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Autore: Lisbeth Salander    25/10/2021    3 recensioni
Raccolta di momenti, frammenti della storia d'amore tra Victoire Weasley e Teddy Lupin.
[Questa storia partecipa al Writober di fanwriter.it]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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Day 25: Ogni mio giorno ti appartiene
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Ogni mio giorno ti appartiene
 
«Se ti è riuscito sull’altare, penso ti possa accadere in qualsiasi occasione».
«Non sono riuscita a trattenermi».
«Quel giorno è stato perfetto, un giorno di assoluta e perfetta felicità».
«L’hai mai più provata?».
«Solo un’altra volta, però quella è stata la prima».
«Hai mai avuto dubbi, Teddy? In quei giorni, dico».
«No, non ho mai più dubitato di noi da quando mi hai dato il famoso ultimatum. E tu? Ci hai mai ripensato?».
«Non sono mai stata tanto convinta in vita mia quanto nel momento in cui ti ho sposato».

9 luglio 2024

«Puoi dirmelo che hai una paura tremenda», lo incalza James guadagnandosi un’occhiata truce da parte di un nervosissimo Teddy.
«Non ho paura. Sono solo un po’ teso».
«È innamorata di te da… be’, sempre. Di che hai paura?». 
«Spero che il tuo discorso da testimone sia un po’ più strutturato di questo o, Tosca mi perdonerà, sarai brutalmente affatturato».
«Tranquillo, mi sono superato».
«Per fortuna, c’è anche Daniel», dice indicando il suo più caro amico e compagno di casa che gli sorride comprensivo.
«Sarete davvero felici insieme», dice James, appoggiandogli una mano sulla spalla, d’un tratto serio.
«Come fai ad esserne così certo?».
«Perché, per qualche ragione che ancora non comprendo, non c’è nessuno come quella rompipluffe di Victoire in grado di renderti più felice di così e non c’è nessuno come te in grado di renderla meno rompipluffe di quanto non sia».
Le parole di James hanno il potere di strappargli un sorriso e di alleviare un po’ la tensione che avverte come un pugno nello stomaco da quando è salito su quell’altare.
Sua nonna, in prima fila accanto a Harry e Al, lo guarda fiera e orgogliosa, incredibilmente serena, con un sorriso di genuina felicità che Teddy le ha raramente visto comparire sul volto.
«In ogni caso, sai che sei come un fratello per me ma, se deludi Vic, non mi opporrò a nessuna delle Maledizioni che ti saranno scagliate contro».
«È un discorso da cugino premuroso questo?», scherza Teddy.
«È la mia cugina maggiore. Impossibile non esserlo con lei, nonostante…».
«Nonostante siate cane e gatto».
«E, poi, quando è stata male…merita di essere felice con te, meritate di esserlo entrambi».
«È per questo che ci hai aiutati ad opporci al ricevimento alla Tana?».
«Nonna ha rischiato di allagare casa con i pianti ma non è una scelta in cui poteva intromettersi e qui a Shell Cottage l’atmosfera è sempre stata incredibile».
Teddy annuisce. Shell Cottage è il luogo in cui Victoire è cresciuta, è il luogo in cui da bambini giocavano a rotolarsi nella sabbia, quello in cui da grandi iniziavano a rincorrersi soltanto per potersi stringere di più.
«Ma quando arriva?», chiede impaziente, guardando l’orologio.


«Siamo in un ritardo incredibile. L’ultima foto e poi dobbiamo scendere», incalza zia Hermione in quella stanza piena di tutte le donne di casa Weasley.
Victoire si guarda l’ultima volta allo specchio in abito bianco, prima di fare cenno alle zie di cominciare a scendere. 
«Sei charmant, cherie», le dice sua madre con lo sguardo commosso dalla gioia, prima di abbracciarla e unirsi agli invitati. 
«Lily, Lucy, Rose e Roxy, cominciate a posizionarvi».
Molly, visibilmente incinta, ha preso il controllo come al solito e comanda tutti a bacchetta, cambiando più volte l’ordine delle damigelle.
Dominique, intanto, resta indietro, vicino a sua sorella. Non le ha ancora detto nulla da quando è tornata pochi giorni prima. Si sono allontanate tanto in quegli anni, ciascuna assorbita nel suo mondo, e la distanza fisica ha acuito quella caratteriale che hanno sempre avuto.
«Sei davvero bellissima», le dice quasi imbarazzata.
«Anche tu. Grazie per esserti vestita da damigella per me».
Dominique sorride e si guarda il vestito azzurro chiaro.
«Ho messo il color pervinca per Molly. Per te avrei messo di tutto».
«Grazie, Domi», sussurra posizionandosi sotto il braccio del padre, più taciturno del solito.
«Papà, sta’ tranquillo. Non ricapiterà presto, dovrai farlo solo per questa volta», lo stuzzica Dominique.
«Sono preparato a questo momento da circa dieci anni», borbotta mentre Vic si solleva per dargli un bacio sulla guancia.
«Non hai mai dubitato, vero?», le chiede sua sorella, dopo aver rivolto uno sguardo esasperato a Molly che per l’ennesima volta aveva fatto invertire Roxanne e Lucy.
«Di Teddy?».
«Di voi due insieme».
Victoire scuote la testa. Incredibilmente, non è nemmeno nervosa quel giorno, sente addosso una sensazione di pace che non riesce a spiegare. Diventare la moglie di Teddy le sembra qualcosa di talmente naturale da renderla impenetrabile a qualsiasi dubbio.
«No. Io… l’ho sempre amato, sono sempre stata sicura di quel che eravamo e che potevamo essere insieme».
«Siete fortunati», commenta laconica.
Victoire le rivolge un sorriso carico di tenerezza e comprensione per la vita sentimentale sempre burrascosa di sua sorella.
«Siamo pronti!», annuncia Molly, posizionandosi dietro Roxanne e prima di Dominique, «Mi raccomando, Vic. Schiena dritta e attenta ai tacchi».
«Molly, per la centesima volta so come si cammina! Ora, se vi muoveste, mi vorrei sposare».


Victoire cammina sicura e decisa, stretta al braccio di suo padre, radiosa come può esserlo solo chi non ha mai dubitato della sua scelta.
Teddy l’aspetta all’altare con il sorriso stampato sulle labbra e l’impazienza di chi non vede l’ora di cominciare insieme il resto della propria vita. 

 
«Sono dieci anni che ci rincorriamo tu ed io e adesso siamo finalmente qui. Hai cambiato la mia vita semplicemente venendo al mondo, hai cambiato il significato di un giorno che odiavo e che adesso temo sia uno dei miei giorni preferiti. Sei la mia forza, la mia migliore amica, l’unica donna che ho sempre voluto. Victoire Weasley, prometto di amarti finché morte non ci separi».

 
«Mi sono innamorata di te talmente tanto tempo fa da non riuscire ad identificarlo nel tempo. Ho realizzato che ogni mio giorno ti appartiene, che non ricordo un solo giorno della mia vita in cui tu non sia stato nei miei pensieri. In questi dieci anni ne abbiamo vissute di ogni, siamo stati ovunque, insieme e separati e non avrei potuto desiderare un compagno migliore. Edward Remus Lupin, prometto di amarti finché morte non ci separi».
Note: fuggo perché (non so per quale ragione) questo capitolo mi imbarazza terribilmente e, no, i dialoghi iniziali non sono le loro promesse nuziali.
   
 
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