Prompt:
Stargazing
Personaggi: Shadow the Hedgehog, Sonic
the Hedgehog
Contesto: Sonic X
– saga dei Metarex
Genere: Malinconico
Numero
Parole: 499
Dopo l’attacco da parte di
Shadow e Rogue alla loro nave
spaziale e la terribile scoperta riguardante la piccola Cosmo, gli
animi di
tutti erano presi dall’angoscia e dallo sconforto. Era
davvero una situazione
terribile…ma non per lui.
Per Shadow la sua sola esistenza era
una situazione terribile.
Essere per lo spazio, senza ricordi, sapere chi fosse e per cosa fosse
nato,
era un qualcosa di insostenibile e che gli lasciava l’amaro
in bocca. Sentiva
la frustrazione aggrottargli sempre più le sopracciglia e
indurirgli lo
sguardo. Percepiva il potere del Chaos crescere sempre più,
logorandolo,
facendogli desiderare la distruzione di tutto, di qualunque cosa o
persona che
gli capitasse a tiro. Per questo era stato più che
soddisfatto nel distruggere
i Metarex: avrebbe sfogato la sua costante rabbia, la sua sete di
distruzione,
l’avrebbe appagata per qualche istante facendolo precipitare
nell’oblio che lui
no, non era un signor nessuno senza alcun motivo d’esistenza.
Ma la sensazione di esistere era
troppo fugace, e la
frustrazione lo raggiungeva subito, intrappolandolo con catene che
diventavano
sempre più difficili da spezzare.
Tuttavia c’era una cosa che
riusciva ad annichilire le altre
emozioni, facendolo sentire libero: le stelle. Osservare quelle piccole
luci,
dai colori brillanti e diversi in base alle varie nebulose che
attraversavano o
all’intensità con cui brillavano, percepire quanto
fossero immense in confronto
a lui e indovinare la loro età, immaginando il momento in
cui avrebbero
raggiunto l’apice e avrebbero estinto la loro vita in
un’esplosione che avrebbe
modificato una parte di quel cosmo...tutto ciò gli dava un
senso di nostalgia,
ma non era amara. No: era piacevole.
Un rumore di passi lo fece rinsavire
dall’idillio a cui si
era abbandonato e in un istante una presenza divenuta famigliare
apparve al suo
fianco, con uno sguardo misto tra il preoccupato e il beffardo.
«Non
sei mai stato un tipo socievole, vero Shadz?»
Il riccio nero roteò gli
occhi cremisi, esasperato da quella
fastidiosa esistenza che si allargava troppo per i suoi gusti. Non
rispose alla
domanda; si limitò a volgere ancora l’attenzione
alle stelle, ignorando il
nuovo arrivato.
Sonic dal canto suo si aspettava una
reazione simile e si
passò un dito sotto il naso con aria beffarda, come per dire
“Visto Sonic,
nemmeno ti risponde, proprio come ti aspettavi”. Chiuse gli
occhi come per
darsi una pacca sulla spalla, compiacendosi di essere in grado di
anticipare
quel faker.
Portò gli occhi alle
stelle e un pensiero gli sfuggì dalle
labbra come un sussurro:
«Più
di una volta le stelle ci hanno visto combattere
assieme…»
Quelle parole, pronunciate forse
più a sé stesso che per
fare conversazione, scossero l’animo di Shadow come nulla era
riuscito a fare
fino a quel momento: il cuore perse un battito mentre la testa
iniziò a pulsare,
come se qualcosa stesse spingendo per uscire fuori, dando un segno che
esisteva. La malinconia gli punse la bocca dello stomaco, mentre la
possibilità
che forse un ricordo stesse
bussando
alla porta della sua mente gli fece inumidire gli occhi.