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Autore: Kary91    07/10/2021    3 recensioni
[Raccolta | Post-Endgame| Peter Parker & Morgan Stark]
Una raccolta di piccoli momenti quotidiani che raccontano l'amicizia fra la piccola di casa Stark e un Peter nelle vesti di pseudo-fratello maggiore.
I capitoli:
1. Come bimbi sperduti (Peter & Morgan)
2. First Superhero Rule (Peter & Tony | Peter & Morgan)
3. Il "Morgan Prurito" (Peter, Morgan & Pepper | Coming Soon)
“Ehi, Peter…”
Morgan agguantò il suo dolce e lo addentò con gusto, imbrattandosi la bocca di cioccolato.
Peter sorrise compiaciuto nel sentirsi chiamare finalmente per nome.
“Possiamo fare che siamo come i bimbi sperduti? Ci proteggiamo… Io aiuto te e tu aiuti me. Così non abbiamo bisogno dei grandi.”
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Morgan Stark, Pepper Potts, Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Questa storia è stata scritta per la “Writeptember Challenge”, indetta dal gruppo Facebook Hurt/Comfort Italia, con i seguenti prompt: “Maschera e “Non Correre.”

 

First Superhero Rule

 

Peter si morse il labbro, facendo del suo meglio per trattenere un gemito di dolore: la mano di Happy era ferma e precisa, ma non particolarmente delicata e il braccio del ragazzo era pieno di piccole schegge.

“Quando ti ho parlato di un upgrade, Superpigiamino…”

Tony gli sganciò il casco di Iron Man dalla testa e ne esaminò l’esterno con attenzione, in cerca di graffi o ammaccature.

“… Non mi riferivo alla mia armatura.”

Peter arrossì – lo sguardo che cercava, in tutti i modi, di ignorare la finestra rotta e i frammenti di vetro sparsi per la stanza.

“Mi dispiace, signor Stark, davvero... non pensavo che…”

Incespicò nelle parole, non sapendo bene come proseguire.

“Insomma,io…”

Se non fosse stato troppo impegnato a farsi torturare il braccio da Happy, avrebbe già tagliato la corda.

“...è solo che lei è uscito per quella commissione e… l’armatura era lì, ed io… era troppo… ero curioso di…”

Deglutì, intercettando lo sguardo di Tony.

“Non ho i soldi per ripararla, signore,” ammise infine, chinando la testa. “La finestra, dico. L’armatura è intatta, lo giuro!”

L’uomo lo studiò ancora per qualche istante, prima di lasciare la  stanza. Mentre Peter lo aspettava, incominciò a farsi un elenco mentale di tutte le modalità di tortura che Stark avrebbe potuto utilizzare per punirlo dell’accaduto.

“Prima regola dei supereroi, Parker…”

Un flash argentato  catturò la sua visuale. Peter prese al volo quello che Tony gli stava lanciando, sorpresa e gratitudine a contendergli il viso.

 “…Prima di correre, devi imparare a camminare.”

Peter esaminò affascinato l’ultimo congegno di Stark – un nuovo prototipo di spara-ragnatele – e cercò di indossarlo, aiutandosi con la mano libera.

“Non lo dimenticherò,” promise, ricambiando il sorriso che era riuscito a intercettare per un soffio, prima che Tony sparisse di nuovo dalla stanza. “Grazie, signor Stark.”  

 

*

“Fammi vedere…”

Peter si accovacciò di fronte a Morgan e le scoprì le ginocchia, rivelando qualche graffio superficiale su entrambe.

Sospirò sollevato, mentre la bambina si arrampicava sul tavolo per farsi medicare. Ormai ci avevano fatto l’abitudine: Morgan era fin troppo vivace, e Peter talmente apprensivo da riempirla di disinfettante ogni volta che se ne usciva fuori con un graffietto o qualche sbucciatura.

“Per l’ultima volta, ‘Goonie[1]…” esordì Peter, sforzandosi di apparire il più deciso possibile. “… I miei spara-ragnatele sono off-limits per te. Non. Si. Toccano. Hai capito?”

Morgan annuì, facendo dondolare le gambe nel vuoto.

“Potevi farti davvero male poco fa…” proseguì Peter, frugando fra gli scomparti della valigetta del pronto soccorso alla ricerca di un cerotto: Morgan glieli aveva fatti fuori quasi tutti.

 “Ma io voglio essere come te!” cercò di spiegargli la bambina. La sua voce fuoriuscì attutita, filtrata dalla stoffa della maschera che indossava. “Voglio fare anch’io il supereroe, così posso proteggere te, Happy e la mamma!”

L’espressione di Peter si addolcì.

“Questa la togliamo… che ne dici?” propose, sfilandole con delicatezza la maschera di Spiderman.

Una Morgan tutta scarmigliata gli restituì lo sguardo – le guance arrossate e i capelli arruffati.

“Mi piace là dentro,” rivelò la bambina, indicando la maschera. “Profuma tipo come te.”

“Davvero?”

Peter inorridì al pensiero di quanto sudasse dentro quell’affare;  Morgan era stata piuttosto clemente, parlando di  ‘profumo’.

La bambina annuì.

“E poi tu dici sempre che quando voli tra i grattacieli ti senti un sacco più grande e più forte e ci volevo provare anch’io…” ammise ancora, giocherellando con il cordino della felpa di Peter.

Il ragazzo sorrise; disinfettò entrambe le ginocchia della bambina e le riempì di cerotti, sotto lo sguardo confuso di Morgan.

“La mamma non me ne mette mai così tanti…” commentò, tastandosi le gambe.  

“Conoscendoti, un po’ di imbottitura in più non può far male,” rispose Peter, posandola a terra. “Mi è venuta un’idea,” rivelò poi, recuperando il giubbotto di Morgan da una sedia. “Ti porto in un posto.”

*

Il trampoline park era attraversato da un brulichio costante di gente, come era frequente di sabato pomeriggio.

Persone di tutte le età si dilettavano in salti e volteggi più o meno elaborati, rimbalzando sui tappeti elastici.

Morgan immerse lo sguardo in quel mare variopinto di acrobati improvvisati – la mano stretta in quella di Peter.

“È qui che hai imparato a volare, bimbo grande?” chiese, appoggiandosi alle spalle di Peter.

“Negativo, bimba sperduta” rispose il ragazzo, aiutandola a infilare le calze antiscivolo.  “Ma è qui che imparerai tu.”

La condusse verso la scaletta del trampolino più vicino; Morgan fece i gradini quasi di corsa, visibilmente emozionata, ma quando raggiunse la cima della piattaforma ebbe un attimo di esitazione.

Si strinse a Peter e scrutò con diffidenza il gigantesco materasso sul quale avrebbe dovuto atterrare.

“È più alto del tuo letto a castello…” mormorò, preoccupata. Peter si accovacciò  al suo fianco.

“Non devi saltare, se non ti va,” la rassicurò. “Possiamo giocare a nascondino sui gonfiabili… o andare sullo scivolo. A te piacciono gli scivoli!”

Morgan scosse la testa.

“Voglio volare…” decise, azzardando un passo verso la pedana. “… puoi saltare insieme a me?”

Strinse forte la mano di Peter.

L’adolescente le fece l’occhiolino.

“Farò di meglio” rispose, tirando fuori qualcosa da sotto la giacca. Gli occhi di Morgan si illuminarono per qualche istante, prima di sparire dentro alla maschera di Spiderman.

“Più grande e più forte…”  le sussurrò Peter, sistemandole la stoffa intorno al viso, “… ricordi?”

 Morgan annuì.

 “E gli spara-ragnatela?” chiese, piegando il medio e l’anulare di una mano e puntandogli contro le dita.

Peter scoppiò a ridere.

“Una cosa per volta,” la placò, facendole il solletico. Morgan si dimenò, ridendo tra le sue braccia, prima di convincersi, finalmente, a staccarsi da lui.

Peter le baciò la testa e si allontanò di qualche passo, facendo del suo meglio per mettere da parte l’apprensione. Morgan, al contrario, sembrava essersi liberata di tutte le paure.

“Prima regola di un supereroe…” mormorò fra sé Peter, guardandola saltare.

Una sensazione strana – di orgoglio, mista a nostalgia – gli riempì il petto. Si sfiorò l'incavo del braccio destro, percorrendo con il polpastrello una piccola cicatrice bianca: un promemoria della prima lezione che aveva appreso da Tony Stark.

 “… Prima di correre, devi imparare a camminare.”

 

 

______________________

Note Finali

Ho pensato di accogliere il suggerimento di ichigouzumaki (grazie mille!) e di far diventare questa storia una piccola raccolta di momenti tratti dalla quotidianità di Peter e Morgan. Saranno quadretti incentrati soprattutto sul loro rapporto pseudo-fraterno, ma faranno comparsa anche altri personaggi, come Happy, Pepper e, in questo caso, l’anello di congiunzione tra i due bimbi sperduti: il nostro Tony. Ho ancora un paio di storie pronte, ma hanno dei toni un po’ più ‘scanzonati’.  Spero di riuscire a postarle al più presto.

 

Nel frattempo Grazie mille alle persone che hanno recensito il primo capitolo!
Un abbraccio

Laura

 



[1] Nella storia Peter chiama Morgan "Gooney". è un'abbreviazione di Magooney e deriva da Maguna, che è il soprannome della bimba nel film. Nel mio head-canon, "Goonie" è nato mentre Peter e Morgan guardavano i Goonies assieme. Ho tutto un headcanon strambo in testa che magari prima o poi proverò a raccontare >.<

 

   
 
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