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Autore: vanessie    01/10/2021    3 recensioni
Katelyn e Matthew sono due amici nati e cresciuti insieme fino ai loro 19 e 18 anni. Le loro mamme sono grandi amiche, tra un nascondino e una partita ai videogames hanno condiviso il passaggio dall’infanzia alla prima adolescenza. Le confidenze, le risate e gli sguardi imbarazzati hanno preceduto dei baci veri nati per gioco. Lui aveva sempre avuto il coraggio di dirle che l’amava, lei lo aveva compreso solo più tardi, quando guardandolo nei suoi occhi color del cielo aveva avvertito delle emozioni indescrivibili. Adesso che Matt frequentava il college in America, a Kate restavano solo bei ricordi…almeno fino a quando, sette anni dopo, ormai ventiseienne e con una relazione, lo rivide, partecipando con i suoi genitori ad una grigliata a casa dei loro cari amici di famiglia. Lì in giardino i loro sguardi si incrociarono, Katelyn capì che quelle emozioni sopite si erano risvegliate. In quel cielo azzurro c’erano ancora tutte le cose belle che amava di lui…
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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INSIDE YOUR SKYBLUE EYES

Capitolo 62

“Segreti”

 

 

POV Kate

Mi svegliai verso metà mattinata, ero sola nel letto e ancora nuda. Infilai la biancheria pulita, pantaloni di una tuta e maglia coordinata. Andai in bagno, dove tra le altre cose, legai i capelli. Erano arruffati dalla notte precedente. Giunta in soggiorno lo vidi seduto al tavolo con il pc portatile e due libri

“Buongiorno, sei già all’opera?” domandai “Sì, buongiorno a te” rispose. Mi avvicinai lasciandogli un bacio sulla guancia. Sullo schermo c’era un documento word su cui stava scrivendo. Leggendo una semplice frase capii che stesse lavorando ai capitoli della sua tesi, il linguaggio era infatti formale e tecnico, ricco di termini specifici. Lo lasciai fare e feci colazione. Lo scrutavo da dietro, era così impegnato e concentrato. Il giorno successivo sarebbe stato il suo compleanno ed io avevo già meditato insieme a Daniel e Michael di organizzare una cena carina in casa, alla quale sarebbe venuta anche Zoey, la ragazza di Daniel, oltre ad alcuni altri loro amici comuni. Avevo in progetto di cucinare due suoi piatti irlandesi preferiti e una bella torta. Erano tantissimi anni che non festeggiavo con lui il suo compleanno, per questo volevo organizzare qualcosa di carino. Gli avevo anche comprato un bel regalo, nascondendolo nei miei cassetti in camera nostra. Dopo la cena in casa, che si sarebbe protratta a lungo, Daniel aveva proposto di proseguire con una serata in cui mettere musica, ballare e preparare qualche simpatico gioco a base di alcool. Anche se il clima estivo era sparito, l’autunno da poco cominciato si stava mantenendo molto mite, così avevo scelto un bel vestitino rosa leggero e abbastanza seducente, che sicuramente potevo permettermi festeggiando in casa, dove la temperatura era ovviamente più calda che all’esterno. Era il primo compleanno del mio ragazzo che si festeggiava e volevo soltanto che mi trovasse carina. Potevo organizzare tutto con tranquillità, lui infatti il giorno del suo compleanno aveva il turno di mattina, dalle 7 alle 15, sarebbe rientrato solo alle 15.30 circa, per cui avevo il tempo di cucinare. Inoltre quando rientrava dal pronto soccorso era sempre esausto, faceva almeno un riposino di un’ora, lasciandomi libera dunque fino alle 16.30/17.00, meglio di così non potevo sperare. Quando la colazione terminò mi avvicinai “Posso aiutarti?” proposi “Non è necessario” “Lo faccio volentieri. Ovviamente non ho le competenze adatte per suggerirti cosa scrivere, però posso battere al computer le parole che mi detti, velocizziamo le cose” precisai.

 

giphy

 

Volevo realmente dargli una mano, in quei giorni dopo il colloquio all’università con il suo relatore, lui si era messo d’impegno e si era letto due libri, iniziando poi a scrivere il capitolo tre della sua tesi. “Se ti fa piacere, va bene” rispose spostandosi sulla sedia a fianco, per lasciare a me il posto davanti al pc.

Gli sorrisi trovandolo faccia a faccia, ok volevo aiutarlo, non distrarlo, tornai con gli occhi sullo schermo perché se iniziavamo a baciarci era finita. Cominciò a dettare ed io a scrivere. Sfogliava i libri davanti a sé e aggiungeva frasi e considerazioni personali. Se talvolta nella furia sbagliavo a battere qualche parola, me lo indicava. Il lavoro era certamente meno faticoso con quattro mani e quattro occhi. Utilizzava un lessico parecchio specifico ed esperto, non capivo esattamente tutte le sue frasi, non ero un medico e quella terminologia non mi era affatto familiare, ma non importava. “Aspetta non ti sto dietro” dissi ridendo quando prese a dettare con molta velocità “Scusami, adesso ho un momento molto creativo, scrivi” mi invitò. Cercai di seguirlo al massimo, anche se dovette ripetere alcuni passaggi. Restammo impegnati almeno due ore, erano le dodici. Avevamo scritto molte pagine, tornammo a rileggere per vedere se tutti i discorsi filavano, se c’erano errori ortografici, se la punteggiatura era giusta, se c’erano ripetizioni da sostituire con qualche sinonimo. Avvertii la sua mano sulla mia schiena, tentai di restare concentrata ma al tocco delle sue labbra sul collo mi voltai. Sorrise e ci scambiammo un bacio. “Grazie per il tuo aiuto” disse “Prego” “Questo è sfruttamento della manodopera” scherzò “In effetti” “Sì dovrei pagarti un tot ad ore” giocò “Potrei pensarci, la cosa non è male” “Oppure potrei ripagare in altro modo, senza un pagamento in soldi” puntualizzò. Mi girai per guardarlo dritto negli occhi. Oh sì, se voleva pagarmi in altri modi ero più che disponibile. Mi stava scrutando con i suoi fantastici occhi azzurri, mentre come una pervertita speravo che volesse ricompensarmi per l’aiuto già in quell’istante, magari spostando il computer e i suoi libri dal tavolo.

 

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“Potrei offrirti da bere” affermò “Ohhhhh da bere” ribattei delusa, facendolo ridere “Perché cosa pensavi, scusa?” domandò “Ah non lo so” mentii “Non puoi pensarlo sul serio!” esclamò “Cosa?” feci l’indifferente “Pensavi che mi riferissi ad una ricompensa di tipo sessuale” affermò ridendo “Nooooooo” risposi fingendo stupore “Da quando sei arrivata abbiamo trascorso più ore in camera che altrove! Stiamo esagerando” ribattè. Gli sorrisi, facendogli una carezza sul capo “Andiamo, finiamo di rileggere” lo spronai. Portammo a termine la revisione, poi pranzammo. Nel pomeriggio decidemmo di uscire. Lo avevamo fatto pochissimo, tra i suoi impegni e il tempo dedicato al sesso. Dio perché era diventato una componente tanto importante della mia vita? Non era mai stato così determinante nelle mie relazioni, adesso invece era come se non potessi resistere più di ventiquattr’ore senza. Ovviamente dipendeva dall’attrazione prepotente che sentivo ogni volta che lo guardavo o che respiravo il profumo della sua pelle. Facemmo un giro sul ponte di Brooklyn, approfittando della bellissima giornata di sole. Ottobre era un mese particolare, regalava gli ultimi sprazzi di sole caldo e poi ti catapultava tra le foglie colorate degli alberi, le piogge autunnali e quella frescura mattutina e serale che già si avvertiva in città. Mi piaceva New York, ero stata in giro ben poco con lui, ma da sola avevo fatto delle passeggiate. Dublino mi mancava, avere dei riferimenti e delle persone care mi mancava, ma ogni volta in cui piombavo nei suoi occhi color del cielo mi sentivo immediatamente a casa. Era il mio migliore amico e averlo al mio fianco mi faceva sparire qualsiasi malinconia, non mi serviva altro se lui mi ascoltava, mi sorrideva, mi abbracciava. La città, anzi la metropoli, era affollata sempre a qualsiasi ora, sia da studenti e lavoratori, sia da turisti. Vivevano ad un ritmo frenetico, impegnati molte ore al lavoro o sui libri, scappavano da una caffetteria o da un negozio, riempiendo le strade e i vagoni della metropolitana. Era presto per dirmi abituata, vivevo lì da soli 11 giorni e il contesto era nettamente diverso da quello irlandese. Michael e Daniel erano stati fantastici fino ad allora, sempre carini e gentili nei miei riguardi. Entrambi cercavano di regolarsi con il linguaggio e i discorsi, ma spesso scappava qualche parolaccia o qualche modo volgare di parlare di ragazze, che coinvolgeva anche Matthew, ma apprezzavo lo sforzo e poi era divertente sentire i ragionamenti dei maschi. Tornai a concentrarmi sulla passeggiata, adoravo il panorama visto dal ponte, con tutti i grattacieli in lontananza, che man mano diventavano più vicini passeggiando verso Manhattan. Soprattutto adoravo il panorama in quel preciso istante, mentre ero seduta su una panchina aspettando che Matt finisse di salutare alcune persone che conosceva e che casualmente aveva incontrato. Me li aveva presentati poi si erano un attimo distanziati a dire qualcosa. Stava tornando verso di me ed io stavo sbavando.

 

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“Domani quindi lavori” affermai quando si mise seduto “Sì” “Quasi quasi ne approfitterò per fare shopping! Così consegno altri curriculum” risposi, fingendo di non ricordare che sarebbe stato il suo compleanno “Brava” disse sorridendo. Mi poggiai sulla sua spalla “Oggi è stato carino aiutarti, mi piacerebbe rifarlo” confessai “Puoi aiutarmi quando vuoi” “Entro quando devi consegnare i due capitoli?” “Entro la fine del mese” precisò “Visto che per adesso non ho un lavoro, ti aiuto con piacere, mi tengo impegnata, velocizzo il tuo lavoro e ne approfitto per stare con te” affermai alzando la testa per guardarlo, ma restando con il mento sulla sua spalla. “Non ti annoi? Non è che sia proprio una cosa divertente” “Non mi annoio, a me basta stare insieme” chiarii, lui sorrise leggermente, poi mi baciò, ricambiai ciascuno dei suoi baci, schiava dei miei sentimenti prepotenti. Tornammo a casa e trovammo i ragazzi intenti a fare la cena. Mangiammo insieme, intrattenendoci poi a parlare. Daniel stava raccontando un episodio accaduto all’ospedale, una cosa buffa, che scatenò risate e commenti ironici. Ero del tutto rilassata e presa dalla conversazione, era bello ridere con loro come se fossi parte del gruppo. “Questo mese con lo stipendio da misera che danno a noi specializzandi arrivo preciso a pagare le spese” disse poi Daniel, sapevo che il suo e quello di Matt non era un vero lavoro, solo una sorta di tirocinio con una bassa retribuzione, anche perché lavoravano tre o al massimo quattro giorni alla settimana, ma soprattutto era un modo per imparare non per guadagnare soldi. “Oh se non ce la fai, tranquillo, ti anticipo io i soldi dell’affitto e poi me li rendi” affermò Matthew “No, figurati per quello ce la faccio. Affitto e spese rientrano sempre, alludevo al fatto che ho dovuto comprare diversi libri per la tesi e lì ho pagato abbastanza, qualche uscita con Zoey e ora…meglio che risparmi” spiegò Dan “Ma sì, capitano questi periodi! Quando entrambi vi laureerete la cosa cambierà. Lavoro a tempo pieno e stipendio pieno” lo rassicurò Michael “Al massimo si tratta di qualche mese, a febbraio ci laureiamo e ciao” aggiunse Matt “Sì, se poi non resisti amico, puoi sempre fare come il nostro mr. occhi azzurri e il suo primo lavoro per arrotondare” affermò Mickey strizzando l’occhio. Mi voltai a osservare Matt, stava sorridendo, abbassò lo sguardo quando notò che lo fissavo “Cioè?” domandai curiosa. Quale lavoro per arrotondare? Non ne sapevo nulla. “Come non lo sai?” mi chiese Michael “No” risposi “Andiamo, non glielo hai raccontato?” intervenne Daniel, lui scosse la testa. Mi stavo seriamente preoccupando, un lavoro per arrotondare di cui mai mi aveva parlato…strano, noi parlavamo di tutto. Che se ne vergognasse? Non è che era una cosa…particolare? “Che lavoro era?” domandai “Scusalo si vergogna a dirlo” lo giustificò Dan “Perché?” ribattei “Riguarda lui e il suo…corpo” precisò Michael “Non immaginare male! Non è che ho fatto l’attore per film porno!” esclamò Matt alla vista della mia espressione. Era esattamente ciò che avevo ipotizzato pensando alla sua vergogna, all’idea di un lavoro con il corpo e al fatto che non avesse mai riferito niente. “Per fortuna” risposi sorridendo “È solo che all’inizio…ho fatto vari lavoretti, all’ospedale ho cominciato solo al terzo anno di università. Erano tutti lavoretti part time o nel fine settimana, spesso non arrivavo a pagare tutto. Per questa ragione ho cercato altro e un giorno Daniel mi ha mostrato un annuncio sul giornale. Non mi convinceva ma ci ho provato per riuscire a pagarmi le spese. Ho fatto delle foto per una marca di vestiti” confessò. Rimasi sorpresa, beh il fisico giusto ce l’aveva e anche la faccia giusta, era un bel ragazzo. “Ohhhhhhh wow, davvero?” domandai “Sì” “Ma foto per riviste o cartelloni pubblicitari?” mi informai “Entrambi” “Non posso crederci! Perché non me lo hai mai detto? Mi piacerebbe vederle” “Perché mi vergognavo” “Se vuoi vederle sei in tempo” disse Mickey “Dove?” “Anche se si vergogna ha tenuto le copie” sottolineò Daniel. “Devo vederle assolutamente” affermai “Potremmo in qualche modo evitare?” mi chiese “Uhm…vediamo fammici pensare…no” ribattei. Lui si alzò e andò in camera a prendere il tablet, lo accese e cercò la cartella contenente le fotografie. Le guardai una ad una, erano parecchio belle, si vedeva che erano scattate da professionisti.

 

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“Accidenti, sono stupende. Perché ti vergognavi?” chiesi “Perché l’ho fatto per un periodo ma non è la mia strada, mi imbarazza mettermi in mostra” “Le trovo bellissime” affermai sincera. “Beh esiste anche un video” la buttò lì Michael, Matt lo guardò malissimo “A questo punto faglielo vedere” lo spronò Daniel “Oh sì, voglio vederlo” dissi “Vi odio a tutti e due” ribattè lui ai suoi amici. Caspita le foto erano belle, il video pure. Ci credevo che lo avessero scelto come testimonial di quella linea d’abbigliamento. Non solo qualsiasi cosa gli cadeva a pennello, aveva anche dei bei lineamenti e gli occhi azzurri bucavano lo schermo in modo assurdo “Mi piacciono tantissimo” ammisi scoprendo un lato inedito di lui, che proprio non mi aspettavo (ecco il video https://www.youtube.com/watch?v=H-lVutVkbVQ ).

 

NOTE:

Ciao a tutti, Matthew sta portando avanti la sua tesi di laurea, anche Katelyn decide di dargli una mano, sentendosi in colpa per averlo distratto un po' con il suo arrivo a New York, nel mentre sta organizzando una festa di compleanno a sorpresa che spera lui gradisca. Sebbene si conoscano fin dalla nascita, Kate scopre qualche piccolo e innocente segreto sulla vita da studente americano di Matt 😆.

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Mi dispiace per la mia assenza la scorsa settimana! Non ho pubblicato il capitolo perchè...vi dico la verità...è un po' deprimente scrivere senza ricevere quasi mai una risposta da chi legge. Come potrete immaginare faccio i salti mortali destreggiandomi tra lavoro, casa e famiglia, cercando comunque di essere puntuale nell'aggiornamento della storia, sentire un muro di silenzio dall'altra parte non aiuta. Come ho sempre detto questa è una storia lunga già scritta quasi per intero (oltre 200 capitoli), mancano giusto i capitoli finali, tuttavia venerdì scorso avevo deciso di fermarmi, diciamo che ho perso la motivazione per esserci. Questa settimana ci riprovo, perchè in fondo ci tengo, perchè comunque sono una persona determinata, ma non so...non vi assicuro che continuerò a pubblicare! Grazie a chi fin qui mi ha dedicato il suo tempo,

Vanessie

   
 
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