelli più in sospeso dopo Amabelle e Petra, ma cercano di arrangiarsi in una relazione segreta e a distanza.

Almeno Veronika è ufficialmente single …solo ufficialmente.

Mentre Amabelle e Petra… eh… beh… ho già parlato di Amabelle e Petra.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, se tutto va bene il prossimo dovrebbe arrivare Domenica (ho tutto il progetto di stesura degli ultimi capitoli rimanenti) e… non riesco ancora a credere che stiamo alla fine. So di dirlo ormai ad ogni nuovo capitolo, ma ho sempre avuto problemi a finire le storie, e questa storia in particolare non è che sia la più breve del mondo, quindi pensare che riuscirò a finirla… in un anno e mezzo… wow. Solo wow!

Grazie a tutti quelli che sono arrivati fino a qui (perché appunto non è la storia più breve del mondo) e vi mando un enorme bacione e alla prossima :-*

 

 

-3 (+ Epilogo)

 

 

 

 

 

 

Nel prossimo episodio: Petra cerca Amabelle per finire il discorso. Norman conclude il suo proposito.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: ChrisAndreini