II. Frantumaglia
[Speranza]
Capisci che sono speranze spezzate e nulla di più un giorno in cui piove a dirotto e ho dimenticato come si fa a smettere – scroscio per le vie, infilandomi sotto suole di scarpe, tombini, perfino tra le radici degli alberi e tu non sei lì.
Non è colpa mia, se un giorno mi sono svegliata e ho scoperto che ogni mia speranza s’era frantumata come fil di cera e, alla fine, mi rimanevano le gocce di pioggia a tempestarmi il viso e niente di più.
E, alla fine, lo capisci anche tu – che so di speranze frantumate e quando mi assaggi sono cocci che ti feriscono le labbra, ma poi piove a diritto e non so come si fa a smettere, non lo so per davvero: ma, per quanto io possa scrosciarti addosso, mi asciugherai sempre via e non rimarrà alcuna traccia di quel che sono stata.
Non è colpa mia, non lo è davvero – ma potrei dirlo mille volte e non cambierebbe che sono fil di cera spezzata e tu non ci sei più.
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