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Autore: PsycoMoon    14/10/2021    3 recensioni
Salve a tutti! Lo ammetto, il rewatch di Inuyasha mi ha fatto tornar la voglia di scrivere e.. la storia mi è piombata in mente.
Cosa è successo dopo che Sesshomaru ha lasciato Rin al villaggio? Che deciderà Rin? Come ha vissuto in questi anni?
Risponderò a queste e altre domande, in questa storia che vede il ritorno di un vecchio trio che nel suo piccolo, contribuirà a combattere durante il bel mezzo della Guerra di Onin.
Un giappone diviso tra periodi di pace e guerre sanguinolenti.
Un destino che è un'incognita sul futuro di esseri umani e demoni.
spero vi piaccia, ovviamente non mancate di farmi sapere il vostro parere nei commenti!! Spero di riuscire a pubblicare un capitolo a settimana!
Buona lettura!
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kagome, Kohaku, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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I raggi del sole provavano a farsi lentamente strada nella nebbia fallendo miserevolmente, mentre il silenzio avvolgeva gli attori di quelle storie i cui destini si stavano intrecciando attimo dopo attimo; il piccolo demone verde ormai rassegnato andò a sedersi accanto il suo padrone il quale scrutava i due contendenti.

(Non capisco perché si sia messa in mezzo: padron Sesshomaru poteva spazzare via quel demone inquietante con un solo fendente, eppure.... che stia cercando di catturare la sua attenzione? E se volesse dimostrare di essere più utile di me? No.. cosa vado pensando! Eppure, il mio signore ha sempre mostrato un'enorme preferenza nei confronti di Rin senza mai preoccuparsi di ferire i miei sentimenti...)

Le lacrime avevano voglia di uscire e sgorgare da quei grandi occhi che dapprima puntavano il Sommo demone e poi la ragazza umana che era immobile avanti al suo nemico.

(Due chiavi alla cintola: una nera e una d'oro; sette occhi neri come la pece di cui uno è posto sulla fronte... non ci sono dubbi...)

"Muramasa perché hai posto la tua dimora in questo luogo?" chiese diretta mentre il piede sinistro avanzava lento e le mani restavano caute a impugnare l'arma.

Il demone parve noncurante dei gesti dell'umana, ma piuttosto fu colpito da sgomento nel sentire quel nome pronunciato da labbra tanto indegne.

"Lurida umana, come osi pronunciare QUEL nome in mia presenza senza mostrarne il dovuto rispetto?"

"Uhm? Scusa ma... non eri anche tu un umano un tempo? Il grande fabbro che ha dato vita alle spade maledette, nonché alla lama della Juuchi Fuyu, la spada dei Diecimila Inverni." un sorriso ruffiano andò a delinearle il viso "Leggenda narra che pregasti le divinità affinché le tue lame portassero distruzione e morte. Ma tutto ha un prezzo. Quindi, magari, potremo definirti.... un mezzodemone, non credi? Mezzodemone Muramasa, direi che suoni bene"

"TACI!" La voce del demone tuonò mentre l'occhio posto sulla fronte iniziò a dilatarsi accompagnando delle mani in osso che uscirono dal suolo cercando di avvinghiare quanto di vivo toccasse quella terra.

Mani di morte, che ricercano affamate i brandelli di una vita ormai sfumata come un vento di primavera.

Quante volte ci sembra che la via sia infinita? Quante volte nel fiore della gioventù la forza che ci riempe le membra pare non possa mai abbandonarci?
Un grembo vivo ci ha cullato verso il primo vagito, mentre un altro grembo ci cullerà nel sonno eterno di quello che è il passato e il presente della morte; qui giunge il nostro paradosso: la morte, cullata nell'eterno nel ventre della terra che la vita crea.

 

"COME OSI PARAGONARMI A UN INSULSO MEZZODEMONE?"

(... ora.) con uno scatto celere, non appena l'occhio al centro della fronte raggiunse un'apertura che ricordava una luna piena, andò a ridurre le distanze tra loro conficcando poi la nagitana in quell'orbita.

Le grida che ne scaturirono pareva potessero far tremare gli stessi cadaveri che ora erano usciti completamente dalla terra che proteggeva il loro sonno.

Estraendo la lama, con la parte inferiore del bastone andò a colpire il cerchio in metallo che custodiva le due chiavi: "Jaken!" gridò, mentre il piccolo demone verde, seppur nella perplessità prese al volo le chiavi.

Murasama le diede un pugno ad altezza del costato lasciandola caderein terra, ora inginocchiata.

"Ecco come deve stare una donna della tua razza.. tsk... e tu, stupido mostriciattolo, preparati a restituirmi quel che mi hai preso" sbottò mentre il suo braccio prendeva la forma di una lama; Rin continuò a restare in ginocchio, interrompendo il suo silenzio con qualche colpo di tosse che lasciò cadere un po' di sangue in terra.

Murasama con la mano destra le sollevò il capo tirandola per i capelli in modo da avere il collo della ragazza ben in vista, mentre il braccio destro si aprì completamente arrivando quasi dietro la schiena.

Un gioco di pochi attimi, mentre la lama sferzò con decisione la nebbia diretto verso il collo pallido e fragile come lo stelo di un fiore.

Sesshomaru stava per sfoderare la sua spada per salvare la sua diletta, quando...

"Hantei." la parola venne pronunciata quasi come un sussurro mentre gli occhi, rimasi chiusi fino ad allora, si riaprirono accompagnando un fulmine che cadde dritto in testa al demone che cadde in terra per poi sgretolarsi lentamente divenendo cenere.

"ma... ma... ma... COSA DIAMINE TI HA INSEGNATO QUELLA VECCHIA MEGERA!"

"uhm? Che c'è Jaken? Perché sei così.... agitato?"

Sesshomaru rinfoderò la spada non esprimendosi con i suoi due compari, si concentrò solo sul profumo d'incenso lasciato dalle bruciature di quel fulmine (Potere santo... che voti deve aver fatto per raggiungere un tale livello in questi pochi anni? Oppure tutto è dovuto al suo rapporto con il mondo dei morti?)

Lentamente la nebbia abbandonò quel loco permettendo ai raggi di accarezzarne le terre, seppur desolate.

"Ora però signorina devi spiegarci un po' di cose" gracchiò Jaken "cosa sono queste chiavi? Come possono essere utili al nostro signore?"

"Sì Jaken, ora ti spiego: vedi, per mezzo di quelle possiamo recuperare..." Il viso le divenne pallido e le gambe cedettero; come in quei giorni di grandi avventure, anche questa volta il braccio di Sesshomaru era lì a sorreggerla. "Hai sprecato troppe energie. Rin."

Ella non potè far altro che mugolare un po' nel sonno mentre veniva portata in braccio dal suo signore che lentamente prese il volo.

"EH! Un attimo signore, non mi abbandoni qui!" detto questo, si lanciò aggrappandosi alla pelliccia del demone (però è da dire che la piccolina ha affilato gli artigli... bene, forse non dovrò starle dietro giorno e notte per assicurarmi che nessuno le faccia del male.)

"Dove ci stiamo dirigendo, signore?" ma purtroppo, come sempre, l'unica risposta fu il silenzio cullato dal vento.



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CIAOATUTTIII! Chiedo venia per l'assenza ma purtroppo sto avendo pochissimo tempo per scrivere çAç con questo mini capitolo di oggi avevo un po' bisogno di riprendere la mano e rispolverare il materiale che avevo scaricato per dare alla storia uno sfondo storico quanto più curato possibile e... niente. 
cercherò di essere un po' più regolare, promesso <3 

Sara

   
 
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