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Autore: Delirious Rose    23/11/2021    1 recensioni
Due erano le cose cui Mary Riddle aveva a cuore: la propria reputazione e la propria ricchezza.
Aveva dovuto limitare i danni quando il suo unico figlio era scappato con quella pezzente il giorno di Santo Stefano. Aveva dovuto limitare i danni quando suo figlio era tornato a casa, solo, il Giorno di Mezzestate.
Quando quella pezzente aveva osato bussare alla sua porta nel giorno di San Silvestro, Mary Riddle aveva dovuto scegliere cosa sarebbe stato più vantaggioso: cacciare dalla sua proprietà quell’approfittatrice, o accogliere la nuora gravida.
{What If Merope Gaunt fosse andata a Little Hangleton invece che in un orfanotrofio Babbano}
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Merope Gaunt, Tom O. Riddle, Tom Riddle Sr.
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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L'emicrania attanagliò la testa di Mary con la ferocia di una bestia selvaggia. Sarebbe stata una lunga, lunga notte.

Aveva fatto sistemare la sgualdrina in una stanza degli ospiti. All'inizio, aveva pensato di usare quella riservata agli invitati non graditi: quella rivolta a nord, con il letto scomodo e il camino che faceva fumo. Ma poi aveva cambiato idea: Mary non voleva che il dottor Herbert pensasse che lei fosse la classica suocera arcigna che dava un letto freddo e duro alla nuora incinta.

"Come ha potuto Tom andare a letto con una come lei?"

Quando era tornato a casa, Tom aveva dichiarato che la sgualdrina lo avesse drogato o qualcosa del genere, e che fosse scappato non appena l'effetto era svanito. Tuttavia, Mary era certa che nessuna droga facesse effetto per sei maledetti mesi. Che la sgualdrina l’avesse messa di nascosto nei suoi pasti, fino al giorno in cui aveva dimenticato una dose? Quale droga avrebbe spinto un uomo a sottostare al volere di qualcun altro? Quali altri usi—

No, non doveva pensarci.

Il bambino della sgualdrina era probabilmente un bastardo.

Doveva essere così.

Mary aveva fatto entrare quella sgualdrina solo perché in quel momento non era stata capace di pensare lucidamente.

Mary aveva fatto entrare quella sgualdrina solo perché, per un attimo, aveva voluto credere che il bambino fosse di Tom.

Ma ora il dottor Herbert stava visitando la sgualdrina e avrebbe scoperto che i tempi non coincidevano, che la gravidanza non era nemmeno vicina al termine.

Per quanto Mary ne sapesse, poteva essere una gravidanza isterica o una ciste ingrossata pronta a scoppiare.

"Avanti," rispose Mary al bussare, senza raddrizzarsi sulla poltrona.

L'emicrania la stava uccidendo.

"Signora, ho finito di visitare la paziente," disse il dottor Herbert.

Mary gli fece cenno di sedersi. "Allora?"

Il dottore si schiarì la voce, esitando. "La… ehm… madre è entrata in travaglio mentre la visitavo. Ha ammesso di essere scivolata sul ghiaccio lungo il tragitto dalla stazione di Great Hangleton a Riddle House."

"Presumo si tratti di un parto prematuro, vero?"

Mary era certa che la sgualdrina stesse usando il suo bastardo per ottenere l'eredità dello Zio Charles.

"Non proprio, signora. Da quanto si evince dalla visita, potrebbe essere a termine."

Mary si raddrizzò, con gli occhi sgranati dallo shock. "Come ha detto, scusi?"

"È possibile calcolare l'età gestazionale in base all'altezza del fondo—"

"Potrebbe spiegarsi con parole semplici, per favore?" Mary sbottò. "Non ho bisogno che la mia emicrania peggiori."

Il dottor Herbert sbatté le palpebre lentamente, come un bue instupidito. "L'altezza dell'utero è di circa trentanove centimetri, il che significa che è tra la seconda metà del settimo e il nono mese di gravidanza."

Mary si accasciò di nuovo sulla poltrona. Maledetta emicrania che non le permetteva di pensare con chiarezza...

"Allora il bambino è stato concepito... quando?"

"Tra la fine di marzo e metà maggio."

Metà maggio. Circa sei settimane prima del ritorno di Tom.

Mary ribolliva di rabbia, ma una parte di lei era troppo eccitata, troppo sollevata per la collera. C'era una possibilità che il bambino fosse di Tom. C'era una piccola speranza che la sua stirpe non sarebbe finita con Tom—che la stirpe dei Riddle si sarebbe perpetuata.

Ma la madre era pur sempre quella sgualdrina, la figlia e la sorella di uomini squilibrati. E se il loro sangue fosse stato più forte di quello dei Riddle? E se il bambino fosse stato deforme, perverso e squilibrato come il lato materno?

"Sarà sano?"

"Non posso dirlo finché il bambino non sarà nato. Ma la madre sembra malnutrita, quindi non si aspetti un neonato grande. O un parto facile".

La risposta del dottore fece capire a Mary che aveva pensato ad alta voce. Il lapsus era stato comunque utile. Un parto difficile poteva significare che una scelta potesse rendersi necessaria.

Mary trattenne un ghigno. Non c'era bisogno di riflettere molto sulla questione. Se avesse avuto la possibilità di rendere Tom vedovo e ottenere l'erede di cui aveva bisogno, l'avrebbe colta al volo.

No, non doveva pensarci troppo.

Il bambino poteva non essere sano.

Il bambino poteva non essere maschio.

Era meglio risolvere un problema alla volta. Per il momento, c'era una cosa che poteva fare.

"È possibile parlarle?" chiese Mary. "È successo tutto così in fretta… non ho avuto modo di chiederle cosa è successo."

Era stata troppo sconvolta per fare qualsiasi domanda, ma ora, con una mente più fredda e lucida, Mary aveva una maggiore padronanza del suo intelletto.

Se solo quell’emicrania l’avesse lasciata in pace…

Il dottor Herbert annuì, accompagnandola mentre consigliava di mantenere la conversazione breve e di non agitare troppo la partoriente.

La sgualdrina era stata sistemata nella Stanza delle Lobelie, così chiamata per il motivo della carta da parati. Era una stanza troppo bella per la sgualdrina, con un letto di piume e una bella vista sulla valle.

La sgualdrina sdraiata nel letto era un pugno nell'occhio. Il volto era pallido e gonfio; i capelli arruffati; la sottoveste era fuori moda, sformata e logora—almeno non sembrava troppo sporca. I suoi occhi strabici ricordavano a Mary un gatto randagio che qualche inverno prima aveva preso dimora nelle stalle: una pupilla normale, l'altra deforme ed eccentrica, contro le iridi verdi. Non della stessa tonalità, però. Se gli occhi del gatto erano stati di un verde normale, quelli della sgualdrina erano della stessa tonalità che l'insetticida usato dai contadini per le patate—lo stesso verde nereggiante della carta da parati nello studio di Zio Charles.

Il paragone le fece correre un brivido lungo la schiena.

"Signora—"

"Ho già un'emicrania e il dottore ha detto di essere breve. Quindi, ascolti senza interrompere."

La sgualdrina abbassò la testa, annuendo e singhiozzando e annusando... Buon Dio, come le faceva saltare i nervi.

Mary gonfiò il petto, con aria il più intimidatoria possibile nonostante la sua piccola statura.

"Quello che ha fatto a mio figlio è imperdonabile. Questo non è il momento migliore per enumerare i suoi peccati, quindi se ne parlerà non appena..." Voleva dire ‘quando il bambino sarà nato’, ma avrebbe fatto fare a Mary una brutta figura... "quando si sarà ripresa".

"Per favore, Tom—"

"Ho appena detto che ne parleremo più tardi!" sbottò Mary, godendosi la vista della sgualdrina che tremava sotto il suo sguardo. Sospirò, addolcendo il tono. "Tuttavia, anche Tom ha le sue colpe. Ha abbandonato suo figlio e questo è tanto grave quanto quello che lei ha fatto a lui. In un certo senso, siete pari, quindi entrambi dovete fare ciò che è meglio per il bambino".

Mary schioccò la lingua deliziata, immaginandosi nel ruolo della nonna amorevole che viziava il nipote e raccoglieva le lodi di un bambino tanto adorabile e ubbidiente. Assaporò l'immagine di sé stessa che sistemava l'uniforme di Eton di un ragazzo—l’espressione verde d’invidia di Mrs Collins mentre le leggeva l’ennesima lettera che elogiava quel nipote brillante e pieno di talento. Assaporò le lodi che avrebbe ricevuto per aver plasmato un giovanotto tanto ammirabile. Un ragazzo che era l'immagine sputata di lei, il giovane uomo che Tom aveva fallito di diventare.

"Voglio stare solo con Tom..." singhiozzò la sgualdrina.

Mary era sinceramente indignata. "È deficiente o cosa? Come potrebbe mai Tom perdonarla, tanto meno riprenderla dopo quello che ha fatto?"

"F-farò tutto quello che mi chiedete, signora!"

Ah, quella era musica per le sue orecchie! Mary inarcò un sopracciglio, nascondendo la sua soddisfazione.

"Tutto? Ho la sua parola?"

"Tutto! Tutto! Lo giuro sulla tomba di mia madre!"

Mary sorrise. Poteva chiedere alla sgualdrina di rinunciare al bambino e andarsene—poteva chiederle di rinunciare al bambino e buttarsi sotto un treno. In questo modo, tutti i problemi di Mary sarebbero stati risolti. Tom si sarebbe sbarazzato di quel matrimonio scellerato e avrebbe avuto il figlio richiesto dal testamento di Zio Charles. Se quella sgualdrina avesse scodellato un maschio.

"Molto bene, ci penserò."

Mary doveva considerare ogni possibilità, prepararsi a ogni evenienza, anche la peggiore. Per cominciare, avrebbe dovuto aggiungere del miele al calice avvelenato che stava offrendo alla sgualdrina.

"E se sarà una brava ragazza e farà esattamente quello che le dirò, potrei mettere una buona con Tom".

"Grazie, signora! Non la delu—"

Il resto della frase si perse in un urlo. La sgualdrina si strinse il ventre gonfio. La cameriera entrò subito, facendo un frettoloso inchino a Mary prima di assistere la sgualdrina—non c'è più disgusto sul suo volto, probabilmente perché la sua attenzione era tutta sul bambino del suo giovane padrone.

Mentre Mary tornava in salotto, si chinò verso il dottor Herbert, la sua voce era un bisbiglio appena udibile.

"Se deve scegliere, scelga il bambino".

Se il bambino fosse stato un maschio e la sgualdrina fosse morta di parto, Mary Riddle avrebbe considerato esaudite tutte le sue preghiere.

   
 
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