Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Teemo Omegasquad    08/09/2021    0 recensioni
Due esistenze collisero l'uno contro l'altro, dando vita a un evento storico che cambiò il mondo: la scoperta delle razze magiche.
Si pensò che si potesse coesistere insieme, all'inizio.
Portò a grandiose scoperte, ma purtroppo, anche disgrazie. Questo portò a crisi sparse a livello globale e continui conflitti, facendo capire che gli umani non erano più la razza dominante.
Per fortuna qualcuna non rimase ferma, muovendosi di conseguenza per porre fine a tutto ciò. I suoi ideali non si fermarono di fronte a nulla, appoggiata da persone a lei fidate.
Questo portò alla pace e fondazione di un ordine di cavalieri e paladini, votati a mantenere la tregua tra le razze, passando da testimone a testimone.
Però non tutti erano d'accordo su questo, trovandosi scomodi, pensando anche di essere nel giusto.
Questa storia racconta della nuova generazione e delle loro avventure e di quello a cui andranno incontro, lungo il loro cammino.
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 14: Perdita
________________


Passò un po' di tempo dalla Riunione dei Reami.
Le commissioni e gli incarichi che andavano alla Braveheart e nelle altre scuola vennero temporaneamente chiuse per via "precauzionale", mentre il vero motivo furono indagini interne.
Non scoprirono chi fosse stato a mettere quel falso "incarico", ma rimasero ben attenti per poter scovare il colpevole.
Dopo diedero il via libero, provando ad usarlo come esca per stanarlo.
Gli studenti furono felici della cosa quando diedero la notizia, ormai stufi di stare solamente sui libri, riprendendo la loro vita di prima all'istituto.
 
Nella classe ci stava il classico brusio di inizio lezione. Lignas, non appena entrò era già stufo. Anche il riccio sulla sua testa era infastidito quanto lui
Posando "delicatamente" i libri sulla cattedra, ovvero facendoli cadere di peso su di essa, per ottenere subito la loro attenzione.
 
-Possiamo iniziare o volete pure il caffè?- incrociò le braccia autoritario con sarcasmo.
 
-Si può pure una brioche?- Leon ebbe il coraggio di rispondergli, controbattendo anche lui col sarcasmo.
 
Non lo gradì molto, iniziando a guardarlo male. Stava per rispondergli, ma venne salvato in extremis dall'entrata in scena della Preside in classe.
 
-Mi dispiace, ma non siamo al bar. Dovrai attendere. Lignas, perdonami per l'intrusione.- sorrise e si scusò per la sua entrata e Lignas le lasciò il palco.
 
-Prima di tutto buongiorno a tutti ragazzi. Devo presentarvi il vostro nuovo compagno di classe. Si è unito solo oggi per via di problemi personali e lo abbiamo sottoposto a un esame speciale. Prego, vieni pure.- Iris si girò verso la porta al lato della cattedra.
 
Si aprì lentamente rivelando un ragazzo umano: aveva i capelli neri all'insù, con un pizzetto ramato, scarpe sportive bianche con delle fascette nere, giacca dal collo alto e largo che gli nasconde circa metà viso, pantaloni che gli arrivano a metà polpaccio e bretelle che gli penzolano ai lati delle gambe.
Si avvicinò alla preside tenendo il sorriso nascosto dall'alto collo del cappotto, ma dallo sguardo si poteva capire che era determinato.
Con gli occhi guardava i presenti, seduti al proprio posto, con particolare attenzione. A causa del colletto non si capiva bene il sorriso che stava sfoggiando.
 
-Yo, bella a tutti. Sono Daiant Veor, attenti a non rompermi le balle.- ghignò divertito.
 
Lignas, non gradendo il suo atteggiamento, prese un libro per dargli la costina in testa, ma si fermò subito prima senza neanche sfiorargli i capelli, come se qualcosa lo bloccasse.
A Daiant sfuggì una risatina divertita, sentendosi intoccabile. Poi in seguito Iris gli diede un coppino dietro la testa.
 
-Non farti odiare già da subito! Lo affido a te Lignas.- Iris se ne andò lasciando la classe.
 
Daiant, per richiesta di Lignas, andò a prendere il suo posto.
Con la coda dell'occhio diede uno sguardo a Simon per poi sorridere appena tornando a puntare al suo posto che era più in alto degli altri.
 
Subito dopo la lezione la classe si disperse.
 
-Voi che dite del nuovo arrivato? A primo impatto mi è sembrato tronfio.- Simon, insieme ad Okami e Leon, iniziò a chiedere pareri sul nuovo arrivato.
 
-Mmmmh, non mi sta molto simpatico a pelle. Sembra una faccia di cazzo.- Leon non lo approvava, già sminuendolo.
 
-Io penso che state giudicando un libro dalla copertina. Potrebbe rivelarsi una persona migliore di quel che sembra. Dovremmo anche aiutarlo ad ambientarsi a scuola.- Okami era in disaccordo coi suoi compagni, facendogli un piccolo rimprovero.
 
Subito dopo videro Mikage che stava parlando con Daiant. Leon si mise subito sull'attenti guardando la scena.
Quando la presidentessa gli fece segno di seguirlo, dandogli poi una fascia, non la prese bene infastidendosi e iniziando a guardarlo male.
Croel gli mise una mano sulla spalla, come per tenerlo fermo.
 
-Che stanno facendo...?!-
 
-Sta calmo Leon. Dovrà solo mostrargli la scuola.- Squallearth gli prese il polso sentendo una strana forza stringerlo.
 
-Se ci prova con lei... lo ammazzo!- per un momento non sembrava il solito ragazzo giocoso.
 
Aveva uno sguardo iniettato di sangue e rabbia, come se stesse per uccidere qualcuno, cambiando radicalmente personalità.
 
-Leon! Mi stai facendo male!-
 
-Oh! Scusa...!- alla segnalazione dell'amico ritornò in se lasciandolo e scusandosi.
 
-Piuttosto. Venite con me a studiare? Abbiamo una verifica settimana prossima. Ricordate?- Okami propose la cosa, dimostrandoisu na persona zelante nello studio.
 
-Non oggi. Devo andare ad allenarmi con Natalia.-
 
-Passo pure io... c'è una cosa che devo fare.- mentre lo disse guardava da lontano Daiant corrucciato.
 
Intanto Mikage stava portando Daiant nella sala riunioni del corpo studentesco, gli espose alcune cose al riguardo il suo nuovo ruolo.
 
-Ascoltami attentamente, perché non mi ripeterò. In quanto vice presidente del consiglio studentesco hai delle responsabilità al riguardo. Come migliorare la scuola, garantire un buon proseguimento e segnalare eventuali problemi o danni.- Mikage stava spiegando come una professoressa, stando attenta a non trascurare nulla.-
 
-Mh mh, certo...- stavano camminando in un corridoio e Daiant si girò appena per vedere due ragazza che gli erano passate accanto, distogliendo l'attenzione da lei.
 
Se ne accorse e lo riprendese prendendolo per il colletto con fermezza, guardandolo negli occhi.
 
-In quanto presidentessa devi darmi la tua più completa attenzione. Non distrarti e non pensare di fare come ti pare solo perché sei una sorta di ragazzo prodigio. Hai un dovere ben preciso, ricordalo!- le irritava il suo modo superficiale riguardo ciò che gli era stato assegnato.
 
Non si capacitava di come un nuovo arrivato abbia già preso il ruolo di vice presidente del consiglio studentesco. Nonostante la preside la avesse informata prima del suo arrivo non le piaceva quel tipo.
Daiant sbuffò.
 
-Sì sì. Non preoccuparti. Quando ho un dovere la prendo seriamente.- si grattò un orecchio guardandola con fare pacato.
 
-Perché ti comporti così?-
 
-Perché? Beh... perché posso.- poggiò la mano sul polso di Mikage, facendo un ghigno con fare superiore e vedendola dall'alto in basso, cambiando completamente da prima.
 
Per un momento un piccolo brivido le percosse la schiena, una sensazione che aveva già provato in passato e che era insita nella sua anima come una ferita profonda.
Lo lasciò subito dopo rimanendo sbigottita per un istante. Nascose la mano dietro la schiena. Stava tremando un poco.
 
-C'è altro o posso andare?- ritornò normale in un secondo sembrando più giocoso.
 
Da quel momento Mikage decise che era il caso di tenerlo d'occhio, reputandolo un fattore pericoloso. Continuò a mostrargli la scuola esaminandolo meglio nel mentre.
 
Dopo il giro "turistico" la presidentessa si congedò da Daiant, dicendogli dove si trovavano i dormitori e si andare dalla preside per i dettagli.
Mentre andava per un corridoio vide Leon appoggiato a una colonna, con le braccia incrociate.
 
-Come è stato il giro?- lo guardò dall'alto in basso con fare ostile.
 
-è stato bello. Un bel posto. Non per nulla è una delle scuola più importanti.- lo disse con leggerezza stupito e compiaciuto di essere lì, mettendo le mani in tasca.
 
Stava per passargli davanti, ma Squallearth si mise in mezzo piantando la mano contro l'altra colonna bloccandolo.
 
-Problemi, amico?- lo guardò appena con la coda dell'occhio.
 
-Sì. Non pensare minimamente di provarci con Mikage. Fallo e sei morto!- aveva uno sguardo arrabbiato e assetato di sangue, come se stesse per ucciderlo.
 
-Prima sembravi amichevole, ora arrabbiato. Mica sarai bipolare?- lo prende in giro vedendo il modo in cui reagisce.
 
Leon non lo sopportò e sta per dargli un pugno in faccia, ma qualcosa lo bloccò appena a qualche centimetro dal suo viso, senza togliergli quel sorrisetto strafottente.
Non capiva cosa stava succedendo, pensando in automatico che quella sorta di "barriera" era parte della sua abilità.
 
-Abbiamo finito? Perché devo andare a sistemarmi nella mia stanza.- non si smosse minimamente, nonostante la minaccia.
 
-Non finisce qui.- si staccò da lui lasciandolo andare e riprese nel suo cammino.
 
-è stato un piacere conoscerti. Spero di rivederti.- lo salutò con la mano dandogli le spalle.
 
Leon stava degrignando i denti infastidito dal modo in cui si era comportato, non accentando il suo fare presuntuoso. Dall'espressione sembrava un'altra persona, non più quella simpatica e un po' cinica, ma bensì rancorosa.
Per sfogarsi picchiò il muro con un pugno, crepandolo in parte. Si calmò ricomponendosi.
 
 
Intanto, nel pomeriggio, nella sala professori regnava la pace.
Lignas, in fondo al tavolo con accanto un Calien malconcio e apparentemente morto accanto a lui, che stava coccolando il suo riccio tenendolo in una mano con indosso un guanto protettivo.
Mentre da un lato Olivia che stava studiando, con accanto a lei dei libri.
 
-Yaawn! Buongiorno a tutti.- Thomas era appena entrato, stiracchiandosi e in apparenza sembra che si sia appena svegliato.
 
-Ben svegliato dormiglione. Non pensi di aver dormito troppo?- Lignas già lo ammonì, evidenziando che dormire troppo potrebbe essere dannoso.
 
-è il mio giorno libero, Lignas. Perciò dormo finchè mi pare!- finì di scrocchiarsi le ossa per poi andare a prendersi una tazza di caffè.
 
L'elfo sospirò lasciando perdere. Olivia ridacchiò divertita.
Ad un tratto Iris entrò nella stanza, uscendo dal suo ufficio, rivolgendosi a Calien.
 
-Calien! Per quanto ancora hai intenzione di tenere occupato il campetto? Deve essere usata dagli studenti!- la Preside si rivolse al povero capitano, che sembrava stremato e che non si cambiasse da giorni.
 
-Ancora poco Iris... ora credo di essere vicino nel riuscirci.- fece un sorrisetto convinto, sicuro di sè.
 
Dopo un po' la ragazza chiuse il libro, ormai stufa di starci sopra e studiare.
Guardò Thomas, che stava parlando con Lignas, per poi alzarsi e andare da lui. Finché, ad un tratto, qualcuno la prese per una spalla trattenendola.
 
-è ora del tuo allenamento, Olivia. Andiamo.- era Dante, che teneva in mano due spade nei propri foderi
 
Lei annuì senza replicare, per poi lasciare la sala professori seguendo il padre.
 
******
Anche i fratelli Sigraph si stavano allenando per i fatti loro.
Shauna buttò a terra Douglas con gran forza, facendolo balzare un paio di volte e distruggendogli lo spadone di inchiostro che si era creato.
Si mise a quattro zampe per rialzarsi, ansimando per il colpo subito.
 
-Basta così!- anche lei era stanca e un po' a corto di forze, ma sopratutto stufa  del comportamento del fratellastro.
 
-Posso... continuare.- ansimò stremato e sudato, ma volenteroso di continuare.
 
-No. Non capisco perché ti limiti così tanto. Fai solo armi e nient'altro! Così è uno spreco!- lo stava rimproverando per capire cosa avesse in mente.
 
-Fare cose grosse non è molto vantaggioso e trovo meglio fare cose piccole.- si sedette a terra attenuando il respiro, pensando che ciò che dice fosse logico e ricordandosi di quello che aveva sentito a Terhs, voleva sapere cosa potesse essere quella sorta di potere.
 
-Dio mio, perché non capisci...?- Shauna sospirò esasperata massaggiandosi le tempie.
 
Si sedette a terra davanti a lui incrociando le gambe.
Gli fece segno di sedersi anche lui, insistentemente.
 
-In questi mesi hai fatto un po' di amicizia? Migliorato il tuo rapporto con gli altri...?- gli chiese riprendendo fiato dalla fatica fatta prima.
 
-No.- non la guardò nemmeno in faccia e stava creando qualcosa da una bolla di inchiostro, tenendola tra le dita.
 
-...come no? Nemmeno con quella ragazza, Mirai?-
 
-No.- diretto e conciso.
 
Shauna lo guardò malamente, arrabbiata. Non le piaceva che se ne stava costantemente da solo e, presa dall'esasperazione, decise di intervenire in prima persona.
Si alzò in piedi per poi prenderlo e lanciarlo a terra.
 
-Ahia! Ma che fai?!- mentre camminava lo prese per il colletto trascinandolo.
 
Se lo portò dietro per tutta la scuola, partendo dal campetto fin dentro l'edificio. Tutti quanti li guardavano straniti e alcuni ridacchiavano.
Douglas sentiva un lieve imbarazzo nel farsi vedere così, trascinato a peso comeu n sacco. Inizio a sentire in lontananza della musica emessa da un pianoforte.
Shauna si era fermata sporgendosi per vedere dentro una stanza. Quando anche suo fratello lo fece potè osservare che era un salone impolverato, con mobili e sedie avvolti da pellicole di plastica, una sorta di magazzino.
In fondo si poteva vedere Mirai che stava suonando lo strumento color pece, un pianoforte a coda per la precisione, seduta sullo sgabello del medesimo colore. Nonostante il luogo chiuso, e apparentemente privo di vita, lei suonava senza problemi.
 
-Perché siamo qui...?- chiese Douglas stizzito.
 
-A farti seriamente degli amici. Perciò ho deciso che partiamo da lei, ho notato che hai un certo interesse in lei! Perciò andrai a parlarle!- Shauna non si spostò nemmeno, senza però lasciarlo andare.
 
-Ma che razza di idee ti fai...?- non riusciva a capire che passava per la testa della sorella, cercando di sviare il discorso.
 
-Andrai! Punto e basta!-
 
-No...fermafermaferma!- lo prese ancora di peso per lanciarlo dentro la stanza facendogli fare un bel volo.
 
Atterrò bruscamente, quasi rotolando ritrovandosi quasi la faccia per terra.
Mirai sobbalzò spaventata, interrompendo bruscamente la melodia, quasi facendo un verso acuto.
Mnetre si rimetteva in piedi guardò verso Shauna male, come se volesse fulminarla a morte, mentre lei gli fece il pollice in su come incoraggiamento.
 
-C-che ci fate qui...?- chiuse in fretta la tastiera imbarazzata.
 
-Ehm, avevamo sentito la musica che ci aveva attirati qui ed eravamo curiosi...- disse la prima scusa che gli era venuto in mente.
 
-E il perché ti ha lanciato invece...?- quella parte, lei, non riusciva a capirla piegando la testa di lato.
 
-...l'ho fatta arrabbiare. Non sapevo che ci fosse un pianoforte a scuola.- si avvicinò pian piano mentre parlava.
 
-La preside me lo ha fornito tirandolo fuori dal magazzino della scuola. è una brava persona.- sorrise appena, facendo passare appena un dito sul piano, togliendo un poco di polvere.
 
Gli piaceva quando sorrideva. Stava per dirle qualcosa, ma la campanella suonò fermandolo.
Mirai, sentendola, prese lo zaino e i libri avviandosi verso la porta, passando avanti.
 
-Senti Mirai...!- si girò di colpo verso di lei, cercando di prendere la sua attenzione.
 
Anche lei si girò, guardandolo e dandogli attenzione.
 
-Ecco... fai un bel...suono.- non sapeva cosa stava dicendo e nemmeno cosa dirle.
 
-Ehm, grazie...?- inarcò un sopracciglio confusa, per poi andarsene.
 
Subito dopo Shauna ritornò dal suo nascondiglio, appoggiandosi allo stipite della porta con un sorriso divertito.
 
-Un bel suono? Davvero?- stava trattenendo le risate per quello che aveva detto, trovandolo esilarante.
 
-Fanculizzati. Dobbiamo andare a lezione.- la guardò malissimo, avviandosi anche lui verso la propria classe, ignorando la sorella che ormai si stava piegando in due per non ridere.
 
 
******
 
Nel pomeriggio Dante e Olivia, in un campetto, si stavano ormai allenando da un po'. Il padre buttò la figlia a terra dopo un attacco non andato a segno, facendo muovere la spada a mezz'aria.
 
-Senti, papà. Vorrei chiederti una cosa...- sembrava titubante a muoversi, col fiatone e si stava rialzando usando la sua spada come appoggio.
 
-Continuiamo.- Dante menò due fendenti all'aria per scaldarsi per un secondo, mettendosi in posa.
 
Olivia sospirò diventando, procedendo con un affondo, brandendo la spada con una mano. I suoi movimenti sembravano quelli della scherma, come se brandisse uno stocco.
Per un momento, a Dante, quei momenti sembravano  spaventosamente familiari, ricordandogli Amalia.
Rimase per un secondo, per poi scansarsi di lato per evitare il colpo. Le diede un colpo sulla schiena col palmo della mano facendola sbilanciare e cadere a terra.
 
-Decidi uno stile, non mischiarne di diversi insieme.- le diede le spalle, mentre il ricordo gli balenava nella testa.
 
-Lo so...! Per favore, dammi un momento!- si rialzò in piedi, facendo segno al padre di fermarsi un momento.
 
-Cosa c'è?-
 
-Vorrei... che mi parlassi della mamma.- lo guardò seria, sperando che gli dicesse di sì.
 
-...no.-
 
-Perché? Te lo chiedo da molte settimane, non fai altro che dirmi di no! Io... ho il diritto di sapere!- sembrava che Olivia stesse dando sfogo a qualcosa che teneva dentro da tempo.
 
-In guardia.- Dante riprese l'allenamento cambiando discorso, menando colpi di spada e fendenti.
 
Olivia cercò di tenere al passo, arrabbiandosi pian piano dell'atteggiamento del padre sull'argomento.
Prese con la mano la lama, stringendo la presa senza lasciarla andare, mentre le scaglie si stanno espandendo sul palmo.
 
-Voglio... SAPERE!- spezzò l'arma per poi dargli un calcio nello stomaco facendolo indietreggiare per la botta, mostrando una forza che non sembrava sua.
 
La pelle di Olivia stava pian piano cambiando, come i denti che si aguzzarono.
Stava assumendo sempre di più un aspetto draconico e gli occhi diventarono bianchi infiammati di energia magica, aumentandone la forza fisica. Dietro la sua schiena apparì una proiezione magica di due ali e corna più lunghe del solito.
 
Partì subito alla carica a testa bassa senza esitazione e con grande furia, alzando la spada.
Dante parò il colpo alzando la sua e reggendo la sua forza, nonostante fosse stato preso alla sprovvista.
La figlia alzò l'altra mano chiudendola a pugno e si formò un'altra proiezione, stavolta di una grossa mano draconica grottesca, simulandone il gesto.
Stava per colpirlo, ma il padre riuscì a evitarlo e il colpo fece alzare un grosso polverone, scomparendo davanti a lui.
Non stava capendo cosa stesse succedendo. Era sorpreso di vedere quella sorta di ali. Pensò che era dovuto al fatto di essere per metà umana che le impediva di trasformarsi del tutto.
Non riusciva più a percepirla nella nuvola di polvere, ma grazie alla sua Visione riusciva a vederne le tracce magiche percependola dietro di lui.
Infatti Olivia uscì dalla polvere alle sue spalle e alzò ancora la spada imbevendolo della propria magia.
 
-Excalibur!- brandì l'elsa con entrambe le mani per metterci più forza nell'attacco.
 
Dante, in risposta, lo bloccò ancora con la propria, scacciando via il poverone e il terreno sotto di lui si crepò, tenendola sospesa a mezz'aria.
Non appena toccò terra ne approfittò per darle un potente pugno nello stomaco con la mano libera, schiantandola contro il muro.
 
-Ora basta.- l'unico che pensava di farla finita era solo in un modo.
 
Alzò lentamente la testa a fatica, per poi sgranare gli occhi.
L'aura magica di Dantesi espanse a vista d'occhio diventando grande quanto un grande drago. Era completamente nera e profonda, senza alcun fondo. Non si riusciva a capirne le sembianze, in quanto sembrava solo un'ombra, ma si potevano intravedere spuntoni e una grande mascella corazzata.
Quando tentò di rimettersi in piedi le sembrava che la mano di un titano le premeva contro verso il basso, costringendola a rimanere giù. La proiezione delle sue ali non poterono reggere, disintegrandosi in una grande sofferenza.
Questo risaltò il fatto che lei era ancora un cucciolo in confronto a lui, che era un autentico mostro.
 
La figlia ritornò normale, sentendosi soffocare e mancare l'aria.
Quando la vide tornare come prima si fermò subito, facendo sparire la sua aura.
 
-Vai a riposarti, Olivia. Abbiamo finito.-
 
Lo guardò, redendosi conto dell'enorme divario che li separava. Ansimò, intrisa di sudore. Non aveva mai sentito addosso una tale sensazione di impotenza e inferiorità, una preda in piena balia del predatore che si divertiva a giocare con lui senza poter fare nulla.
Si mise seduta, stringendo in una mano la maglietta, sentendo poi una sensazione di frustrazione.
Mentre si allontanava, Dante la guardò con la coda dell'occhio.
 
-Ci penserò io a lei, Amalia. Non preoccuparti.- mentre lo diceva gli si stringeva il cuore, sentendo ancora una grande malinconia e tristezza nel suo cuore col vuoto che le aveva lasciato alla sua morte.
 
 
******
 
Mikage stava andando nell'ufficio di Iris, con in mano un foglio di un incarico appena arrivato.
Una volta in presidenza le chiese di poter parlare in privato.
 
-Buongiorno signora Preside. Volevo chiedere il permesso di fare questo incarico.- poggiò il foglio sulla scrivania mostrandogliela.
 
-Guarda che non c'è bisogno che chiedi direttamente a me. Abbiamo un ufficio apposta.- ci buttò l'occhio per vederla, per poi rimanere stupita dal lavoro da fare.
 
-Ma... sei sicura di voler fare questo lavoro? Si tratta del recupero di un Artefatto. Per questioni di sicurezza dovrò affidarti anche un professore che ti appoggi.- Iris vedeva strana la richiesta di Mikage.
 
-Lo so. Per questo vorrei proporre il professor Thomas. Penso che un lavoro del genere gli gioverebbe.- parlò, interrompendola, esponendole la propria idea.
 
-Mmmmh, hai avuto una buona idea. Almeno in qualche modo si rimette in moto. Il tempo di organizzare il tutto e partirete.- Dante entrò nell'ufficio subito dopo, mettendosi accanto a Iris guardando il foglio.
 
-Verrà qualcun'altro con te, Mikage.- lo prese dalle mani della Preside, quasi strappandoglielo via.
 
-Prego, vice-preside? Ritengo che sarebbe meglio solo in due, così si lavora meglio.- espose il suo pensiero, in quanto aggiungere un terzo membro potrebbe essere di intralcio.
 
-Non preoccuparti. Sarà un membro valido. Vado a informarla per prepararsi.- non accettò altre obiezioni lasciando l'ufficio, senza lasciarle modo di rispondere.
 
-Lascia stare Mikage. Vedrai che sarà di aiuto.-
 
Le disse di non preoccuparsi e che tutto sarebbe andato bene.
Fecero tutti i preparativi per il lavoro e il giorno dopo. Dante ebbe qualche difficoltà a convincere Olivia.
Partirono il giorno dopo. Andarono a nord, vicino al regno confinante.
Il trio si era recato presso uno scavo. Era ben strutturato, con tecnologie all'avanguardia e ben sorvegliato.
Mikage andò dal capocantiere, che era un po' messo in disparte.
 
-Siete della Braveheart, giusto?- chiese alla ragazza, sollevandosi appena l'elmetto.
 
-Sì. Per il recupero dell'Artefatto.-
 
-Bene. Per fortuna siete arrivati presto. Siamo riusciti a rendere stabile la zona. Vi basterà seguire le luci lungo la via.-
 
-Scusate. Perché non lo avete recuperato voi l'Artefatto?- Thomas si fece avanti con quella domanda.
 
-Abbiamo reputato che fosse necessario un intervento da parte di chi usa la magia. Non siamo sicuri se per noi persone normali sia sicuro prenderla.- gli rispose subito, dandogli una spiegazione sensata.
 
Effettivamente c'erano Artefatti che al solo avvicinarsi erano pericolosi.
Il prof non obiettò, per poi avventurarsi insieme alle ragazze nello scavo.
Lungo il tragitto a Olivia venne una domanda.
 
-Scusate. Cosa sono gli Artefatti?-
 
-Come fai a non saperlo?- Mikage si fermò guardandola scocciata.
 
-Diciamo che non ho avuto modo di sapere molto del mondo esterno in un buon periodo della mia vita.- fu infastidita dal suo sguardo, guardandola appena male.
 
-Ha ragione, Mikage. Gli Artefatti sono strumenti magici potenti, che si differenziano tra armi e oggetti.- Thomas iniziò a spiegarle, partendo dalle basi tentando di mantenere la calma tra le due.
 
-Ce ne sono di svariati tipi. O meglio c'erano. Prima della Crisi ce ne erano molti, ma poi o sono stati distrutti o dispersi. Si sta cercando di recuperarne il più possibile per studiarli, anche se è raro trovarne uno integro.- Continuò poi la presidentessa la spiegazione.
 
-Erano anche molto utili per le persone. Come uno che conteneva del sangue e aiutava a capire se l'anno sarebbe stato buono o meno. Ma erano molto popolari le armi, che erano devastanti...- sull'ultima parte era seria, fermandosi di colpo.
 
-Hanno portato morte e distruzione durante la Crisi... causate ferite a popoli che non lo dimenticheranno facilmente.- Thomas si incupì, sospirando.
 
-Per questo esistiamo per impedire che accada di nuovo. Evitare gli errori del passato.- divenne serio, proseguendo il cammino e sorridendo alle ragazze.
 
Riuscì a contagiare Olivia che lo raggiunse subito, mentre Mikage rimase con l'espressione fredda e distaccata.
 
"Non sai quanto hai ragione sulle ferite..." pensò.
 
Dopo un lungo cammino arrivarono a destinazione.
Erano davanti a una sorta di tempietto, o meglio le sue macerie, con una spada rovinata e crepata conficcata nel terreno, in piedi.
Sentirono l'aura di energia magica che emanava, ma niente di così esagerato, come se fosse in uno stato dormiente.
 
-Mah, chiunque riuscirebbe ad avvicinarsi. Mi chiedo cosa pensasse il capo cantiere.-
 
Ad un tratto, nella caverna, si sentì un’esplosione che causò un forte scossone. Proprio quando avevano trovato l'artefatto magico.
Thomas stava pensando a una via di fuga cercando di valutare la situazione il più rapidamente possibile. Olivia, guidata dal suo istinto, si mosse da sola tentando di prendere sia il prof che Mikage.
La Presidentessa, però, fu la prima ad agire, lanciandosi sulla draghessa prendendola per la vita e spingendola dall'altro lato.
 
-OLIVIA! MIKAGE!- Thomas provò a reagire, ma un muro di roccia si frappose tra lui e le due ragazze, dividendoli.
 
-Thomas! Tutto bene?!- si rialzò da terra andando subito di fronte al muro.
 
-Sì! Sto bene! Voi invece?- urlò di risposta preoccupato.
 
-Stiamo bene professore. Mi dispiace, non sono riuscita a prendere anche lei!- Mikage era dispiaciuta nel non essere riuscito a metterlo in salvo.
 
-Non preoccupatevi! Cerchiamo un modo per rompere questo muro e di ricongiungerci!-
 
Si guardò intorno notando che solo davanti a lui era crollato, mentre attorno pochissimi detriti.
 
"è strano. Perché è crollato solo qui?"
 
Una volta finito a sviluppare questo pensiero sentì come se un blob stesse uscendo da qualcosa.
Si voltò e il blob trasparente si formò in una donna in una tuta di pelle col volto coperto e un cinturone nero con un paio di borselli attaccati, Laja.
 
-Presumo che tu non sia qui per salvarmi, vero?- Thomas si mise subito in guardia, presagendo che non era lì per salvarli.
 
-Sono qui per prendere qualcosa.- si appoggiò al terreno delicatamente, puntando con lo sguardo sul professore.
 
-La spada artefatto per caso...?-  si mise in una posa da battaglia, preparando le gambe ad ogni eventuale movimento poco simpatico della donna.
 
-Non ne abbiamo bisogno. Perché non vieni fuori, piuttosto?-
 
-Prego?- Thomas piegò leggermente la testa di lato, non capendo.
 
-Non parlo con te, ma a quanto pare c'è bisogno di uno stimolo per venire fuori.- tirò fuori dalla cintura uno strano guanto.
 
Arrivava fino al gomito, tutto bianco e con dei filamenti metallici argentati che erano collegati al dorso della mano, su cui risiedeva una sorta di meccanismo. Sul tessuto erano incisi dei strani segni magici che emanavano una qualche energia maligna. Era magia nera.
Il ragazzo la riconobbe subito, agendo di conseguenza procedendo con uno scatto fulmineo avvicinandosi a pochi centimetri da lei. La colpì alla testa con un calcio carico di fulmini, investendola in pieno con l'energia elettrica, per poi allontanarsi.
Quando il fumo di dissolse la testa di Laja era completamente piegata all'ingiù, formando una perfetta curva a U, facendogli venire i brividi lungo la schiena per il disgusto.
 
-Porca troia! Vieni da un film horror da quattro soldi o hai un'anatomia strana tu?!-
 
Laja si prese la testa, rimettendola apposto con un colpo secco. Rispose alla sua offensiva rendendo trasparente l'altro braccio trasformandolo in una lunga frusta che utilizzò subito.
Il movimento dell'arma era imprevedibile e nonostante Thomas fece di tutto per evitarlo, riuscì a prenderlo per la caviglia, scaraventandolo contro le pareti rocciose con forza, per poi lanciarlo addosso a sé.
Mentre lo stava portando su di sé la donna allungò il braccio col guanto per afferrarlo, ma il ragazzo sfruttò la cosa per tentare di colpirlo con un altro attacco fulminante.
Lei, vedendo come si era mosso, lo intuì ritirando la mano e il professore ne approfittò per liberarsi e allontanarsi ancora.
 
-Perché stai usando la magia nera? è stata proibita da parecchio tempo!-
 
-Rimani in silenzio. Sei solo un ricettacolo che sta accogliendo qualcun altro.- l'ultima parte della frase sembrava che lo dicesse con rabbia, come se c'è la avesse a morte con quel qualcuno, mentre stringeva in una presa la mano col guanto maledetto.
 
****
-Merda! No! Resisti Thomas!- Olivia stava menando colpi e fendenti contro il muro di pietre con la spada per ricongiungersi con Thomas.
 
Aveva iniziato dopo aver sentito l'inizio della battaglia dall'altra parte.
 
-Olivia, calmati. Fare così non migliorerà la situazione e sprechi energie.- era in procinto a fermarla.
 
In un ultimo colpo secco la lama si spezzò di colpo in svariati frammenti e la ragazza buttò, disperata, la buttò a terra con forza, fermandosi senza sapere più cosa fare.
La presidentessa del consiglio cercò di pensare a una soluzione che potesse tirarle fuori da lì.
Olivia guardò la spada artefatto, alzandosi di colpo andando verso di essa.
 
-Ferma. Non sappiamo cosa potrebbe succedere o se possiede ancora proprietà magiche.-
 
-E sti cazzi!- non la ascoltò estraendola dalla roccia senza alcuno sforzo, senza alcuno spettacolo di luci magiche.
 
Si aspettavano ben altro da un oggetto magico antico. L'unica cosa che successe era l'apparizione di una scritta sulla lama arrugginita e rovinata "prova il tuo coraggio". Una scritta alquanto enigmatica.
Oliva se ne fregò della scritta, andando subito poi a colpire il muro, iniziando a infonderci la sua magia. Anche se era un qualcosa di molto importante quella spada non le importava. Voleva solo spaccare quelle rocce per ricongiungersi con Thomas.
 
-Ferma! è un oggetto antico e sacro! Non puoi usarla menando colpi a caso!- Mikage la fermò dal gesto, prendendola per le braccia e per farla rinsavire a pensare lucidamente.
 
-Cosa dovrei fare allora?! Rimanere qui ferma?!- si girò di scatto verso la ragazza, arrabbiata per averla fermata, senza però liberarsi dalla sua presa.
 
-Non ti permetterò di rovinare un artefatto! Te lo ordino in quanto presidentessa del consiglio!- le strappò la spada dalle mani, disarmandola per impedirle di fare cose stupide.
 
Ad un tratto, dopo averla presa in mano, le cadde a terra con forza venendo trascinata per terra, come se pesasse tonnellate. Non capivano cosa stesse succedendo, ma questo la rendeva incapace di usarla.
_________
 
-A quanto pare serve uno stimolo.- Laja batté le mani e il guanto viene pervaso da delle scosse nere, caricandosi.
 
Thomas lo Percepì come un pericolo, agendo di conseguenza per prevenire qualunque cosa stesse per fare, ma Laja lo anticipò andando più veloce di lui.
Lo colpì nel plesso solare col palmo del guanto con forza, creando un'onda d'urto di energia oscura scaraventandolo contro un muro, spaccandolo e alzando un bel polverone.
Il guanto fumò per l'azione compiuta.
Ad un tratto dei fulmini blu elettrico balzarono fuori dal polverone, colpendola in maniera chirurgica, trafiggendola alla gamba e a una spalla fulminandola. Strinse i denti per sopportare il dolore, mentre le ferite si rimarginavano.
 
-Come al solito... hai una notevole precisione chirurgica, Diagan.- Laja si rimise in piedi, guardando verso il polverone.
 
-E te fredda, cara Laja.- Thomas uscì dal polverone, ma lo sguardo era diverso, di un acceso colore blu chiaro.
 
Era cosparso di fulmini, da cui dell'energia fuoriusciva dagli occhi, e i capelli si fecero a punta elettrificandosi, venendo avvolto da un'aura del medesimo colore. Sembrava un vero e proprio conduttore umano.
 
-Martello. Consegnati. Per la nostra gente e il Generale.- la donna allungò la mano come per dire di dargli qualcosa, guardandolo con fare truce.
 
-è proprio per via del nostro "amato" generale che lo abbiamo fatto. Nemmeno il dialogo è servito a fermarlo e stava diventando pericoloso volendoci portare sul piede di guerra contro le altre razze.-
 
-Allora dovrò convincerti.- le braccia di Laja divennero trasparenti, divenendo due lame affilate, abbassandosi appena.
 
-Avrei voluto evitarlo.- sospirò triste abbassandosi anche lui, mettendosi in una posa da battaglia, mentre le saette cominciano a farsi più intense.
 
Diagan sparì dalla vista di Laja, per poi riapparire dietro di lei menandole contro la schiena un potente calcio fulmineo. La fece urlare dal dolore e sanguinare e grazie alla forza dell'impatto venne spinta via, per poi udire un paio di secondi dopo il rumore della sua carne che veniva lacerata.
Il ragazzo fece di nuovo lo stesso attacco colpendola all'addome e le aprì un'altra ferita, stavolta facendola scontrare contro il soffitto. Il suono arrivò sempre dopo.
Si fermò un momento facendo dei piccoli saltelli, come se si stesse riscaldando.
 
-Me la cavo ancora col mio "Light Speed".- sembrava pavoneggiarsi, pensando che si fosse arrugginito, ma per sua fortuna il corpo di Thomas era ben allenato.
 
Dal polverone dello schianto uscì ad un tratto una frustata che gli sfiorò una guancia, aprendogli una ferita. La prese al volo con una mano dandogli una potente scossa, che arrivò alla donna.
 
-Ma i tuoi riflessi sono un po' calati.- Laja scese a terra, del tutto illesa dall'ultima scarica, con le ferite ancora aperte.
 
-Come immaginavo. Sei diventata di gomma per essere immune ai miei fulmini.- non mollava la frusta, testando l'elasticità per confutare quello che aveva detto, guardandola.
 
Con un colpo secco la fece avvolgere attorno al braccio di lui, per poi trascinarlo verso di sé. Diagan pestò la cordicella inchiodandola a terra a pochi centimetri da Laja, per poi darle un pestone in faccia con annesso fulmini, per fare un tentativo.
La testa rimbalzò contro il piede allontanandolo da lei. Una volta di nuovo distanti fece un ghignò soddisfatta o ambiguo.
 
-Mh? Perché sorri...?- ad un tratto le gambe di Diagan cedettero, per sua sgradita sorpresa, sentendo un tremolio.
 
-Il corpo del ragazzo non riesce a reggere il tuo peso, Diagan. Il tuo stesso potere ti si è ritorto contro a causa sua.- Laja si avvicinò a lui tornando normale, pensando di averla vinta e prepararsi col guanto.
 
-Magari non potrò usare i miei fulmini... ma posso ancora usare le gambe!- piantò le mani a terra per poi sollevarsi e darle un calcio alla testa, sbilanciandola appena.
 
Diagan provò ad approfittarne. Mentre correva gli sembrava tutto rallentato, a causa dei potenti attacchi che aveva usato prima, indebolendogli anche la percezione del tempo e i sensi.
Ad un tratto delle lame fuori uscirono dal terreno, trafiggendogli un polpaccio. La donna aveva piantato un braccio nel terreno, per poi trasformarlo in armi da taglio.
In un momento di disperazione, per liberarsi, provò ad attuare un altro potente attacco elettrico, dando un altro calcio liberandosi. Ma non appena toccò terra la sentì intorpidita, cadendo giù.
Si era appena dato la zappa sui piedi, condannandosi da solo.
Provò a strisciare, ma Laja gli piantò un piede sulla schiena per fermarlo e poi girarlo a pancia in su.
 
-Non ti vergogni? Un tempo eri un formidabile guerriero, uno della triade arcana. Ora strisci a terra, come un verme.- lo stava guardando dall'alto in basso disgustata, ormai aveva perso tutta la sua gloria di un tempo.
 
-Di certo non mi lamento.-
 
Trasformò il braccio in una coda-tentacolo, prendendolo per il collo e poi sollevarlo davanti a lui con forza.
Il guanto si attivò piantandoglielo nel petto, facendolo urlare di dolore.
 
-Quando lo hai scelto come ricettacolo l'hai destinato a perdere i poteri.- strinse la presa per fargli più male.
 
-N-non ti preoccupare per questo. Li riavrà.- fece un ghigno divertito, sbeffeggiandola.
 
Con forza gli strappò dal corpo l'anima di Diagan. Il potere elettrico che prima emanava Thomas scomparve dal suo corpo. Laja lo lasciò cadere rovinosamente a terra.
Stava tenendo in mano l'anima del compagno. Lo avvolse col potere oscuro della magia nera, ma lo spirito si oppose con forza, rimandando solo di qualche istante la sua fine.
 
-Muori e per sempre!- con un'ultima stretta la disintegrò nell'etere, facendola scomparire.
_________
 
Mikage rimase sorpresa per quello che era appena successo. Prese il manico con entrambe le mani, facendo leva con le gambe per sollevarla, ma era come spostare un enorme macigno.
Ci stava mettendo tutte le sue forze per riprenderla in mano, ma erano tutte vane per qualche motivo.
Olivia riprese la spada tirandola su, guardando male la presidentessa del consiglio.
 
-Non me ne frega un cazzo chi sei!- camminò verso il muro di rocce, alzando la spada verso l'alto e brandendola con entrambe le mani e dalle crepe della spada iniziò a brillare qualcosa.
 
-Non ho nessuna intenzione di rimanere ferma! Excalibur, fendente netto!- l'energia magica di Olivia passò attraverso l'artefatto, donandogli potere.
 
La ragazza urlò a squarciagola colpendo il muro sfondandolo in un singolo colpo, alzando un bel polverone.
Lo attraversò senza esitazione, seguita da Mikage. Ma quando vide la scena spalancò gli occhi scioccata. Thomas era a terra che non dava segni di vita, ai piedi di Laja.
A quel punto non ci capì più nulla e la draghessa la attaccò frontalmente senza pensarci, agendo impulsivamente, diventando però prevedibile. La donna schivò il suo attacco, prendendola poi per il polso e colpendola con forza nello stomaco, pensando che bastasse.
Ma le scaglie che la proteggevano attutirono in parte il colpo, per poi colpirla con la punta del manico sul viso. Laja, accusando il colpo, riuscì a reagire subiti dopo colpendola con una gomitata e poi in rapida successione con un pugno trasformato in ferro, riuscendo a staccarsela di dosso.
Poi volse lo sguardo verso Mikage e vedeva che non sapeva come reagire. Capiva che con quella donna non si poteva scherzare e così ne approfittò per scappare.
Olivia però la prese sul personale. La puntò con lo sguardo, spostando all'indietro il braccio che brandiva la spada ancora imbevuta della sua magia, gliela lanciò contro, trafiggendola alla schiena e trapassandole lo stomaco. Sputò subito dopo sangue, fermandosi per un momento.
 
-VIGLIACCA!- le urlò contro con rabbia, guardandola con disprezzo in quanto si stava sottraendo allo scontro.
 
Laja ricambiò con uno sguardo iniettato di rabbia per come la aveva chiamata, ma continuò la sua fuga, passando attraverso le fessure nelle pareti, lasciando lì la spada.
Una volta finito tutto, anche la scarica di adrenalina, Drake andò da Thomas per vedere in che condizioni stava.
 
-Thomas! Tutto bene?!- gli prese il viso provando a sollevarlo da terra.
 
Era un po' pallido in volto e respirava a fatica.
 
-Sì... sì, sto bene. Sono ancora vivo e un po' scarico...- le rispose ridacchiando, dando qualche colpo di tosse e dandole un sospiro di sollievo.
 
Provò ad alzarsi, ma a fatica con qualche smorfia di dolore. Si sentiva tutti i muscoli strapparsi ad ogni movimento che faceva, frastornato e con una sensazione di vuoto dentro.
Mikage lo aiutò a rialzarsi, mentre Olivia andò a recuperare la spada per poi unirsi ad aiutare il professore.
Una volta fuori dalla caverna incontrarono gli operai fuori con annessa sezione scientifica e tecnica. Quando videro il ragazzo in quelle condizioni aiutarono nel soccorrerlo.
Consegnarono l'artefatto alla sezione tecnica perché così poterono studiarla, adempiendo all'incarico a loro affidatogli.
Chiesero dove stava il Capocantiere, ma risposero al trio che quel giorno non era venuto sul posto di lavoro.
Allora… con chi avevano parlato all’inizio?
Era tutto finito e poterono fare ritorno alla Braveheart.
 
Intanto, nella base segreta dei cattivi, c'era un po' di movimento.
 
-Dovevi recuperarlo! Non distruggerlo!- Jack stava rimproverando Laja nella sala riunioni, con al telefono il Burattinaio.
 
-Ho fatto solo quello che mi aveva ordinato il Generale.- era dritta e composta, con le braccia dietro la schiena, sguardo fisso avanti.
 
-Non avete rispettato il piano! Cosa dovremmo fare ora?!- era parecchio arrabbiato per aver fatto come volevano.
 
-Non preoccuparti, Jack. Anche se non mi hanno interpellato, hanno agito bene. Sarebbero potuti essere un problema, anche se sarebbero stati utili al nostro fine.- con una punta di fastidio, mascherata dalla gentilezza, le fece un rimprovero velato.
 
-Agisco solo sotto comando del Generale. Non vostro.-
 
-Non montarti la testa ora!- la prese per un braccio per avere la sua attenzione, ma ricevette un cattivo sguardo e stava per sollevare il braccio per colpirlo, alzando la tensione.
 
-Ora basta. Laja, puoi andare. Devo parlare con  Jack.- riuscì a fermare l'imminente lotta, facendo andar via la donna.
 
-Mi dica signore! Cosa devo fare?- Jack si sedette al tavolo, rimanendo tutto orecchi.
 
-è il momento di recuperare la nostra nuova compagna. Colei che affronterà Dante Drake.-

(copertina/illustrazione)

 
ANGOLO AUTORE
Yes! Ci sono riuscito! Sì! Dopo 8... mesi... madonna se mi deprimo ora! Mi dispiace per la lunga attesa, ma ho avuto un sacco di problemi. Sia a livello mentale, emotivo e fisico, siccome sono venute delle belle problematiche da affrontare che mi hanno portato a un blocco prolungato... più del dovuto. Questo capitolo doveva essere pubblicato a febbraio, massimo marzo.
Ora, per un poco di tempo, non dovrei avere problemi siccome mi sono fatto una scaletta di alcuni capitoli e dovrebbero permettermi di andare avanti senza troppi intoppi... problemi permettendo, perché col piffero che sono finiti. C'è ne uno nuovo ogni giorno! Sapeste la mia gioia...
è pure apparso un nuovo personaggio!(mi sto suicidando a metterne così tanti). Daiant Veor! è ispirato da un mio caro amico e spero che vi piaccia.
Spero che vi sia piaciuto e anche incuriosito siccome c'è un poco di carne al fuoco eh. Quindi alla prossima... spero. Credo. Aiuto.
(pssss, spero vi piaccia la copertina finale! non è granché, lo so, ma è il mio massimo attuale.)
 
Curiosità: Gli Artefatti sono in parte ispirati dalle reliquie religiose.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Teemo Omegasquad