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Autore: ChrisAndreini    12/09/2021    2 recensioni
Cinque coppie, cinque cliché, tropes letterari e delle fanfiction ovunque, e un narratore esterno e allo stesso tempo interno che sembra attirare a sé le più assurde coincidenze e situazioni da soap opera.
Un gruppo di amici si ritrova a passare l'anno più movimentato della loro vita guidati dai propositi, dall'amore, e da una matchmaker che non accetta un no come risposta.
Tra relazioni false, scommesse, amici che sono segretamente innamorati da anni, identità segrete e una dose di stalking che non incoraggio a ripetere, seguite le avventure della Corona Crew nella fittizia e decisamente irrealistica città di Harriswood.
Se cercate una storia piena di fluff, di amicizia, amore, e una sana dose di “personaggi che sembra abbiano due prosciutti negli occhi ma che alla fine riescono comunque a risolvere la situazione e ottenere il proprio lieto fine”, allora questa è la storia che fa per voi.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Corona Crew'
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Propositi compiuti

 

Mercoledì 18 Dicembre

Petra era tanto, tanto confusa, in quel momento.

Conosceva Amabelle da anni, così bene che avrebbe potuto scrivere un trattato su di lei, e vincere parecchi giochi di coppia insieme, ma ogni volta che era convinta di sapere ogni segreto e stranezza, lei la sorprendeva mostrando nuovi lati del suo carattere sempre più folli e inaspettati.

Non che se ne lamentasse, avere Amabelle come migliore amica era un’avventura.

…ma aveva seriamente rischiato di non realizzare il suo proposito e morire d’infarto quando l’aveva vista buttarsi dalla ruota panoramica.

E questo l’aveva rallentata dal saltare a sua volta e mettersi all’inseguimento.

Perché Amabelle non poteva buttare una bomba del genere e poi buttarsi lei stessa nel vuoto, soprattutto quando Petra era stata in procinto di rivelarle i propri sentimenti a sua volta.

Okay, era stata un po’ lenta, e forse non avrebbe dovuto chiedere “cosa hai detto?” ma dire una specie di “Ti amo anche io! Sposiamoci domani prima che cambi idea!”.

…nah, non era neanche quella la risposta giusta, ma era stata così presa in contropiede da quella rivelazione urlata nel panico che non riusciva ancora a credere che fosse vera.

Magari stava soltanto cercando di togliersi Norman di dosso.

Ma poi perché Norman si era impuntato su di loro?

E perché Amabelle era così convinta che Norman pensasse che lei avesse una cotta per Petra? Norman sapeva della cotta di Petra per Amabelle, o almeno Petra era convinta che lo avesse intuito quando le aveva lasciate sole al parco dove avevano poi adottato Lottie, quindi era possibile che il piano non fosse indirizzato ad Amabelle, ma a Petra.

Eppure Amabelle era convinta fosse indirizzato a lei.

Quindi probabilmente ciò che aveva detto era vero, e ricambiava i sentimenti di Petra?

E Norman aveva fatto tutto quel casino perché era effettivamente irritante essere amico di due ragazze cotte l’una dell’altra ma che non lo ammettevano?

Ma allora perché Amabelle sembrava sempre agire come se temesse che Petra le rivelasse i propri sentimenti? Di cosa aveva paura se li ricambiava?

Più ci pensava, meno Petra riusciva a capire cosa passasse per la mente di Amabelle, e non era una novità, dato che Amabelle era un mistero avvolto nel mistero persino per lei.

E poi quello non era il momento di pensare, ma di agire.

E ritrovare Amabelle dispersa nella fiera.

-Petra, stai bene?- quando la ragazza saltò dalla ruota, con maggiore grazia e atterrando in piedi a mo’ di Vedova Nera, Mirren fu il primo ad avvicinarsi a lei, accompagnato da Felix.

Petra guardò il fratello con leggero sospetto (da quando era lì? Era coinvolto anche lui?) e annuì.

-Fisicamente sì, psicologicamente assolutamente no. Avete visto dove è andata Amabelle?- chiese, cercando di non perdere tempo.

-Mi sembra sia andata verso l’uscita- rispose Felix, indicando la direzione.

Petra non li degnò neanche di un saluto, e iniziò a correre in quella direzione, aguzzando la vista per cercare di trovare la ragazza in mezzo alla calca di gente che con l’arrivare della sera, con il prezzo ridotto, iniziava ad essere più numerosa.

Per poco non andò a sbattere dritta contro Mathi e Denny, che evitò per un pelo.

-Aspetta, Petra, abbiamo ritrovato la chiave!- Mathi provò a fermarla, ma finì per correre dietro di lei, agitando una piccola chiave che era davvero ammirevole fosse riuscito a recuperare in quel lungo corridoio buio.

-Un po’ tardi, aggiunta peggiore del gruppo- gli fece notare che non era più legata ad Amabelle.

-Sì, ma… dai almeno le togli anche tu, deve far male tenerle così a lungo- Mathi le lanciò la chiave, e Petra l’afferrò al volo, piuttosto grata che le avesse restituite.

Raggiunse poi l’uscita, e vide Max, con il fiatone, che si guardava intorno e cercava di recuperare le energie.

-Dov’è Amabelle?- chiese, in tono molto accusatore.

-Mi dispiace tanto… non sapevo che Norman… voleva fermare la ruota panoramica- si scusò senza fiato, chiaramente rammaricato da come le cose si erano sviluppate.

-Dov’è Amabelle?- chiese nuovamente Petra, un po’ addolcita.

-Quando ha visto… me e Norman all’uscita… è andata verso il padiglione… quello piccolo… penso…- Max indicò la direzione, e Petra tornò a correre. Aveva una resistenza decisamente maggiore di Max.

Raggiunse il padiglione secondario in meno di un minuto, e notò che Norman era all’esterno, e sembrava un buttafuori attento che nessuno superasse l’ingresso.

Petra gli si fermò davanti, e lo fulminò con lo sguardo.

-Dov’è Amabelle?- chiese, con voce fredda.

-È dentro ed è convinta di averci seminati- rispose lui, spostandosi per far passare Petra. Sembrava preoccupato, ma la sua energia da cucciolo bastonato non convinse Petra a perdonarlo seduta stante.

Ohhh, gli avrebbe fatto una sfuriata eterna una volta risolta la faccenda con Amabelle. Per sua fortuna, al momento aveva altre priorità.

Entrò nel padiglione lentamente, e approfittò di essersi fermata per togliere le manette, che mise in tasca insieme alla chiave.

Il padiglione era vuoto, senza neanche un membro dello staff. Per un attimo, Petra pensò che Amabelle avesse fregato Norman e fosse scappata anche da lì, ma poi notò i capelli fulvi della ragazza in un angolo, e la vide dietro una pila di oggetti di scena, sdraiata a terra, intenta a fissare il soffitto.

-Amabelle…- Petra si avvicinò lentamente, in tono dolce, e piegata in modo da non sembrare una minaccia, ma si preparò a scattare per afferrare Amabelle nel caso avesse provato a scappare nuovamente.

Amabelle però rimase completamente impassibile, e neanche si girò a guardarla.

-Mi fa troppo male la caviglia per scappare, e non ti seminerei mai…- rifletté ad alta voce, in tono neutro.

-Perché ti sei buttata da quell’altezza?! Sai che non sei così agile- Petra la rimproverò, più preoccupata che cercando di farle la morale, e le si sedette accanto, osservando la caviglia coperta dagli stivali rosa.

Avrebbe voluto indagare meglio, ma temeva che se avesse provato a toccare Amabelle, lei avrebbe fatto nuovi gesti avventati, così rimase a distanza.

-Au contraire, ero super agile… fino alle medie. Ricordi quando ci siamo conosciute, dopo che Felix aveva lasciato Melany? Superavo sempre l’alto recinto che superava le medie dal liceo- Amabelle ricordò a Petra, sempre in tono neutro, e fissando il soffitto.

Petra decise di sdraiarsi accanto a lei.

Il soffitto non dava molte risposte, era solo un insieme di travi, luci e vernice che iniziava a cadere giù.

-Su questo non posso darti torto… ma mi pare di ricordare che eri sempre piena di cerotti sulle ginocchia e sulle mani perché non cadevi granché bene- le ricordò, cavalcando l’ondata di ricordi.

Amabelle si lasciò sfuggire una risatina mista ad uno sbuffo, e sollevò la mano che fino a poco prima era intrappolata nella manetta insieme a Petra.

-Mi servirebbe un cerotto, in effetti- osservò.

Il pollice, infatti era rimasto ferito, e usciva un po’ di sangue che le era scivolato sul braccio macchiando il cappotto.

Petra sollevò la mano per prendere quella di Amabelle e controllarla meglio, ma la ritirò immediatamente al petto.

-Vuoi che ti accompagno alla zona di primo soccorso?- chiese, cercando di ricordare come arrivarci, e tastandosi le tasche per trovare una mappa.

Amabelle scosse appena la testa.

-Preferirei rimanere qualche altro minuto qui. Sdraiarsi a terra aiuta tantissimo a calmare le emozioni- spiegò, chiudendo gli occhi, e respirando profondamente

-Amabelle…- Petra voleva tantissimo introdurre il discorso, ma Amabelle la fermò mettendole una mano sulla bocca.

-No, Tray… non sono ancora abbastanza Arya Stark per questa conversazione- la interruppe, la sua voce tradì un tremito.

-Aria Stark?- chiese Petra, parlando con difficoltà oltre la mano di Amabelle.

-Nessuno, devo diventare nessuno, liberarmi di tutte le mie emozioni e la mia identità, fino a raggiungere il nulla!- rispose Amabelle, in tono sacrale.

-Amabelle… non c’è bisogno di arrivare a tanto- provò a suggerirle l’amica.

-Sì! Se non divento nessuno sarò costretta ad affrontare le conseguenze di ciò che ho detto, e non credo di esserne in grado- la fulva scosse la testa, ritirando la mano e portandola al petto. La usò per regolare il respiro.

-Pensi davvero che sarebbero così gravi? Sai, Amabelle… io…- forse assicurarle che i suoi sentimenti erano ricambiati poteva aiutarla.

-No, Petra!- la fermò Amabelle, con determinazione.

-Sì, Amabelle, devo dirti che…-

-Non parlare-

-…in realtà anche io…-

-Non voglio sentirlo adesso!-

-Perché no? Io ti…-

-Zitta, Petra! Zitta! Non è questo il problema!- Amabelle si mise di scatto a sedere, alzando la voce, e finalmente guardando Petra, con sdegno, e gli occhi pieni di lacrime.

Petra rimase basita. Si sedette a sua volta.

-E allora qual è il problema? Prova a spiegarmelo? Tu mi piaci, Amabelle, e mi sembra di capire che anche io piaccio a te. Potremmo…- provò a proporle, paziente, avvicinandosi appena.

Amabelle si trascinò via.

-No, Petra, non potremmo. Non funzionerebbe, e poi ci lasceremmo, e non ci parleremmo più, e non voglio perdere la tua amicizia. Meglio lasciarla tale!- spiegò, la voce sempre più impastata, il panico iniziava a salire.

Petra rimase sul posto, senza più cercare di avvicinarsi, ma provò comunque ad insistere.

-Cos’è questa Mirrenata? Ti rendi conto che stai facendo esattamente ciò che hai tentato di impedire a Mirren di fare per anni?- le fece notare la sua ipocrisia, pensando a suo fratello con Felix.

-Forse Mirren doveva continuare a ignorare Felix… forse non si sarebbero mai dovuti mettere insieme, forse nessuno doveva mettersi insieme a nessuno! Il mio proposito è stato un’egoista macchinazione impropria che mai avrei dovuto mettere in piedi!- Amabelle si prese il volto tra le mani, e iniziò a scuotere la testa. Sembrava aver perso il senno.

-Amabelle, che stai dicendo? Stanno tutti insieme, sono tutti felicissimi! Da dove ti è uscito adesso questo pessimismo?- Petra non riconosceva affatto la ragazza davanti a lei. Amabelle e pessimismo non potevano coesistere nella stessa frase. La sua Amabelle era sempre ottimista, speranzosa, e innamorata dell’amore con tutto il suo cuore.

-Per quanto saranno felici, eh? Per qualche settimana? Per qualche mese, magari addirittura qualche anno. Potrebbero sposarsi, avere figli, e poi iniziare a litigare, e lasciarsi, e il gruppo si romperà, e sarà stata tutta colpa mia!-

-O magari staranno insieme per sempre, non puoi saperlo! E se inizi una relazione sapendo che poi finirà non ha senso neanche cominciarla perché è ovvio che poi di autosaboterai nel farla fallire- provò ad obiettare Petra. Bisognava godersi il presente, senza pensare ad un futuro dove tutto poteva andare storto. E Amabelle sarebbe dovuta essere la paladina di quel modo di pensare, dato che agiva sempre d’impulso senza pensare alle conseguenze.

-Appunto! Appunto! Non si dovrebbero iniziare relazioni sapendo che finiranno, quindi non dovremmo mai metterci con nessuno- Amabelle però la stupì con un pessimismo che non le si addiceva per niente.

-Sì invece, perché ci sono relazioni che durano per sempre!- Petra insistette nella sua idea… nell’idea che Amabelle le aveva inculcato in quei mesi.

-Quali? QUALI?! I miei genitori si sono lasciati! La madre di Denny e Max è morta! I genitori di Clover si odiano! Tutte le persone che ho sempre cercato di accoppiare non sono mai durate! Persino mio padre e Molly litigano sempre e stanno insieme solo per i figli! L’AMORE VERO NON ESISTE!!- dopo aver sbottato, Amabelle si mise le mani sulla bocca, sconvolta da ciò che aveva appena detto.

Petra era senza parole.

Amabelle Rosenhan aveva appena detto che l’amore non esisteva? Amabelle?! AMABELLE AVEVA APPENA DETTO CHE NON CREDEVA NELL’AMORE?!

Ci furono alcuni secondi di gelo totale, poi Amabelle scoppiò a piangere, e si ritirò su sé stessa, coprendosi il volto con le mani.

-Amabelle…- Petra non sapeva come consolarla, era troppo sconvolta.

Delle due, non era lei l’esperta del vero amore, e fino a pochi mesi prima non ci credeva neanche lei.

Ma come era possibile non crederci dopo aver osservato la Corona Crew quell’anno.

Si trascinò molto lentamente verso Amabelle cercando le parole giuste per provare che si sbagliava.

-Beh… Johanne e Bartie stanno insieme da… più di venticinque anni, penso, e stanno alla grande. Dovevi vederli alla cena a casa mia l’altra volta, sempre uno accanto all’altro. E penso che Johanna abbia imbrogliato a carte, consigliando il marito…- ripensò ai genitori di Felix, quattro figlie e un amore sempre costante.

Amabelle la guardò confusa, con le sopracciglia inarcate, ma non la interruppe, e rimase ad ascoltarla, aspettando che continuasse.

-Lucie e Genevieve si sono ritrovate tardi, lo ammetto, ma stanno insieme da tanto tempo ormai, e penso che rimarranno insieme il resto della loro vita. Le hai viste anche tu, che si punzecchiano sempre, che si amano, e si conoscono alla perfezione. Pensi che questo non sia vero amore?- il secondo esempio fece sobbalzare Amabelle, che per un attimo sembrò quasi convincersi delle parole di Petra, ma scosse la testa immediatamente.

-Sono eccezioni. Persone fortunate. Ma la regola è che l’amore non esiste, e io sono la regola, e… sai… credo che sia per questo che sono così fissata con l’aiutare gli altri- Amabelle si accartocciò maggiormente su sé stessa, e cominciò ad ammettere la propria paura con una certa esitazione, come se lei per prima non sapesse cosa stesse uscendo dalla sua bocca.

Blocchi psicologici che si teneva dentro da sempre e non era mai riuscita a tirare fuori neanche a sé stessa.

E stava aprendo il suo cuore proprio a Petra, che rimase ad ascoltarla, abbastanza vicina ma non troppo da metterla a disagio, e cercando di captare ogni emozione e pensiero dell’amica in modo da aiutarla al meglio delle sue possibilità.

-…volevo… volevo dimostrare che l’amore esistesse unendo gli altri. Se loro funzionano, forse posso funzionare anche io… ma ora stanno tutti insieme, e mi sembra solo di aver fatto un errore, perché ho come una pietra sul petto, che non si è tolta con la realizzazione del mio proposito, come speravo, ma si è solo ingigantita, sempre di più, e mi sta soffocando- continuò a spiegare Amabelle, seppellendo nuovamente la testa tra le braccia e singhiozzando più forte.

Le sue parole erano a malapena comprensibili, ma Petra le afferrò tutte.

-Penso… penso che l’unica persona che possa togliere quella pietra sei tu, Amabelle- le suggerì, in tono cauto.

Amabelle scosse la testa.

-Non so come fare! Non ho idea di dove cominciare!- si lamentò.

Petra le diede qualche pacca sulla testa, per offrirle conforto.

-Forse potresti provare ad essere felice… intendo… se una persona ti piace, prova a stare insieme a lei, e vedere come va. Sai… vivendo il presente e non pensando al futuro- provò a suggerirle, sperando di non sembrare che avesse un doppio fine.

…in parte forse lo aveva, ma credeva davvero fosse l’opzione migliore per Amabelle.

-Non posso rischiare un’amicizia per qualcosa di incerto, però!- obiettò Amabelle.

Cavolo… era tale e quale a Mirren! Ecco perché i due non erano molto legati: erano troppo simili!

-Consideri la nostra amicizia debole abbastanza da crollare se proviamo a metterci insieme?- a differenza di Mirren, però, Petra sapeva che Amabelle a volte aveva bisogno che qualcuno la provocasse.

Non fu spietata, o crudele, ma cercò comunque di essere decisa.

-Io…- Amabelle esitò, e lanciò una breve occhiata verso Petra, che capì di essere sulla strada giusta.

-Se ci rifletti, l’unico momento in cui la nostra amicizia ha avuto un problema, quest’anno, è stato quando mi hai mentito. E sappi che anche allora ero ancora profondamente cotta di te e aspettavo solo che mi chiedessi scusa e ammettessi i tuoi errori prima di tornare tua amica. Felix e Mirren, migliori amici da sempre, e ora la coppia più scoppiettante del mondo, hanno litigato molto di più, e non si sono parlati per settimane… se loro sono riusciti a risolvere, pensi che noi non riusciremmo a restare amiche nel caso di una rottura?- le fece notare, ricordando gli eventi salienti dell’ultimo anno passato.

Era successo davvero di tutto!

-Ma…- Amabelle provò ad obiettare, e Petra intuì che volesse dire qualcosa del tipo “Non possiamo sapere cosa succederebbe se Mirren e Felix si lasciassero ora che stanno insieme per davvero” e Petra aveva già l’obiezione giusta.

-E pensa a Clover e Max!- disse infatti.

Amabelle sobbalzò.

-Clover e Max?!- chiese, confusa.

-Non è di dominio pubblico, perché non lo hanno detto mai in giro, ma sono stati insieme per una settimana, all’inizio della loro amicizia, prima di rendersi conto che nessuno dei due era effettivamente attratto dall’altro, e ti sembra che si siano allontanati? Sono più amici di prima!- raccontò una confidenza che Clover le aveva confessato un giorno in palestra, parlando di ex. Sperò che Amabelle non andasse a dirlo né a Clover, né a Max, ma si preparò a convivere con le conseguenze della sua rivelazione in futuro, sperando che nel presente servisse ad Amabelle per capire che l’amicizia sincera era più forte della fine di un amore romantico.

-Max e Clover sono stati insieme?!- Amabelle si soffermò su altro.

-Non concentrarti su quello! Pensa alla loro amicizia… e alla nostra. Io non posso assicurarti che se ci mettessimo insieme vivremmo per sempre felici e contente. Sicuramente litigheremo, affronteremo delle difficoltà, e forse un giorno ci renderemo conto che abbiamo obiettivi diversi, e che una storia d’amore non era l’ideale, ma una cosa te la posso promettere senza alcuna esitazione: tu per me sarai sempre la migliore amica che potessi desiderare!- Petra le prese le mani tra le sue, e le strinse con forza evitando accuratamente di porre pressione sulla ferita al pollice.

Amabelle pendeva dalle sue labbra.

Aveva ancora le lacrime agli occhi, ma aveva smesso di singhiozzare.

-Adoro passare del tempo con te, adoro la tua follia, quanto tu sia imprevedibile, e matta. Ho iniziato a vedere Gorgeous solo per capire di che diavolo stessi parlando, e mi ci sono appassionata per davvero, sono completamente coinvolta da quella trashata. E adoro portare a spasso Lottie insieme, e parlare per ore di tanti argomenti diversi senza stancarmi né annoiarmi. Mi fai ridere con la tua esuberanza, e con i tuoi piani sempre meno sani di mente. E amo il fatto che mantieni le promesse e che cerchi di migliorarti nonostante tu sia una delle persone più testarde al mondo. Insomma, io ti amo, Amabelle, amo ogni singola cosa di te, anche quelle che mi fanno impazzire a volte. E se vorrai prenderla con calma, se vorrai restare solo mia amica, io accetterò la tua decisione. Ci starò male, senz’altro, ma la accetterò. Perché il mio amore nei tuoi confronti non è solo un’attrazione, ma un’estensione dell’amicizia che mi unisce a te da anni. E quello che provo per te… è vero amore. E non lo è da quando mi sono resa conto di voler essere la tua ragazza, ma da prima, quando eravamo solo amiche, e andavamo al parco per accarezzare i cani che non ci appartenevano e che cercavi di rubare. Quando eri una ragazza delle medie con le trecce e cerotti ovunque, e io una giovane studentessa delle superiori più amica della palestra che delle altre persone- Petra la guardò negli occhi durante tutta la confessione, e quando citò il vero amore, Amabelle alla fine incrociò il suo sguardo.

-Mi ami da così tanto?- chiese, in un sussurro. Non sembrava ancora afferrare in pieno ciò che Petra stava cercando di dire, quindi la ragazza sorrise, e si spiegò meglio che potè.

-In modo diverso, forse, magari con meno intensità, che è andata aumentando con gli anni, e conoscendoti sempre meglio, ma sì, ti amavo già da allora. Così come ti ama Norman, che ha cercato di spingerti al limite solo per aiutarti, ed è qui fuori a controllare che nessuno ti disturbi. Così come ti amano Felix e Mirren, che ci hanno osservate da lontano e, sì, sono stati loro ad urlare al bacio durante il gioco di coppia, è sicuro…-

-Ah! Lo sapevo che quella voce inconfondibile era Felix! Anche se non l’avevo riconosciuto con quei capelli all’indietro-

-…Così come ti amano Denny e Mathi, che si sono fatti la casa infestata chissà quante volte per ritrovare la chiave delle manette. E così come ti ama Max, che cercava davvero solo di aiutarci a stare meglio. Non in modo romantico, certo, ma ti amano tutti quanti, nella Corona Crew. Non è il vero amore che leggi nelle favole, forse tale amore non esiste, ma, se permetti, io penso che questo sia ancora meglio. Un tipo di amore volubile, che non nasce da uno sguardo, che permane nel tempo e che ci tiene legati a doppio filo a tantissime altre persone, e non solo al compagno di vita che cerchiamo per noi- Petra concluse il discorso, mettendoci il cuore e l’anima.

Gli occhi di Amabelle erano ancora cerchiati di lacrime, ma il suo sguardo era limpido, e fissava Petra con intensità, come se la vedesse per la prima volta, come se cercasse di imprimere dentro di lei ogni singolo dettaglio del suo volto e della sua stessa anima.

-Petra…- cominciò a dire, ma non trovò le parole per continuare, la voce rotta dalla commozione.

Quindi si limitò ad agire.

Amabelle era sempre molto più brava nelle azioni, piuttosto che nelle parole.

Si avvicinò a Petra e la cinse in un forte abbraccio, in una stretta intima e intensa, seppellendo il volto alla base del suo collo, e facendo aderire interamente i loro corpi.

Erano state molto vicine durante il twister di coppia, al punto che ad un certo punto non si capiva chi fosse Amabelle e chi Petra, ma con quell'abbraccio Petra si sentì ancora più vicina ad Amabelle, emotivamente e fisicamente.

-Ti amo anche io… tanto, tanto tanto. E in tantissimi modi diversi!- disse poi la fulva, staccandosi appena dall’abbraccio, e dandole un breve ma ugualmente intenso bacio sulle labbra, che Petra ricambiò immediatamente, sentendosi davvero la ragazza più fortunata non solo di Harriswood, ma dell’intero pianeta.

-Credo che quest’amore potrebbe battere anche quello tra Francisca e Angelica- borbottò poi, tornando abbracciata a Petra, come se non si volesse più staccare.

L’atmosfera tornò più leggera, e Petra scoppiò a ridere, riconoscendo finalmente l’Amabelle inappropriata che amava con tutto il cuore.

-Detta da te, penso sia la più grande dichiarazione d’amore dell’universo- la prese in giro, facendola ridacchiare a sua volta.

Ci furono alcuni secondi di silenzio, turbato solo dai battiti dei loro cuori e i loro respiri che via via si facevano sempre più costanti.

-Vorrei provarci… Tray- ruppe poi il silenzio Amabelle, con voce incerta, ma decisa.

-Sei sicura?- Petra non voleva sperare troppo, ma il suo cuore iniziò a battere più forte.

-Tu ne vali la pena… ma forse dovrei anche iniziare ad andare in terapia- Amabelle si staccò malavoglia dall’amica… anzi, no, dalla sua ragazza, e la guardò dritta negli occhi per farle capire quanto facesse sul serio.

-Dovremmo andare tutti in terapia- annuì lei, senza però riuscire a non sorridere, piena di gioia -…posso confessarti una cosa?- disse poi, distogliendo lo sguardo e arrossendo appena.

-Qualsiasi cosa, mia ragazza- Amabelle sorrise e la incoraggiò a parlare.

-Il mio vero proposito non era sopravvivere…- ammise Petra, comunicando per la prima volta un segreto che si era tenuta dentro dall’inizio dell’anno -…era confessare i miei sentimenti per te- 

-Awwww, Tray!- Amabelle la abbracciò di nuovo, e questa volta non aveva la minima intenzione di lasciarla andare.

Alla fine… non c’era bisogno di vendicarsi troppo di Norman.

 

Venerdì 20 Dicembre

Dopo quello che era successo con Amabelle due giorni prima, Norman era convinto che la ragazza non gli avrebbe parlato mai più.

A sua discolpa, non credeva proprio che sarebbe finita così! Pensava di star facendo la cosa giusta a spingere Amabelle verso la confessione.

Forse aveva un po’ esagerato.

Anche se non si pentiva di tutto, dato che aveva portato i risultati sperati, e Petra e Amabelle stavano ufficialmente insieme, anche se non sembrava essere cambiato molto, per il momento, nella loro relazione.

…dato che già da prima sembravano stare insieme, bisognava dirlo.

Comunque Norman si era preso parecchie strigliate un po’ da tutti i membri della Corona Crew, e poi aveva passato il resto del tempo a prepararsi per la discussione della tesi, quindi l’ultima cosa che si aspettava fosse un festeggiamento subito fuori dall’università e una festa di laurea organizzata al Corona proprio da Amabelle stessa.

Una festa che ricordava fin troppo il compleanno di Felix dell’8 Marzo, dato che erano tutti ubriachi marci, anche se stavolta non c’era stato alcun problema con il ghiaccio ed era stata una decisione conscia da parte di tutti.

Persino Norman, solitamente il più restio all’alcool dopo Mirren, aveva deciso di lasciarsi andare.

E inebriati dai poteri rallegranti dei drink, stavano parlando del disastro di due giorni prima con un certo divertimento.

-No, vabbè, ammetto che il premio dei minion è stata una genialata- stava infatti dicendo Amabelle, con un drink in mano che andava da tutte le parti. Il massaggiatore a forma di Minion era in equilibrio sulla sua testa.

-Ehi ehi ehi… l’idea del massaggiatore è stata mia!- obiettò Felix, con una certa soddisfazione circa la sua trovata.

-Seriamente, quanto è stato coinvolto Norman? Perché mi pare che quasi tutto il lavoro sia stato fatto da voi altri- Petra, inusualmente loquace, osservò tutti i ragazzi coinvolti nella Corona Crew, che si girarono poi a loro volta verso Norman.

Nessuno di loro conosceva i dettagli del suo piano, e in circostanze normali, Norman non li avrebbe rivelati.

Ma era un po’ brillo, gioioso per i successi di quella giornata, e quindi decise di confessare tutto quanto.

-Beh… l’idea di usare la fiera è venuta a Clover e Diego- cominciò indicando i due, che erano i meno interessati alla conversazione e si stavano scrivendo cose sulle braccia con il rossetto di Clover.

-Uh? Sì… ed è praticamente l’unica cosa che abbiamo fatto… anche se io ho offerto supporto economico in cambio della possibilità di avere tutto il giorno libero- Clover spiegò il proprio coinvolgimento, per poi ritornare a disegnare sul braccio del suo ragazzo.

-Secondo me il mascara si cancella più difficilmente del rossetto- la sfidò Diego, completamente disinteressato.

-Per me il peggio è la matita! Vedrai! Sarà un nuovo tatuaggio- ridacchiò Clover.

Erano davvero una bella coppia.

-Sì, Clover mi ha dato un piccolo budget che ho speso per alcune delle cose che abbiamo fatto, anche se alcuni soldi li ho messi di tasca mia- Norman tornò al discorso principale.

-Davvero? Potevi chiedere, ti avrei dato di più- Clover commentò distrattamente.

-Non preoccuparti… a dire il vero sono stato alla fiera per tutto il tempo, anche se a distanza, e voi non potevate vedermi. O meglio… forse avreste potuto vedermi, ma non ci avete fatto caso. Sono molto bravo ad essere invisibile, quasi come Denny- Norman si rigirava in mano il bicchiere con il drink come un cattivo con il calice di vino mentre recita il monologo finale dove spiegava il suo piano malefico.

-Denny era parecchio riconoscibile- Amabelle prese in giro l’amico, con una linguaccia.

-Ma è vero che di solito non mi si nota mai, devi ammetterlo- il vanto di Denny era in realtà piuttosto triste come affermazione.

-È stato Felix a suggerire il premio finale per il gioco di coppia, questo è vero, ma sono stato io a progettarlo, sfida dopo sfida- Norman continuò il monologo.

-Nooo!- Amabelle era a bocca aperta.

-Ecco perché i giochi sembravano fatti apposta per loro!- esclamò Mirren, l’unico abbastanza sobrio nel gruppo, sbattendo il pugno sulla mano aperta.

-Già. Ammetto di aver sottovalutato la bravura delle due ragazze nella sezione delle parole da indovinare, ma i rifermenti a Gorgeous sono stati grandiosi!- Norman ridacchiò tra sé al pensiero, e si diede una metaforica pacca sulla spalla per averli colti tutti. Ormai si era davvero affezionato un sacco a quella trashata di serie infinita.

-Quella parte è stata la più divertente di tutte! Anche se quando ho citato Roelke…- Amabelle venne interrotta dalla mano di Petra sulla bocca, che la fece arrossire parecchio. Non era ancora abituata a quei contatti fisici improvvisi. 

…insomma, le due ragazze si ritrovavano spesso ad avere contatti fisici improvvisi, ma adesso erano una coppia! Era tutta un’altra faccenda.

Ma il gesto di Petra era stato necessario, dato che Roelke aveva deciso proprio in quel momento di passare a controllare che andasse tutto bene e ritirare piatti e bicchieri vuoti.

-Di che parlate?- chiese, curiosa, adocchiando in particolar modo Amabelle e Petra con un certo sospetto.

-Di come ho corrotto un animatore in modo che cambiasse le sfide di un gioco di coppia per dare maggiore possibilità ad Amabelle e Petra di capire la loro attrazione reciproca e mettersi finalmente insieme- rispose Norman, senza la minima esitazione, facendo arrossire entrambe le ragazze, e non più solo Amabelle.

-Norman!- si lamentarono le due, lanciandogli contro due palline fatte con i tovaglioli sporchi.

-Che c’è? Non è un segreto che vi siate messe insieme, e neanche tutto lo struggimento!- si difese Norman, anche se solo a parole, perché venne colpito in pieno.

-Infatti, ho visto il tuo stato sui social, Amabelle- gli diede man forte Roelke, lanciando alle due un sorriso affettuoso -Avete bisogno di altro?- chiese poi rivolta a tutto il tavolo.

-Altri drink!- ordinò Felix, sollevando il braccio in un gesto festoso.

-Non dovresti bere ancora, Felix- lo rimproverò Mirren, abbassandogli il braccio.

-Perché no? Tanto oggi prendiamo il taxi! Oh! Perché non bevi anche tu e replichiamo il mio compleanno?- chiese, avvicinandosi al suo volto e guardandolo ammiccante.

Mirren distolse immediatamente lo sguardo, e lo scansò.

-Non parlare a voce così alta!- borbottò tra sé, imbarazzato.

-Aaaaaspetta!!! Cosa è successo al suo compleanno?! Non ne so nulla!- Amabelle indicò i due con un certo sospetto. Sembrava offesa dalla consapevolezza di non essere del tutto informata.

-Ci sono cose che non scopriremo mai, tipo cosa è successo a Mathi nei mesi della sua scomparsa dal gruppo- Petra le diede delle pacche sulle spalle per calmarla e offrirle partecipazione.

Mathi, che era in servizio ma stava servendo il tavolo accanto, si introdusse nella conversazione in tono serio.

-Niente di che, problemi all’università, problemi a lavoro, ilmiocapohaminacciatoDanecisiamoalleatipersconfiggerloefarloarrestareperchéerounagentesegreto… semplici problemi da giovane adulto- spiegò, cercando di far cadere l’argomento.

-Aspetta, cos’era la terza cosa?- provò ad indagare Max, confuso.

-Ops, devo tornare a lavoro, lasciate qualcosa da mangiare anche per me quando finisco il turno- si fece promettere, dando un bacio sulla fronte di Denny e tornando a servire.

-Ma stiamo tergiversando! Cos’altro hai fatto, Norman?- Amabelle ritornò all’argomento principale, piena di curiosità e cercando di capire se dovesse vendicarsi.

-Beh… mi sono infiltrato nella casa degli orrori come comparsa e ho spaventato Denny in modo che si buttasse su Mathi facendogli perdere la chiave- ricordò Norman, pensieroso.

-Che cosa?!- chiesero sconvolti Amabelle, Petra e Denny, fissandolo offesi.

-Come hai potuto! Mi hai fatto prendere un colpo!- si lamentò poi quest’ultimo, fulminando Norman con lo sguardo.

Norman cercò di mostrarsi dispiaciuto, ma non tradì un sorrisino al ricordo di quanto fosse spaventato. Era stato sadicamente divertente.

-Ma poi ho recuperato la chiave e l’ho consegnata ad un altro addetto per ridarvela subito- provò a redimersi.

Denny continuò a guardarlo storto.

-Come hai fatto ad agire nel momento perfetto per fargli perdere la chiave?- chiese Mirren, interessato.

-Oh, avevo degli occhiali per vedere al buio- rispose Norman con naturalezza.

-Si può sapere quanto hai speso per questo piano?- chiese Clover, sempre molto interessata ad affari di soldi.

-Niente che non potrò recuperare quando mi troverò un lavoro ora che ho preso la laurea- Norman le fece un occhiolino complice.

-E tutto questo per traumatizzarmi e farmi slogare la caviglia- Amabelle scosse la testa, facendo il muso.

-A proposito, come vanno la caviglia e la mano?- Norman ebbe la decenza di sentirsi in colpa, e la guardò preoccupato.

Non si sarebbe mai aspettato che si liberasse dalle manette e si buttasse di sotto. Credeva di aver previsto ogni cosa, ma Amabelle era davvero imprevedibile.

-Sta solo facendo scena, non era un’altezza così alta da farsi male. Sta già molto meglio- lo rassicurò Petra, parlando per la ragazza.

-Ehi, non è vero! Cammino a malapena!- si lamentò Amabelle, melodrammatica, fingendo uno svenimento sulle gambe della compagna.

-Ma sei ti ho vista saltellare, prima- osservò Diego, guadagnandosi una pallina di carta dritta sul viso a sua volta.

-In effetti la ruota panoramica era all’altezza perfetta per evitare che mi facessi male sul serio… però è stato un gesto esagerato! Soprattutto farmi tradire da Max- Amabelle lanciò un’occhiata ferita verso il vecchio amico, che sobbalzò sentendosi chiamare in causa.

-Mi dispiace! Non pensavo che Norman avrebbe fatto qualcosa alla ruota panoramica! È vero che mi aveva detto di mandarvi lì, ma pensavo davvero che potesse farvi bene, e credevo che stare per venti minuti in un luogo chiuso vi avrebbe aiutato. Non credevo servisse fermarla per farvi parlare!- si giustificò lui, sinceramente molto dispiaciuto.

-In realtà non volevo fermarla, ma quando ho notato che non stavate parlando, ho deciso di farlo per obbligarvi a chiarire- spiegò Norman.

-Che genio del male. Non ti avrei mai fatto così subdolo- lo insultò Clover… no, anzi, considerando il suo sorriso e il cenno di approvazione, Norman capì che si stava complimentando con lui.

Le sorrise soddisfatto.

-Non lo ero, poi ho conosciuto Amabelle- prese in giro quest’ultima, che gli lanciò un’ulteriore pallina di carta. Forse avrebbero dovuto chiedere altri tovaglioli a Roelke.

-È un complimento- si affrettò a sottolineare.

-Hmpf… invece di ringraziarmi per averti trovato uno stabile gruppo di amici, usi i miei piani contro di me e mi prendi in giro! Dov’è la riconoscenza?!- si lamentò Amabelle, ignorando la parte dove la presa in giro era in realtà un complimento.

-Chiedo perdono- Norman ridacchiò, e la guardò con affetto.

-Cambiando argomento… cosa pensi di fare, ora che ti sei laureato? Se hai bisogno posso rimediarti un lavoro nell’azienda. Mio padre mi deve un favore dopo avermi quasi ripudiato per la mia sessualità- Mirren ritornò sul topic principale di quella serata (la laurea di Norman) e si rivolse in modo molto professionale.

-Mirren… andrà tutto bene- Felix, al quale nel frattempo era arrivato l’ulteriore alcol che aveva ordinato, gli afferrò il braccio e si spalmò su di lui, recependo solo l’ultima parte del discorso, quella sull’omofobia del padre -Ci parlo io con Brogan e risolviamo tutto-

-Felix… abbiamo già risolto- gli ricordò Mirren, pazientemente.

-Davvero? Fantastico! Dobbiamo sposarci allora!- propose Felix, esultando.

-Sì! Faccio la damigella d’onore di Felix! E Petra sarà quella di Mirren!- esclamò Amabelle, entusiasta.

-Posso pagarvi tutto il matrimonio come regalo di nozze- si offrì Clover.

-E io sono diventato esperto di addii al celibato- Diego si unì a lei.

-No, sono più brava io!- obiettò Clover.

-No, io!- 

Cominciarono a battibeccare.

-Beati voi che potete sposarvi. Io dovrò aspettare un sacco di anni- Max sospirò, un po’ abbattuto.

-Non è un po’ presto?- obiettò Denny, senza traccia di giudizio, solo confusione.

-Ma se c’è vero amore perché aspettare?!- Amabelle era entusiasta.

-Ah, ora ci credi di nuovo?- la prese in giro Petra. Né Norman, né gli altri nella stanza, capirono a cosa si riferisse, dato che era ovvio che Amabelle credesse nel vero amore, giusto?

-Sush! Certo che ci credo! Amabelle e Amore iniziano con le stesse due lettere!- la zittì Amabelle, per poi farle un occhiolino che, di nuovo, nessuno capì oltre a lei.

Stavano insieme da due giorni e già avevano segreti che conoscevano solo loro… ottimo, giusto?

-Amore o non amore, è presto per pensare a queste cose! Non viviamo neanche insieme!- Mirren cercò di chiudere l’argomento.

-Ohhh! Perché non viviamo insieme?! Tanto non c’è più Bonnie, puoi andartene ormai senza fare un torto a Petra!- gli suggerì Felix, scuotendolo per il braccio che continuava a tenere arpionato.

Mirren si scansò.

-Felix, sei ubriaco, non ragioni lucidamente- scosse la testa, surclassando la proposta, ma a Norman non sfuggì che si era fatto un po’ rosso.

-Comunque, ritornando alla tua offerta, ti ringrazio, ma preferirei cercare un lavoro con le mie forze, alla vecchia maniera- Norman lo aiutò ritornando all’argomento precedente, e Mirren annuì.

-Capisco la tua opinione e la rispetto- 

Norman doveva ammettere che il rifiuto non era solo dovuto al suo voler fare carriera con i propri sforzi e il proprio talento, ma anche al fatto che avrebbe preferito non lavorare nell’azienda di Mirren. I due erano amici, e diventare un suo sottoposto avrebbe potuto rovinare in parte quel rapporto, o allontanarli. E Norman non voleva rischiare che accadesse.

-Che noia parlare di lavoro! Siamo quasi in vacanza! Voi che farete a Natale?- chiese Amabelle, cambiando nuovamente argomento e rivolgendosi a tutti con entusiasmo.

Norman fu il primo a rispondere: 

-Torno a casa, come l’anno scorso. Ma tranquilla, Amabelle, ci sarò sia per il compleanno di Mirren che per Capodanno- anticipò l’obiezione della ragazza, che sorrise soddisfatta.

-Io purtroppo sono stata invitata da mio padre, e dato che non lo vedo dall’anno scorso, penso che dovrò accettare- Amabelle fu la seconda a parlare, e sbuffò sonoramente alla prospettiva di passare le feste con il padre che poco la considerava.

-Nostro padre ha già organizzato il solito il pranzo di Natale con i Durke, come una grande famiglia felice- Petra sembrava disgustata alla prospettiva.

Felix prese nuovamente il braccio di Mirren.

-Che bello passare il pranzo di Natale con te!- esclamò, amorevole.

-Felix, passiamo quasi sempre il pranzo di Natale tutti insieme- gli ricordò.

-Ma adesso siamo una coppia!- Felix non venne abbattuto dai fatti.

Norman non era abituato a vederlo così. Di solito da ubriaco Felix era affettuoso, sì, ma faceva anche pessime battute, e al momento era solo affettuoso. Forse perché aveva smesso di fumare? Ed erano le sigarette ad incoraggiare le battute? Mah, Felix era un tipo strano.

Mirren non trattenne un sorrisino al suo entusiasmo.

-Hai ragione- ammise, dandogli qualche pacca sul capo.

-Io, Denny e papà festeggiamo insieme, come sempre. Clover, se vuoi puoi…- Max provò ad invitare Clover a passare le feste con la sua famiglia, ma la ragazza lo interruppe scuotendo violentemente la testa e abbracciando il suo ragazzo, coperto di rossetto, mascara e matita per gli occhi al punto di sembrare un quadro semovente.

-Io passo le feste con Diego! Ho già comprato il maglione natalizio più brutto del mondo!- spiegò, con un radioso sorriso.

-Confermo, è il più brutto del mondo- Diego annuì accanto a lei.

Non sembrava turbato dall’essere divenuto un’opera d’arte contemporanea.

-Wo! Clover che indossa un maglione brutto?! Sto per svenire!- Amabelle fece nuovamente la melodrammatica buttandosi sulle gambe di Petra, e Norman intuì che volesse solo buttarsi sulle gambe di Petra, e cercasse ogni scusa per farlo.

-Sai, pensavo saresti andato ad Agaliria per le vacanze- ammise Petra, rivolta verso Max, per niente turbata dal melodramma della sua ragazza.

Max si incupì.

-Sì… l’avrei fatto, ma non è il caso. Rischierebbe di sollevare scandali, e poi se Bastien mi vedesse lì sarebbe la fine- spiegò, demoralizzato.

-Su, su, avrai tutto il tempo per recuperare… anche a me piacerebbe rivedere Veronika- Denny gli diede qualche pacca sulla spalla.

-Comunque, il Natale lo possiamo passare separati, il compleanno di Mirren sarà una schifezza perché lo organizza Felix quindi potete anche assentarvi…- Amabelle tornò dritta e iniziò un discorso.

-Ehi! Almeno io non faccio venire gli asini!- si difese lui.

Tutti i membri della Corona Crew che erano stati presenti al fatidico compleanno di Petra di due anni prima rabbrividirono senza potersi trattenere, inorriditi al ricordo.

-…dicevo… Natale in famiglia, compleanno di Mirren poco importante, ma a Capodanno io pretendo tutti qui! …forse non Veronika, perché capisco abbia degli impedimenti, ma dobbiamo necessariamente festeggiare come l’anno scorso, tutti insieme!- si fece promettere, battendo le mani sorridendo.

Era fatta, non potevano ritirarsi.

A pensarci bene, Norman ormai aveva finito gli studi, quindi non c’era molto che lo trattenesse a Harriswood.

Ma non si sarebbe mai perso gli ultimi due eventi di gruppo dell’anno.

Soprattutto perché potevano essere gli ultimi ai quali avrebbe partecipato con la Corona Crew.

Ma ora non voleva pensarci, doveva godersi la serata, essere felice per la laurea presa, e godersi gli ultimi giorni dell’anno rimasti, insieme al primo gruppo di amici che avesse mai avuto, e il migliore che avrebbe potuto desiderare.

 

Domenica 22 Dicembre

La domenica il Corona Café era sempre piuttosto vuoto, pertanto i coniugi King avevano iniziato ad aprirlo solo in tarda mattinata, e Mathi poteva sempre svegliarsi un po’ più tardi del solito e godersi il tempo libero guardando video stupidi su Youtube, giocando con Apollo, o in generale poltrendo sul letto… o tutte e tre le cose insieme, se si sentiva particolarmente pigro.

Dato che di lì a poco sarebbero cominciate le vacanze natalizie, e Mathi si aspettava di dover fare doppi o tripli turni, quella domenica era particolarmente pigro, ed era sdraiato sul letto della camera in più dei King intento a guardare un video su Youtube e accarezzare un Apollo ancora più pigro di lui.

Per quelli di voi che si chiedono perché non stesse con Denny approfittando del tempo libero… non è che sia il cagnolino di Denny e deve stare sempre con lui!

…e Denny non si sarebbe mai svegliato presto di domenica mattina, quindi Mathi gli aveva inviato solo il buongiorno e aspettava che lui rispondesse per proporre qualcosa da fare insieme prima che cominciasse il turno.

Iniziava ad abituarsi e ad apprezzare non poco la routine che aveva creato negli ultimi mesi. Per una persona che fino a poco tempo prima era convinta che avrebbe vissuto l’intera vita come agente sotto copertura in un’agenzia segretissima, lottando ogni giorno tra la vita e la morte per ottenere informazioni e cercare di mettere da parte dei soldi per sua sorella, la noia di giornate tutte uguali era praticamente un sogno.

E condividere queste giornate tutte uguali con Denny era il vero e proprio paradiso. Senza contare che sentiva sempre Aggie su Skype, ogni sera… per davvero stavolta, non solo grazie ad un programma sul computer.

E sebbene a volte, immerso nella conversazione, si dimenticava per un momento che fosse reale e non fittizia, quando si ravvedeva passava i successivi dieci minuti a sorridere come un matto, fino a farsi male alle guance.

Insomma, tutto era perfetto!

Ma la perfezione non è destinata a durare.

Sentì un leggero bussare alla porta, e interruppe il gameplay che stava vedendo.

-Sono sveglio- disse distrattamente, con voce ancora un po’ impastata, non tanto dal sonno, quanto dalla pigrizia.

Non si era nemmeno alzato dal letto per fare colazione, e il gesto più atletico che aveva fatto era stato prendere Apollo da terra e metterselo in grembo.

Ma Roelke ormai conosceva le sue abitudini e orari, probabilmente perché Mathi ci teneva molto ad essere abitudinario.

L’ex agente si aspettò che entrasse chiedendogli qualcosa sulla colazione, o informandolo sui suoi turni futuri.

Era anche pronto a prepararsi per andare ad aprire il café in anticipo, ma mai si sarebbe aspettato che la porta si sarebbe aperta con violenza, e che Roelke sarebbe entrata a passo di marcia accompagnata da un preoccupato Kodie, e arrivandogli a pochi centimetri di distanza.

-Come diavolo è arrivata la notizia della mia gravidanza ad Agaliria?!- tuonò, facendo ritirare Mathi sul posto, e svegliandolo del tutto.

-Che cosa?!- chiese, sconvolto.

Roelke e Kodie stavano progettando da un po’ di annunciare la gravidanza, ora che era sicura, ma teoricamente era ancora un segreto.

E Mathi non l’aveva detto a nessuno, non sapeva come poteva… un momento.

In effetti l’aveva detto a Denny per sbaglio, ma Denny non l’aveva sicuramente… no, Amabelle poteva averglielo estorto… e Max poteva averlo capito. Ma sebbene Amabelle l’avrebbe potuto far sapere a tutta la città, non si spiegava comunque come poteva essere arrivata la notizia ad Agaliria, a meno che…

-Max?- provò a difendersi Mathi, ritirandosi su sé stesso e tremando appena.

Era abituato ad essere trattato con veemenza, ma non riusciva ancora a controllare il riflesso istintivo che aveva di proteggersi ogni qual volta qualcuno gli si avvicinava velocemente e alzando la voce.

Roelke sembrò accorgersi di averlo spaventato, perché fece un passo indietro e mise le mani dietro la schiena. Continuò comunque a fulminarlo con lo sguardo.

-E Max come l’ha scoperto, di grazia?- continuò ad indagare.

A quella donna non si poteva nascondere nulla! Chissà come aveva fatto a non scoprire prima che Veronika era Manny.

Mathi provò comunque a fare il vago.

-Beh… non lo so, l’avrà capito. Io non gliel’ho detto!- affermò con sicurezza e onestà. Dopotutto l’aveva detto solo a Denny, non a Max.

-L’hai detto a Denny, quindi?- chiese Roelke, beccandolo in pieno.

Mathi non rispose.

Roelke sbuffò.

-Ma non lo sai che quel ragazzo non si sa tenere la bocca chiusa?!- si lamentò, mettendosi le mani tra i capelli.

-Su, su, tesoro. Come si può resistere al faccino di Denny- provò a calmarla Kodie, che sembrava alquanto divertito da tutta la faccenda.

-Volevo fare una sorpresa a Mafred per Natale! E invece mi chiama tutto contento chiedendomi se so già se è maschio o femmina- 

-Lo sai già?- osò chiedere Mathi, che non aveva ricevuto notizie a riguardo.

-Non ancora! Vorremmo che fosse una sorpresa. Ma non è questo il punto!- Roelke lo fulminò nuovamente con lo sguardo, ma con meno astio.

-Chiedo umilmente perdono! Mi è sfuggito, e gli avevo chiesto di non dirlo a nessuno- Mathi fece i suoi migliori occhi da cucciolo, che comunque non erano nulla in confronto a quelli di Denny, e cercò di risultare più efficace porgendo il tenerissimo Apollo verso Roelke, che lo prese e iniziò ad accarezzarlo.

Si rilassò subito.

-Vabbè, non che mi aspettassi di tenerlo segreto ancora a lungo, ma… insomma… è arrivato fino ad Agaliria!- continuò a borbottare, ma il coniglio più pelosetto del mondo bastò a calmarla in poco tempo.

-In effetti le notizie corrono proprio veloci… già che ci siamo, Mathi, cosa vuoi per colazione?- con il pericolo scampato, Kodie si rivolse al ragazzo con un grande sorriso.

-Qualsiasi cosa va bene, posso anche farmi un caffè al volo prima di aprire il bar- Mathi diede la risposta che dava ogni giorno, e Kodie ridacchiò.

-Bacon e uova vanno bene?- chiese quindi.

-Perfetto!- Mathi aveva gli occhi brillanti.

-Mettigli le parti più bruciacchiate- suggerì Roelke, per fargli un dispetto.

Tutti e tre sapevano che le parti più bruciacchiate erano le preferite di Mathi.

Kodie sparì con un occhiolino rivolto ad entrambi.

Ci fu qualche secondo di silenzio, poi Roelke porse nuovamente Apollo verso il suo padrone.

-Ringrazia che il tuo coniglietto è la cosa più adorabile del mondo, e che mi sono affezionata a te, e che voglio bene a Max come a un nipote… cosa che diventerà prima o poi- sorrise maliziosa tra sé al pensiero.

-Mi dispiace davvero, Roelke… in realtà non gliel’ho neanche detto davvero. L’ha capito lui da un indizio quasi impercettibile- si giustificò meglio.

Roelke scosse la testa.

-Tranquillo, è impossibile tenere nascoste queste cose con la Corona Crew di mezzo… piuttosto… hai già in mente cosa farai a Natale? Perché se vuoi tornare a New Malfair per stare un po’ con tua sorella posso darti un paio di giorni liberi- Roelke tornò cordiale come sempre, dimenticando in poco tempo la furia selvaggia di poco prima.

Era fatta così, Roelke. Donna facile alle fiamme, ma che si estingueva in fretta.

Mathi cadde dalle nuvole alla sua proposta.

-A dire il vero non ci ho proprio pensato- ammise. Si era quasi dimenticato che il Natale era teoricamente una festa da passare in famiglia, troppo concentrato sulla propria routine appena riguadagnata.

Però non gli sarebbe dispiaciuto passare un po’ di tempo con Aggie, almeno la vigilia di Natale.

Ma aveva abbastanza soldi per il biglietto per New Malfair? E dove avrebbe alloggiato? Aggie voleva passare quel tempo con lui? 

-Quando sai qualcosa fammi sapere. E cerca di avvertirmi il prima possibile, così organizzo i turni- con quest’ultima richiesta professionale, Roelke uscì dalla stanza, chiudendo la porta dietro di sé.

La riflessione di Mathi venne interrotta da un nuovo messaggio in arrivo, e tutta la sua concentrazione si spostò sul mittente di tale messaggio, aka Denny, aka il suo adorabile ragazzo.

“Buongiorno anche a te! Mi sono appena svegliato. Quando lavori?” gli aveva scritto, accompagnato da qualche cuore.

Non era ancora molto esperto di come si messaggiava tra ragazzi che stavano insieme, quindi ogni volta che scriveva un messaggio, lo accompagnava successivamente con dei cuori, come fossero la firma.

Mathi non disdegnava quella piccola attenzione.

“Ho ancora un’ora libera. Vogliamo vederci? :D” rispose, speranzoso. Se fosse stato un cane, in quel momento la sua cosa sarebbe andata da una parte all’altra molto velocemente.

“Sì! Dammi qualche minuto che mi preparo. Speravo proprio di riuscire a vederti, volevo chiederti una cosa sul Natale!” arrivò la risposta in pochi secondi.

La metaforica coda si fermò.

Ma che era, una coalizione?!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(A.A.)

Spero davvero che il discorso di Petra e Amabelle vi sia piaciuto. E che il motivo dei blocchi di Amabelle sia realistico e coerente con il suo personaggio. Praticamente ha sempre cercato di trovare l’amore negli altri perché voleva crederci ma sotto sotto non riusciva a farlo, perché la vita le ha dimostrato per anni che non esiste.

E Petra le ha fatto capire che l’amore vero non è quello dei film, ma quello sincero che c’è non solo tra coppie, ma anche tra amici.

…poi si sono messe insieme diventando una coppia, ma volevo dare un riconoscimento anche all’amore platonico nella Corona Crew.

Alla fine la scena Petrabelle è uscita molto meglio di quanto mi aspettassi. 

La parte della festa di laurea è stato un po’ un remake del compleanno di Felix… non è uscito bello come quel punto di vista dove tutti erano ubriachi, ma credo che non potrò mai eguagliare quel momento di completa follia dove ho fatto uscire un coniglio da un cappello senza alcuna ragione logica. Imbattibile! Ma ho comunque fatto del mio meglio. È sempre divertente scrivere le riunioni dove sono tutti insieme, e nel sondaggio era stato votato per fare più momenti fluff di gruppo, quindi ho eseguito ;)

Ed era anche stata votata la comparsa di Roelke, Kodie e il pargolo in arrivo, e di Apollo, quindi il punto di vista di Mathi, che introduce il natale e mostra come stia vivendo la neoritrovata libertà quando non è con Denny, ha mostrato un po’ questi personaggi secondari (e penso di non aver mai fatto comparire Kodie se non in brevissimi cameo, wow, strano).

Chissà cosa vuole chiedere Denny a Mathi sul Natale… risposta al prossimo capitolo!

Spero che il capitolo, un po’ più breve rispetto ai soliti, vi sia piaciuto.

E vi ringrazio come sempre per continuare a leggere la storia ed essere arrivati fino a qui.

Il prossimo capitolo sarà quello Natalizio… sì, so che è un po’ presto per parlare di Natale, ma purtroppo è andata così con gli aggiornamenti ^^’

Un bacione e alla prossima (che a proposito, dovrebbe essere Sabato prossimo perché il capitolo di Natale sarà piuttosto lungo da scrivere) :-*

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel prossimo episodio: Tutti passano il Natale con le persone che amano… in un modo o nell’altro

   
 
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