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Autore: Kodama_    22/09/2021    3 recensioni
[Crossover tra i personaggi della duologia di Sei di Corvi e la trilogia di Nevernight | Hogwarts!AU | coppie: Kaz/Inej - Matthias/Nina - Jesper/Wylan - Mia/Ash]
Dal testo:
I Fuochi Forsennati erano fra gli articoli più emblematici del negozio, poiché davano vita a spettacoli pirotecnici potenzialmente letali e impossibili da controllare: botti che scrivevano parolacce in aria, girandole luminose che se provate a far evanescere si quintuplicavano, razzi e denotatori deluxe che assumevano la forma draghi e che distruggevano tutto ciò che si trovavano davanti.
Proprio per questo motivo, Jesper sollevò le sopracciglia decisamente sorpreso non appena notò prima i riccioli ramati, e poi la figura minuta di Wylan Van Eck stringere fra le dita da pianista una confezione di petardi con un’espressione di assoluta adorazione stampata in faccia. Jesper pensò che avrebbe dovuto guardare lui in quel modo, non degli stupidi fuochi.
''Guarda chi c’è,'' soffiò, scoprendo i denti luccicanti in un sorriso ancora più largo. ''Il piccolo chimico.''
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo I



Jesper era felice.

Per tutti i maghi, quanto gli piaceva spendere soldi.
Entrò nel negozio di scherzi con i denti scoperti in un ghigno che non prometteva niente di buono, le tasche tintinnanti di galeoni. Non avrebbe potuto iniziare un nuovo anno a Hogwarts senza un’abbondante scorta di merendine marinare: come boicottare le lezioni di Piton e della McGranitt, altrimenti?
Si fece strada attraverso la folla a spallate: per fortuna che era alto. Di Torrone sanguinolento erano rimaste solo tre confezioni ammaccate, e Jesper si allungò rapido soffiandole a una ragazza. Non molto cavalleresco, d’accordo, ma in quel momento le priorità erano altre. Si limitò a imbastire il sorriso più affascinante che possedesse, e l’altra lo ricambiò con un’occhiata furibonda. Pazienza, pensò Jesper. Servono più a me che a te, credimi.
Afferrò anche una confezione di Pasticcetti svenevoli e una di Fondenti febbricitanti al cocco. Infine, dopo essersi assicurato i beni di prima necessità fra le braccia, decise di temporeggiare ciondolando nel negozio: c’erano sempre incantesimi geniali fra gli scaffali vibranti di colori, e poteva trarre spunto per movimentare le serate nella Sala Comune dei Serpeverde.
Oltrepassò il reparto dedicato ai filtri d’amore senza disturbarsi neanche a voltare la testa: con le sue labbra piene e il suo sorriso irresistibile, Jesper era un concentrato di Amortentia vivente: non aveva bisogno di quelle pozioni, per avere successo. Lasciò una carezza a una Puffola pigmea color lavanda, si morse la lingua quando vide la Polvere buiopesto peruviana (no, Jes, disse la sua coscienza. Non hai più soldi. - Ma potrei posare i fondenti e una confezione di Torroni… - No, Jes, pensa alla McGranitt. I Torroni ti servono) e si ritrovò di fronte a uno scaffale dedicato esclusivamente ai fuochi d’artificio.
I Fuochi Forsennati erano fra gli articoli più emblematici del negozio, poiché davano vita a spettacoli pirotecnici potenzialmente letali e impossibili da controllare: botti che scrivevano parolacce in aria, girandole luminose che se provate a far evanescere si quintuplicavano, razzi e denotatori deluxe che assumevano la forma draghi e che distruggevano tutto ciò che si trovavano davanti.
Proprio per questo motivo, Jesper sollevò le sopracciglia decisamente sorpreso non appena notò prima i riccioli ramati, e poi la figura minuta di Wylan Van Eck stringere fra le dita da pianista una confezione di petardi con un’espressione di assoluta adorazione stampata in faccia. Jesper pensò che avrebbe dovuto guardare lui in quel modo, non degli stupidi fuochi.
‘’Guarda chi c’è,’’ soffiò, scoprendo i denti luccicanti in un sorriso ancora più largo. ‘’Il piccolo chimico.’’
Wylan sobbalzò, colto alla sprovvista. Si voltò a guardarlo con gli occhi spalancati, e un lieve rossore spruzzato sulle guance.
‘’Non credevo ti piacesse questo genere di cose. Insomma, di solito sei così… delicato.’’
Il rossore sulle gote di Wylan si accentuò, raggiungendo la stessa tonalità dei papaveri appena sbocciato. Jesper rise dentro di sé. Era troppo divertente.
‘’Non sono delicato’’ borbottò l’altro, sollevando il mento indispettito. ‘’E poi mi piacciono le cose che esplodono.’’
‘’Sei il primo Tassorosso che conosco a cui piace far esplodere le cose.’’
Wylan sollevò un sopracciglio, spaesato. ‘’Ma infatti noi non ci conosciamo. Avremo parlato tipo due volte al massimo.’’
Jesper si leccò le labbra, facendo un passo verso di lui e inchiodando lo sguardo al suo.
‘’Beh, mi sembra un ottimo momento per rimediare, allor-’’
Con un grido soffocato, Jesper cadde rovinosamente addosso a Wylan, insieme a tutte le scatole di merendine marinare che stringeva fra le braccia. Imprecando, si rialzò e voltò la faccia, alla ricerca di chi lo avesse spinto: occhi azzurri, capelli raccolti in due strette trecce biondo cenere e rasate ai lati, il naso spruzzato di lentiggini.
‘’Ash,’’ ringhiò Jesper a denti stretti.
‘’Fottuta Morgana!’’ esclamò l’altra, fischiando. ‘’Guarda dove vai, Fahey.’’
‘’Ma se sei stata tu a-’’
‘’Ssh,’’ lo interruppe, voce come miele. ‘’Ne riparliamo a scuola.’’
Poi notò Wylan, e distese le labbra in un sorriso all’apparenza genuino - ma Jesper sapeva che non c’era niente di genuino in quella sottospecie di Basilisco.
‘’Ma tu sei Wylan!’’ esclamò avvicinandosi. ‘’Il fenomeno in pozioni!’’
Wylan diventò ancora più rosso. Continuando così avrebbe preso fuoco.
‘’Beh, veramente il fenomeno in pozioni è Carlotta Valdi e…’’
‘’Sì, sì, la Valdi,’’ lo interruppe Ashlinn. ‘’Tu però sei più carino della Valdi, Wylan.’’
Jesper le scoccò un’occhiataccia che avrebbe potuto uccidere. Il sorriso di melassa di Ash, però, la prese per mano e poi la strangolò in silenzio.
‘’Non hai altro da fare?’’ le suggerì Jesper.
‘’Ora che ci penso, sì’’ rispose l’altra, portandosi un dito al mento. ‘’Beh, ci si vede a scuola.’’
‘’Non ricordarmelo.’’
‘’Ciao anche a te, Wylan!’’
Ash gli lasciò una carezza sulla guancia. Maledizione, pensò Jesper. Quella sarebbe dovuta essere la mia mossa. Ma non era ancora finita.
‘’Ti va un gelato?’’
‘’Un gelato?’’ ripeté Wylan.
‘’Sì Wylan, un gelato. Quella cosa che si lecca e che sa di fragola. O di cioccolato. O di quello che ti pare.’’ 
Wylan non rispose. Tornò a fissare lo sguardo sulle confezioni di Fuochi, poi ne afferrò un paio, e infine si alzò. ‘’D’accordo,’’ disse infine, andandogli vicino. ‘’Un gelato va bene.’’
Jesper sfoderò il sorriso migliore di cui fosse capace. Wylan lo contraccambiò con uno più timido e delle fossette in cui Jesper si sarebbe volentieri rannicchiato.
Quando andarono a pagare e Jesper si mise le mani in tasca per cercare il marsupio con i galeoni, però, una voragine si spalancò sotto ai suoi piedi.
‘’Fottuta ladra di merda. Cazzo, cazzo, cazzo.’’
‘’Che succede?’’ domandò Wylan, fermandosi a guardarlo.
‘’Quella stronza di Järnheim mi ha derubato.’’

Ash, già lontana nelle vie di Diagon Alley, sorrise gongolante.

*

Con la pioggia che le gocciolava lungo gli zigomi e le trecce umide, Ashlinn aprì la porta del pub Testa di Porco e ci sgusciò dentro. Nella penombra, lasciò che il suo sguardo azzurro trapassasse tavoli e clienti, finché non trovò quello che cercava. Con le labbra distese in un sorriso sincero - checché ne dicesse Jesper - si diresse verso il fondo del locale, dove una ragazza esile, dai capelli neri come la notte, sorrideva maliziosa a un tizio grosso quattro volte lei. Alcuni clienti s’erano radunati intorno al loro tavolo. Ash puntò subito lo sguardo sulla pila di falci e galeoni che luccicava al centro.
‘’Corvere,’’ disse, salutando la ragazza.
Quest’ultima le rivolse un sorriso troppo aperto. Una zaffata di Whisky incendiario le entrò nel naso.
‘’Fottuta Morgana, Mia. Sei ubriaca fradicia,’’ constatò Ash, sedendosi accanto a lei.
‘’Perchè questo stronzo,’’ rispose Mia, poi s’interruppe e singhiozzò, ‘’perché questo stronzo regge l’alcol meglio di Brekker.’’
Mia singhiozzò di nuovo, e la nuca le ciondolò in avanti. Pareva in uno stato pietoso.
‘’Beh, direi che ho vinto’’ annunciò il tizio seduto davanti a loro, e allungò il braccio per racimolare le monete.
Mia gli allontanò il polso con uno scatto. ‘’Non abbiamo ancora finito.’’
‘’Già, abbiamo altri soldi da giocare,’’ rispose Ash, facendo tintinnare il marsupio che aveva appena rubato a Jesper. ‘’Ci stai?’’
Il tizio sorrise. Non era messo troppo bene neanche lui, a giudicare dalle guance paonazze e dallo sguardo annebbiato. Ma Mia era sicuramente in condizioni peggiori.
‘’D’accordo,’’ rispose, scrollando le spalle come se fosse annoiato, ma Ash notò la gioia selvaggia brillargli negli occhi quando aggiunse altre monete al piatto.
Povero stolto. Credeva davvero che sarebbe tornato a casa con tutti quei galeoni che luccicavano.
Il barista arrivò con un’altra bottiglia di Whisky Incendiario. Continuarono a scolarsi cicchetti dopo cicchetti, la folla intorno a loro che li incitava e schiamazzava, finché il tizio grosso quattro volte Mia non crollò inerme con la testa in avanti e svenne.
‘’È stato un piacere’’ ghignò Mia, arraffando tutti i soldi. Poi osservò i clienti pietrificati intorno al loro tavolo, che la fissavano come se fosse la strega Morgana in persona. ‘’Qualcuno vuole fare un altro giro?’’
La folla si dileguò all’istante. Mia rise sguaiata, ogni ombra di confusione svanita dal suo viso come se non fosse mai esistita, e si alzò reggendosi sulle proprie gambe come se si fosse scolata solo spremuta di arancia.
‘’Ti va un gelato?’’ le propose Ash, mentre osservava il barista sfoderare la bacchetta per far rinvenire il tizio.
Mia sorrise. ‘’Volentieri. Prima però devo andare a vomitare.’’
Ash le sorrise a propria volta. ‘’Ti reggo la testa.’’

*

Wylan entrò nello scompartimento sbuffando, trascinandosi dietro il baule a fatica.
‘’Dammi una mano,’’ soffiò a Mia, che lo aiutò a sollevarlo.
‘’Per Morgana, ma che ti sei portato dietro?’’
Tutti i fuochi d’artificio che sono riuscito a prendere, pensò.
‘’Nulla,’’ rispose. ‘’Vestiti. Libri. Solite cose.’’
Mia sollevò un sopracciglio, scettica, ma non insistette.
Wylan si guardò intorno. ‘’Perché ci siamo solo noi due?’’
‘’Non siamo solo due,’’ obiettò Mia. ‘’C’è anche Messer Cortese. Di' ciao a Messer Cortese. ’’
Wylan gettò un’occhiata al gatto nero acciambellato vicino al finestrino. ‘’Hai ragione, scusa. Ciao, Messer Cortese.’’
Messer Cortese aprì pigro un occhio e lo richiuse. Fine del suo saluto. 
‘’E poi,’’ continuò Mia sedendosi, ‘’perché tutti gli altri sono a fare il loro lavoro da prefetti. Te lo immagini Tric che sequestra i Frisbee zannuti a quelli del primo anno?’’
‘’Sì,’’ rispose Wylan. ‘’Ma non riesco a immaginarlo mentre prova a impedirti di uscire di notte.’’
Mia scoprì i denti.
‘’Oh, non lo farà. A meno che non desideri che gli sostituisca il succo di zucca con un bel bicchiere di distillato di morte vivente.’’
‘’Se ne accorgerebbe’’ obiettò Wylan. ‘’Sentirebbe l’odore.’’
‘’Potrei prima schiantarlo. Versargli il veleno dritto in gola mentre è svenuto. O tagliargliela direttamente.’’
Wylan rise, un po’ a disagio. Con Mia la linea fra ironia e realtà era sempre labile. La rispettava e le voleva bene, ma delle volte era spaventosa. Anche il suo gatto, il più delle volte, era spaventoso.
Tirò fuori dalla tasca un pacchetto di Gomme bollenti, e gliene offrì una. Mia la accettò e gli raccontò della sua estate, del viaggio a Venezia con suo fratello e suo padre, e di quanti canarini Messer Cortese avesse ucciso e lasciato davanti all’ingresso. Ringrazia che non siano cadaveri, pensò, lanciando un'occhiata al grosso gatto.
‘’E tua madre?’’ domandò Mia, mordendosi il labbro. ‘’Come sta?’’
‘’Bene,’’ rispose Wylan. ‘’Dipinge. Mi ascolta suonare il flauto.’’
Sua madre era ricoverata al San Mungo. Trascorreva le giornate a dipingere su tela paesaggi con così tanta accuratezza da farli apparire veri. Dipingeva gli alberi e Wylan riusciva ad ascoltare il fruscio delle foglie. Dipingeva il mare e Wylan annusava l’odore della salsedine. Nonostante fosse babbana, i suoi quadri erano vivi tanto quanto quelli che si muovevano a Hogwarts.
‘’Bene,’’ rispose Mia. ‘’Guarda qui!’’
Gli sventolò davanti un marsupio pieno di galeoni. Wylan fu contento che avessero cambiato discorso.
‘’Dove hai trovato tutti quei soldi?’’
‘’Li ho vinti. Gara di bevute al Paiolo Magico.’’
‘’Ma tu non hai mica diciotto anni.’’
Mia sorrise. ‘’Nel mondo dei maghi si diventa maggiorenni a diciassette.’’
Vero. Wylan se ne dimenticava sempre. Allora anche lui, l’anno successivo, sarebbe diventato maggiorenne.
Arrivò la signora del carrello, e Mia comprò una dose di dolci spropositata. Quando scartarono il terzo pacchetto di Gelatine, Tric e Carlotta entrarono nello scompartimento.
‘’Ecco i paladini della giustizia,’’ li derise Mia. Tric le mollò un calcio sullo stinco, Messer Cortese soffiò a Tric, e Carlotta si limitò a ricadere pesantemente accanto a Wylan.
‘’Allora, come ci si sente ad avere sulle spalle il peso della responsabilità?’’ domandò Mia.
‘’Uguale a prima, solo con più ronde notturne,’’ rispose Carlotta, ficcandosi in bocca una gelatina rossa. ‘’Di certo non vorrei essere nei panni di Tric, comunque. Costretto a tenerti sotto controllo notte e giorno. Per lui sì che sarà un problema.’’
‘’Tric non ha speranze di contenere il mio spirito libero.’’
‘’Infatti non sono speranze, sono certezze,’’ ribatté Tric.
Mia sbuffò irrisoria. Persino Messer Cortese alzò il muso rivolgendogli un’occhiata scettica. Tric incrociò le braccia.
‘’Mia, sono serio. La McGranitt mi ha chiesto personalmente di tenerti sotto controllo.’’
‘’Pare proprio che dovrai deluderla, allora.’’
‘’Mia.’’
‘’Tric.’’
Wylan lasciò che il suo sguardo scorresse dal viso di uno a quello dell’altro. Carlotta decise di restarne fuori, limitandosi a sgranocchiare Cioccorane. Wylan pensò che fosse saggio seguire il suo esempio.
Il rumore della porta scorrevole che si apriva costrinse di nuovo tutti ad alzare il viso. Il sorriso da prestigiatrice di Ash fece capolino e poi si aprì luminoso come il cielo a mezzogiorno.
‘’Il club dei piccoli chimici al completo!’’ esclamò, poi soffermò lo sguardo su Tric. ‘’Più Trucco,’’ aggiunse.
‘’Järnheim,’’ la salutò Carlotta, le labbra impastate di Cioccorana.
‘’Vedo che vi trattate bene,’’ commentò l’altra, ammiccando ai dolciumi. ‘’Sarebbe carino se mi invitaste a entrare.’’
‘’Nessun Serpeverde varcherà la soglia di questo scompartimento,’’ la interruppe Mia.
‘’Eppure a Diagon Alley sembravi così cordiale.’’
‘’La tregua finisce con l’inizio dell’anno scolastico.’’
‘’Tecnicamente, Corvere, l’anno scolastico non è ancora iniziato.’’
Mia parve pensarci su, poi scrollò le spalle. Ash lo prese come un invito, perché si sedette al suo fianco e afferrò uno zuccotto. Poi incontrò lo sguardo di Wylan, e fece l’occhiolino. Wylan avvampò.
‘’Vi conoscete?’’ domandò Mia, incuriosita.
‘’L’ho incontrato nel negozio di scherzi,’’ spiegò Ash. ‘’Prima di derubare Jesper.’’
‘’Hai derubato Jesper?!’’
‘’Io derubo sempre Jesper. Infatti sto scappando da lui, adesso. Spero proprio che-’’
La porta scorrevole si aprì per la terza volta, questa volta con un boato.
‘’Ashlinn fottuta Järnheim!’’ esclamò Jesper, puntandole il dito contro con veemenza. ‘’Ridammi i miei cazzo di galeoni!’’
Non appena vide la sua faccia, Wylan percepì le proprie orecchie arrossire. Fa che non se ne accorga, pensò.
‘’Non so di cosa tu stia parlando!’’ cinguettò Ash.
‘’Oh, sì che lo sai. Mi hai rubato il marsupio. Wylan ha dovuto pagare tutto!’’ continuò, spostando l'indice per indicare lui.
Il calore sulle sue guance divenne rovente. Fa che non se ne accorga, fa che non se ne accorga...
Mia si accigliò. ‘’Ti sei fatto prestare i soldi da Wylan?’’
‘’E che avrei dovuto fare?’’ sbottò Jesper. ‘’Non potevo mica uscire a mani vuote!’’
Ashlinn rise. ‘’Debiti, debiti, debiti. Sei sempre in rosso, Fahey.’’
Poi rovistò nelle tasche, ed estrasse qualche galeone. Lo porse a Wylan, che ringraziò a testa bassa. Poi offrì altre monete a Jesper.
‘’Mancano una falce e sette zellini’’ obiettò l’altro, contandole.
‘’Ho solo un pacchetto di Bollenti.’’
‘’Voglio i miei soldi, Järnheim.’’
‘’E io vorrei che non fossimo nella stessa Casa, eppure…’’
‘’Ashlinn, dagli i suoi soldi.’’
La voce che sbucò da dietro le spalle di Jesper ebbe un effetto paralizzante. Dura, graffiante, pietra su pietra. Se c’era una persona più spaventosa di Mia, quella era Kaz Brekker. Wylan si strinse contro il sedile. Le orecchie, constatò però con gioia, erano tornate nuovamente fredde.
‘’Brekker,’’ sibilò Mia, tagliente come una lama. ‘’Fuori dal mio scompartimento.’’
‘’Corvere’’ rispose Brekker, totalmente disinteressato. ‘’Come puoi ben notare, non ci sono neanche entrato.’’
Wylan si soffermò sui volti di entrambi. Sui capelli scuri di entrambi. Sugli occhi scuri di entrambi. Se la notte avesse avuto una faccia, probabilmente sarebbe stato la loro. Sono terrificanti, pensò infine.
Ashlinn estrasse una falce dalla tasca e la porse a Jesper. ‘’Abbonami almeno gli zellini.’’
‘’Debiti, debiti, debiti,’’ la scimmiottò Jesper. ‘’Sei sempre in rosso, Järnheim.’’
Infine, Jesper seguì Kaz fuori dallo scompartimento, non prima di avergli fatto un occhiolino. Wylan, stoico, si sforzò di non lasciar trapassare nulla dal suo viso.
‘’Morgana, grazie’’ sbuffò Mia, quando lo scompartimento fu nuovamente tranquillo. Poi si mordicchiò un’unghia. ‘’Quest’anno gli farò passare la puzza da sotto al naso.’’
‘’Nessuno fa passare la puzza da sotto al naso di Brekker,’’ rispose Ashlinn.
‘’C’è sempre una prima volta, Ash.’’
‘’Già,’’ sorrise l’altra. ‘’C’è sempre una prima volta, Mia.’’
A Wylan parve che quella frase sottintendesse un significato decisamente diverso, ma non disse nulla. Carlotta attirò la sua attenzione toccandogli la gamba con il piede.
‘’Da quando conosci Fahey?’’
‘’Oh sì,’’ sorrise Mia, voltandosi a guardarlo. ‘’Da quando conosci Fahey?’’
‘’Non lo conosco,’’ rispose Wylan. ‘’Davvero. L’ho incontrato nel negozio a Diagon Alley e mi ha offerto un gelato!’’
‘’E poi?’’
‘’E poi niente, si è accorto che Ashlinn l’aveva derubato e non ci siamo andati più.’’
Ashlinn sorrise colpevole - non proprio colpevole, colpevole a metà. ‘’Mi dispiace di aver rovinato il vostro appuntamento.’’
Wylan sbarrò gli occhi. ‘’Non era un appuntamento. E poi insomma, Jesper… Insomma, Jesper non fa così un po’ con tutti?’’
‘’Flirta con qualunque cosa si muova, se è questo che intendi’’ disse Ashlinn. ‘’Ma non credo che abbia mai offerto un gelato a qualcuno. Jesper non ha mai i soldi, e quando li ha…’’
‘’... Tu glieli rubi,’’ completò Tric per lei, ridendo.
‘’Beh, no. Cioè, anche’’ si corresse, ‘’ma non volevo dire questo. Volevo dire che quando li ha, non li spende per gli altri.’’
‘’Ma Wylan è troppo per lui,’’ disse Mia.
‘’Wylan è troppo per chiunque,’’ aggiunse Tric, e Mia gli diede il cinque.
Wylan nascose la faccia fra le mani per l'imbarazzo.
‘’A proposito di troppo,’’ disse Tric. ‘’Ma dov’è Inej?’’
‘’Sarà con Nina da qualche parte.’’
‘’Io detesto Nina,’’ disse Ash.
‘’Solo perché è più bella di te,’’ rispose Mia.
L’altra scosse la testa, confusa. ‘’Tu sei più bella di me, ma mica per questo ti detesto.’’
Mia esitò appena, presa in contropiede dal complimento inaspettato - che risuonò così stranamente sincero, pensò Wylan, per gli standard della voce di Ash che era costantemente ironica.
Ash dovette sentirsi a disagio, perché si stiracchiò e s’alzò in piedi. ‘’Me ne vado. Troppi Grifondoro qui dentro, sto iniziando a dire cose strane.’’
‘’Certo,’’ commentò Tric. ‘’Scappa finché sei in tempo, fa che diventi una persona gentile.’’
Ashlinn gli rivolse teatralmente il dito medio, e poi uscì con un inchino. Messer Cortese stirò le zampe, e si sbracò sul posto lasciato libero da Ash.


*

‘’Nin-’’
Nina sobbalzò per la paura, voltandosi di scatto verso la porta scorrevole dello scompartimento. Inej scoppiò a ridere.
‘’Dannazione,’’ borbottò Nina, soffiando via aria. ‘’Come fai a essere sempre così silenziosa?’’
‘’Perché in realtà sono uno spettro,’’ rispose Inej, senza sedersi. ‘’Ho trovato il nuovo arrivato. È in fondo al treno, da solo. Non sembra molto contento.’’
Nina afferrò una scatola di muffin al caramello. ‘’Andiamo a fargli un po’ di compagnia, allora.’’
Nina seguì Inej lungo il corridoio. Evitò per un pelo una fattura Orcovolante, schivò un Frisbee Zannuto, rispedì con un calcio una Caccabomba dentro lo scompartimento da cui era stata gettata, il tutto proteggendo i suoi preziosissimi muffin fra le braccia.
‘’È qui’’ disse Inej, indicando davanti a sè.
Nina si affacciò. Inej fece capolino dietro di lei. Il nuovo arrivato fissava con aria truce il paesaggio che scorreva rapido dal finestrino.
‘’Decisamente non sembra contento,’’ osservò Nina. Quindi bussò sul vetro, e aprì la porta.
‘’Ciao,’’ disse. ‘’Io sono Nina. Lei è Inej. Abbiamo deciso di farti compagnia.’’
Il nuovo arrivato rivolse loro un’occhiata storta. ‘’Non ho bisogno di compagnia,’’ grugnì.
‘’Nessuno rifiuta la compagnia di Nina Zenik,’’ ribatté l’altra, per nulla scoraggiata. ‘’Tantomeno quella di Inej.’’
Per cui, spumeggiante come champagne, si sedette davanti a lui e gli porse la confezione di muffin al mirtillo.
Il tizio li guardò, se possibile, ancor più accigliato.
‘’Guarda che non sono mica avvelenati.’’
Il tizio grugnì, e ne addentò uno. Nina sorrise. ‘’Come ti chiami?’’
‘’Matthias Helvar,’’ rispose Matthias. Poi tornò a puntare lo sguardo fuori dal finestrino, senza aggiungere altro.
Però, pensò Nina. Che bel carattere allegro.
Attese qualche istante, poi sbuffò. ‘’I viaggi in treno per Durmstrang erano sempre così silenziosi?’’
‘’A Durmstrang non ci si arriva con uno stupido treno’’ ribatté l’altro stizzito. ‘’Ma con una nave. E non c’è tutto questo casino.’’
Adesso lo strozzo, pensò. Però poi annuì, manifestando comprensione - insomma, questo ragazzo si era comunque trasferito in un altro paese, non doveva di certo essere facile per lui. ‘’Beh, a Hogwarts c’è molto casino, te lo concedo. Il muffin però è buono, vero?’’
Matthias sgranò gli occhi, preso in contropiede per un istante. Nina notò che dietro l’espressione perennemente incarognita si nascondeva davvero un bel viso.
‘’Immagino di sì,’’ disse infine, fissando il mezzo muffin che ancora stringeva fra le dita - davvero delle belle dita, notò Nina.
‘’Vedi? Devi concentrarti sugli aspetti positivi.’’
Matthias annuì. ‘’Anche se a me i dolci non piacciono troppo,’’ aggiunse poi.
Qualcosa dentro Nina si sgretolò e morì. Sbatté le palpebre più volte scandalizzata, poi si voltò verso Inej come per cercare conferma di aver capito bene.
Inej fece spallucce, e Nina si colpì la fronte con la mano, frustrata.
‘’Matthias,’’ ritentò allora, perché adesso si era impuntata. ‘’C’è qualcosa che ti piace?’’
‘’Il freddo,’’ rispose l’altro, senza esitare. ‘’Il freddo e i lupi.’’
‘’Di lupi non ne abbiamo. Una mia amica però ha un gatto altrettanto terrificante, se ti va di incontrarlo. Quanto al freddo… beh, magari posso mostrarti che il caldo non è poi così male, dopotutto,’’ gli disse, sorridendo sfrontata.
Matthias schiuse le labbra sconvolto, poi avvampò.
‘’Smettila,’’ sibilò. ‘’Fai sempre così?’’
‘’Così come? Sto solo tentando di essere cordiale, e di intrattenerti in questo viaggio di otto ore.’’
‘’Non ho bisogno di essere intrattenuto,’’ ribatté Matthias. ‘’E poi smettila di usare i tuoi poteri da Veela.’’
Nina impiegò qualche istante per registrare le sue parole.
‘’Veela? Guarda che io non sono mica una Veela.’’
Si voltò verso Inej, ma al suo fianco non c’era più nessuno. Guardò fuori dallo scompartimento e vide la figura minuta dell’amica piegata in due nel corridoio in una risata silenziosa.
‘’Ma certo che sei una Veela. Altrimente perché mai…’’
La voce gli morì sulle labbra, che serrò nuovamente in una linea severa. Guardò Nina negli  occhi. Nina ricambiò lo sguardo con le sopracciglia sollevate. Le aveva dato della Veela. Nessuno le aveva mai dato della Veela.
‘’Questo è il miglior complimento spacciato per insulto che abbia mai ricevuto. Complimenti, Helvar, dopotutto non sei così male.’’
Matthias le scoccò un’ultima occhiata imbevuta di rancore, infine si alzò - per Morgana, quanto era alto! - e uscì dallo scompartimento portandosi dietro tutta la dignità che riuscì a racimolare. Non che ce ne fosse rimasta tanta, pensò Nina.
Inej tornò a sedersi vicino a lei con gli occhi luccicanti.
‘’Sei una Veela e non me l’hai mai detto. Adesso sì che si spiegano tante cosa, Nina Zenik.’’
‘’Ma piantala!’’ rise Nina. ‘’Però era carino, vero? Cioè, prova a immaginartelo con il viso rilassato, senza lo sguardo da killer represso, e con un bel sorriso stampato in faccia.’’
‘’È un po’ difficile, ma immagino di sì.’’
‘’Dici che il Cappello Parlante lo smisterà insieme a quelli del primo anno?’’
Inej annuì.
''Spero sia Grifondoro,'' disse Nina, sognante. ''Insomma, mica tutti i giorni qualcuno ti scambia per una Veela, giusto?''
''Nina,'' disse Inej, guardandola dritta negli occhi con serietà. ''Tu sei centomila volte più bella di una Veela.''




Note di Cora
Ciaaao! Questa cosa è molto stupida, ma va bene così, è proprio nata per essere una storia scema e di pochissime pretese (anche se spero di diminuire il numero di dialoghi, poiché in questo capitolo sono decisamente troppi ahaha). Non sono in vena di lavorare su una long, quindi letteralmente, pubblicherò i capitoli senza curarmi troppo del testo (quindi potranno esserci buchi, conclusioni affrettate - tipo quella di adesso hahaha, eccetera eccetera eccetera). AH, fra l'altro, io non so come funzioni per il trasferimento a Hogwarts da un'altra scuola. Immagino che la procedura sia la stessa, comunque, cioè credo avvenga sempre lo smistamento. Boh, non so, ho inventato ahahah. Spero comunque che sia riuscita a intrattenervi un minimo! Grazie di cuore per aver letto! ♥
Alla prossima, see ya! 















   
 
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