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Autore: deborahdonato4    16/11/2021    1 recensioni
Leo Valdez, deluso dal suo primo amore Calypso, è tornato al Campo Mezzosangue con suo figlio James. Decide di dedicarsi completamente alla crescita del figlio.
Will Solace, rientrato al Campo dopo un anno passato a lavorare in un ospedale umano, ha una sola missione: confessare il suo amore verso Nico di Angelo. Mal'amore ha promesso per lui, e per Nico, un destino diverso.
Due ragazzi che diventano prima amici, poi qualcosa di più.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Calipso, Leo Valdez, Nico di Angelo, Nuovo personaggio, Will Solace
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Will entrò in infermeria giusto cinque minuti prima che Travis e Leo si presentassero. Era in compagnia di Hazel, per far vedere ai suoi fratelli di essere impegnato e che non poteva trattenersi a lungo. Doveva solo controllare il suo paziente figlio di Ecate e rispedirlo in cabina. Ma Nate aveva cominciato a chiacchierare con Hazel, che era sempre amichevole con i figli di Apollo, quindi non riuscirono ad uscire in tempo.

«Ehi, c'è qualcuno? È urgente!»

La voce di Leo arrivò alle orecchie di Will con prepotenza e il biondo sollevò lo sguardo dal figlio di Ecate a cui aveva appena cambiato la medicazione. Guardò Leo entrare in infermeria con Travis Stoll tra le braccia, che imprecava in greco, mentre si teneva la gamba. Un grosso pezzo di plastica e metallo gli si era conficcato nella gamba.

«Raul, puoi andartene.» mormorò Will, afferrando un paio di guanti puliti e dirigendosi subito verso Leo. Il figlio di Efesto sbarrò gli occhi nel vederlo e Will immaginò che fosse a causa del suo outfit: indossava i pantaloncini neri che gli aveva regalato Connor e una maglietta aderente bianca, che forse metteva in risalto il suo piercing al capezzolo.

«Cos'è successo?» aggiunse Will, indicando uno dei letti liberi. Leo vi posò sopra l'amico che sibilò per il dolore alla gamba. C'era un sacco di sangue e Will notò che i vestiti di Leo erano bruciacchiati.

«Ehm... è esploso uno dei miei marchingegni.» disse Leo e Will si affrettò a controllare la ferita. Sembrava piuttosto profonda.

«E Travis era in fucina con te?» domandò Nate, avvicinandosi. Hazel sbirciò dalla spalla di Will e sbiancò alla vista di tutto quel sangue.

«No, eravamo in spiaggia.»

Will lanciò un'occhiataccia a Leo, che si sentì rimpicciolire. «Devo aspettarmi altri feriti?»

«N-No, c'era solo lui nelle vicinanze.»

«Leo, siediti qui.» disse Nate, indicandogli un altro lettino. «Stai sanguinando anche tu.»

Will tornò a concentrarsi su Travis, che non intendeva smettere né di piangere né di imprecare. Si teneva la gamba, e Will inspirò profondamente prima di mettersi all'opera.

«Haz, te la senti di aiutarmi?» chiese Will, lanciando un'occhiata all'amica che stava scuotendo la testa. «Mi devi solo portare delle cose.»

«Okay.» annuì la figlia di Plutone, sebbene non molto convinta.

Will lanciò un'occhiata a Leo, appena seduto sull'altro lettino. Le sue ferite erano superficiali, a parte forse la grossa scheggia che gli spuntava dalla spalla. Non se n'era nemmeno accorto, preoccupato com'era per l'amico.

Will cominciò a chiedere ad Hazel di portargli bende, garze, disinfettante e dell'anestetizzante, mentre prendeva dal cassetto vicino l'ambrosia e il nettare. Provò a calmare Travis, ma fu inutile, e sospirò di piacere quando gli iniettò dell'anestetizzante, facendogli perdere i sensi dopo una manciata di secondi.

«Nate, se Leo non è ferito gravemente, vieni a darmi una mano?» domandò Will, e Nate annuì.

«Sì, arrivo.» disse, finendo di disinfettare una ferita di Leo. Si avvicinò a Will, tirandosi la tenda alle spalle.

Hazel fissò la tenda e cercò di ignorare i bisbigli dei due figli di Apollo.

«Menomale che hanno tirato la tenda.» disse Hazel, avvicinandosi a Leo. «Non avrei sopportato la vista di... di...»

Leo annuì, pensando al grosso pezzo di plastica e metallo. Rabbrividì e si guardò le braccia e il petto nudi. Nate gli aveva tirato via tutti i pezzi più grossi dalla pelle, compreso quello sulla spalla. Non aveva sentito dolore, preoccupato com'era per Travis.

I due rimasero in silenzio, ascoltando le voci di Will e Nate, impegnati in un inno ad Apollo. Leo riusciva a vedere le loro ombre dalla tenda e spostò lo sguardo sull'amica, che stava osservando il suo petto con attenzione.

«Posso medicarti?» chiese Hazel, prendendo il disinfettante. «Così magari smetti di sanguinare.»

«Se sei capace...» sorrise Leo, annuendo.

«Be', ho visto Will all'opera, e ho già curato ferite simili.»

«D'accordo, allora.»

Hazel gli disinfettò tutte le ferite sul petto e le braccia, facendo attenzione a quella più grossa sulla spalla, l'unica che Nate aveva coperto con una garza. Gli appiccicò un cerotto dopo l'altro sulla pelle, cercando di fare un po' di conversazione per coprire la voce di Nate che imprecava.

«Allora, come sta Calipso?» domandò Hazel, mettendogli l'ultimo cerotto sul braccio tatuato.

«Sta bene.» sorrise Leo. «Si sta preparando per... be', lo sai.»

Hazel annuì, felice che l'amico non avesse detto ad alta voce quella parola. Chissà come avrebbe reagito Will, dietro la tenda, se lo avesse sentito.

«E tu?» chiese Hazel, scrutandolo. «Sei emozionato?»

Leo rifletté per qualche secondo. Era emozionato? Sì, una parte di lui lo era. Non capitava tutti i giorni di ricevere proposte di matrimonio da qualcuno che si amava alla follia. Pensò a Calipso, e il cuore gli si riempì di gioia. E sorrise al ricordo del viso di James, illuminato dalle loro parole.

«Sì, lo sono.» ammise Leo. «Non vedo l'ora che succeda.»

Hazel annuì, cercando di non sospirare. Leo era davvero andati avanti con la sua vita. Voleva chiedergli di Will, se ci pensava mai, ma non osò farlo. Will era così vicino a loro, ed era impegnato a guarire Travis. Non voleva distrarlo. E non voleva parlare di questioni del genere con Leo Valdez. Li aveva visti insieme più di una volta, e l'amore che provavano verso l'altro gli era sembrato imbattibile. Un po' come il suo come quello sciocco figlio di Marte.

Leo osservò Hazel. Non la vedeva in giro da parecchio. Sapeva che se n'era andata dal Campo insieme a Will, ma non l'aveva più incrociata da quando era tornata. Gli dispiacque, gli era sempre piaciuto il loro rapporto sull'Argo II. Hazel non era più una ragazzina con la nausea del volo, ma una donna che forse aspettava il ritorno del suo più grande e unico amore. Lei sì che sapeva amare.

Un rumore improvviso lo fece sobbalzare, facendogli perdere il filo dei suoi pensieri. Lui e Hazel guardarono verso la tenda che copriva Travis e i figli di Apollo, e videro Nate uscire con il grosso pezzo di plastica e metallo che fino a poco prima, era infilato nella gamba del figlio di Ermes.

«Ti serve?» domandò Nate con uno sbuffo, incrociando lo sguardo di Leo e gettando il pezzo nel cestino.

Leo scosse la testa nello stesso momento in cui Hazel gli afferrava il braccio, forse per impedirgli di fare battute idiote. Nate era pallido, sporco di sangue non suo, e i suoi occhi mandavano lampi.

«No, non gli serve.» disse Hazel e Leo abbozzò un sorriso.

«Guarda che non mi serve per davvero.» mormorò lui, ma la figlia di Plutone lo ignorò.

Nate scoccò ad entrambi un'occhiataccia e camminò fino ad un cassetto, dove prese un camice per i pazienti, poi tornò da Will, tirando di nuovo la tenda alle sue spalle. Leo si passò una mano tra i capelli, pensando che forse era il caso di andare. Se stavano cambiando Travis, significava di certo che avrebbe passato la notte lì, in infermeria. Forse era il caso di avvertire Miranda e Katie, e pure Connor, con profondo rammarico.

«Cosa fai qui?» domandò Leo, osservando Hazel. Era così strano vederla in infermeria. «Sei la nuova infermiera?»

Hazel scosse la testa, divertita. «Sono qui con Will.» disse lei, trattenendo un sospiro. «Siamo venuti qui perché Will doveva far uscire Raul, figlio di Ecate. Non dovevamo rimanere più di cinque minuti...»

Leo lanciò un'occhiata all'orologio appeso poco sopra la porta. Era già passata mezz'ora da quando erano entrati. «Siamo stati fortunati ad arrivare in tempo, allora.» sorrise, attirando su di sé lo sguardo dell'amica.

«E noi siamo stati sfortunati.» disse lei di rimando, sorridendo, pensando che fosse un po' colpa sua. Will aveva preso tempo mentre Hazel parlava con Nate.

Leo sghignazzò e tornò a guardare la figura di Will dalla tenda. Lo sentiva parlare con Nate e immaginò che in quel momento stessero svestendo e ripulendo Travis, prima di infilargli il camice per la notte. Come se avesse sentito i suoi pensieri, Will uscì con i vestiti del figlio di Ermes tra le mani. Una striscia di sangue gli macchiava il viso e i capelli.

«Travis è come nuovo.» annunciò, buttando i vestiti strappati e tagliati di Travis nel cestino. «Avrà una brutta cicatrice, ma scomparirà nel giro di qualche mese. Nulla di cui bisogna preoccuparsi.»

«Okay, grazie.» sospirò Leo, alzandosi in piedi. Infilò la propria maglietta, ignorando quanto fosse bucherellata e guardò Will Solace. Era sempre stanco quando finiva di medicare un paziente con la sua magia guaritrice. Ebbe l'impulso improvviso di avvicinarsi a lui e abbracciarlo.

«Non portare più i tuoi marchingegni in pubblico.» lo avvisò Will, abbozzando un sorriso. «E non ti far avvicinare da nessuno quando li provi, okay?»

«Okay, sarà fatto, dottore.» sorrise Leo, contento di poter scherzare con il biondino senza che nessuno dei due soffrisse. Avevano fatto le loro scelte, erano andati avanti, ora erano solo amici.

Will continuò a guardarlo, e Leo si sentì quasi arrossire. Quello sguardo non gli piaceva molto, gli faceva tornare in mente dei vecchi pensieri su di loro, stesi insieme nel letto del bunker.

«Will?» lo chiamò Hazel, preoccupata per l'amico. Aveva uno sguardo spiritato, sembrava sul punto di svenire da un momento all'altro.

«Cosa?» disse Will, riprendendosi e guardando Hazel. «Che fai ancora qui?»

«Ti stavo aspettando. Sai... cioccolata calda, Grey's Anatomy...»

«Oh, giusto, giusto.» Il figlio di Apollo annuì. «Ho bisogno di una doccia, prima.»

«Va bene, ti aspetto in cabina.» disse Hazel. «Non metterci troppo, okay?»

«Va bene.» le sorrise Will, e Hazel salutò Leo prima di uscire dall'infermeria. Gettò loro un'occhiata, chiedendosi se avesse fatto bene a lasciarli da soli.

Leo infilò le mani nella cintura ed estrasse un cacciavite, giocherellandoci per il nervoso. Teneva lo sguardo puntato sulla tenda che nascondeva Travis alla sua vista. Quanto ce l'avrebbe avuta con lui, al suo risveglio? Immaginò tanto. Passare la serata in infermeria non era tra i suoi progetti.

«Senti, Leo...» mormorò Will, e lo sguardo di Leo scattò sul viso abbronzato e pieno di lentiggini dell'altro. Ricordò quanto gli fosse piaciuto baciare ogni più piccola parte di quel volto. Quei ricordi erano dolorosi.

«Sì, Will?» rispose Leo, a bassa voce, con il cuore che batteva all'impazzata.

Will si gettò un'occhiata alle spalle, verso la tenda che nascondeva Nate e Travis. «Ti andrebbe di avvertire Connor?» chiese, e Leo sentì il proprio cuore vacillare. Ma certo, voleva che avvisasse Connor. Forse lo stava aspettando da qualche parte, per mettergli le mani addosso...

«Connor?» ripeté Leo, fissandolo. Dopotutto, lui non sapeva della loro relazione.

«Sì, Connor.» annuì Will. «Penso che gli farà piacere sapere dove sia finito suo fratello, no?»

Leo aggrottò la fronte per un attimo, poi annuì, sentendosi afflosciare. Ma certo, Connor era il fratello di Travis, mica solo il ragazzo di Will. Aveva fatto male a pensarci. Si era sentito su di giri e poi di nuovo a terra nel giro di dieci secondi. Aveva bisogno di un po' d'aria.

«Sì.» ripeté Leo, e Will gli sorrise, riconoscente.

«Grazie. Ora credo proprio che farò una doccia, devo raggiungere Hazel prima che vada avanti senza di me.»

Leo annuì. «Grazie a te per aver salvato Travis.»

«È il mio lavoro, Leo.»

Il figlio di Efesto annuì per l'ennesima volta, sentendosi uno sciocco. Doveva smetterla di pensare a Will Solace, fraintendere ogni suo movimento o parola. Doveva riprendersi. Calipso stava organizzando il loro matrimonio. Aveva scelto cosa fare della sua vita.

«Vado a cercare Connor.» disse Leo, superando Will, diretto all'uscita. «Magari passerò stasera, a vedere come sta.»

«Ma certo, l'infermeria sai dove trovarla.» sorrise Will alle sue spalle, dirigendosi in bagno.

 

Una volta fuori dall'infermeria, Leo si fermò, inspirando l'aria fresca e priva di disinfettante. Notò le gocce di sangue che lui e Travis si erano portati dietro dalla spiaggia, ma per fortuna Raul, il figlio di Ecate che Will aveva rispedito in cabina al loro arrivo, era impegnato ad eliminarle con il movimento di un dito. Leo lo guardò affascinato, pensando a quanto sarebbe stato utile poter creare una macchina che sapesse fare la stessa cosa. Raul incrociò il suo sguardo e gli sorrise.

«Come sta?» domandò, muovendo le dita nella sua direzione. Leo sussultò e guardò la maglietta che si ricomponeva sul suo petto. Ora non c'erano più segni di bruciatura, tagli o sangue.

«Sta bene.» disse Leo, avvicinandosi di qualche passo. «Grazie per la maglietta.»

«Ma figurati, è una bazzecola.» si vantò il figlio di Ecate, finendo di ripulire.

«Hai visto Connor Stoll?» domandò Leo, deciso a togliersi quel pensiero dalla testa.

Raul aggrottò la fronte per un attimo. «Sì, era vicino alla cabina di Afrodite. Parlava con Amy.»

Leo annuì, lo ringraziò, e si incamminò verso la cabina 10. Non conosceva questa Amy, ma era probabile che l'avesse vista di sfuggita in mensa o in spiaggia. Di certo, non in Arena. A parte Piper, non conosceva altri combattenti della cabina di Afrodite.

Per un attimo, mentre puntava lo sguardo sulla cabina, Leo sperò con tutto il cuore di trovare Connor Stoll e questa Amy in atteggiamenti intimi. Se li avesse visti, sarebbe corso da Will per dirgli che aveva provato a parlare con Connor, ma che purtroppo lo aveva interrotto mentre era con una ragazza. Di sicuro Will sarebbe impallidito alle sue parole e avrebbe raggiunto la cabina di Afrodite il prima possibile per verificare con i suoi occhi...

Leo si riscosse dai suoi pensieri e si fermò di fronte la cabina 10. La porta era chiusa, dall'interno proveniva la musica di Donna Summer e delle risate. Fu sul punto di bussare quando decise di aggirare la cabina e controllare se non fossero nel giardino o sul retro. Camminò tra le sdraio, le riviste e ignorò la coppia che stava pomiciando pesantemente sull'erba.

«Ci sono delle stanze, qui.» brontolò Leo, girando l'ultimo angolo della cabina. Si trovò faccia a faccia con Connor, che sbatté le palpebre per la sorpresa di trovarlo lì.

«Ehi, Leo Valdez.» lo salutò Connor, passandogli un braccio attorno alle spalle. «Cosa ti porta qui?»

Leo notò una ragazza seduta ad un tavolino poco distante. Stava limando la sua spada e alzò lo sguardo su di loro solo per un momento.

«Devo parlare con te.» disse e Connor fece un sorrisetto.

«D'accordo, sono tutto orecchi.» disse il figlio di Ermes, guardando l'orologio al polso. «Ma sbrigati, ho una figlia di Nike da placcare sulla spiaggia.»

A quelle parole la ragazza arrossì. «La devi solo intrattenere.» borbottò.

«Lo so, Amy, ma non sarà così divertente se la trattengo e basta.»

Amy borbottò qualcosa e Leo si concentrò sul viso sorridente di Connor. Non capiva quello che stava succedendo tra loro, ma di certo non stava amoreggiando con lei.

«Travis è in infermeria.» disse Leo, non sapendo come altro dirglielo. «È lì per colpa mia, ma non è niente di grave, Will lo sta curando.»

Il sorriso di Connor gli sparì dalle labbra e Amy alzò lo sguardo, allarmata.

«Amy, credo che placcherò Laurel un'altra volta.» disse Connor, togliendo il braccio dalle spalle di Leo e restituendogli il portafogli.

«Tranquillo, va benissimo.» annuì Amy e Leo si riprese il portafogli, confuso. Quando gliel'aveva sottratto?

«Sicuro che non sia grave?» domandò Connor, fissando Leo, che annuì.

«Non è grave. Will lo ha già curato, in verità, ma lo terrà in infermeria per la notte.»

Connor annuì, ma decise di andare a controllare di persona. Senza una parola, si allontanò dal giardino della cabina 10, diretto all'infermeria.

Leo e Amy si guardarono per un attimo, poi Leo la salutò e si diresse verso la sua casa, pensando a Connor e Travis, poi a Connor e Will. Chissà se il biondino gli avrebbe mai parlato della sua relazione con Connor... Forse prima non gli aveva detto nulla perché, semplicemente, tra loro non c'era nulla di particolare.

O forse perché non sono affari miei, si ritrovò a pensare mentre camminava nel familiare vialetto di casa. Non stiamo più insieme, siamo amici, non dovrebbe importarmi nulla di quello che fa...

Quando fu di fronte la porta, Leo si bloccò prima di poterla aprire. Ripensò ai vestiti di Travis e al taccuino che il ragazzo aveva con sé sulla spiaggia, prendendo appunti sulla sua festa di addio al celibato.

«Cazzo, il taccuino!» esclamò, voltandosi e quasi correndo verso l'infermeria. Sperò che Will non avesse bruciato i vestiti di Travis. Li aveva visti cadere nel cestino, ma magari i figli di Apollo avevano deciso di fare un falò per divertirsi.

Impiegò un quarto d'ora ad arrivare in infermeria, e aspettò che il fiatone gli passasse prima di entrare. Individuò Nate su un lettino intento a mangiare una mela, discutendo con una figlia di Demetra che gli diceva quanto facesse bene alla salute mangiare più frutta e verdura. Fece un cenno a Nate, per niente desideroso di salvarlo da quel brutto battibecco, e arrivò fino ai pressi del cestino dove Will aveva buttato i vestiti di Travis. Lo trovò vuoto e il suo cuore perse un battito.

«Ehi, Valdez. Cerchi qualcosa?»

Leo alzò lo sguardo su Will, appena uscito dalla sua camera. I capelli biondi erano bagnati e i vestiti che indossava erano puliti, privi di macchie di sangue. Il suo sguardo, però, era duro e sul suo volto non c'era alcun sorriso.

Oddei, pensò Leo, nervoso. Lo ha letto.

«Io, ah, ehm, Travis... il portafoglio...» borbottò Leo, mettendosi a braccia conserte. Lanciò un'occhiata nella direzione del lettino dell'amico. Le tende tirate si muovevano appena, forse Connor li stava osservando.

«Ho controllato nei suoi pantaloni, non c'era nessun portafoglio.» disse Will, portandosi una mano alla tasca. «Ma c'era questo. Glielo vuoi ridare tu?»

Leo guardò il taccuino nella mano di Will e deglutì. Sì, doveva averlo letto.

«O-Okay.» balbettò Leo, prendendolo, e Will gli passò affianco senza una parola. Leo si trattenne dal rincorrerlo e chiedergli se lo avesse aperto, ma decise di non dire niente. Dopotutto, quella reazione era già una risposta.

 

Will non era proprio riuscito a trattenersi.

Dopo che Leo se n'era andato, Will si era preso un caffè, decidendo di svuotare il cestino prima dell'arrivo di Connor. Non voleva che il ragazzo vedesse quanto sangue avesse perso suo fratello. E mentre toglieva la busta per cambiarla con una pulita, si era reso conto che nella tasca di Travis c'era qualcosa di pesante. Pensava al portafogli, e invece c'era un taccuino.

Will lo aprì, curioso, chiedendosi cosa mai potesse appuntarsi un figlio di Ermes. La prima pagina lo aveva fatto sorridere. Era una lista di cose che doveva controllare di sua figlia Lily ogni giorno, ovvero se mangiasse sano, lavasse i denti prima di andare a dormire, facesse il bagno e si pettinasse i capelli. C'era pure segnato che la bambina fosse intollerante al lattosio, quindi evitare ogni cosa potesse farla star male.

Sfogliando le pagine, Will aveva trovato liste della spesa, una lista di scherzi, e le liste di varie scommesse fatte nel Campo Mezzosangue. Will scoprì che sua sorella Rose doveva a Travis ben trecento dollari, e decise che avrebbe restituito lui la somma al figlio di Ermes. Sperò che Rose non avesse seguito Angel in Africa solo per quello.

C'erano dei disegni in alcune pagine, dei ritratti di Kate e Lily che giocavano insieme. Il viso di Kate era sempre più dettagliato e Will si stupì delle doti artistiche del figlio di Ermes. Non pensava fosse così bravo.

Poi girò un'altra pagina e si ritrovò a leggere “Matrimonio e festa di addio al celibato per Leo!!!” che gli fece stringere il cuore. Fu tentato di chiudere, ma ormai era lì, voleva sapere cosa Travis aveva in mente per Leo:

-Aspettare che Nina partorisca per fissare la data;

-Come testimone devo controllare lo stato di Leo, che sia tutto in ordine, e cose del genere, per fortuna alle fedi ci penserà James;

-Alcol a fiumi, chiedere consiglio ai figli di Dioniso;

-Spogliarelliste: a volontà!!

-Spogliarellisti: nooo, assolutamente no!!

-Invitare me, fratelli di Leo, Jason Grace, ect...

-Non invitare assolutamente Will e i figli di Ares.

Will rimase a fissare il suo nome, così vicino ai figli di Ares, e sentì qualcosa nel petto incrinarsi. Leo non lo voleva assolutamente al suo matrimonio, né alla festa di addio al celibato. Non che intendesse andarci, ma... leggerlo così, scritto in quel modo, lo ferì. Infilò il taccuino in tasca e si avviò verso la sua camera, proprio nel momento in cui arrivava Connor.

«Will!» esclamò il figlio di Ermes, e Will si voltò a guardarlo. «Dov'è Travis? Sta bene? Cos'è successo?»

Will osservò Connor, notando la sua grande preoccupazione per il fratello maggiore. Gli si avvicinò, scoccandogli un bacio a stampo, sorprendendo sia il ragazzo che sé stesso.

«Non preoccuparti, tuo fratello sta bene.» disse Will, indicando le tende tirate attorno ad un lettino. «È lì, sta dormendo per l'anestesia. Puoi stare con lui, mentre vado a lavarmi e vestirmi.»

«Okay, ti aspetto.» annuì Connor, e Will gli sorrise dolcemente prima di andare nella sua stanza. Posò il taccuino sulla scrivania, borbottando tra sé, e si spogliò, infilandosi subito in doccia. Rimase per qualche secondo sotto il getto, riflettendo su Leo e Calipso. Leo lo aveva dimenticato così in fretta? Be', se intendevano sposarsi, e avere altri figli in futuro, sicuramente sì. Non poteva mettersi in mezzo nella loro relazione, ora che stavano facendo quel passo avanti che molta gente aveva paura di affrontare.

Pensò a Nico Di Angelo e Percy Jackson. Quando aveva visto Nico tre anni prima, il figlio di Ade gli aveva detto di essere fidanzato con Percy. Ormai quei due dovevano essersi sposati. Hazel non gliel'aveva mai detto chiaramente, forse perché temeva di vederlo soffrire.

Anche Mitchell si era sposato con Malcom Pace, figlio di Atena. Vivevano fuori dal Campo Mezzosangue ed erano felici insieme. Mitchell non aveva mai voluto fare sul serio con lui, forse perché aveva scoperto che non era lui la persona che stava cercando.

Poi c'era Seth. Non pensava mai a Seth, il figlio di Demetra che lo aveva confortato mentre Nico cominciava ad uscire con Clovis figlio di Ipno. Era stato con Seth solo un mese, con la vana speranza di ingelosire Nico e attrarlo verso di lui. Ma Nico non lo aveva mai considerato come un possibile partner, solo come un amico.

E le cose tra Seth non erano andate bene. Seth lo aveva ferito almeno quanto Will aveva fatto con lui. Si erano feriti reciprocamente, e poi si erano salutati senza dirsi una parola. Continuavano a non parlarsi quando si incrociavano al Campo, poi Seth aveva deciso di andarsene in una riserva naturale e Will non aveva più avuto sue notizie.

Ora toccava a Leo Valdez sposarsi.

Will rise amaramente sotto l'acqua. Quasi tutte le persone che aveva amato, avevano trovato qualcuno che li amava di più. Will si domandò come mai toccasse proprio a lui la parte del single perenne, quello che desiderava di più sposarsi e adottare bambini finché fosse stato capace di crescerli, quello che aveva così tanto amore da dare.

Strofinò le dita sulla guancia, non sapendo se stesse piangendo o se fosse semplice acqua quella che gli colava lungo le guance.

 

Will si asciugò e si vestì dopo pochi minuti, fissando il taccuino di Travis Stoll. Ebbe il folle desiderio di lanciarlo dalla finestra o buttarlo nuovamente nel bidone dell'immondizia, ma si trattenne solo per le cose importanti di Lily scritte sopra. Magari Travis era così scemo da non ricordarsele. Infilò il taccuino in tasca.

Uscì dalla sua camera e notò Leo vicino al cestino dove aveva buttato i vestiti di Travis. Doveva essere tornato per quello.

«Ehi, Valdez. Cerchi qualcosa?»

Will non voleva usare un tono così duro, ma fu quello che gli uscì. Era arrabbiato, con sé stesso, con Leo Valdez, con tutti i suoi ex che non avevano trovato in lui una persona con la quale passare il resto della propria vita.

Be', visto come ti sei comportato... non è colpa di Leo, no?, sussurrò una voce al suo orecchio e Will scacciò via quella voce. Non le avrebbe più dato ascolto.

«Io, ah, ehm, Travis... il portafoglio...» borbottò Leo, con lo sguardo che si muoveva in tutte le direzioni, impaurito.

Il portafoglio. Ma certo. Doveva continuare a mentirgli sebbene non stessero più insieme.

«Ho controllato nei suoi pantaloni, non c'era nessun portafoglio.» disse Will, prendendo il taccuino dalla tasca e tendendoglielo. «Ma c'era questo. Glielo vuoi ridare tu?»

«O-Okay.»

Leo prese il taccuino, balbettando. Will gli passò affianco, mordendosi la lingua per non parlare. Lo aveva messo sulla stessa linea dei figli di Ares. Dopo quello che aveva fatto per lui solo un paio di settimane prima. Chiuse la mano passandogli affianco, dirigendosi verso Connor e Travis Stoll. Superò la tenda mentre Leo, alle sue spalle, si allontanava dall'infermeria senza una parola.

«Tutto okay?» domandò Connor, osservando Will con attenzione. Gli sembrava così serio e turbato. Voleva confortarlo, ma sapeva che il figlio di Apollo non gliel'avrebbe lasciato fare.

«Sì.» mentì Will, sebbene avesse solo il desiderio di afferrare un cuscino e urlarci dentro fino a sgolarsi. Guardò Connor, che lo osservava con i suoi bei occhi chiari e ammorbidì il tono di voce. «Sì, sto bene.»

Connor gli sorrise di rimando e abbassò di nuovo lo sguardo sul fratello, che ancora non dava segni di volersi svegliare. Will tenne gli occhi puntati su di lui, riflettendo sulle parole di Hazel di poche ore prima. Forse... poteva trovarla anche lui, la felicità, se solo si fosse lasciato il passato alle spalle...

   
 
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