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Autore: Nazuhi    11/10/2021    2 recensioni
L'acqua ormai gli arrivava al polpaccio. Quanto tempo era passato? Un'ora, due? Forse meno. Decisamente meno. Saliva troppo in fretta, schiantandosi contro le sbarre della prigione e sciabordando sulla roccia umida della caverna. Piccoli mulinelli rabbiosi che gli cingevano le gambe come tentacoli di mostri marini.
***
Raccolta di 13 OS il cui filo conduttore sono gli arcani maggiori dei tarocchi. Le storie sono ambientate prima e dopo la Guerra delle 12 Case, e ciascuna vede come protagonista un Gold Saint e il suo rapporto con la morte in senso lato.
[Lievi accenni Milo/Camus e Dohko/Shion]
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gold Saints
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Contenuti forti
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XVII: La Stella – Spes ultima dea

 

Schiudo le palpebre, lentamente, e tutto intorno a me è oscurità. Devo essere rimasto svenuto a lungo, perché non mi sento più il lato sinistro della faccia. Non mi sento neanche le gambe e le braccia, a dire il vero; il dolore lancinante all'addome offusca qualsiasi altra cosa, compresi i ricordi. Mi chiedo per quale motivo mi trovi disteso sulla nuda roccia, ma non ho una risposta. Non ricordo neanche come abbia fatto a finire qui.

Una manina si posa sul mio naso, il gorgoglio di un neonato rompe il silenzio.

Riapro gli occhi e vedo Atena, le guance rosee illuminate dalla luce candida della luna. Così piccola e delicata, così inerme.

È in pericolo!

Serro le dita della mano e cerco di issarmi in ginocchio. Il dolore al petto mi spezza il fiato, rendendo una tortura anche compiere il più piccolo movimento, ma non posso arrendermi. Devo farlo, per Atena, per il mondo intero. Anche a costo di morire, devo portarla in salvo, lontana dal Grande Tempio.

Lontana da Saga.

Le dita grattano nella roccia, riflesso di tutta la frustrazione e l'impotenza che sento. Se solo gli fossi stato più vicino, se solo il Gran Sacerdote non avesse scelto me. Perché lui, perché Saga? Era così buono, così fiero, così…

Scuoto la testa. Il Saga di un tempo non c'è più, devo convincermene. L'uomo con cui ho combattuto, lo stesso che ha ordinato a un bambino di dieci anni di uccidermi a sangue freddo, è solo un demone che di Saga ha l'aspetto.

Il mio amico è morto.

Mi puntello sui gomiti e mi tiro su. La ferita sputa nuovo sangue; non credo che mi resti molto da vivere, però devo resistere. Almeno finché Atena non sarà salva.

Solo un altro po', andiamo. Puoi farcela, Aiolos.

Il braccio mi cede e crollo di nuovo in ginocchio. Tossisco sangue, le lacrime adesso mi fanno pizzicare gli occhi. Atena mi guarda, mi sfiora il naso con la sua manina. Il suo Cosmo è ancora debole, ma lo avverto; un abbraccio caldo che mi tranquillizza. Mi dà speranza e quelle poche energie di cui ho bisogno.

Puntello di nuovo le mani e mi tirò in ginocchio. Il dolore al petto è sempre più penetrante, il sangue non smette di macchiarmi la pelle, ma non importa. Con uno sforzo che mi costa le poche energie che conservo ancora sono di nuovo in piedi. Barcollo, mi chino sulla neonata e la prendo in braccio. Cerco di non sporcarla di sangue, ma non sono sicuro di esserci riuscito. La vista va e viene e io sono coperto della mia stessa vita. Se avessi ucciso Shura adesso non sarei in fin di vita, ma non potevo farlo.

È solo un bambino, non è colpa sua.

Mi carico la cassa dell'armatura in spalla – non ricordo di averla mai sentita così pesante, neanche il giorno dell'investitura a Santo – e mi incammino verso la costa. Laggiù, dove sorge Atene. Dove spero di poter affidare a qualcuno l'unica speranza dell'umanità. La loro stella più luminosa.

  
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