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Autore: etienne86    28/11/2021    15 recensioni
Nella storia originale siamo a un passo dalla Rivoluzione. Quando Oscar e Andrè raggiungono i loro compagni in caserma il 13 luglio 1789, lei dichiara apertamente il loro legame, la decisione di lasciare l'esercito e seguire il suo uomo, anche di lottare col popolo francese, se lui lo vorrà. E Alain le propone di continuare a guidarli, ma schierandosi coi cittadini in rivolta. La malattia di Oscar rimane un segreto che lei si porterà nella tomba.
Ho immaginato uno scenario diverso...proprio partendo da qui (mentre mia figlia mi ripeteva le lezioni di storia...)
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes, Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7

Scusate la tempistica dell'aggiornamento e anche il contenuto di questo capitolo, che non vede sostanziali novità nel racconto.


Capitolo 7

Partirono la mattina del 13 luglio, in una giornata che si prometteva asciutta e leggermente ventilata.
Oscar trovò inaspettatamente i suoi genitori nell'androne del palazzo: sua madre, appena giunta da Versailles, e suo padre. Si tenevano stretti, come non li aveva mai visti fare. Non ci furono parole tra loro. Solo quando ormai stava varcando la soglia, il generale le ricordò la sua promessa. Gli rispose con un sorriso, alzando la mano in un gesto di saluto. Fuori l'attendeva la carrozza, con due piccoli bauli sistemati nell'alloggio posteriore, vicino ai quali Andrè stava legando Caesar.
Gilbert era già seduto sulla serpa, mentre Marie l’ aspettava accanto alla portiera, perchè potesse salire per prima. Le due donne si disposero una di fronte all'altra. Oscar si aspettava un momento di commozione da parte di Marron, in fondo lasciava la dimora dove aveva servito e vissuto per decenni. E invece, non appena le ruote cominciarono a muoversi sul selciato, estrasse dalla sua borsa una stola riccamente lavorata e l'avvolse attorno alle sue spalle.

"Credo che suderò anche senza di questa, Nanny, grazie”
Il Generale vostro padre si è raccomandato moltissimo con me per la vostra salute, madamigella”
L'ilarità scomparve dal tono di Oscar.

Cosa ti ha detto...di me?”
Marie alzò lo sguardo e si sistemò gli occhialini, quasi a volerla guardare bene.

Che avete bisogno di cambiare aria...e anche di cambiare vita, per la vostra salute! E gli ho promesso che vi avrei impedito di trascurarvi ancora ”
Oscar si appoggiò allo schienale e chiuse gli occhi, sospirando. Doveva essere più esplicita con la sua vecchia governante? Doveva prepararla a quello che poteva accaderle durante il viaggio, o anche dopo, se fosse riuscita a concluderlo?

Mi ha anche ordinato di aiutarvi a essere felice. A seguire il vostro cuore, queste sono state le parole esatte” continuò, facendole aprire gli occhi.
E ricorda che solo questo è importante, ha ribadito chiaramente il vostro signor padre”
L'hai sempre fatto, Nanny” la rassicurò.
Furono interrotte da un'evidente sbandata dell'abitacolo, che si inclinò pericolosamente.

Piuttosto, saremo al sicuro con quei due a cassetta?” esclamò l'anziana donna, stringendo al petto la propria borsa.
Andrè si era seduto alla guida, accanto a Gilbert, al quale stava insegnando come condurre una carrozza.
Li sentì battibeccare, Gilbert era tra i due quello che alzava maggiormente il tono di voce, accusando Andrè di non si sa quale distrazione. Poi calò il silenzio e il viaggio proseguì senza altri incidenti.
Quanto udirono i campanili delle campagne attorno a Parigi battere mezzogiorno, si fermarono per una prima tappa e per mangiare qualcosa. Non era sicuro sostare nei villaggi: sebbene avessero tolto qualsiasi segno di opulenza dalla carrozza, erano pur sempre dei benestanti in viaggio, con un proprio veicolo ed un cavallo, appariscente ed in carne, al seguito.
Cercarono una macchia di alberi che potessero fare ombra sulla carrozza e, cercando di non essere visti dalla strada, si misero a mangiare qualcosa dalle provviste preparate per il viaggio, in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri. Andrè fu il primo a finire, si allontanò dal gruppo per cercare dell’acqua a cui abbeverare i cavalli. Li liberò dai finimenti e li condusse verso un canale. Oscar lo seguì, offrendosi di aiutarlo.

Il sole è forte a quest’ora, rimani all’ombra” le disse. Ma lei ignorò il suo consiglio: si sentiva bene, in forze, anche un po’ stufa di restare seduta e inoperosa sullo scomodo sedile della carrozza, voleva rendersi utile, finchè poteva. Andrè invece le appariva inquieto, preoccupato, e non solo per la sua salute.
Come se la cava Gilbert?” chiese mentre lo seguiva conducendo Caesar.
Bene, quando ascolta e non pretende di strafare!”
Oscar sorrise.

Bisognerà anche insegnargli a cavalcare e a governare un cavallo…”
Lo sentì sospirare e lei gli appoggiò una mano sulla spalla. Lui continuava a volgere lo sguardo nelle campagne circostanti.

Oscar…vedi qualcuno a lavorare nei campi?” le chiese, cambiando discorso.
No, nessuno”
Avvicinò i cavalli da traino all'acqua e sfilò loro la capezza perché potessero abbeverarsi.

Non mi piace questa cosa…è tempo di mietitura, dove sono tutti quanti?”
Oscar non sapeva cosa rispondere.

Avvisa Gilbert e mia nonna di prepararsi, è meglio non perdere altro tempo”
Dopo meno di mezz'ora erano nuovamente in viaggio.
Oscar chiese ad Andrè di unirsi a lei ed alla nonna all'interno della carrozza.
Quando Gilbert spronò i cavalli, si sporse verso di lui, seduto di fronte, e gli chiese chiaramente che cosa lo preoccupasse tanto.

I contadini dei villaggi abbandonano i campi, e si dirigono su Parigi. Mossi dalla fame, attizzati dagli oratori improvvisati che girano di paese in paese, abbandonano le loro poche cose e si riversano in città. Dove c'è ancora meno cibo, dove le truppe richiamate dal re controllano i forni e i magazzini dei viveri. Credo che la fase pacifica di questo confronto tra la famiglia reale, con i nobili ed il clero, e il popolo stia per finire. Ricordi Saint Antoine? Ce ne saranno di continuo, contro tutto e tutti.” e concluse prendendo da sotto il sedile una borsa di cuoio e cercando alcuni fogli di carta stampata.
Posso leggerli io?” chiese lei, delicatamente.
Erano fogli scritti fittamente, con una stampa grossolana, a volte scolorita.

Dove li hai presi?” chiese mentre si allungava verso il finestrino in cerca di luce.
Li trovi ovunque, Oscar. Questi li distribuivano l'ultima volta che ho ascoltato Bernard”
Sollevò lo sguardo dalle pagine stampate solo per un attimo. Non si abituava ancora all'idea che lui avesse un mondo al di fuori del tempo che divideva con lei, anche adesso che era solo un suo soldato e non più il suo personale attendente. Un mondo di curiosità, dubbi, interessi, che andava soddisfacendo come poteva, senza di lei, senza coinvolgerla. E di questo non poteva certo fargli una colpa.
Lesse a voce alta declamazioni di diritto popolare e di incitamento alla lotta. Poi passò ad una copia di L'amì du peuple , con una pubblicazione di Marat*.

I re non devono essere «sovrani», ma soltanto gli amministratori delle entrate pubbliche: come scusarli quando se ne fanno proprietari e le dissipano in scandalose prodigalità?; devono essere virtuosi, ma sono i primi a traviare le donne e i loro sudditi; dovrebbero governare in pace il loro popolo e lo sacrificano ai loro desideri, al loro orgoglio, ai loro capricci; devono essere ministri della legge e invece se ne fanno padroni, non vogliono vedere nei loro sudditi niente altro che schiavi.

Fece una pausa, impressionata da quelle parole. Le capiva, le sentiva.
Marie muoveva rapidamente le dita, concentrata sul suo ricamo, mentre Andrè aveva reclinato il capo e chiuso gli occhi. Respirava piano nel sonno.
Chiuse infine il
pamphlet e si chinò per rimetterlo al suo posto, nella borsa consunta che Andrè tratteneva tra i piedi. Sentì con le dita una copertina rigida, come di un libro, ed allora, mossa dalla curiosità di conoscere le letture di Andrè, lo estrasse dalla sacca. Non era un libro, ma un piccolo quaderno rilegato, con una copertina in pelle scura, leggermente usurata agli angoli. Aprì la prima pagina e riconobbe la calligrafia tremolante della sua governante

Al mio caro nipote Andrè
tua nonna Marie
Santo Natale 1787

La intenerì tenere tra le mani un dono di Marron a suo nipote, sicuramente scelto con cura e parsimonia. Regalare un diario ad un popolano, un semplice attendente, significava vedere al di là del ruolo, conoscere la sua sensibilità e la sua capacità di osservare il mondo attorno e dentro di lui, e di saperlo tradurre in parole.
Sotto questa dedica Andrè aveva scritto una frase.

Un uomo è libero nel momento in cui decide di esserlo.
Voltaire

Aprì il quaderno seguendo il punto indicato con un segnalibro in tessuto e i suoi occhi si spalancarono. Guardò di sfuggita l'anziana governante che sferruzzava davanti a lei, come se temesse di essere scoperta a violare un suo segreto. Poi passò delicatamente le dita sul nastro blu che lei aveva evidentemente cucito alla copertina...lo stesso che per tanti anni aveva visto trattenere i folti capelli di Andrè. Probabilmente l'aveva recuperato dalla coda di cavallo che lui si era tagliato senza un attimo di esitazione, quando aveva deciso di prendere su di se tutti i rischi della loro impresa. Senza rimpianti, per quei capelli rovinati e per quello che era accaduto poi, ai suoi occhi. Ma Nanny, forse perchè nulla deve andare sprecato, o forse per un moto di nostalgia verso un oggetto che il suo ragazzo indossava da sempre, e sempre uguale, lo aveva recuperato e trasformato nel segnalibro di quel diario. E per Oscar toccare quel lembo di tessuto fu come sentire tutte queste cose, improvvisamente. Lo spostò e ritrovò la calligrafia famigliare di Andrè, anche se le parole erano scritte senza la precisione che lo avevano sempre contraddistinto, come nella citazione di Voltaire nella prima pagina.

12 luglio 1789. Mattina.
Ieri il ministro Necker è stato costretto a dimettersi. Poi si è sparsa la voce di un possibile massacro.
Ormai Parigi non dorme più. La gente corre per le strade secondarie con fucili e pugnali. I 100.000 soldati arrivati a Parigi gridano contro il popolo.
Confusione e sospetto: sono questi i segni della nuova epoca?
Sono indispensabili per un domani radioso?
Non so dirlo. Non mi resta che vedere questa fase di transizione, con questo mio occhio destro che ormai sta perdendo la luce**

Si interruppe e alzò gli occhi su di lui. Sentì con rinnovata convinzione la bontà della sua decisione di lasciare Parigi, di portarlo via con sé, lontano da quella confusione e quella violenza.
Tornò indietro di qualche pagina.

Montesquieu sostiene che non esista un potere divinamente attribuito, che nessun re può arrogarsi il diritto di governare in virtù di questo. Nessun dio sceglie i re su questa terra.
Mi chiedo come potranno mai avvicinarsi a questa idea i re di Francia! E non solo perchè significherebbe rinunciare a privilegi e ricchezze, di cui dispongono senza alcuna fatica. Mi domando come potrebbero accettare che la loro vita sia stata definita e governata da qualcosa che non sia la volontà di Dio. Come potrebbe allora considerare la nostra regina, gli affetti sacrificati alla ragion di stato? Quello di sua madre, della sua famiglia e del suo popolo, che ha lasciato per sempre, a soli quindici anni. Quello per un uomo, a cui non ha nemmeno potuto votarsi in segreto. La sua libertà, imbrigliata in cerimoniali tediosi e vessanti. Una vita di agi in una gabbia dorata, senza vedere nient'altro che la reggia di Versailles e i suoi giardini. Con mille occhi sempre addosso, nessun segreto, nemmeno il più intimo. Ha dato alla luce il suo primo figlio davanti ad una folla di nobili curiosi! E lo stesso vale per il nostro re, un uomo timido e pacato, che non ha scelto di diventare re a vent'anni, non ha scelto la propria moglie, non ha scelto le responsabilità di un grande paese come la Francia. Non ha scelto mai nulla e adesso ci si aspetta che assuma delle posizioni in una situazione tanto difficile.
Si può dire a due persone così che Dio non c'entra niente con il loro destino? Che non erano dei prescelti dall'Altissimo ma solo delle pedine degli uomini? Un Re ed una Regina, ma pur sempre oggetti su una scacchiera, mossi da altri?
Si può pensare che accettino supinamente l'idea che la loro vita sia stata tutta una menzogna?

Siamo arrivati al cambio di posta” urlò Gilbert dalla predellina, interrompendo la sua lettura.
Nanny, che a sua volta si era lasciata cullare dal dondolio della carrozza, sobbalzò come colta alla sprovvista.

Oh cielo! Credo di essermi appisolata” esclamò sistemandosi la cuffietta e riponendo il lavoro di ricamo che teneva in grembo.
Hai fatto bene-le rispose Oscar- il tempo passa più velocemente così”
La carrozza rallentò fino a fermarsi del tutto e dopo pochi istanti videro la portiera aprirsi e la faccia sempre imbronciata del ragazzo. Non attese che le donne scendessero e si allontanò con la scusa di “dover fare acqua”.

Dobbiamo svegliarlo” disse Marie mentre scendeva, volgendo lo sguardo al nipote, accovacciato di fianco a lei. Oscar fermò il braccio con cui stava per scuoterlo.
E' meglio che riposi, ha faticato tanto per i preparativi”
Lasciò che la nonna la precedesse, poi prese uno dei cuscini con i quali la governante l'aveva circondata, perchè potesse sopportare nel modo più confortevole i sobbalzi durante il viaggio, e sollevando delicatamente il capo di Andrè, lo mise tra questo e il legno delle parete. La mano seguì poi un percorso tutto suo, soffermandosi sui suoi capelli scuri, in una leggera carezza.
Stai perdendo la vista, ma continui a vedere il mondo intorno a te, a coglierne i mutamenti e i pericoli. Ed io ora ti vedo, interamente, vedo il tuo cuore, generoso e colmo di amore per me, e la tua mente, che ascolta e riflette, libera, mai soggiogata a convenzioni o pregiudizi. Desidero che tu possa esprimerti non solo tra le pagine nascoste di un tuo taccuino, che il tuo pensiero possa arrivare a quante più persone possibile.

Non scendete?”
La voce di Gilbert la riportò alla realtà. Si unì agli altri malvolentieri, avrebbe voluto restare dentro quelle quattro mura di legno, a vegliare il suo respiro lento e pacato. Ma doveva occuparsi di pagare il cambio dei cavalli e dare un po' di tregua anche alle sue membra, da ore nella stessa scomoda posizione.
Aprì la mappa che aveva portato con sé e constatò che erano giunti a Barbizon, vicino a Fontainbleu, dove aveva pensato di soggiornare per la notte.
La locanda che ospitava i viandanti si chiamava La Cle d'Or ed era una graziosa costruzione in pietra, nella via principale del villaggio, con la facciata parzialmente nascosta da un rigoglioso rampicante.
Oscar parlò con la locandiera per organizzare la sistemazione per la notte.
La donna diede loro un'unica ampia camera nonostante le proteste di Marie.

Non vi consiglio di separarvi per la notte. Non possiamo garantirvi che qualcuno entri per derubarvi.”
L'anziana donna ottenne quantomeno uno sgabuzzino con i pitali per avere un po' di intimità.
Rimase anche contrariata dalla povertà della cena, pagata profumatamente e costituita da un piatto di brodo in cui galleggiavano, come isole nell'oceano, piccoli pezzi di carote e patate. Oscar ed Andrè si scambiavo sguardi furtivi, tra i brontolii di Nanny ed il silenzio ostile di Gilbert.
Quando si coricarono, uno accanto all'altro, la nonna pretese che Oscar si coricasse tra lei ed il muro, che Andrè si sitemasse vicino a lei e Gilbert occupasse il posto più esterno del giaciglio.
Il ragazzo fu l'unico a sprofondare in un sonno profondo, gli altri rimasero immobili ad agitarsi, nella mente.
Oscar tossì qualche volta, sperando che la cosa non fosse notata. Aveva la fronte imperlata di sudore, probabilmente la solita febbricola. Si spinse il più possibile contro il muro, affinchè la balia non si accorgesse di nulla, e si sentì sollevata quando all'alba la vide alzarsi e prepararsi, com'era solita fare. Uscì richiudendo lentamente la porta alle sue spalle.
Allora Oscar si voltò e vide il volto di Andrè, adagiato sullo stesso cuscino che lei gli aveva dato in carrozza, finalmente rilassato da un sonno tardivo.
Per la prima volta sentì il desiderio del suo corpo, del suo abbraccio. Era vicino, ma non abbastanza. Fece scivolare piano la mano sul lenzuolo, nello spazio che aveva occupato Nanny, fino ad incontrare la mano di lui, e la fermò sotto la sua.
Rimase un attimo ancora a guardarlo, immobile e inconsapevole accanto a lei, poi chiuse gli occhi. E in quell'istante senti le sue dita avvolgere e stringere la sua mano.
Sorrise, senza riaprirli: per ora le bastava.



*in realtà Marat comincerà a pubblicare questo giornale nel settembre 1789

** traduzione della versione giapponese dell'anime, inizio episodio 37

  
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