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Autore: heliodor    04/10/2021    0 recensioni
Nata con grandi poteri magici, Bryce è stata addestrata fin da bambina per diventare la strega suprema, la più forte della sua generazione. Lo scopo della sua stessa esistenza è guidare l’esercito dell’Alleanza nella guerra contro l’Orda.
Quando Malag il rinnegato esce allo scoperto e attacca Valonde, la vittoria sembra allontanarsi sempre di più e molti iniziano a dubitare delle sue capacità.
Per diventare la guida che tutti si aspettano che sia e vincere la guerra, Bryce dovrà rinunciare all’amore, all’amicizia e a tutto ciò che la vita potrebbe offrirle se smettesse di combattere.
Ma sarà davvero in grado di compiere un sacrificio così grande?
Da oggi con il 100% di Mappa in più!
La trovate in cima al primo capitolo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
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Giusto castigo

 
È un incubo, si disse Bryce. Tutto ciò non può essere vero. Erix non può aver detto una cosa così terribile. Devo essermi sbagliata.
“Ci sono almeno trentamila persone dentro le mura” disse con un groppo in gola.
“Non le uccideremo tutte ovviamente” disse Erix con tono serio. “Cercheremo di ridurre al minimo le vittime. Persym pensa che ce ne saranno solo due o tremila. Cinquemila, se gli arziti combatteranno casa per casa, ma noi speriamo ovviamente di no.”
“Voi sperate?”
“Gestire l’assalto a una città fortificata non è mai una cosa semplice. Spesso si preferisce l’assedio nella speranza che si arrendano prima che le scorte finiscano, ma i raccolti sono stati buoni quest’anno e i loro magazzini sono pieni. Potrebbero resistere per intere Lune, forse addirittura un anno. Non abbiamo tutto questo tempo a disposizione. E c’è un’altra faccenda da tenere in considerazione.”
Attese che proseguisse.
Erix sospirò. “Parlo delle nostre perdite, ovviamente. Un assalto richiederà il sacrificio di almeno dieci formazioni complete, quindici se siamo sfortunati. E un centinaio di mantelli.” Scosse la testa. “Quanto vorrei che si potesse fare in un altro modo.”
Bryce deglutì a vuoto. “Allora andiamo via.”
“Questo non è possibile.”
“Perché no? Leviamo il campo e troviamo un’altra città alleata.”
“Chi controlla Arzit, controlla questa regione. E chi controlla questa regione ha accesso a campi coltivati, corsi d’acqua e le vie commerciali dalla costa occidentale fino ad Arental. Se ce ne andiamo, l’orda si getterà sulla città come un lupo affamato. Lo hanno già fatto altrove.”
“Sharim” disse Bryce.
Erix serrò la mascella. “Quella è stata una faccenda spiacevole.”
“Soprattutto per quelli che ci abitavano.”
“Per tutti. Non fu una decisione semplice.”
“Molto comodo pensarla in questo modo.”
“E per te è molto facile giudicare, principessa di Valonde, ma Sharim era solo uno dei tanti villaggi che stavano passando al rinnegato. Che lo aiutavano e supportavano dando rifugio alle sue bande di razziatori.”
“Perché Sharim e non un altro villaggio, se erano centinaia?”
“Perché non loro? Dovevamo colpirne qualcuno per dare un segnale a tutti gli altri. Stilammo un elenco e sorteggiammo alcuni nomi a caso.”
Bryce sentì la rabbia crescere dentro di sé. “A caso” disse con un filo di voce.
“Serviva un segnale forte.”
“Ed è servito a qualcosa?”
“Nessun altro villaggio di questa regione ha dato appoggio ai rinnegati.”
Bryce rifletté in fretta sulle parole successive. “Quanti villaggi hanno respinto l’orda? Quanti non si sono sottomessi a loro?”
Erix si accigliò. “Non lo so con esattezza. Tutti quelli che non li hanno aiutati.”
“E quanti di loro sono stati distrutti?”
“Nessuno” disse dopo qualche esitazione. “Ma questo vuol dire poco. L’orda ha bisogno di molte meno risorse. È un’armata senza una vera organizzazione. Per la maggior parte sono sbandati che…”
“L’armata di Azaril non era fatta di sbandati” disse Bryce alzando la voce. “Erano ben organizzati, proprio come noi. Mangiavano carne e frutta fresca in abbondanza.”
“Hai visto solo quello che loro hanno voluto farti vedere.”
“Ho visto una bambina.”
Erix si accigliò.
“Si chiamava Darina ed era una sopravvissuta di Sharim. Ho visto la paura nei suoi occhi, ogni volta che guardavano i simboli di Valonde. Ne era terrorizzata.”
“Posso solo immaginare che cosa abbia passato e non provo alcun piacere, ma è la guerra. Dovevamo fare qualcosa.”
“E ora farete lo stesso con Arzit.”
“È colpa loro. Ci hanno letteralmente costretti.”
“Tu avevi detto che avrebbero votato entro una Luna o due e che sarebbero passati dalla nostra parte” gridò. “Perché non possiamo aspettare?”
“Perché non abbiamo più tempo” disse Erix con tono perentorio. “C’è un’armata di rinnegati che si sta formando a occidente. Non sappiamo quanti siano, ma supponiamo che si tratti di cinquantamila. O centomila soldati e mille mantelli.”
Bryce sgranò gli occhi. “Sono molti più di noi.”
“Non se uniamo le forze con l’armata di Northon. Ci stanno aspettando a settentrione, pronti a marciare uniti sotto i vessilli dell’alleanza. Ma non potremo farlo senza l’appoggio di Arzit. O senza essere assolutamente certi che non ci colpiscano alle spalle dopo essere passati con l’orda.”
“Non lo faranno, te lo garantisco.”
“Tu garantisci per loro, Bryce? Dopo che ti hanno umiliata?”
“Noi abbiamo umiliato loro per primi.”
Erix scosse la testa. “Che assurdità.”
“Ti dico che…” iniziò a dire.
“Basta, ne ho abbastanza. Ora lasciami sola, ho un consiglio di guerra da organizzare.”
“Devi ascoltarmi.”
“Ti ho già ascoltata. Adesso esci dalla mia tenda.”
Bryce la fissò con aria di sfida.
“Esci o ti farò trascinare fuori a forza, e ti punirò davanti a tutta l’armata come insubordinata.”
“È un errore.”
“Vai via adesso, principessa Bryce.”
Si girò di scatto e uscì dalla tenda. Appena fuori, incrociò lo sguardo severo di Persym.
“Hai ancora molto da imparare, principessa di Valonde” disse l’arcistregone.
“Vuoi insegnarmelo tu?” gli chiese con tono provocatorio.
Persym la fissò con supponenza. “Io spero solo che la guerra duri abbastanza da giustificare tutta la fiducia che è stata riposta in te. Lo dico perché al momento non mi sembra che la tua presenza sia servita a qualcosa, se non a rendere le cose più complicate.”
“Massacrare cinquemila arziti le renderà più semplici?”
“Se servisse ad accorciare la guerra anche di un solo giorno, ne farei massacrare anche diecimila” rispose l’arcistregone.
Bryce deglutì a vuoto e strinse i pugni.
“Tu non sei d’accordo con me, principessa? Vuoi che la guerra duri di più? Vuoi sacrificare altri mantelli e soldati di Valonde per salvare qualche migliaio di arziti traditori e spergiuri? È questo quello che vuoi?”
“Sembra quasi che provi piacere al solo pensiero” rispose.
“Provo piacere al pensiero di infliggere un giusto castigo a chi se lo merita.”
“Gli arziti non ci hanno fatto niente.”
“A volte si viene puniti anche per quello che si potrebbe fare e non si è fatto. Rifiutando la nostra generosa offerta di alleanza e protezione sapevano bene a cosa stessero andando incontro. Abbiamo inviato te affinché si convincessero che non eravamo dei mostri insensibili come ci descrivevano, ma ti hanno umiliata e cacciata via. Per questo motivo ora subiranno le conseguenze della loro arroganza. E la loro fine sarà d’esempio per tutti gli altri.”
Bryce fece per alzare un braccio ma una mano le afferrò la spalla e la costrinse a voltarsi. Si ritrovò a fissare il volto dall’espressione tesa di Vyncent.
“Vieni via. Ora.”
Fece per opporsi ma Elvana la sospinse sul fianco spingendola di lato.
“Si è fatto tardi” disse. “E io ho fame. A mensa serviranno lo stufato di carne e non me lo voglio perdere per colpa tua.”
“Lasciami” ringhiò.
Elvana la ignorò.
“Lasciami ora” disse con tono rabbioso divincolandosi. Guardò nella direzione di Persym e lo vidi chinarsi per entrare nella tenda di Erix.
Vyncent riprese a tirarla ma con delicatezza. Voleva arrendersi alla sua pressione. Voleva arrendersi a qualsiasi cosa ma si costrinse a restare in piedi. Si trascinò lontana dalla tenda della comandante, riluttante a fare un passo dopo l’altro.
“È la seconda volta che ti evito di ammazzare qualcuno” stava dicendo Elvana con tono divertito. “Ma non ti assicuro che potrò farlo sempre.”
“Nessuno ti ha chiesto di fare niente.”
“Gliel’ho chiesto io” disse Vyncent.
“Non è vero” disse subito Elvana. “Lui si è messo in mezzo, ma non ce n’era bisogno.”
Vyncent si strinse nelle spalle. “Sei calma adesso?”
“Di nuovo?” fece Elvana.
Bryce nascose la sua irritazione. “Sì. Ma non molto.”
“Certo che quel Persym è davvero strano” disse Elvana. “Sembrava quasi che ti volesse provocare. Voleva che lo attaccassi.”
“Vogliono distruggere Arzit” disse quando furono dall’altra parte del campo.
“Sì, lo sappiamo” rispose Elvana.
Bryce la guardò stupita.
“Mentre parlavi con Erix ci siamo fatti dire tutto da Divash” spiegò Vyncent.
Aveva ancora la gola secca al solo pensiero. “Non posso permetterlo.”
Elvana le lanciò un’occhiata interdetta. “Non puoi o non vuoi? Dopo il modo in cui ci hanno trattati, è il minimo che potessero aspettarsi.”
“Non è un motivo valido per ucciderne a migliaia.”
“Non moriranno così tanti” disse la strega di Ningothris. “Quando vedranno mantelli e formazioni schierate fuori dalle mura, capiranno quello che sta per accadere e faranno la scelta più giusta.”
“E se non la facessero?”
Elvana scrollò le spalle. “Sarebbero dei folli.”
“C’eri anche tu quando ho parlato con Coralena” disse Bryce. “Ti ha dato l’impressione che si sarebbe arresa, davanti alla nostra minaccia?”
“Non spetta a lei decidere. E sì, penso che quella lì si farebbe felicemente massacrare pur di poter dire di non essersi inginocchiata all’alleanza. Ma sarebbe una stupida.”
“Tu lo faresti?”
Elvana tacque per qualche istante. “Ningothris si è inginocchiata a Valonde secoli fa. Non ha importanza quello che farei io.”
“Ma se potessi scegliere di combattere e morire per essere libera?”
“Non lo so che cosa farei. Voi Valonde non vi siete mai sforzati troppo per essere amichevoli. O simpatici.”
Bryce si accigliò.
“Siete i più forti. I migliori, su questo continente. Tutti lo ammettono, anche se non lo dicono apertamente. E sapete di esserlo. Ce lo ricordate ogni momento. Quelli che non vi ammirano, vi temono perché sanno che rifiutare una vostra richiesta di amicizia può voler dire farsi un nemico potente.”
Bryce inalò una boccata d’aria e guardò Vyncent. “E tu? La pensano così anche a Londolin?”
“Loro sono vostri alleati da sempre” disse Elvana sprezzante.
Vyncent si strinse nelle spalle. “Noi siamo troppo piccoli e insignificanti, Bryce. Contiamo poco da soli, ma insieme a Valonde sentiamo di valere di più. Molti la pensano in questo modo.”
“Gli arziti conterebbero di più se si schierassero al nostro fianco? O preferirebbero morire da insignificanti, ma liberi?”
“Io credo che ti possano rispondere soltanto gli arziti. Ma l’ultima volta che siamo stati da loro, mi sembra che la risposta sia stata chiara.”
“Forse non gli abbiamo posto la domanda nel modo giusto.”

 
  
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