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Autore: Lisbeth Salander    31/10/2021    2 recensioni
Raccolta di momenti, frammenti della storia d'amore tra Victoire Weasley e Teddy Lupin.
[Questa storia partecipa al Writober di fanwriter.it]
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Teddy Lupin, Victorie Weasley | Coppie: Teddy/Victorie
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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Day 31: Inganneremo anche gli anni
Prompt (pumpNIGHT): Credere

 
Inganneremo anche gli anni
 
«Avresti mai creduto che saremmo riusciti a creare tutto questo?».
«Sì, in verità ho sempre creduto che saremmo riusciti a fare qualcosa, a parte quel momento buio».
«È paradossale che il tuo momento buio sia stato il momento in cui ho creduto di più in noi due e… ho capito cosa ti ho fatto provare, appena ci siamo messi insieme, quando io vacillavo e tu credevi per tutti e due».
«È faticoso, vero?»
«Molto, ma per fortuna a me è toccato farlo per pochissimo tempo. Dopo… dopo è iniziato il bello».
«Come sarà il nostro futuro dopo aver avuto una vita da avventurieri, come dice nonna Molly?».
«Sono sicuro che anche la Gran Bretagna ci renderà felici, altrimenti ci toccherà aspettare la pensione».
«E fino ad allora? Non saremo poi troppo vecchi per andare per il mondo?».
«Inganneremo anche gli anni e torneremo ad essere tu ed io a spasso per il mondo».
«Lasceremo figli e nipoti in quella casa enorme».
«O molto probabilmente tutto questo vagare ci basterà per una vita intera».

24 giugno 2027
Ilvermorny, Massachuttes 


La Passaporta che li riporterà in Gran Bretagna, dritti all’ormai ex Maniero dei Black, è stata predisposta accanto ad un rifugio del Lago Chaubunagungamaug1, poco distante dalla Scuola di Ilvermorny, la scuola in cui Teddy ha insegnato da quando si sono sposati nell’attesa che il tanto agognato posto di Difesa contro le Arti Oscure ad Hogwarts fosse libero.
La notizia era arrivata dieci giorni prima con una lettera carica di orgoglio e felicità da parte della Preside McGranitt, proprio come Victoire aveva desiderato la sera prima in quel rito tutto loro2, suggellato dalla promessa di Teddy che qualsiasi cosa sarebbe venuta dopo la priorità sarebbe stata la loro famiglia.
Come uno strano scherzo del destino, tre giorni prima della partenza già programmata, Lee Jordan aveva scritto a Victoire che il loro progetto sulla televisione magica aveva finalmente ottenuto i permessi e che, anche se la strada sarebbe stata ancora lunga e tortuosa, non vedeva l’ora di lavorare fianco a fianco a lei. 
Camminano stretti mano nella mano cercando di raggiungere il luogo da cui prendere la Passaporta.
«Sei tesa, vero?».
«Un po’», sussurra Victoire, «Mi sembra la fine di un’era».
«In un certo senso lo è. Sta cominciando una nuova fase della nostra vita».
La bambina davanti a loro trotterella, incredibilmente leggera, eccitata all’idea di andare a vivere in una casa tanto grande e, soprattutto, vicino a quei parenti che ha sempre percepito tanto lontani.
«Willow3, non correre così. Devi aspettare la mamma e il papà», incalza Teddy, non appena la bambina si allontana troppo.
Willow, capelli castani e occhi azzurri, due anni e mezzo di energia, si ferma e li aspetta a braccia conserte. Ha un patrimonio genetico che li preoccupa ogni giorno per quel che potrà venire: ha geni di lupo Mannaro, di Metamorphmagus e di Veela e sono in molti ad essersi interessati a lei per scopi scientifici. Hogwarts è arrivata nel momento giusto, nel momento in cui entrambi avvertivano pressante e necessario tornare lì, in un posto che potesse dar loro la protezione (e il calore familiare) adeguata.
Quando la raggiungono, Teddy se la mette sulle spalle.
«Guarda bene da quassù. È l’America, Willow, chissà quando torneremo!».
«Ma questo è solo un lago! A Willow piace il mare che si vede da casa dei nonni, vero?», incalza Victoire.
Willow annuisce convinta, stringendo le mani attorno al viso di suo padre.
«Ma anche dove va a lavorare papà ci sarà un lago, sai?».
«Dove vive la piovra?», chiede curiosa.
«La piovra, le sirene…».
«A Hogvatz c’è anche il mio albero, vero?».
Victoire e Teddy si guardano complici e annuiscono alla domanda della figlia. Quel posto, quell’albero ha significato tanto per loro sin dall’inizio e in un certo senso hanno trovato il modo di portarlo sempre con loro.
«Mamma e papà ti porteranno a vederlo nei prossimi giorni. Sai, Hogwarts è un posto bellissimo!», racconta Victoire.
«Più di questo?».
«Molto di più. Te ne innamorerai, vedrai».
Willow sorride, seduta sulle spalle di suo padre, pronta per la sua prima grande avventura, per una vita sconosciuta, per una casa grande e così diversa dall’alloggio che fino ad allora ha condiviso con i suoi genitori nel parco di Ilvermorny.
«Eccola», trilla Victoire riconoscendo la Passaporta a forma di teiera.
«Siete pronte?», chiede Teddy, con un briciolo di emozione per quel ritorno a casa così definitivo, così irreversibile, per quella sensazione che raramente si prova nella vita di aver raggiunto uno straordinario punto d’arrivo.
«Io sì. Willow?».
«Sì, ma devi dirlo, mamma!».
«Willow ha ragione, Vic. Devi dirlo e subito dopo si va».
Victoire sorride, porta i capelli all’indietro e si schiarisce la voce, come fa sempre alla fine di ogni trasmissione radiofonica.
«Questa puntata finisce qui, Streghe e Maghi in ascolto», inizia mentre un sorriso eccitato fa capolino sul volto della figlia, «Grazie per essere stati con noi fino a questo punto, è stato un vero piacere per tutti noi».

Il lago in questione si trova davvero in Massachuttes.
Riferimento al rito descritto in Un desiderio, una promessa. Nell'ultimissima parte non ho appositamente scritto né il desiderio, né la promessa, che erano ovviamente relativi all'assunzione di Teddy ad Hogwarts.
Ho scelto di chiamare la primogenita di Teddy e Victoire Willow per nobilissime ragioni: la prima è che nel periodo in cui plottavo la storia avevo costamente in testa la canzone Willow di Taylor Swift, la seconda è che mi sembra un nome sufficientemente magico per loro due (vedasi Buffy), il terzo (che poi è quello dirimente) è che in inglese il Platano Picchiatore è il Whoomping Willow (e, infatti, nella nuova traduzione è il Salice Schiaffeggiante, ma io sono vecchia e continuo a seguire la vecchia traduzione). Per questo Willow dice che ad Hogwarts c'è il suo albero. Volevo trovare un nome che omaggiasse i genitori di Teddy ma senza cadere nel tributo doloroso del nome dei morti, anche perché sono fermamente convinta che, se Teddy chiamasse sua figlia Ninfadora, Tonks resusciterebbe solo per Schiantarlo ripetutamente. 

Note: ancora non posso crederci di avercela fatta, anche perché non avrei mai scommesso un penny su me stessa. 
Teddy e Vic sono personaggi che mi frullano nella mente da anni, che mi hanno sempre incuriosita, che ho sempre immaginato a fare i conti con problemi non straordinari ma ordinari, legati ad una vita di pace, alla necessità di trovare il loro posto nel mondo con la complicazione (perché è una complicazione) di aver conosciuto l'amore della propria vita sin dalla nascita.
Erano gli unici che mi permettessero di spaziare tanto e di dare voce a tanti piccoli headcanon senza che mi venisse a noia, ma mai avrei immaginato di scrivere per loro 28mila parole in 31 dannatissimi giorni. Adesso me li immagino tornare a casa, ristrutturare quella casa che all'inizio non volevano e dare a Willow altri due fratellini (che per questioni di timeline qui non potevano esserci).
Intanto, io vi ringrazio tantissimo per avermi un po' seguita su queste montagne russe. È stato un viaggio assurdo (che non credo si ripeterà), ma assolutamente indimenticabile, fatto di organizzazione e scleri e corse con la mia folle compagna di quest'impresa, 
Marti Lestrange.
Ancora grazie mille,
un abbraccio,
Fede



 
   
 
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