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Autore: LadyBlueSky    03/11/2021    1 recensioni
Roy e Riza. Ripercorriamo insieme scorci di loro, di quello che sono, di quello che sono stati e di quello che saranno. Ripercorriamo la strada, con gli occhi degli altri...
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang, Sorpresa | Coppie: Roy/Riza
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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5. Mistake

 

 

 

 

 

“Ricordo la prima volta chi ti ho vista.”

 

Un essere minuscolo, urlante. Fragile.

Guardandoti ho pensato che fosse un errore. Di aver commesso un errore.

Perché doveva esserci un errore.

Era sbagliato. Non aveva senso.

Come potevo aver creato una vita?

 

“Ricordo la prima volta che ti ho visto.”

 

Un ragazzetto dall’aria arrogante e il sorriso deciso. Forte.

Guardandoti mi sono chiesto se non fosse un errore. Se non avessi commesso un errore.

Perché, per la miseria, più il tempo passava e più mi accorgevo che doveva esserci stato un errore.

Era sbagliato. Non aveva senso.

Come potevo star creando la vita di un Alchimista?

 

 

“E il tempo passava, e di te capivo sempre meno.”

 

Troppo esile. Troppo delicata. Fragile.

Ti sbucciavi le ginocchia costantemente. Ti tagliavi con i coltelli da cucina. Ti pungevi con gli aghi da cucito. Riuscivi a ferirti pure con le pagine dei libri.

E non mi seguivi. Non seguivi i miei passi. Non seguivi la mia strada.

Decisamente c’era stato un errore.

 

“E il tempo passava, e di te mi pareva di capire sempre meno.”

 

Troppo arrogante. Troppo imperscrutabile. Forte.

Non mi ascoltavi, non mi capivi. Potevo tenerti ancorato a quella sedia ma niente. Potevo obbligarti sui libri ma era inutile. Riuscivi a distrarti anche con un raggio di sole che illuminava la polvere.

E non mi seguivi – o se lo facevi ci mettevi il tuo buon impegno a farmi perdere qualche capello prima.

Sentivo già che non stavi seguendo la mia strada.

Probabilmente c’era davvero stato un errore.

 

“E poi sbirciavo di tanto in tanto dalle finestre…”

 

Improvvisamente sembrava che i ruoli s’invertissero.

Lo tenevi in riga.

La guardavi e abbassavi il capo.

Cosa diavolo c’era di sbagliato? Dov’era stato il mio errore?

 

“E vi ho visti crescere…”

 

Un errore dopo l’altro.

Una sequenzialità di errori se proprio vogliamo. Uno più uno fa due. Queste sono le regole.

Per uno scienziato, un Alchimista, le regole della matematica e della fisica sono tutto. E c’è un’unica Verità possibile.

Ne sono sempre stato convinto.

 

“E allora quell’Errore dove stava?”

 

Era forse nel sorriso deciso che le vedevo in viso?

Era forse nel sorriso meno arrogante ma più vero che gli vedevo affiorare?

Era forse nelle ginocchia sbucciate di entrambi, scorticatesi a causa della testardaggine di arrampicarsi su qualche albero per coglierne i frutti?

Era nelle tazze di caffè che gli portava nelle ore tarde per aiutarlo a studiare?

Era nella tazza di tè delle prime luci dell’alba per ringraziarla della nottata in bianco?

 

“Dov’era? Dov’era l’Errore?”

 

Forse negli occhi fermi che mi hanno comunicata la sua decisione, la sua scelta di vita.

Forse negli occhi tremanti quando hanno saputo la verità, lo scopo, della mia scelta.

 

“No, nessun errore. Avevo visto giusto dall’inizio.”

 

Ma poi non ha pianto. Non una singola lacrima, non un singolo lamento. Nulla.

Ma poi ha tremato, dicendomi come stavano le cose. Ha abbassato di poco lo sguardo e la voce si è fatta meno decisa. Tutto.

 

“Due anni…”

 

Due anni di silenzi. Due anni di parole silenziose.

Due anni di Nulla e di Tutto.

Due anni e finalmente l’ho visto, l’Errore.

 

“Ogni Alchimista, dal primo all’ultimo, sarà sempre una creatura votata alla Verità.”

 

Una massima di vita che non ho mai abbandonato, o mai ho voluto abbandonare.

Poi avete deciso di stravolgere ogni mia convinzione.

 

Credevate che non avessi visto?

Credevate che non avessi capito?

Oh, l’ho fatto. Dal primo momento. Ho semplicemente guardato dal filtro sbagliato.

 

Per questo te l’ho chiesto.

Per questo non te l’ho mai chiesto.

 

Roy… Mia figlia…”

 

L’Errore è sempre stato mio.

Con Lei.

Con Lui.

E questa, alla fine l’ho capito, è stata anche l’unica cosa che a voi mi ha legato.

Un Errore.

È ciò che vi ho dato.

È ciò che vi ho lasciato.

 

“Un Errore…”

 

Eppure, ora che di me non resta nulla, mi rendo conto che forse, forse, è stata la cosa migliore.

Vi ho dato un Errore…

 

“Com’è che ho la vaga sensazione che lo trasformerete in una Verità?”

 

 

 

 

 

 

Angolino dell’Autrice (più o meno).

Potrei iniziare scusandomi, ma credo che ne abbiate già le scatole piene delle mie scusa xD

Ok, battute a parte purtroppo ho avuto e continuo ad avere problemi con il PC: lavorare in smart working non è MAI una buona cosa sta scoprendo (soprattutto dopo un anno e mezzo). Ho perso gran parte di quello che già avevo scritto causa un BANALE problema tecnico e riscrivere tutto con il tablet è un incubo. La cosa positiva è che ho il vizio di scrivere anche con carta e penna, quindi almeno il 50% del lavoro non è andato a p******.

Passiamo a questo capito il cui protagonista è…?! Bethold Hawkeye.

Mandatemi pure a quel paese forza xD

Questo capitolo nasce più come flusso di coscienza che altro in realtà, e credo che la cosa sia palese in una certa misura.

Cambia lo stile. Ovvio. Non potevo farne a meno.

Il tutto si conclude con un capitolo un po’ (tanto) sconclusionato. Si passa dal “tu” alla terza persona, in una giostra non sempre chiara e attraverso le stagioni dell’infanzia e dell’adolescenza di Roy e Riza, qui visti in un’ottica un po’ deformata: quella di un uomo che prima che padre è stato alchimista.

La mia visione Bertholt sta tutta in queste righe: un uomo non esente dall’affetto, ma incapace di mostrarlo; un uomo preda di un demone che è stata la sua ricerca, e che lo ha spinto in tutte le direzioni tranne in quella (forse) giusta; un uomo che vede il mondo tramite il suo essere Alchimista, e non il suo essere umano.

Però a mio avviso è stato proprio lui a formare, almeno in una certa misura, Roy e Riza. Con i suoi, appunto, errori. Dopotutto anche dagli errori nasce qualcosa di buono, no!??!?!?

Per concludere…

RedLolly! Mia cara! Il commento del precedente capito l’ho divorato. Proprio divorato. Prossima settimana dovrei avere il PC in riga (lo spero almeno) e vedrò di rispondere ad ogni commento e ad ogni conversazione privata. Perché il bello delle ff sono proprio questi legami dietro ad una tastiera a mio avviso.

Per il resto…

 

 

Alla prossima

LadyBlueSky

  
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