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Autore: etienne86    27/10/2021    16 recensioni
Nella storia originale siamo a un passo dalla Rivoluzione. Quando Oscar e Andrè raggiungono i loro compagni in caserma il 13 luglio 1789, lei dichiara apertamente il loro legame, la decisione di lasciare l'esercito e seguire il suo uomo, anche di lottare col popolo francese, se lui lo vorrà. E Alain le propone di continuare a guidarli, ma schierandosi coi cittadini in rivolta. La malattia di Oscar rimane un segreto che lei si porterà nella tomba.
Ho immaginato uno scenario diverso...proprio partendo da qui (mentre mia figlia mi ripeteva le lezioni di storia...)
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4

Capitolo 4



Era sdraiato sulla branda, le mani piegate dietro la nuca, quando Alain rientrò. Sentì i compagni che lo salutavano e il suo passo pesante che si avvicinava al suo giacilio.
Andrè!” lo chiamò, ma lui non si mosse.
Si chinò su di lui cercando il suo sguardo e abbassando la voce.

Ascolta! Il comandante è rientrato a palazzo Jarjayes. Mi ha detto di avvisarti che ti aspetta là” Il giovane rimase dov’era.
Ehi! Hai sentito quello che ho detto?”
Certo, Alain! Non sono ancora sordo…”
Allora? Cosa aspetti?”
Preferisco restare qui…ogni volta che sto da solo con lei ho paura che capisca tutto, che si accorga che non vedo bene. Non posso rischiare…”
Uhm…io stavolta rischierei. Dai, ti accompagno fino alle porte della città” e si allontanò senza dargli il tempo di replicare.
Cavalcavano fianco a fianco, come fossero di ronda. Alain sapeva che tra pochi minuti l’avrebbe salutato, e che probabilmente non lo avrebbe più rivisto, né lui né il comandante. Non pensava sarebbe stato così difficile.

Hai scoperto qualcosa?” gli chiese Andrè a bruciapelo, riportandolo alla realtà. Sapeva a cosa si riferisse, ma toccava ad Oscar metterlo a parte di certe novità, che riguardavano entrambi.
Si, Andrè. Ho scoperto qualcosa” Lo disse con un sospiro che indusse l’altro a fermarsi.
Continua”
Alain fermò a sua volta il cavallo e si asciugo la fronte imperlata di sudore.

Ho scoperto perchè tu ti sia fissato ad amare per così tanti anni una donna che vive come un uomo. Quando l’hai ammesso ho pensato fossi un pazzo! Ma lei…lei ragiona come non ho mai visto fare a nessuno, maschio o femmina che sia! Ha testa, ed anche un grande cuore. E quando prende una decisione è tenace, arriva sempre dove vuole. Non credo sia il genere di donna che fa subito breccia nel cuore di un uomo, ma penso che se ti innamori di un tipo così non riesci più neanche a vederle, le altre...”
Andrè sembrò soppesare quella risposta, poi sbuffò “Ti prendi gioco di me, Alain? Lo sai a cosa mi riferivo!”
Il compagno rise.

Ho scoperto... che dietro quell'aria mite sei geloso come pochi!”
Andrè strinse le gambe e il suo cavallo riprese il passo, lasciando il compagno alle sue spalle.
Geloso e permaloso! Pensò mentre l’altro si allontanava.
Ho scoperto che Bernard Chatelet ti ha accecato l'occhio sinistro!” gli urlò, inducendolo a fermarsi nuovamente. Lo raggiunse e continuò, abbassando la voce “Mentre tu ti preoccupavi di non fargli neanche un graffio, lui ti ha malamente sfregiato il volto. Sono certo che sia ancora dritto sulle sue gambe per tua esplicita richiesta...la tua Oscar non gliel'avrebbe fatta passare liscia altrimenti!”
Per un attimo nessuno dei due parlò. Andrè continuava a non capire cosa fosse successo quella mattina e cosa stesse accadendo anche in quel preciso momento. Erano arrivati nel frattempo alle mura della città da cui si apriva la strada per Versailles.

Ascolta Andrè: il comandante non sarà tale ancora per molto. Credo che abbia salutato i ragazzi, stamattina. E ho qui con me una lettera che vuole legga loro” continuò, battendosi sul petto dove custodiva i fogli che Oscar aveva scritto di suo pugno e che gli aveva affidato, quando si erano separati, conclusa la chiacchierata con Bernard.
Andrè ripensò a quel veloce momento che Oscar aveva dedicato ai suoi uomini, poche ore prima, alle sue parole
… Voglio dirvi una cosa, adesso che ne ho la possibilità…Si stava congedando, ora lo capiva.
Alain continuò.

Ho scoperto che intende lasciare l’esercito e unirsi alla causa del popolo in rivolta”.
Se non accetterai Alain, io non lascerò il comando. Sei l'unico a cui potrei affidare il destino dei miei ragazzi

E ho scoperto che ha scelto me come suo successore a capo della Compagnia dei Soldati della Guardia”


Oscar rientrò da Parigi poco prima di pranzo.
All’ingresso si imbattè nell'anziana governante, alle prese con un gruppo di operai intenti a issare sulla parete del salone il suo ritratto, ancora coperto da un drappo di velluto.

Vostro padre vi attende nello studio-le ricordò senza distogliere l'attenzione dal lavoro dei quattro ragazzotti- e vi ricordo che tra circa mezz'ora serviremo il pranzo, non prima di aver ammirato questo capolavoro, sempre che questi fanfaroni siano riusciti nell'impresa!”
Oscar sorrise di fronte ai soliti modi burberi di Marron e prima di raggiungere suo padre salì in camera sua. Staccò dalla giacca della divisa la spilla con lo stemma di famiglia, quella che da generazioni si tramandava agli eredi maschi del suo casato.
Il suo sguardo si soffermò sulle sue mani. Piccole, affusolate...
Aveva incrociato l'ennesimo mendicante, quella mattina, dopo aver lasciato la casa di Bernard. Tendeva la mano scarna fissando il vuoto, gli occhi vitrei, svuotati di luce. Era rimasta a fissarlo un istante, e in quell'istante aveva sentito il suo cuore schiantarsi, all'idea che Andrè potesse fare una fine simile. Si era chinata e aveva riempito quella mano con tutto quello che aveva con sé. “Grazie, mademoiselle, che Dio vi benedica”
Le aveva appena sfiorato le mani, eppure aveva capito. “Cercate di non farvi rubare tutto” gli disse preoccupata. La povertà induceva ai gesti più efferati. Ma lui le sorrise, e accarezzò un grosso cane col pelo arruffato accucciato al suo fianco. “Ho un amico che mi protegge...”
Si era allontanata col cuore pesante ma ancor più determinata a seguire la sua strada.
Quando entrò nello studio del Generale, lo trovò in piedi, le mani unite dietro la schiena e lo sguardo rivolto ai giardini, oltre la vetrata. Si fermò ad un passo dalla sua scrivania di marmo, sulla quale notò un'unica pergamena chiusa con la ceralacca.

Ha finalmente cessato di piovere. E' un clima insolito, non trovi? Non si tratta dei soliti acquazzoni estivi, ricordano già quei prolungati rovesci autunnali...”
Oscar rimase in silenzio, il Generale non era uomo da prendere tempo con inutili dissertazioni sul clima!

Padre, io..”
Ti ricordi di quando ti era messa in testa di dare la caccia agli arcobaleni?”
Tacque, allibita. Suo padre continuò, sempre rivolto alla finestra.

Avrai avuto 5 o 6 anni, supergiù...ricordo che Andrè era arrivato da poco.”
Si voltò, finalmente, e lei rimase in silenzio, frugando nella memoria alla ricerca di quel ricordo.

Ti eri intestardita a voler trovare un arcobaleno, per capire da dove nascesse o per passarci attraverso, non rammento bene...ma sta di fatto che ogni volta che un temporale cessava, ti mettevi di guardia sulla piccola torre del palazzo e se avvistavi un arcobaleno, ti precipitavi in giardino e correvi fino alla cancellata, per raggiungerlo.”
Si fermò un istante, ed Oscar sorrise abbassando gli occhi, senza aggiungere nulla. Stava ricordando anche lei.

Ma avevi capito che non bastava spingerti fino ai confini della tenuta, e un giorno, senza dire niente a nessuno, appena un arcobaleno è comparso all'orizzonte, sei scappata nelle scuderie, hai montato a pelle il tuo pony e sei partita al galoppo!”
Questo mi sembra di ricordarlo...” aggiunse Oscar.
Già-sospirò il Generale, tornando a volgere lo sguardo all'esterno-dopo poche ore fece buio, e tu non eri ancora rientrata. Riprese a piovere, ed io in persona, con alcuni servitori, uscii a cercarti. Ero terribilmente preoccupato, temevo ti fossi ferita, o che ti saresti ammalata con tutta l'acqua che cadeva, ma quando ti ho ritrovato, accucciata sotto un riparo di fortuna, ti ho rimproverato duramente e ti ho messo subito in punizione, invece di esprimere il mio sollievo e dirti quanto fossi sollevato…e felice.
Così mentre ti riconducevo a casa, infreddolita e bagnata, ti ordinai di cessare con questa stupida fantasia una volta per tutte, pena una serie di duri provvedimenti. Ricordi come mi rispondesti?”
Oscar non lo rammentava. Il Generale si voltò e la fissò intensamente.

Padre, io DEVO andare più lontano, dove sono arrivato non basta!”
Sorrise. “Queste sono state le tue uniche parole, Oscar. Nessuna giustificazione, nessuna richiesta di perdono”
Girò attorno alla scrivania e si mise davanti a lei. La guardò negli occhi, quegli occhi così trasparenti e fieri, che l'avevano sempre reso orgoglioso, anche se raramente gliel'aveva confessato.

Quanto devi andare lontano, Oscar, adesso?”
I suoi occhi si riempirono di lacrime, che l'orgoglio di uomo rigido e di militare consumato trattenevano tra le ciglia.

Questa volta puoi dirmelo, figlia mia, e io lo accetterò.” Fece ancora un passo verso di lei, e appoggiò le mani sulle sue spalle.
Accetterò qualsiasi tua decisione, se sarà quello che serve...perchè ti possa curare...e vivere più a lungo possibile...”
Oscar guardava suo padre mentre piangeva, lottando contro le lacrime: lo stupore l'aveva ammutolita. Il Generale si ricompose, e indicò la missiva che giaceva sulla sua scrivania.

Ieri sera il pittore è venuto da me, voleva mostrarmi il suo lavoro prima di essere ricompensato. Sono rimasto così sbalordito, appena l'ho visto! Ti aveva notato quando, diciottenne, andasti a Parigi con la delfina per la sua prima visita nella capitale. Eri il giovane capitano delle Guardie Reali...ed è riuscito a riprodurre fedelmente i tuoi lineamenti di allora*. Mi ha spiegato di aver operato questa scelta perchè potessimo ricordarci di te prima della malattia, ha detto proprio così...ed io stavo per dargli del pazzo, che non c'era nessuna malattia...ma poi...ho osservato meglio il tuo giovane volto, su quel dipinto, e mi sono reso conto che non sei più così, che sei emaciata e pallida...che forse vedendoti tutti i giorni, questo tuo decadimento mi fosse sfuggito. Per darmi pace ho inviato un messo dal dottore, perchè venisse a visitarti, immediatamente! E questi è tornato con un messaggio di Lasonne...che ti aveva già visto...che queste erano le sue raccomandazioni...”
Prese la lettera e gliela consegnò. Oscar la osservò un istante, poi alzò lo sguardo e cercò quello di suo padre.

Sapete come terminò la mia 'caccia agli arcobaleni'?”
Il Generale si asciugò una lacrima con le mani e si ricompose.

No, Oscar...non ricordo. Penso che non volessi suscitare la mia ira ancora una volta, che ti fossi convinto in qualche modo...”
No...in realtà c’entra Andrè. Non sapeva niente di fenomeni naturali, ma aveva notato che piccoli arcobaleni si formavano quando c'era tanta acqua ed una certa luce. Mi raccontò che li vedeva al grande lavatoio, quando accompagnava sua madre a lavare i panni. Così, mentre io ero in punizione, vagò in lungo e in largo finchè trovo il laghetto nel bosco di salici, dove poco prima del tramonto, davanti alla cascatella, si formava sempre un piccolo arcobaleno. Quando non fui più confinato nelle mie stanze, mi ci portò. Ammetto che all'inizio non fui così entusiasta: non era certo come quegli archi colorati che con la loro ampiezza occupavano l'orizzonte...ma potevo entrarci dentro, vederne l'inizio e la fine...e in conclusione mi sentii soddisfatto. E mi innamorai di quel luogo, divenne il nostro “posto segreto”...”
Suo padre scosse la testa, pronunciando il nome del giovane tra sé e sé.

Padre, io ho deciso di lasciare l'uniforme. Non posso continuare ad essere il vostro successore, vi prego di destinare la mia eredità alle mie sorelle e ai loro figli”
Prese dalla tasca la spilla e gliela mise in mano.

Intendo disporre unicamente di ciò che ho guadagnato nella mia carriera e desidero che, alla mia morte, i miei beni passino ad Andrè Grandier.”
La osservò attentamente prima di replicare.

E magari vorresti anche sposarlo?”
Esattamente la stessa domanda che aveva rivolto a lui, la notte in cui aveva deciso di punirla con la morte per la sua insubordinazione e il giovane si era messo in mezzo.
E come quella notte, anche Oscar replicò semplicemente “Si”
Credeva si sarebbe adirato, invece continuò fissandola negli occhi.

Hai rifiutato Girodel perchè era un tuo sottoposto nell'esercito, un uomo a cui avevi sempre dato ordini e vorresti diventare la moglie di Andrè Grandier, che è stato il tuo servo tutta la vita?”
Sorrise, abbassando lo sguardo. Si aspettava altre recriminazioni, un discorso sul rango e la diversa classe sociale.

Ho respinto Girodel perchè non lo amavo e per quanto riguarda Andrè...direi piuttosto che mi ha amato, servendomi, tutta la vita…”
Il Generale sospirò. Sembrava quasi troppo provato per ribattere.

Hai già deciso tutto Oscar...non ti aspetti la mia benedizione...quindi cosa volevi chiedermi?”
Volevo pregarvi di usare tutta la vostra influenza per la nomina del mio successore alla guida della Compagnia B della Guardia Nazionale”
La guardò stupito.

Anche se non appartiene all'alta aristocrazia francese, desidero che la scelta ricada su Alain De Soisson*...non vi chiedo altro”
Rimase in attesa di una risposta, mentre giungevano i rumori dei martelli e le voci degli uomini dall'altra parte del muro.
Poi suo padre fece un cenno di assenso.
Oscar si voltò per lasciare la stanza, ma arrivata alla porta lui la richiamò.

Non so cosa hai intenzione di fare...ma confido che agirai per il meglio. Fammi avere vostre notizie e permetti a Marron di venire con voi. E' anziana, ma ancora molto capace. Mi sentirò più tranquillo a sapere che lei ed Andrè si occuperanno di te...sarà come avere un po' della tua famiglia attorno...”
Si rese conto che per suo padre fosse difficile lasciarla andare, così.

Grazie, padre. Vi scriverò. Abbiate cura di voi”

*tratto dal manga: il pittore si accorge della malattia di Oscar e la ritrae con le fattezze dei suoi 18 anni e Alain appartiene ad una famiglia povera ma nobile

  
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