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Autore: ester_potter    10/09/2021    0 recensioni
[Walt/Jesse] [Canon Compliant] [Missing Scene] [14.4k words]
5 volte in cui Jesse ha mentito riguardo i suoi sentimenti per Walt e una volta in cui non ha potuto farlo.
Il titolo è un gioco di parole con la Gray Matter, cioè la compagnia fondata da Walter, e il cognome di quest'ultimo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gustavo Fring, Jane Margolis, Jesse Pinkman, Walter White
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quando Skyler torna a casa è tutto buio, ed è strano, dato che solitamente Walter rientra prima di lei. Beh, tanto meglio. Finché si tiene lontano da lei, non le interessa dove sia. Sospira e appoggia le buste della spesa sul tavolo della cucina. È stata una giornata relativamente buona, in confronto alle altre infernali che ha passato ultimamente.
Non si pente di aver messo in salvo Walter Jr. e Holly portandoli a vivere da Hank e Marie, ma non passa giorno senza che Skyler si senta uno schifo per come sta mentendo spudoratamente a sua sorella e suo cognato, approfittandosi proprio di loro che, fin dall’inizio, non hanno fatto altro che sostenere lei e la sua famiglia. Si chiede se Holly non stia assorbendo tutta la tensione che sente intorno, se il costante senso di pericolo non stia penetrando nella sua mente ancora in via di sviluppo. Si chiede se Walter Jr. la perdonerà mai; ora come ora è arrabbiato e la odia a morte, cosa comprensibile se si pensa che sta guardando la sua famiglia andare a pezzi da ormai un anno, e ogni volta gli viene dato un motivo diverso: dal cancro alla finta dipendenza da gioco di Walter, da “Un nuovo arrivato in famiglia può causare qualche alteramento dell’equilibrio” a “Io e tuo padre abbiamo bisogno di stare un po’ di tempo separati per schiarirci le idee”. Mai la verità.
Solo ora si rende conto di essere entrata in cucina per mettere a posto la spesa e di non averla nemmeno toccata: è rimasta con le mani appoggiate sul tavolo e la testa china, a pensare. Non ha mai pensato come così tanto come nell’ultimo anno. Potrebbe morirci, di tutto questo pensare e rimuginare.
Sono settimane che si illude di tornare a casa e non trovare Walter – magari venendo a sapere più tardi del suo arresto grazie alla televisione o ad una telefonata di Hank, o della sua morte per mano di qualche gangster più pazzo di lui –, o magari di trovarlo morto. Un’ischemia. Un embolo. Un infarto. Un attacco di tosse che gli faccia sputare un polmone sul pavimento. Qualunque cosa, purché questo incubo finisca e lei possa fingersi una vedova affranta giusto per il tempo del funerale, e poi tornare finalmente alla sua normalità. Ma non potrà più esserci una normalità. Non dopo quello che sa e che ha fatto, quello che ha aiutato Walt a fare.
Anche oggi, però, le sue preghiere per la prematura dipartita di suo marito sono state ignorate; lo capisce quando sente un tonfo leggero provenire dal corridoio. Sospira.
Si dirige in corridoio; la porta della camera da letto è socchiusa, lasciando uscire una sottilissima fessura di luce che scende fin sul pavimento e arriva a toccare il muro opposto. Dopo un paio di passi, proprio quando sta per chiamare Walt, Skyler si ferma di botto. Adesso i rumori sono attutiti, indistinti.
Forse non è lui. Forse è un ladro. O, più probabilmente, il pericolo che tanto la preoccupa è finalmente arrivato. Lo stesso pericolo da cui lei non ha fatto altro che mettere in guardia suo marito, ma che lui invece ha sempre sottovalutato. Diceva di essere lui il pericolo, di essere lui quello che bussava, e invece, forse, questa è la volta buona che il pericolo ha bussato da loro.
Il cuore le martella nel petto come impazzito e le rimbomba nelle orecchie. Sente un ansito. Ingoia a fatica e si decide a sbloccarsi; respira piano, procedendo passo dopo passo verso la camera più lentamente che può, ringraziando Dio per la moquette che smorza il suono dei suoi tacchi.
Un gemito.
Aggrotta le sopracciglia e si avvicina ad un palmo dalla porta. Infila l’occhio destro nella fessura di luce che esce dalla porta socchiusa e guarda all’interno: Walter è in piedi con la schiena contro il muro opposto alla porta, ha la camicia aperta e i pantaloni abbassati. In ginocchio davanti a lui c’è un uomo. Un uomo che potrebbe essere molto più giovane, pensa Skyler guardandolo meglio: non riesce a vedere il suo viso perché le dà le spalle, ma è a torso nudo e il busto sembra quello di un ragazzo. Perfino il teschio tatuato in mezzo alle scapole ispira tutto tranne che maturità. L’uomo mugola con la bocca piena di qualcosa che Skyler non riesce a vedere, dal punto dove si trova, ma non ne ha bisogno.
Per un attimo pensa a uno stupro – del resto non si stupisce più di nulla – e la paura scivola via da lei in un attimo per lasciare spazio allo shock. Spalanca occhi e bocca e si prepara a fare irruzione, prima di cogliere il significato di quei mugolii. Non è paura.
A confermarlo sono le mani del ragazzo, che risalgono le gambe di Walt fino a raggiungere i suoi fianchi, compiono un movimento circolare fino al sedere e se lo spingono contro. Ci mette desiderio, ci mette passione, come se stesse assaggiando qualcosa che conosce già e che adora, come se non mangiasse da una vita. Sopra di lui, Walt è ridotto a un macello di gemiti e grugniti, e tiene gli occhi chiusi forte mentre si morde il pugno. “Oh Dio… Jesse…”
Jesse?
In un battito di ciglia, Skyler si ritrova ancora incinta, in mezzo al giardino incasinato e sporco di un drogato palesemente uscito da una rissa, con un occhio semi-chiuso e coperto da tonnellate di correttore e l’atteggiamento da finto duro. Un ragazzino, aveva pensato lei la prima volta che l’aveva visto. È stato poco più di un anno fa.
È ancora con la mente a quel giorno quando alza lo sguardo verso suo marito, che apre gli occhi nello stesso istante e incrocia i suoi. Walt strabuzza gli occhi e si irrigidisce, ma Jesse non sembra accorgersene, dato che continua indisturbato ciò che sta facendo.
Anche se non avrebbe mai e poi mai pensato di trovare Walt in una situazione del genere, paradossalmente è proprio ora che, per la prima volta dopo mesi, le sembra di avere davanti l’uomo che ha sposato: rivede dopo mesi interi quel miscuglio di stupore e incertezza negli occhi di Walt. Sembra mortificato, quasi spaventato.
Non dura molto, però: Walter lui riacquista il controllo di sé stesso e dell’intero ambiente, mentre solleva un angolo della bocca in un ghigno compiaciuto che si prende gioco di lei. Non stacca mai gli occhi da quelli di Skyler mentre porta le mani dalle spalle alla testa di Jesse, manovrandolo come vuole. Quel ragazzo deve essere totalmente sprovvisto di riflesso faringeo, perché non tossisce neanche una volta e anzi, lo accoglie con un gemito di apprezzamento.
Skyler sa perfettamente cosa sta pensando Walt. Vuole fargliela pagare. Vuole che lei lo guardi mentre eiacula nella bocca di Jesse Pinkman. Sa che non ha mai dimenticato il tradimento di sua moglie, né glielo ha perdonato. Ma non per gelosia. Semplicemente non sopporta lo smacco che Skyler gli ha provocato quando lo ha guardato dritto negli occhi e gli ha detto di essersi scopata Ted. Non “Ti ho tradito con Ted”. “Mi sono scopata Ted”
Le sembra quasi di sentirlo mentre pensa: “Guarda qui, cara. Guardami mentre vengo nella bocca di un venticinquenne. Guarda come mi soddisfa”
Lo spettacolo a cui assiste le fa ribrezzo, ma non per l’atto in sé – lei stessa gliel’ha succhiato parecchie volte, sebbene ad oggi il solo pensiero le faccia venire il vomito. Le dà ribrezzo vedere Walt trarre vantaggio da tutto e tutti, godere come un animale sepolto nella cavità orale del suo socio.
“Bravo, così” mormora Walt. “Prendilo tutto…”
Non ha abbastanza capelli da tirare, ma il suo istinto sembra essere proprio quello; gratta piano la nuca di Jesse, per poi passare delicatamente i polpastrelli sul cuoio capelluto in cima alla testa e Jesse deve aver fatto qualcosa di magico con la lingua perché d’un tratto Walt smette di guardarla: chiude gli occhi e getta la testa all’indietro, appoggiandola al muro. Inizia ad accompagnare i fianchi verso i movimenti del ragazzo, avanti e indietro, mentre Jesse ha iniziato a strusciarsi contro la sua gamba come un cane.
Nel basso ventre di Skyler sboccia uno calore familiare che non sentiva da tempo; è eccitante, suo malgrado, e nell’istante stesso in cui se ne accorge le viene voglia di prendersi a schiaffi da sola. Capisce che Walt è vicino all’orgasmo dalla sua espressione; Jesse ingoia tutto fino all’ultima goccia – “E meno male,” si ritrova a pensare Skyler, “perché col cazzo che pulisco lo sborro di mio marito dalla moquette” – e infine lo rilascia, appoggiando la fronte contro la sua coscia per prendere fiato, sfinito.
Walt respira a fondo; dopodiché, invece di far rialzare Jesse bruscamente e cacciarlo senza troppe cerimonie come Skyler si aspetta che faccia, Walter richiama l’attenzione del ragazzo su di sé dandogli dei colpetti con l’indice sulla spalla.
“Vieni qui” gli dice.
Jesse si rialza e Walt si butta in avanti per baciarlo. Skyler giura di riuscire a vedere la sua lingua che pulisce l’interno della bocca del minore da ogni traccia rimasta del suo liquido. Questo loro non l’avevano mai fatto: sia lui che Skyler preferivano correre in bagno a sciacquarsi la bocca dopo il sesso orale. Le viene da ridere di cuore, nel rendersi conto che tutto ciò che per ben diciassette anni ha creduto di sapere su Walt sta andando in frantumi nel giro di un anno.
Jesse si lascia baciare e geme, inclinando il viso di lato e circondando i fianchi di Walt con le braccia. L’uomo se lo tiene vicino con una mano sulla sua nuca mentre lascia scivolare l’altra in basso, in mezzo a loro. Da quando l’ha vista sotto l’arco della porta, non ha più guardato Skyler.
La donna coglie il rumore di una cerniera. La mano di Walt inizia a muoversi su e giù fra il corpo suo e di Jesse; quest’ultimo si stacca dalla sua bocca con un singhiozzo strozzato, seguito da una sequela di ansiti bisognosi, un frenetico crescendo di piacere contornato dal rumore di pelle che struscia contro altra pelle. Incredibile a dirsi ma questo sembra molto più intimo del pompino a cui le è toccato assistere.
“Vieni, Jesse. Vienimi addosso”
Jesse lo fa; si libera soffocando i suoi stessi suoni contro la spalla di Walt e resta appoggiato su di lui mentre recupera fiato. “Riguardo la metilammina…” dice poi con un filo di voce.
“Ne parliamo domani” lo interrompe Walt. “Non preoccuparti”
Adesso Walt sta guardando Skyler. Che non gli venga in mente…
“Sei tornata presto, cara”
Skyler sgrana gli occhi. Jesse sussulta e si stacca da Walter, girandosi di scatto verso la porta. Skyler lo guarda in faccia per la prima volta dopo più di un anno. Non sembra essere cambiato molto, l’idea che le dà è quella di un adolescente scappato di casa proprio come quando l’ha conosciuto, ma gli occhi sono diversi: lo stesso blu cristallino, ma non più innocenti. Ingenui, forse, quello ancora sì. Ma innocenti no. E come potrebbero esserlo? Qualunque cosa Walt tocchi perde la sua innocenza nel giro di poco.
“Signora White—” lo dice talmente piano che Skyler fa fatica a sentirlo.
Walt, dal canto suo, si abbottona la camicia fregandosene della macchia umida di sperma nella parte bassa. “Jesse si ferma a cena” annuncia in tono distaccato.
Jesse si volta di scatto verso di lui. “Assolutamente no” sibila, fulminandolo con lo sguardo.
“Perché no? Non avevamo niente di speciale in programma. Vero, Skyler?”
Skyler stringe la presa sulla maniglia della porta e la apre del tutto. Se è così che Walt pensa di metterla in difficoltà, è un metodo alquanto deludente. Quasi indegno di lui. Jesse la guarda come se la stesse implorando di cacciarlo di casa lei sé stessa a calci in culo, ma Skyler non ha intenzione di darla vinta a nessuno dei due.
“Sì, infatti” risponde con tranquillità. “Nessun problema”
Li lascia soli. Prima di tornare in cucina fa in tempo a sentire Jesse dire: “Stronzo”
La cena è un disastro, ma la cosa non la tocca minimamente. Prova un minimo di pena per Jesse, quello sì: quel poveretto sta sciorinando da mezz’ora una lista di complimenti e commenti sulla cucina di Skyler come se si sentisse in obbligo, mentre lei e Walter non dicono una parola. Skyler si limita a riempirsi il bicchiere di vino ogni qual volta arriva ad essere pieno solo a metà. Quando decide di aver combattuto abbastanza per quella sera – anzi, per una vita intera – si alza e si congeda con educazione, portandosi via la bottiglia perché sì.
Beve ancora un po’ in camera da letto, per poi uscire dopo qualche minuto. Quando passa accanto alla porta della cucina, Walt e Jesse sono ancora seduti al tavolo. Sembra stiano litigando, ma Skyler ignora deliberatamente tutto ciò che sente ed esce di casa. Si ferma a qualche passo dalla porta e si accende una sigaretta.
Le mancano un paio di tiri per finirla quando Jesse esce. Continua a guardare fisso davanti a sé mentre il ragazzo si ferma a debita distanza da lei, come se ne avesse paura. “Io sto andando” le dice. “Grazie per la cena”
Lei annuisce senza guardarlo e inspira. Jesse fa per andarsene, poi si ferma e si gira di nuovo verso di lei. “Signora White…”
“Non ce n’è bisogno”
“Volevo scusarmi per—”
“Non mi riguarda più. Tra me e Walt è finita da un pezzo. È tutto tuo, se lo vuoi”
Jesse apre la bocca e Skyler si prepara a sentirlo negare fino allo sfinimento – “Ma no, signora White, non c’è assolutamente niente tra me e suo marito, yo. Sono solo scopate, ma niente di più. Io non voglio Walter White” –, e invece non succede. Lo spia con la coda dell’occhio e lo vede abbassare lo sguardo con rassegnazione. Probabilmente si è reso conto che non ha più senso mentire, fare finta di niente. Non ora che tutti i nodi sono ormai al pettine.
‘Chissà quante altre volte avrà mentito’ si domanda.
Skyler schiaccia il mozzicone sotto la suola; la compassione che ha avuto per lui a cena si ripresenta più forte, e decide che non può tornare in casa senza avergli detto un’ultima cosa.
“Ricordi cosa ti ho detto la prima volta che ci siamo conosciuti?” gli chiede.
Jesse aggrotta le sopracciglia e si sforza di ricordare. “Che… non dovevo vendere marijuana a suo marito?” butta lì.
Skyler scuote la testa.
Sta’ lontano da lui, o te ne pentirai amaramente” ripete. “Il suggerimento vale anche adesso, anche se la ragione per cui te lo sto dicendo non è la stessa di un anno fa”
‘Anzi, vale anche di più’, pensa.
Fa giusto in tempo a vedere le iridi blu di Jesse spalancarsi nel buio della notte, prima di rientrare in casa senza aggiungere parola.
   
 
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