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Autore: Severa Crouch    24/11/2021    3 recensioni
Questa storia partecipa alle iniziative “Regali d’inchiostro tra i tavoli del pub” e “A corde di Acquaviola” indette dal gruppo Facebook “L’angolo di Madama Rosmerta” ed è un regalo per Bluebell9.
“Lupin!”
Una voce familiare - troppo familiare - catturò la sua attenzione. Teddy si voltò verso il suo interlocutore per incrociare il sorriso obliquo di Roland Lestrange. Teddy alzò gli occhi al cielo. Il suo addio al celibato poteva essere deprimente da solo, ma con Lestrange poteva solo finire in tragedia.
[…]
“Ma non esiste che tu non festeggi l’addio al celibato! Capita una volta nella vita!” Roland si fermò e aggiunse, “A meno che non ti sposi due volte… Va beh, ma comunque, dobbiamo festeggiare!”
Lupin sollevò le sopracciglia sorpreso: “Dobbiamo? Ti stai imbucando al mio addio al celibato, Lestrange?”
Roland scoppiò a ridere: “Te ne sto organizzando uno! E dovresti saperlo che ho un talento nell’organizzare cose!”
A metà tra lo scettico e il preoccupato, Teddy si lasciò sfuggire un: “Le cose che organizzi tu ci fanno finire ad Azkaban, o al San Mungo!”
“Hai la mia parola che non finiremo né ad Azkaban né al San Mungo!” esclamò convinto. “O almeno lo spero!”
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Malibu

Teddy Lupin/Roland Lestrange

 


“Se vuoi ti compro tutta Malibù”

(Sangiovanni)

 

Che Teddy Lupin fosse innamorato di Victoire Weasley, lo sapevano anche i muri: quelli di Villa Conchiglia, dove era sbocciato il loro amore, quelli di Hogwarts che avevano assistito ai loro primi approcci e spesso occultato le loro pomiciate da sguardi indiscreti, persino le pareti della Tana, durante i Natali fin troppo affollati, quelle di casa Tonks, quando Victoire lo andava a trovare a casa di Andromeda, e quelle di Grimmauld Place, quando si ritrovavano tutti a casa Potter e si nascondevano dai tentativi di James di attaccarsi a Teddy. Tutte quelle pareti avevano finito per essere testimoni dell’amore di Teddy per Victoire.

Quello che, tuttavia, le pareti non potevano fare, era organizzare l’addio al celibato di Teddy che, fresco di diploma dell’Accademia Auror, aveva proposto a Victoire di andare a vivere insieme e coronare il loro sogno d’amore; così, altre pareti sarebbero state testimoni del loro amore.

Teddy si ritrovò il fine settimana prima del matrimonio a girovagare per Diagon Alley da solo: zio Harry era impegnato su un caso complesso, gli altri cugini erano a Hogwarts e quelli che non c’erano… Beh, erano troppo piccoli per uscire a bere. Persino Albert Goldstein, il fidanzato di Dodò, era impegnato al San Mungo e Teddy si ritrovò al Paiolo Magico a guardare il vecchio Tom e bere Whisky Incendiario da solo.

“Lupin!”

Una voce familiare - troppo familiare - catturò la sua attenzione. Teddy si voltò verso il suo interlocutore e incrociò il sorriso obliquo di Roland Lestrange. Alzò gli occhi al cielo. Il suo addio al celibato poteva essere deprimente da solo, ma con Lestrange poteva solo finire in tragedia.

“Allora? Cosa ci fai qui, solo soletto? Ho visto che la tua fidanzata si sta dando alla pazza gioia con le colleghe!”

Teddy gli rifilò un’occhiataccia in tutta risposta. Odiava Lestrange, lo odiava dai tempi di Hogwarts. “È in giro per il suo addio al nubilato,” commentò di malavoglia. Adesso, non solo si sentiva solo, ma odiava il pensiero che, mentre lui era da solo, con Lestrange, lei si stesse divertendo e magari ricevesse le attenzioni di qualche passante. I capelli gli divennero rossi per la rabbia facendo scoppiare a ridere Roland.

“Ma se lei sta festeggiando, perché non festeggi anche tu?” domandò.

“Sai, noi Auror… Ci sono state emergenze…” commentò.

“Ma non esiste che tu non festeggi l’addio al celibato! Capita una volta nella vita!” Roland si fermò e aggiunse, “A meno che non ti sposi due volte… Va beh, ma comunque, dobbiamo festeggiare!”

Teddy sollevò le sopracciglia sorpreso: “Dobbiamo? Ti stai imbucando al mio addio al celibato, Lestrange?”

Roland scoppiò a ridere: “Te ne sto organizzando uno! E dovresti saperlo che ho un talento nell’organizzare cose!”

A metà tra lo scettico e il preoccupato, Teddy si lasciò sfuggire un: “Le cose che organizzi tu ci fanno finire ad Azkaban, o al San Mungo!”

“Hai la mia parola che non finiremo né ad Azkaban né al San Mungo!” esclamò convinto “O almeno lo spero!” Roland spinse Teddy fuori dal Paiolo Magico e lo condusse verso Nocturn Alley. Più si addentravano nei vicoli malfamati del mondo magico, più Teddy si sentiva a disagio.

“Puzzi di Auror un miglio,” gli disse Roland mentre si facevano largo tra viaggiatori dall’aria sospetta, vampiri e megere. Ebbe persino cura di aggiungere: “Sai, non sei in servizio; quindi, potresti pure smettere di guardare male i passanti. Non è educato.”

“Come, prego?”

“Non è educato, Lupin. Non puoi guardare male la gente. Non ti stanno facendo niente, non stanno infrangendo la legge.”

“Ma non eri tu quello snob? Che ti è successo, Lestrange?”

Roland sospirò: “Per Salazar, Lupin, sono cresciuto, fallo anche tu.”

Camminarono un po’ in vicoli che Teddy non aveva mai visto ma che voleva memorizzare per segnalarli a zio Harry. Forse, un giorno, avrebbero fatto una perquisizione da quelle parti e qualche traffico illecito sarebbe saltato fuori. Era come trovarsi a lavoro e di tutti i possibili addii al nubilato che si era prefigurato, quello con Roland in giro per Nocturn Alley non era nemmeno tra le sue previsioni.

Il volto di Roland si illuminò quando arrivarono di fronte quella che aveva tutta l’aria di essere una bettola: “Eccoci qui!” esclamò convinto: “Il Rabbit Hole!”

“No.”

Teddy scosse la testa. Non esisteva. Non era il suo ideale di addio al celibato. Lui non era il tipo che faceva cose del genere. Il Rabbit Hole era la casa di piacere del mondo magico, era nota persino a chi non frequentava quel genere di posti.

“Non essere puritano! Sono venuto qui per l’addio al celibato di Mulciber e ci siamo divertiti moltissimo! Le ragazze sono piuttosto brave!”

“Non voglio nessuna ragazza al di fuori di Victoire!” esclamò con decisione.

Roland scoppiò a ridere e lo trascinò dentro. “D’accordo, Lupin, entriamo a bere una cosa al bar, vedrai che non ti accadrà nulla di male. Penso di sapere cosa ti potrebbe piacere…”

Teddy maledisse sé stesso, l’intero albero genealogico dei Lestrange e quella dannata decisione di andare a bere un bicchiere di Whisky Incendiario al Paiolo Magico, ché se fosse andato direttamente a casa, a quest’ora, era sotto le coperte con il fascicolo del suo caso. E invece. Invece aveva dato retta a zio Ron che gli aveva spiegato che era importante divertirsi alla sua età e che non poteva stare a casa mentre Victoire era in giro a divertirsi. Così, nella speranza di incrociare Victoire - quanto era patetico? - si era ritrovato al Paiolo Magico e adesso su un divanetto di velluto bordeaux vicino un tavolinetto laccato nero, mentre Roland era al bancone del bar a confabulare con il barista che annuiva e ridacchiava a quello che Roland gli diceva.

Il barista era un tipo muscoloso dai lunghi capelli rossi legati in una treccia e il volto pieno di lentiggini. Dal modo in cui alternava lo sguardo tra lui, Roland e la ragazza che stava danzando sul palcoscenico, doveva essere un tipo piuttosto sveglio. Teneva tutto sotto controllo. Un mago dall’aspetto pingue che indossava una veste da mago tradizionale, ma dalla stoffa piuttosto logora, si avvicinò al bancone e con un movimento fluido della bacchetta, il barista gli servì un bicchiere di Firewhisky.

Roland, invece, si allontanò poco dopo con l’aria divertita e in mano una bottiglia di Vodka Incendiaria. Se il suo piano era di farlo ubriacare in modo che poi potesse divertirsi, beh, si sbagliava di grosso. Teddy non aveva nessuna intenzione di lasciarsi andare ad alcol o altre sostanze. “Eccomi, sei pronto per il miglior addio al celibato che potessi immaginare?” gli domandò allegro.

“Dubito che qui possa trovare il miglior addio al celibato,” commentò esasperato. Non ne poteva più. Non vedeva l’ora di poter tornare a casa e raccontare a Victoire di quella serata infernale.

“Chi ti ha detto che rimarremo qui per tutta la serata? Hai detto che non vuoi andare con le ragazze…” ribatté Roland che si fermò a guardarlo perplesso, inarcò un sopracciglio e i suoi occhi si illuminarono mentre sul volto gli compariva un sorriso fin troppo divertito: “Non dirmi che hai cambiato idea? Vecchio lupo!”

“Non dire sciocchezze! Non ho cambiato idea!”

“Bene! Allora prendi!” allungò un lembo della bottiglia di Firewhisky e Teddy spalancò gli occhi: “Una Passaporta?”

Roland sembrò anticiparlo nel pensiero: “È perfettamente legale, Lupin, prendi un lato della bottiglia e non rovinare la sorpresa!”

Teddy oramai era curioso di sapere cosa si stesse inventando Roland per quella serata e di controvoglia decise di afferrare un lato della bottiglia. In poco tempo lo scenario cambiò radicalmente e si ritrovò su una spiaggia. In lontananza le luci di una festa, ma soprattutto, un caldo incredibile rispetto al freddo di Diagon Alley.

“Mettiamoci comodi,” gli disse Roland che con gesto della bacchetta trasfigurò tutti i vestiti di Teddy in un paio di pantaloni con una camicia a fiori. Teddy si passò una mano tra i capelli e domandò: “Ma dove siamo?”

“Malibù, California. Qui sanno come divertirsi!” esclamò Roland che invece indossava una t-shirt.

“Mi hai portato tra i Babbani?”

“Non dire sciocchezze! Siamo tra i maghi. Ti pare che possa portarti tra i Babbani? Questo è un luogo di villeggiatura per maghi. A fine serata, prenderemo una Passaporta che ci riporterà direttamente al Diagon Alley.” Roland allungò un braccio intorno alle spalle di Teddy che continuava a scrutarlo con aria diffidente.

“Ah, Lupin! Il mondo magico del divertimento è molto più ampio ed esteso di Diagon Alley se solo… hai i contatti giusti!” esclamò divertito.

“La gente normale lavora, Lestrange.”

“Allora sei fortunato ad aver incontrato me!” Sembrava che nulla potesse distogliere Roland dal proposito della serata che aveva in mente e Teddy si domandò quando mai il ragazzo spocchioso di Serpeverde fosse diventato così festaiolo.

Teddy venne condotto sulla spiaggia, verso un chiosco dal tetto coperto di foglie di palma e l’aria hawaiiana. Aveva visto quei posti sulle brochure del viaggio di nozze che lui e Victoire avevano scartato perché erano troppo costose.

“Quanto è costata quella Passaporta?” domandò mentre un dubbio gli stava sorgendo. Non voleva essere in debito con Roland. Anzi, il solo pensiero che lui avesse speso dei soldi per il suo addio al celibato lo irritava. Lo metteva in una posizione scomoda.

“Niente.”

“Com’è possibile? Non prendermi in giro, Lestrange.”

Roland scoppiò a ridere. “Sul serio! Nemmeno un Galeone! Mi dovevano dei favori e insistevano da tempo perché potessero ripagarmi per delle mie… ehm… consulenze e ho trovato l’occasione perfetta per saldare i conti.”

“Questo non va bene.”

“Ma rilassati, Lupin, non mi devi niente e se riuscirai potrai rinchiudermi ad Azkaban. Non sei in debito con me, intesi?” Roland prese posto al bancone del bar e cercò di attirare le attenzioni del barman.

“Cosa bevete?”

“La specialità della casa. Tu cosa ci consigli?”

Teddy rimase a guardare il modo disinvolto in cui Roland entrò in confidenza con il barman e si fece spiegare i cocktail della casa, spiegò i suoi gusti e alla fine convennero di ordinare due Magic Wave di cui Teddy non aveva assolutamente compreso la composizione. Dall’odore sembrava a base di ananas e lime e venne servito in un bicchiere decorato con cannucce e ombrellini.

“Beh, alla tua! Ti servirà una buona dose d’alcol per sopportare la Weasley!” esclamò Roland porgendogli il suo cocktail. Teddy rispose al brindisi e prima di bere disse: “Victoire è meravigliosa! Il fatto che tu non la sopporti non significa che non sia adorabile.”

“Sì, sì, lo immagino…” commentò Roland mentre beveva il suo cocktail.

Forse fu l’effetto dell’alcol che aiutò ad alleggerire la tensione, ma Teddy iniziò a sentirsi molto più leggero e si lasciò trascinare da Roland di bar in bar, di chiosco in chiosco, provando una serie di cocktail, uno più buono dell’altro.

Intorno a loro c’erano maghi e streghe che si stavano divertendo. Teddy non aveva mai sperimentato tanta leggerezza. Di solito, i momenti di divertimento erano confinati al caos della Tana, alle serate al Paiolo Magico o a Hogsmeade. I viaggi con Victoire erano per lo più escursioni nella natura o esplorazione di città che non conoscevano, erano giornate trascorse a mescolarsi con i Babbani e visitare musei e la vita notturna non era mai stata vissuta così intensamente. Roland, al contrario, sembrava molto a suo agio nel destreggiarsi tra bar, scherzare con i barman, farsi offrire qualche drink gratis, fare l’occhiolino alle streghe di passaggio.

Cercò di fermare un paio di giovani streghe spiegando che erano inglesi e che il suo amico – ovvero lui, Teddy – stava celebrando l’addio al celibato, ma nessuna delle due streghe risultò colpita e Teddy lo trascinò via.

Insistette perché comprassero un souvenir della loro serata di follie e acquistò due orribili cappelli di paglia che li rendevano più simili a due idioti. Seguì anche una collana di fiori e tutto ciò mentre Roland lo spingeva, lo tirava, lo guidava in quella selva di chioschetti sulla spiaggia di Malibù.

“Se vuoi ti compro tutta Malibu!” esclamò Roland, “Basta che ti rilassi e sorridi, Lupin! ࡀÈ la tua ultima serata da single! Divertiti!”

Teddy alzò gli occhi al cielo, si disse che si sarebbe divertito un mondo se ci fosse stato Harry, Ron, George, o Fred, o anche solo Molly e Roxanne, ma invece era lì con Roland Lestrange che cercava in tutti i modi di intrattenerlo. Si convinse a non fare il guastafeste e si rilassò. Dopo il terzo Magic Wave – aveva deciso di non mescolare cocktail diversi – la tensione si dissolse e anche lui iniziò a vedere il mondo ondeggiante.

Roland gli sembrò persino simpatico.

Ridevano come due matti. I discorsi, inevitabilmente, tornarono ad aneddoti dei tempi di scuola, quando si facevano la guerra, e ci risero su. Sulla spiaggia, Teddy iniziò a sentire il terreno ondeggiante, perse l’equilibrio. Avrebbe rischiato di finire per terra se lungo la traiettoria della caduta non avesse intercettato Roland che lo afferrò e barcollò all’indietro per mantenere l’equilibrio. Finì con la schiena contro una casetta di legno con su la scritta “Salvataggio”. Teddy sorrise al pensiero che quella serata stramba, dopo tutto, avesse appena salvato il suo addio al celibato.

“Stai bene, Lupin?” domandò Roland mentre lo sorreggeva. Gli occhi di Lestrange erano scuri come il cielo notturno. Teddy sorrise, inebriato dall’alcol, e annuì mentre faticava a staccarsi dalle braccia di Roland.

“Non sarai ubriaco?” gli domandò provocatorio. “La notte è ancora giovane!”

“Sto… benis… benissimo!” rivendicò Teddy che provò a recuperare l’equilibrio. Solo che quella spiaggia sembrava stregata e ondeggiava sotto i suoi piedi.

Riuscì a compiere solo qualche passo prima di scivolare di nuovo tra le braccia di Roland che scoppiò a ridere. Era strano trovarsi tra le braccia di Lestrange, ma non in senso negativo. Si scambiarono un sorriso con lo sguardo annebbiato dall’alcol. Risero insieme e Roland lo prese per mano: “Proviamo a tornare sulla terra ferma, che ne pensi?”

“Credo che sia una buona idea.”

In realtà non riuscirono a compiere i passi che immaginavano di compiere e finirono uno addosso all’altro e si rotolarono nella sabbia ridendo come matti e nemmeno Teddy era in grado di dire cosa ci fosse di tanto divertente, sapeva solo che non si era mai divertito tanto. Nemmeno quando Fred ne inventava una delle sue.

Si alzarono, tornarono a terra, rimasero seduti un po’ e quando provarono a rimettersi in piedi, iniziarono a sorreggersi a vicenda finché non arrivarono a un muretto che consentiva loro di potersi reggere a qualcosa di stabile

Si guardarono per un tempo che Teddy non seppe quantificare e poi le labbra di Roland si posarono sulle sue. Teddy le schiuse, rispose al bacio, semplicemente. Roland sapeva di Magic Wave ed era incredibilmente buono. Le sue labbra erano morbide, lo cercavano con passione e Teddy si strinse a lui e continuò a rispondere ai baci con un desiderio sempre crescente.

Fu quando morse le labbra di Roland che il suo amico spalancò gli occhi, spaventato, seguito subito da Teddy che si allontanò immediatamente. Fu come una doccia fredda. Improvvisamente Teddy si accorse che non c’era il seno e i fianchi morbidi della sua fidanzata, ma un corpo completamente diverso. Fu strano sentire un rigonfiamento nei pantaloni premere contro il suo. Si allontanarono entrambi, imbarazzati.

“D’accordo, forse ci siamo fatti trascinare dall’onda…” mormorò Roland.

“Torniamo a casa, Lestrange,” lo implorò. Voleva solo seppellirsi sotto le coperte. Aveva baciato Lestrange, ma cosa gli diceva la testa? Era tutta colpa dell’alcol?

“Sì, meglio che torniamo a casa.”

Andarono a un altro chiosco, Roland parlò nuovamente con il barman. Questa volta allungò qualche Galeone e tornò con una bottiglia vuota di Rhum Incendiario. La Passaporta si attivò qualche istante dopo e si ritrovarono a Diagon Alley.

Teddy mise mano alla bacchetta e per prima cosa rievocò i suoi caldi abiti invernali.

Roland era di fronte a lui, visibilmente a disagio, indeciso se andare via o rimanere. Teddy voleva solo prenderlo a pugni perché quando aveva quell’aria da cucciolo indifeso finiva per farlo sentire in colpa. Sospirò e si limitò a un: “Grazie, Lestrange, di tutto.”

“Di niente, Lupin.” Roland tirò fuori il suo sorriso sarcastico, fece una piroetta e si Smaterializzò.

Fu solo quando Teddy si ritrovò nel letto, mentre Victoire non era ancora rientrata, che si domandò come avrebbe potuto descrivere quell’addio al celibato alla sua fidanzata. Sorrise. Il ricordo delle spiagge di Malibù tornò nella sua mente, sulle labbra aveva ancora il sapore del Magic Wave, o di Roland.








 


Note:
Se avete letto fin qui, grazie. Sul serio. Questa storia è un regalo di Natale per la cara Bluebell9 che aveva chiesto una Teddy/Roland ed è un anno che aspetta di leggerne una. Ho approfittato dell'iniziativa "Regali d'inchiostro tra i tavoli del pub" per regalarne una. Il prompt è una gentile concessione di GaiaBessie nell'ambito dell'iniziativa "A corde di Acquaviola" sempre del gruppo Facebook "L'angolo di Madama Rosmerta".
È una storia senza pretese, senza nemmeno una collocazione temporale. Sappiamo in Giochi Pericolosi che Teddy è sposato con Victoire, quindi la storia si colloca tra il 2015 e il 2021, idealmente nel 2018/2019. 
Spero che la storia piaccia a Bluebell e le faccio tanti auguri di buone feste, anche se manca un mese e la storia non è particolarmente natalizia, ma il prompt era troppo invitante per non approfittarne!
Un abbraccio,
Sev

 
   
 
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