Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Maqry    15/10/2021    3 recensioni
[GeorgexCharlottexNat, forse?]
Secondo “Dodici passi infallibili per sedurre una strega”, se la nazionale della tua ragazza vince i Mondiali di Quidditch, la famiglia sarà riunita al completo per festeggiare e potrebbe non essere il momento migliore per iniziare a fare la loro conoscenza.
Secondo “Come conquistare un mago, guida semplificata per principianti a cura di Fabian Gallagher”, se vieni a sapere che qualcun altro vuole dichiararsi al ragazzo dei tuoi sogni, provi ad anticiparlo.
Ma George Weasley e Charlotte Sheridan non sono mai stati bravi a seguire i consigli.
[Personaggi legati alla serie "Cosa tiene accese le stelle", vicende precedenti alla stessa]
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Weasley, George Weasley, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Di Quidditch e dichiarazioni
 


 

 
 
 
 
 

Secondo “Dodici passi infallibili per sedurre una strega”, se la nazionale della tua ragazza vince i Mondiali di Quidditch, la famiglia sarà riunita al completo per festeggiare e potrebbe non essere il momento migliore per iniziare a fare la loro conoscenza.

Secondo “Come conquistare un mago, guida semplificata per principianti a cura di Fabian Gallagher”, se vieni a sapere che qualcun altro vuole dichiararsi al ragazzo dei tuoi sogni, provi ad anticiparlo.

Ma George Weasley e Charlotte Sheridan non sono mai stati bravi a seguire i consigli.

 

 

 

Coppa del Mondo di Quidditch, agosto 1994

 

 

“Dove credi che si possano essere accampati?” domanda Fred, scrutando tra le tende e le bandiere tricolori che sventolano ovunque nel campeggio allestito per la finale.

“Nel posto più vicino allo stadio, sicuro: non farà più passi del dovuto per assistere a una partita di Quidditch,” risponde fiducioso George, con un sorriso divertito a incurvargli le labbra.

“Da che io ricordi ne fa molti di più per qualsiasi partita di Grifondoro.”

“Mi pare il minimo: gioco io in Grifondoro!” sottolinea il gemello con ovvietà. “In ogni caso, appena sentiremo borbottare in quella loro lingua incomprensibile li avremo trovati.”

“O quando verremo storditi dalla sua vocina…”

Aye,” imita l’altro, roteando gli occhi, “perderò l’uso delle orecchie a forza di ascoltare le sue invettive.”

“E le maledizioni, non dimenticarle.”

“E le parolacce: avrebbe potuto competere con zio Bilius da ubriaco, tante ne sa.”

“Non sarei stato sorpreso se l’avesse battuto.”

“Umiliato…”

“Scandalizzato, addirittura!”

“Siete alla ricerca di Finn Sheridan, voi due?” si informa divertito Bill, che li precede di pochi passi insieme a Charlie, mentre tutti e quattro girovagano per il campeggio in cerca di facce note. “Che io ricordi disponeva del più esteso vocabolario sull’argomento, ai tempi di Hogwarts.”

“Ha dovuto pulire per un mese tutte le serre, dopo che gliene era sfuggita una quando un Geranio Zannuto l’aveva morso a Erbologia,” ricorda Charlie con una sonora risata. “Credo che sia stato l’unico studente in grado di far perdere le staffe alla Sprite. Insieme a Tonks, certo…” borbotta infine, grattandosi un filo imbarazzato la nuca.

Ma i fratelli non fanno in tempo a pensare a qualche battuta sulla fidanzata di Charlie ai tempi della scuola, perché un’allegra voce dal marcato accento irlandese li richiama: “Guarda un po’ chi si vede: Weasley!”

“Sheridan!” esclama Bill prima ancora di voltarsi, riconoscendo subito l’ex-compagno di scuola e di Casa. “Oh, entrambi gli Sheridan,” si corregge subito dopo, vedendo i due cugini raggiungerli in poche falcate.

“Missione compiuta,” bisbiglia trionfante George al gemello, strizzandogli compiaciuto l’occhiolino: si sa che quegli irlandesi si muovono in branco, se hanno trovato i due giovani basterà seguirli per essere portati dal resto del clan.

Dia duit!1 È una vita che non ci si vede, pensavo ti avesse inghiottito qualche mostro delle piramidi,” saluta Ryan, il maggiore dei due, mentre stringe la mano di Bill con un immenso sorriso stampato sul volto che si allarga fino ai vivaci occhi blu. Le assomiglia molto, decreta George – sorriso a parte, certo, sarebbe più facile prendere E con la McGranitt che vederla sorridere.  

“Cercate di spacciarvi per irlandesi, con quei capelli rossi e le lentiggini?” è invece il saluto dell’altrettanto rossissimo Finn – maestro e modello dei gemelli Weasley, quanto a scherzi e punizioni di Gazza –, che distribuisce generose pacche sulla schiena dei due Weasley maggiori con la propria, inconfondibile, delicatezza: a ben vedere, per quanto siano solo cugini, le somiglia molto anche lui.

“Come si suol dire, parli del diavolo e spuntano gli Sheridan: parlavamo proprio di te, Finn, e della tua memorabile punizione con la Sprite!” lo informa un divertito Charlie, le cui spalle robuste, ormai abituate a ben altre forze, sono sopravvissute indenni all’entusiasmo del giovane Auror.

“Non ricordarmela, ti prego, sento ancora la puzza di sterco di drago al solo nominarla, och. Ma ecco qui i miei eredi,” continua Finn, rivolgendosi ai gemelli e spezzando anche le loro, di schiene. “Ho sentito narrare a lungo delle vostre mirabolanti imprese, non sapete quanto sia fiero di voi: sono certo che Hogwarts, Gazza e la McGranitt non hanno sentito troppo la mia mancanza, negli ultimi anni!”

I due Weasley si scambiano uno sguardo d’intesa, appena tinto di malizia: da chi altri avrebbe potuto apprendere le notizie se non da…

“Sua sorella ha un debole per voi, non c’è pranzo di famiglia che non vi nomini,” precisa Ryan, mandando in confusione i gemelli: come sarebbe a dire sua sorella? Perché mai una delle quattro sorelle di Finn dovrebbe narrare delle loro gesta? A farlo dovrebbe essere…

Aye,” conferma invece Finn, “Maeve è piuttosto monotematica. Ma a proposito dello sterco di drago di prima, quanto ne hai spalato negli ultimi anni, Charlie?” chiede, concentrandosi sul secondogenito di casa Weasley.

Troppo intenti ad aggiornarsi sui rispettivi impieghi, i quattro ragazzi non si accorgono della delusione che incupisce per un breve attimo il volto di George Weasley: cos’è mai questa sciocchezza di Maeve Sheridan innamorata di loro? Poco male, la lascerà a Fred, tanto non pare che la ragazzina abbia espresso preferenze: a lui, di Sheridan, ne interessa un’altra, e questa è la sua grande occasione.

“Dove avete la tenda?” chiede allora, sovrastando il chiacchiericcio degli altri, deciso a evitare ulteriori perdite di tempo ora che qualcuno può indicare loro la strada, nonostante un sottile e infido dubbio gli si sia insinuato a tradimento nel cervello e continui a sussurrargli che lei potrebbe anche non essere venuta: il Quidditch lo odia, è risaputo.

“Qualche fila più a sud: era l’appezzamento più grande ancora libero, ma è comunque stata un’impresa farci stare tutto il villaggio,” indica Ryan, puntando l’indice verso un gruppo di tende disposte a cerchio e nel mezzo delle quali sventola un’immensa bandiera che pare incantata, tanto i colori sono sgargianti, e che probabilmente incantata è.

“Tutto il villaggio?” domanda Bill, incredulo.

Aye,” conferma Finn, come se sia la cosa più ovvia del mondo, “nemmeno O’Brian il Vecchio, che avrà più di duecento anni ed è cieco, si sarebbe mai potuto perdere un evento simile!”

“Anche Charlotte?” sfugge dalle labbra di George, mentre si accoda ai due irlandesi, preoccupato che la scarsa propensione alla socialità e l’ancor più scarsa passione per il Quidditch della ragazza possano rovinare i suoi piani.

Ryan scoppia a ridere: “Noto che l’amore di mia sorella per lo sport ha una discreta fama! Comunque sì, è venuta anche lei.”

George tira un sospiro di sollievo, tornando nuovamente allegro e baldanzoso, certo che nulla possa allora rovinare la giornata.

“Dopo infinite lamentele,” precisa Finn, “ma Fabian e Nat, il Quidditch, lo adorano, quindi…”

“Giusto,” conclude George, ormai rassegnato all’idea che sia impossibile separare i tre amici. Fortunatamente sono solo questo si ripete, solo amici. Una presenza a volte fin troppo costante, ma di sicuro non insopportabile, anche perché i due ragazzi, specialmente Nathan che è suo compagno di Dormitorio, sono anche amici suoi. L’intera scuola mormora che in realtà Nathan non veda Charlotte come solo un’amica, ma è abbastanza chiaro a chiunque che lei non ricambi, invece – di questo George è sicuro. E se così non fosse, è suo preciso intento farle cambiare idea: questi Mondiali sono la sua occasione.

 

*

 

“Allora, stai pensando a quella cosa?” si informa Fabian, avvicinandosi di soppiatto a Charlotte e facendola sobbalzare, mentre la ragazza sta provando a leggere un piccolo romanzo dalla copertina mezza usurata, acciambellata in un angolino dell’accampamento tra una tenda e l’altra.

Sweet suffering Jesus2, Fabian! Non ti hanno insegnato a non far prendere infarti alla gente?”

Fabian alza gli occhi al cielo, un immenso sorriso irriverente sul volto, e si lascia cadere a terra proprio a fianco dell’amica.

“Assolutamente no, e non tergiversare, Sheridan. La cosa. Hai cambiato idea, mi auguro.”

“No, sono ancora convinta che la mia mossa sia la più intelligente.”

Fabian inarca esasperato un sopracciglio, scuotendo la testa indispettito: “Scusa se te lo dico, ma in realtà tu non ci capisci niente di queste cose. Io non vengo a spiegarti i calcoli di Artimanzia, tu non venire a dire a me come si conquista un ragazzo. Ascoltami per una buona volta: devi dichiararti.”

Charlotte chiude con un gesto secco il libricino che tiene tra le mani e solleva gli occhi blu sul proprio migliore amico: “Io non mi dichiarerò proprio a nessuno, e di sicuro non lo farò ora per anticipare i piani di Maeve. Se lei vuole dichiararsi, ha tutto il diritto di farlo per prima: il fatto che si sia confidata con me – per quanto non ne capisca ancora il motivo –, non farà sì che la anticipi.”

“Tu sei tutta matta! Sei davvero disposta a perderlo solo perché, per qualche stupidissimo scrupolo – che come minimo lei non avrebbe al tuo posto –, non vuoi dichiararti per prima?”

“Lei gli scrupoli se li è fatta, altrimenti non sarebbe venuta prima a parlarne con me. E poi…”

Damnú air, Charlotte! Non è venuta a chiederti se eri interessata, è venuta a chiederti come conquistarlo. C’è una bella differenza, non le devi nulla. Che poi sia stata più tonta di un Troll a chiedere a te come conquistare un ragazzo è un altro discorso.”

“Cosa vorresti insinuare?”

“Quello che ho detto: è più facile che tu sappia come animare una Runa e sposartela, che provarci con qualcuno.”

“Non c’è niente di male, in questo. E tutto l’astio per Antiche Rune e la Vector che ti ha bocciato al quarto anno non ti fa bene.”

“Sheridan, non cambiare discorso!” la richiama all’ordine Fabian, afferrando la propria migliore amica per le spalle, voltandola per averla di fronte e guardarla per bene negli occhi.

“E allora tu piantala di interrompermi. Stavo dicendo che non è moralmente accettabile che io, saputo che Maeve si vuole dichiarare, vada a farlo per prima.”

“In guerra e in amore tutto è concesso, a mhuirnín!” esclama il ragazzo, che proprio non riesce a concepire come Charlotte possa voler perdere la propria occasione e il ragazzo di cui è innamorata per non fare un torto a Maeve.

“Ma tu hai detto che tanto lui le dirà di no perché è innamorato di me, och? Quindi non capisco di cosa ti preoccupi. E se sei preoccupato è perché non è vero che mi ama, quindi tanto vale che si metta con Maeve e io non mi renda ridicola. Charlotte Sheridan non riceve due di picche.”

“Ma se ti dichiarassi – perché ti ripeto che lui ricambia – il due di picche lo risparmieresti a Maeve.”

“Gallagher, ne capirai più di me in materia di sentimenti, ma quanto ad abilità argomentative fai più cilecca di una bacchetta rotta,” sentenzia Charlotte con una scrollata d spalle. “E poi, non capisco perché ti interessi tanto.”

“Ma perché sie…”

“Ti ho trovata, my irish girl!”

La voce squillante di George Weasley raggiunge l’angolino in cui sono rintanati Fabian e Charlotte, destandoli dai loro battibecchi e portando le orecchie e le guance della ragazza ad assumere la stessa tonalità dei capelli dei gemelli, mentre un sonoro sbuffo irritato le sibila tra i denti, fin troppo simile alla versione umana dell’Espresso per Hogwarts.

My bonnie irish lass3,” lo corregge canticchiando Fabian, subito zittito dalla voce acuta di Charlotte.

Céard sa foc, che ci fai qui, Idiota?” domanda infatti la ragazza squadrando George, la lingua che serpeggia velenosa soprattutto quando a farsi strada tra le labbra è il gaelico, che pare sempre caricare con tutta la rabbia repressa.

“Puoi ripetere la domanda, Lottie? Non ho compreso la prima parte,” la punzecchia George, un sorriso sornione di sfida negli occhi.

Che cazz…” si offre di tradurre Fabian per entrambi, ma viene zittito da uno schiocco di lingua vicinissimo alle sue orecchie: pare che siano stati raggiunti per caso da una delle Vecchie Banshee di passaggio.

“Il linguaggio, a pheata4. Non si sta bene davanti agli ospiti. Chi è questo bel ragazzo?” domanda poi l’anziana, squadrando con un sorriso rugoso George e una Charlotte sempre più rossa. “Un amico tuo, a leanbh5?” chiede infatti, rivolgendosi alla ragazza.

Charlotte gonfia le guance, gli occhi che si fanno sempre più affilati e borbotta velenosa: “Amici, certo, come no.”

“Oh,” commenta la donna annuendo, come se avesse compreso chissà che segreto, “è il tuo ragazzo!”

“Lui non è il mio ragazzo!” sbotta Charlotte ancora più rossa, alzandosi di scatto e rimarcando con un passo indietro la propria lontananza da George. Il quale, dal canto suo, non si scompone minimamente e cerca di giocarsi le sue carte al meglio: Fred diceva che presentarsi davanti a mezzo villaggio e la famiglia poteva essere controproducente, eppure pare possa portarli dalla sua parte.

“Dice così perché è timida,” spiega con un occhiolino complice all’anziana, facendo un passo avanti per mettersi a fianco di Charlotte e cingerle le spalle con un braccio. Braccio che rischia l’amputazione, data la violenza con cui la ragazza tira fuori la bacchetta dai pantaloni e la usa per allontanarglielo immediatamente.

“Ehi,” protesta George massaggiandoselo, “non sei ancora maggiorenne!”

“E chi vuoi che se ne accorga, in un posto pieno zeppo di maghi adulti e dotati di magia?” ribatte Charlotte con una smorfia annoiata, che lascia ben capire come siano perfettamente abituati tutti a fare così, a Port6: l’anziana signora che pareva l’ancora di salvezza di George non ne sembra minimamente impressionata, infatti.

“Cosa ci fate qui, voi, invece che a dare una mano agli altri con il pranzo,” richiama all’ordine un mago massiccio, alto più dei fratelli Weasley messi insieme, che George non fatica a identificare come l’ex Capo Auror Duff O’Byrne, zio materno di Charlotte.

“Stavamo venendo, prima che l’Idiot…” inizia Charlotte, interrotta all’anziana.

Séarlait7 mi stava presentando il suo fidanzato!” trilla la donna, e George si sente un briciolo sprofondare davanti all’occhiata dell’uomo, che pare accorgersi in quel momento della sua presenza, e a cui si sforza di rispondere con il sorriso più sicuro che possiede.

“Fidanzato?” chiede l’uomo, arricciando labbra e naso come a soppesare la veridicità – o verisimiglianza, almeno – delle parole.

“Assolutamente no, io…” strepita Charlotte, pestando anche un piede a terra sempre più rossa.

“Fidanzato? Come sarebbe a dire fidanzato?” si intromette Finn Sheridan, capitando proprio in quel momento in cerca di Duff O’Byrne, e fissando preoccupato George. “Non volermene, Gemello Weasley, mi stai un gran simpatico, ma non puoi metterti con mia cugina.”

“Nessuno sta con tua cugina,” ci tiene a precisare la diretta interessata, tirando un debole pugno al fianco di Finn, che incassa il colpo come se non lo avesse nemmeno avvertito.

“Beh, con qualcuno potresti farmi anche la grazia di metterti: ho scommesso cinquanta galeoni su te e G…”

“Charlotte è fidanzata con i gemelli?” singhiozza Maeve Sheridan, capitata proprio in quel momento attratta come Leprecauni dall’oro alla vista della zazzera rossa di George Weasley. “Come hai potuto! Hanno ragione a dire che i parenti sono peggio dei serpenti, e tu a Serpeverde dovevi finire!”

“Per le mutande di Morgana, Maeve, non crederai che io stia realmente con l’Idiota e suo fratello! Non ne potrei sopportare uno, figurarsi entrambi…” tenta Charlotte esasperata, ma la cugina le dà le spalle e corre via, tra sguardi di rimprovero indirizzati alla giovane Grifondoro e sempre nuove facce che, attirate dal baccano, vengono a capire cosa stia accadendo.

Go on home, british soldier, go on home8,” sussurra Fabian a George, intuendo come andrà a finire: l’intero villaggio presto attorno a loro e Weasley sommerso di domande. Arriva anche Nathan, che si mette subito a fianco dell’amica, sfiorandole il fianco con una carezza fugace, quasi a tranquillizzarla, mentre due paia d’occhi guardano infastiditi quel gesto.

“Davvero hai un fidanzato, Sheridan?”

“Ma è irlandese?”

“Ma non lo hai visto? È uno dei fratelli Weasley!”

“Quando pensavi di presentarcelo?”

“Sa parlare la nostra lingua?”

“È inglese, certo che ci capisce, mica bulgaro.”

“Beh, in quel caso avrebbe un gran fegato per infiltrarsi nella tana del nemico.”

“È coraggioso, almeno, questo ragazzo? Spero che sia un Grifondoro.”

“Oh, no, cosa dici mai, Maire. Séarlait cara ha bisogno di un Corvonero.”

“Congratulazioni sorella,” ammicca avvicinandosi anche Aisling Sheridan, un sorriso malizioso sulle labbra. “Potevi anche dirmi di questa nuova relazione!”

“Ma non c’è nessuna…” tenta Charlotte, al limite di una crisi di nervi. Va bene tutto, ma lei non è certo ancora fidanzata con George Weasley, i suoi libri di Artimanzia ne siano testimoni.

“Poveretto, potevi evitare di portarlo però davanti all’intero villaggio, la prima volta,” prosegue Aisling all’orecchio della sorella, “ora gli toccherà in un colpo solo l’intera Inquisizione.”

Gli occhi di Charlotte, a quelle parole, si spalancano, mentre sempre più gente si raduna attorno a George, che ora le pare un briciolo insicuro, con sua somma gioia.

“E va bene, lo ammetto, è il mio ragazzo. Volevo cogliere l’occasione dei Mondiali, con tutti presenti, per farvelo conoscere,” afferma sovrastando il chiacchiericcio sempre più opprimente, fissando negli occhi George con un sorriso soddisfatto a incresparle le labbra.

Il giovane Weasley non fa in tempo a stupirsi per le parole della ragazza, che subito il cerchio di gente gli si fa più stretto attorno, con mani che si allungano per stringere la sua, maghi e streghe che si presentano e domande a raffica che lo investono, mentre Charlotte gli lancia un occhiolino malizioso prima di afferrare Nathan e Fabian per i polsi e sgusciare via, tutte le attenzioni rivolte a George.

“Allora, a leanbh, chi sono i tuoi genitori?”

“Ti piace il gelato allo Zuccotto?”

“Conosci le magie domestiche? Sai rifare un letto e pulire i piatti?”

Quella fetente lo ha mollato nel mezzo dell’inferno! Oh, ma le dimostrerà lui chi è George Weasley.

 

 

*  

“Povero Idiota, sei una grandissima…”

“Un genio, altroché, ecco cosa sono: Aisling mi ha ricordato cosa gli sarebbe toccato affrontare se stessimo davvero insieme,” commenta con un ghigno Charlotte, gustando il dolce sapore della propria vittoria. “Forse è la volta buona che cambia del tutto idea su di me e la smette di corrermi dietro: lasciamolo poche ore con l’intera Port e il Circolo delle Banshee, e vedrete poi come mi starà alla larga!”

“Ma dai, ammetti che alla fine ti piace l’idea che sia innamorato di te,” la stuzzica Nathan, dandole una gomitata scherzosa.

“Dubito che l’Idiota sia innamorato veramente di me, immagino lo diverta solo l’idea di indispettirmi.”

“E imbarazzarti,” completa per lei Fabian, con una risata.

“Infatti, Lots,” riprende Nathan, “tutto quell’imbarazzo è alquanto sospetto.”

Charlotte arrossisce di colpo, voltandosi scandalizzata verso l’amico e squadrandolo preoccupata: davvero Nathan pensa che lei sia innamorata dell’Idiota?

“Spero tu stia scherzando, Ghisler!” bofonchia infatti, cercando di dissimulare rossore e imbarazzo che l’hanno colta e la fanno balbettare infervorata.

“Beh, ma è vero: secondo me sotto sotto una cottarella per Weasley ce l’hai anche tu!”

La ragazza sbarra gli occhi, fissando allucinata l’amico in preda a mille dubbi: non è certo la prima volta che Nat – o Fabian, certo, di solito anche lui – insinua che le sue reazioni alle provocazioni dell’Idiota in realtà indichino altro, eppure, se prima lo prendeva per uno scherzo, ora la spaventa la possibilità che lo pensi davvero.

“Mi conosci così poco?” sibila stizzita, cercando di ricomporsi e di non dare retta alle mille voci che le agitano la testa da qualche settimana a quella parte, sempre più insistenti.

“Ma certo che no, Lots, stavo scherzando, dai!” ribatte lui, pizzicandole il naso e lanciandole uno dei suoi sorrisi mozzafiato, fossette annesse. Ma una lieve ombra che gli copre gli occhi poco dopo aver pronunciato quelle parole, subito colta da Charlotte, preoccupa la ragazza, che lo afferra per un braccio e scuote decisa.

“Non mi interesserebbe mai l’Idiota, nemmeno se fosse l’unico rimasto sulla faccia della Terra!” esclama concitata, mentre Fabian poco più in là ride sotto i baffi.

“Calma, Sheridan, o potremmo pensare che davvero tutta questa foga sia in realtà segno del tuo interesse per Weasley. O per qualcun altro,” aggiunge, un sorrisetto malizioso, di chi la sa lunga, a colorargli il volto. Charlotte in risposta arrossisce ancora di più e lascia il braccio di Nat per tirare uno schiaffetto alla nuca di Fabian, mentre gli sibila stizzita di starsene zitto. Dal canto suo, Nat guarda i due migliori amici sospettoso, la sensazione di essersi perso qualcosa per strada che, come altre volte negli ultimi giorni, lo assale: “C’è qualcosa che non mi dite, voi due?”

“Assolutamente no,” si affretta subito a precisare Charlotte, “cosa mai dovremmo nasconderti? Non dire cretinate, Ghisler.”

Nathan sceglie, per l’ennesima volta, di assecondarla, ma resta il fatto che la ragazza ultimamente sia fin troppo strana, anche se lei e Fabian continuano a far finta di nulla: che sia davvero innamorata di Weasley e non glielo voglia dire? Perché mai, poi? Lui sarebbe felice di saperla felice, immagina, anche se questo significherebbe lasciar da parte la speranza che prima o poi ricambi i suoi sentimenti. Non capisce però perché Fabian sembri così soddisfatto della cosa, qualsiasi essa sia: è il suo migliore amico, non dovrebbe supportare lui in queste faccende di cuore, invece di Weasley?

Fabian, da parte sua, si limita solo a scuotere la testa davanti a quei disadattati e incompetenti dei propri migliori amici: lui ha dato anche fin troppe spintarelle, ora potrebbero anche darsi da fare loro due con i rispettivi interessi amorosi.

Quasi non ci crede, però, che le cose si siano sbloccate, quando due settimane prima Charlotte si è presentata a casa sua, particolarmente agitata per le confidenze di Maeve Kelley.

 

 

 

 

 

Due settimane prima, Port

 

 

“Lottie, non ti pare sospetto?”

“Cosa, che Maeve Kelley provi qualcosa per Nat e venga a dirlo proprio a me? Aye, non capisco cosa le faccia pensare che siamo così amiche da scambiarci confidenze.”

“No, cretinetta, che tu sia tanto gelosa di lei.”

Charlotte interrompe il proprio andirivieni per la camera di Fabian, voltandosi a fissarlo mentre si tortura le mani: “No, mi pare abbastanza ovvio che io sia gelosa alla prospettiva di una ragazza che potrebbe prendersi tutte le attenzioni del nostro migliore amico.”

“Non lo sei mai stata con nessuna delle mie frequentazioni, eri al massimo preoccupata che trovassi una nuova migliore amica a Hogwarts e ti rimpiazzassi,” le fa notare il Tassorosso, inclinando la testa divertito, mentre la osserva torturarsi il labbro, come se volesse dire qualcosa ma non riuscisse a trovare coraggio e parole.

“Ma perché… insomma, con te è diverso, so che non ci trascureresti mai, e hai sempre trovato il modo di dedicare tempo a entrambi. Per Nat sarebbe invece la prima volta, non ho idea di come potrebbe comportarsi.”

“Non eri così gelosa neanche alla mia prima storia al terzo anno.”

“Santo cielo, Fa, eravamo bambini, come minimo nemmeno capivo queste cose, ai tempi!”

Fabian scoppia a ridere: effettivamente è molto probabile che l’interesse di Charlotte per relazioni e amore, ai tempi, fosse più basso di quanto non lo sia il proprio per Antiche Rune. Resta il fatto che, quando è lui a uscire con qualcuno, l’amica ha reazioni del tutto diverse.

“Sarà come dici, ma dovresti anche essere abituata alle ragazze, e i ragazzi, che ronzano attorno a Nat e gli si dichiarano un giorno sì e l’altro pure, non comprendo tutto questo allarmismo.”

“Ma Maeve è diversa!” esclama Charlotte, alzando gli occhi al cielo, esasperata per l’amico che non riesce a cogliere quello che sta cercando di dirgli da mezz’ora senza che lei debba davvero dirlo. Anzi, a dire il vero ora non vuole nemmeno più confessargli nulla, non sa perché si sia subito precipitata a casa sua dopo la chiacchierata con Maeve. “Sai che c’è? Non fa niente. Che Maeve si dichiari, lei e Nat si mettano insieme e vivano felici e contenti. Non so cosa ci faccia io qui.”

“Perché sei tanto sicura che Nat dirà di sì?” domanda invece Fabian, bloccando la porta con la magia: la conversazione è decisamente interessante, e non permetterà a Charlotte di uscire da casa sua prima di essere finalmente riuscita ad ammettere quello che deve.

“Beh, Maeve non è una delle sue tante spasimanti, è sua amica.”

“E quindi?”

“Come sarebbe a dire e quindi? Ma sei tutto scemo, an t-amadán? A Nat Maeve piace, le dirà di sì e usciranno insieme.”

Fabian scuote la testa: parlare con Charlotte, a volte, è peggio che instaurare una conversazione amichevole su scones al salmone e tazzine da tè col professor Piton.

“Maeve a Nat piace come amica.”

“Ha detto che la trova carina!”

“E tu pensi che Nat le dirà di sì solo perché è sua amica e la trova carina?”

“Non ci sarebbe nulla di male! Non dobbiamo sposarci e vivere per sempre insieme al nostro primo fidanzato, och? A volte si esce con uno perché è carino e ci si sta bene insieme, poi da cosa nasce cosa, ci si innamora, e si resta insieme. Magari un mese, magari tre anni, magari qualcosa di più.”

Fabian trattiene a stento una risata davanti al discorso accorato dell’amica, e ai suoi tentativi di coprire quella che per anni è stata solo una sua speranza e ora invece si è trasformata in certezza.

“Sono d’accordo, a mhuirnín, ma questo discorso mi porta a una conclusione: sei gelosa marcia di Maeve perché per una volta temi che Nat possa seriamente fidanzarsi.”

“Grazie, Gallagher, è quello che dico da mezz’ora.”

“No, quello che io intendo e tu continui a non dire è che sei gelosa di Maeve perché la vedi come una vera rivale in amore.”

“È esattamente quello che ho dett…” prorompe Charlotte, prima di afferrare le ultime parole dell’amico e bloccarsi nel mezzo della frase.

“No,” ghigna Fabian, “hai detto di essere solo preoccupata che una fidanzata lo distogliesse da noi. Ora, invece, lo hai finalmente ammesso.”

Charlotte avvampa, ripensando al discorso dell’amico che l’ha stordita e avvolta su se stessa come una trottola, disorientandola e facendola cadere nella trappola. O è tutta quella situazione folle ad averla confusa più del dovuto facendole abbassare la guardia.

“Io intendevo…”

“Intendevi che sei gelosa perché Nat piace a te. Coraggio, Charlotte, puoi anche dirlo. E buongiorno, ce ne hai messo di tempo per capirlo!”

Charlotte boccheggia, cercando le parole per negare tutto, ma d’improvviso non gliene vengono più e nemmeno vuole negare ancora. La possibilità di essere innamorata di Nat – con il conseguente rischio di complicare o rovinare la loro amicizia, cosa a cui è certa non potrebbe mai sopravvivere – la tormenta da tempo, ma la confidenza di poche ore prima di Maeve ha dato una brusca accelerata alla sua presa di coscienza. Non sa che strana forza si sia impossessata di lei e l’abbia spinta ad andare da Fabian, forse il moto naturale che la porta da sempre a raccontare tutto al ragazzo, forse la certezza che Fabian avrebbe potuto capirla e aiutarla. E sebbene fosse decisa a non farne niente di quella cotta, quella forza sconosciuta l’ha spinta a casa Gallagher comunque, senza che nemmeno potesse opporsi e pensarci bene, l’istinto che per una volta ha preso il sopravvento sulla sua mente calcolatrice e razionale – e Godric sa quanto sia impulsiva, quando quel dannato istinto riesce a scogliere la gabbia di ragione in cui lo rinchiude solitamente.

“Oh, e d’accordo. Sono innamorata di Nat. Ora puoi fingere non te l’abbia mai detto?”

“E perché mai no? Non ci terremo per noi questa cosa, mia cara: tu corri e vai a dirla al diretto interessato!”

“Ma sei tutto matto? Io non dirò proprio un bel niente! Tanto più che Maeve vuole dichiararsi.”

“Cosa importa ora di Maeve?”

“Piace a Nat.”

Fabian alza esausto gli occhi al cielo: è certo che, a forza di farlo, prima o poi gli si bloccheranno in quella posizione. “Come un’amica.

“Anche io gli piaccio come un’amica, e non andrò certo a rovinare la nostra amicizia per questa stupida cott…”

“Tu non piaci a Nat come un’amica,” specifica il Tassorosso interrompendola.

“Certo che sì: sono la sua migliore amica!” insiste Charlotte calcando sulle ultime due parole.

“No, tu a Nat piaci sul serio.”

“Grazie tante, lo so anche io questo: sono la sua migl…”

“Per tutti i reggiseni di Tosca, Charlotte!”

“Temo che nel Medioevo non indossassero reggiseni, Gallagher,” precisa lei, seria.

Fabian la incenerisce con uno sguardo, zittendola sul colpo per poi esclamare stremato, cercando di essere il più chiaro ed esplicito possibile: “Tu a Nat piaci nel senso che vorrebbe baciarti, avere cinque figli con te, andare in viaggio di nozze alle Bahamas e invecchiare sentendoti insultare tutto e tutti ogni santo giorno!”

Charlotte lo guarda stordita, fermandosi a bocca aperta nel mezzo dell’ennesima protesta. Sbatte le palpebre un paio di volte, per poi riprendersi e commentare stizzita, il volto che ormai ha assunto una sfumatura quasi violacea: “Io non voglio nessuna luna di miele alle Bahamas, voglio andare sulle montagne di Wicklow! E non voglio nemmeno cinque figli, a meno che intenda partorirli lui.”

“La parte del sesso però ti interessa, och?” insinua Fabian con un ghigno vittorioso a incurvargli le labbra.

“Io… Ah, focáil leat9, Gallagher! E tu come fai a sapere di questo suo… interesse?”

“Me lo ha detto lui,” ammette candidamente Fabian, senza perdere l’enorme sorriso ebete che si ritrova stampato in volto.

“E perché a me non ha detto niente?”

“Perché ti conosce fin troppo bene, e sa che se avesse fatto un passo avanti mentre tu eri ancora all’oscuro dei tuoi sentimenti, ti saresti chiusa a riccio e lo avresti rifiutato.”

“Non è vero, io…” tenta Charlotte, ma presto rinuncia, davanti all’occhiata eloquente di Fabian. “Fa paura,” mormora poi in un soffio, lasciandosi cadere sul letto tutto stropicciato.

Fabian, che ha capito il sottinteso, le si siede accanto abbracciandola stretta: “Oh, a mhuirnín, lo so. Ma non puoi rifiutarti di amare per paura di soffrire…”

“Non può succedere di nuovo, io…”

“Succederà, Lottie. Succederà perché a prescindere che sia il tuo ragazzo o no, Nat è tutto per te, come lo sono io – anche se a me non mi vuoi potare a Wicklow –, e come lo era Connor. E la tua famiglia. Capiterà ancora, ma ci avrai con te. Sempre.”

Charlotte tira su col naso, asciugandosi una lacrima col dorso della mano, e spezzando bruscamente il momento serio: “Com’è che sai sempre cosa dire, te? E a me mi non si dice, Gallagher.”

Fabian alza un sopracciglio, tirandole appena una ciocca di capelli.

La ragazza sorride, poi, battendogli una pacca sul ginocchio: “Bene, ora puoi dirgli che ho capito e che può dichiararsi.”

“Niente affatto, quel poveretto ha patito in silenzio tutti questi anni perché tu sei lenta a capire i tuoi sentimenti e complicata in faccende di cuore, ora spetta a te fare qualcosa.”

“Io… tu…”

“Non dirò niente a Nat, devi darti una mossa tu: lo faccio per il tuo bene!”

Focáil leat, Fa!”

“Sì, grazie: lo hai già detto, questo.”

 

 

*

 

Quando Charlotte, Nathan e Fabian ritornano alle tende, però, la situazione è ben diversa da quanto sperato dalla ragazza. L’Idiota non solo non è fuggito a gambe levate, deponendo le armi da guerra, ma si trova anzi seduto nel mezzo di un campanello di ragazzini distribuendo caramelle dalle carte variopinte ed estremamente sospette.

“Cosa ci fa quello ancora qui?” sibila a denti stretti la Grifondoro, allungando la mano verso la bacchetta, intercettata però da Nathan che gliela blocca lesto.

“Che stai facendo, Ghisler?” sibila Charlotte, mentre l’amico le sfila la bacchetta di mano senza tante cerimonie.

“Prevengo una carneficina, prima che ti compri un biglietto di sola andata per Azkaban.”

Charlotte assottiglia gli occhi, ma la voce dell’Idiota che la richiama da lontano, una nota di vittoria nella voce che le fa ribollire il sangue nelle vene, la distoglie da qualsiasi cosa volesse rispondere a Nat.

“Oh, eccoti di ritorno, Lottie!”

La Grifondoro mastica sottovoce la sua buona dose di improperi, mentre prende un bel respiro profondo per non azzannare l’Idiota alla gola davanti a tutto il villaggio – preservare un minimo di civiltà, dopotutto, è sempre buona cosa: se non l’ha capito con gli insulti in tutti quegli anni, forse potrebbe capirlo ora con le buone maniere.

“Trovato bene con la mia famiglia?” domanda a denti stretti, cercando di apparire il più sicura di sé possibile così da non dargli ulteriori motivi per gongolare soddisfatto, con quel ghigno da volpe che ha preso l’uva sulle labbra.

“Oh, non sai quanto,” ammicca George, sottolineando le proprie parole con tanto di amichevole buffetto al piccolo Owen McGowan, scompigliandogli i capelli nerissimi.

La verità è che, in principio, quando ha visto la ragazza sgusciare via tra la folla, la mano stretta al polso di Ghisler – lo ha infastidito più del normale, oggi, come se non ci fosse abituato da più di cinque anni… –, si è sentito intimorito dal campanello sempre più fitto di bambini, adulti e soprattutto anziane interessati a fargli un interrogatorio degno del Wizengamot.

Ha dovuto affrontare domande di tutti i tipi, curiosità sulla sua storia con Charlotte – che ha inventato su due piedi con dovizia di particolari e una certa dose di autocompiacimento, descrivendo il loro amore da barzelletta –, è stato messo alla prova sulle sue abilità con gli incantesimi domestici – fallendo anche miseramente in alcuni casi, e guadagnandosi qualche sopracciglio alzato e occhiate di rimprovero (pare che quelle vecchiette esigenti e tutte naso negli affari altrui la ritengano una dote fondamentale per fare di lui un buon partito) –, e infine ha dovuto conoscere uno per uno tutti gli abitanti di  Port. Ha ancora la testa che gli gira per quei visi nuovi che si sono affannati a dargli una pacca sulla spalla – chi di gioia, chi di compatimento bonario per essersi impelagato in una relazione con la giovane Sheridan –, o tre baci per guancia strizzandolo in abbracci euforici, complimentandosi per il bel ragazzo che è. Ha sopportato tutto con pazienza stoica, perché in fondo si è divertito a studiare tutti quei nuovi, e stravaganti, personaggi, per non dare alcuna soddisfazione alla ragazza – quel corteggiamento, alla fine, è una sfida senza esclusione di colpi –, e perché si è reso conto di tenerci, a Charlotte, più di quanto abbia mai ammesso con se stesso: stringendo quelle mani ha desiderato davvero poter far parte del suo mondo.

Ben presto, superato lo smarrimento iniziale – è pur sempre un Weasley abituato a una famiglia numerosa e caotica e un Grifondoro con sprezzo per il pericolo! –, ha preso in mano la situazione tirando fuori dalle tasche scherzi di Zonko e nuovi prototipi suoi e di Fred per stupire tutti e attirarsi le simpatie di bambini e ragazzi, allargando anche la propria base di clienti – gli affari restano comunque sempre affari. Deve ammettere di essersi divertito ad ascoltare prognostici sulla partita – per quanto a un certo punto abbia seriamente rischiato la vita per aver affermato che Krum prenderà il Boccino, a suo parere –, resoconti di pesche mirabolanti sull’oceano e lotte con misteriosi mostri marini degli abissi, consigli di cuore e le accorate proteste di Finn Sheridan, che più volte l’ha implorato di lasciare Charlotte: pare abbia scommesso cinquanta galeoni – che nemmeno possiede, mica pagano bene all’Accademia per Auror – su lei e Ghisler con Aisling Sheridan, e quei cinquanta galeoni gli farebbero giusto comodo. E, in tutta quella confusione vorticante, ha anche rimediato un invito alla festa in caso di vittoria che si terrà all’accampamento: l’occasione migliore per prendere da parte Charlotte – sicuramente euforica per la propria Nazionale, nonostante l’avversione per il Quidditch – e mettere in chiaro una volta per tutte la situazione tra di loro. Ovviamente ha anche un piano di riserva in caso di sconfitta: può sempre consolarla e sperare che da cosa nasca cosa. Sì, si rincuora un’altra volta, quella è proprio la sua giornata fortunata.

 

“Praticamente sono diventato uno di Port,” risponde alla Grifondoro, facendole un occhiolino che la ragazza definisce subito sfacciato. “Ho persino iniziato a parlare con un leggero accento irlandese, aye,” imita, ammirandola arrossire sempre di più: Charlotte infervorata è sicuramente la sua Charlotte preferita.

“Oh, taci per favore: sembri un’oca starnazzante che prova a imitare un cigno!” lo liquida la ragazza con malgarbo.

“L’amore non è bello, se non è litigarello,” commenta da poco lontano un anziano con un berretto liso calcato in testa, guardandoli quasi intenerito.

Charlotte strabuzza gli occhi, rendendosi conto del mostro che ha generato lasciando l’Idiota solo con il resto di Port: quei voltagabbana stanno dalla parte del gemello, a quanto pare, e la colpa è tutta sua e della sua linguaccia troppo lunga che ha parlato prima di riflettere per bene sulle conseguenze – perché in quei giorni è sempre così distratta e persa a pensare a Nat? Questa storia deve avere una fine, sta facendo troppi danni. Anzi, no, la colpa è dell’Idiota e quel suo stupidissimo sorriso Weasley tutto scherzi, allegria e aria malandrina.

“Sei un grandissimo…”

“Shhh, Lottie, non vorrai lasciarmi.”

“Assolutamente, questa pagliacciata è durata fin troppo a lungo. Levati di torno!”

“Non posso, sono invitato ai festeggiamenti: ospite d’onore, mi hanno chiamato.”

“Ospite d’onore un corno, non osare presentarti.”

“Assolutamente sì, invece,” replica George, facendole il verso. “Ora, se non ti spiace, mi avvio allo stadio per l’inizio della partita, mio padre mi starà cercando. A dopo, Lottie…”

Charlotte arrossisce infastidita al bacio che finge di lanciarle mentre si allontana, e si volta verso Fabian che le sussurra in un orecchio: “Se fai quella cosa, potresti anche liberarti di lui per sempre. Segui il mio consiglio, Lottie.”

“Non se ne parla,” ribatte lei a mezza voce, scuotendo la testa in direzione di Nat, che li guarda interrogativo, fingendo che non si siano detti nulla di importante. “Andiamo, è meglio che ci prepariamo per questa noia di partita. Almeno su questo l’Idiota ha ragione: è ora.”

 

 

 

*

 

 

Una bottiglia di Whiskey Incendiario e un bicchierino di carta in mano, Nat sta girando alla ricerca di Charlotte – che deve essersi appartata di nuovo, l’ha persa di vista all’arrivo alle tende – per provare a coinvolgerla nei festeggiamenti. Fabian, impegnato a spellarsi le dita sulle corde del violino e perdere tutta la voce, lo ha mandato in missione a ripescarla.

“Che…” impreca Nat, urtando contro qualcosa ai suoi piedi. La scarpa di Charlotte che lei pare aver allungato per farlo inciampare, riconosce abbassando lo sguardo.

“Ti ho trovata!” esclama il ragazzo, squadrando l’amica che rigira un bicchiere di Burrobirra tra le mani. “La festa è di là, signorina, che ci fai qui?”

“Mi nascondo dall’Idiota, an t-amadán! Tu che ci fai qui, piuttosto?”

“Ti stavo cercando, mi pare ovvio,” risponde il ragazzo, accucciandosi sui talloni per arrivare all’altezza dell’amica e fare un cenno col capo alla bottiglia che tiene in mano.

“Un goccio,” annuisce lei, finendo in un sorso la Burrobirra e allungando il bicchiere. “E sei venuto a cercarmi per far cosa, di grazia? Annunciarmi la lieta novella?”

Nat aggrotta le sopracciglia, meditabondo: “Che lieta novella? Sono solo venuto a trascinarti di là a ballare con me.”

“Chiedilo alla tua ragazza, no? Le fidanzate servono anche a questo.”

“Lots, sei certa di non essere già ubriaca?” si informa il giovane, grattandosi la nuca mentre cerca di rintracciare i fili di quel discorso sconclusionato.

“Diversamente da qualcuno, io reggo molto bene l’alcol, primo. E secondo, puoi anche dirmelo, eh.”

Nat, con un sospiro rumoroso, si lascia cadere a terra. “Ancora con questa storia su chi regge di più? E si può sapere di che stai farneticando? Io non ho una fidanzata, dovresti saperlo.”

“Sì, ancora con questa storia, perché le vittorie vanno sempre sottolineate,” ridacchia Charlotte, scuotendo leggermente la testa divertita per scostarsi una ciocca di capelli dal volto. Poi riprende: “Guarda che io, beh, noi, sia io che Fa, siamo contenti per te e Maeve, è una a posto e ci tiene a te. Vedi di trattarla bene, tutto qui; e vacci piano coi dettagli almeno tu: i racconti romantici di Fabian mi bastano e avanzano, non ho lo stomaco per reggerne altri.”

Nonostante il sorriso rassicurante e sincero di Charlotte, Nat scuote ancora la testa confuso: “Ma io non esco con nessuna Maeve. Sareste stati i primi a saperlo, nel caso, che pensi?”

“Ma quando siamo usciti dallo stadio ti ha preso da parte per dirti qualcosa…”

“Maeve Kelley, intendi?”

Charlotte annuisce, torturandosi l’interno della guancia.

“Doveva solo chiedermi una mano per organizzare la festa di compleanno di suo fratello settimana prossima, tutto qui. Credevi che avessimo una tresca segreta?”

“Ma doveva dichiararsi, me lo ha detto lei!” sbotta Charlotte, quasi offesa per la confidenza rivelatasi poco sincera.

Nat squadra l’amica, dubbioso: “Ne sei certa? Beh, no, nessuno ha cercato di attentare alla mia virtù: sono ancora scapolo.”

“Certo che ne sono certa, an t-amadán, non soffro di allucinazioni. Immagino che allora non avrà trovato il coraggio, forse perché le ho detto che dopo le vittorie di Quidditch sei distratto, troppo impegnato a pensare a quante Finte Wronski ci sono state e poco propenso a prestare attenzione all’amore.”

“È abbastanza improbabile che io parli di Finte Wronski dopo una partita, quasi nessuno riesce a eseguirla.”

“Quello che è, era la prima cosa a cui ho pensato. Fare il saputello non è il tuo mestiere, comunque, non togliermi il lavoro.”

Ma Nat la ignora, sempre più pensieroso: “E io non sono distratto, dopo le partite. Perché le hai mentito?”

Charlotte, presa in contropiede, sapendo bene di aver appena ammesso di aver rifilato una bugia bella e buona a Maeve – dannazione all’alcol, forse non è così vero che lo regge tanto bene se le scioglie la lingua fino a questo punto –, mantiene il sangue freddo e ribatte a sua volta: “Se si fosse dichiarata che le avresti risposto?”

“Non si risponde con una domanda a un’altra domanda.”

“Come ho appena detto fare il signorino So-Tutto-Io non ti si addice. Rispondi.”

Il ragazzo soppesa la situazione, un brivido di adrenalina – e terrore? Agitazione? – che gli carezza la schiena, mentre una strana sensazione di sospensione pare intorpidirgli il corpo. “No, non mi interessa Maeve. Non in quel senso, almeno, è solo un’amica. Tocca a te rispondere, ora.”

“Perché mi andava: è già stressante avere i tuoi ammiratori e ammiratrici tra i piedi, non serve che mi scambino per la loro confidente sentimentale.”

Nat sostiene lo sguardo sfuggente di Charlotte, la sensazione elettrizzante di poco prima che scoppia come una bolla di sapone a quelle parole, ma poi la ragazza abbassa lo sguardo e impreca scuotendo secca la testa: “Ó, a dhiabhail!10

È ufficiale che il whiskey le scioglie troppo la lingua, o è la voce di Fabian che le urla in testa che è la tua occasione, muoviti, perché altrimenti non sa come spiegarsi il coraggio che la spinge a continuare: “Ti ricordi di mio cugino?”

Nat, che a questo punto sta perdendo la ragione tra i voli pindarici, e fin troppo acrobatici, della ragazza, la guarda sollevando un sopracciglio: “Ne hai più di uno, devo chiederti di essere un filo più specifica…”

“Finn, no? Gli altri sono troppo piccoli.”

Aye, e quindi?”

“Beh, sai che ha una passione per le scommesse in campo sentimentale – per quanto io disapprovi la cosa –, no?”

“Vuoi farmi giocare agli indovinelli?” è lo sbuffo sempre più scettico di Nat, che non capisce da che parte stiano andando a parare. O forse sì, ma ha solo paura di mettere insieme tutti i pezzi.

“Mi pare il minimo: devo fare io tutta la fatica, qui?”

“Sia mai, vostra grazia,” sospira con un sorriso il ragazzo, arrendendosi presto: sa ormai che è inutile che si opponga a Charlotte, finisce sempre per fare quello che vuole lei – quando è una richiesta legittima, certo, serve pur sempre una coscienza in quel gruppo, e né lei né Fabian sono tagliati per il ruolo. “Qual è l’ultima scommessa, se mi è lecito chiederlo?”

“Su, beh, su di noi. Noi tre, intendo,” borbotta Charlotte tutto d’un fiato.

Aye, capisco. Cosa di preciso?” Se Charlotte vuole giocare a completarsi le frasi, non sarà lui a non partecipare alla sfida ad armi pari.

“Aisling ha scommesso su me e Fabian, Finn su… beh, insomma, hai capito.”

“Noi due?” completa il ragazzo, quella strana sensazione di poco prima che torna prepotente a ronzargli nelle orecchie.

Charlotte annuisce, guardando il fondo del bicchiere alla ricerca di chissà quali verità affogate nel whiskey.

“A Finn serve uno Spioscopio nuovo ad alta sensibilità. Vorrei contribuire,” tentenna in un sussurro lei, rigirandosi un ricciolo attorno al dito, come quando è nervosa. Poi solleva lo sguardo a fissarlo, e a Nat per poco non manca il respiro, annegando negli occhi decisi e carichi di sfida dell’amica. Tocca a lui, adesso.

“È un modo per dire che sei innamorata di me, Lots?” rilancia, rimandandole lo stesso sguardo.

Lei si morde il labbro, rendendosi conto di non essere riuscita a togliersi del tutto dall’impiccio, manda giù un altro sorso di whiskey – se proprio deve, che tutto il coraggio di cui dispone si faccia avanti –, e inizia: “Io, credo di sì…”

Il volto di Nat, combattuto tra lo stupore e l’immensa gioia che lo travolgono, non fa in tempo ad aprirsi in un sorriso che subito Charlotte si corregge: “Cioè, no, non sono innamorata di te.”

“Temo di non capire, io…”

“Se stessi zitto, capiresti, och. Cerca di non interrompermi, è già difficile così,” lo rimbecca con malgarbo, afferrando la mano che il ragazzo ha istintivamente mosso verso di lei e stringendola con tanta – forse troppa – veemenza tra le sue. “Penso che l’essere innamorati venga prima, agli inizi di una storia, no?”

“Noi non siamo ancora agli inizi di una storia,” le fa notare logico Nat, zittendosi subito davanti al luccichio pericoloso negli occhi dell’amica. “Scusa, prosegui.”

“Intendevo dire – prima che qualcuno si inserisse nel discorso –, che all’inizio si è innamorati, e poi si arriva a un punto in cui o si scopre di non provare ormai più niente, oppure che beh, si è oltre, aye. Io sono lì.

“Hai già capito di non provare più niente?”

Sweet Jesus, mi chiedo se lo fai apposta per farmelo dire o se sei solo stupido. Tá mé i ngrá leat11, Ghisler!”

Ed è allora che, vinto qualsiasi stupore, Nat prende il proprio cuore in due mani, chiude gli occhi e si avvicina al viso della ragazza, anni e anni di attesa che gli esplodono nel petto.

“Che diamine stai cercando di fare, Ghisler?” lo ferma lei, afferrandolo per le spalle e tenendolo a debita distanza.

“Cercavo di baciarti, Sheridan.”

“Ma non hai risposto. Una ti si dichiara e tu zitto?”

“Il bacio era inteso come una risposta…”

“Beh, non nel mio mondo. Non esiste che solo io debba espormi: siamo per la parità nella coppia, qui.”

“Ma certo che ti amo anche io, Lots, lo sanno pure i sassi: non sono molto bravo a dissimularlo, pare.”

“È un modo per darmi della stupida per non essermene accorta?” insinua Charlotte, non smettendo di tenerlo per le spalle.

Nat le rivolge uno sguardo eloquente, a metà tra l’esasperato e l’espressione di rimprovero con cui è solito farle capire che sta esagerando: “No, ma se proprio ci tieni lo faccio. Prima, però, posso avere l’onore di baciarti o dobbiamo chiedere il permesso a mia nonna?”

Charlotte ridacchia, facendo risalire le dita fino a solleticargli la nuca e le ciocche più lunghe, mentre lo avvicina a sé: “Per carità, poi magari le viene in mente di farmi aspettare fino alla tua maggiore età.”

“Potrebbe farlo per dispetto, in effetti…”

“Hai mai baciato qualcuno?” domanda Charlotte a bruciapelo, le labbra a un soffio da quelle di Nat.

“No, lo sai che non sono mai uscito con nessuna. Tu?”

“Sì, ma lo sai già,” sussurra, ritardando ancora. “Nat, aspettavi me?”

Och, aye. Ora scusami tanto, Lots, ma sono stanco di rimandare.”

 

E allora il mondo smise di essere parola e si fece pelle12.

 

 

 

*

 

 

Quando Charlotte e Nat, un bel po’ di baci più in là – Charlotte sostiene che Nat è ormai un baciatore provetto che Fabian Gallagher scansati –, ritornano al centro della festa, decidono di fare finta di nulla. In realtà la decisione è di Nat, che ha insistito non sia molto carino sbattere la loro nuova relazione in faccia a George e Maeve – non quella sera, almeno. Charlotte in tutt’altra occasione avrebbe a sua volta proposto e caldamente supportato la scelta, ma l’idea di poter allontanare definitivamente l’Idiota l’ha stuzzicata molto.

 

“Ma non dobbiamo tenerci per mano, basta solo dirglielo.

“Non è carino, Lots, vorrei farlo meglio di così: hanno un cuore anche loro. Ci sarà tempo per queste cose.”

“Dubito fortemente mi interessi di quello dell’Idiota, e poi scordatelo: non ti serve la mammina che ti tiene la mano per attraversare la strada, sei grande abbastanza.”

 

Charlotte passa allora il resto della serata incollata agli amici, che hanno promesso di non lasciarla tra le grinfie di George dandogli campo libero per attuare chissà che piano, sorbendosi però in un orecchio le infinite torture dell’Idiota, minacciandolo di morte in quarantotto modi diversi come ogni volta. Ora, però, c’è una nuova, calda, certezza che le brucia nel petto ad aiutarla a non avverare quelle quarantotto minacce di morte.

 
 
 
 


 

 
 
Note alla storia: ho iniziato a scrivere questa storia a luglio dello scorso anno, dopo che a un giochino su fb era uscita la domanda su chi, tra Charlotte e L’Idiota, ipotizzando una loro relazione, avrebbe avuto timore a conoscere la famiglia dell’altro. La mia idea è che nessuno dei due sarebbe stato minimamente intimorito, anche se poi mi sono resa conto che conoscere la famiglia di Charlotte equivaleva a conoscere tutta Port (che avrebbe sicuramente schierato al completo per mettere in difficoltà in ogni modo George), da qui la voglia di scrivere qualcosa a riguardo, una sorta di what-if nel what-if. La scrittura della storia s’è protratta a lungo, come potete notare, a causa del tempo sempre scarsissimo e delle ritrosie di Charlotte a mettersi con l’Idiota anche solo per una storia. E così siamo rimasti nel “canone” e addio CharlottexGeorge, anche perché tutto sommato scrivere di questi personaggi in situazioni distese che vanno ad arricchire comunque il loro background mi diverte moltissimo, e mi ha tenuto una grande compagnia durante questo anno abbondante. È una storia scritta, alla fine, quasi più per me che altro, e per questo ho deciso di non preoccuparmi troppo per le divergenze dal canone della Coppa del Mondo nei libri (per quanto abbia cercato di rispettarlo il più possibile), né per la costruzione della storia. Mi rendo ben conto che George ne esca sacrificato, che la conclusione non è quella che avrebbe potuto – ma nemmeno Charlotte sarebbe stata così senza cuore da sbandierare subito la sua relazione all’Idiota, dai –, che forse ci sia troppo in certi punti, poco in altri, ma ho scritto per svagarmi e questo è quello che mi divertiva nei pochi giorni di respiro tra un esame e l’altro in cui potevo metterci le mani.
Spero comunque che possa strappare un sorriso anche ai coraggiosi arrivati fin qui. Io, in ogni caso, vi ringrazio di cuore per aver dedicato un po’ del vostro tempo alla lettura, anche solo di qualche pagina.
Un abbraccio!


[1] Gaelico irlandese: ciao.
[2] Omaggio alla serie irlandese “Derry Girls”, si tratta dell’iconica esclamazione ripetuta a oltranza dai personaggi (e very irish, a quanto mi pare di aver capito).
[3] Verso tratto dalla canzone tradizionale irlandese “Red is the rose”.
[4] Gaelico irlandese: caro, piccolo (usato soprattutto da adulti per riferirsi a bambini/ragazzi)
[5] Gaelico irlandese: bimba/o mia/o.
[6] Questo è un mio personale headcanon (come tutto quello che riguardo questa banda sgangherata di irlandesi, direte bene voi), ma sinceramente trovo assurdo che in un villaggio interamente magico (ma anche semplicemente in una famiglia tipo i Malfoy, per dire) non si faccia usare la magia ai ragazzi: è vietato, vero, ma onestamente non ce li vedo a non far allenare i ragazzi, prepararli magari prima che arrivino a scuola, istruirli loro sulla magia. Per me è inconcepibile che questi non facciano niente fino agli undici anni, a quel punto vengono spediti a scuola senza mezza nozione, e non si esercitino mai durante le estati, soprattutto se come ci informano i libri stessi la magia minorile non sarebbe rintracciabile in una casa con tanti maghi adulti che la praticano costantemente (anche perché: a Hogwarts, dove lezioni a parte sono in giro per i fatti loro a cacciarsi nei peggio casini, sì, certo, possono usarla, a casa sotto il controllo dei genitori no… mi pare logico). Alla Rowling saranno piaciuti mezzi ignoranti, a me pare solo assurdo, quindi a Port la magia la usano, e prima di Hogwarts hanno anche una scuola, giusto perché ci si augura che questi agli undici anni ci arrivino con qualche nozione di matematica (o come fanno Artimanzia o Pozioni?), geografia, o grammatica inglese. Scusate la licenza presa, ma è una questione che non mi è mai andata giù, e con questa serie ho deciso di prendermi qualche libertà e muovere i personaggi un pochino come piace a me: lo scopo dei what-if è anche questo.
[7] Versione irlandese del nome Charlotte.
[8] Verso di una canzone di guerra irlandese in funzione anti-britannica, risalente agli anni dei Troubles e particolarmente diffusa, intitolata appunto “Go on home british soldiers”
[9] Gaelico irlandese: vaffanculo.
[10] Gaelico irlandese: corrispettivo dell’inglese “Oh, fuck!”
[11] Gaelico irlandese: ti amo.
[12]“La memoria di Babel”, C. Dabos.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Maqry