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Autore: Lisbeth Salander    09/10/2021    7 recensioni
Raccolta di momenti, frammenti della storia d'amore tra Victoire Weasley e Teddy Lupin.
[Questa storia partecipa al Writober di fanwriter.it]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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TW: questo capitolo tratta di tematiche delicate (depressione). 

Day 9: Stay
Prompt (lista pumpWord): Hävitä. Scomparire, svanire, perdersi

 
 Stay
 
«Quando non lo hai fatto è stato terribile. Mi hai spaventato a morte».
«Lo so. Mi detesto quando penso a quei giorni, credo che ripiombare in quello stato sia ancora oggi il mio più grande incubo. Se avessi davanti un Molliccio, avrebbe le mie sembianze in quei giorni».
«Anche il mio. Ho davvero avuto paura di non riuscire a salvarti».
«Ce l’hai fatta. Io mi stavo perdendo, ma tu mi hai riportata indietro».
«Non è quello che fai tu da tutta una vita?».


9 luglio 2020
Shell Cottage

Il suo ritorno dalla scuola di Mahoutokoro è stato diverso da quello che immaginava. Innanzitutto, quel tirocinio che sarebbe dovuto durare soltanto sei mesi è stato prolungato fino alla fine dell’anno scolastico, ma, soprattutto, quando è tornato, al binario 7 e 1/2 c’erano soltanto Harry e James, con uno sguardo che non è riuscito a decifrare fino in fondo.
L’assenza di Victoire è pesata come un macigno, più ancora della brevità delle sue lettere, del tono asettico che ha usato, della mancata risposta all’ultima.
Lui non ha chiesto nulla, cercando di tradire la delusione, abbracciando il padrino e James, quel che più vicino ha ad un fratello.
Quando, dopo uno sguardo d’intesa, Harry ha parlato, Teddy non ha capito, non avrebbe mai potuto capire prima di vederla.

 

«Non ti abbiamo scritto prima per non farti preoccupare, Teddy. Vic…».
«È cambiata».
«Che significa che è cambiata?».
«Non sta bene. Non… è complicato da spiegare».
«Non si alza più dal letto».
«È malata?».
«Clinicamente non ha nulla. Zia Fleur l’ha fatta visitare da tutto il San Mungo».
«Quindi, che cos’ha?».
«Te l’abbiamo detto: non si alza più dal letto».

Quando entra a casa Weasley, lo accoglie Fleur con uno sguardo che non le ha mai visto. Ha il viso indurito dalla preoccupazione e da un tacito rimprovero, per lui che è partito, che non è tornato, che non sapeva.
Non gli dice nulla, limitandosi a fare un cenno verso la stanza di Domi e Victoire.
Quando la vede, pensa che quel «non si alza più dal letto» sia stato riduttivo, perché Victoire è lo spettro di se stessa. Fuori è luglio, fa un caldo insopportabile e lei è avvolta in uno dei maglioni di Nonna Molly, così pallida che sembra non abbia mai visto la luce del sole, gli occhi scavati di nero.
Quando lo vede, gli sorride con uno sforzo che non esiterebbe a considerare sovrumano.
«Non…non mi ricordavo fosse oggi…», mormora imbarazzata, in difficoltà, mentre le sue mani corrono nervosamente a tentare di sistemare i capelli.
«Non fa niente, Vic, sono qui».
Teddy si fionda sul letto di Victoire, la stringe come se temesse di vederla svanire da un momento all’altro, la bacia sperando di ritrovare qualcosa della ragazza gioiosa con cui ha trascorso il Natale ma qualsiasi movimento sembra essere troppo per Victoire.
«Scusa se non ho risposto alla tua lettera. È che ero tanto stanca…».
Teddy la abbraccia, le bacia la fronte tenendola stretta a sé. 
«Che ti è successo, Vic?». 
Victoire inizia a piangere, scuote la testa, cerca di ritrarsi mentre Teddy la blocca in quell’abbraccio, perché, sin da quando è entrato in quella stanza, ha il timore che lei possa scomparire del tutto, ridursi ancor di più ad un’ombra. 
«N-non lo so. È tutto sbagliato, Teddy, tutto sbagliato».
«Che cosa è sbagliato?».
«Non…non riesco a capire dove dovrebbe andare la mia vita. Ho lasciato il lavoro con zia Hermione, non voglio lavorare lì».
Teddy annuisce. Ricorda bene le lettere in cui Victoire condivideva con lui il peso di quel tirocinio e la mancanza di passione per quel lavoro tutto burocratico. Ripeteva che non faceva altro che sentirsi spenta e appesantita e che non voleva restare.
«Troveremo qualcos’altro».
«Non c’è nient’altro. Non posso fare niente. Non sono buona a niente».
«Vic, adesso smettila. È solo un momento, okay? Solo un brutto momento».
Lei annuisce con poca convinzione, mentre Teddy si arrovella nel tentativo di pensare a cosa fare.
«Perché non vieni un po’ a casa mia?».
Lei lo guarda terrorizzata e lui rintraccia quanto la sua Victoire sia sparita da qualche parte, divorata in un buco nero, perché l’idea di vivere insieme è ciò che aspettano entrambi da anni, anche se in condizioni diverse. È quello che si sono promessi in Giappone solo qualche mese prima e non può essere diventato un motivo di terrore.
«Non riesco ad alzarmi. Pensavo che mamma te lo avesse detto».
«Me lo hanno detto James e zio Harry, quando mi sono venuti a prendere».
Lei sospira e si ritrae un po’, con un senso di vergogna addosso che Teddy non riesce a spiegarsi.
«Non fa niente se non riesci da sola, Vic. Ti porto io. Hai bisogno di cambiare aria».
«Non voglio andare via. Voglio stare qui».
«Allora, andiamo fuori, vicino al mare».
«Fa freddo». 
«È luglio. Potremmo fare il bagno».
«Ho freddo», ribadisce stringendosi nel maglione blu.
«Mettiti tutti i maglioni che vuoi, ma non ti lascio rimanere ancora qui dentro, Vic. Non ti lascio, va bene? Non ti lascio più, finché non torni di nuovo tu».
«E se non tornassi?».
«Tornerai».
«Ma se non lo facessi?».
«Se non lo facessi, troveremo un modo ma hai vent’anni e non puoi vivere ferma in un letto per sempre ma lo giuro sui miei genitori. Non ho intenzione di arrendermi fino a quando non sarai tornata».

Eccomi qui. Mi rendo conto che da questo capitolo in poi c'è un po' una svolta nei toni ma nella mia mente è tendenzialmente chiusa la prima parte della storia di Teddy e Vic, quella in cui sono due adolescenti con problemi della vita da adolescenti e, quindi, si prendono, si lasciano, si ritrovano. Siamo entrati nella prima parte della vita adulta quando c'è da trovare il proprio posto nel mondo e that's it. 
 
   
 
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