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Autore: My Pride    07/11/2021    1 recensioni
~ Raccolta di flash fiction/one-shot incentrate sui membri della Bat-family ♥
» 200. Cospiracy ~ Bernard x Tim
Non è la prima volta che Bernard passa un mucchio di tempo al computer, ma non gli è mai capitato di starsene quasi mezza giornata alla ricerca di chissà cosa tra forum che parlano di supereroi, siti dedicati e informazioni che dovrebbero teoricamente arrivare dal cosiddetto “dark web”.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Bruce Wayne, Damian Wayne, Jason Todd, Jonathan Samuel Kent, Richard Grayson
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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My Mother's Daughter Titolo: My Mother's Daughter
Autore: My Pride
Fandom: Batman
Tipologia: One-shot [ 1652 parole [info]fiumidiparole ]
Personaggi: 
Cassandra Cain, Sandra Woosan (Lady Shiva), Batfamily menzionata
Rating: Giallo
Genere: 
Generale, Malinconico
Avvertimenti: What if?, Hurt/Comfort
Writeptember: 1. Scontro || 2. Situazione H/C da voi mai affrontata
Solo i fiori sanno: 25. Mimosa: femminilità e forza


BATMAN © 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.

    Combattere era sempre stata una costante, nella vita di Cassandra.
    Sin da bambina, quando faceva ancora parte della Lega degli Assassini, era stata addestrata da sua madre per diventare un giorno la guardia del corpo di Ra's Al Ghul, e successivamente era stata allenata da suo padre per diventare un'arma perfetta al suo servizio. Ancora troppo piccola per capire, e troppo giovane per opporsi al genitore, aveva finito col crescere isolata dal resto del mondo e a comunicare unicamente col linguaggio del corpo, poiché suo padre non si era mai preoccupato di insegnarle a parlare.
    Era stato al suo ottavo compleanno che aveva capito davvero cosa stava succedendo, che il mondo e il modo in cui aveva sempre vissuto era completamente sbagliato; suo padre quel giorno aveva voluto metterla alla prova e l'aveva portata sul campo, ma era stato proprio quando aveva ucciso il suo primo uomo che la verità, seppur così giovane, l'aveva colpita come una secchiata d'acqua gelida. In completo stato di shock, era fuggita e aveva corso e corso il più lontano possibile per allontanarsi da quell'uomo che le aveva insegnato e mostrato solo l'orrore della vita, vagabondando per nove anni senza una casa, senza nessuno al suo fianco e senza poter comunicare come avrebbe voluto.
    Reduce da un periodo difficile, la sua vita era cambiata quando, tra mille peregrinaggi, era giunta fino a Gotham. Era stato lì che aveva conosciuto Barbara Gordon, la quale l'aveva aiutata e guidata come una sorella maggiore, mostrandole che le sue abilità potevano essere usate anche a fin di bene per quanto il suo percorso nel mondo dei vigilanti e la strada accidentata che aveva scelto fosse stata una battaglia ancor più difficile. La vicinanza con Barbara, però, aveva aiutato e aveva anche imparato a parlare, seppur con qualche iniziale difficoltà a sapersi esprimere.
    Aveva imparato dai suoi errori, aveva lottato, si era scontrata con i criminali di Gotham e aveva affermato il suo ruolo, passando di mantello in mantello fino a guadagnarsi il ruolo di Black Bat e ritenersi parte della grande famiglia che proteggeva Gotham. Considerava tutti, dal primo all'ultimo dei giovani abitati di villa Wayne, come fratelli. E Bruce stesso, oltre che un mentore, si era rivelato essere un padre. Ed era per quel motivo che quella notte era uscita, desiderosa di aiutare la sua famiglia contro la donna che era da poco giunta in città: Lady Shiva, sua madre.
Più volte le aveva proposto di tornare con lei, di combattere al suo fianco per la Lega degli Assassini, ma Cassandra aveva sempre rifiutato, senza stare a sentire ciò che sua madre cercava di dirle ogni volta, ogni singola volta in cui si scontravano tra loro, ancora e ancora; persino suo fratello minore, Damian - nonché l'attuale Robin -, aveva tagliato i ponti con la Lega, e quella notte era di pattuglia anche per lui. Insieme a Shiva, avevano avuto notizia che fosse stata intravista anche Talia Al Ghul... la madre di Damian. E, sapendo la presa che aveva su di lui, stargli accanto era la cosa più logica che le era venuta in mente. Ma quella notte era molto difficile riuscire a rimanere concentrati.
    Con le prime piogge autunnali che avevano sconvolto Gotham, il fiume era straripato e le strade erano state letteralmente inondate d'acqua, cosa che aveva reso difficoltosa la pattuglia e aveva impedito loro di vedere bene attraverso lo scrosciare della pioggia; Cassandra sapeva che Talia e sua madre erano due donne di cui non ci si poteva fidare, e lei stessa nel corso degli anni aveva capito che diffidare, con loro, era la cosa migliore da fare.
    Scrutava la situazione dal tetto del magazzino su cui si trovava, cercando di non perdere nemmeno un dettaglio dello scambio che stava avvenendo a non molta distanza da dove lei si trovava. Aveva avuto una soffiata riguardo ad un traffico di armi a cui anche Shiva avrebbe partecipato - difficile dire se come intermediaria o come compratrice -, e lei era andata fino al porto per controllare la situazione, desiderosa di metter fine a tutto quella stessa notte.
    Per quanto avesse atteso, però, di sua madre non vide nemmeno l'ombra, quindi decise di agire e di mettere k.o. tutti gli uomini su quel modo. Non fu difficile, si trattava solo di piccoli trafficanti che probabilmente non erano nemmeno di Gotham e che vedevano per la prima volta un membro del gruppo di pipistrelli, dunque il lavoro fu abbastanza veloce e ben presto poté usare il rampino per andare via da lì. Ma nel farlo, però, qualcosa andò storto: scivoloso com'era, mancò la presa sul bordo dell'edificio e precipitò, sgranando gli occhi mentre la forza di gravità la trascinava verso il basso; la gamba sbatté contro una sporgenza e urlò prima di finire nel fiume, sentendo l'acqua inondarle la bocca fino in fondo alla gola. Affondò senza riuscire a risalire, spaventata dal fatto che sarebbe probabilmente morta come il più stupido dei principianti.
    Cassandra abbassò le palpebre mentre il buio e il gelo dell'acqua si chiudeva tutto intorno a lei, lasciandosi andare a quel destino che si era fatto così ironicamente beffe di lei; pensò alla sua famiglia, ai suoi fratelli che avrebbero seguito il suo segnale e che sarebbero stati distrutti nel ritrovare il suo corpo privo di vita, e a Bruce, l'uomo che avrebbe tanto voluto chiamare padre, che si sarebbe chiuso nuovamente in se stesso per averla persa. Ma quei pensieri le vennero strappati via dalla testa quando una mano afferrò la sua, tirandola verso l'alto in un gorgoglio di bolle e aria.
    Toccò il terreno, l'aria gelida le schiaffeggiò il viso; vomitò acqua, bile e fango, reclinando il capo di lato per tossire ancora e cercare di riportare il fiato nei polmoni. Qualcuno le stava parlando, lo sentiva nonostante le orecchie che le fischiavano e si sentì inerme, completamente in balia di quell'estraneo che l'aveva salvata dal fiume; era una voce bassa, femminile, un'eco di qualcosa che sembrava rammentarle un passato ormai lontano.
    «Questo farà un po' male... ma tu puoi resistere», mormorò ancora quella voce, e Cassandra cercò di mettere a fuoco la figura di quella donna china su di lei, su quelle mani che le toccavano la gamba. «Non mollare proprio adesso».
Cassandra ebbe solo il tempo di sollevare debolmente il capo prima che quelle mani afferrassero la sua caviglia e la sollevassero, girandola con uno schiocco secco; urlò con tutto il fiato che le era rimasto nei polmoni, quasi svenne a causa dello shock e del dolore, ma ben presto udì lo strappo di qualcosa e un tocco molto più leggero, poi la caviglia venne fasciata delicatamente dalle mani sapienti di quella donna.
    Fu a quel punto che Cassandra, sbattendo più e più volte le palpebre, la riconobbe: sua madre, Lady Shiva, l'aveva ripescata dal fiume in piena e l'aveva tratta in salvo sulla baia di Gotham, e le aveva rimesso a posto l'osso della caviglia tra il fango e l'immondizia che popolava quel luogo. 
    «Ma... mamma?» riuscì a sussurrare in un fil di voce, sdraiata adesso fra le braccia della donna. Le aveva scostato qualche ciuffo di capelli dal viso, e a Cassandra parve persino di scorgere un sorriso disegnarsi sulle labbra di sua madre, creando una piccola fossetta ad un angolo della bocca e rendendo più accentuate le piccole rughe agli angoli dei suoi occhi a mandorla.
    La maschera di indifferenza cadde, l'espressione di Shiva si addolcì; una mano carezzò il volto di Cassandra e lei socchiuse le palpebre, godendosi il contatto con quelle dita calde sulla pelle resa gelida dall'acqua del fiume. «Credevo saresti morta». La voce era ancora un'eco lontana, ma traboccava di uno strano sentimento che mai avrebbe creduto possibile. «Sono contenta che tu stia bene... figlia mia».
    Non servirono altre parole, non erano mai servite: Cassandra sorrise come non aveva mai fatto fino a quel momento e Shiva si limitò a passare un braccio intorno ai suoi fianchi per aiutarla ad alzarsi, facendo con lei piccoli passi malfermi per allontanarsi da lì; un piede avanti all'altro, raggiunsero un edificio al limitare del porto e fu solo a quel punto che Shiva la lasciò, facendola sedere su delle casse lì ammassate per evitare che sforzasse troppo la caviglia.
    «Chiama Batman. Torna a casa». La sua voce era imperativa, ma il suo volto aveva ancora quell'espressione dolce di una madre. «Non c'è molto altro che tu possa fare».
    Cassandra la guardò per un lungo attimo. Fu tentata di chiederle perché l'avesse aiutata, perché si trovasse lì a Gotham con Talia, cosa stessero architettando due delle donne più potenti del mondo... ma non lo fece. Aprì il palmo della mano destra e, tenendo unite le dita e il pollice in fuori, rivolse il palmo verso di sé, toccandosi il mento con i polpastrelli; poi abbassò la mano e, facendo un cenno col capo, la mosse per formare un arco perfetto verso sua madre.
    Non avrebbe mai trovato le parole giuste per farlo, così la ringraziò nell'unico modo che le parve possibile e quello bastò. Il sorriso sul volto di Shiva divenne più luminoso, e chinò il capo verso di lei per carezzarle i capelli. «Ci rivedremo presto, mia dolce Cassandra», sussurrò nel baciarle la fronte, e i suoi occhi sembravano dire non dire a nessuno che sono stata qui.
    Lady Shiva se ne andò così com'era apparsa, un'ombra fra le ombre che inghiottivano la piovosa Gotham mentre Cassandra rimaneva lì, da sola, con il vento come unica compagnia. Il suo passato era tornato a farle visita, ma l'ombra di un sorriso aveva carezzato il suo volto. In un modo tutto suo, sua madre le voleva bene, le aveva sempre voluto bene... ed era questo ciò che contava
.





_Note inconcludenti dell'autrice
Io sono folle e secondo ShunDiAndromeda avevo seriamente voglia di morire, quindi questa storia è stata scritta come chiusura challenge per i
l #writeptember sul gruppo facebook Hurt/comfort Italia. Contiene i prompt del giorno 30 settembre e anche ognuno dei prompt che ho usato nei precedenti 29 giorni. Quindi è una sfilza di prompt per finire col botto (l'ho già detto che sono folle?)
Volevo concentrarmi una volta tanto su Cassandra, sul suo raporto un po' ambiguo con sua madre e sul modo in cui lei stessa ha sempre visto il mondo, essendo cresciuta dapprima con degli assassini e poi da sola nel mondo. La sua caratterizzazione è forte e incarnava proprio la femminilità del prompt che ho scelto anche per la challenge Solo i fiori sanno, e ho voluto provare a mostrarlo bene
Commenti e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥



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